Il Calderone di Severus


Sei personaggi in cerca d'autore - 1° Turno
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Storia 4 - L'ultima scintilla6 [42.86%]
Storia 9 - Aspettami... Severus3 [21.43%]
Storia 2 - La formula della felicità2 [14.29%]
Storia 7 - Dark Shadows2 [14.29%]
Storia 1 - Time before time1 [7.14%]
Storia 3 - Sogni0 [0.00%]
Storia 5 - Una notte d'estate0 [0.00%]
Storia 6 - Mudblood0 [0.00%]
Storia 8 - Un uomo diverso0 [0.00%]
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Sei personaggi in cerca d'autore - 1° Turno

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chiara53
view post Posted on 21/1/2017, 19:03 by: chiara53
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Pozionista sofisticato

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Un uomo diverso di B'Elanna



"Sono giorni che sei così strana, taciturna... che succede? Tutto bene?"
"Si Harry, non preoccuparti, sto bene, ci vediamo a lezione," cercai di chiudere frettolosamente la conversazione, sapevo bene che quella era solo una bugia, forse un'illusione, non stavo affatto bene, per niente!
I pensieri scorrevano veloci nella mia mente, come tante nubi in una tipica giornata ventosa di Londra; quelle parole mi offuscavano la ragione, invadevano la mia mente da quella sera, non riuscivo a liberarmene... come dimenticare il tono delle loro voci, la carica emotiva che le accompagnava.
Un pensiero consapevole si stava formando in me... possibile che ci fossimo sempre sbagliati? Possibile che i nostri pregiudizi superficiali mi avessero resa così cieca e stolta?
Uno sbuffo di vento mi destò dalle mie riflessioni, un gufo bruno mi sfiorò i capelli e si diresse allegramente verso la gufaia; Errol, il gufo di Ron avrebbe decisamente bisogno di un bel paio di occhiali da vista.
Guardai all'orizzonte, oltre il castello, il sole si stava abbassando sulla foresta proibita creando un'atmosfera da favola, quasi surreale, una cartolina che si intonava perfettamente alla magia di questa prestigiosa scuola di stregoneria.
"Dopo tutto questo tempo? "
"Sempre..."
Ecco, di nuovo quelle parole forti, intense, struggenti... di nuovo quelle frasi rubate, di nascosto, carpite nel silenzio, piccoli tasselli che svelano un puzzle davvero difficile da comprendere, da capire, da accettare.
Si, davvero impossibile da credere che quell'uomo tetro, nero nelle vesti e nell'anima, con sguardo austero e ostile, quell'uomo che avevo imparato a disprezzare potesse invece racchiudere in sé un animo sensibile, un sentimento così devastante ed immortale come l'amore, quello vero, quello eterno...
Eppure non mi ero sbagliata, più pensavo a quella sera, più era nitido il ricordo, le frasi, i toni, le sensazioni...

*******

Un fumo verdastro usciva dal calderone di Ron, come sempre qualcosa era andato storto nella sua pozione; il silenzio calò di colpo e l'unico suono che si udì fu la risatina sarcastica di un gruppetto di studenti dall’altra parte dell’aula.
"Signor Weasley... evidentemente la nobile arte delle pozioni non fa proprio per lei... 10 punti in meno a Grifondoro!" sentenziò, cinico ma compiaciuto, il professore di Pozioni.
La lezione sembrò più lenta e noiosa che mai, tra le risatine dei Serpeverde, sempre pronti ad una qualche angheria nei confronti dei compagni Grifondoro, e le frecciatine del professor Piton da sempre inspiegabilmente avverso ad ogni membro di questa nobile casa.
Cercai di concentrarmi sulla lezione, sulle misurazioni, ma mi era difficile, soprattutto qui, davanti a lui; sentii il suo sguardo addosso, chiusi gli occhi, li riaprii con riluttanza, la pozione prese un lieve colore dorato... “E’ fatta!” pensai; lui si girò e si diresse verso Seamus che, per l’ennesima volta, era riuscito a far esplodere il suo calderone...

