Il Calderone di Severus


Lotta all'ultimo inchiostro IV turno
Poll choicesVotesStatistics
Riflesso4 [25.00%]
La tattica di Tonks3 [18.75%]
Il Billywig3 [18.75%]
Astuzia3 [18.75%]
La magia di un sorriso2 [12.50%]
Incoraggiamento1 [6.25%]
Controantidoto0 [0.00%]
La cosa giusta0 [0.00%]
Colpo di genio0 [0.00%]
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Lotta all'ultimo inchiostro IV turno, Severus assegna 10 punti a Grinfondoro

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view post Posted on 9/1/2017, 19:11
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Lotta all'Ultimo Inchiostro - Storie partecipanti al IV° Turno:

Severus assegna 10 punti a Grinfondoro




La tattica di Tonks (501 parole)di Fri Rapace

Tonks le aveva provate tutte con Piton: ignorare le sue offese, rispondergli a tono, sostituirgli il vaso da notte con un Libro Mostro preso in prestito da Hagrid... le rimaneva un’ultima tattica per contrastare la cattiveria del suo professore.

***



"Giallo, Ninfadora" disse Piton, rivolgendosi a una delle allieve più indisponenti che gli fossero mai toccate. Una testa di legno, con l’aggravante di essere affetta da una imbranataggine di rara gravità.
La ragazzina lo guardò offesa.
Era l’unica allieva che avesse mai chiamato per nome nella sua carriera d’insegnante: una soluzione obbligata, dal momento in cui aveva scoperto quanto la cosa la facesse infuriare.
"Tutti qui!" ordinò, e quel branco di crani vuoti smistati a Tassorosso e Grifondoro ubbidì di malavoglia. Peccato non ci fossero i Serpeverde al posto dei "coraggiosi senza cervello", loro avrebbero apprezzato lo spettacolo.
I capelli della mocciosa avevano assunto un rivoltante color mattone.
Piton li indicò chiaramente, nell’improbabile caso che a qualcuno fosse sfuggito il suo imbarazzo.
"Un tentativo inutile, Ninfadora. È vero che ora la tua pozione ha un colore quasi invitante se raffrontato a quello disgustoso della tua ispida zazzera, ma rimane comunque quello errato."
Lei cercò subito di difendersi. "Stavo pensando che..."
"Non devi pensare, devi limitarti a seguire le mie istruzioni! Non avrai mai il massimo dei voti nella mia materia, se fai affidamento sul tuo scialbo cervellino!"
L’imbranata aprì le braccia rovesciando l’ampolla del succo di sanguisuga. "Sì, invece. Io diventerò un Auror!" lo sfidò determinata, dimostrando una presunzione non indifferente.
"Non succederà mai" le sibilò. "E la tua mancanza di rispetto verrà punita."
Si pregustò la reazione di Ninfadora a quella verità che le aveva appena sbattuto in faccia.
"Mia madre dice che solo chi ci rispetta merita il nostro rispetto. Lei non mi rispetta manco di striscio, ma io sono superiore, e sa cosa le dico, signore? Lei mi ha presa in giro per i miei capelli, invece io trovo che i suoi sono... ecco... scivolosi."
"Come... osi..." sibilò Piton, preparandosi a infliggere una delle peggiori punizioni mai concepite dalla sua brillante mente.
"No, no! Aspetti!" ritrattò subito lei. "Volevo dire lisci. Crespi sono brutti, lisci invece sono da sballo! Non so se l’ha capito, perché non mi sembra felice come dovrebbe essere, ma il mio era un complimento" precisò, parlando tutto d’un fiato. "E trovo che il suo naso sia finemente arcuato.
E ora il pezzo forte!" si entusiasmò. "Gli occhi! D’ebano e..."
Piton, colmo di risentimento, impugnò la bacchetta e la fissò intensamente. Cercava qualcosa da usare contro di lei, qualcosa capace di offenderla profondamente, ma quello che trovò lo sconcertò.
I suoi complimenti erano sinceri, non lo stava sbeffeggiando.
Per la prima volta in vita sua non seppe trovare subito una battuta sarcastica adeguata.
Un aiuto gli venne da chi meno lo desiderava: un Grifondoro, che mormorò: "Quella è tutta scema!"
Rozzo, ma onesto.
"Dieci punti a Grifondoro!" esclamò Piton.
La lezione era finita. Uscì dall’aula senza controllare se l’offesa insita nel suo premio fosse stata recepita.


