Il Calderone di Severus

Le parole del cuore

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La Fata
view post Posted on 29/6/2011, 17:20 by: La Fata




Buongiorno deliziose amiche, eccomi di nuovo: mi riaccingo con gioia a leggere le straordinarie storie di un cuore tormentato dall'amore, e stavolta vediamo a chi tocca... Oh, un nome molto... ehm... incisivo, cara

Bloody Eagle


Vediamo che cosa mi riserverà questa nuova lettura...




CITAZIONE
1 - Gli occhi si aprono nel buio della notte. L’avete sognato e le immagini sono ancora chiare nella vostra mente...


<i

Occhi di sangue


La nebbia si addensa davanti ai miei occhi, soltanto echi lontani si odono.
Nell’aria c’è odore di sangue, così forte da darmi la nausea, da farmi girare la testa. Così forte da inebriare i miei sensi.
Cammino tra i silenzi e l’invisibile, cammino seguendo questa scia che sta accrescendo la brama in me; non riesco a trattenere la lingua nel leccare avidamente le labbra.
La nebbia si fa sempre più fitta insinuandosi tra la mia carne.
Cerco di afferrarla con una mano, ma mi sfugge tra le dita, come quella luce che si allontana sempre più oscurata da una densa coltre fosca.
Sento uno sguardo posato su di me, un oscuro sguardo affamato.
Stringo l’elsa della spada, pronta ad usarla al minimo segnale di pericolo.
Fa freddo. Lo sento penetrare nelle mie ossa, invadere i miei pensieri, come la nebbia che mi fa perdere in un intricato labirinto di morte.
Ho un compito ben preciso da svolgere e non posso permettere ad una fitta foschia di sentimenti di annebbiare completamente la mia ragione.
Serro le palpebre e per un attimo mi sembra di vederli, i tuoi occhi neri tinti di sangue, riesco a scorgere una complessa tela rossa che si espande dalle tue pupille. Quegli occhi li conosco più dei miei. Quegli occhi li amo più di qualsiasi alta cosa al mondo.
“Riuscirai a portare a termine il tuo compito?” mi aveva chiesto il Maestro.
“Sì.” avevo risposto senza pensarci.
“Lo ami?”
“Sì.” avevo ripetuto convinta più che mai della mia affermazione.
“Bene. Puoi andare.” si era limitato a dirmi.
Lo amavo, ma lo avrei ucciso.
Avrei dissipato quello sguardo relegandolo in un recesso buio della mia anima.
- Cosa sei venuta a fare? – una voce tra la nebbia.
- Ad ucciderti.
- Vorresti uccidere il Principe delle Tenebre?
- Le Tenebre non hanno padroni. La notte non è buia perché tu lo desideri. La luna si alza e il sole sorge senza che tu possa farci niente. Sei soltanto uno sguardo di sangue tra la nebbia. Sei soltanto il signore dei tuoi stolti simili che ti servono più per paura che per devozione, più per riconoscenza che per paura. No, tu non sei il Signore delle Tenebre, sei il Signore degli Stolti. Ed io ti ucciderò.
La nebbia cominciò a vorticare e ad ammassarsi intorno agli occhi di sangue, fino ad assumere la forma di un uomo, un uomo che celava un mostro.
- Vieni pure. Non mi opporrò al volere di colei che possiede la mia anima.
Il colore dei suoi occhi si fece sempre più intenso, più vivido, come fiamme che tutto bruciano.
Ed io stavo bruciando lentamente.
- Avvicinati e fai quello che devi.
Mi avvicinai per baciare le sue fredde labbra e per vedere l’ultima volta gli occhi di sangue da vicino.
Un colpo al cuore, preciso ma non mortale.
Una ferita dalla quale bere il suo sangue e addormentare per sempre quella brama che era cresciuta in me.
Si accascia al suolo e lo abbraccio.
Un altro taglio a recidere il collo e mi ritrovo a stringere per qualche istante cenere argentea, prima di sparire sospinta da una leggera brezza che sussurra il suo nome.
Mi addormento sotto la luna tinta di rosso, il rosso degli occhi di sangue.

Gridai nel buio della mia stanza.
- Va tutto bene? – mi chiese l’uomo che mi era accanto.
- Sì, tutto bene, ho solo avuto un incubo – risposi abbracciandolo più forte che potevo.
- Non preoccuparti, era soltanto un brutto sogno – cercava di calmarmi, ma non ci riusciva.
- Era così reale da farmi paura – aggiunsi aggrappandomi ancora con più energia, come se avessi paura di cadere.
Mi strinse a sé carezzandomi la schiena, guardai fuori la finestra: c’era una fitta nebbia nell’aria, non si riusciva a scorgere niente intorno.
Tra il candore di quel bianco vidi due occhi rossi, occhi di sangue.
Sorrisi.


