Il Calderone di Severus

Sfida n. 7 FA+FF: Severus e le Stagioni

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view post Posted on 18/12/2020, 09:21
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CITAZIONE (Ele Snapey @ 17/12/2020, 18:48) 
Avendo un po' di tempo mi sono divertita a pasticciare ancora un po', ispirata da una foto che ha trovato Gabry :P

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Ele, hai fatto benissimo a seguire l'ispirazione! Il primo piano viene esaltato dalle tonalità e dallo sfocato dello sfondo. <3
 
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view post Posted on 18/12/2020, 09:38
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Ida - Neve d'inverno

Avevo già letto questo tuo bellissimo racconto nei miei giri casuali sul forum (che tra l'altro non sarei mai più stata capace di ritrovare, ma si sa l'orientamento non è il mio forte).

Il flashback del giorno di Natale del giovane Severus nel mio immaginario era diventato parte della sua storia, perché è descritto con tale naturalezza da essere reale, e di questo ti ringrazio perché seppure momentaneo e incompleto, posso vedere dei ricordi lieti nella sua memoria, qualcosina almeno.

Ci sono delle espressioni che mi sono piaciute particolarmente, che fanno sentire la presenza e il sentire di Severus:

CITAZIONE (Ida59 @ 21/4/2017, 13:30) 
così abbassava gli occhi quando la incrociava nel corridoio, affinché la strega non potesse scorgere la sofferenza dietro le crepe della maschera di gelida indifferenza

Il suo nascondersi a Minerva ostentando sicurezza e padronanza, in antitesi con la lacerazione del suo cuore è palpabile in questa tua frase;

CITAZIONE (Ida59 @ 21/4/2017, 13:30) 
La mano di Silente si poggiò leggera sulla sua spalla mentre il sereno sorriso azzurro incrociava il nero tormento che bruciava senza pietà nei suoi occhi.

Questo semplice ma forte gesto di Silente, che ritorna anche nei ricordi di Severus, gli manca quando Albus non c'è più.
Il contatto fisico, anche se un semplice "sfiorare della spalla" è potente perché mette in comunicazione due persone in maniera inequivocabile. Spesso viene evitato perché mette a disagio. Mi piace questo porre l'attenzione su come lui rifuggisse qualsiasi gesto d'affetto per poi sentirne la mancanza, molto umano, molto vero.

e poi quel semplice:
CITAZIONE (Ida59 @ 21/4/2017, 13:30) 
- So quanto ti costa, ragazzo mio…

Silente mi fa arrabbiare, ma di certo la sapeva lunga.

Bellissimo qiuesto tuo racconto, Ida. Fa male vedere la sua sofferenza ma l'hai descritta in maniera sfaccettata ed estesa. Davvero brava.

(C'è un minuscolo errore di battitura, nel primo paragrafo, alla fine "Orami" credo volesse essere "Oramai")
 
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view post Posted on 18/12/2020, 11:25
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I ♥ Severus


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CITAZIONE (Anouk @ 18/12/2020, 09:38) 
Ida - Neve d'inverno
Avevo già letto questo tuo bellissimo racconto nei miei giri casuali sul forum (che tra l'altro non sarei mai più stata capace di ritrovare, ma si sa l'orientamento non è il mio forte).
[...]
(C'è un minuscolo errore di battitura, nel primo paragrafo, alla fine "Orami" credo volesse essere "Oramai")

Pre prima cosa, grazie per il bellissimo commento. Ora devo correggere i compiti dei miei allievi di scrittura creativa e poi me lo rileggo con calma.
Grazie anche per l'indicazione dell'errore di battitura che, maledetti loro, scappano sempre anche dopo mille controlli.

