Il Calderone di Severus

Le parole del cuore

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Ida59
view post Posted on 29/4/2011, 10:38 by: Ida59
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I ♥ Severus


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Da un dolce sogno d'amore!

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Vi ricordo che il gioco si basa sull'anonimato dei partecipanti affinché si sentano pienamente liberi di esprimersi, e lo stesso vale per le identità di Fata, Folletto e Strega. Chiunque dovesse eventualmente capire qual è la persona celata sotto il nick è vivamente pregato di restare zitto.
Tutti gli utenti sono liberi di commentare le storie ed esprimere il proprio parere sulle stesse ma, per favore, non dite che non siete state voi a scriverle o che non scrivereste mai cose simili o altri giudizi negativi sull'autore delle storie: concentratevi sul contenuto delle risposte e lasciate perdere ogni commento personale sul suo autore perchè la persona celata sotto il nick ha diritto a tutto il nostro rispetto, qualunque cosa abbia scritto e in qualunque modo si sia espressa.
Provvederò personalmente a cancellare/censurare commenti che dovessero risultare irrispettosi delle persone.
Anche l'autore delle storie è libero di auto-commentarsi, stando attento a non farsi riconoscere.


Sempre scusandomi con l’autore per il ritardo con cui le inserisco, ecco altre 4 storie originali inviate da MarchesadiMerteuil .


1 - Gli occhi si aprono nel buio della notte. L’avete sognato e le immagini sono ancora chiare nella vostra mente...

flash-fic – introspettivo/drammatico - Originale


Sogno ricorrente


Come quasi ogni notte mi appari in sogno. Non faccio nulla per chiamarti, ho smesso di farmi del male, ma tu sei sempre lì: arrampicato alle pareti della mia anima, senza nessuna intenzione di andartene. Non sei gentile, non lo sei mai.
- Ancora qui? - mi apostrofi secco e infastidito. Poi sfoderi uno dei tuoi ghigni migliori.
Un movimento veloce delle tue gambe e mi ritrovo addossata alla parete calda e secca.
I tuoi occhi sono due fessure e intrappolano i miei in un vortice nero, profondo; il ghigno sempre lì, a garantirti un posto in prima fila nello spettacolo della mia capitolazione. È sempre così: anche in sogno, non vinco mai.
Ti delizia farmi annaspare nell’incertezza, sai quanto io sia indifesa se si tratta di te e giochi, ti diverti come un bambino che fa’ macabri esperimenti sulle lucertole.
E io, intanto, percepisco ogni sensazione amplificata: il muro ardente e polveroso che si appiccica ai miei vestiti, il rumore del tuo respiro così vicino e apparentemente quieto, il mio cuore che batte talmente forte che potrebbe balzarmi fuori dal petto attraverso la gola.
Ma il sogno sfuma sul tuo sorriso, diventato quasi gentile mentre mi accarezzi piano il mento, con un dito.




3 - Un camino acceso, un indumento abbandonato sul bracciolo della poltrona, il candelabro a rischiarare l’angolo del piccolo tavolo dove è appoggiato un libro aperto...

flash-fic – introspettivo/romantico - Originale


Finalmente a casa


Ho camminato a lungo, fuori, sotto la pioggia: avevo bisogno, un assoluto e pressante bisogno di svegliarmi dal torpore che mi assillava da giorni. Sono rientrata in casa, irritata per l’inutile doccia gelata: nemmeno questo era servito.
Quando ti ho visto, però, si è tutto risolto in un istante. Eri seduto per terra, con le gambe distese e accavallate. La schiena appoggiata alla poltrona e la testa quasi impercettibilmente piegata di lato e appoggiata al sedile. Le braccia conserte ma rilassate e gli occhi socchiusi, a contemplare la fiamma che danzava nel camino (riusciresti a stare così per ore …). I capelli, più lunghi di come li ricordavo, cadevano disordinatamente sul cuscino della poltrona, creando una macchia nera simile ad una medusa sullo sfondo bianco del tessuto. La giacca nera, lasciata cadere senza riguardo sul bracciolo, stava combattendo una lenta e inesorabile guerra contro la forza di gravità.
“Sei qui”, dico, cominciando a notare il calore irradiarsi, da un punto lontano e profondo dentro di me, verso le estremità più remote del mio corpo.
“Ho realizzato che non esiste, da nessun’altra parte al mondo, un pavimento così comodo”, replichi, senza neanche voltarti, mentre un sorriso appena accennato si fa largo sulle tue labbra per poi scomparire quasi subito, lasciando un ragionevole dubbio sulla sua esistenza.
La risata sbotta, fragorosa, dalle mie labbra, giungendo dal nocciolo stesso del mio essere, e io non posso fare a meno di piegarmi in due e portarmi le mani in grembo. Quando ti volti per guardarmi, stupito, non credi ai tuoi occhi: * Lei, che non trova affatto divertente nessuna delle mie battute sarcastiche, è seriamente piegata in due dal ridere per una spiritosaggine neanche delle migliori? *, ti chiedi, rimanendo a bocca aperta di fronte allo spettacolo della mia ilarità.
Ma basta un attimo e vieni contagiato. I lineamenti del tuo viso si rilassano e il sorriso si allarga, ci ritroviamo tutti e due per terra, tremanti, tra le risa e le lacrime. Le dita delle mani si avvicinano senza che, nessuno dei due, se ne renda veramente conto.
E non potremmo non notare come le sagome dei nostri corpi, su quel pavimento, creino un disegno perfetto, ideale. Completo.




