Come concordato, inserisco le motivazioni del mio podio, scusandomi ancora per il ritardo.
Grazie a Ida e Ania che mi hanno comunque dato la possibilità di esprimere le mie preferenze.
Primo posto:
Angelo NeroQuesta storia mi ha emozionato fin dalla prima lettura perché ho ritrovato qui il Severus dei miei pensieri: distante, feroce, sarcastico e insieme attento, nascostamente affettuoso, protettivo e forte.
Ogni singolo episodio mi ha regalato attimi preziosi e piccole istantanee da conservare gelosamente: Severus è meraviglioso nella sua umanità celata agli occhi di tutti, ma non allo sguardo di una ragazza dall’animo gentile e attento, capace di cogliere quello che gli altri non vedono (e, mi si permetta, non vogliono vedere).
I momenti in cui Severus e Luna interagiscono sono di una delicatezza rara e preziosa: accanto ai dialoghi (davvero ben costruiti e articolati), c’è un’area non verbale di scambio continuo tra due persone distanti per ruolo e situazioni ma assolutamente vicine per sensibilità e bisogno di conforto.
La parte finale mi ha lasciato completamente indifesa di fronte alle mie emozioni.
L’angelo nero – il nostro angelo nero – affronta la morte in completa solitudine così come ha affrontato la vita. Le parole di Luna
“Non rimarrà qui da solo, signore… Non questa volta… Starò io qui, con lei, a tenerle compagnia” sono le parole di tutte noi. Non c’è posto per la rabbia di una fine ingiusta; c’è spazio solo per la consolazione e la comprensione.
Non riesco a spiegare quanto quest’immagine mi abbia colpito e quanti pensieri – decisamente non felici – abbia saputo evocare.
Quello che so è che in questa storia ho respirato l’infinito amore e il sincero rispetto che l’autrice prova per Severus.
Secondo posto:
ButterflyLa storia si snoda armoniosamente, sfiorando con grazia immagini e situazioni, per poi farci precipitare nel gelido dolore di una morte che da insensata diviene possibile soluzione.
In quale altro modo interpretare lo splendido brano qui riportato?
“Non è la fine. E’ un nuovo inizio. E’ tempo di andare incontro alla pace che giunge spiccando il volo, libero e per la prima volta davvero a tuo agio”.
Il racconto è quasi “accompagnato” da frasi particolari che ci guidano nell’analisi di alcuni punti di vista:
“guardare la vita da un’altra prospettiva” come Luna suggerisce è la rivelazione estrema che consente a Severus di superare il dolore così come la
“leggerezza” di Luna diviene la “leggerezza” che Severus finalmente prova nel momento in cui una orribile morte lo ghermisce per donargli un nuovo inizio.
Ho apprezzato tantissimo le parti introspettive raccontate dallo stesso Severus: sono perfette e, soprattutto, sono quello che mi aspetto da lui, un insieme di acute osservazioni e geniale ironia, annegate in un mare di emozioni profonde e di sentimenti intensi.
La parte finale mi ha fatto provare una intensa malinconia: Severus è al centro del dipinto, al posto d'onore, con "gli inconfondibili lineamenti del volto, i lunghi capelli corvini, gli occhi bui e profondi" eppure non posso non pensare a tutta quella "
solitudine nelle profondità di un sotterraneo e nelle altezze di uno studio da preside" .
Grazie per questa storia così intensa.
Terzo posto:
Quiet Despair
Una storia struggente che sa di caldo sole, dell’oro dei capelli di Aldwen, di profumo di fiori, di suoni argentei e cristallini che poi, improvvisamente, divengono stridule grida di un’anima permanentemente ferita che sprofonda in una realtà fatta di ombre, di nero e di spazi interstiziali dove tentare di sopravvivere.
In questa storia, il “vivere sopra le nuvole” nella dimensione di delicata leggerezza che solitamente caratterizza Luna assume i tratti angoscianti di un dolore antico e di una fuga costante dalla realtà. Mi sento vicina a questo sentire: la giovane Corvonero mi inquieta perché in lei percepisco disperazione e non leggerezza, controllato dolore e non tranquillità dell’anima. E’ la voce stonata, è la differenza, è il segno di qualcosa che è meglio non capire e a cui conviene non pensare: in questo senso, sembra quasi il riflesso di un’altra anima ancora più dilaniata che ha trovato nella propria assoluta determinazione la forza per proseguire.
La conclusione esplicita un pensiero che condivido totalmente:
“Ci sono molti modi per reagire alla morte. Alcuni si chiudono in loro stessi, altri vivono ancora più intensamente, altri ancora si inventano mondi migliori, perché quello vero è semplicemente troppo triste da guardare”.
Forse qui siamo in uno di quei “mondi migliori”; forse pensiamo di stare vivendo intensamente; forse stiamo solo cercando di superare il dolore e la mancanza di chi abbiamo amato.
Forse è meglio chiudere la porta su questi pensieri.
Edited by KnightOfCydonia - 2/3/2012, 01:40