Il Calderone di Severus

N.13: Un anno di sorrisi per Severus

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pingui79
view post Posted on 26/1/2013, 23:44 by: pingui79

Pozionista provetto

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Eccomi.
Abbiate pietà, è stata scritta in due ore (sono una lumaca, lo so).
E non prendetevela con me, è tutta colpa dell'esamozzo incombente di martedì, che mi toglie ogni felicità peggio di un Dissennatore affamato.

***

Autore/data: pingui79 - 26 gennaio 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Genere: generale, triste
Personaggi: Severus Piton, Albus Silente
Pairing: nessuno
Epoca: HP 6° anno
Avvertimenti: nessuno
Riassunto: Uno strano dilemma ed una soluzione inaspettata
Parole/pagine: 1026/3

Parola d’ordine?



«Oh, Severus! Capiti giusto a proposito!»
Le lunghe e silenziose falcate del nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure si arrestarono d’improvviso nell’atrio, dietro di lui il mantello terminò il suo elegante svolazzo in un'ultima morbida onda sinuosa. Severus si trovò costretto, suo malgrado, ad interrompere la marcia dei propri pensieri e a tornare alla realtà presente. Era diretto ai sotterranei, ma l’esclamazione del Preside lasciava intravedere un probabile cambio di programma che fu sufficiente ad attorcigliargli la bocca dello stomaco.
Si volse verso l’azzurro scintillio che lo stava osservando dietro due lenti a mezzaluna.
No, non un’altra volta, pensò il mago. L’ultima loro conversazione era avvenuta solamente qualche ora prima e si era nuovamente – e prevedibilmente – conclusa con una odiosa richiesta ed un’altrettanto odiosa promessa, estorta come sempre a forza. Era come se ad ogni rinnovo gli venissero strappati brandelli di cuore, tanto era il dolore che sentiva fino a togliergli il fiato nei polmoni.
«Su, non fare quella faccia.» esclamò il Preside staccandosi mollemente dalla balaustra della grande scalinata di marmo. «Vedi, sono molto incerto su una importante decisione da prendere e sono sicuro che il tuo aiuto mi sarà fondamentale. Ora, se vuoi seguirmi…» Il tono era allegro, a tratti baldanzoso, in apparente contrasto con le parole appena pronunciate.
Ma Albus Silente, pensava Severus, era l’uomo dei contrasti. I suoi rimproveri sorridenti a volte erano più dolorosi di una Cruciatus, la fermezza con cui prendeva unilateralmente le decisioni faceva perennemente a pugni con la noncuranza con cui le annunciava.
Venne preso tranquillamente sottobraccio e senza poter replicare si lasciò condurre dove Albus voleva.
Come sempre, d’altronde, in tutti i sensi.
Guida da seguire, figura paterna da ascoltare, amico a cui voler bene.
Amico da veder morire, giorno dopo giorno.
Amico da uccidere, in nome di un Bene Superiore che non gli era mai sembrato tanto odioso come in quel momento. Come avrebbe fatto senza di lui?
Salirono scale e percorsero corridoi deserti ed avvolti nella pace del silenzio. Ancora poche ore e sarebbero stati invasi da schiamazzi di studenti teste di legno pronti ad iniziare un nuovo anno scolastico. Albus intanto borbottava parole indistinte circa una grande disponibilità di scelta che spesso era la maggiore causa di indecisione. Severus ascoltava a malapena, la mente già rivolta ad un futuro più oscuro della realtà in cui si trovava, un futuro che lo attendeva con le sue fauci impietose per dilaniarlo senza scampo.
Merlino, quel vecchio mago dalla lunga barba argentata era ancora presente al suo fianco e lui già pensava alla sua assenza, quando avrebbe rimpianto ogni singolo sguardo penetrante e bonario che sapeva leggergli il cuore come nessun altro.

«Severus…»

Sarebbe stato orfano, un’altra volta.

«Severus.»

