| halfbloodprincess78 |
| | Troilo e Cressida è una delle opere meno rappresentate di Shakespeare. Questo che segue è abbastanza esaustivo per sapere di cosa parliamo. Mi ripropongo anche qui di postare il copione. La cosa difficile è che si trovano solo copioni originali quindi non è dato sapere se quello che ha interpretato Alan fosse rivisitato e in che modo, ma di solito gli inglesi Shakespeare lo lasciano così come è scritto! E' tra le opere meno rappresentate di Shakespeare, eppure è tra quelle più 'perfette' e moderne. Ma soprattutto Troilo e Cressida è quella con cui il teatro torna a confrontarsi nei momenti più drammatici. Perché si parla di guerra. Di guerra e d'amore. Con amarezza e disincanto sullo sfondo di un plumbeo orizzonte di distruzione. Il dramma è geniale e spietato. Scritto nel 1601, subito dopo Amleto, si addentra nelle viscere di un conflitto aspro e infinito, la guerra di Troia, in cui gli eroi del mito si svelano come fragili protagonisti di storie umanissime. Durante l'assedio assistiamo alla storia d'amore dei troiani Troilo e Cressida (quest'ultima figlia di Calcante, l'indovino che però, prevedendo la sconfitta, è passato ai nemici), con la laida mediazione di Pandaro. Ettore sfida i greci a un combattimento e i principi greci decidono di mandare Aiace per provocare l'invidia e la rabbia di Achille. Del resto Ettore e Cassandra insistono per riconsegnare Elena ai greci per far finire la guerra, ma Paride e Troilo rifiutano, e la guerra dovrà proseguire.
A un certo momento le storie di guerra e d'amore si intrecciano pericolosamente. Calcante, infatti, ottiene da Agamennone uno scambio: i greci restituiranno un prigioniero ai troiani che in cambio consegneranno Cressida al padre. Gli innamorati sono così costretti a piegarsi alla ragion di stato e alle strategie belliche, giurandosi amore eterno. E mentre il duello tra Aiace e Ettore viene sospeso perché si scopre che sono lontanamente parenti, Troilo scopre a sua volta che Cressida ha dimenticato il giuramento e flirta con Diomede. La battaglia ormai infuria: Ettore uccide Patroclo, l'amante di Achille, che a sua volta uccide Ettore. E come finisce? Già, come finisce una guerra? Come può finire una guerra? Gelidamente, e davvero modernamente, Shakespeare lascia un finale aperto sul caos di una guerra in corso, di un amore disilluso, di mezzani e traditori che strisciano nell'ombra: un finale aperto su una Storia che ci ha mostrato come nessuna guerra possa davvero finire.
Troilo e Cressida affronta con graffiante ironia e amaro disincanto le tematiche della guerra e dell’amore, spesso intrecciate nell’opera shakesperiana. Ma se nell’Amleto l’amore è solo un prolungamento del marcio nascosto tra le pieghe del potere, nel Troilo e Cressida esso non è altro che una merce di scambio per disegni politici, questioni ideologiche, o per semplici capricci.
Lo scenario è quello della guerra di Troia, un conflitto che grotteschi e ridicoli ‘eroi’ conducono come puro esercizio di stile e che, a sette anni dal suo inizio, è fatta solo di scaramucce e piccole invidie quotidiane.
La stessa rivalità tra Greci e Troiani, gli uni sbruffoni e vanesi, gli altri pieni di sussiego, appare come un odio di facciata, finché la gelosia e la disperazione dell’amore tradito non giungono a sferzare il protagonista Troilo. I due eserciti sono infatti accomunati dalla dissolutezza, dalla stupidità e dal menefreghismo che dilagano. Così la guerra non è che un asettico meccanismo di contrattazione e scambio, una pura questione di burocrazia e freddo calcolo: e non è difficile trovare i richiami alle grandi riunioni dei capi di oggi, che si spartiscono il potere in giacca, cravatta e valigetta 24 ore.
Da questo ‘gioco’ non viene risparmiato l’amore: i grandi capi dei due eserciti non ci pensano due volte a separare i due amanti troiani che danno il titolo all’opera, Troilo e Cressida, vendendo la ragazza all’esercito Greco, per saldare un debito di prigionieri. Troilo, fedele e innamorato, ligio alle regole, soccombe lacerandosi di dolore, mentre Cressida, trovatasi ad essere oggetto delle voglie e delle ironie dei nemici, sfrutta la situazione usando il potere insito nella sua condizione di donna.
‘Guerra e libidine, solo questo è sempre di moda’: così commenta Tersite, il fool del dramma, che guarda agli eventi e li racconta attraverso il suo occhio disincantato, spesso con una volgarità e violenza inusuale per lo stesso Shakespeare. Una grande, profonda riflessione sull’amore e sul suo prezzo, ma anche una storia che colpisce per i suoi molteplici, talvolta agghiaccianti riferimenti alla realtà politica e sociale di oggi. TRAMA
La tragedia è ambientata nel corso della guerra di Troia ed ha in pratica due intrecci distinti. In uno Troilo, un principe troiano, corteggia Cressida, fa l'amore con lei e le giura eterno amore poco prima che sia mandata dai Greci in cambio di un prigioniero di guerra. Quando tenta di andarla a trovare nell'accampamento greco, la sorprende in intimità con Diomede e decide che è solo una prostituta.
Nonostante questo intreccio sia quello che dà il titolo all'opera, in realtà si risolve in poche scene: la maggior parte della tragedia ruota attorno ad un piano ordito da Nestore ed Odisseo per spingere l'orgoglioso Achille a scendere nuovamente in battaglia tra le file greche.
L'opera si chiude con una serie di scontri tra i due schieramenti e la morte dell'eroe troiano Ettore.
Le fortune dell'opera
Il suo carattere abbastanza sconcertante e confuso ha fatto sì che raramente Troilo e Cressida sia stata popolare sulle scene e non si ricordano allestimenti né durante il corso della vita di Shakespeare né nel periodo che va dal 1734 al 1898. All'epoca della Restaurazione inglese fu duramente condannata da John Dryden, che la definì "un cumulo di spazzatura" e decise di riscriverla. Fu anche malvista in epoca Vittoriana per i suoi espliciti riferimenti di natura sessuale. Non venne mai rappresentata nella sua forma originale fino all'inizio del XX secolo ma, a partire da allora, la sua fama è andata costantemente crescendo grazie alla cinica descrizione che fornisce dell'immoralità e della disillusione dell'uomo. Tutto questo specialmente dopo la prima guerra mondiale. La sua popolarità raggiunse un picco negli anni'60 quando il pubblico malcontento per la guerra del Vietnam aumentò in maniera esponenziale. La sua ambientazione generale durante un lungo periodo di guerra, il cinico infrangere i giuramenti dei personaggi e e la mancanza di moralità di Cressida e dei Greci colpirono molto il pubblico, favorendo la frequente messa in scena dell'opera, che evidenziava l'abisso che separa gli ideali dallo squallore della realtà.Fonte: http://www.shakespeareweb.it/teatro/1601_t..._e_cressida.htmTra parentesi è un sito bellissimo e molto ben fatto.
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