Il Calderone di Severus

Le parole del cuore

« Older   Newer »
  Share  
Ida59
view post Posted on 20/3/2011, 18:42 by: Ida59
Avatar

I ♥ Severus


Potion Master

Group:
Administrator
Posts:
55,406
Location:
Da un dolce sogno d'amore!

Status:


Vi ricordo che il gioco si basa sull'anonimato dei partecipanti affinchè si sentano pienamente liberi di esprimersi, e lo stesso vale per le identità di Fata, Folletto e Strega. Chiunque dovesse eventualmente capire qual è la persona celata sotto il nick è vivamente pregato di restare zitto.
Tutti gli utenti sono liberi di commentare le storie ed esprimere il proprio parere sulle stesse ma, per favore, non dite che non siete state voi a scriverle o che non scrivereste mai cose simili o altri giudizi negativi sull'autore delle storie: concentratevi sul contenuto delle risposte e lasciate perdere ogni commento personale sul suo autore perchè la persona celata sotto il nick ha diritto a tutto il nostro rispetto, qualunque cosa abbia scritto e in qualunque modo si sia espressa.
Provvederò personalmente a cancellare/censurare commenti che dovessero risultare irrispettosi delle persone.
Anche l'autore delle storie è libero di auto-commentarsi, stando attento a non farsi riconoscere.



Ecco le storie inviate da Cissy


3 - Un camino acceso, un indumento abbandonato sul bracciolo della poltrona, il candelabro a rischiarare l’angolo del piccolo tavolo dove è appoggiato un libro aperto...

Flash-fic- romantico/introspettivo/drammatico - fic di Harry Potter: 7° anno, Lucius/Narcissa


Negli occhi, una vita


Un fuoco freddo arde vivace nel sontuoso camino di marmo bianco, istoriato col blasone della famiglia Malfoy. Il signorile mantello di velluto blu è abbandonato con negligenza sul bracciolo di una poltrona e il bordo tocca il pavimento ricoperto dal tappeto di pregiata fattura.
Lucius è seduto sulla sua ampia poltrona di pelle, col solito altero portamento, la mano che sfiora appena le pagine del libro aperto appoggiato sull’angolo del tavolino; le fiamme delle candele del candelabro d’argento ondeggiano riverberando i lunghi capelli biondi dell’uomo che amo.
Ha gli occhi chiusi e l’aria stanca, il bel volto provato dal lungo anno di prigionia ad Azkaban. Sospira, le labbra sottili strettamente serrate, e la mano si chiude a pugno, di scatto.
Riapre gli occhi all’improvviso, cielo grigio e freddo, diamanti che hanno perso la loro luce. Non ha visto che lo osservo dalla porta della biblioteca, leggermente socchiusa.
Fissa il nulla, ora, il respiro contratto, quasi paralizzato dal gelo dei Dissennatori. Sussulta e stringe i pugni di nuovo, un’ondata di sofferenza negli occhi ora cupi e plumbei.
Ricorda il gelo oscuro di Azkaban, gli strazianti lamenti, gli orridi risucchi di felicità.
Un brivido mi percorre la schiena: non so proprio come sia riuscito a sopravvivere un anno là dentro. Forse è stata la preoccupazione per la sua famiglia a salvarlo, il timore per Draco sottoposto alla terribile prova dell’assassinio, il sapermi sola e inerme in mezzo a gente senza scrupoli. La sua infelicità l’ha protetto, la sofferenza è diventata la sua difesa.
I suoi occhi hanno un guizzo, ora, e un lampo di luce li rischiara riportandoli per un istante al loro antico splendore.
È solo un istante, poi le labbra che amo si arcuano in una piega amara, di sconfitta e delusione. Ombre cupe passano di nuovo negli occhi di mio marito, laghi ghiacciati senza speranza di disgelo: è la preoccupazione per il futuro che li anima adesso. Sa che dovrà piegarsi ancora ai voleri all’Oscuro Signore, che sarà costretto ad ospitarlo, insieme alla sua lurida schiera di Mangiamorte, proprio qui, nel suo regale maniero, nel regno finora inviolato riservato alla sua famiglia, ad un passato di gloria che non esiste più, ormai infangato dal presente.
Picchia il pugno sul libro, adirato, mentre stringe le labbra in un orgoglioso rifiuto che non può esprimere, pena la morte di chi ama.
Il libro oscilla sul bordo intarsiato del tavolino, si inclina e cade mentre le pagine si voltano nell’aria e due foglietti cadono a terra. La mano di Lucius li raccoglie veloce, mentre il libro resta abbandonato sul tappeto, le pagine piegate.
Sono le nostre foto, mia e di Draco.
Le porta sempre con sé da quando è tornato da Azkaban.
Le fissa, gli occhi spalancati, le osserva, lo sguardo che si addolcisce; le carezza, piano, con dolcezza, e le lacrime tremano sulle sue ciglia chiare.
Apro la porta di scatto e volo tra le sue braccia: non voglio che pianga ancora da solo.





