Il Calderone di Severus

6.2. Richard Wagner, In occasione del bicentenario dalla nascita

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view post Posted on 9/12/2012, 00:23
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Ce l'ho fatta: ho letto la lezione e domattina vedrò l'opera (inaugurazione della stagione della Scala in differita)
 
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view post Posted on 9/12/2012, 00:48
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Io ho visto la diretta ieri, ma la rivedrò anche domattina (Kaufmann è un Lohengrin superbo e vestito ottocentesco - la regia svolge l'opera nel XIX secolo - sta veramente bene), perfezionando così la registrazione.
La regia è decisamente interessante e particolare. Può piacere o non piacere, ma dà una lettura interessante dei personaggi.
 
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view post Posted on 9/12/2012, 17:55
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Visto stamane.
Bravi tutti i cantanti: Jonas fantastico come sempre (dolce, tenero, addolorato, tormentato ma pieno di dignità almeno nella voce, visto che non poteva averla nei gesti per obbligo di regia), brava Elsa (anche a recitare, se pur la parte imposta secondo me era eccessiva), il re e Friedrich perfetti nel loro ruolo, e bravissima Ortud soprattutto nel finale.
Ottima la musica: ho visto la tv ma avevo le cuffie, quindi uno splendore di musica nelle orecchie.
Unico neo la regia che, se pur globalmente non mi è dispiaciuta, buone le scene, l'ambientazione e i costumi, non mi è invece piaciuta per come ha disegnato i due personaggi principali che troppo spesso piombano a terra senza più forza: Elsa che strabuzza gli occhi e si gratta furiosamente le braccia, Lohengrin che sembra abbia attacchi di epilessia e paura della propria ombra; ci mancava solo che si cacciassero le dita in bocca e si rosicchiassero le unghie o succhiassero furiosamente il pollice! Va bene togliere la patina dell'eroe, ma così l'han fatto diventare un verme!
E poi... tutta quell'acqua, e dentro e fuori: ho capito che la cantante si è ammalata! ;)


Edited by Ida59 - 9/12/2012, 18:34
 
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CITAZIONE (Ida59 @ 9/12/2012, 17:55) 
Visto stamane.
Bravi tutti i cantanti: Jonas fantastico come sempre (dolce, tenero, addolorato, tormentato ma pieno di dignità almeno nella voce, visto che non poteva averla nei gesti per obbligo di regia), brava Elsa (anche a recitare, se pur la parte imposta secondo me era eccessiva), il re e Friedrich perfetti nel loro ruolo, e bravissima Ortud soprattutto nel finale.

Concordo sui cantanti e la parte vocale. Jonas è, dal mio punto di vista, forse il miglior Lohengrin di sempre, per come riesce ad accentare ogni singola parola, dandole significato.
Concordo su Annette Dasch (Elsa), soprattutto comsiderando che si è imparata la regia in mezza giornata ed è riuscita a recitare benissimo e con perfetta adesione.
Ho qualche riserva in più su Telramund, che non è stato granchè dal punto di vista vocale, per quanto rendesse bene il personaggio succube della moglie. La. Erlitzius (Ortrud) è stata veramente splendida, così come Pape nel ruolo del re.

CITAZIONE
Ottima la musica: ho visto la tv ma avevo le cuffie, quindi uno splendore di musica nelle orecchie.

Sono felice che ti sia piaciuta la musica. Credo che Wagner in Lohengrin raggiunga vette di poesia veramente altissime.

CITAZIONE
Unico neo la regia che, se pur globalmente non mi è dispiaciuta, buone le scene, l'ambientazione e i costumi, non mi è invece piaciuta
per come ha disegnato i due personaggi principali che troppo spesso piombano a terra senza più forza: Elsa che strabuzza gli occhi e si gratta furiosamente le braccia, Lohengrin che sembra abbia attacchi di epilessia e paura della propria ombra; ci mancava solo che si cacciassero le dita in bocca e si rosicchiassero le unghie o succhiassero furiosamente il pollice! Va bene togliere la patina dell'eroe, ma così l'han fatto diventare un verme!
E poi... tutta quell'acqua, e dentro e fuori: ho capito che la cantante si è ammalata!

