Il Calderone di Severus

Il Mondo Magico, e il Mondo Babbano

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Ale85LeoSign
view post Posted on 13/9/2010, 19:08




Questo raffronto viene fuori da un intervento su Magie Sinister Forum, in Pronto Soccorso Fan Fiction.


La saga di HP, ha aperto i battenti a un nuovo mondo, il Mondo Magico, celato alla vista dei babbani, diverso dal nostro, per via, principalmente, della presenza della magia.

Ma... in definitiva: il Mondo Magico è veramente così diverso dal Mondo Babbano?
La magia rappresenta un fattore così determinante per la diversità oppure è solo "luci, colori e bagliori"?

Nel senso. I maghi sono realmente personaggi così speciali? O i libri di HP ci hanno dimostrato il contrario?

Sto cercando di ampliare lo spazio della domanda, in modo tale da poter toccare argomenti diversi, ma comunque pertinenti, senza andare OT.

Piccola premessa, prima di passarvi la piuma: accettiamo qualunque tipo di risposta. Se volete rispondere sinteticamente va bene, se volete rispondere estensivamente, va comunque bene.
Ognuno ha il suo metodo di risposta, di ragionamento e di intervento che è libero di esprimere.

Detto ciò: a voi!
 
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halfbloodprincess78
view post Posted on 13/9/2010, 19:34




CITAZIONE (Ale85LeoSign @ 13/9/2010, 19:51)
Come si può accettare un finale così drammatico quando già la realtà quotidiana lo è?
Una favola per bambini, ma che ha raccolto intorno a sè persone di tutte le età, sarebbe dovuta rimanere tale. Invece è stata lacerata da un aleggiante senso di realtà e di morte che, in grossa parte, allo scoccare del settimo libro, ha rovinato la magia che aveva stregato millioni di persone. [/color]

Questo è uno spunto interessante, il problema è che, secondo me. la Rowling non ha concepito ''Harry Potter'' come una favola, o almeno, lo era all'inizio, poi via via la favola entrava in contatto con la realtà che tutti conosciamo.
E concepito come un romanzo di formazione, Harry deve crescere, gli ultimi 5 libri lo portano ad affrontare delle perdite terribili, Sirius, Silente ... fino al bagno di sangue finale.
La Rowling ha ucciso tutte le figure che per Harry potevano essere considerate figure genitoriali, secondo Freud è ''l'uccisione'' dei genitori che porta a diventare adulti, quindi era chiaro che avrebbe eliminato tutti quelli che per lui contavano e anche Severus in un modo conflittuale faceva parte di quelli.
La Frase che fa dire a Severus durante la lezione di occlumanzia è giusta e sacrosanta:
''La vita non è giusta Potter''
Da già quel senso di realtà che dici tu, Ale, e la saga è disseminata di eventi che riportano alla realtà.
Ciò non toglie che il settimo libro a me non sia piaciuto e che l'ho trovato eccessivo e la morte di Severus triste, squallida e ingiusta come molto spesso è la vita reale.
Alla fine ha rovinato la magia?! Si e no, alla fine c'è il futuro che magari sarà migliore, dopo la tempesta sorge sempre il sole, c'è la speranza nel domani, vista con gli occhi di chi è soppravvissuto e che ora sa ''che la vita non è giusta!'' però non per questo si smette di vivere e di guardare avanti.
Però l'innocenza, se così vogliamo chiamarla, è andata perduta, quel senso di magia che avvolgeva tutto nei primi libri si è via via affievolita, la morte comincia ad aleggiare nel quarto, li non c'era più Harry in infermeria con Silente, malconcio magari, ma tutti erano sani e salvi come è accaduto fino al terzo libro.
E' stato un crescendo e la realtà dura è entrata da uno spiraglio, facendosi sempre più spazio fino al massacro finale.
Certo l'ultimo libro avrebbe potuto essere diverso senza per questo ledere lo schema del romanzo di formazione, però ormai è scritto.
Io sapevo che Severus era condannato, come lo sapevamo infondo tutti, perchè tutti avevamo capito in che direzione andava la storia eppure leggerlo mi ha fatto male, all'inizio non ho fatto caso a come lo ha fatto morire, poi al dispiacere si è aggiunto lo schifo dello squallore di quella morte.
Avrei preferito un finale come quello del ''Signore degli Anelli'' lì la morte c'è ma è avvolta da una sfumatura più delicata, Bilbo non muore si allontana su una barca, è chiaro che morirà ma viene edulcorata la cosa, e la ''magia'' è intatta.
Ma la Rowling non è Tolkien e rileggendo i libri alla luce dell'ultimo sono disseminati di indizi che lo fanno capire.
Comunque ribadisco, per me Severus è vivo e sempre lo sarà, anzi mo scappo a fare pubblicità così facciamo conoscere le nostre FF su di lui anche ad altri! :woot:

 
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view post Posted on 13/9/2010, 20:00
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Apprendista Pozionista

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CITAZIONE
E' stato un crescendo e la realtà dura è entrata da uno spiraglio, facendosi sempre più spazio fino al massacro finale.