Incoraggiamento (497 parole)di Ida59

Il ragazzo ha bisogno del tuo aiuto. - insiste Silente dal quadro, ostinato.
Piton, con gelida indifferenza, continua a scrivere sulla pergamena senza sollevare il capo.
- Severus, mi hai sentito?
- Impossibile non farlo. - borbotta tra sé il nuovo preside, sempre senza sollevare lo sguardo.
- È di nuovo in punizione, nelle mani di quel macellaio, sotto Cruciatus...
Piton ripone la piuma e sbuffa: a quanto pare lo spacca-calderoni ne ha fatta un’altra delle sue e ancora una volta toccherà a lui trovare un modo per toglierlo dai guai.
- Questa volta ha bisogno anche del tuo incoraggiamento...
Piton alza finalmente lo sguardo tenebroso incrociandolo con il cielo azzurro che lampeggia dietro le lenti a mezza-luna:
- Il mio incoraggiamento? - chiede sollevando scettico un sopraciglio.
- Sta combattendo contro i Mangiamorte, no? Quindi lo merita.
- Ti faccio presente, se mai lo avessi dimenticato, che qui tutti pensano che anche io sia un Mangiamorte, il tuo schifoso assassino, per la precisione, - aggiunge con sofferta ironia, - e certo non dovrei incoraggiare chi agisce contro i miei "amici", non credi?
Silente sorride, quieto:
- Sono certo che troverai il modo...
Piton risponde con un secco sibilo di diniego.
- Severus... ti prego...
Piton serra stretti gli occhi, un lampo verde a lacerargli di nuovo l’anima.

*


Neville, riverso sul pavimento, stremato, sente le voci alterate dietro le sue spalle: la sua tortura è stata interrotta dall’arrivo di Piton che ora sta discutendo animatamente con Amycus.
- Le vacanze sono imminenti e i parenti si accorgeranno delle ferite: ti ho già detto altre volte di stare attento a quello che fai! - sibila irato il preside.
- Negagli il permesso di tornare a casa! - ringhia l’altro.
- Non posso impedire a sua nonna di venirlo a trovare e la Signora Paciock è tipo da piantare grane molto grosse se si accorge di ciò che sta accadendo nella scuola. - risponde seccato Piton, la voce sempre più maligna. - Ti ricordo che l’Oscuro Signore non vuole avere cattiva pubblicità! - conclude minaccioso mentre torna a chinarsi sul ragazzo e, con rapide mosse della bacchetta, sana le ferite che gli hanno inferto.
Non è la prima volta che quel traditore di Piton lo salva e lo cura, ma è solo per salvaguardare le apparenze della sua odiosa presidenza, proprio come ha spiegato loro la McGranitt; è per obbedire ai voleri di Voldemort, come sempre.
- Bevi! - gli intima con un sibilo sottile.
Vuole forse avvelenarlo? Neville cerca di sottrarsi, ma Piton lo forza: poche gocce e il fiato gli manca all’improvviso, poi in un istante tutto il dolore scompare.
- Coraggio, - sussurra Piton, così piano che nessun altro può sentirlo, aiutandolo a rialzarsi, - oggi hai fatto guadagnare dieci punti a Grifondoro.
Neville spalanca gli occhi, incredulo, sicuro di aver compreso male, oppure quell’assassino di Piton è impazzito; quando passa nel Salone d’Ingresso, però, l’ultimo rubino scende nella clessidra di Grifondoro.
Non capisce: è impossibile, eppure i punti sono stati assegnati.


