Eccovi la seconda parte della storia per Halloween con un bannerino ispirato alla storia stessa
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Eccoti, sei di nuovo ai cancelli.
La notte adesso odora di neve.
L’odore della notte è sempre diverso e nella notte è facile cogliere le variazioni di umore del tempo.
Nelle Highlands l’inverno inizia presto, ti stringi nel mantello e rabbrividisci.
Il castello è uno splendore, con le torri illuminate e le finestre rallegrate da candelabri accesi dovunque.
Enormi zucche ridono volgari accanto all’immenso portone di quercia.
Potresti essere soddisfatto del lavoro che anche tu hai contribuito a svolgere per ricostruire Hogwarts.
Ti aspetta una lunga serata dalla quale vorresti sfuggire.
Slacci il mantello e lo abbandoni su di una sedia, all’ingresso.
Tintinnio di stoviglie, calore e risate: eccoti arrivato. La Sala Grande è un tripudio di arancio e nero addobbata per l’occasione.
Minerva ti accoglie con un rimprovero e indica per te il posto accanto al suo.
- Era ora, Severus! Dove sei stato fino adesso?
Rispondi soltanto con un cenno vago e una smorfia annoiata, mentre ti servi dal piatto dell’arrosto.
La conversazione si chiude con lo sbuffare infastidito di Minerva che ti guarda di traverso e fa spallucce.
Le tavole sono al completo e vedi Potter al tavolo dei Grifondoro ridere e scherzare con i suoi amici.
E’ bello che sia andata così.
E’ giusto che il figlio di Lily sia vivo.
È buono che la guerra non abbia ucciso anche le loro speranze.
Un’occhiata intorno te lo conferma: quello fuori posto qui sei tu.
*
La festa ormai è decollata.
Dopo cena hanno spostato i tavoli e si balla.
Nessuno fa caso a te.
Te ne puoi andare.
Prendi il mantello che avevi abbandonato sulla sedia ed esci nel freddo.
Il vento è calato e qualche fiocco di neve languido oscilla nell’aria.
Muovi qualche passo e vai verso il grande albero vicino al Lago Nero.
La tomba di Silente è di un lucido candore, sembra quasi un velo da sposa gettato con trascuratezza sul prato.
- Ciao, Albus. - Sussurrii a fior di labbra – Sono ancora qui, vedi? Un altro Halloween è passato. Tu non sei più tornato però, mi hai lasciato solo, amico mio. Tu mi capivi, o ci provavi almeno…
Alzi gli occhi e il cielo è punteggiato di piccoli granelli bianchi, cadono su di te e il nero dell’abito li fa risaltare prima che si sciolgano. Domani un manto bianco coprirà tutto il prato.
Appoggi una mano sul marmo come se potessi trarre calore e affetto da quella strana gelida carezza.
- Riposa tranquillo, amico mio. - Lo saluti.
E’ allora che ti accorgi di non essere più da solo.
Il ragazzo mormora poche parole.
- Silente manca anche a me, professore.
- Potter… - Pronunci sorpreso per quella inattesa presenza.
Non c’è bisogno di parlare, anche il ragazzo accarezza la pietra, poi ti guarda e sembra incerto se rivolgerti ancora la parola.
Così decidi di andartene per troncare quel momento di imbarazzo.
Non sei tipo da confessioni o conforto; tu sei cinico, freddo e insensibile: sei Severus Piton o quel che ne resta, almeno, dopo che i tuoi ricordi sono stati esibiti davanti a tutto il maledetto mondo magico.
Mentre stai per andartene, Potter ti si rivolge ancora.
- Professore, oggi sono stato a Godric Hollow. L’ho vista mentre si stava smaterializzando. –
Dannazione - pensi -
anche questo mancava! - Ma lui ti guarda con gli occhi verdi e gentili di lei. - Non avrebbe dovuto smaterializzarsi da solo ancora, Il San Mungo glielo ha proibito, mi sembra; potevamo andare insieme, non crede?
- No, Potter, non credo! Ma come…? - Vorresti dirgli:
ma come ti viene in mente, poi lo guardi e ti sembra di vederlo per la prima volta.
C’è davvero tanto di Lily in lui, Albus aveva ragione, non erano solo gli occhi a somigliarle, ma anche il cuore.
- Comunque, – prosegue - il giglio che le ha portato era profumato e stupendo. Lei ne sarebbe stata felice.
Accenni appena con il capo. Potter ti ha spiazzato, devi ammetterlo, non ti sta prendendo in giro.
Ti volti per andartene, mentre la neve cade più fitta, ma lui ti trattiene per la manica e tu guardi la sua mano che stringe il tuo braccio con un’aria che vorrebbe sembrare infastidita.
Il volto di Potter è stranamente serio, lo sguardo è fermo e deciso:
- Lei non è solo, Professore. Desidero che lo sappia. Lei c’è sempre stato per me, io per lei ci sarò sempre. Che lo voglia o no…
E ti sorride apertamente, affettuosamente il ragazzo, con la neve nei capelli arruffati, nel freddo di questa notte dannata e magica.
Niente sarcasmo stavolta, Severus.
Il ragazzo forse ha ragione: no, non sei solo.
E mentre te ne vai in silenzio consapevole del tuo disagio, della tua incapacità di esprimere quello che hai nel cuore, della tua rude aspra corteccia che non vuoi e non sai strappare via, vedi sulla porta Minerva che ti fa segno con la mano, ti chiama, ti cerca.
- Vieni, Severus, aspettavamo solo te per il brindisi finale. E’ quasi mezzanotte e Halloween se ne sta andando.
No, non sei solo, non lo vuoi essere mai più.
La musica, le risate, il calore e quel senso di appartenenza che ti illuminano il cuore ti strappano un tenue sorriso.
Ti avvii sottobraccio a Minerva, anche Potter ti passa accanto e sorride.
Fuori la neve copre il buio e il passato.
Edited by chiara53 - 20/10/2015, 19:21