Niente più gomitate complici durante la cena ed occhiate ai vassoi delle portate, in una muta richiesta perché mangiasse un po’ di più. Niente più caramelle di ogni tipo estratte dalle tasche del mantello ed offerte a qualsiasi ora del giorno o della notte.

«Severus!»

Un nuovo richiamo del Preside ebbe la forza di riscuoterlo una seconda volta dai propri pensieri.
Erano giunti al gargoyle di pietra che dava l’accesso alla presidenza.
Lo sguardo interrogativo di Severus Piton si posò su un Albus Silente che lo osservava con evidente speranza. Al mago dal nero mantello sembrò un bambino che attende con trepidazione il sì dei genitori per poter andare a giocare.
Ebbe la netta percezione di essersi perso un passaggio importante del lungo monologo appena avvenuto e non ascoltato.
Sbatté le palpebre nel tentativo, fallito in partenza, di dissimulare la punta d’imbarazzo che sentiva nascergli nel petto e sul volto.
«Ti stavo chiedendo, Severus» intervenne Albus con un tono così indulgente che lo fece sentire d’improvviso ancora più colpevole. «Quale parola d’ordine adottare per l’inizio di questo nuovo anno scolastico.»
Il Preside ignorò bellamente lo stupore che stava affiorando sul volto del giovane mago e proseguì con la sua folle richiesta.
«Vedi, ragazzo mio, c’è così tanta scelta che non so da che parte cominciare. E poi Lumache Gelatinose l’ho già usata l’anno scorso, così come Api Frizzole e Sorbetto al Limone.» si lisciò la barba con la mano sinistra, pensieroso, occhieggiando insistentemente verso Severus come a chiedergli un suggerimento di vitale importanza. Il braccio destro, steso lungo il fianco, catturò invece ogni attenzione della sua spia più fidata.
«Albus… » trovò finalmente la forza di dire.
Con il cuore che gli piangeva, mascherò il proprio dolore sotto una coltre di pungente indifferenza e sarcasmo.
«Albus, sono dolente per il tuo dilemma, ma credo di essere adatto a risolverlo quanto Sibilla lo è a predire il futuro.»
Lo scintillio divertito di due occhi azzurri riuscì nel tentativo di disorientarlo.
«Suvvia, se continui così mi toccherà dare ragione a Minerva, che da un po’ di tempo va dicendo che ti sei un po’ inacidito.»
Le sopracciglia del giovane mago saettarono entrambe verso l’alto, fulminee.
Minerva aveva detto che cosa?
Non ebbe il tempo di ribattere alcunché che Albus s’illuminò come se avesse appena ricevuto in dono un’intuizione divina.
«Ah, ecco qual è la nuova parola da usare, come ho fatto a non pensarci prima? Ed il merito è solo tuo, ti ringrazio!»
Lo sbigottimento del mago era così concreto e palpabile che lo si sarebbe potuto tranquillamente affettare.
Albus gongolò senza ritegno, mentre colpiva il gargoyle con la bacchetta e pronunciava la nuova parola d’ordine: «Pallini Acidi!»
Fu necessario a Piton qualche istante per comprendere il nesso tra la parola d’ordine e l’ultima parte del discorso.
Sorrise piano, Severus, incurvando appena le labbra e scuotendo la testa.
Non sapeva quanti altri momenti del genere gli sarebbero stati concessi, per quanto altro tempo avrebbe potuto vedere il suo unico amico ridacchiare di gusto per un nonnulla. In suo potere v’era solamente una cosa: godersi quegli attimi con tutto se stesso e rinchiuderli gelosamente nello scrigno dei ricordi, assieme ad altri sorrisi ben più lontani nel tempo ed incorniciati da una cascata di capelli color rame.
E quando Albus Silente gli sorrise di rimando, prendendolo ancora per il braccio ed avviandosi verso la Sala Grande, Severus ebbe la netta sensazione che quel siparietto fosse stato creato apposta per lui.

Edited by pingui79 - 27/1/2013, 00:23
 
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