Il Calderone di Severus

N. 1 - A tavola con Severus 2a Edizione del Gioco

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view post Posted on 24/3/2007, 22:53
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I ♥ Severus


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CITAZIONE (Astry @ 24/3/2007, 20:19)
Ehm, ehm, è la prima volta che qualcuno mi dedica un Requiem :blink:
Comunque, sarò stramba, ma ne sono felice :P .

Sto ancora ridendo adesso! :P :D :lol:

CITAZIONE (Nykyo @ 24/3/2007, 20:36)
Astry, prima la Banshee e poi il Requiem... ehehe che amiche terribili che ti ritrovi... perdonaci ;) :D

Da urlo!!!

Astry, ti conviene avere nemici! :P
 
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Astry
view post Posted on 25/3/2007, 13:36




CITAZIONE (Ida59 @ 24/3/2007, 23:53)
CITAZIONE (Astry @ 24/3/2007, 20:19)
Ehm, ehm, è la prima volta che qualcuno mi dedica un Requiem :blink:
Comunque, sarò stramba, ma ne sono felice :P .

Sto ancora ridendo adesso! :P :D :lol:

CITAZIONE (Nykyo @ 24/3/2007, 20:36)
Astry, prima la Banshee e poi il Requiem... ehehe che amiche terribili che ti ritrovi... perdonaci ;) :D

Da urlo!!!

Astry, ti conviene avere nemici! :P

Senza contare che ho il cero Pasquale da decorare accanto al pc, avete presente la grossa candela che si mette a fianco alle bare?
Ecco, mi sa che devo munirmi di cornetti scaccia-iella.
Sto toccando ferro.
 
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Earendil
view post Posted on 27/3/2007, 11:39




Autore: Earendil

Titolo: Inedia per me stesso

Rating: G

Scritta: poco fa

Genere: One-shot

Collocazione: Spuntino di mezzanotte

Riassunto: uno sfogo tra dolore e necessità...

Il sole tramonta al di là dell’orizzonte ed il mio cuore con lui.
Scende lento in abissi da cui ero faticosamente risalito, e in cui ancora di nuovo mi getto dai facili castelli di equilibrio che mi ero voluto costruire.
Vacua, la bacchetta mi fissa da terra, domandandomi il perché di tanto male, e forse in fondo me lo sto chiedendo anch’io.
Solo… non trovo risposta se non nella mia fedeltà.

<<uccidimi, ti prego>>, dici prima di volare, Albus, e le parole graffiano le pareti dell’anima.
Lo guardo, e lo scaglio giù, così come gli ho promesso.
Già, promesse, frasi che suggellano destini, e dispensano dolore come se fosse bello vedersi morire ogni giorno poco a poco.
Ormai non ha più senso la mia anima, e nonostante fossi cosciente di quello che dovevo fare sulla Torre, non ho più forza questa notte da riservare a me stesso dopo quello che ho fatto e ad ipotetiche scuse, che so il mio cuore abbandonerebbe lungo la mia strada insanguinata.
Ripenso incessantemente a quello che è accaduto a scuola solo un paio d’ore fa, e già mi sembra lontanissimo.
Un soffio gelido del mio passato, un’altra lacrima che lentamente va a spegnere il fuoco nero nei miei occhi!
Tutto questo è ciò che resta di sbagliati ideali di gioventù.
Tutto questo mi resta delle tue dolci promesse, Oscuro, e adesso che ti ho davanti, realizzo ancor di più d’aver fatto il mio dovere e di non aver mai cessato di tradirti, solo per Albus.
Capisco che a volte la coerenza ha un prezzo assai più caro del tradimento stesso.
Tu non hai più un’anima: l’hai perduta inesorabilmente lungo la via all’immortalità.
Io l’ho smarrita tempo addietro, misero mortale che ora cerca riscatto nel silenzio e nella solitudine di cui voglio circondarmi ora più che mai.
La mia fedeltà non è mai andata a te, Signore Nero, se non in principio, quando ero un giovane cieco.
D’un tratto gli occhi scintillanti di un mago buono, l'unico che tu abbia mai temuto, mi hanno fatto comprendere la mia verità, chi io fossi realmente, e la lealtà è andata a lui, potente Bianco a stagliarsi contro le tue tenebre.
Ho distrutto lui, la luce che mi guidava, solo in nome di una guerra che deve proseguire, al di là delle vittime che miete.
Mentre la notte si affaccia sul mio mondo sempre più vuoto, ho freddo. E la mia anima urla disperata e bisognosa di coraggio.
So che devo andare avanti, come ti ho promesso, Albus, e niente mi fermerà.
Ti ho ucciso perchè lo volevi, in nome dell'Ordine e della salvezza di Draco.
Non sei morto per te, ma per tutti noi.
Ora comincino le danze.