Controantidoto (501 parole)di Helèna Velena

La Sala Professori era affollata.
Piton evitava di andarci, se poteva, ma Remus Lupin gli aveva dato appuntamento con urgenza, e l’aveva detto a tutti perché passassero parola al Potion Master il prima possibile.
Mentre Severus varcava la soglia gli sembrò di entrare in una specie di trappola.
"Senti, a proposito di quella pozione che mi prepari..." attaccò Lupin sottovoce, giocherellando sovrappensiero con un’ampolla riempita di un liquido rossastro.
Non mi sembra il caso... di divulgare certe cose..." reagì Piton come se alla sua stizza avessero applicato la sordina. "Non vorrei ritrovarmi a confezionare pozioni per ogni stupido disturbo paventato dai colleghi..."
Recuperò la sua misura e aggiunse: "è un favore che faccio solo a te, per motivi precisi, per motivi gravi..."
"Non è questo, Severus."
Lupin si rigirò l’ampolla fra le mani, poi la diede a Piton.
"Harry si è messo in testa che mi stai avvelenando, e mi ha confezionato questa!"
Il Potion Master non ci mise granché a capire di ritrovarsi fra le mani il miglior Antidoto Potentissimus che uno studente del terzo anno avesse mai realizzato.
"Come ti sembra?" lo incalzò Lupin, a voce alta. Tutti i professori si voltarono incuriositi.
"Praticamente... perfetta..." ammise Piton a denti stretti. "Anche se..."
"Oh, ma insomma, Piton", si intromise Filius Vitious mettendo le mani minuscole sull’ampolla, appropriandosi della pozione. "Lo capisco persino io, ad occhio, che il Potentissimus è proprio come dovrebbe essere!"
La boccetta di vetro passò di professore in professore, e tutti convennero sulle sue sorprendenti qualità.
"Un simile impegno merita una ricompensa", decretò Minerva McGranitt, mentre la totalità dei colleghi rilanciava sul punteggio che Piton avrebbe dovuto assegnare al Grifondoro, per quella specie di miracolo.
Il Professore di Pozioni si ritrovò all’angolo, inchiodato fra la rabbia impotente e il disgusto. Non avrebbe mai pensato di pronunciare le parole che seguirono per sua libera scelta.
Ma di scelta non ne aveva.
"Dieci... punti... al Grifondoro... maledizione..."
Le budella rovesciate si contorcevano, non si rassegnavano, poi la mente acuta benché sopraffatta fece il necessario collegamento.
Era sicuro di aver trovato una contromossa, il suo personale antidoto alla situazione.
L’ingrediente principale di qualsiasi rimedio ai veleni consisteva immancabilmente in un Bezoar. Non poteva essere un caso che gliene fosse appena sparito uno dalla sua scorta personale...
"Minerva..." sibilò dunque Piton, col ritrovato sorrisetto sprezzante e l’aria sibillina di un rettile. "Cosa faresti se io potessi dimostrare che Potter è solo un ignobile ladro... e che ha osato sottrarre qualcosa dalle mie stanze nei sotterranei?"
Minerva McGranitt impallidì visibilmente.
"Non lo potrei ignorare, ovviamente", rispose balbettando incerta. "Se venisse addirittura dimostrato un furto, io... dovrei togliere almeno duecento punti alla mia Casa..."
Severus Piton affilò avidamente gli occhi, squadrò ad uno ad uno tutti i professori, ormai sicuro del fatto suo.
"Bene, allora..." disse piano, animato da inaspettata soddisfazione. "... Lo dimostrerò!"
Quel mentecatto di Potter si muove sempre grossolanamente, pensava, avrà lasciato tracce di sicuro...
Piton sorrise compiaciuto. Per quel giorno aveva da fare, oh, se aveva da fare...



