CITAZIONE (Ida59 @ 30/10/2017, 20:36)
Tranquilla, non riesco a metterti nel Cavillo, ma ti aggiungo poi nel riassunto dell'ininiziativa appena l'avrai inserita.
No problem, ve benissimo così.
Trick or Treat
Autore: Ele Snapey
Tipologia: one shot
Rating: per tutti
Genere: introspettivo
Personaggi: Severus, Luna Lovegood
Riassunto: E’ la notte di Halloween. E’ l’ora in cui tutto si ammanta di mistero, e le paure tornano a galla…
Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. Il personaggio originale, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.
Sotterranei tenebrosi, oscuri e raccolti.
Gli unici suoni presenti nell’immobilità totale sono il ticchettio irregolare delle gocce di umidità che cadono da alcuni punti del soffitto, e il borbottio dell’acqua che scorre nelle tubature.
All’improvviso il silenzio viene spezzato da un tenue rumore di passi provenienti dalle scale, e da rintocchi lontani che annunciano la mezzanotte.
E’ la notte di Halloween. E’ l’ora in cui tutto si ammanta di mistero, e le paure tornano a galla.
L’atmosfera cupa di quella parte delle segrete è perfettamente intonata alla circostanza, ma a te, che percorri a qualsiasi ora quel tratto per raggiungere i tuoi alloggi, non procura alcun fastidio.
Il banchetto allestito in Sala Grande – quello a cui ogni anno sei costretto a partecipare – è appena terminato, e tu non vedi l’ora di riappropriarti della quiete della tua stanza, per concederti il meritato riposo.
Per te Halloween significa solo riandare con il pensiero a una terribile notte di parecchi anni prima. Faresti a meno volentieri di “festeggiarlo”, ma è un obbligo a cui non puoi sottrarti: Silente ci tiene sempre tanto a che tu sia presente. E forse il motivo principale è proprio perché vuole evitarti di rimanere da solo, a rimuginare su quella terribile notte di parecchi anni prima.
Sei arrivato davanti alla porta della tua camera.
Con un cenno blando della mano le ordini di aprirsi, e lei obbedisce, ruotando dolcemente sui cardini.
Entri e ti dirigi verso il piccolo mobile bar, da dove prelevi una bottiglia di buon vino Elfico.
Versi un po’ di liquido color rubino nel calice di cristallo opaco; quindi ti siedi nella comoda poltrona davanti al camino in cui brilla ancora un po’ di brace, e inizi a centellinarlo lentamente, gustandoti quel momento di piacere.
E’ il tuo rito serale. Il piccolo “vizio” che ti concedi, assieme alla lettura di qualche pagina, prima di andare a dormire.
Sai però che non è ancora finita, mentre inizi a slacciare i bottoncini della redingote, partendo dai polsi.
E infatti, qualche minuto più tardi, percepisci un lieve scalpiccio proveniente dal corridoio.
Ti avvicini alla porta e rimani in ascolto del suono soffocato di risatine trattenute, frenando la voglia impellente di spalancare la porta all’improvviso e di mettere in fuga il drappello di ragazzini mascherati da piccoli mostri armati di canestrino.
Per i più giovani è iniziata la seconda fase della festa, come da tradizione.
Mentre per gli studenti dal terzo anno in poi i festeggiamenti di Halloween proseguono nelle Sale Comuni, alle matricole è permesso, dopo il banchetto, di travestirsi e di andare in giro per il castello a rastrellare dolci.
E scendere nei Sotterranei tetri e caliginosi, spingendosi fin dietro la porta degli alloggi appartenenti al terribile insegnante di Pozioni, è da sempre considerata una prova di coraggio suprema.
Adesso sono proprio dietro l’uscio; non puoi fare a meno di ascoltarli, divertito, mentre parlottano tra loro. Quindi il più temerario alza la voce e pronuncia solennemente:
“Dolcetto o Scherzetto?”
Non aspettano mai che tu apra la porta, non vogliono correre il rischio di scoprire se tu sarai lì dietro a tutti gli effetti, pronto a dispensare scherzetti anziché dolcetti.
Li senti scappare lungo il corridoio, come ogni anno. E come ogni anno la prova di coraggio termina lì.
Sogghignando riprendi a slacciare la redingote. Scegli il libro che leggerai prima di addormentarti e stai per andare in bagno, quando, all’improvviso, ti sembra di udire due lievi colpi bussati alla porta.