Personalmente la regia mi è piaciuta molto (e l'ho trovata coerente e non un'accozzaaglia di idee senza senso, come nel Lohengrin dei topi di Bayreuth, dove il coro era vestito da topo e alla fine Lohengrin ruotava un gran uovo da cui usciva un grande feto. La faccia del tenore di turno era abbastanza schifata) e non ci ho trovato nulla di strano nell'acqua nel terzo atto (luogo simbolico della colpa, in questo caso. Con ogni probabilità è lì che è scomparso Gottfried ed è lì che Lohengrin uccide Friedrich. È lì che il pianoforte - oggetto rifugio di Elsa e Lohengrin dal mondo a cui non appartengono - è rovesciato. È lì che Elsa muore, dopo aver posto la domanda), forse perché ho visto messe in scena con il palco sempre allagato e con cantanti sempre in ammollo.
Effettivamente Guth si è lasciato prendere la mano nel primo atto nel voler dimostrare che Elsa è una ragazza disturbata (vicina all'isterismo), rosa dal senso di colpa per la scomparsa del fratello (di qui le apparizioni del cigno - che vede solo lei - e della sua infanzia), sconvolta a tal punto dai suoi sentimenti che, nel finale, quando Lohengrin le rende il fratello (in questo allestimento Lohengrin dà la sua vita in cambio, quasi, di quella di Gottfried) lei implode e muore.
Non ho invece trovato esagerato il modo di rappresentare Lohengrin - per me in perfetta unione con l'interpretazione di Jonas, che è antieroica e specchio di un uomo estremamente fragile -, che "nasce" quasi con l'invocazione di Elsa e che lotta per tutta l'opera per essere visto come la persona insicura che è, quella persona che ha il terrore di uccidere (per questo tenta di fuggire prima del duello e poi risparmia la vita a Friedrich, per questo dopo che all'inizio del secondo atto ha osservato Friedrich - forse gli ha letto la mente, quando avvicina la mano al capo dell'uomo oppure ha tentato di ucciderlo con la magia - si sfrega le mani, come per scacciare la tentazione di uccidere e poi cerca di fuggire, così come è a disagio e fuori "ruolo", quando lo ricoprono di titoli e della guida dell'esercito. Per questo è frenetico dopo che ha visto le mani ricoperte del sangue di Telramund, per questo si sfrega ancora le mani quando confessa l'omicidio, perché lui vorrebbe essere condannato, ma gli uomini del Brabante vedono in lui l'eroe, ovvero quello che lui non vuole essere, nonostante sia questo il suo destino, destino che lo fa tremare. Ma non trema quando è con Elsa. Lì è appassionato, dolce, innamorato e, forse, impaurito che lei possa infrangere il divieto. Alla fine è un uomo fragile - lo è dall'inizio, quando ci mette tanto a voltarsi verso il pubblico. E onore a Jonas per aver cantato la sua entrata in scena di spalle ed in mezza vece - che cerca di essere accettato per quello che è, un diverso (l'epilessia era letta in passato come segno di purezza, lo è ancora nell'Idiota di Dostoevskij e credo che Guth ci abbia pensato), in cui tutti vedono qualcosa che non è, Elsa compresa, che lo chiama quasi sempre mio salvatore.
Ovvio è una lettura radicale e capisco perfettamente che possa non essere piaciuta. Anzi, nel gruppo di visione del 7 dicembre (detta così sembriamo tutte parenti della Cooman :P), la regia è piaciuta alla netta minoranza.
Il regista è uno dei tanti interpreti presenti in un'opera. Qui, a me, è sembrato vi fosse accordo tra direzione, regia ed interprete principale. Ma anche questa è un'impressione. Così come possono esserci mille interpretazioni della regia stessa e non è detto che io l'abbia interpretata nella maniera migliore, per quanto mi sia basata sulle note di regia. È il bello di uno spettacolo complesso come l'opera. Tante persone che portano in vita la musica, con una loro idea che si condivide o non si condivide o lascia indifferenti. E tante persone che guardano lo spettacolo e ne ricavano impressioni diverse, alle volte opposte.
 