Il Billywig (502 parole)di Ale85LeoSign

Ron era stufo. Quella mattina Difesa Contro le Arti Oscure non passava più e
Piton aveva pensato bene di dare come compito il riassunto, in un rotolo di pergamena, dell’intero capitolo su *Billywig e Creature Oscure volanti. La sola idea gli metteva sonno.
Dopo un quarto di riassunto, iniziò a sbadigliare. Per un po' stette a guardare Hermione, finché il modo in cui l'amica si applicava nello studio lo irritò.
"Secchia." Sussurrò, ma Hermione lo ignorò e continuò a scrivere.
Dopo un po' gli venne un'idea.
Sbirciò la classe.
Piton stava segnando le pagine da riassumere alla lavagna mentre, alle sue spalle, tutte le teste erano studiosamente chine sui libri mentre le piume si muovevano svogliate sulle pergamene.
Ron si schiarì la gola e cominciò a ronzare. La mano del professor Piton esitò un attimo mentre scriveva sulla lavagna, ma poi proseguì ferma.
Dopo un attimo una ragazza dei primi banchi iniziò ad agitarsi inquieta nel banco, sbirciando furtiva qui e là, come se ci fosse veramente stato un vero Billywig in giro per la classe.
Era una buona imitazione: abbassando e alzando il volume, Ron produceva l'effetto del Billywig che ronzava per l'aula. Era curioso di vedere se qualcuno sarebbe schizzato fuori dal banco per sfuggire all'insetto e incappare in qualcosa di molto più pericoloso.
Il professor Piton finì di scrivere e si voltò per affrontare la classe.
Ron non commise l'errore di smettere, ma concesse all'insetto di volare ancora un po' prima di posarsi.
Il professor Piton abbandonò la predella e percorse la fila di banchi più lontana da Ron. Una o due volte si fermò per controllare il lavoro degli altri ragazzi.
Raggiunse il fondo dell’aula e si spostò nella fila di Ron.
Il ragazzo abbassò lo sguardo non appena Piton si mosse.
Passò lentamente di fianco alla fila di banchi e Ron finse di scrivere, riprendendo il riassunto che aveva piantato a metà.
"Disponete già di un libro di testo, signorina Granger. Non è necessario redigerne un secondo." Disse con una tediata nota di sarcasmo "Usa ciò che hai." Le indicò un punto del libro con un dito sottile "L’esibizionismo nell’applicazione scolastica è riprovevole come quello di un comportamento idiota, non trovi?"
"Sì, signore." Rispose in fretta, senza alzare gli occhi dal libro.
Non disse altro: Ron rise di sottecchi, e guardò la schiena del professore con una nuova baldanza mentre tornava alla cattedra.
Riprese a ronzare ma subito qualcosa si abbatté contro la sua testa, facendogli vedere un mucchio di girandole colorate.
Ron sobbalzò mentre il rumore della percossa vibrava sonoramente nel silenzio dell’aula.
Quando si voltò, sorpreso e dolorante, Hermione posò il libro sul banco e andò a consegnare il riassunto. "10 punti a Grifondoro." Dichiarò Piton al momento della consegna dei compiti, un attimo dopo che Hermione ebbe consegnato la sua pergamena "Mi auguro che la lezione sia servita a tutti."
Ron, perplesso, si affrettò a riporre le sue cose.
"Perché mi hai colpito?" chiese a Hermione.
La ragazza sorrise.
"Avevi un Billywig sulla testa."
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*Nota: Per chi non lo sapesse i Billywig sono dei piccolissimi insetti, che volano velocissimo agitando vorticosamente le ali che hanno sulla testa. Per la loro rapiditá sono molto difficili da individuare e si notano solo quando infilzano il malcapitato di turno col loro pungiglione. Ciò provoca vertigini e levitazione. I Billywig sono molto ricercati perché i loro pungiglioni essiccati vengono usati in parecchie pozioni e si dice che, polverizzati, siano un ingrediente delle Api Frizzale



