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| Wehwalt
Un inizio intenso e straziante, davvero degno di te. Poi i suoi pensieri amari e rassegnati sulla sua infanzia, la mancanza anche di una madre, e non solo di un padre, degni di quel nome… povero piccolo… e poi solo una lunga scia di dolore e di perdite e di mancanze che hanno costellato la sua povera vita. Terribile la domanda che si fa sui suoi genitori, degna conclusione di tutte le sue penose considerazioni. Ma sono sicura che il peggio deve ancora venire, visto l’iniziale canto di Siegmund… Bello ed originale l’uso della parola “grotta” richiesto dalla sfida, così come mi è piaciuta molto l’immagine delle “mani imbrattate del sangue invisibile di Silente”. Giustamente doloroso, invece, e non mi sarei aspettata di meno da te, l’uso della parola “sale”: povero amore mio! Ben resa l’evoluzione dei suoi pensieri ed il passaggio da Tobias a Silente. Poi ci sono tutti i suoi pensieri e considerazioni su Silente, e le domande sempre più terribili che si pone… per non parlare delle risposte che si dà… Ammetto che c’è una piena ragionevolezza in quelle considerazioni, che portano a quelle ovvie domande, eppure… no, non riesco e non voglio credere a quegli orribili dubbi, a quelle univoche risposte, a quelle sue tremende conclusioni. Intensamente commovente, invece, proprio perché arriva dopo la negazione dell’essere padre da parte di Silente, è il suo amore di figlio, che ancora sopravvive a tutto. Bello e straziante, naturalmente. Poi c’è il finale, già suggerito dal canto iniziale, semplicemente tremendo. Un colpo possente scagliato nelle ultime righe di questa storia già di suo triste e amara, priva di alcuna speranza, dove la negazione prevale su tutto, salvo quell’amore figliale che brilla nell’oscurità. Una storia originale, che si distacca dalle molte altre lette e racconta una visione diversa alla quale, se pur oggettivamente non posso escluderne la correttezza, non voglio però credere. Edited by chiara53 - 25/6/2015, 17:16
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