Si, credo che alla fine il suo messaggio per i bambini fosse questo. Anche nella magia c'è la cruda realtà. Quella dove anche i buoni muoiono nella guerra tra Bene/Male o quella dove i veri eroi a volte sono proprio le persone che meno ti aspetti(Severus è stato un bellissimo colpo di scena per molte persone).
 
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Ale85LeoSign
view post Posted on 19/9/2010, 21:02




Tutto quello che dite è assolutamente vero: la favola è durata ben poco.
Ma rispulciando qui e là la saga, e facendo delle mie personali ricerche, sono arrivata a concludere che Harry Potter è diventato tutto, meno una favola per bambini.

Se solo si pensa che all'interno della storia "non è tutto oro quello che luccica." a cominciare dallo stesso Mondo Magico nei confronti di quello Babbano.
Il Mondo dei maghi può apparire un mondo semplice, in quanto privo delle tante complessità del mondo babbano (per dirne una, sembra che chiunque, disponendo di un codice d’accesso, possa entrare nel Ministero della Magia in piena notte e gironzolare senza controlli. E poi ricordiamoci che la magia supplisce l'avanzamento tecnologico del mondo Babbano, del quale il M.M. non è fornito), ma non è un mondo privo di difficoltà.
A partire dal Calice di Fuoco, la Rowling introduce nel suo mondo personaggi sempre più privi di scrupoli. Comincia a diventare chiaro, insomma, che al di là di Voldemort c’è tanta brutta gente anche tra i maghi, e persino peggiore di quanta ne viva nel nostro mondo.
Prendiamo solo come esempi Lucius Malfoy e suo figlio, o Karkaroff, o la famiglia Crouch piena di scheletri nell’armadio, o Dolores Umbridge, o anche gente non propriamente ‘cattiva’ ma innegabilmente pusillanime come Cornelius Caramell o Ludo Bagman. I personaggi di Malfoy e Caramell erano stati introdotti anche prima del quarto volume, nel secondo, ma la reale natura dei loro scopi ci appare evidente solo a partire dal Calice di Fuoco. Ciò che lega un po’ tutti questi personaggi è l’idea del sangue e della purezza della propria discendenza. Tutti, chi più e chi meno (forse ad eccezione di Bagman, volgare truffatore in cerca di quattrini), sostiene la superiorità di alcune famiglie di maghi sulle altre.

"Sangue misto! Come dire sangue sporco! È roba da matti. Tanto, oggigiorno, quasi tutti i maghi sono mezzosangue. Se non avessimo sposato dei Babbani saremmo tutti estinti."
Queste parole, che Ron pronuncia nella Camera dei Segreti, aprono ufficialmente il grande problema del mondo dei maghi che non avevo valutato prima: la loro graduale estinzione!
Naturalmente, quando l’antica scuola di Hogwarts fu fondata nel medioevo, i maghi erano quasi tutti purosangue. I ‘mezzosangue’ erano pochi.
E lo capiamo dal fatto che uno dei quattro fondatori di Hogwarts, Salazar Serpeverde, crede sia possibile epurare l’intero mondo dei maghi da questi mezzosangue, e si adopera praticamente per farlo. L’erede di Serpeverde, Voldemort, riprende questo tema così come i suoi servitori (basta vedere il comportamento di Lucius&son verso Hermione), servendosene come ideologia alla base del suo proposito di conquista del potere.
Il consenso che, come Hagrid racconta ad Harry, era forte nel primo periodo dell’ascesa di Voldemort si baserebbe proprio su un comune pregiudizio tra i maghi verso i ‘mezzosangue’, lo stesso pregiudizio di fondo esistente in Germania verso gli ebrei negli anni dell’ascesa del nazismo. Ed è qui che la Rowling non ci permette di perderci nel Mondo Magico, di rinchiuderci in esso come posto idilliaco, dimenticandoci del mondo reale, ma facendoci cogliere, in modo più semplice ma di uguale impatto, le affinità tra i due mondi e come sia importante schierarsi dalla parte di Harry contro i mali della realtà.