Ondeggiamo in questo cerchio, mangiando la morte, mangiando le nostre vite, dannate e asservite alla causa dei folli. O almeno le vostre vite. Io mi sono ravveduto grazie al Bianco, ma il fio delle mie colpe non sarà mai interamente pagato. Troppe sangue da me versato.
Ondeggiamo intorno a te, Oscuro, il sole del destino di questi fanatici, nella notte più tremenda. E del mio.
Perché, voglio o non voglio, il mio futuro dipende unicamente dalla tua caduta.
Tra tutti il tuo sguardo è fisso su di me, illuminato da un orgoglio che accresce ancora il mio disprezzo per la persona che sono, e persevera nella falsità fingendosi un servo quale non sono mai stato di nessuno.
Sì, l'ho ucciso, ma non per te, ma per lui, e lui è morto per gli altri.
Fingevo - che attore superbo - d'obbedire a un tuo ordine scagliandolo nel vuoto.
E invece il suo destino se l'era segnato da solo, il Bianco, e aveva incaricato me d'impersonare la sua ultima ora.
E ancora una volta ti ho ingannato.
Ti avvicini, sembri quasi sfiorare la terra di noi miseri esseri umani. Mi consegni un pugnale d’argento, puro e immacolato.
Pronto ad essere screziato di nuovo e a costellarmi la vita di nuove morti. Il pegno per un figliol prodigo che torna dal padre dopo tanto tempo.
Mi accogli di nuovo tra i tuoi adepti, ma non sai che sono solo una spia.
Mormoro un fievole ringraziamento, e riprendo a salmodiare il tuo nome. A te non importano esseri lucidi e intelligenti che realizzino servizievoli i tuoi capricci, ma fredde macchine di morte, prive di volontà.
E cosa sono io, se non il vuoto che si aggira sulla terra, sbiadendo nel nulla di un’esistenza che ho perduto tempo fa, e ho perso ancora uccidendo contro il mio volere? Non forse tradito innanzitutto me stesso?
Cosa sono, se non la fredda luce della luna che si riflette in mari dannati e deserti maledetti?
Sono un uomo spento, e nulla più, dalle mie mani morte senza confini per chi si frappone fra noi e la vittoria finale.
Morte senza fine, in un mondo più buio e senza ragione nella violenza, di cui io mio malgrado recito benissimo la parte.
Morte per il Bianco, a cui è andata fino all'estremo istante la mia lealtà: non potevo fare altrimenti, ma me ne dolgo all'infinito.
Ed ora ciò che bramo è solo il sonno. Sono un uomo e nulla più, ma i bisogni restano.
E magari, quando questa farsa sarà conclusa, mi ritirerò in qualche tana come un topo solitario e mangerò prima di dissolvermi in sogni tormentati.

Ho freddo, e fame.
Mi sembra un secolo che ho assaporato del cibo.
Forse sto semplicemente diventando sempre meno umano, e mi allontano dalle più basilari necessità fisiche. O forse voglio illudermi che non mi risveglierò, e che sono libero di scegliere: scegliere di lasciarmi andare, uscire di scena in punta di piedi senza che nessuno pianga sulla mia tomba, se mai ne avrò una.
Una volta che avrò lasciato questo cerchio di sangue che ti celebra, potrò trovare un pò di requie, mangiare e poi finalmente dormire.
Forse non merito nemmeno di nutrirmi di quelle poche vivande che qualche buon mangiamorte mi ha procurato e sistemato nel nascondiglio destinatomi da te, Oscuro.
Forse dovre lasciarmi morire di fame, non toccare mai più cibo e acqua, fonte di vita per gli esseri umani.
Ma io non sono più un essere umano.
Forse lasciarmi morire di fame sarebbe la pena più giusta.
Inedia... sì.
Ti ho sempre obbedito, Albus: non ti seccherai se per una volta assecondo un mio desiderio.
Perchè continuare a vivere?
Perchè fingere di essere ancora un uomo?
Nè cibo, nè acqua, solo morte.
Mi piacerebbe, ma non posso: una promessa mi vincola.
Non ti ho ucciso per nulla, ma perchè così mi hai ordinato, Bianco.
E se muio, il mio gesto sarebbe vano e graverei la mia anima dell'ulteriore peso di aver tradito anche te, alla fine.