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view post Posted on 25/4/2013, 18:47
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So che avevo detto che avrei seguito le carriere di Verdi e Wagner in parallelo, andando quindi in ordine strettamente cronologico, ma, essenzialmente perché sono freschissima di ascolto ed ho quindi ben disegnato in mente come impostare le lezioni (e saranno tantissime), inizierò oggi ad affrontare il Ring, fermandomi ad una semplice introduzione, per poi proporre nei prossimi giorni la prima lezione con ascolti.

Innanzitutto si potrebbe definire Das Ring des Nibulengen come la prima grande saga "fantasy" della storia, considerando che Wagner, pur facendo riferimento ad alcune saghe nordiche, le rivisita e le rilegge in maniera assolutamente personale, e soprattutto introduce alcuni di quelli che saranno i tratti caratteristici del fantasy. Non può poi non saltare all'occhio una qual certa aria di famiglia per coloro che abbiano letto Il Signore degli Anelli. Sono certo due opere diversissime (ben più cupa e pessimista quella di Wagner), ma hanno alcuni tratti in comune: l'Anello del Potere su tutti.
Il Ring è anche una delle fonti di ispirazione, dichiarata da Lucas stesso, di Star Wars.

Si potrebbe definire Das Ring des Nibulengen come un dipinto di una società in trasformazione: il tema del potere sempre maggiore dell'economia, del possesso del "capitale" è sicuramente presente. L'Anello è Anello del Potere perché dà il controllo del mondo, ma anche perché dà il controllo della richezza materiale del mondo.

Si potrebbe definire Das Ring des Nibelungen come un ritratto acuto dell'umanità in tutte le sue forme ed i suoi aspetti. Tutti i personaggi, anche gli dei, sono personaggi profondamenti umani.

Si potrebbe definire Das Ring des Nibelungen come una storia che pone al suo centro l'amore, in tutte le sue forme. La presenza dell'amore e l'assenza dell'amore. Amore che giunge fino al sacrificio supremo.

Come tutte le opere d'arte complesse (ed il discorso lo si può applicare a buona parte delle opere di Wagner e a buona parte delle opere di Verdi) hanno molteplici chiavi di lettura. Io ne ho elencate solo alcune, quelle che ho più care o forse più visto sovente nelle mise en scène. Ci sono altri mille sottotesti ovviamente che emergono dal libretto e dalla musica.
Personalmente mi soffermerò sugli elementi fantasy (si possono fare dei bei paralleli con la saga di Harry Potter) e sui rapporti umani, che sono interessantissimi.

Come detto poco sopra, Wagner fa riferimento a diverse saghe nordiche, mischiandole, prendendo quel che gli interessa e cambiando profondamente i caratteri dei personaggi, di cui alle volte non rimane che il nome (è il caso di Siegmund che Wagner dipinge come un eroe [o meglio un anti-eroe] tormentato, innamorato perdutamente, sventurato, quando nella saga Siegmund è un eroe a tutti gli effetti che conduce una lunga vita. Solo la morte rimane uguale, ma perde l'impatto fortemente tragico ottenuto da Wagner perché le motivazioni sono completamente diverse).
Si possono trovare riferimenti, tra le altre opere, nella Walsungsaga (essenzialmente per quel che riguarda Siegmund e Siegfried), nella Edda Poetica (essenzialmente per quel che riguarda gli dei - ma il Wotan di Wagner è molto più umano del Wotan mitico - e l'Anello - ma, da quel che ho capito, nella saga norrena l'Anello è un semplice oggetto magico che procura la ricchezza, ma non il Potere Assoluto), nel Nibelungslied (per la parte relativa ai Ghibegundi). Ma se leggete anche solo i riassunti di queste opere mitologiche, vi accorgete subito, confrontandole con la trama delle quattro opere di Wagner che sono racconti infinitamente diversi.

