Il Calderone di Severus

N. 1 - A tavola con Severus 2a Edizione del Gioco

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Astry
view post Posted on 18/1/2007, 20:00




Oddio! Sì, sì Stefi, confermo: sei più pazza che mai.
Bella, ehm ehm, poi mi vado a confessare, ma devo ammettere che mi hai fatto morire dal ridere image. Giuda, ops, scusa, Piton che intinge la salsa nel piatto di Voldemort è vero un colpo di genio. image

Astry
 
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Rowizyx
view post Posted on 18/1/2007, 20:37




Premettendo che non mi sarei mai aspettata di partecipare (cosa non si fa per rimandare di studiare grammatica latina), potrebbe andare bene per il sesto capitolo, forse meglio per il settimo.
Monologo di Severus, un addio doloroso.

In alto il calice


Salgo lentamente le scale, lasciando che il freddo s’impossessi delle mie stanche membra. Le ferite richiedono attenzioni che non ho alcuna voglia di prestare loro.
Un sorso di buon vino allevierà il mio spirito, ben più bisognoso.
Ho attinto alla migliore riserva dei Prince per questa occasione, perché tu non mi giudichi avaro.
Il dolce nettare che ancora riposa nascosto nelle cantine è tutto ciò che questo palazzo in rovina può ancora offrire.
Ho deciso di brindare alla tua memoria proprio tra le fastose poltroncine tarmate e i mobili consunti, tra mille e una ragnatele e decenni di polvere che avvolgono un regno dimenticato dal tempo e dalla stessa vita.
Da troppo tempo manco da casa ormai, nascondiglio perfetto per un assassino in fuga; tuttavia troppi ricordi si accaniscono contro di me in queste stanze, il mio non sarà un lungo soggiorno.
Un bicchiere sbreccato sembra invitarmi ad usarlo con la sua lunga ombra, figlia delle candele ormai quasi esaurite che ho acceso per non camminare alla cieca.
La bacchetta è sul tavolo, gettata senza cura, e lì resterà: strumento di distruzione, mai più mi servirò di te!
Nessun rumore dal piano di sopra: là un ragazzino riposa in quella che era la mia stanza, vent’anni fa, furibondo per quello che ho fatto. Non è il solo e vorrei solo che se ne rendesse conto.
Questo è un onore che avrei volentieri evitato, anche a costo della mia stessa vita.
Domani lo riporterò a sua madre, che mi stringerà in un abbraccio carico di gratitudine cosicché io possa detestarmi ancora di più.
Ripenso a questa notte, a tutto quello che porterà, ma allontano subito i miei fantasmi: non è il tempo delle lacrime questo e tu lo sai meglio di me.
Verrà, come sempre, ma non ora.
Solo rabbia e risentimento mi fanno compagnia nell’attesa di una nuova alba odorosa di morte, della tua morte.
Stappo la bottiglia che ho scelto nei sotterranei, senza alcuna fretta o energia.
Il vino scende gorgogliante dal collo sottile di vetro scuro, rosso e torbido come il sangue, forte e corposo quanto basta.
Lo porto lentamente alle labbra, per assaggiarlo e bagnarmi la bocca secca prima di levarlo in alto.
Le dita tremano contro il freddo cristallo, senza controllo, mentre la mia voce crolla inesorabile nel silenzio, roca e lontana.
Stringo dolorosamente i denti per non singhiozzare come un bambino. Il dolore è più forte di quanto avevo immaginato. Una ferita che non si rimarginerà mai.
È un saluto affettato ed incolore il mio, proprio come me, ma so che ti sarà più caro di tante vuote parole.
Addio, Albus, amico mio.

Edited by Ida59 - 7/7/2015, 12:02
 
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view post Posted on 18/1/2007, 23:17
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Stupenda... commovente... da nodo alla gola (che è riservato solo a ciò che mi sa toccare nel profondo).

Bravissima Rowi, veramente brava.