Non posso farlo.
Continuerò a vivere.
Così sia, degna conclusione della tua preghiera che ho esaudito controvoglia sulla Torre, prima di ucciderti, Bianco, e prima di raggiungere te, Oscuro, e voi odiati automi di distruzione.
Non ti avrò ucciso per nulla, almeno, Albus.

E dunque, ancora non è finita, e dovrò aspettare prima di lasciarmi ai sogni e alla notte.
Non posso morire.
Allora vivrò anche domani portando a termine il mio compito e aiutare il prescelto dal destino a distruggerti.
E ancora soffrirò.

Edited by Ida59 - 7/7/2015, 12:07
 
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Nykyo
view post Posted on 27/3/2007, 11:48




Peppe è bellissima :wub: :wub:
 
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Earendil
view post Posted on 27/3/2007, 12:16




Ma sei flash gordon travestito da Nykyo tu? :woot:
Grazie gioia, ne sono contento! :wub:
 
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Astry
view post Posted on 27/3/2007, 13:56




Complimenti, Earendil, riesci a trasformare tutto ciò che scrivi in magica poesia, bravissimo e benvenuto al nostro banchetto con Severus, anche se lo lasci morire di fame, porello, fra te e Niky, non gli è andata molto bene, credo che Piton denuncerà il cuoco.
 
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view post Posted on 27/3/2007, 14:23
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I ♥ Severus


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Assolutamente splendida Earendil, ancora una volta più una lirica che una prosa.
Mi hai messo i brividi e mi hai letteralmente deliziata.
Severus, povero adorato amore mio! :lovelove:
Ora me la stampo e me la leggo, godendomela con la dovuta calma. (Aggiunto dopo: no, me la stampo dopo che l'hai sistermata)

Per la tipologia di storia, così lirica, fossi in te io andrei a capo un po' più spesso, per meglio sottolineare anche la musicalità, nonchè i concetti, pesanti come macigni!

Rileggila, però, perchè credo che tu ti sia mangiato qualche parola (o dei pezzi) qua e là.

La storia è una one-shot perchè supera le 500 parole.

Mi sono consultata con Niky e riteniamo che, mentre il titolo ha la piena pertinenza al tema (rapporto di Severus con il cibo), lo svolgimento della storia si allontana un po' troppo da quello che dovrebbe essere il punto focale.
Non che lui debba per forza mangiare (io, in 5 storie che ho scritto, più la 6a che sto scrivendo, gli ho giusto fatto bere un poco di te e sfiorare appena del vino con le labbra; Niky gli ha fatto mordere terra e erba; certo che con noi tre quel povero mago rimarrà magro per sempre!), però dovresti meglio esplicitare e motivare il suo "rifiuto" del cibo: bastano solo poche parole, un paio di frasette giusto per essere in regola con i requisiti del gioco.

Inoltre, una volta integratala come ti ho suggerito, puoi inserire la storia anche nella Sfida dello Spuntino di Mezzanotte, visto che contiene anche il Cerchio dei Mangiamorte.
 
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Earendil
view post Posted on 27/3/2007, 16:30




Modificata e ho aggiunto un pò di cose per meglio chiarire.
Mi scuso con chi ha letto e prego di rileggere questa versione migliorata!
Grazie dei suggerimenti, Ida, l'avevo scritta di getto, quindi non molto perfezionata.
Ora dovrebbe andare, fammi sapere, capa! :woot:

Grazie a Nykyo e Astry per il commento repentino! :wub:
 
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Nykyo
view post Posted on 27/3/2007, 16:42




Earendil, per conto mio ora va benissimo.

La mia frasetta preferita? "e lui e porto per gli altri". L'idea che Silente è ancora vivo, incarnato in Severus, nelle idee e nella lealtà (e lo stesso vale per Harry e per chiunque abbia creduto in Albus) è molto bella e qui è espressa a meraviglia.