Nell’Ordine della Fenice apprendiamo che la famiglia di Sirius Black era tra le tante famiglie fieramente purosangue che sostenevano incondizionatamente Voldemort.
Ora, come Sirius fa notare ad Harry davanti all’albero genealogico dei Black, presto o tardi, unendosi tra di loro, la maggioranza dei maghi ha finito per avere una qualche parentela con gli altri. In linea generale è lo stesso problema delle antiche famiglie reali europee, i cui membri erano costretti a sposarsi tra loro per mantenere il sangue reale puro.
Abbiamo ben visto i problemi derivanti da tutto ciò: emofilia, problemi genetici, pazzia diffusa, e spesso matrimoni tra parenti diretti. Nel Principe Mezzosangue scopriamo gradualmente la storia della famiglia di Voldemort e apprendiamo che questi è mago da parte di madre.
La famiglia Gaunt, erede dirette di Salazar Serpeverde e furiosamente gelosa della propria purezza di sangue, rappresenta proprio il rischio che tutto ciò comporta: follia congenita, degradazione umana e sociale al punto che i Gaunt vivono in una squallida baracca nella foresta pur essendo discendenti di una delle più nobili e blasonate casate dei maghi. È interessante cogliere il paragone che la Rowling vuole sottolineare: la famiglia Weasley è anch’essa tra le poche ad avere tutti membri di sangue puro, ed è solo per questo che il ministro della Magia, Cornelius Caramell, etichetta i Weasley come una della famiglie “più in vista” d’Inghilterra.
Lucius Malfoy, esponente anch’egli di una famiglia di veri purosangue, è però di idee ben diverse da quelle di Arthur Weasley:
"A che serve essere un’onta al nome stesso di mago se non la pagano nemmeno a sufficienza?", gli chiede sprezzante quando i due si incontrano a Diagon Alley. Per Malfoy le famiglie purosangue dovrebbero formare l’elite del mondo dei maghi e non dovrebbero certo vivere nell’indigenza come i Weasley (che, tra l’altro, per stessa ammissione di Ron, possiedono in realtà un lontano parente babbano che fa il geometra, ma “non ne parliamo mai”, proprio a dimostrare che il pregiudizio è ben radicato).

Il fatto inquietante è che lo stesso Ministro della magia, come abbiamo visto, è impregnato di questi pregiudizi che mettono seriamente in difficoltà il Mondo Magico. Perché?
Semplicemente perché vista sempre la più alta diffusione di mezzosangue è inevitabile che ben presto le famiglie purosangue si riducano sempre di più e questo potrebbe portare a un tale irrigidimento di caste da mettere a rischio il mondo dei maghi.
Non è una semplice disquisizione teorica, perché la Rowling sembra tenere molto a cuore il tema.
Proseguendo con la saga è evidente come la spaccatura tra mezzosangue e purosangue diventi un problema sempre più scottante, e per altro un problema che nessuno vuole affrontare. E intanto vediamo casi sempre più eclatanti di tale problema: i Maghi-nò, figli di purosangue ma privi di poteri magici decenti, come Argus Gazza o la signora Figg, che sembrano costretti a occupare i posti più bassi della scala sociale. Parlando dei maghinò, la Rowling ha scritto: "I Maghinò non potrebbero studiare a Hogwarts. Sono spesso condannati a una specie di mezza vita piuttosto triste (sì, dovreste essere dispiaciuti per Gazza), perché spesso il fatto di nascere da maghi significa essere esposti alla, se non immersi nella, comunità dei maghi, ma senza poterne fare davvero parte".

Il problema non riguarda tuttavia solo il conflitto tra maghi ‘purosangue’ e maghi ‘mezzosangue’.
Pregiudizi fortissimi e odi razziali sono praticamente ovunque nel mondo di Harry Potter: verso i babbani e verso tutte le creature magiche che non siano umane, quindi elfi domestici (schiavizzati), troll, giganti, lupi mannari.
In pratica il mondo dei maghi è completamente asservito a questa ideologia razzista nei confronti di tutte le specie viventi che non siano maghi. Nel quarto romanzo facciamo la conoscenza con gli elfi domestici.
Scopriamo così che gli elfi domestici sono utilizzati da tutti i maghi più facoltosi come servitù.
La stessa scuola di Hogwarts ne utilizza a centinaia.
Servitù che appunto per questo non viene pagata, lavora per tutta la giornata e nel caso in cui qualcuno sbagli a fare il proprio dovere viene tranquillamente riempito di botte senza che nessuno alzi un dito.
Nel quarto romanzo Hermione inizia una campagna per liberare gli elfi domestici da queste vergognose condizioni, ma tutti le dicono che è tempo perso perché agli elfi domestici per natura piace servire la gente, ovvero il famoso "C.R.E.P.A".
Silente accorda quindi ai due il permesso di lavorare liberamente, senza quindi essere sottoposti a maltrattamenti, venendo retribuiti (ma con uno stipendio che basta appena a comprarsi un paio di calzini) e avendo addirittura un giorno libero al mese. Si vede quindi come anche il più saggio mago esistente non prenda in considerazione l’idea che gli elfi domestici possano essere liberi. Il fatto che nel mondo dei maghi esista ben radicato il concetto di schiavizzare un’intera razza rende abbastanza l’idea che J.K. Rowling probabilmente vuole trasmettere (e che considereremo dopo).

