Prima posizione: storia 9 “Aspettami…Severus”.
L’ho amata fin dalla prima lettura: l’atmosfera cupa, la sensazione di “non avere tempo”, le emozioni rarefatte, il tagliente sarcasmo fanno di questa storia il posto ideale dove incontrare il Severus che immagino e dove conoscere più profondamente Hermione, personaggio femminile complesso e ricco di chiaroscuri interessanti.
Le prime righe sono, infatti, tutte dedicate a lei e mi raccontano di una giovane donna capace e pragmatica che ora si ritrova quasi alla deriva, in balia di un bisogno ancora sconosciuto e, forse per questo, decisamente seducente. La perdita di controllo è IL terrore di Hermione ed è ciò che la nostra prova in questo racconto così denso di pensieri e di ossessioni nascoste. Nonostante una sorta di debolezza emotiva, Hermione non è una donna che dimentica la propria personalità per amore o che infarcisce i propri pensieri con frasi sdolcinate. Dopotutto, se ti piace Snape devi anche possedere una sana dose di tagliente ironia e un‘intelligenza vivace, fosse solo per sopravvivere al sarcasmo del nostro Potions Master. Infatti, la Sotuttoio è cerebrale nella sua analisi di Severus – “uomo che si alza dal letto già vestito di nero e incazzato con il mondo” – e insieme confusa nel tentativo di affrontare le emozioni sconosciute e profonde che egli provoca in lei. Questo contrasto è bellissimo e coinvolgente: si legge la storia quasi di corsa per vedere quale sarà l’Hermione in gioco. Da notare che l’autrice/autore riesce a mantenere un certo equilibrio tra queste due anime, facendo toccare con mano la fragilità e insieme la forza della giovane donna ancora in bilico tra adolescenza e maturità.
Severus, d’altra parte, è una figura a cui non si può resistere: l’autrice/autore lo descrive con uno stile unico nel quale si possono ritrovare grammi di amore, rabbia, fastidio, ironia, affetto. E’ un Severus che attira per la sua forza, per la sua oscurità, per il suo coraggio e insieme respinge per la sua dissacrante ironia, per la sua freddezza, per il suo feroce senso di realtà.
E’ un Severus di cui ci si può innamorare perdutamente perché è “dolore” e insieme “cura”.
La “bramata oscurità che sapeva di peccato e bugie” (che descrizione sublime!) è assolutamente seducente anche se spaventosa.
L’incontro tra i due avviene in una stanza in disuso, buia e polverosa: è una stanza che non si “mostra agli ospiti” così come Hermione non può mostrare liberamente – nemmeno a sé stessa – il sentimento che prova per l’oscuro professore.
Quest’ultimo sembra considerare l’infatuazione della ragazza come qualcosa di assurdo e inutile: si ha però la sensazione che accanto a questi pensieri ci sia una certa sorpresa e insieme un lieve – e non confessato – piacere (che sia speranza?) nel sapere di aver suscitato un tale interesse in una giovane donna che comunque stima per le indubbie capacità e intelligenza.
L’avvicinarsi di Severus a Hermione ricorda un rituale di corteggiamento di un predatore deciso ad appropriarsi di una preda: ho osservato con emozione le due dita che accarezzano la guancia di Hermione, la voce melliflua che da sola evoca immagini che sono ben lontane dall’indifferenza che lui vuole mostrare, il suo accennare ai sogni spinti di lei nei quali lui non è ancora “Severus”, la vicinanza fisica da parte di un uomo che ha fatto della distanza un dogma.
Il dialogo è da brividi: l’autrice/autore ha scelto accuratamente le parole per i due protagonisti tant’è che talvolta - più che leggere – ho immaginato la voce di seta di Severus (e per me è la voce di Alan) e la tonalità più incerta e acuta di Hermione.
E in questo stato d’animo che ho vissuto il bacio tra i due: è un bacio che rivela a entrambi qualcosa di inaspettato (e alla sottoscritta che è possibile ricreare certe magie attraverso le parole).