Pensare a lui vi ricorda una stagione. Quale e perché?

flash-fic – introspettivo/romantico - Originale


Mai e poi mai


Il momento in cui tutto è più solido; quando, fuori, la natura muore e la pioggia gelida copre ogni gemito.
Silenzio, sei fatto di silenzio e comprensione. Il freddo anestetizza il nostro peccato solo tentato, ci purifica.
L’attrito reciproco della nostra pelle darebbe vita ad un universo parallelo che si fa fiamma nella nostra mente. Troppo intenso sarebbe il nostro invaderci.
Non si può fare.
“Esci, stai sotto la pioggia per un po’: ti schiarirai le idee su cosa possiamo o non possiamo avere” mi dici.
“La senti l’acqua che scorre tra i tuoi capelli, che penetra nel colletto della giacca, gelida, e scende giù, giù lentamente lungo la spina dorsale? Bene: questo è ciò che posso darti” aggiungi, raggiungendomi da qualche parte, dentro la mia testa.
Sei l’inverno della passione, perché sarebbe un suicidio volere qualcos’altro.
Allo stesso tempo, solo il lontano sospetto che tu sia tutt’altro che questo mi tiene inchiodata qui, ad aspettare ciò che non arriverà mai.




10 - Se fosse un’emozione sarebbe...


flash-fic – introspettivo/romantico - Originale


Ciò che non è stato


Tutto ciò che ho di te, tutto ciò che voglio di te è il rimpianto di non averti vissuto. Tutto ciò che, adesso, potremmo essere, tutto ciò su cui continuiamo a costruire favole ancora e ancora, da lontano, è l’essenza del nostro mondo privato. Diviso in due comparti stagni e intoccabili: il mio. Il tuo.
Il rimpianto è ciò che ci spinge a tornare con la mente a quel giorno di tanti anni fa, quando tutto il futuro che ora è la nostra vita, era distante e irreale, quando pensavamo di avere tutto il tempo del mondo .
Quando hai deciso che non volevi farti sfuggire lei e, subito dopo, hai capito che era tutto sbagliato e che la felicità si era diretta altrove con le mie gambe.
Quando ho dormito nella tua casa, in un’altra stanza, mentre il tuo sudore era su di lei e la tua mente e il tuo cuore erano pieni di me.
Quando mi hai chiesto se andava tutto bene e ti ho risposto che, sì, andava tutto bene, con un sorriso sulle labbra.
Quando hai chiuso la porta lasciandomi fuori.
Quando hai capito che tutto ciò che guardavi era pieno di me e non serviva a niente chiudere una maledetta porta lasciandomi fuori, perché io ero radicata nei tuoi desideri.
Troppo tardi.
Ora sono il tuo rimpianto.
E tu il mio.






Passo la parola a Fata, Folletto e Strega i cui commenti, dolci o pungenti che siano (e alla Strega, ma anche al Folletto, talvolta, concediamo una dose di "malignità" in più affinché possano adeguatamente svolgere il loro ruolo), devono considerarsi esclusivamente effettuati sulla storia e i suoi personaggi e non sulla persona dell'autore.
 
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113 replies since 20/9/2010, 20:33   5131 views
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