In quanto a trovare i racconti, se frequenti il forum dal cellulare è più lungo arrivarci, salvo che tu tolga la visione mobile (tre puntini verticali a destra, clicca sul cellulare con la barra trasversale rossa). In questo caso vedi la home come da pc fisso (il nostro Cavillo) e se scendi in basso, ultima riga e prima cella a sinistra, trovi il comodo banner Indice generale di Storie e Autori: clicca e trovi l'indice degli autori (ultima voce in basso dell'elenco) e l'elenco delle varie tipologie di storie. Te lo metto anche qui per comodità.

4B08hNi



Se mantieni invece la versione mobile sul cellulare, devi cliccare sulla gif di MS Forum (prima fila in alto a sinistra). Scorri la pagina per arrivare sotto la chatboard della Tana e clicca sulla prima sezione [Le storie di Magie Sinister] oppure visualizza le sue 5 sottosezioni e scegli la sottosezione [Indice autori e storie di Magie Sinister] (è la seconda). Clicca ed evidenziata in rosso trovi la dicussione Indice generale di Storie e Autori cui porta direttamente il banner qui sopra.
 
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view post Posted on 18/12/2020, 12:53
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Grazie! Che sia la volta buona che mi oriento? 🙃
 
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view post Posted on 18/12/2020, 15:04
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I ♥ Severus


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Chissà... (: (: (:
 
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view post Posted on 18/12/2020, 19:27
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Grazie, ragazze, un bacione collettivo a tutte per l'apprezzamento al banner :gruppo: :* :*
 
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Xe83
view post Posted on 18/12/2020, 21:23




CITAZIONE (Ele Snapey @ 17/12/2020, 18:48) 
Avendo un po' di tempo mi sono divertita a pasticciare ancora un po', ispirata da una foto che ha trovato Gabry :P

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Cara Ele, ti diverti a pasticciare ed escono capolavori come questo stupendo banner! 🤩 È bellissimo e sublime: spettacolare, Ele, complimenti! ❤️
 
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Xe83
view post Posted on 19/12/2020, 09:24




Titolo: Fucking Mug
Autore: Xe83
Data: 19 dicembre 2020
Beta-reader: Anouk
Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Genere: drammatico
Personaggi: Severus Snape, i Malandrini
Epoca: dicembre 1975
Avvertimenti: nessuno

Racconto scritto per la Sfida: "Severus e le stagioni" - Inverno

Riassunto: «Non vediamo arrivare la tua amica pronta a difenderti, magari ha di meglio da fare. Forse si è già dimenticata di te. Inizia a leccarti da solo le ferite».

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I personaggi originali, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.


Fucking Mug

Si fermò un attimo ad osservare la condensa scivolare lentamente lungo i vetri, poi, con un deciso movimento delle mani aprì la finestra e immediatamente avvertì un leggero brivido di freddo scendere nella maglia e incanalarsi tra i calzoni.

Gli piaceva osservare il mondo attraverso i vetri e a volte anche senza la loro mediazione, quasi sentisse il bisogno di vedere privo di lenti, in un modo più vivido e diretto. Era un'abitudine gradevole, quasi seducente, che lo seguiva da Spinner's End. Il paesaggio nel frattempo era cambiato, non vi era più l'altera sagoma della ciminiera a piantonare la cupa strada di casa. Ora i prati gelati di Hogwarts, sferzati dalla brina della notte, sussurravano tenui melodie agli arbusti inchinati con riverenza.
Lo sguardo del giovane Severus, però, non era cambiato, era lo stesso di sempre, o almeno a lui così pareva.

Si scosse e con passo veloce si avvicinò ai lavandini, scelse quello in mezzo e aprì lentamente il rubinetto. Evitò di guardarsi allo specchio, conosceva fin troppo bene il proprio viso e non ne aveva voglia di incrociare ancora lo sguardo. L’acqua gli scorreva piano sui palmi aperti, filtrava attraverso le dita e si perdeva, con un movimento circolare, nel buco del lavabo. Tirò un sospirò profondo, divaricò leggermente le gambe come a trovare una posizione più stabile, chinò il capo sul petto e si concentrò sul calore dell’acqua che fluiva tra le dita, diffondendo gradualmente una piacevole sensazione in tutto il corpo.