Hermione prova sulla propria pelle per la prima volta il Desiderio e la voglia di annullarsi in queste inaspettate e sconosciute sensazioni, dimenticandosi delle regole, dei sacri ruoli e della propria fredda intelligenza. Severus, d’altra parte, dona alla giovane donna un bacio che non risulta impersonale quanto dovrebbe essere, nonostante l’espressione impenetrabile con cui si allontana da Hermione. Mi sarebbe piaciuto leggere qui un approfondimento delle emozioni di Severus, ma questo probabilmente avrebbe rallentato ritmo e tensione della scena. Trovo però che i pensieri del nostro siano ben rivelati nel lievissimo e quasi impercettibile sorriso e nella frase “mi piacerebbe incontrarla quella donna” che - in modo assolutamente perfetto - mostra senza sovrastruttura alcuna il desiderio di essere finalmente amato e voluto, magari proprio da quella giovane e sincera donna che ha appena baciato con tutto sé stesso.
Inutile dire che “Aspettami…Severus” potrebbe essere lo splendido inizio di una storia complessa e intrigante (quindi mentre Hermione supplica Severus, io supplico l’autrice/autore).
Seconda posizione: Storia 4 “L’ultima scintilla”È una storia struggente, empatica, ricca di significati e di sentimenti.
Lo spunto è da me sicuramente amato: mettere in parole le proprie emozioni in modo che esse possano raggiungere realtà che abitano in isole diverse dalla nostra. E’ una sorta di pace per chi scrive e di occasione per chi – in qualche modo – è invitato a leggere.
L’idea di bruciare le parole affinché esse assurgano ad una dimensione altra è originalissima e – mi permetto di dire – consona ad un mondo magico che, dopo la guerra con Voldemort, tenta di recuperare l’incanto che gli era proprio.
La visione che questa storia mi regala è di una tristezza infinita che sa di rammarico, di rimpianto, di occasioni perse, di vite quasi gettate in un angolo e sulle quali ben pochi piangono. Hermione, con il buon cuore che le è proprio, qui compie un atto meraviglioso la cui bellezza è purtroppo offuscata dal ritardo temporale con cui questo avviene.
L’unica cosa che mi ha lasciato perplessa (ma credo dipenda anche dalla mia ignoranza sulla situazione “quadri dei presidi”) è il rapporto che si crea tra Hermione e il quadro di Severus.
La sensazione che ho avuto è quella di un Severus vivo, semplicemente nascosto “dal” quadro (non immagine del quadro), assolutamente reale ed esistente.
E’ stato commovente leggere i pensieri di quest’uomo, sentire le emozioni che le parole e i sentimenti di Hermione smuovevano in quell’animo così sofferente e ferito, ascoltare i suoi bisogni e il suo desiderio – finora mortificati in nome di un agghiacciante senso del dovere - di “lasciarsi amare per quello che era”. Ed è amore quello che ha avvolto l’animo di Severus, è consolazione, è cura, è rispetto, è tutto quello che Severus ha sempre desiderato e mai avuto.
Devo confessare che ad un certo punto ho definitivamente “abbandonato” il contesto della storia ed è solo merito (o colpa
) dell’autrice/autore: nel momento in cui gli occhi d’ebano di Severus e gli occhi nocciola di Hermione si sono incontrati seguendo con lo sguardo l’ultima scintilla, io li ho visti insieme in quello studio, assolutamente vivi, assolutamente desiderosi di un’altra occasione.
Terza posizione: Storia 7 “Dark shadows”
Di questa storia ho amato il rapporto Hermione-Severus e la descrizione di Severus Mangiamorte.
Severus non si concede alcuna cosa, tanto meno un amore che ritiene di non meritare. Il rimorso è divenuto legge di vita per quest’uomo sopravvissuto agli orrori della guerra per essere riconsegnato ai ricordi dell’orrore da lui provocato.
Che delicatezza c’è nel gesto che Severus compie quando Hermione gli comunica di aver lasciato Ron proprio per lui? Il nostro si concede di toccare con la punta delle dita il viso di Hermione, per poi allontanarsi con uno sguardo riconoscente e insieme disperato. E’ incredibile la forza quieta che l’autrice/autore ha saputo trasmettermi con questa piccola frase: vi ho ritrovato l’amore e il rispetto che Severus prova per Hermione, il rimpianto per le scelte sbagliate, la voglia di ricominciare e insieme il negarsi una nuova occasione. Qui c’è anche la motivazione per cui Hermione decide di rischiare tutto e di andare a ritrovare la parte più oscura e pericolosa dell’uomo che ama: da vera Grifona ha abbastanza coraggio da voler provare il dolore assoluto.