4 - Pensare a lui vi ricorda una stagione. Quale e perché?

Flash-fic - romantico/introspettivo - fic di Harry Potter: 7° anno, Lucius/Narcissa


Inverno regale



L’inverno, col regale manto di brina, mi sorride algido dal suo volto dai lineamenti perfetti, alteri ed eleganti.
Vorrei toccarlo, sfiorarlo, farlo mio, ma non posso: ancora non è il momento e il rispetto delle convenzioni è essenziale per lui, talvolta anche più importante dell’amore e del desiderio.
Amore… sì, è nei suoi occhi, ardenti stelle di ghiaccio, nelle labbra sottili strette in quel sorriso sprezzante rivolto al monto intero, ma non a me, a me che ho saputo conquistare il cuore del nobile Lucius Malfoy.
La parola amore si cristallizza sulle sue labbra in acuminate sillabe che trasformano il mio nome nel suo lussurioso impero: mi sfiora piano con la punta delle dita facendomi rabbrividire, in una languida carezza di possesso, poi con un gesto lento e solenne scosta il mantello per avvolgermi con sé nel caldo e morbido velluto blu.
Alzo lo sguardo e vedo il suo volto, bello ed abbagliante come il sole crudele e tagliente dell’inverno che splende sui monti innevati.
I suoi lunghi capelli, seta sottile, fili di ghiaccio dorati dal sole, mi solleticano il viso: amo scioglierli dal prezioso fermaglio di zaffiro e immergervi le dita, avide di quel freddo calore che emana da lui, principe del ghiaccio in cui arde un appassionato fuoco. Solo per me, che sono riuscita a sciogliere il gelo del suo cuore, che ho trasformato l’unione di due giovani rampolli purosangue in un legame d’amore condiviso.
Il gelo invernale promana dal tocco elegante delle sue mani, eppure bruciano le dita affusolate sulla mia pelle mentre mi stringe a sé in un gesto che occhi superficiali scambiano per maschio possesso.
Lucius è il mio regale inverno: appare intoccabile, pena il congelamento dell’anima, eppure nei suoi occhi vi è il cielo grigio di tempesta, diamanti di ghiaccio venati d’infinito, sguardo intenso che mi fa sua davanti a tutti. Dopo tanti anni ancora arrossisco quando posa gli occhi su di me, ma non desidero altro, oggi e per sempre.
Negli anni ha ricoperto la mia pelle di gioielli preziosi, freddi cristalli di neve del suo potere, ma sono le perle iridescenti dei suoi denti che mi fanno rabbrividire in piccoli morsi, sono i suoi occhi di ghiaccio che brillano nella notte ad illuminare il mio cuore, è la sua forza decisa che mi guida e mi trascina come vento di tramontana, sì, anche verso l’oscurità di quel Marchio che ancora arde sulla sua nivea pelle.
Un bagliore glaciale nel grigio dei suoi occhi, una scintilla di preoccupazione e il nome di nostro figlio si cristallizza sulle sue labbra in un cupo sospiro: le scelte d’un tempo non hanno più importanza davanti al frutto del nostro amore, anche il tradimento è possibile per la sua salvezza.
Ma la maschera d’argenteo ghiaccio è di nuovo calata sul suo volto, l’altera freddezza si è di nuovo impossessata di Lucius Malfoy che s’inchina davanti al suo Signore, per amore della sua famiglia.





9 - Vi offrono una serata a teatro. Che spettacolo teatrale andreste a vedere con lui/lei?

One-shot - romantico/introspettivo/drammatico - fic di Harry Potter: 7° anno, Lucius/Narcissa


Melodie


La Royal Opera House è davanti a noi, con le sei possenti colonne bianche, illuminate dai riflettori, che sorreggono l’imponente frontone: solo i Babbani la chiamano ancora Covent Garden.
I nostri abiti eleganti spiccano tra quelli dei Babbani, resi perfetti dalla magia a loro preclusa; i miei gioielli sono i più preziosi e scintillano sulla mia pelle nivea.
Il palco di famiglia dei Malfoy, il numero 33 a destra, ci attende nella Donald Gordon Grand Tier (1), con i suoi velluti rossi e gli stucchi raffinati.
Questa sera c’è un Recital con i tre migliori cantanti del momento, tenore, soprano e basso, oltre ad altri cantanti per le parti minori nei duetti e terzetti; nel programma sono previste arie bellissime dalla melodia unica.
Le luci si abbassano lentamente e le prime note si liberano nell’oscurità protettiva del teatro; la realtà svanisce quando osservo mio marito, il nobile Lucius, e mi perdo nei suoi occhi, argentee scintille che riverberano la luce del palcoscenico.
Sa che lo sto osservando, lo faccio sempre e lui sa quanto mi piace annegare lo sguardo nei suoi occhi; si accomoda meglio sulla poltroncina e poi allunga discreto una mano, le dita affusolate a sfiorare appena le mie.
È la voce del basso a levarsi per prima nell’aria: un brivido mi percorre la pelle ed è il nostro amore, la nostra famiglia che va in scena sulla melodia delle note.