Se anche Niky è d'accordo, per me va bene inserirla nel capitolo 7.

Sono veramente molto soddisfatta dell'andamento di questo primo gioco.

Parlo, parlo... ma intanto tiro su col naso (... e non ho il raffreddore).
Povero amore mio... che notte terribile... e l'indomani sarà anche peggio... :lovelove:
 
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view post Posted on 18/1/2007, 23:34
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Per fare il punto della situazione, ecco i pezzi scritti fino ad ora. (aggiornamento 31/1/07)

COLAZIONE
Colazione in Sala Grande di Ida59

SPUNTINO
(Astry ancora da sistemare)

PRANZO
Materne preoccupazioni di Ida59

MERENDA
La pausa del tè di Boll11

CENA
Richiamo paterno di Ida59
La punizione di Nykyo

RELAX DOPO CENA
Riflessi di sangue di Ida59
Brindisi per un amico di Ida59

SPUNTINO DI MEZZANOTTE
Non voglio il tuo aiuto di Astry (Sfida)
Il brindisi di Stefi (Sfida)
L'ultima cena? di OcchioMalocchio (Sfida)
In alto il calice di Rowixyz
Il Cenacolo di Stefi (Sfida)
Erba di Nykyo (Sfida)

Edited by Ida59 - 7/7/2015, 12:03
 
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view post Posted on 18/1/2007, 23:50
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CITAZIONE (occhioMalocchio @ 18/1/2007, 19:43)
In effetti il titolo svela subito il finale, ne avevo pensato anche un'altro che forse poteva andare: " L'ULTIMA CENA ? "
Ma non volevo creare paragoni fuori luogo... :unsure:

:D Effettivamente "L'ultima cena" è un titolo molto imponente ma, in fondo, è anche adatto a sviare il lettore e far credere a tutto un altro finale, mentre "Condannato a vivere" brucia un po' la conclusione della storia.

Prova a pensarci ancora un attimo, intanto vediamo se ci sono suggerimenti.

 
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view post Posted on 20/1/2007, 00:06
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Flash-fic abbondante (541 parole: Niky vorrebbe che provassi a scrivere una Drabble, ma non riesco a star dentro neppure nei limiti di una Flash-fic!!!)

Capitolo 6 - Relax dopo cena (bè, forse Piton non lo trova proprio rilassante!)

Personaggi: Piton, Piton, Piton e i suoi deprimenti pensieri.

Genere: Drammatico, Introspettivo.

Ammetto, forse sono ancora un pochino depressa ma, in fondo, nel finale c'è speranza.

Commento di Reoplano: come darsi delle martellate sulle palle ed essere felice quando sbagli mira!


