Recensione a
Triste luogo per un ricordo felice di Ellyson
Premetto che tutte e tre i racconti di questa trilogia avrebbero meritato una recensione degna, ma dei tre questo è forse il più perfetto esempio di come sei arrivata a saper scrivere: lo fai commovendo, avvincendo e divertendo il lettore.
Leggendo questa storia ho provato la sensazione strana di ascoltare una sinfonia, con un inizio arioso, armonioso e leggero. Poi la musica segue un’evoluzione drammatica per sciogliersi in melodiosa e carezzevole armonia.
Ormai Severus non ha più segreti per te, Elly, lo racconti - o ti fai raccontare da lui? - i suoi pensieri più intimi, la parte più segreta della sua anima.
Sai cesellare i movimenti, il tono della voce e i gesti, fino ai più impercettibili: ed io lo vedo Severus, come in un film, anzi, come se fosse vivo e vero e con lui il mondo che lo circonda, così ben descritto con poche, ma sapienti pennellate, un Severus non privo della tua ironia e con un pizzico di quel sottile cinismo che ti accomuna a lui.
In questo particolare racconto il dialogo si svolge con Minerva, la
tua Minerva, rigidamente tenera e dolcemente ruvida. Uso degli ossimori per descriverla, perché è così che la sento, è così che mi appare attraverso le tue parole ed anche attraverso quelle che le fai pronunciare.
Ad un certo punto la presenza di Silente tra i due personaggi si è fatta veramente palpabile per il lettore: tu hai voluto che fosse così.
Tu hai voluto – come lo vuole Severus – che lui fosse lì e così anche Albus, con i suoi pregi e i suoi difetti, era presente, seduto accanto ai protagonisti e se la rideva delle loro parole: a volte assentiva, a volte scrollava il capo in segno di dissenso. Silenziosa e ponderosa presenza che si è insinuata, modificandola, nella vita di Severus e di Minerva e non solo.
Non è un ricordo quello che emerge dal dialogo tra i due, ma ciò che di Silente faceva: è una persona in carne ed ossa, la sua essenza vitale, la sua identità, la sua anima e la sua prevedibilità per chi lo rimpiange e lo ama.
Tra Minerva e Severus non potevi non far comparire Hermione, la
tua Hermione. Quella che ho imparato a conoscere e comprendere nelle tue storie, perché è così che avrebbe dovuto essere e diventare, da grande.
A volte ho la sensazione che l’immedesimazione di te con il personaggio ti sia diventato talmente naturale che nemmeno ti accorgi di quanto profondi e articolati e realistici siano i sentimenti e le pene che le attribuisci, che le fai provare.
Oh, lui che protegge se stesso e lei, da se stessa: impareggiabile!
Non è un gioco di parole, ma ciò che emerge dal brano qui di seguito; è solo Severus che può comprendere fino in fondo quanto dolore e paura portino con sé le notti e i sogni: la difende, la comprende e la ama anche per questi momenti di oscurità.
CITAZIONE
…gli incantesimi che aveva dovuto deviare di notte mentre lei lo guardava con lo sguardo appannato dal sonno credendolo un nemico. Era arrivato al punto di toglierle la bacchetta da sotto il cuscino quando si addormentava.
Erano cicatrici che comprendeva bene, si aiutavano a vicenda. Quei momenti bui, dove la pace sembrava solo un'infinita attesa di un altro Mago Oscuro, erano sempre più rari, ma c'erano.
La conclusione stupenda - secondo me – merita qualche commento a parte.
La delicatezza e la profondità con cui hai saputo descrivere il rapporto tra Minerva e Severus non riguarda questo specifico momento, di cui non vorrei ulteriormente spoilerare, ma riguarda tutta la loro vita.
Un mondo di emozioni trattenute e nascoste trascorre tra due personaggi granitici, nella loro rigida facciata, che esplode come un fuoco d’artificio, come una fiamma.
Il tutto è veramente tanto realisticamente tratteggiato da travolgere il lettore (io) in un’ altalena di suggestioni che vanno dalle lacrime, al sorriso, all’aperta risata.
Sei stata brava Elly, tanto brava. Lo sei in ogni tua storia e i personaggi che gestisci sono veri e sinceri come lo sei tu, un po’ scontrosi a volte, facili all’ira, con la parolaccia sulla punta della lingua, ma veri e non si può non amarli e non amarti.