Il Calderone di Severus

John Gabriel Borkman, Tanto per sapere cosa andremo a vedere a Dublino!

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Giulia Nerucci
view post Posted on 29/6/2022, 21:49 by: Giulia Nerucci
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Brivido d'inverno



Articolo in lingua originale

Una nuova produzione di un'opera rara e troppo attuale
"John Gabriel Borkman" di Ibsen


20 gennaio 2011 | NEW YORK

HENRIK IBSEN conosceva il potere stucchevole dei sontuosi salotti. I mobili pesanti e l'aria stantia, i corsetti che stringono e i costumi che soffocano: cosa c'è di più irritante? In queste prigioni accoglienti le menti non si limitano a vagare, ma corrono. Così è per "John Gabriel Borkman", la penultima opera di Ibsen, che racconta di un ex direttore di banca caduto in disgrazia che si aggira come "un lupo malato" nella gabbia della sua casa. Incarcerato per anni, ora se ne sta imbronciato nel suo studio, mentre la moglie, infuriata, si aggira al piano di sotto. L'azione si svolge in un'unica sera d'inverno in ambienti gelidi come la neve circostante.

Chiunque veda la produzione dell'Abbey Theatre, ora alla Brooklyn Academy of Music, si chiederà perché quest'opera non venga messa in scena più spesso. Non è solo perché il dramma del XIX secolo sembra attuale; riguarda un uomo presuntuoso che ha abusato del denaro altrui. Nelle mani giuste, come in questa versione diretta da James Macdonald, "John Gabriel Borkman" racconta una storia più profonda sui modi disperati in cui le persone cercano di dare un senso alla propria vita. Troppo infelici per comprendere il presente, i personaggi si aggrappano a falsi ricordi e aspettative deliranti. "I castelli in aria: è così facile rifugiarsi in essi", osservò una volta Ibsen.

L'elegante scenografia di Tom Pye mescola superfici scure e lucide con neve bianca. Il colore viene dalle interpretazioni. Il grande cast, che si avvale della nuova traduzione di Frank McGuinness, comprende Alan Rickman nel ruolo del banchiere protagonista, Fiona Shaw in quello della moglie vendicativa e Lindsay Duncan nei panni della sorella allontanata e dell'amante tradita di lei: difficilmente si può trovare un trio più feroce sul palcoscenico moderno. I ruoli difficili sfiorano il melodramma, ma questi attori trovano la loro umanità e conferiscono tensione a scene che altrimenti potrebbero sembrare troppo lunghe.

Sola e morente, Ella (una dignitosa e sobria signora Duncan) fa una visita a sorpresa alla tenuta di famiglia. Spera di convincere il nipote Erhart a tornare a vivere con lei. Ma la sorella gemella Gunhild, madre di Erhart, ha altri progetti per il giovane. Ostacolata dalla "sporca vergogna" dei crimini commessi dal marito e convinta della propria innocenza ("Come potevo sapere che non erano i suoi soldi quelli che mi aveva dato da sperperare?"), si aggrappa a Erhart nella convinzione che lui riabiliterà il nome della famiglia. Nelle mani della signora Shaw, Gunhild non è un'arpia monocorde. Zoppicando e traboccando di rabbia nociva, rende difficile guardare altrove sul palco.

Il signor Rickman è un Borkman delicatamente cupo. Abbandonato ma impenitente, passa le sue giornate a rimuginare e ad aspettare il giorno in cui sarà vendicato. Anche se non esce mai, è vestito in modo immacolato, dalla cravatta alle scarpe lucide, sempre pronto per quando i suoi colleghi di banca "vengono qui, si inginocchiano e mi pregano di tornare", dice con la sua voce color cioccolato scuro. Sedotto dal potere, ha messo da parte l'amore per Ella per creare il regno dei suoi sogni. Ora è in bancarotta e senza amore, con solo le sue illusioni a tenerlo in piedi. "Non è una cosa molto misteriosa, la felicità umana, come funziona?", chiede l'unico amico di Borkman, un umile poeta. Misteriosa davvero, soprattutto per queste anime infelici.

Edited by chiara53 - 30/6/2022, 19:40
 
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