Udì un fruscio scomposto alle sue spalle. Non ebbe il tempo di voltarsi, avvertì una stretta intensa avvolgergli il collo.
Un tocco maldestro, violento, privo di eleganza gli fece aprire le labbra e spalancare le palpebre. L'inattesa e ferma pressione delle dita a premergli la gola lo costringeva a mantenere lo sguardo rivolto verso il basso. Con una mano cercava di liberarsi dalla presa, con l'altra provava a reggersi, aggrappandosi al bordo bagnato del lavabo, mentre le braccia iniziarono a tremare e un sudore freddo scivolò dalla fronte.

«Snivellus, hai addosso l’odore della paura, come i cuccioli quello del latte. Con il profumo del tuo terrore ci facciamo colazione».
Altre due paia di mani lo staccarono dal lavabo e lo gettarono a terra. Fu trascinato per i piedi, prono, rivolto verso il pavimento: non lo aveva mai visto così da vicino. I bordi delle piastrelle male accostate gli sfregiavano il volto, facendogli percepire tutta la loro graffiante spigolositá e le fughe erano più profonde e irregolari di quanto immaginasse.

«Non vediamo arrivare la tua amica pronta a difenderti, magari ha di meglio da fare. Forse si è già dimenticata di te. Inizia a leccarti da solo le ferite» proferirono con sarcasmo, mentre lo rialzavano da terra, rimettendolo faticosamente in piedi.

Gli bloccarono le mani dietro la schiena e aprirono la porta del bagno sbattendogli la faccia contro la maniglia di metallo, come si sfonda un battente con un ariete.
Il ragazzo emise un gemito, dischiuse appena la bocca, portò la lingua in mezzo ai denti e dalle labbra fece defluire un rigagnolo tiepido e scarlatto che gli colò sul mento.
Un colpo secco da dietro gli piegò le gambe, facendolo inginocchiare a terra, di fronte alla tazza del water.
Non riuscì a trattenere il respiro: sentì un esplosivo getto d'acqua fetida irrompere in bocca e nel naso, un'onda maleodorante che lo ripulí dal sangue e lo fece boccheggiare.
Quando riprese a rifiatare i capelli fradici si incollarono al viso e sottili rivoli trasparenti scesero lungo il collo.
«Torneremo presto, fatti trovare anche la prossima volta. Non sei un tipo loquace ma con te ci divertiamo tanto».

Lo sventurato percepí il rumore delle suole abbandonare furtivamante il bagno e disperdersi in corridoio, mentre il silenzio tornava padrone di quel luogo.
Disteso, scomposto, immobile sul pavimento, fissava il soffitto con occhi assenti, mentre il volto tumefatto iniziava lentamente a gonfiarsi.
Poi chiuse le palpebre, inumidí con la punta della lingua le labbra lacerate e cercò di respirare profondamente, sperando che l'aria potesse ossigenare e liberare i polmoni.

Fuori scendevano i primi fiocchi di neve, silenziosi, delicati. Cadevano lenti, irregolari, volteggiando misteriosi a lambire i campi, ad imbiancare gli alberi, a donare una dolce sensazione di pace. Scendevano leggiadri per tutti: per chi fugge andando di fretta, per chi medita propositi di vendetta, per chi si diletta a fare del male, per chi si ritrova ferite da curare.

Intanto la coltre bianca mutava il paesaggio in un sogno, in un miraggio, in un presagio incoraggiante e lusinghiero, portando via con sé l'ultima parte dell'anno.

