Il Calderone di Severus

Le parole del cuore

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La Fata
view post Posted on 27/8/2011, 15:02 by: La Fata





Buongiorno e ben ritrovate mie adorate amiche del cuore! Dopo un lungo periodo di vacanza (anche le fate hanno bisogno di ricaricare le enrgie spese durante l'anno)trascorso sulle Colline Fatate dell'Isola che Non C'è, dove ho incontrato anche la mia collega Campanellino che vi saluta con affetto, rieccomi con gioia a voi! Riprendo il discorso da dove l'avevo lasciato e cioè alle splendide storie scritte dalla cara

MarchesadiMerteuil .

E' troppo tempo che non leggo qualcosa di romantico che mi faccia battere il cuoricino: anche le vacanze dopo un po' diventano una routine un po' noiosa, e quindi è con entusiasmo che riprendo a recensire le vostre magnifiche dediche d'amore :wub:




CITAZIONE
1 - Gli occhi si aprono nel buio della notte. L’avete sognato e le immagini sono ancora chiare nella vostra mente...


Sogno ricorrente



Come quasi ogni notte mi appari in sogno. Non faccio nulla per chiamarti, ho smesso di farmi del male, ma tu sei sempre lì: arrampicato alle pareti della mia anima, senza nessuna intenzione di andartene. Non sei gentile, non lo sei mai.
- Ancora qui? - mi apostrofi secco e infastidito. Poi sfoderi uno dei tuoi ghigni migliori.
Un movimento veloce delle tue gambe e mi ritrovo addossata alla parete calda e secca.
I tuoi occhi sono due fessure e intrappolano i miei in un vortice nero, profondo; il ghigno sempre lì, a garantirti un posto in prima fila nello spettacolo della mia capitolazione. È sempre così: anche in sogno, non vinco mai.
Ti delizia farmi annaspare nell’incertezza, sai quanto io sia indifesa se si tratta di te e giochi, ti diverti come un bambino che fa’ macabri esperimenti sulle lucertole.
E io, intanto, percepisco ogni sensazione amplificata: il muro ardente e polveroso che si appiccica ai miei vestiti, il rumore del tuo respiro così vicino e apparentemente quieto, il mio cuore che batte talmente forte che potrebbe balzarmi fuori dal petto attraverso la gola.
Ma il sogno sfuma sul tuo sorriso, diventato quasi gentile mentre mi accarezzi piano il mento, con un dito.

Magnifica la definizione che hai trovato per descrivere il pensiero fisso e ricorrente di questo lui, rude mascalzone, misterioso cavaliere dal fascino irresistibile, impossibile da scacciare dalla mente e dal cuore, perchè "arrampicato sulle pareti della mia anima!" Che similitudine efficace, capace di esprimere la disperata condanna ad una malattia che costringe anche durante il sonno a subire e soffrire l' intrusione di questa figura così forte e presente. Tormento ed estasi. Ma alla fine forse più estasi, quando colui che ti ha ammaliato sa sempre con quali gesti e sguardi farti capitolare, abbattendo le sterili difese di un cuore irrimediabilmente vulnerabile perchè deliziosamente innamorato. E una passione così intensa e romantica non può che infiammare anche il mio, anzi, i nostri cuori di fedeli lettrici, dolce Marchesa :rolleyes: ;)



CITAZIONE
3 - Un camino acceso, un indumento abbandonato sul bracciolo della poltrona, il candelabro a rischiarare l’angolo del piccolo tavolo dove è appoggiato un libro aperto...