Riflessi di sangue
di Ida59




Sono qui, ancora una volta solo, nel mio freddo e oscuro sotterraneo: il camino è spento, come sempre, a negarmi anche il miserevole conforto di quel calore e quella luce che non sento di meritare, ma cui anelo incessantemente, dopo averli irrimediabilmente perduti quando ho compiuto quella folle scelta, tanti anni fa, accecato dall’ingenua ricerca di una conoscenza che poteva regalarmi un immenso potere, troppo sporco di sangue perché potessi veramente stringerlo nelle mie mani, e farne uso.
Eppure, in questa sera così triste e umida, non voglio negarmi il momentaneo sollievo di una buona coppa di pregiato vino rosso.
Annego il mio nero sguardo nei riflessi di sangue del sottile cristallo ed immagini mai dimenticate si fanno lentamente strada nel rosso intenso di questo profumato liquido. Tormentosi ricordi mi assalgono: da quindici anni non mi danno tregua e, notte dopo notte, strappano gemiti disperati dalle mie labbra serrate, sempre più martoriate da denti aguzzi e crudeli.
L’antico libro rimane abbandonato a lungo sulle mie gambe immobili: i vecchi caratteri neri sembrano contorcersi come serpenti deliranti, rincorrendosi senza posa sulla pergamena sottile. La mia pallida mano è abbandonata quasi senza vita tra loro, incapace di respingere le immagini sfocate che la mia memoria crea sulle fragili pagine: le grida delle mie vittime, acute e stridenti come allora, mi trapassano il cervello, mi seccano la gola, mi tolgono il fiato, mi condannano senza speranza, ogni notte più della precedente.
Serro gli occhi di colpo e traggo un lungo sospiro, cercando di sfuggire a questa mia straziante realtà che mai mi abbandona: un nuovo sorso del sanguigno liquido scorre nella mia gola, caldo, cercando di ricacciare indietro il dolore, nel fondo di un cuore che ormai sa solo soffrire, dopo aver fatto solo soffrire.
Stringo delicatamente il libro tra le mani: quasi con amore accarezzo con dita lievi le fragili pagine, cercando di cancellare il mio passato, rinnegandolo con tutto il mio essere, tentando di costruire un nuovo futuro cui sono completamente disposto ad immolare la mia inutile vita.
Eppure, quelle immagini non svaniscono, sono indelebilmente scolpite nei miei ricordi, pagine di pietra che inabissano il mio cuore in un lago di sangue.
Il rosso liquido oscilla ancora pericolosamente nel pregiato cristallo, acre sangue nei miei pensieri e aromatico vino nelle mie mani.
L’ultimo sorso, inutile per dimenticare chi sono, vano tentativo di un uomo che non può rinnegare se stesso se non combattendo ogni giorno contro l’oscurità.
Chiudo il libro, ripongo il bicchiere e mi alzo avvicinandomi al letto: una nuova notte di incubi mi attende, ma domattina sarò di nuovo pronto a combattere, per sradicare le tenebre dal nostro mondo, quelle tenebre che anche io ho contribuito a costruire e che ora soffocano la mia anima, ma non la mia volontà.
Un giorno lacererò quel velo di tenebra che mi tiene prigioniero, strapperò questo marchio maledetto dalla mia carne e sarò libero, infine, di pagare fino in fondo le mie colpe inginocchiandomi ai piedi delle mie vittime, implorando un perdono che non merito.
E dai miei occhi sgorgheranno ardenti lacrime di sangue, in cambio di quello innocente che ho ignobilmente versato, ad aprire la via ad un’anima lacerata e distrutta, eppure ancora tenacemente viva, che, finalmente, tornerà a vedere la luce.


Edited by Ida59 - 7/7/2015, 12:03
 
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=Ranze=
view post Posted on 20/1/2007, 21:04




Vorrei scrivere una storia per la cena ed ho un'idea, ma con gli esami non ce la faccio entro in 31/03... non potreste prorogare un po'? Altrimenti non ci arrivo...
 
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view post Posted on 20/1/2007, 22:15
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Ok, se verso il 31/3 sarai sempre dell'idea di scriverla e non ce l'avrai fatta, vedremo di prorogare la scadenza, Ranze.
 
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=Ranze=
view post Posted on 20/1/2007, 22:16




Ok, tanto son sempre qui :P
Ti fo sapere!
 
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occhioMalocchio
view post Posted on 20/1/2007, 23:02




CITAZIONE (Ida59 @ 18/1/2007, 23:50)
CITAZIONE (occhioMalocchio @ 18/1/2007, 19:43)
In effetti il titolo svela subito il finale, ne avevo pensato anche un'altro che forse poteva andare: " L'ULTIMA CENA ? "
Ma non volevo creare paragoni fuori luogo... :unsure:

:D Effettivamente "L'ultima cena" è un titolo molto imponente ma, in fondo, è anche adatto a sviare il lettore e far credere a tutto un altro finale, mentre "Condannato a vivere" brucia un po' la conclusione della storia.

Prova a pensarci ancora un attimo, intanto vediamo se ci sono suggerimenti.

