| Titolo: In sospeso Autore: Anouk Data: Maggio 2021 Beta-reader: nessuno Tipologia: one-shot Rating: per tutti Genere: introspettivo Personaggi: Severus Snape Epoca: prima del 7° anno Avvertimenti: nessuno
Racconto scritto per la Sfida: "Severus e le stagioni" - Estate
Riassunto: L'estate torna sempre, con la sua capacità inesorabile di fermare le cose
Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I personaggi originali, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.
In sospeso
A Severus non piaceva l'estate, trovava non si sposasse con la sua oscura corazza. A Spinner's End il tempo si sospendeva in un limbo incolore ogni volta che vi tornava per le vacanze estive, anche se in quel frangente poteva essere se stesso. Il caldo era fastidioso ma non opprimente, il silenzio, ben noto, massiccio e presente.
Le dita affilate sbottonarono velocemente l'abito che si spense nella forma allungandosi sul letto, e senza distogliere lo sguardo dal nulla, Severus continuò a svestirsi. Ogni capo veniva adagiato lentamente col medesimo gesto misurato, quasi fosse uno studiato rituale liberatorio. La pelle bianchissima sembrò respirare senza la castigata copertura, tanto inadatta al tempo del sole. Severus portò una mano sulla fronte e, con la stessa lentezza di ogni suo movimento, scostò i capelli indietro. Chiuse gli occhi ascoltando il muto fruscio delle dita sul capo, muto… muto e impercettibile come il suo sentire. Lasciò ricadere la mano lungo il fianco, la pelle era accaldata, desiderava rinfrescarsi.
Si spostò nel piccolo bagno incurante della sua nudità, la solitudine era con lui, di certo non vi avrebbe badato. Per un breve momento, mentre miscelava l'acqua alla giusta temperatura, pensò ai piaceri della carne che gli erano stati negati, ai sussurri, ai sussulti, ai sospiri. Scacciò velocemente quei pensieri inutili, e quel senso di insoddisfazione che si faceva strada ogni qualvolta si fermava, lo colse nuovamente. La distanza col resto del mondo si faceva sempre più ampia, inutile negarlo. Le sue occupazioni a Hogwarts gli servivano per mantenere un contatto con la realtà ma non c'era evoluzione, tutto si ripeteva come un inutile susseguirsi di stagioni.
Si immerse nell'acqua appena tiepida e si concesse di rilassarsi. Col capo per metà nella vasca i rumori si fecero sordi, il battito del suo cuore rimbombava nel petto, lo scivolare tortuoso della saliva deglutita proseguì per qualche istante e i pensieri… no, i pensieri non si fermarono. Scorrevano alla rinfusa senza un senso né uno scopo: il sorriso bonario di Albus, le accortezze malcelate di Minerva, persino i grugniti di approvazione di Filch gli suggerivano che sì, qualcuno lo aveva a cuore, a modo suo. E lui ricambiava con la solita indifferenza, sottraendo la sua presenza alla quotidianità altrui appena poteva, mai pago, mai prodigo, mai presente.
Si sollevò un poco spingendosi con le gambe e aprì gli occhi. Un raggio di sole vigliacco lo colse impreparato accecandolo per un istante, d'istinto portò la mano tra il viso e quella lama di luce, schermando gli occhi disturbati. L'acqua già freddina scivolò lungo il braccio gocciolando dal gomito. Si spostò un poco rimettendosi comodo e prese ad osservare le mille particelle di polvere muoversi velocemente in quello spicchio di luce. Quella era la sua vita, lui era un tacito osservatore dell'affannarsi altrui che lo circondava senza mai abbracciarlo, conscio di essere irraggiungibile ormai.
Guardò distrattamente il suo corpo magro adagiato nell'acqua, nessuno lo avrebbe trovato piacente, pensò. Era destinato alla solitudine, a uno scopo diverso. Ma in fondo non la odiava più la solitudine, odiava solo quel dannato sentire che insistente gli sussurrava nella mente: “Come sarebbe stato, se…”.
La risposta fa più male della domanda, meglio restare in sospeso.
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