E, in effetti, il viaggio che compie è un viaggio all’inferno che la porta ad essere spettatrice di un episodio atroce che vede come protagonista Severus.
Severus Mangiamorte è un argomento poco presente nelle ff, anche solo nei termini di missing moment. E’ difficile, credo, per un autore misurarsi con le crudeltà che Snape ha sicuramente compiuto senza cedere al desiderio di “rimorso/scusa/dispiacere” con cui spesso si descrivono le sensazioni che Severus prova in quelle situazioni. Io stessa, pur capendo le motivazioni di una tale scelta (motivazioni che hanno a che fare sì con la sete di conoscenza ma soprattutto con un bisogno di rivalsa e di riconoscimento fortissimo) e pur riuscendo tranquillamente ad immaginare Severus perso in questo delirio di sangue e orrore, non riesco per ora a “scrivere” di lui.
Mi complimento quindi con l’autrice/autore per aver affrontato questo tema regalandomi un Severus Mangiamorte spaventoso nella sua freddezza, crudele nella sua totale determinazione quasi inaspettato nel suo totale disinteresse verso qualunque umanità.
Non è ancora il tempo dei rimorsi: ora c’è spazio solo per la fede verso il Signore Oscuro, per la conoscenza a tutti i costi, per gli atti che lo renderanno degno del rispetto degli altri Cavalieri, per le scelte che faranno di lui – Snivellus – un temibile Mangiamorte.
Unica piccolissima nota (di gusto personale): mi ha piacevolmente stupito la scelta che Snape – questo Snape gelido e accurato assassino - fa di lasciare in vita Hermione: che sia una piccola scommessa “alla cieca” su un probabile futuro che lei fa solo intravedere? Mi sarebbe piaciuto leggere qui una parte sui pensieri di Severus di fronte a questa ragazza spuntata dal nulla: è qualcosa che mi è mancato e che – a mio modestissimo parere – avrebbe impreziosito la storia. Quella mano che trattiene la mano di Hermione mi ha incuriosito: cosa c’è dietro lo sguardo “apparentemente freddo e distaccato” con cui Snape scruta Hermione? Sta pensando che non è il caso di eliminarla perché questo potrebbe modificare un futuro che lo vede ancora “in vita”?
Il pezzettino di stoffa che Snape trattiene quando finalmente questo legame si rompe diviene un prezioso ricordo per il presente e insieme una promessa per il futuro.
Le parole con cui Severus accoglie Hermione al suo ritorno legano i due livelli temporali - passato e presente - regalando alla storia un significato profondo: “Mi hai fatto un dono unico…qualcosa da aspettare”.
La conclusione è poesia e anche il lettore viene trasportato “nel territorio accidentato e cadente che era l’anima di Severus: un luogo infestato da echi di morte (…) era ombra. E le era necessaria”.
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Vorrei ringraziare tutti gli autori che hanno partecipato a questa sfida perchè mi hanno dato l'occasione di leggere tante ff sulla mia coppia preferita.
Tra l'altro, avendo letto l'impossibile su questo pairing (dal rapporto di coppia al rapporto allievo-prof), mi sento di poter dire che tutte queste storie sono davvero di buon livello, ben scritte e con trame articolate e compiute: se poi si pensa che alcuni autori hanno affrontato per la prima volta questo duo...allora devo solo complimentarmi.
Ho notato alcune piccole sbavature che però afferiscono al mio gusto personale e quindi assolutamente opinabili: non sono purtroppo in possesso di una conoscenza particolareggiata dei libri e me ne rendo conto ogni volta che leggo le osservazioni di lettori più preparati di me (Rika: alla giratempo non avevo proprio pensato...)
Grazie a tutti
Cri
PS: Perdonate la lunghezza del post