Inoltre non esistono solo umani ed elfi domestici come creature magiche ‘pensanti’.
I lupi mannari, sono un esempio pratico, che salterà fuori nel Prigioniero di Azkaban.
Lupin è uno di loro, come ben sappiamo e come apprendiamo, Lupin ebbe la sola colpa di incappare in un lupo mannaro e di farsi mordere. Per il resto, prende tutte le dovute precauzioni (salvo dimenticanze) per non nuocere alla gente il giorno in cui compie la trasformazione e negli altri giorni si comporta come un essere umano normalissimo. Eppure, il fatto che sia un lupo mannaro deve essere tenuto segreto perché nonostante il suo impeccabile curriculum l’opinione pubblica lo farebbe a pezzi se lo venisse a sapere. Cosa che puntualmente avviene, costringendolo alle dimissioni.
Ancora più assurdo il pregiudizio della comunità magica nei confronti dei giganti, cosa che apprendiamo sempre nel Calice di Fuoco. Quando la giornalista Rita Skeeter rivela la notizia che Hagrid è un mezzogigante figlio di una pericolosa gigantessa ora datasi alla macchia, i genitori degli studenti di Hogwarts insorgono chiedendo l’allontanamento di Hagrid dalla scuola.
Il pregiudizio dei maghi deriva dal fatto che i giganti furono forti sostenitori di Voldemort nel periodo della sua grandezza. Per questo i giganti sono stati vittime, come apprendiamo, di un vergognoso olocausto, che ricorda molto la Centauromachia: ricercati e fatti fuori dagli specialisti del Ministero della Magia, sono ora sull’orlo dell’estinzione. Silente, però, si rende conto del pericolo e al termine del quarto romanzo chiede al Ministro della Magia di prendere contatti con i giganti per impedire che essi si schierino nuovamente dalla parte di Voldemort nel momento del suo ritorno.
Eloquenti le parole di Caramell... : "Tu… non puoi parlare seriamente! Se la comunità magica avesse sentore del fatto che ho avvicinato i giganti… la gente li odia, Silente… la fine della mia carriera…".

E i Babbani? L’odio dei maghi verso i Babbani è fortissimo.
Esiste un apposito Dipartimento che lavora per incoraggiare i maghi a non avere tali assurdi pregiudizi vero i normali esseri umani. Naturalmente, la parte più estremista della comunità magica ha verso i Babbani un vero e proprio desidero di sterminio. Voldemort, ai tempi del suo massimo potere, organizzava con i suoi Mangiamorte vere e proprie “cacce al Babbano”, ossia sistematici stermini di non-maghi.
Nel Calice di Fuoco i Mangiamorte, intenzionati a portare panico e terrore alla finale della coppa del mondo di Quidditich, per farsi riconoscere catturano una famiglia di Babbani e compiono su di essa atti infamanti davanti a tutti i maghi, esponendo le povere e inconsapevoli vittime al pubblico ludibrio.
Nei Doni della Morte, Voldemort tortura e uccide il professore di Babbanologia di Hogwarts. Ma non si tratta solo di Voldemort e degli ex Mangiamorte. In pratica tutti i maghi, se non odiano i Babbani, per lo meno li disprezzano cordialmente. È una cosa così ben radicata che nessuno se ne rende davvero conto. “Babbano!” è un’offesa molto comune tra i maghi.

Detto ciò. La magia è una differenza veramente labile tra Mondo Magico e Mondo Babbano.
 
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Swindle
view post Posted on 19/9/2010, 21:25




Dopo questa tua splendida analisi, visto che non ho tempo di commentare decentemente, mi viene solo una cosa da dire.
Se il Mondo Magico fosse stato una favoletta, un Utopia troppo distante dalla nostra realtà, tanto da non poterci insegnare e trasmettere nulla... bè, credo che Harry Potter non solo non sarebbe stata la mia saga preferita, ma non mi sarebbe piaciuto affatto. U.U
 
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Ale85LeoSign
view post Posted on 19/9/2010, 21:30




CITAZIONE (Swindle @ 19/9/2010, 22:25)
Dopo questa tua splendida analisi, visto che non ho tempo di commentare decentemente, mi viene solo una cosa da dire.
Se il Mondo Magico fosse stato una favoletta, un Utopia troppo distante dalla nostra realtà, tanto da non poterci insegnare e trasmettere nulla... bè, credo che Harry Potter non solo non sarebbe stata la mia saga preferita, ma non mi sarebbe piaciuto affatto. U.U[/color]

Ohi ohi ohi, giusta osservazione, Rikuccia, alla quale deve seguire un'importante nota.

Con tutto ciò che ho detto, non voglio togliere nulla al Mondo creato dalla Rowling, ma solo analizzarne aspetti che prima nessuno, almeno così mi pare, aveva analizzato all'interno di questo forum.

La magia che aleggia nella scuola, in particolare quella emanata da alcuni personaggi della saga, che ce l'hanno fatta apprezzare ancora di più, tale è e tale rimane.
Tutto ciò che ho scritto è un'osservazione, se vogliamo, pignola, del contesto creato dalla Rowling; ma ciò che ho detto nulla deve togliere ad HP, soprattutto se parliamo degli aspetti belli, preziosi e fantastici che ci hanno permesso e ci permettono ancora di sognare.
 