Ah, scordavo... le tue "origini" tolkeniane sono sempre evidentissime (e a me questo piace)... sempre detto io che Silente è un pò Gandalf ;)

Edited by Nykyo - 27/3/2007, 20:23
 
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Ale-Chan
view post Posted on 27/3/2007, 18:30




Bella Earendil (che va da intendere come "ho letto la ff, è bella, Earendil!" non come "bella Earendil! Come ti butta?" puntualizzo), molto sentita...e discretamente affamante.
Sembra che il binomio Severus-Pasto spartano vada per la maggiore, pazienza, ma un pantagruelico banchetto non sarebbe male, a mio avviso, ma forse non si sposa con il personaggio e si rischierebbe di fare un Severus bulimico.
Meglio di no.
L'accostamento tra Albussino e Gandalf non l'ho mai fatto, non mi viene spontaneo e vedendo i recenti "sviluppi" di trama l'accostamento tra Albussino e Obi-Wan viene più naturale.
Ma questa è una mia tara mentale! E se continiuamo il gioco delle libere associazioni allora Sirius è Qui-Gon Jinn, Qui-Gon Jinn è immortale e allora anche Sirius lo è! ALE'-OH-OH! ALE'-OH-OH! E per festeggiare invito Severus a cena!

[...]Scritta: poco fa[...] Grandioso! Mi ricorda un pezzo de "Le ceneri di Angela":
perdonatemi padre poiché ho peccato, mi sono confessato due minuti fa (il protagonista)
ma sei il ragazzino che è appena andato via??? (il prete).

Per il resto, come si sazia la fame dell'anima? Severus dice di non averne più una ma il vuoto che sente dentro è la fame dell'anima dunque, in qualche cantuccio, lei c'è ancora.
Viva e pulsante.
Ma il quesito resta, come si sazia la fame dell'anima?
 
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Earendil
view post Posted on 27/3/2007, 18:52




Con quello in che ti appaga, se qualcosa colpisce dentro davvero... ma credo che Severus sia ben lontano, qui dal trovare un modo per colmare i suoi abissi!
Grazie a te e a chi ha commentato questa mia prova con Sev per protagonista. Erano secoli che non scrivevo una ff, anche se breve e come mio solito one-shot. Ci volevano Ida e Nykyo per questo! :wub:
 
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Nykyo
view post Posted on 27/3/2007, 19:24




CITAZIONE (Earendil @ 27/3/2007, 19:52)
Erano secoli che non scrivevo una ff, anche se breve e come mio solito one-shot. Ci volevano Ida e Nykyo per questo! :wub:

Ehehe, vedi che è vero allora: da Magie Sinister tutto e possibile! ;) :)
 
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Sage.
view post Posted on 28/3/2007, 08:47