La magia di un sorriso (498 parole)di Severus Ikari

Tentare di parlare seriamente degli studenti con Albus era sempre stato come parlare ad un muro.
Anzi, il muro era ben migliore, almeno non faceva battutine idiote e non sorrideva sempre.
Cosa ben peggiore era cercare di dimostrargli quanto zucche vuote fossero i suoi adorati Grifondoro.
"Sono degli incapaci! Non si applicano minimamente! Sarebbe più semplice insegnare ad un Ungaro Spinato come prendere un tè." gli avevo detto, ma per tutta risposa aveva sorriso.
Il suo sorriso mi irrita.
"Come sei drastico, Severus, sono appena agli inizi, dagli tempo di imparare la delicata scienza e l’arte esatta delle Pozioni1." mi aveva risposto sogghignando.
Di rimando gli avevo dedicato un’alzata di sopracciglio.
Quello era troppo! Quello era veramente troppo! Si prendeva anche gioco di me. Drastico io?! Se fossi stato drastico, gli avrei fatto imparare come preparare il Distillato della Morte Vivente a quegli incapaci e poi glielo avrei fatto bere!
Nel migliore dei casi qualcuno sarebbe andato all’altro mondo: irritanti incapaci di meno.
Dopo questo interessante colloquio gli venne una bellissima idea: strampalata come sempre.
Voleva assistere alla prossima lezione, come se quello che gli dico sia polvere al vento, non si fida delle mie parole.
Assurdo.
Eccolo lì che si aggira tra i tavoli degli studenti sempre con quell’aria di chi partecipa ad un banale gioco.
Non è un gioco, sono degli incapaci!
Spero solo che se ne renda conto anche lui mentre io rimango qui a sbuffare rassegnato.
All’improvviso uno scoppio fa volare un calderone proprio nella direzione di Silente, ma il vecchio preside non fa in tempo a spostarsi del tutto che viene colpito appena dal bolide metallico che gli provoca una bruciatura sul braccio destro.
Mi avvicino per costatare l’entità della ferita e lui continua a sorridere.
Irritante.
Un’occhiata al braccio poi un’altra raggelante a Paciock: è Attila travestito da ragazzino grassoccio e incapace.
- Siamo fortunati, Severus, la nostra cara signorina Granger ha fatto un’ottima Essenza di Dittamo, non convieni anche tu?
Davvero irritante.
Mai stucchevole quanto quell’odiosa SoTuttoIo che arrossisce solo per un complimento.
Patetica.
Rispondo con un mezzo sorriso disgustato.
Devo ammettere che la ragazzina ha fatto un ottimo lavoro, ma non lo ammetterò mai davanti a nessuno.
Tre gocce bastano a curare immediatamente questa bruciatura, peccato non curino quell’insopportabile sorriso sempre presente sulle labbra di Silente.
Insopportabile.
- Credo che questa ragazza meriti un piccolo premio, non trovi, Severus?
Non sapevo che questa pozione desse simili effetti collaterali.
- Certo, signor Preside.
- E allora?
Non posso crederci! Non posso assolutamente crederci! Maledetto Albus e le sue idee balzane!
Non lo dirò mai!
Mai!
Ed ecco di nuovo il suo sorriso.
Irritante magia più efficace di un Imperius.
- 10 punti a Grifondoro. - sussurro appena.
E questo rumore cos’è? Lo sento solo io?
Ah, è solo la mia autostima che precipita in un infinito pozzo nero.
Sorridono anche loro adesso, ma non lo faranno per molto.
Pagheranno cari questi 10 punti.
Lo giuro quant’è vero che mi chiamo Severus Piton!

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1 Harry Potter e la Pietra Filosofale - Capitolo 8 - Il maestro di Pozioni.



Astuzia (455 parole)di Severia

A poche settimane dalla fine della scuola, la clessidra di Serpeverde contava quindici smeraldi in più rispetto a quella di Corvonero; Tassorosso inseguiva al terzo posto con un maggiore distacco, mentre Grifondoro languiva in fondo alla classifica per il fatto che qualche notte prima, Harry Potter, Ron Weasley ed Hermione Granger si erano fatti scoprire dalla professoressa McGranitt in giro per la scuola, di notte: aiutare Hagrid a liberarsi del drago Norberto, era costato ben centocinquanta punti ai tre ragazzi. L’assegnazione della Coppa delle Case era ancora molto incerta e tutti gli studenti, in particolare quelli di Serpeverde e Corvonero, si stavano impegnando al massimo per guadagnare più punti possibile.