Per fare chiarezza all'interno del Ring e, considerando la vastità dell'opera e dei personaggi, propongo di seguito uno schema dove per ogni personaggio verrà indicata l'opera in cui appare e sotto quale forma appare. Accanto ai personaggi verranno elecanti anche alcuni oggetti magici che hanno una notevole importanza all'interno della trama.
La timeline stessa del Ring è complessa. Tra Rheingold e Die Walküre passa un lasso di tempo indeterminato, ma sicuramente lungo (un centinaio d'anni, forse). Tra Die Walküre e Siegfried passano all'incerca 18 anni. Tra Siegfried e Götterdämmerung passa infine poco tempo (pochi mesi probabilmente).

Qui di seguito l'elenco dei personaggi:

Dei e personaggi incantati

Wotan, signore dei patti: Das Rheingold, Die Walküre, Siegfried (sotto il nome di Wanderer)
Fricka, dea, sposa di Wotan: Das Rheingold, Die Walküre
Donner : Das Rheingold
Froh : Das Rheingold
Freja, dea della giovinezza : Das Rheingold
Loge, spirito del fuoco : Das Rheingold, Die Walküre(sotto forma di fuoco), Siegfried (sotto forma di fuoco), Götterdämmerung (sotto forma di fuoco)
Erda : Das Rheingold, Siegfried
Flosshilde, figlia del Reno : Das Rheingold
Welgunde, figlia del Reno : Das Rheingold
Woglinde, figlia del Reno : Das Rheingold
Brünhilde, Valchiria : Die Walküre, Siegfried, Götterdämmerung
Waltraute, Valchiria : Die Walküre, Götterdämmerung
Gerhilde, Valchiria : Die Walküre
Helmvige, Valchiria : Die Walküre
Orlinde, Valchiria : Die Walküre
Rossweisse, Valchiria: Die Walküre
Seigrune, Valchiria : Die Walküre
Grimgerde, Valchiria: Die Walküre
Schwertleite, Valchiria: Die Walküre
Prima Norna: Götterdämmerung
Seconda Norna: Götterdämmerung
Terza Norna: Götterdämmerung
L'Uccellino della Foresta: Siegfried

Giganti
Fafner: Das Rheingold, Siegfried (sotto forma di drago)
Fasolt, fratello di Fafner: Das Rheingold

Nibelunghi
Alberich: Das Rheingold, Siegfried, Götterdämmerung (sotto forma di sogno)
Mime, fratello di Alberich: Das Rheingold, Siegfried

Uomini
Siegmund : Die Walküre
Hunding : Die Walküre
Sieglinde: Die Walküre
Siegfried: Siegfried, Götterdämmerung
Gunther, re dei Ghibegundi: Götterdämmerung
Hagen, fratellastro di Gunther: Götterdämmerung
Gutrune, sorella di Gunther: Götterdämmerung

Oggetti magici
L'Anello del potere: Das Rheingold, Die Walküre (solo nominato), Siegfried, Götterdämmerung
La Lancia di Frassino: Das Rheingold, Die Walküre, Siegfried
L'Elmo Tarnhelm: Das Rheingold, Siegfried, Götterdämmerung
 
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view post Posted on 25/4/2013, 22:30
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Ommammamia quanti personaggi!
Tu, però, sei bravissima a spiegare e arendere affascinante l'argomento!
 
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view post Posted on 25/4/2013, 22:37
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CITAZIONE (Ida59 @ 25/4/2013, 23:30) 
Ommammamia quanti personaggi!
Tu, però, sei bravissima a spiegare e arendere affascinante l'argomento!