Ti irrigidisci, rimanendo in attesa per qualche secondo. Infine ti convinci di esserti sbagliato, e torni ai tuoi preparativi per la notte.
Ma i colpi alla porta si ripetono, più decisi. Allora avevi sentito bene!
Vai all’ingresso, deciso a polverizzare chiunque si trovi dietro l’uscio e abbia osato superare il limite. Spalanchi il battente, scrutando il buio che gravita nel corridoio, ma non c’è nessuno.
Allora una vocina sottile e intimorita richiama la tua attenzione più in giù.
– Mi scusi se la disturbo, signore… ma mi sono persa…
Abbassi lo sguardo e la scorgi nella penombra, il visetto impiastricciato di cerone bianco su cui risaltano un paio di orbite nere disegnate attorno a grandi occhi azzurri.
Stringe tra le mani il cestino con i dolci, ma nonostante tutto appare tranquilla.
– Quando gli altri sono scappati io sono inciampata, cadendo – continua, con una vocina delicata. - E non so quale corridoio abbiano imboccato per risalire. Così mi sono persa. Può aiutarmi lei, per favore?
Incroci le braccia e la osservi dall’alto. Dietro il trucco ti sembra di riconoscere i tratti delicati di una studentessa del primo anno di Corvonero. Ma non ne sei troppo sicuro, non conosci ancora bene tutti gli studenti nuovi.
– Come ti chiami, signorina? – domandi, in tono brusco.
– Luna Lovegood, signore… - risponde con deliziosa semplicità. – Primo anno di Corvonero.
Ricordavi bene, dunque, e ti riappropri all’istante della tua inflessibile aria da professore severo.
- Come sei scesa fin qui, da qui puoi benissimo risalire, signorina Lovegood. – sbotti, deciso per prima cosa a impartire una dura lezione a quella ragazzina sventata.
Lei però ti guarda con occhi così supplichevoli e innocenti, che ti senti costretto a rinunciare al proposito.
– Quindi, secondo te, come dovrei aiutarti? – Cerchi di mantenerti freddo e distaccato, ma stavolta avverti un certo disagio.
– Pensavo avrebbe potuto riaccompagnarmi lei. – propone con incredibile candore. Ed è il colpo basso che ti spiazza. Certo, il ragionamento non fa una grinza.
Sospiri, ti riabbottoni la giacca ed esci dalla stanza, chiudendo la porta alle tue spalle con il solito blando cenno della mano.
– Andiamo, signorina Lovegood. – mormori, rassegnato, incamminandoti per il corridoio seguito dalla ragazzina. E ad un tratto senti la sua manina delicata infilarsi nella tua, e stringerla con fiducia.
Ti volti a guardarla, cercando di dissimulare la sorpresa; lei ricambia il tuo sguardo con un sorriso disarmante che ti scalda il cuore.
Salite i gradini fino ai piani superiori e raggiungete l’entrata della Sala Comune di Corvonero senza dire una sola parola; ma la sua piccola mano fiduciosa stretta nella tua vale più di qualunque discorso.
Davanti alla porta con il batacchio di bronzo ti lascia la mano, rivolgendoti un altro straordinario sorriso.
- Grazie per avermi aiutata, professor Piton! – Ti guarda, riconoscente.
- Non mi hai detto da che cosa sei travestita, signorina Lovegood. – le domandi, sperando di farle piacere interessandoti al suo costume.
- Non ricordo, signore. Ma non ha importanza. Ciò che conta è che ho trascorso una festa di Halloween veramente speciale. – risponde, e vedi il suo visetto accendersi di entusiasmo dietro allo strato di cerone.
Poi, tutta seria, fruga nel canestrino dei dolci. Ne estrae uno, quello più grosso e colorato, e te lo porge.
– Dolcetto o scherzetto? – cinguetta, sorridendo; quindi pronuncia la parola d’ordine, ti saluta con la mano e infila di corsa l’entrata della Sala Comune.
Rimani ancora a guardare la porta, stringendo in mano il dolcetto che ti ha regalato, poi riprendi la strada da dove sei venuto.
E senti il cuore un po’ più leggero adesso che ripensi già con un pizzico di nostalgia a quanto ha reso meno amaro il sapore di questa notte.
Edited by Ele Snapey - 31/10/2017, 00:20