Oh, oh... vedo che sei abbastanza, diciamo così, ossessionata dal sangue ;) nevvero mia dolce amica? Scusami la battutina impertinente, ho voluto calarmi per un attimo nello spirito burlone del Folletto anche se la cosa non mi riesce certo bene, perchè io so' Fata... ;) :lol:
Volevo semplicemente dire che questo incubo tinto di rosso sangue mi ha piuttosto impressionato, e credo che in tutta la vita, nemmeno volendo, riuscirei a farne uno simile; anzi, ti dirò, non credo si riesca nemmeno a concepirlo nel mio mondo fatato, luminoso e colorato! :unsure: . Ma è così bello il lieto fine che spezza le tenebre dell'angoscia, tra braccia sicure che riescono a scacciare le paure, che mi sono rilassata un po' anch'io, nonostante tu abbia lasciato aperto un preoccupante spiraglio di mistero attraverso la visione oltre il vetro. Brrr, che prospettiva inquietante... :cry:



CITAZIONE
3- Un camino acceso, un indumento abbandonato sul bracciolo della poltrona, il candelabro a rischiarare l’angolo del piccolo tavolo dove è appoggiato un libro aperto...


Ossessione



Si avvicina lentamente alla poltrona dove sei seduto, il corpo ancora nudo trema scosso da brividi di freddo, il camino acceso riscalda appena la stanza.
Solo divertimento e nessun coinvolgimento, questo vi eravate promessi quel giorno in quella stanza. Avevate iniziato una relazione che non sarebbe mai dovuta nascere, per nessun motivo, invece ti eri avvicinato, la volevi, lei ti voleva e tutto era cominciato.
“Sarà solo sesso” le avevi detto la prima volta, lei aveva risposto “Lo so”, guardandoti appena.
Adesso stai lì, seduto sulla tua poltrona preferita, la guardi rivestirsi.
- E’ meglio che tu vada, ora. – le intimi.
- Lo so – ti risponde come quel giorno in un soffio quasi rassegnato, ma in quell’istante ti guarda negli occhi, e tu puoi scorgere mille emozioni attraverso le sue iridi.
- La mia camicia è sotto il tuo braccio, se gentilmente me la passi, mi vesto e me ne vado – ti risponde con noncuranza, mentre s’infila i pantaloni appena raccolti da terra.
Ti guarda quasi con indifferenza seduto su quella poltrona, alzi appena gli occhi verso di lei, osservandola per qualche istante, poi le passi l’indumento.
Non riesci a capire cos’è. Amore? Odio? Lussuria? Dolore? Gelosia?
La gelosia è la tua, vero?
Impazzisci al solo pensiero che qualcun altro possa toccarla. È solamente tua, l’hai iniziata all’amore e al sesso e tremi all’idea di non essere più l’unico. Hai il diritto di essere l’unico.
La lussuria è la tua, vero?
Ne sei ossessionato, non riesci a farne e meno, è la tua droga quotidiana, ma devi trattenerti, è uno sforzo enorme per te. Anche adesso che ti è davanti, la desideri, vuoi che sia ancora tua, ancora e ancora.
Il calore proveniente dal camino le carezza la pelle; le invidi, desideri essere quelle fiamme per avvolgerti intorno al suo corpo. Sei appena stato una spira sulla sua pelle, ma non ti basta, non ne sei mai sazio.
Avere una giovane vita tra le tue braccia, ti fa tornare indietro, a quando eri uno studente che si affacciava ai piaceri della vita.
Ma non lo sei più, non sei uno studente, sei passato al di là e hai lei. Lei che, come te allora, si sta affacciando ai piaceri della vita. E tu sei il suo mentore in questo.
E la scacci via ogni volta, per questo ti odi, lo fai sperando che lei ti odi come e più di te stesso.
Speri di allontanarla per sempre da te, vero?
Ci stai riuscendo?
“No”.
Immaginavo.
Tu sei pazzo di quella ragazza. Tu sei pazzo a rischiare tutto per quella ragazza. Tu sei un pazzo che si è innamorato.
Per questo la stai mandando via.
Non per l’età. Non per tua moglie. Non per la tua posizione.
Perché la ami.
Il libro che ti hanno regalato giace aperto sul tavolino, chissà se lo stai leggendo tu o lei. Sì, lei, perché quella ragazza che ti è davanti è l’altra.
Inizia a leggere il libro nel punto in cui c’è un cartoncino rosso nel mezzo, ti guarda divertita per quelle parole, per quel libro.
- Non la lascerò.
Mentre glielo dici, la guardi negli occhi illuminati dalle fiamme, la guardi sorridere.
- Non l’ho mai preteso. – ti risponde atona, come se non le importasse, - Lascia me. – aggiunge in un soffio mentre il fuoco scoppietta sempre più forte.
- Non posso. – ti limiti a dire.
- Non puoi o non vuoi?
- Entrambe le cose.
Egoismo. Possessione. Gelosia. Soltanto tua.
- Perché non mi lasci tu? Perché non esci da questa casa e dalla mia vita?
Non sai perché le hai detto quelle parole, ti limiti a guardarla mentre si avvicina a te.
La bottiglia di vino è ancora sul tavolino dov’era il libro che adesso è tra le sue mani; prendi il bicchiere ormai vuoto, lo riempi e ne bevi il contenuto in un unico sorso. Una goccia di liquido ambrato ti rimane sulla bocca e lei si avvicina, ti osserva, il libro ormai chiuso, ancora in mano.
Non vuoi che vada via, non vuoi vedere la porta chiudersi alle sue spalle, vorresti svegliarti con lei tra le braccia.
Impossibile, lo sai.
Dovreste andare lontano, qualche giorno, ma poi? A cosa servirebbe?
Senti il suo respiro sulla tua pelle, la sua lingua umida raccoglie quella goccia.
Senti le sue labbra calde e morbide sulle tue in un bacio amaro e alcolico.
- Se solo ci riuscissi. – sussurra appena.
Si allontana dal tuo viso, si allontana da te, velocemente, senza darti il tempo di replicare se ne va, lasciandoti solo con i tuoi pensieri, con il vino in una mano e il libro nell’altra, con le fiamme del camino che si fanno sempre più flebili.
L’hai vista.
Hai visto una lacrima scenderle lungo il viso.
Apri il libro e continui a leggerlo, parole che descrivono bene la tua situazione, leggi aspettando domani, aspettando di vederla di nuovo.

