Lonely_Kate
Titolo: L’acqua e la neve
Data: febbraio 2021.
Genere: angst, introspettivo
Tipologia: flash-fic
Rating: per tutti
Personaggi: Severus Snape
Epoca: pre HP ad Hogwarts
Pairing: Nessuno
Avvertimenti: nessuno
Riassunto: “L’inverno è utile, la neve lava via tutte le macchie “.
Note: Pubblicato per la sfida FA+FF ’Severus e le stagioni’ 2021, inverno.
Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling ed a chi ne detiene i diritti. L'immagine inserita, "The silver Doe" non appartiene a me ma a Scatharis on DeviantArt. I luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.
Gli occhi si chiudono, il sonno ti prende.
Desiderio di pace e oblio nascosti dietro le tue palpebre.
Un’ombra scura ti trascina, tirandoti le caviglie afferrate con violenza.
Uno strattone.
Le braccia si sollevano a circondare la testa, si sollevano gli avambracci a coprire il volto.
È la luce della luna che penetra il tuo sguardo timido, impaurito, il sogno dell’uomo caduto.
Ora sembra che tu sia stato colpito e, vinto, ti sia lasciato cadere, precipitare nel vuoto, nell’abisso oscuro del dubbio.
Cos’è una menzogna se non un buco nero in cui si infila l’anima abietta dell’inetto, dell’uomo che non sa vivere nella verità, nel coraggio, nell’amore del prossimo?
La tua faccia è sporca di fango, utile per coprire le macchie di sangue.
Gli occhi sono tenacemente chiusi.
Fa freddo.
Un gelo umido e stagnante ti impregna gli abiti dietro la schiena e le gambe.
Non hai più sonno.
La gola è serrata, incapace di emettere alcun suono.
In verità non vuoi più sentire urlare, neppure un urlo proveniente dalla tua stessa gola.
Ogni gemito udito è un’altra strattonata verso il basso, verso l’abisso dei ricordi, verso gli empi atti del tuo passato.
Sono un assassino.
Come ho potuto, quale sortilegio mi ha spinto a compiere quegli atti osceni e terribili? Sangue, urla e sangue.
Le mani sono sporche di fango e sangue.
La neve, finalmente.
L’inverno è utile.
La neve lava via tutte le macchie; il gelo che ti restituisce è necessario, meritato, un debole tentativo della vita di farti pagare pegno per le colpe commesse.
Ridi, una risata amara, ridicola.
Pagare?
Un po’ di freddo non potrà mai essere il giusto mezzo per espiare colpe troppo grandi, troppo brucianti.
Cosa volete che sia una lieve sensazione di intorpidimento delle mani, delle membra, del viso, a opera della candida neve, se il gelo, il freddo che mi porto dentro è nero, profondo e oscuro? Un’insondabile melma che non lava, ma macchia ancora più indelebilmente il corpo e l’anima. Non voglio aiuto, non lo merito, non per me.
Supplicare chi poi? L’ho fatto una volta e non è servito a nulla, nulla!
Voglio dormire, solo dormire. Chiudere gli occhi e, quando verrà il momento di riaprirli, non scrutare nel buio nell’inutile ricerca di uno spiraglio di luce.
Voglio svegliarmi e scoprire che era solo un sogno.
Sono ancora un bambino, ho ancora in me il germe di una vita non ancora determinata, scritta.
La speranza, il futuro, cosa sono?
Io non lo saprò mai. Neve, fango
Acqua, Innocenza.
Edited by Lonely_Kate - 12/11/2021, 19:35