Finalmente a casa


Ho camminato a lungo, fuori, sotto la pioggia: avevo bisogno, un assoluto e pressante bisogno di svegliarmi dal torpore che mi assillava da giorni. Sono rientrata in casa, irritata per l’inutile doccia gelata: nemmeno questo era servito.
Quando ti ho visto, però, si è tutto risolto in un istante. Eri seduto per terra, con le gambe distese e accavallate. La schiena appoggiata alla poltrona e la testa quasi impercettibilmente piegata di lato e appoggiata al sedile. Le braccia conserte ma rilassate e gli occhi socchiusi, a contemplare la fiamma che danzava nel camino (riusciresti a stare così per ore …). I capelli, più lunghi di come li ricordavo, cadevano disordinatamente sul cuscino della poltrona, creando una macchia nera simile ad una medusa sullo sfondo bianco del tessuto. La giacca nera, lasciata cadere senza riguardo sul bracciolo, stava combattendo una lenta e inesorabile guerra contro la forza di gravità.
“Sei qui”, dico, cominciando a notare il calore irradiarsi, da un punto lontano e profondo dentro di me, verso le estremità più remote del mio corpo.
“Ho realizzato che non esiste, da nessun’altra parte al mondo, un pavimento così comodo”, replichi, senza neanche voltarti, mentre un sorriso appena accennato si fa largo sulle tue labbra per poi scomparire quasi subito, lasciando un ragionevole dubbio sulla sua esistenza.
La risata sbotta, fragorosa, dalle mie labbra, giungendo dal nocciolo stesso del mio essere, e io non posso fare a meno di piegarmi in due e portarmi le mani in grembo. Quando ti volti per guardarmi, stupito, non credi ai tuoi occhi: * Lei, che non trova affatto divertente nessuna delle mie battute sarcastiche, è seriamente piegata in due dal ridere per una spiritosaggine neanche delle migliori? *, ti chiedi, rimanendo a bocca aperta di fronte allo spettacolo della mia ilarità.
Ma basta un attimo e vieni contagiato. I lineamenti del tuo viso si rilassano e il sorriso si allarga, ci ritroviamo tutti e due per terra, tremanti, tra le risa e le lacrime. Le dita delle mani si avvicinano senza che, nessuno dei due, se ne renda veramente conto.
E non potremmo non notare come le sagome dei nostri corpi, su quel pavimento, creino un disegno perfetto, ideale. Completo.

Un quadro davvero descritto alla perfezione con poche, adeguate parole, cara amica, reso piacevolmente reale e significativo dalla semplice ambientazione in cui hai deciso di far incontrare i personaggi. Che cosa sarebbe stato meglio, in questo caso, di una semplice stanza, una poltrona su cui è abbandonata la giacca e un pavimento? Nulla: hai creato una perfetta cornice per celebrare l'appassionante incontro tra due anime legate da un sentimento indissolubile, rendendolo un palcoscenico denso di emozioni, fin dal momento in cui lei entrando scopre di averlo tanto disperatamente cercato, mentre lui è lì ad aspettarla, dolcissima e agognata sorpresa alla fine di tanto inutile girovagare sotto al pioggia e il cuore le scoppia di gioia! Credo che non aggiungerò altre parole al mio commento... :wub: :wub: :wub: :wub: :wub: :wub: questi, sono molto più significativi e festosi, ed esprimono meglio le belle emozioni che mi hai regalato...



CITAZIONE
Pensare a lui vi ricorda una stagione. Quale e perché?



Mai e poi mai


Il momento in cui tutto è più solido; quando, fuori, la natura muore e la pioggia gelida copre ogni gemito.
Silenzio, sei fatto di silenzio e comprensione. Il freddo anestetizza il nostro peccato solo tentato, ci purifica.
L’attrito reciproco della nostra pelle darebbe vita ad un universo parallelo che si fa fiamma nella nostra mente. Troppo intenso sarebbe il nostro invaderci.
Non si può fare.
“Esci, stai sotto la pioggia per un po’: ti schiarirai le idee su cosa possiamo o non possiamo avere” mi dici.
“La senti l’acqua che scorre tra i tuoi capelli, che penetra nel colletto della giacca, gelida, e scende giù, giù lentamente lungo la spina dorsale? Bene: questo è ciò che posso darti” aggiungi, raggiungendomi da qualche parte, dentro la mia testa.
Sei l’inverno della passione, perché sarebbe un suicidio volere qualcos’altro.
Allo stesso tempo, solo il lontano sospetto che tu sia tutt’altro che questo mi tiene inchiodata qui, ad aspettare ciò che non arriverà mai.