Che straordinario incontro d'amore, :wub: una relazione proibita che proprio per questo motivo è più dolorosa e vissuta di un qualsiasi altro banale rapporto. Leggo nelle parole che hai espresso un coinvolgimento palpitante, attraverso cui riesci a descrivere perfettamente la situazione in atto, e la tua strategia narrativa è capace di trascinare in modo altrettanto appassionante il lettore, in un affascinante giro vizioso di sentimenti celati e non rivelati ma espressi efficacemente dagli sguardi e dai pensieri che corrono tra i due, come elettricità nell'aria. Io questi entusiasmi in teoria non potrei esprimerli... se la Regina delle Fate venisse a sapere che leggo e mi infervoro per storie che parlano di relazioni clandestine basate principalmente sul sesso, mi toglierebbe il patentino di Fata del Cuore :unsure: Sssst... facciamo in modo che nessuno venga a saperlo, intanto sappi che la tua storia mi è piaciuta tantissimo!


CITAZIONE
4- Pensare a lui vi ricorda una stagione. Quale e perché?

Autunno


D’autunno canterò il mio amore per te,
d’autunno cadran le foglie del mio domani
che sarà lontano da te,
lontano dalla foresta che imprigiona l’anima mia,
lontano dalle lacrime di cielo
che accompagnano i miei tristi lamenti.

Ho camminato tra alberi spogli
che danzano leggeri nel vento
aprendo il buio nel mio cuore,
ho camminato pensando agli occhi tuoi tristi
di terra bagnata d’odio e d’amore,
spiraglio di ardente luce.

Ho visto i tuoi passi tra il freddo e la nebbia
che si dissipa in ogni tuo sguardo,
ho visto la pioggia d’autunno cessare d’istante
ad ogni sorriso che doni ai miei occhi ormai spenti,
lago di gelida acqua dove tutto cessa d’esistere
nell’oscura rassegnazione della fine.

Su quella panchina ricoperta di foglie
mi hai preso la gelida mano,
ed il mio cuor di fiamme d’amor ha divampato.
Ora, su quella panchina di deserto bosco
osservo il bruno manto bagnato di lacrime amare
del mio amore ormai infranto.

E qui da sola ora piango.
Piango tra le nuvole il grigio mio amore,
aspettando la pioggia d’ottobre
che porti via questo tormento verso il mare caldo,
volando lontano da me, con le rondini
che migrano portandosi dietro il mio triste sorriso.

Non più dolore né pianto in questo mio corpo,
aspetterò che le foglie cadano a terra,
battito di cuor che risorge,
aspetterò il tepore di primavera,
musica di un’anima allegra che riprende a danzare
di lieta speranza di una vita lontano da te.