Il titolo sarebbe "l'ultima cena?", ( col punto di domanda ) e credo proprio che userò quello.
Ho appena letto la tua ff intitolata "Condannato a vivere" e non vorrei che qualcuno confondesse il mio, insulso, componimento con il tuo capolavoro... ;) ;) :lol:

Ora lo correggo e poi magari lo posto anche nell'altra sezione. ( Speriamo solo che il Papa non se la prenda e mi mandi una scomunica...visto che ha già bollato i libri di HP <_< <_< )

 
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Astry
view post Posted on 21/1/2007, 13:40




Non temere di essere scomunicato, c'è gia Stefi prima di te col suo "cenacolo", se mai arriverà una scomunica se la becca prima lei :lol: , a te al massimo ti può cogliere di striscio.
Ma in fondo, visto che siamo appassionati di Harry Potter siamo un po' tutti delle pecorelle smarrite, no?

Astry
 
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starliam
view post Posted on 21/1/2007, 14:10




Io ero pecorella smarrita anche prima di Harry Potter :D
Comunque, a parte gli scherzi, le vostre storie mi piacciono tutte moltissimo. E' bella quest'idea del gioco creativo. Io intendo partecipare, ma non ho ancora la minima idea di quale parte occuparmi.
Il titolo "L'ultima cena" mi piace molto, penso possa essere adatto
 
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view post Posted on 21/1/2007, 14:58
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Vai tranquilla, Stella, hai oltre due mesi di tempo per trovare una bella idea.

Io ancora non ho neppure cominciato a pensare alla sfida dello "Spuntino di mezzanotte", e sì che sono stata io a lanciarla!
 
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view post Posted on 25/1/2007, 23:04
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One-shot
Personaggi: Piton e Silente
Capitolo 6: Relax dopo cena
Genere: introspettivo, drammatico