Tipologia: One-shot
Personaggi: Severus Piton
Capitolo 6: Relax del dopo cena



FANTASIA AL CIOCCOLATO

Di Sage



L’ora di cena era passata da qualche minuto e il professor Severus Piton raggiunse le sue stanze di pessimo umore, disgustato dal malsano chiacchiericcio di quegli orridi alunni che si ingozzavano come rosei maialini da spiedo nella Sala Grande.
La cena serale era stata più ricca del solito di intingoli vari, prosciutti arrosto, patate al burro, aringhe affumicate, piselli stufati e tutta una nauseante carrellata di dolcetti grassi e gelatinosi della stessa consistenza di un mattone.
Proprio non gli riusciva di mandare giù neanche un boccone davanti a quelle facciotte beote che lo fissavano continuamente con occhi sbarrati come se potesse sbranarli da un momento all’altro!
In fondo le voci che lo dipingevano come un orco assetato di sangue erano – in parte – esagerate! Possibile che quei ragazzetti non avessero niente di meglio da fare che inventare storie sul suo conto?!
Tutta colpa di quella peste bubbonica di Potter, ne era certo!
Il professore chiuse la porta dietro di sé, sospirando, augurandosi ancora una volta di riuscire a sopravvivere agli anni che gli restavano in compagnia del terribile allievo.
Voleva solo concedersi uno dei suoi spuntini serali (combinati a casaccio con quello che aveva nella sua modesta dispensa), perfezionare il distillato su cui stava lavorando e prendere una pozione contro l’incipiente mal di testa, magari accompagnata da un bicchiere di vino, prima di sperare in un sonno senza sogni.
Subito i suoi occhi attenti captarono un particolare che non faceva parte del suo abituale mobilio.
Il vassoio d’argento faceva bella mostra di sé sulla scrivania di mogano e sopra di esso una coppa rosso scuro.
“Un regalo di Albus.” Pensò il professore, inacidito, seccato una volta di troppo per quella benevola invadenza.
“Mi auguro che questa volta si sia risparmiato il salmone affumicato. Sono secoli che mi conosce e ancora insiste a non capire che il salmone mi da la nausea!” disse a se stesso, stizzito.
Ma questa volta si sbagliava.
Anche a distanza, il naso dell’uomo, allenato a captare ogni minima variazione d’odore in campo di pozioni, avvertì il familiare effluvio di cioccolato.
Avanzò circospetto, come se si preparasse ad affrontare chissà quale nemico, come se Lord Voldemort in persona potesse fare capolino, emergendo dalle spire del dolce.
Ma quello se ne stava li, beato e inoffensivo, una morbida e profumata distesa che accese all’istante i sensi dell’uomo.
Roso dalla curiosità, suo malgrado, fece scivolare un dito magro lungo la superficie compatta e lievemente spugnosa del budino.
Un residuo velato rimase attaccato al polpastrello e senza riflettere l’accostò alle labbra socchiuse.
Un attimo solo e poi l’allontanò, infastidito.
L’aroma caldo gli si sciolse in bocca, esplodendo in voluttuose ondate di effimero piacere.
Sospirò, rassegnato, e afferrato il cucchiaio si servì di generose dosi del dolce morbido e goloso, che spariva tra le labbra avide, solitamente contratte in una smorfia sprezzante.
Quel terribile vecchiaccio ne sapeva una più del diavolo, considerò Severus, soffocando un principio di risata isterica e ripulendo la bocca macchiata di cioccolato con un fazzoletto, cercando di dimenticare l’attimo di cedimento.
Non era un mistero che persino l’Oscuro Signore temesse Silente!
Il professore ebbe la fulminea visione del Preside che offriva a Lord Voldemort un vassoio di frizzanti bonbon al limone, conversando amabilmente.
( “Prendili pure, Tom, caro ragazzo. Sono i tuoi preferiti!” )
Sospirò, cercando di ricacciare quel terrificante pensiero.
Aveva proprio bisogno di un bicchiere di brandy!
Si sedette sulla poltrona malandata, davanti al camino, versandosi una dose generosa di liquore.
Il liquido sgorgò bruciante e ambrato, come sangue da una ferita appena incisa.
Severus lo sorseggiò lentamente, lasciando che la scia di umido calore gli scivolasse lungo la gola.
Socchiuse gli occhi, abbandonando la testa contro lo schienale della poltrona, al ricordo di quell' appagata completezza…ricordo di piaceri troppo a lungo negati e mai sopiti.

Edited by Ida59 - 7/7/2015, 12:08
 
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view post Posted on 28/3/2007, 09:48
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I ♥ Severus


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Sage, ma che bellaaaaa!|
All'inizio ho pensato che anche tu lo tenessi a digiuno... invece gli hai magnanimamente elargito (tramite Silente) cioccolato e brandy che sono, direi, un'ottima accoppiata.

Perfetta storia per la nostra raccolta.

Edited by Ida59 - 7/7/2015, 12:08
 
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view post Posted on 28/3/2007, 10:20
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I ♥ Severus


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Ho riletto la storia, Earendil, e direi che adesso va bene per la raccolta.

Mi è piaciuta veramente molto e appena riesco ti metto giù i commenti.
Dopo questo delizioso "spuntino", ora devi però continuare a scrivere sul nostro adorato Severus!
Promesso?

Nella tua storia ci sono però dei punti dove mi pare ci siano ancora degli errori, oppure sono io che ho capito male.
Li trascrivo qui.

Si, l'ho ucciso, ma non per te, ma per lui, e lui e porto per gli altri.
Il "sì" affermativo richiede l'accento.
"e lui e porto per gli altri" ----> ???
Forse è "e lui è morto per gli altri" ?

A te non importano esseri luci (???) e intelligenti che realizzino servizievoli i tuoi capricci

Forse era "A te non importano esseri lucidi e intelligenti che realizzino servizievoli i tuoi capricci" ?

E cosa sono io, se non un vuoto che si aggira sulla terra
Dopo "vuoto" non manca un sostantivo? Tipo involucro/contenitore?

Edited by Ida59 - 7/7/2015, 12:08
 
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