Severus Piton varcò il portone d’ingresso a passo svelto, inseguito dalla professoressa McGranitt che teneva un braccio intorno alle spalle di un particolarmente pallido Neville Paciock.
"Severus, non riesco a credere che tu non abbia preso provvedimenti nei confronti del signor Malfoy e dei suoi compari! Le loro azioni nei confronti di Paciock sono state riprovevoli: guarda quanto è spaventato questo povero ragazzo."
Severus si fermò, alzò gli occhi al cielo e si girò per affrontare la sua collega: il cipiglio della professoressa McGranitt lasciava trasparire tutto il suo disappunto.
"In qualità di direttore della Casa di Serpeverde, spetta a me il compito di decidere in che modo punire i miei studenti. Malfoy, Tiger e Goyle sono stati duramente ripresi dal sottoscritto."
"Ripresi sì, ma solo verbalmente. Non ti sembra un po’ poco, Severus?"
"Se questi signori proveranno a ripetere azioni simili, incorreranno sicuramente in una punizione più pesante. Te lo posso assicurare, Minerva."
Severus fece per incamminarsi di nuovo verso i suoi sotterranei, ma la professoressa non aveva ancora finito: "E non credi che avresti dovuto togliere loro diversi punti? Almeno venti a testa."
"Non l’ho ritenuto necessario." Il tono stizzito di Piton non intimorì la McGranitt.
"Hai paura di perdere la Coppa, Severus? Questo tipo di cose non dovrebbe influire sul nostro ruolo di insegnanti e di educatori nei confronti degli studenti di questa scuola. Hai il dovere, ripeto il dovere, di prendere dei provvedimenti adeguati."
Severus Piton capì di non avere scampo: Minerva McGranitt non si sarebbe arresa e non sarebbe stata contenta fino a quando lui non avesse affrontato la situazione in maniera maggiormente consona. Togliere sessanta punti a Serpeverde era, però, impensabile. Severus Piton si prese qualche secondo per riflettere.
"Hai ragione, Minerva," disse infine, rivolgendosi alla sua collega con un sorriso beffardo. "Bisogna prendere dei provvedimenti. Quindi: per il coraggio dimostrato nell’affrontare una situazione avversa, assegno dieci punti a Paciock."

Minerva McGranitt rimase immobile, con un’espressione sbigottita, mentre Neville Paciock, accennando un lieve sorriso, riacquistava lentamente colore e Severus Piton si dirigeva speditamente verso il suo ufficio, sogghignando malignamente.



La cosa giusta (500 parole)di Querthe

Il rumore di coltelli sulla buccia dei tuberi babbanamente chiamati patate riempiva l’aula di pozioni, intervallato dalle imprecazioni soffocate di Ron che tentava con successo di affettare le dita.
"Credo, signori, che nulla ci sia da spiegare ulteriormente in merito a questa così semplice pozione che anche voi avrete speranze di completare in maniera quasi accettabile." Esclamò il professor Piton sedendosi alla cattedra. "Mi aspetto dei risultati ben prima della fine della lezione, altrimenti sarò molto scontento di voi."
"Come se non lo fosse sempre." Commentò Harry sottovoce.
"Esternerebbe il suo pensiero anche ai suoi colleghi, signor Potter?"
"No, no, Professor Piton, ho solo tossicchiato..."
"Squittito, forse è il termine più adatto." Ridacchiò alcuni calderoni più indietro Draco, intento ad osservare Tiger e Goyle pelare le patate anche per lui, una piccola collezione di bucce vicino, sul tavolo, pronte per essere lanciate contro la vittima sacrificale del giorno, Paciok.
I due scagnozzi risero sguaiatamente per un paio di secondi, subito zittiti dalla frustata dello sguardo del professore.
Pochi minuti dopo, l’attacco alla testa e alla schiena del Grifondoro, iniziò impietoso, con sommo divertimento del Serpeverde e dei suoi sottoposti, molto meno da parte della vittima, che rinunciò quasi immediatamente a vedere la sua brodaglia giallastra diventare un denso liquido color giallo carico, sospirando affranto, continuando comunque a pelare i tuberi e gettandone uno dentro il calderone ribollente, come da istruzioni.
"E’ perfetto come sguattero, vero? Secondo voi riesce nelle magie più semplici solo perché è imparentato con qualche sottospecie di elfo domestico?"
"Sì, ma da tanto è stupido, forse ha parenti anche negli gnomi..." rispose Tiger, tagliando grossolanamente le sue patate sbucciate e lanciandole addosso al ragazzo e nel suo calderone, facendo schizzare del liquido fumante sul pavimento e sulla sua uniforme, già comunque macchiata.
"Alla fine pulisci anche il pavimento, schiavetto?"
I tre scoppiarono di nuovo a ridere, ma lo sguardo di Piton verso di loro non era di rimprovero, quanto di stupore e di orrore allo stesso momento.
"Signori, ritengo sia più appropriato uscire ordinatamente da questa aula prima che scoppi tutto." Esclamò il professore, chiudendo il libro che stava leggendo e aprendo la porta per permettere agli studenti urlanti di scappare.
La porta si richiuse, e tutti rimasero in attesa dello scoppio.
"I colpevoli dovranno ripulire l’aula senza nessun potere magico." Decretò l’uomo, osservando due contriti Serpeverde mentre un terzo si defilava nella folla di studenti.
"Paciok! Dov’è?" gridò un Grifondoro.
La porta si aprì, senza scoppi, senza fumo.
"Signor Paciok..." iniziò furente il professore. L’aula dietro la porta era ancora perfettamente pulita. "A causa della tua disobbedienza sarò costretto..." iniziò quasi ruggendo.
"Lo so. Ma era l’unica cosa che mi è venuta in mente, professore. Mia nonna dice sempre..."
"A dover dire che a Grifondoro..." la voce si alzò, stentorea.
"Che quando la maionese impazzisce, bisogna metterci una patata, e tutto va a posto."
"Vanno dieci punti per aver evitato un’aula sporca e una lezione saltata." Sospirò, facendo cenno con la testa agli studenti di rientrare.