Il mio sangue, la vita darei
per vederlo felice, possente!...
E a’ miei voti, agli ordini miei
si opporrebbe quel cuor sconoscente?
Di dolcezza l’affetto paterno
a quest’alma sorgente non è…
Pena atroce, supplizio d’inferno
Dio sdegnato l’ha reso per me. (2)


Il Conte Walter si è macchiato le mani di sangue innocente per assicurare al figlio potere e ricchezze, così come Lucius continua ad indossare ogni notte l’argentea maschera ed impugna lo stiletto dei Mangiamorte.

L’alto retaggio non ho bramato
di mio cugino, che sol per esso!…
Ad ottenerlo, contaminato
mi son purtroppo di nero eccesso!... (3)


Chiudo gli occhi mentre Lucius mi stringe piano la mano tra le sue: amo la coraggiosa determinazione del Conte, il suo inseguire il potere ed il desiderio di trasmetterlo al figlio.
Mi perdo tra le note, di nuovo cercando l’argento degli occhi di Lucius ed incontro il suo sguardo, sempre sicuro a dispetto dei rimorsi che lo tormentano, deciso, nonostante tutte le preoccupazioni che lo attanagliano, anche se le ombre cupe di Azkaban non lo abbandonano mai: tanti anni fa ha fatto una scelta, come il conte Walter si è tinto le mani di sangue innocente, ed ora sa che non gli è permesso tornare indietro, pena la morte.
Ma nostro figlio ha fatto una scelta diversa ed un amico misericordioso è intervenuto a salvare la sua giovane anima.
Che ne sarà di Draco nella guerra che ormai si approssima inesorabile?
Stringo più forte la mano di Lucius mentre un brivido di paura mi scende lungo la schiena: che ne sarà di noi, della nostra famiglia caduta in disgrazia? Per quanto tempo ancora dovremo inchinarci davanti ad un Mezzosangue che crede di essere immortale? Per quanto tempo, ancora, Lucius dovrà piegare il proprio orgoglio, addirittura ospitandolo nella magione avita?
Fin quando sarà necessario.
Me lo ha ripetuto tante volte e ancora lo vedo nei suoi occhi mentre risponde alla mia muta domanda.
Il suo braccio mi circonda la vita e mi trae a sé, la poltroncina che scricchiola un poco mentre appoggio il capo sulla sua spalla, sospirando piano.
Chiudo gli occhi e mi abbandono al calore dell’abbraccio di mio marito, mentre la voce del soprano mi ricorda il gelo della sua mancanza, quel tremendo anno di lontananza, quando era rinchiuso ad Azkaban.

Seguo l'impulso interiore,
io non vacillo,
mi dà forza il dovere
d'un fedele amore di sposa!
O tu, per cui tutto sopportai,
possa io penetrare là
dove la malvagità ti tiene in catene,
e portarti il dolce conforto! (4)


Con un lungo sospiro mi riscuoto e riapro gli occhi, solo per fissarli nelle iridi di Lucius, rese d’argento dal riflesso delle luci di scena. Amo i suoi occhi: è lì che ho letto tutto il suo dolore, e la sua paura, ma anche il coraggio e l’orgoglio che non lo hanno mai abbandonato.

Dio! Qual buio qui!
O orribile silenzio!
Deserto è tutt'intorno a me:
nulla vive oltre a me.
O severa prova! (5)


Il seducente colore della voce tenorile mi colpisce dritto al cuore; percepisco in modo tangibile tutta la sofferenza, quasi tagliata nella carne viva, dell’aria del povero Florestan: quanto deve aver sofferto, Lucius, in quel tremendo anno in cui l’Oscuro Signore l’ha punito lasciandolo marcire tra i Dissennnatori!

Forse non sento un'aria soave,
che sussurra dolcemente?
E non s'illumina la mia tomba?
Vedo come un angelo in rosea fragranza
posarsi consolatore al mio fianco,
un angelo, Leonore, la sposa
che mi guida alla libertà nel regno dei cieli. (6)


Tremo tra le braccia di Lucius che di nuovo mi stringono a lui, il suo tocco leggero eppure deciso, rassicurante e pieno d’amore, mentre le voci del soprano e del tenore sottolineano il nostro abbraccio.