Brindisi per un amico
di Ida59




Una figura alta e magra avanza con decisone nei sotterranei: le fiamme nei bracieri si alzano per un momento, sprigionando nuovi e scintillanti bagliori, quasi ad annunciare il suo passaggio e ad illuminargli meglio la via; poi tornano a languire tranquille alle sue spalle, in un rispettoso inchino, sottomesse al comando della sua lunga mano sottile, ormai irrimediabilmente bruciata da oscure fiamme ben più letali.
Ora è davanti alla pesante porta di quercia decorata da scuri serpenti bronzei, sfumature di luce che sembrano fluttuare nell’oscurità. Leva la mano per bussare ma il massiccio uscio si apre da solo e l’ombra della stanza lo avvolge, inghiottendo anche i serpenti, immobili ora, solo buio nel buio.
Il vecchio Preside scuote il capo e tende la mano verso il camino che s’illumina all’improvviso del riverbero di fiamme rigogliose; poi ammicca mostrando a Severus una polverosa bottiglia di spesso ed istoriato cristallo: un liquido scuro brilla rubando riflessi d’ambra alle fiamme.
Severus solleva piano una mano e le fiamme si abbassano, docili, lasciando solo una brace che rosseggia cupa: l’oscurità torna ad essere regina incontrastata nella stanza, mentre due bicchieri lievitano nell’aria fino a poggiarsi sul tavolino davanti a lui.
- Non c’è bisogno di tutta quella luce, Albus: lo verso io nei bicchieri, questa sera! –
Non voglio luce adesso, non voglio che tu possa leggere il dolore sul mio volto.
So che cederò, devo farlo, ormai mi hai convinto dell’assoluta necessità di quella follia; so che stasera sei venuto per strapparmi alfine quella promessa maledetta, che costringerà la mia volontà ben più strettamente di quel Voto mortale.
Ma al buio Albus, ti prego, non devi vedere le lacrime nei miei occhi.
- Severus, per favore… -
Ti interrompi al gesto stizzito della mia mano.
So benissimo cosa vuoi dire, me lo hai ripetuto fin troppe volte in questi mesi, mentre disperatamente cercavo una soluzione che non esisteva: il veleno di quelle fiamme oscure sta bruciando la tua vita dall’interno, lentamente e dolorosamente, mentre tu sorridi ed io non posso fare nulla, assolutamente nulla.
Non posso guarire quell’antica maledizione, non posso salvare la vita del mio unico amico.
Anche se vorrei.
Così potrò solo ucciderti e salvare la mia vita.
Anche se non vorrei.
Prendo la bottiglia dalle tue mani e verso una generosa dose per entrambi: vuoto il mio bicchiere in un solo lungo sorso, lasciando che il liquido mi scenda bruciante nella gola, desiderando solo di poter bruciare anche il mio cuore.
La mia anima, invece, arderà nelle fiamme dell’Inferno qui, su questa terra, alla corte dannata del Signore dell’Oscurità, dopo che avrò compiuto ciò che deve essere fatto.
Di nuovo verso il liquore nel mio bicchiere, sotto il tuo sguardo preoccupato. Di nuovo lo vuoto in un sol fiato, mentre tu resti immobile, in piedi davanti a me, il bicchiere stretto nella tua povera mano annerita.
La mia condanna, non aver saputo fare nulla per quella mano, io che pensavo d’essere infallibile con le mie pozioni ed i miei contro-incantesimi.
Stringo la bottiglia e mi lascio cadere sulla poltrona, stanco di combattere una battaglia ormai persa; un bicchiere, poi un altro ancora: fiamme liquide a bruciare gli ultimi residui di un’indomita volontà.
Hai vinto Albus, con i tuoi sorrisi, la tua pazienza e la tua insistenza: hai vinto tu, come sempre.
Ti ucciderò, come mi hai ordinato.
Se sarà necessario lo farò, se non ci saranno alternative eseguirò i tuoi ordini; se servirà a salvare l’anima di Draco dannerò la mia, senza la più piccola esitazione.
Alzo gli occhi nel buio, a cercare l’azzurra tranquillità del tuo sguardo: puoi fidarti di me, come sempre.
Ma non c’è alcun bisogno di parole tra noi.
Hai capito tutto, lo sai che ho finalmente ceduto, lo sai quanto sto soffrendo e quanto ancora soffrirò, anche se l’oscurità ci avvolge, caparbia.
Ho bisogno di abituarmi di nuovo ad avere le tenebre intorno a me, lo capisci, vero Albus?
Molto presto la mia vita sarà fatta solo di dolorose tenebre, inutile cercare di sfuggire loro: sono il mio destino.
Ti sei seduto di fronte a me, stanco ma soddisfatto, e levi il tuo bicchiere cercando di coinvolgermi in un inaccettabile brindisi, in onore della tua morte.
Rimango immobile, rigido, le labbra serrate ed il pugno stretto intorno al bicchiere.
- Alla tua salute, Severus! –
Vuoti il bicchiere d’un fiato, come un giovanotto incosciente che ha una lunga vita davanti a sé e mille ragioni per festeggiare una difficile vittoria.
Una stupida lacrima brilla nelle tenebre dei miei occhi: so che l’hai vista e non la negherò.
Ti ucciderò Albus, ma non brinderò alla vita che mi regali.
Non brinderò alla tua morte, ma lascerò che questa lacrima preziosa nasca in onore di un amico.
Chiudo gli occhi, li serro stretti, e la lacrima scende, scivola piano sulla mia gota pallida, pesante del mio dolore, greve della mia disperazione.
Ecco il mio muto brindisi, Albus, amico mio.
La tua mano, leggera, si poggia sulla mia spalla.
- Grazie Severus. -


Edited by Ida59 - 7/7/2015, 12:03
 
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Nykyo
view post Posted on 25/1/2007, 23:56




Ida. Non ho parole... prima mi riprendo e poi ne parliamo con calma. Però ti adoro, non smetti mai di lasciarmi a bocca aperta.
E' splendido.
 
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293 replies since 6/1/2007, 15:13   7254 views
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