Riflesso (499 parole)di Eli d'E

Le esercitazioni di Difesa di quell’anno si rivelarono più ostiche del previsto. L’aula era divenuta un campo di battaglia a causa della mancanza di controllo nella formulazione non verbale degli incantesimi. Drappi e mobilia erano danneggiati oltre l’umana sopportazione. Oltre la sua sopportazione. Vedere il suo sancta sanctorum in quelle condizioni l’irritava almeno quanto l’assenza di risultati apprezzabili.
Lo sguardo nero percorse i volti tesi ai lati della pedana.
«Quest’oggi, per non gravare sulle vostre menti già duramente provate dalla colazione, vi eserciterete nel disarmare il vostro opposto» annunciò, misurando a lenti passi le schiere di studenti. «Impiegherete l’incantesimo Expelliarmus. In forma non verbale, s’intende» ribadì, nel caso a qualcuno fosse venuto in mente di strillarlo a squarciagola.
I membri dell’ES sorrisero, sentendosi avvantaggiati dalle lezioni di Potter. Parecchi sguardi corsero all’improvvisato insegnate, che sorrideva imbarazzato al pavimento.
«Non auspico grandi risultati per questo primo tentativo. Né per i successivi. Comunque, onde stimolare le esigue capacità di cui potreste essere in possesso, assegnerò dieci punti alla casa il cui studente, per primo, avrà disarmato l’avversario che ha di fronte» annunciò Piton, scambiando un’occhiata eloquente con i baldanzosi Serpeverde.
«Procedete»
Per circa quasi un’ora le bacchette non fecero altro che agitarsi nell’aria, emettendo deboli fischi.
Da tempo Severus s’interrogava sulla maledizione di Lord Voldemort: riguardava solo la permanenza del docente alla cattedra o anche lo scarso acume degli allievi? Avrebbe spiegato molte cose.
Stava per rassegnarsi all’ennesima, infruttuosa lezione, quando un fulmine impazzito rimbalzò per la stanza. A terra giacevano Malfoy e Paciock.
«Cos’è successo?»
Il figlio del Mangiamorte si rialzò dolorante, sostenuto dai compari. In mano stringeva orgoglioso la bacchetta.
«Quell’incapace ha cercato di colpirmi, ma l’ho evitato prima che ci riuscisse» fece Draco con sussiego, spolverando sdegnoso la divisa.
Gli sguardi allora si concentrarono sullo studente a terra che si teneva la mano. La sua bacchetta era rotolata lontano, quasi all’entrata.
«Ha risposto?»
«Non spreco incantesimi con un imbecille» ribatté, attirandosi le ire dei rosso-oro.
Severus alzò gli occhi dal fagotto mugolante, portandoli per un secondo al soffitto. Si allontanò, dirigendosi alla parete dov’era appeso quel che restava di uno specchio. Una ragnatela di schegge era aggrappata per miracolo al supporto. Il centro delle crepe era sulla linea di tiro del Grifondoro. Un inetto su tutti i fronti, dotato di una discreta forza, bisognava ammetterlo.
«Sfuggendo dalla traiettoria dell’incantesimo, signor Malfoy, ha lasciato scoperto questo sventurato oggetto che ha l’unica colpa d’aver sostituito la sua immagine con un'altra. Quella di una persona armata e pronta a colpire. Quindi, tecnicamente, il signor Paciock ha disarmato l’avversario che lo fronteggiava» spiegò Piton.
«Non vorrà assegnargli i punti!? Quell’idiota si è disarmato da solo!» sbraitò Draco, indignato.
Avrebbe voluto rispondergli che non c’era peggiore avversario di sé stessi, che sconfiggere l’oscurità che si aveva dentro era la prova più ardua, che guardare la faccia nascosta dietro la maschera poteva essere ben più orribile che indossarne una, ma dubitava che il borioso Purosangue potesse capire.
«Dieci punti a Grifondoro» sbuffò stizzito.



