Il Calderone di Severus

Sfida FF n. 11 - Severus Vietato ai Minori (Tempo illimitato)

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Ania DarkRed
view post Posted on 13/1/2016, 22:24 by: Ania DarkRed
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Dalle nebbie della Valacchia

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Titolo: Black smoke
Autore/data: Severus_Ikari/ un tempo imprecisato della seconda metà del 2015
Tipologia: one shot
Sezione: slash
Rating: VM18
Genere: erotico, introspettivo, romantico
Personaggi: Severus Snape, Harry Potter, brevissime apparizioni di Hermione e Ron
Pairing: Snarry
Epoca: post 7° anno
Avvertimenti: AU, PWP
Riassunto: L’amore può essere del fumo nero che vola via, una sigaretta tenuta tra le dita troppo poco, e come lei ci si consuma, velocemente o lentamente, dipende dalle labbra che la stringono.
“[…] sapeva che se non ci fosse stato nulla di male in quell’incontro, lo avrebbero fatto da qualche altra parte, alla luce del sole, senza nascondersi come due criminali evasi da Azkaban.”
Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. La trama di questa storia è invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa poesia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.

La storia è stata ispirata alla Fanart sottostante, "Cut" di kissyushka:

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Black smoke



«Non ti odio» ripeté il professore, «ma non posso andare avanti così. Non possiamo farlo nessuno dei due, tutto questo ci divorerà per poi masticarci e sputarci a pezzi. Ci sta già divorando…» e Harry batté con forza i pugni sul vetro, facendolo oscillare e rialzò la testa, iniziando a piangere, lento e poi forte e poi ancora lento, mentre cercava di controllarsi, ma le lacrime scendevano.
E Severus ne vedeva il riflesso sulla finestra confondersi con la pioggia, pianto nel pianto. Grigio nel grigio.
«Io vorrei soltanto che tu divorassi tutto me stesso ogni giorno e ogni notte» gli sussurrò deciso Snape stringendolo a sé, allontanando quei pugni di pura rabbia per unirli tra le sue dita, unire quel dolore così tanto da farlo esplodere in infiniti pezzi che una folata di vento si sarebbe portato via.
«Divora me. Adesso. Divorami fino a non farmi sentire più alcun dannato muscolo» fu la risposta di Harry che gli afferrò con decisione una mano, diventandone lui il padrone, e la guidò verso il cuore, fermandola sul petto per alcuni istanti, e poi la spinse giù, sul ventre teso e ancora più in basso, fino a che non sentì il freddo della fibbia e il calore del suo corpo che quasi lo bruciava.
E fu quando il ragazzo si passò ancora una volta le dita nei capelli che perse del tutto il controllo, come se fosse stato un animale completamente in preda agli istinti più primordiali.
E gli afferrò egli stesso una grossa ciocca e la tirò a sé, con forza e con rabbia, finché non lo sentì gridare, finché non lo sentì abbandonarsi completamente a lui, al suo volere. E al suo piacere.
E tirò ancora, verso sinistra, finché l’altra parte del collo non fu completamente scoperta alla sua bocca, alla fame che aveva di lui, di quella pelle pallida che voleva soltanto mordere e leccare, e affondò i denti fino a fargli male, fino a togliergli quel dolore con la sua stessa lingua.
Fino a rimuovergli le lacrime con le dita.



Edited by Ida59 - 11/8/2017, 18:57
 
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