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halfbloodprincess78
view post Posted on 19/9/2010, 22:23




E' vero quello che dici Ale, infondo la Rowling non ha creato un mondo a parte, ma un mondo all'interno del nostro, con pregi e difetti.
Il pregiudizio fa parte della storia dell'uomo da sempre è radicato in tutti i tessuti sociali è la molla che fa scattare i conflitti, e così anche nel mondo magico.
Hai dimenticato però la discriminazione dei Babbani verso i maghi, le varie caccie alle streghe, tutte cose su cui si è basato Voldemort, per il suo personale programma politico, oltre alla pulizia del sangue.
Odio genera odio.

E leggendo quello che ha scritto Rika, mi viene da pensare ad un'altra cosa:
Non sarà proprio anche in questo la magia di ''Harry Potter'' ossia nel non essere distaccata dalla nostra realtà?!
Questo infondo permette di immedesimarsi in questa saga come in nessun'altra saga fantasy, almeno per me.
E forse è proprio questa l'intuizione geniale della Rowling.
 
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Ale85LeoSign
view post Posted on 19/9/2010, 22:41




CITAZIONE (halfbloodprincess78 @ 19/9/2010, 23:23)
E' vero quello che dici Ale, infondo la Rowling non ha creato un mondo a parte, ma un mondo all'interno del nostro, con pregi e difetti.
Il pregiudizio fa parte della storia dell'uomo da sempre è radicato in tutti i tessuti sociali è la molla che fa scattare i conflitti, e così anche nel mondo magico.
Hai dimenticato però la discriminazione dei Babbani verso i maghi, le varie caccie alle streghe, tutte cose su cui si è basato Voldemort, per il suo personale programma politico, oltre alla pulizia del sangue.
Odio genera odio.

a leggendo quello che ha scritto Rika, mi viene da pensare ad un'altra cosa:
Non sarà proprio anche in questo la magia di ''Harry Potter'' ossia nel non essere distaccata dalla nostra realtà?!
Questo infondo permette di immedesimarsi in questa saga come in nessun'altra saga fantasy, almeno per me.
E forse è proprio questa l'intuizione geniale della Rowling.

Hai ragione, Cla, mi sono persa un pezzetto per strada :lol:
I babbani, come ben sappiamo, han sempre cacciato le streghe (c'è un motivo se ci siamo rifugiate qua XD), i lupi mannari dove non c'erano, i vampiri, ecc... la nostra storia ci insegna che la magia non è mai stata ben tollerata.

Poi, secondo me sì. Visto che esiste questo forte collegamento col mondo babbano (che ci vuole ad andare a Hogwarts, se non un po' di metropolvere, una macchina volante o l'attraversamento del famoso muro per raggiungere il binario 9 e 3/4?) la saga ha avuto un notevole successo.

Infatti se, dal mio punto di vista, ho valutato, se vogliamo, degli aspetti negativi del mondo Magico, che non è che balzino all'occhio così facilmente, dall'altro lato ce ne sono molti positivi. Il percorso formativo di Harry e dei suoi amici è qualcosa che tutti abbiamo compiuto, la frequentazione scolastica, le difficoltà che ha comportato (nelle materie, nelle amicizie, e in tutto ciò che fa parte di quel mondo) la Rowling ce le ripresenta in un contesto arricchito da magia e creature fantastiche.

Il sapore della storia, se vogliamo, sta non in un mondo più facile (banalmente la magia potrebbe significare "tutto più semplice") ma nel superamento di difficoltà nuove e al contempo conosciute per il raggiungimento di uno scopo più alto.

Non ci dobbiamo stupire (io per prima) se la saga di Harry Potter sia stata scritta inizialmente per un pubblico giovane e sia stata poi letta da una vastissima parte del pubblico adulto: coloro che hanno apprezzato la saga possono non essersi immedesimati in Harry Potter come personaggio, ma tutti lo hanno accettato. Ed è questo il primo passo: accettare il suo mondo e le sue stranezze, le sue capacità magiche e gli ancor più strani amici che Harry ha. Se il lettore ci riesce, e non storce il naso al primo segno di qualcosa di diverso dal suo mondo normale, allora è già abbastanza vicino ad apprezzare il romanzo. J.K. R. ci ha portato nel mondo di Harry in maniera molto lenta, abituandoci per gradi a quello che sta per succedere. All’inizio, ci sembrava che Harry fosse un ragazzo come gli altri, ma man mano si scopre che non è affatto così. Quando però scopriamo la sua ‘diversità’, già ce lo aspettiamo e non ne siamo stupiti. Ed è un ottimo modo, inevitabile del resto, per introdurre il lettore in un mondo che nella nostra epoca moderna è difficile da accettare.