*******

"Non lo sopporto più! Non capisco perché Silente si ostini a tenerlo qui... è disonesto, meschino e assolutamente di parte!"
"Basta Ron! Sei sempre il solito! Non giudicare chi non conosci!"
Harry e Ron rimasero sbalorditi per un attimo, mi fissarono con sguardi stupiti...
"Miseriaccia Hermione... che ti succede? Sei davvero strana da un po' di tempo, lo sai? Credi che non me ne sia accorto? Ho notato il tuo cambiamento, sono giorni che sei assorta nei tuoi pensieri, che sei sbadata, persino a lezione! Ed ora... difendi il professor Piton, ma --"
"Non sono affari tuoi, Ron!"
Harry e Ron questa volta rimasero impietriti, sentivo i loro sguardi addosso mentre me ne andavo dalla sala comune; volevo scappare, rifugiarmi in un angolino remoto del castello e rituffarmi di nuovo in quei pensieri che da giorni mi assillavano... per ricordare, per comprendere e riflettere su quelle frasi rubate che mi hanno colpito, sconvolto e affondato...
"Hermione, ti prego fermati." Mi voltai, Harry era lì in piedi, mi aveva seguito, sul suo viso sincera preoccupazione.
"Hermione, siamo sempre stati amici, ci siamo sostenuti a vicenda, che succede Hermione, cosa succede?"
"Harry... è davvero difficile per me, non so se..." Mi incamminai per il corridoio, giù per le scale fino al giardino, trovai un posticino tranquillo proprio sulle sponde del lago; Harry mi seguì in silenzio, potevo sentire la sua preoccupazione, decisi di raccontargli tutto.
"Ricordi quella sera in cui ti ho chiesto in prestito il mantello dell'invisibilità?" Presi fiato e raccontai: "Volevo scoprire una volta per tutte cosa stava tramando il professor Piton, volevo smascherarlo, svelare al mondo che era ancora seguace del signore oscuro, ma..."
"Ma..." mi fece eco Harry,
"Ma... quello che ho scoperto mi ha sconvolta, disorientata."
Harry era attento ad ogni mia parola, vedevo nel verde dei suoi occhi una fremente curiosità mista a seria preoccupazione.

Continuai il mio racconto: "A sera inoltrata mi recai nell'aula di pozioni, le scale e i corridoi erano deserti, gli studenti erano già nei dormitori, incontrai solo Madama Chips, camminava di fretta assorta nei suoi pensieri; quando arrivai la porta era aperta e Piton era intento a sistemare alcune polverine sugli scaffali, si diresse alla porta e la chiuse, poi prese un vecchio pezzo di carta dalla sua tasca e si sedette accanto alla luce fioca che illuminava la stanza.
Era una lettera, vecchia e ammuffita, ma la delicatezza con cui la maneggiava esprimeva tutta l'importanza che dava a quel pezzo di carta vecchio e consumato; la fissò per qualche minuto poi, con calma, la ripiegò e stancamente si alzò, sul suo viso la maschera della sofferenza, nei sui occhi il luccichio delle lacrime...
Guardai Harry... era sorpreso, esattamente come lo ero stata io quella sera; ora i suoi occhi mi esortavano ad andare avanti nel racconto.
"Dopo pochi istanti si diresse verso la porta e uscì dall'aula, lo guardai passarmi accanto, il suo viso ora era di nuovo arcigno e impenetrabile.
Uscì nel corridoio e poi su per le scale, lo segui fino... all'Ufficio di Silente".
"Tu, cosa? Sei entrata di nascosto nell'Ufficio di Silente... Hermione, sei impazzita?"
"Probabilmente sì Harry, ma ero determinata, in quel momento più che mai, dopo aver assistito a quel momento di intimità di Piton, dovevo capire chi è Severus Piton in realtà, un vile vigliacco freddo e meschino oppure una maschera nera che cela al suo interno qualcosa di buono e inaspettato.
Dalla mia posizione non li vedevo, ma potevo sentirli; parlavano di lealtà, di un compito che Piton non voleva più assolvere, e di una maledizione... purtroppo non riuscivo a cogliere tutte le parole quindi mi è sfuggito il senso del discorso.
Poi, però, si sono spostati ed ho potuto udire l'incantesimo Patronus evocato da Piton... un attimo di silenzio e poi la voce di Silente, grave e profondamente commossa, "Severus, dopo tutto questo tempo…", e la risposta di Piton, carica di un'emozione struggente, "Sempre".
Non so dire di chi fosse quel patronus, o a chi si riferisse, ma di sicuro era di una donna; una donna di cui Piton era profondamente innamorato... l'ho capito dalle poche parole catturate in seguito.
Una donna per cui Piton nutriva un profondo amore e per cui soffre da diversi anni nell’intimo silenzio e nella solitudine.
Capisci Harry, tutto quel suo mostrarsi arcigno, freddo e cinico non è che una maschera, un'armatura, che nasconde sofferenza e fragilità... per noi è sempre stato un nemico, un vigliacco traditore, il nostro bersaglio preferito, ma ora mi accorgo che non è così; mi rendo conto che la nostra valutazione è stata superficiale, sbagliata, ingiusta... è una persona che sa amare, sa essere fedele nel tempo ed il cui cuore appartiene da anni ad un ricordo..."
Gli occhi di Hermione erano carichi di lacrime e sollievo, ed il suo viso mostrava tutto lo sconvolgimento interno che non si preoccupava più di celare.
"Ecco Harry, ora sai cosa mi disorienta e mi fa star male in questi giorni..."
Harry era rimasto senza parole, in religioso silenzio, non poteva credere a ciò che aveva appena sentito e, francamente, non ne aveva nemmeno voglia; "Piton innamorato... capace di provare un sentimento così nobile come l'amore, quello vero..." pensò tra sé.
Rimasero per un interminabile attimo in silenzio, ognuno nei propri pensieri, fissando il magnifico paesaggio offerto dal lago in quella stagione.
Fu Harry il primo a parlare: "Senti Hermione, forse dovresti... dimenticare, non sono affari nostri, intendo --"
"No Harry, non posso e non voglio, non è giusto, nessuno dovrebbe essere lasciato in solitudine nel dolore, incompreso e ingiustamente disprezzato.”
"Forse è quello che vuole, forse si sente responsabile in qualche modo di qualcosa accaduto in passato e vuole espiare la sua colpa nel segreto dolore di ogni giorno, celando la parte migliore di sé e mostrandosi freddo e indegno di ogni attenzione."
"Può anche essere come dici tu Harry, ma non è giusto e deve finire!"
"Hermione, la tua sensibilità ti ha già messo nei guai in passato... ti prego lascia stare, finirai in guai seri."
"No Harry, non posso, io sento che devo... devo parlargli, a costo di svelare come ho scoperto la verità!"
"Se non ti conoscessi bene Hermione, penserei che ti stai innamorando di lui..."
"Non lo so Harry, forse... non mi conosci così bene."