Sigh, sigh, che pagina romantica! :cry: Con questi versi hai spezzato anche il mio cuoricino, oltre che il tuo... Complimenti davvero, accipicchiolina sono liriche bellissime e struggenti, mi hanno commosso soooob :stupore: e rivelato tutta la sofferenza di un animo straordinariamente sensibile, dolcissima Bloody.


CITAZIONE
6- E se doveste paragonarlo/a ad un elemento naturale, quale sarebbe?

Il vento che brucia


Sei come il vento impetuoso di una tempesta in pieno mare che ti scuote dentro, lasciando nient’altro che disordine in questo turbine di sentimenti.
Sei come la brezza che ti dona sollievo sotto un caldo sole d’estate, che ti accarezza delicata la pelle procurandoti deboli brividi.
Sei come una raffica d’autunno che non si vede, ma ne senti i rumori in lontananza, non è davanti ai tuoi occhi, non l’osservi, ma sai che c’è, senti la sua presenza dentro di te, senti il freddo che ti lascia nel cuore.
Sei la tempesta che alimenta il fuoco che hai dentro, ti brucia la carne, ti toglie il respiro, ti sospinge nel cammino verso di lui, i tuoi passi s’infiammano tra le spire di un vento che non ti lascerà mai.


Ooooh, la forza dell'elemento aria dunque, sia sotto forma di leggera brezza che di devastante tempesta, questo amore che ha il potere di avvolgere delicatamente come soffio vitale, ma anche di scuotere con energia e togliere il respiro. Che paragone stupendo. L'amore è dunque tutto questo, mia cara amica, non avresti potuto trovare parole più mirate per descrivere una forza che a volte è talmente impetuosa da lasciarti tramortita.



CITAZIONE
10 – Se fosse un’emozione sarebbe…



Gelosia


Ah la gelosia.
Questo animale selvaggio che non riesci a domare, quest’erba maligna che si insinua tra la tua carne avvelenando ogni tuo respiro che si fa irregolare quando il tuo sguardo s’impossessa di lei.
La gelosia che ti ha reso ridicolo ai suoi occhi, che ti ha reso pazzo più di quell’amore malato.
Tu sei la gelosia che ti coglie ogni volta che hai paura di perderla, quando non fai nulla per trattenerla.
Ah, ecco cos’è, è la paura.
È lei che alimenta quell’animale che si annida dentro di te, è lei che accresce quella pianta che pian piano ti succhia la vita.
Hai paura che la catena che vi unisce, si spezzi?
Hai paura che possa comporre altri anelli con un altro?
Ah la gelosia che ti sta distruggendo.
Ormai non tolleri vederla anche solo parlare con lui, la osservi mentre la stringe in un ballo e il sangue si infiamma nelle vene, vorresti allontanarla da lui e stringerla tu stesso.
Ma non puoi.
La vuoi, la desideri, la brami… la ami.
Ah la gelosia che ti ha distrutto.
Sei solo in questa stanza, solo con un bicchiere di vino ed un libro, solo con te stesso e i pensieri che vanno continuamente verso lei, verso i suoi occhi, verso il suo viso, verso il suo corpo.
Nessuna parola per te, nessun sorriso per te.
Sei solo.
Non è la gelosia, è paura di perderla.
E l’hai capito quando l’hai persa, l’hai capito nella solitudine.
Ah la gelosia che l’ha condotta di nuovo verso di te.
Adesso non sei più solo.
Ma per quanto…

Quanta sofferenza arreca il sentimento peggiore che possa nascere dall'amore. Ma quanto è impossibile arginarlo. Noi Fate siamo immuni, ovviamente, dal provarlo, perchè per esseri puri come noi la gelosia è qualcosa di irrazionale e impossibile da concepire. Ma capiamo quanto sia difficile per voi esseri umani, limitati e fallaci, cercare di evitarlo. Pare sia inattuabile il proposito di non provarne almeno un pizzico, se sei coinvolto in una passione. Il bisogno spasmodico di sapere che l'essere amato è proprietà esclusiva è sempre in agguato, così come la paura di perdere l'amato bene. Ma se anche voi esseri umani capiste quanto sia inutile covare nell'animo un mostro simile, arrivereste ad apprezzare infinitamente di più la bellezza di un amore libero da paure, la maggior parte delle volte immotivate.

E ora vi devo proprio salutare, ma vedo, dolce Bloody, che hai fatto pervenire anche altre storie! Le voglio però leggere con tutta calma in un altro momento. Tornerò al più presto, non temere, per proseguire con la lettura delle dediche che mancano; desidero commentarle con la cura e la tranquillità che meritano, perciò appuntamento al prossimo incontro, mia cara ;)
 
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113 replies since 20/9/2010, 20:33   5130 views
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