Alla fine, vedrai che i personaggi importanti sono pochi. Ad esempio delle nove valchirie bisogna ricordare unicamente Brunhilde. Delle altre otto puoi scordarti i nomi (anche perché sono difficilissimi da ricordare).
 
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view post Posted on 26/4/2013, 21:22
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Dopo l'introduzione, passo alla spiegazione di ogni opera, ovviamente divisa in Atti o in Scene.

Das Rheingold
Scena Prima



La prima opera della Tetralogia è un atto unico diviso in scene che si susseguono senza soluzione di continuità. In questo Wagner, considerando i mezzi scenici dell'epoca, è sicuramente un visionario (ma lo si vedrà meglio in Parsifal, dove ad un certo punto, sembra di leggere la descrizione di un piano-sequenza cinematografico).
L'oro del Reno si apre su una scena acquatica, sulle rive del fiume tedesco:
Chiarore verdastro, più luminoso sopra, più scuro in basso. Occupano tutta la parte alta acque fluttuanti che scorrono senza sosta verso sinistra. Nel profondo i flutti si dissolvono in nebbiosa umidità sempre più sottile, in modo che lo spazio, a cominciare dal fondo e per l'altezza d'un uomo, sembra completamente libero dall'acqua, che sopra il fondo tenebroso scorre via come in banchi di nubi. Ovunque si ergono dalla profondità irte scogliere, le quali segnano lo spazio della scena. Tutto il suolo è un frantumato groviglio di punte, in modo tale che nessun luogo sia completamente piano e fa supporre già, in ogni parte, profonde voragini di densissima tenebra.
Al centro della scena, intorno ad uno scoglio, che con la sua punta sottile raggiunge in alto le onde più dense e in luce più chiara, gira una Figlia del Reno, nuotando in cerchio con gesti aggraziati.

Questa lunga descrizione mostra, quindi, un mondo altro - un Reno mitico, tanto che la descrizione non corrisponde a nessuna parte del corso del fiume tedesco come lo conosciamo oggi - dove vivono le tre figlie del Reno, tre esseri simili alle ondine, che nuotano. E' ovvio che questa visione può essere solo suggerita sulla scena. Nel video che propongo - e che contiene tutta l'opera, di cui io indicherò il minutaggio dei vari ascolti - il regista è ricorso ad un gioco di videoproiezioni che può essere una buona soluzione, quando si voglia restare nella messa in scena nel mondo "fantasy" descritto dall'opera.
Il primo stralcio d'ascolto, riguarda il preludio musicale dell'opera, che evoca un mondo originario, il suono pare nascere dal nulla e poi svilupparsi lentamente fino a raggiungere un ritmo quasi "ondoso" che introduce le Figlie del Reno. La cosa interessante è però proprio la parte iniziale, misteriosa quasi che immerge l'ascoltatore in un mondo altro, ai suoi albori, quasi.

Ascolto 1: 1'56''-6'06''