(Leonore)
Mio marito, mio marito al mio petto!
(Florestan)
Mia moglie, mia moglie al mio petto! (7)



___________________
1 - Donald Gordon Grand Tier è il miglior ordini di palchi della Royal Opera House e il n. 33 è verso il centro.
2 - Luisa Miller (G. Verdi) – Atto primo, Scena quinta. Si tratta dell’aria del Conte Walter che si duole che l’amato figlio, per il quale a suo tempo ha commesso un omicidio per assicurargli potere e ricchezze, ora non segua il suo volere e vede in questo la punizione divina per il suo crimine.

3 - Luisa Miller (G. Verdi) – Atto secondo, Scena terza. Sempre il Conte Walter, in un duetto, che ricorda l’omicidio compiuto per conquistare un ambito retaggio da trasmettere al figlio.
4 - Fidelio (Beethoven) – Atto primo, Scena sesta. La parte finale dell’aria di Leonore che, pur di ritrovare il marito (ingiustamente incarcerato), si è travestita da uomo per trovare un lavoro nel carcere dove sospetta che sia stato rinchiuso.
5 - Fidelio (Beethoven) – Atto secondo, Scena prima. Si tratta dell’’aria di Florestan, rinchiuso in un carcere sotterraneo, che apre l’atto e precede l’arrivo di Leonore nel sotterraneo.
6 - Vedi nota 5.
7 - Fidelio (Beethoven) – Atto secondo, Scena quinta. Tratto dal duetto dei due sposi che si abbracciano, finalmente liberi e felici.






10 - Se fosse un’emozione sarebbe...

Flash-fic - romantico/introspettivo/drammatico - fic di Harry Potter: 7° anno, Lucius/Narcissa


Apparenza




Il bel volto di Lucius appare algido e altero a sguardi distratti ed estranei, le labbra sottili atteggiate in una piega di costante disprezzo, il mento lievemente sollevato in quella sua connatura posa di superiorità e gli occhi come taglienti diamanti che incutono timore.
Freddezza, alterigia e perfetto controllo di sé, questo è l’uomo che amo per chi non lo conosce.
Il risultato dell’educazione che Lucius ha ricevuto, che anche a me è stata severamente impartita; è ciò che dobbiamo apparire di fronte al mondo: una coppia perfetta e regale, l’emblema della nobiltà delle casate e della purezza del nostro sangue.
Ma quando i riflettori si spengono e il sipario cala, diversa è la realtà, solo per noi due, un uomo e una donna che si amano, nonostante i loro altisonanti cognomi, e che adorano il loro unico figlio.
È svanita del tutto la freddezza dal volto di Lucius quando per la prima volta ha guardato suo figlio nella culla; le sue labbra sono morbide e calde sulle mie, languida e dolce è la punta della lingua sulla mia pelle che l’attende; c’è un amore determinato nei suoi occhi d’argento, per la sua famiglia, è pronto a tutto per proteggere la nostra dorata felicità.
Mi perdo nei suoi occhi profondi, cielo tormentato dalla responsabilità di una scelta che non ha mai potuto essere diversa, il Marchio ad incatenarlo a chi, ormai, solo riscuote il suo disprezzo.
Eppure, il mio orgoglioso Lucius ancora si inchina davanti a un Mezzosangue, il sangue puro che gli ribolle nelle vene in un impeto di impossibile ribellione, l’amore per suo figlio a imporgli di piegare il capo.
Vedo il fuoco ardere in lui, e poi il ghiaccio del dovere spegnerlo, vincolato a una scelta che non può rinnegare senza mettere in pericolo le uniche due persone che ama.
Ha cercato il potere, Lucius, e lo ha stretto con orgoglio tra le mani, insieme alla ricchezza avita, ma ha pagato un prezzo che presto si è rivelato molto più caro del previsto. Quel potere lo ha reso schiavo, proprio lui così orgoglioso e altero, di un Padrone terribile, che non conosce l’amore, che non può comprendere ciò che un uomo è disposto a fare per la sua famiglia.
Perché Lucius ama, disperatamente, anche quando in nessun modo può dimostrarlo e la maschera algida e altera copre il suo viso.




Passo la parola a Fata, Folletto e Strega i cui commenti, dolci o pungenti che siano (e alla Strega, ma anche al Folletto, talvolta, concediamo una dose di "malignità" in più affinchè possano adeguatamente svolgere il loro ruolo), devono considerarsi esclusivamente effettuati sulla storia e i suoi personaggi e non sulla persona dell'autore.
 
Web  Top
113 replies since 20/9/2010, 20:33   5131 views
  Share