*******

Il dormitorio era ancora semivuoto, quasi tutte le ragazze di Grifondoro erano in biblioteca per un ripasso generale prima delle nuove e estenuanti lezioni della settimana, una pioggerellina lieve scendeva oltre la finestra che dava sulla radura verdeggiante.
Cercai di concentrarmi sullo studio delle Rune ma, come sempre ultimamente, mi era davvero difficile...
"O adesso, o mai più!" Chiusi il libro e mi preparai per uscire; "Devo parlargli, deve sapere che non è più solo, che qualcuno sa e può aiutarlo, sostenerlo nel dolore del ricordo."
In un attimo ero già sulle scale che, come di consuetudine, cambiarono direzione complicandomi il tragitto.
In un batter d'occhio mi trovai davanti alla grande porta dell'aula di Pozioni, tremante ma determinata... ancora non sapevo cosa dire, che parole avrei usato, per un breve istante mi colse il pensiero di rinunciare, mi feci forza e bussai... il mio cuore sussultò, l’emozione e la paura mi disorientavano, una voce mi invitò ad entrare.
L'aula era semi-buia, come sempre, i profumi delle pozioni aleggiavano nell'aria; sentii la voce melliflua del professor Piton: "Signorina Granger, necessita di qualcosa?"
Era alla cattedra, freddo ed impassibile come sempre, sul viso la solita maschera di distacco, ma io ora lo vedevo diverso... un uomo diverso, un uomo fragile, sensibile e pieno di dolore.
Parlai ma ciò che mi sentii dire era ben diverso da quello che avevo pensato: "Mi scusi professore, stavo cercando la professoressa McGrannit, mi hanno detto che potevo trovarla qui."
"Evidentemente, le hanno dato un'informazione sbagliata... buonasera signorina Granger."
"Buonasera professore..." Con passo fulmineo uscii dalla stanza… non ero riuscita a parlargli ma sapevo il perché… ero felice, gradualmente la nebbia delle mie emozioni lasciava il posto ad un lucido pensiero; il mio equilibrio emozionale si stava riassestando, finalmente mi sentivo bene perché avevo capito cosa fare.

*******

"Hermione..." la voce di Harry mi stava chiamando così fievolmente che stentavo a sentirla.
"Hermione, sei in ritardo, il professore ha già iniziato da qualche minuto."
"Lo so Harry, è che mi sono svegliata in ritardo... finalmente questa notte ho dormito, era tanto che non ci riuscivo."
"Hermione, dimmi che non l'hai fatto... dimmi che ti sei rassegnata e che non ci pensi più."
"Ci sono andata ieri sera, Harry, e finalmente ho capito... ho capito che non era giusto affrontare la questione apertamente, sarebbe stato come ferirlo ulteriormente, piombare senza rispetto nel profondo del suo animo mettendo a nudo quanto lui ha cercato di tenere gelosamente nascosto; sarebbe stata una violenza e non è mia intenzione aggiungere vergogna al dolore, io voglio aiutarlo, non umiliarlo.
Stando davanti a lui, appena prima di confessare il mio segreto, ho capito che non sarebbe stata la cosa giusta, ero --"
"Granger, Potter silenzio! Forse vi sentite già troppo esperti per prestare attenzione... 10 punti in meno a Grifondoro! "
"Mi scusi professore"... quante volte avevo pronunciato queste parole accompagnate da un sentimento di disprezzo nei confronti di quell'uomo; ma non questa volta, il mio tono era pacato, rispettoso, amichevole.
Non so se lui se ne sia accorto, ma prima o poi lo farà; si accorgerà del mio cambiamento, del mio rispetto e della mia comprensione.
Tenderò piano piano la mia mano verso di lui, a piccoli passi, giorno dopo giorno, in un instancabile cammino fatto di piccoli gesti, sensazioni ed emozioni, verso la rivelazione di ciò che ho scoperto; verso la ricerca di un’amicizia, uno segno dovuto per restituire a quest'uomo la dignità di se stesso che ha perso davanti a sé e agli altri.
Persevererò finché si renderà conto dei miei sentimenti e della mia ritrovata stima; la mia mano rimarrà tesa verso la sua, finché forse, quest’uomo così diverso deciderà di stringerla in un timido ma significativo abbraccio.
 
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175 replies since 30/12/2011, 23:28   3087 views
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