La scena si apre con le Figlie del Reno che giocano nell'acqua, senza alcuna preoccupazione, quando, invece, dovrebbero avere più coscienza di quella che è la loro missione. Le tre Figlie del Reno appaiono fin da subito come creature piuttosto ingenue, incapaci di comprendere ciò che le loro azioni possono causare.
Ad un certo punto, emerge dall'abisso, un Nibelungo.
I Nibelunghi corrispondono, all'incirca, ai Nani oppure - come vengono chiamati a volte - a degli Elfi Oscuri. Quello che è certo è che vivono nelle profondità della terra, abili minatori e lavoratori di metallo.
Alberich, uno di questi, emerge alla luce e nota le Figlie del Reno che rappresentano per lui, che proviene dalla notte del Nibelheim la bellezza e la perfezione.
Alberich corteggia, forse un po' goffamente, ma con trasporto sincero, le tre Figlie del Reno, le quali - e qui si palesa il loro carattere assolutamente incapace di valutare le conseguenze delle loro azioni - si fanno gioco di lui, fingendo, l'una dopo l'altra, di essere attratte di lui, per poi rigettarlo. Non c'è vera cattiveria nelle azioni delle tre Ondine, quanto piuttosto assoluta incomprensione ed insensibilità per i sentimenti degli altri, in questo caso i sentimenti di Alberich.
E' chiaro che man mano che le beffe aumentano, più Alberich vi risponde con rabbia - e amarezza, aggiungerei.
L'azione si blocca però all'improvviso, quando, improvvisamente atrtaverso le onde penetra un chiarore sempre più vivo, che su un punto elevato dello scoglio di mezzo a mano a mano si accende fino ad irradiare un luminossisimo, abbagliante fulgore d'oro; da lì una magica luce aurea si diffonde nell'acqua). Viene introdotto musicalmente un nuovo motivo, che "corrisponde" (ma la costruzione motivica wagneriana è più complessa di cercare un semplice gioco delle corrispondenze tra motivi musicali ed oggetti) all'Oro del Reno.
Le tre Figlie del Reno riconoscono il lugore come quello dell'Oro che custodiscono e, dopo un primo rapido scambio di battute, si lanciano a cantare dell'Oro:
Heia jaheia!
Heia jaheia!
Wallala lalala leia jahei!
Oro del Reno!
Oro del Reno!
Lucente letizia,
come ridi serena, sublime!
Splendente splendore
ti sfugge fulgendo nell'onda sacra!
Heja jahei!
Heia jaheia!
Veglia amico!
Veglia sereno!
Volttuosi giochi
giochiamo per te!
Sfolgara il fiume,
fiammeggia il flutto,
fluendo affondiamo,
danziamo, cantiamo,
in bagno beato intorno al tuo letto!
Oro del Reno!
Oro del Reno!
Heja jaheia
Wallallalala heia jaheia!


Quello che è interessante di questo momento è l'invocazione Oro del Reno che tornerà, seppur con tono decisamente diverso, quando, alla fine dell'opera, le Figlie del Reno invocheranno nuovamente l'Oro del Reno, senza la giocosità che ascoltiamo in questo frammento.

Ascolto 2: 16'30''-18'40''

Gli occhi di Alberich si fissano sullo splendore della luce dell'oro che illumina la scena. E chiede cosa sia quella luce. Le figlie del Reno discustono tra loro ed il discorso introduce l'Anello e con esso la tematica del Potere assoluto:

WELLGUNDE
Il dominio del mondo
intero otterrebbe
colui che dall'oro
forgiasse l'Anello
che gli può dare il Potere Assoluto.


Flosshilde mette in guardia le sorelle: loro compito è custodire l'Oro e non dirne nulla a nessuno.
Ma l'altra sorella la tranquillizza.
Il passaggio successivo è fondamentale, perché è uno dei momenti fondatori dell'intera saga, dove viene introdotto la tematica dell'Amore e della sua negazione, tematica fondamentale per la comprensione di alcuni passaggi della trama.

WELLGUNDE
Sorella saggia,
ci stai accusando?
Quindi non sai
a chi soltanto
è concesso di temprare l'oro?

WOGLINDE
Solo colui che rinnega
la forza dell'Amore
solo colui che dell'Amore
respinge la gioia,
a lui soltanto tocca la magia
che permette di costringere l'oro in un cerchio.


Le tre Figlie del Reno rivelano quindi il modo con cui si può costruire l'Anello del Potere perché sono sicure e certe che nessuno può maledire l'Amore, nemmeno una persona beffata ed in preda al senso di rivalsa e alla sete di vendetta come Alberich, perché l'Amore è una forza a cui non si può resistere, a cui, dicono loro, non può resistere nemmeno il Nibelungo che era preso dal desiderio di loro tre, o meglio dalla loro perfezione e bellezza.
L'Amore è ciò che tutti cercano (e queste parole risulteranno verissime, nel momento in cui si affronterà il primo atto di Siegfried) e nessuno vuole evitare l'Amore. E' su questa convinzione che quindi le tre Figlie del Reno continuano a parlare.