Il mondo di Harry Potter è un mondo semplice, ma non è un mondo facile. Il Ministero della Magia non sarà soffocato dalla burocrazia opprimente del mondo babbano, ma ha anch’esso i suoi problemi.
Hogwarts non insegnerà ai suoi studenti l’algebra o la filosofia, ma non rende la vita facile a nessuno.
Infine, il mondo di Harry non è l’Isola-Che-Non-C’è: esiste la morte, ed esiste il male. Voldemort, il ‘cattivo’ della serie, è una personificazione del Male molto ben realizzata perché sfuggente come sfuggente è il male vero, quello scritto con la “m” minuscola non perché meno crudele ma perché meno assolutizzato.
Nel Principe Mezzosangue, Harry scopre il passato di Voldemort e comprende le ragioni della sua caduta. Prima ancora, nell’Ordine della Fenice, Harry scopre che suo padre non era quella figura perfetta e immacolata che s’immaginava, scopre che Silente non è quell’essere incapace di sbagliare come prima credeva.
Insomma, anche se lentamente il mondo di Harry Potter si avvicina al mondo reale, non vuole promuovere una fuga dalla realtà: "Non serve a niente rifugiarsi nei sogni e dimenticare di vivere", ammonisce Silente già nel primo episodio, introducendo quello che forse è lo scopo principale della Rowling, esortare cioè i lettori a non abbandonare Harry nel suo mondo, ma a fare tesoro delle sue esperienze nel mondo reale.

La magia, e il mondo magico, quindi, non sono un fine, ma un mezzo.
Harry comprende già nella Pietra filosofale che ciò che rende grande una persona non è quanto ha imparato tra le mura della scuola ma quanto ha imparato dalla vita reale.
Ed in effetti Harry affronta e sconfigge tutti gli ostacoli non grazie alla magia, ma a quanto ha appreso nel suo percorso formativo come persona.
Proprio per questo, infatti, la Rowling fornisce ad Harry un’arma per sconfiggere Voldemort che definisce essere una “magia” ma che è una magia esistente anche nel nostro mondo: l’amore.
L’intera saga acquista così un significato fondamentale, tenta infatti di trasmettere al lettore un po’ della magia che noi babbani conosciamo, ma che non sempre siamo in grado di utilizzare con le persone che amiamo.
Direi che Severus è stato un grande esempio, nel bene e nel male.
 
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view post Posted on 19/9/2010, 22:47
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Pozionista abile

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Ale che super disamina che hai fatto! :woot: Ma dove hai trovato il tempo per documentarti così approfonditamente? Impossibile stare dietro a tutti i punti che hai elencato ed esposto in modo così ammirevole; posso solo dire anch'io, come già hanno affermato Cla e Rika, che se la Rowling avesse proposto semplicemente un mondo popolato da maghi, streghe, elfi, e tante altre creature magiche, in cui sarebbe bastato alzare la bacchetta per risolvere ogni problema e dove quindi avrebbero continuato a vivere felici e contenti alla facciazza della gente comune, non avrebbe colto un centesimo del successo che l'ha portata ad essere la donna più ricca di Inghilterra. :P
Il mondo magico di HP è come un universo parallelo al nostro, in cui la realtà è diversa solo perchè, anzichè usare un mezzo meccanico per andare al lavoro, da questa parte ci si serve delle scope, e per riparare un oggetto rotto al posto dell'Attak viene pronunciata una formuletta magica; ma poi anche di qui, come giustamente hai rimarcato, esistono politici ladri e corrotti e una stampa becera e impicciona, esiste il razzismo, esiste il male forse anche più radicato e terribile che nel mondo dei babbani, esistono il dolore legato alla perdita di una persona cara, la sofferenza fisica, la morte. Tutto esattamente come nel mondo in cui viviamo: ecco perchè il MM di JK ci ha conquistato facilmente, perchè ci è molto familiare ed è magico solo perchè gli oggetti si muovono da soli o si trasformano sfidando le leggi fisiche dei babbani, giochino che affascina da sempre grandi e piccini, ma per il resto è assolutamente lo specchio della nostra quotidianità.
JK non ha fatto altro che servirsi della realtà, a volte anche orribile, concretizzando le fantasie di coloro che vorrebbero avere a disposizione una bacchetta per risolvere un sacco di problemi, anche banali, e che poi alla fine è il sogno di tutti quanti.
 