Colpo di genio (493 parole)di Ele Snapey

Avanzò a grandi passi fino al calderone di Paciock, il volto deformato da un’espressione glaciale di furia repressa.
Neville incassò la testa tra le spalle, fissando terrorizzato la nube nera di tempesta con le sembianze del professore di Pozioni, che incedeva rapida verso di lui.
Era stoicamente pronto a tutto.
Quella melma dal colore giallognolo tendente al grigio, che avrebbe dovuto rappresentare la conclusione della sua Pozione Soporifera, e che sobbolliva quieta e pericolosa nel pentolone, pareva di tutto fuorché un filtro magico.
L’intruglio malefico emanava un odore nauseabondo e l’insegnante lo guardò come si osserva una caccola di mosca sul dessert, prima di trafiggere lo studente con la stessa espressione negli occhi.
- Signor Paciock, allora, sapresti descrivere a me e ai tuoi compagni quale procedimento stavolta ti ha portato alla realizzazione di questo esperimento patetico, secondo i tuoi parametri? - sibilò, mentre gli occhi neri scintillavano di maligna soddisfazione.
Hermione sospirò rassegnata dal banco accanto. Ogni sforzo per aiutare il ragazzo era stato vano.
Neville Paciock provò a balbettare qualcosa, ma fu subito interrotto dalla replica asciutta dell’insegnante e, contemporaneamente, da un piccolo botto proveniente dalla mistura che si era risvegliata come lava di vulcano, e si era decisa a passare dal torpore all'ebollizione.
Successe tutto in un attimo. Come il professore aprì bocca per zittire lo studente, uno schizzo partì dal pentolone, centrandola con precisione millimetrica.
Piton, colto di sorpresa, fu costretto suo malgrado a deglutire l’assaggio; il volto gli si contorse in una smorfia disgustata, sotto gli occhi della classe che tratteneva il respiro inorridita, immaginando le conseguenze più terribili.
La pozione di Neville, per quanto ne sapevano, avrebbe perfino potuto trasformarlo in un pesce a quattro zampe!
In effetti, dopo qualche istante, l’espressione dell’insegnante mutò ma, fra lo stupore generale, virò da schifato ad una sorta di benevolo consenso verso Paciock. Lo sguardo perse la sua austerità e la bocca si ammorbidì.
La scolaresca però continuò a rimanere con il fiato sospeso, destabilizzata dall’evento miracoloso.
Severus allungò la mano verso Neville, mentre questi si ritraeva di scatto convinto che il professore gliela avrebbe serrata attorno alla gola per strangolarlo; viceversa, un sorriso conciliante si allargò inaspettatamente sul volto scolpito dell’uomo, addolcendone i tratti, e la mano si posò sul capo del ragazzo ad arruffargli affettuosamente i capelli.
- Ragazzo mio, questo è davvero un colpo di genio! - ridacchiò, con un’inflessione bonaria nella voce che ricordava in modo impressionante quella del Preside, - Non mi sono mai sentito meglio... Dieci punti a Grifondoro! -
Harry, Ron, Hermione e il resto della classe si guardò incredula in faccia: Neville, erroneamente, al posto della Pozione Soporifera, aveva realizzato una potente Pozione Conciliante.
- Ehm... solo d-dieci punti, pro-professore? - azzardò coraggiosamente Paciock, approfittando subito della situazione.
- Non allarghiamoci troppo, ragazzo... in fin dei conti, per oggi può bastare! - rispose Piton in tono basso e soave, e Neville poté giurare di aver visto baluginare ancora nei suoi occhi, una scintilla di maligna soddisfazione.
 
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