WELLGUNDE
Noi stiamo al sicuro,
libere d'ansia:
poiché ciò che è in vita, cerca l'amore,
e nessuno vuole evitare l'amore.

WOGLINDE
E costui meno d'ogni altro,
l'elfe lascivo;
dalla lussuria,
per poco non muore.

FLOSSHILDE
Io non lo temo,
per come mi è noto:
il suo fuoco amoroso
mi ha quasi bruciata.

WELLGUNDE
Un sulfureo incendio
tra onde e marosi:
per amoroso futrore
sibila forte!

LE TRE FIGLIE DEL RENO
Wallala! Wallaleialala!
Elfe leggiadro!
Tu non ridi con noi?
Nella luce dell'oro
risplendi e sei bello!
Vieni, o leggiadro, ridi con noi!
Hejaheja! Heiajeheia! Wallalalalaleiajahei!


Le Tre Figlie del Reno, nel rassicurarsi, si prendono ancora una volta gioco di Alberich, senza comprendere ciò che comporterà la loro azione.
Sono inconscienti, troppo sicure di loro stesse o forse incapaci di comprendere ciò che sta avvendenendo nell'anima di chi li sta ascolta.
Alberich ha infatti occhi solo per l'oro, ha in mente solo il fatto che ha a sua disposizione la vendetta per le beffe ricevute (forse non le prime ricevute quando si è avventurato al di fuori del regno sotterraneo del Nibelheim) ed è per questo che giunge a prendere la decisione di maledire l'Amore per poter così rubare l'oro e da questo ricavare l'Anello del Potere.
Vorrei sottolineare come Alberich non sia un personaggio che nasce malvagio, non è un cattivo semplicemente cattivo, ma qualcuno che arriva a maledire l'Amore perché nessuno l'ama (si può forse ipotizzare che nemmeno nel Nibelheim sia amato). La maledizione dell'Amore significa anche la rinuncia all'Amore ed è una rinunzia che, più avanti nel corso della priam opera, Alberich definirà difficile, perché maledire l'Amore è come andare contro se stessi ed è questa la terribile scelta che Alberich compie.

ALBERICH
(fissi gli occhi sull'oro, ha prestatao attenzione al cicaleccio delle sorelle)
Il dominio del mondo
intero avrei attraverso di te?
Se non posso afferare l'amore,
non posso forse conquistarmi con astuzia il piacere?
(Terribilmente forte)
Continuate pure a schernirmi!...
Il Nibelungo al vostro gioco s'appressa!
(Furenta si slancia su per lo scoglio di mezzo, arrampicandosi con rapidità spaventevole verso la sua punta - Le fanciulle si sperdono con con stridi e risalgono verso la superficie in diverse direzioni)

LE TRE FIGLIE DEL RENO
Heia! Heia! Heia! jahei!
Salvatevi!
L'elfe infuria;
sprizzano l'acque
dov'egli salta:
l'amore lo rende folle!
(Ridono con temeraria follia)

ALBERICH
(giungendo al vertice con un ultimo balzo)
Ancora non temete?
Svagatevi al buio,
umida razza!
(tende la mano verso l'oro)
La vostra luce io spengo,
strappo alla roccia l'oro,
tempro l'Anello delle vendetta;
odano i flutti:
io maledico l'Amore!
(Con spaventosa violenza strappa l'oro dallo scoglio e con esso subito si getta nel profondo, dove scompare in fretta. Una fitta oscurità si diffonde all'improvviso su tutto. Le fanciulle si immerdono rapidissime all'inseguimento del ladro).


Ascolto 3: 20'00'' - 24'44''

Video di Riferimento: [VIDEO NON PIU' DISPONIBILE]

Edited by Ida59 - 6/10/2023, 10:18
 
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Molto belli i giochi di luce per rendere l'atmosfera e stupenda la musica. Con la parte cantata ho i miei soliti problemi, e non riesco bene a spiegare nemmeno a me stessa perchè non mi prende.
 
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