Splendida la descrizione dell'attesa di qualcosa che viene sempre rimandato, non può divenire e condanna a vivere l'inverno della passione nella speranza che quel qualcosa accada. Intanto l'anima si prosciuga, è vero, vittima di un'attesa che la rende impietosamente sterile, ma si ricarica anche di un sentimento ardente, smanioso di manifestarsi e che si ciba rabbioso dell'impossibilità a compiersi. Questa attesa è comprensibilmente deleteria per quanto può far soffrire alimentando il tormento d'amore, generando una condizione di tensione tremenda, ma è allo stesso tempo stimolante, perchè il cuore non può comunque continuare a battere privato dall'attesa di riuscire a coronare un sogno d'amore, ed è così che lo stesso tormento può diventare speranza che da un momento all'altro la situazione si evolva e il sogno possa essere realizzato. Molto meglio così che un elettrocardiogramma piatto, carissima Marchesa, non trovi? ;) :lol:


CITAZIONE
10 - Se fosse un’emozione sarebbe...


Ciò che non è stato


Tutto ciò che ho di te, tutto ciò che voglio di te è il rimpianto di non averti vissuto. Tutto ciò che, adesso, potremmo essere, tutto ciò su cui continuiamo a costruire favole ancora e ancora, da lontano, è l’essenza del nostro mondo privato. Diviso in due comparti stagni e intoccabili: il mio. Il tuo.
Il rimpianto è ciò che ci spinge a tornare con la mente a quel giorno di tanti anni fa, quando tutto il futuro che ora è la nostra vita, era distante e irreale, quando pensavamo di avere tutto il tempo del mondo .
Quando hai deciso che non volevi farti sfuggire lei e, subito dopo, hai capito che era tutto sbagliato e che la felicità si era diretta altrove con le mie gambe.
Quando ho dormito nella tua casa, in un’altra stanza, mentre il tuo sudore era su di lei e la tua mente e il tuo cuore erano pieni di me.
Quando mi hai chiesto se andava tutto bene e ti ho risposto che, sì, andava tutto bene, con un sorriso sulle labbra.
Quando hai chiuso la porta lasciandomi fuori.
Quando hai capito che tutto ciò che guardavi era pieno di me e non serviva a niente chiudere una maledetta porta lasciandomi fuori, perché io ero radicata nei tuoi desideri.
Troppo tardi.
Ora sono il tuo rimpianto.
E tu il mio.

Sì, come dicevo, forse è molto meglio vivere il tormento di un amore impossibile, piuttosto che avere l'elettrocardiogramma piatto, ma qui mi pare di capire che non c'è spazio assolutamente per un barlume di speranza, ma solo per il più amaro rimpianto... sigh :( A me gli amori sfortunati fanno venire la lacrimuccia facile, adesso sei riuscita a commuovermi, diletta amica. Le scelte sbagliate si pagano sempre, peccato che quasi sempre tali scelte coinvolgano anche altre persone. Comunque lasciati dire che scrivi benissimo, hai la rara capacità di evocare le immagini contenute nelle tue storie con ottima proprietà di linguaggio ed è un gran piacere leggerti! Spero solo che anche questo sogno d'amore a cui sono state tarpate le ali, possa un domani mutarsi in una splendida fenice dalle piume dorate! E dopo questa poetica affermazione, credo mi convenga sparire per un po' dal circuito :lol: Tornerò ad occuparmi delle cose che mi riescono meglio, come ad esempio preparare un'ottima tisana tranquillizzante ai fiori di campo: piace perfino al Folletto e generalmente lo aiuta a renderlo mansueto per un po'! ;) :P

Appuntamento dunque alla prossima dedica, amiche dolcissime, e vi auguro di trascorrere un week end felice :wub:






 
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113 replies since 20/9/2010, 20:33   5129 views
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