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halfbloodprincess78
view post Posted on 19/9/2010, 22:57




CITAZIONE (Ale85LeoSign @ 19/9/2010, 23:41)
Il mondo di Harry Potter è un mondo semplice, ma non è un mondo facile. Il Ministero della Magia non sarà soffocato dalla burocrazia opprimente del mondo babbano, ma ha anch’esso i suoi problemi.
Hogwarts non insegnerà ai suoi studenti l’algebra o la filosofia, ma non rende la vita facile a nessuno.
Infine, il mondo di Harry non è l’Isola-Che-Non-C’è: esiste la morte, ed esiste il male. Voldemort, il ‘cattivo’ della serie, è una personificazione del Male molto ben realizzata perché sfuggente come sfuggente è il male vero, quello scritto con la “m” minuscola non perché meno crudele ma perché meno assolutizzato.
Nel Principe Mezzosangue, Harry scopre il passato di Voldemort e comprende le ragioni della sua caduta. Prima ancora, nell’Ordine della Fenice, Harry scopre che suo padre non era quella figura perfetta e immacolata che s’immaginava, scopre che Silente non è quell’essere incapace di sbagliare come prima credeva.
Insomma, anche se lentamente il mondo di Harry Potter si avvicina al mondo reale, non vuole promuovere una fuga dalla realtà: "Non serve a niente rifugiarsi nei sogni e dimenticare di vivere", ammonisce Silente già nel primo episodio, introducendo quello che forse è lo scopo principale della Rowling, esortare cioè i lettori a non abbandonare Harry nel suo mondo, ma a fare tesoro delle sue esperienze nel mondo reale.[/color]

Concordo, non avrei saputo dirlo meglio! :D
E' infatti questo il punto di forza della Saga, chiuso il libro non rimane tutto lì, ma entra dentro di te, perchè sono esperienze condivisibili.
Un'altra genialata della Rowling è il fatto che tutti adulti e bambini possono trovare un personaggio in cui immedesimarsi.
Io ad esempio, che ho scoperto la Saga in un' età in cui l'infanzia era lontana, mi sono immedesimata in Sirius e Severus.
Eppure nonostante sia immersa nella realtà è pervasa di una magia particolare, è quasi consolatorio leggere ''Harry Potter'', se mi passate il termine ''consolatorio'' perchè è una mia sensazione, che ho avuto leggendo e non so come altro definirla.

 
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Ale85LeoSign
view post Posted on 19/9/2010, 23:06




CITAZIONE (Ele Snapey @ 19/9/2010, 23:47)
Ale che super disamina che hai fatto! :woot: Ma dove hai trovato il tempo per documentarti così approfonditamente? Impossibile stare dietro a tutti i punti che hai elencato ed esposto in modo così ammirevole;


Per scrivere una ff come si deve, mi son dovuta documentare un po'... ^_^ e leggendo qui e là mi sono sottolineata le cose più importanti per lo scheletro di una ff che sto scrivendo :rolleyes:

Sono molto contenta, comunque, che stiate rispondendo così tanti.
L'argomento, anche se, lo ammetto, potrei averlo reso un po' "avverso" all'inizio della discussione, è, in realtà, molto interessante, proprio perchè dal Mondo Magico si possono ricavare un sacco di cose, belle o brutte che siano. In fondo è proprio da esso che sono nate molte amicizie qui dentro :woot:

CITAZIONE
posso solo dire anch'io, come già hanno affermato Cla e Rika, che se la Rowling avesse proposto semplicemente un mondo popolato da maghi, streghe, elfi, e tante altre creature magiche, in cui sarebbe bastato alzare la bacchetta per risolvere ogni problema e dove quindi avrebbero continuato a vivere felici e contenti alla facciazza della gente comune, non avrebbe colto un centesimo del successo che l'ha portata ad essere la donna più ricca di Inghilterra. :P
Il mondo magico di HP è come un universo parallelo al nostro, in cui la realtà è diversa solo perchè, anzichè usare un mezzo meccanico per andare al lavoro, da questa parte ci si serve delle scope, e per riparare un oggetto rotto al posto dell'Attak viene pronunciata una formuletta magica; ma poi anche di qui, come giustamente hai rimarcato, esistono politici ladri e corrotti e una stampa becera e impicciona, esiste il razzismo, esiste il male forse anche più radicato e terribile che nel mondo dei babbani, esistono il dolore legato alla perdita di una persona cara, la sofferenza fisica, la morte. Tutto esattamente come nel mondo in cui viviamo: ecco perchè il MM di JK ci ha conquistato facilmente, perchè ci è molto familiare ed è magico solo perchè gli oggetti si muovono da soli o si trasformano sfidando le leggi fisiche dei babbani, giochino che affascina da sempre grandi e piccini, ma per il resto è assolutamente lo specchio della nostra quotidianità.
JK non ha fatto altro che servirsi della realtà, a volte anche orribile, concretizzando le fantasie di coloro che vorrebbero avere a disposizione una bacchetta per risolvere un sacco di problemi, anche banali, e che poi alla fine è il sogno di tutti quanti.

Hai perfettamente ragione, Ele, e, di fatto, ti quoto in toto.

Un'altra riflessione dalle tue parole che ho evidenziato.
Forse, nella nostra quotidianità, un oggetto che si muove in modo particolare sarebbe accettabile.
La Rowling ci ha lasciato "in casa nostra", alla fine, con le piccole varianti che hai sottolineato tu, rendendoci Creature magiche, e altre stranezze, cose del tutto normali, gestite, comunque, in uno schema di regole ben precise.
La magia vera, alla fine, è la stessa che esiste nel mondo babbano (uff... questo era un po' il succo della mia storia, ma pace -_- ) e le difficoltà per trovarla, che siano un drago o un ex fidanzato, non sono molto diverse tra loro.


CITAZIONE (halfbloodprincess78 @ 19/9/2010, 23:57)
E' infatti questo il punto di forza della Saga, chiuso il libro non rimane tutto lì, ma entra dentro di te, perchè sono esperienze condivisibili.

Scusa se riciclo le tue parole, Cla, ma concordo, e non avrei saputo dirlo meglio! :D ;)
CITAZIONE
Un'altra genialata della Rowling è il fatto che tutti adulti e bambini possono trovare un personaggio in cui immedesimarsi.
Io ad esempio, che ho scoperto la Saga in un' età in cui l'infanzia era lontana, mi sono immedesimata in Sirius e Severus.
Eppure nonostante sia immersa nella realtà è pervasa di una magia particolare, è quasi consolatorio leggere ''Harry Potter'', se mi passate il termine ''consolatorio'' perchè è una mia sensazione, che ho avuto leggendo e non so come altro definirla.


Certo, sicuramente quest'aspetto è un'altro buon cavallo di battaglia della Rowling ;)
 
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view post Posted on 20/9/2010, 10:16
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I ♥ Severus


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CITAZIONE (Ele Snapey @ 19/9/2010, 23:47)
Il mondo magico di HP è come un universo parallelo al nostro, in cui la realtà è diversa solo perchè, anzichè usare un mezzo meccanico per andare al lavoro, da questa parte ci si serve delle scope, e per riparare un oggetto rotto al posto dell'Attak viene pronunciata una formuletta magica; ma poi anche di qui, come giustamente hai rimarcato, esistono politici ladri e corrotti e una stampa becera e impicciona, esiste il razzismo, esiste il male forse anche più radicato e terribile che nel mondo dei babbani, esistono il dolore legato alla perdita di una persona cara, la sofferenza fisica, la morte. Tutto esattamente come nel mondo in cui viviamo: ecco perchè il MM di JK ci ha conquistato facilmente, perchè ci è molto familiare ed è magico solo perchè gli oggetti si muovono da soli o si trasformano sfidando le leggi fisiche dei babbani, giochino che affascina da sempre grandi e piccini, ma per il resto è assolutamente lo specchio della nostra quotidianità.
JK non ha fatto altro che servirsi della realtà, a volte anche orribile, concretizzando le fantasie di coloro che vorrebbero avere a disposizione una bacchetta per risolvere un sacco di problemi, anche banali, e che poi alla fine è il sogno di tutti quanti.

Ele ha succintamente esposto in modo molto chiaro il motivo del successo dei libri della Rowling e non posso che concordare totalmente con lei.
 
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Ale85LeoSign
view post Posted on 20/9/2010, 11:12





Di motivi del successo della saga direi che ce n'è più di uno, come abbiamo osservato sempre sopra e direi che sono, così a logica, tutti plausibili. ^_^
 
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view post Posted on 20/9/2010, 18:04
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C'è però da dire che la Rowling ha utilizzato un "metodo" già ampiamente conosciuto nel fantasy. Attingere alla realtà mascherandola da fantasy è un trucco usato spesso anche da autori come Tolkien o Terry Brooks. Di per sè anche le fiabe non sono altro che un modo per insegnare ai più piccoli com'è la vita. Il lupo cattivo di appuccetto rosso può rappresentare per esempio lo sconosciuto al quale non bisogna parlare perchè se no ti porta via. JKR ha addirittura inventato una fiaba nella fiaba:nei doni della morte. E qual era il messaggio di quel libro dato a Hermione da Silly se non di credere che ci fosse qualcosa di più di un semplice libro di fiabe, un fondo di verità anche nel mito o nelle leggende?
C'è una certa ironia in tutto questo, perchè nonostante si inventino storie su draghi, mondi fatati, folletti e maghi, l'uomo non riesce a fuggire da quella che è la realtà. Neanche nel mondo dei sogni esiste una vera via di fuga dal mondo reale e tutte le storie vengono create per adattarsi a quello che già c'è. Ecco che ancora una volta si manifesta il grande limite dell'uomo....
 
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view post Posted on 20/9/2010, 20:30
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CITAZIONE (Sev the brave @ 20/9/2010, 19:04)
C'è però da dire che la Rowling ha utilizzato un "metodo" già ampiamente conosciuto nel fantasy. Attingere alla realtà mascherandola da fantasy è un trucco usato spesso anche da autori come Tolkien o Terry Brooks.

Indubbiamente la Rowling non ha certo inventato l'acqua calda... ma il suo mondo magico è più alla nostra portata rispetto a quello di Tolkien, ad esempio, in quanto sembra più astrattamente realistico (certo che combinare astratto con realistico non è male...)
 
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18 replies since 13/9/2010, 19:08   464 views
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