▫️▫️▫️

Quando la tua Beta reader è una geniale e meravigliosa artista e ti invia una spettacolare opera d'arte dicendoti
"Era da un po' che non tiravo fuori le mie chine ma l'immagine di Severus steso a terra dopo il pestaggio non mi andava via", tu non puoi che sgranare gli occhi e urlare di gioia "cielo, che capolavoro hai creato, Anouk!".
(Grazie tesoro, grazie di cuore).
❤️

Signore e Signori,
"Bullied Severus" di Anouk

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Edited by Xe83 - 20/12/2020, 21:22
 
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view post Posted on 19/12/2020, 12:56
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GabrixSnape

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Titolo: Perduto amore
Autore/data: Gabrix1967 – dicembre 2020
Beta: (Santa) Lady Memory
Tipologia: one shot
Rating: per tutti
Genere: introspettivo, drammatico.
Personaggi: Severus Piton, Harry Potter, Ron Weasley, Albus Silente (quadro)
Pairing: nessuno
Epoca: inverno 1997
Avvertimenti: AU
Riassunto: Severus avverte che la sua missione volge ormai al termine.
Nota 1: Scritto per la Sfida n. 7 “Severus e le Stagioni : Inverno”

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I personaggi originali, ove presenti, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.

Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.


Perduto amore



“Mon amour
Mon doux, mon tendre, mon merveilleux amour
De l'aube claire jusqu'à la fin du jour
Je t'aime encore, tu sais, je t'aime”
(“Mio amore,
mio dolce, mio meraviglioso amore,
dall'alba chiara finché il giorno muore,
ti amo ancora sai, ti amo”)

La Canzone Dei Vecchi Amanti – F. Battiato

Severus spostò la cornice dalla quale il ritratto di Silente continuava a parlargli. La spada gli apparve con i suoi bagliori sanguigni. Il mago impugnò l’elsa senza esitazioni, quasi accettando il presagio che il rosso sfavillio portava con sé, e osservò la lunga lama che, scorrendogli sotto gli occhi, emergeva dal muro insieme al nome del fondatore della Casa di Grifondoro.
“Non voglio che Harry sappia che gliela stai consegnando tu, potrebbe renderlo più vulnerabile…” lo esortò il vecchio preside, mentre il quadro veniva rimesso al suo posto.
“Ho un piano. Il ragazzo non lo saprà,” lo rassicurò Severus, congedandosi velocemente e, appena fuori dal cancello della scuola, si smaterializzò per riapparire, pochi istanti più tardi, nella foresta di Dean, dove aveva saputo che Potter e i suoi amici erano diretti.

*****



Il bosco era un’enorme distesa di neve. I rami, appesantiti da spessi cuscini bianchi, pendevano verso il basso, e a tratti, il silenzio veniva interrotto dallo scricchiolio delle fronde, seguito dal rumore ovattato dei cumuli che cadevano al suolo.
Severus trovò facilmente la tenda dove i suoi ex alunni erano accampati. La sua potente magia non trovava ostacoli negli incantesimi di difesa dai quali era circondata.
Il mago immaginò che qualcuno vigilasse e, protetto dall’oscurità della notte, evocò il suo Patronus. Subito una luce argentea si sprigionò dalla bacchetta e balenò proprio davanti all’accampamento. Non ci volle molto perché Harry balzasse in piedi, brandendo la bacchetta magica.
Severus sorrise dal suo nascondiglio. “Non ha mai imparato a ponderare meglio le decisioni!” sospirò, osservando il giovane mago avventurarsi incautamente in direzione della luce che galleggiava a mezz’aria in forma di cerva, allontanandosi dalla tenda verso l’interno della foresta.
La marcia proseguì per un bel po’. Il freddo bruciava il viso e le mani più di come avrebbe potuto fare la fiamma, e il mago riusciva a indovinare lo stupore e l’incredulità del ragazzo davanti all’apparizione, ma niente gli suggeriva che potesse essere intimorito da quel fenomeno, giacché sembrava marciare fiducioso, inseguendo la misteriosa visione. E più aumentava il distacco che la cerva imponeva, più Severus percepiva la disperazione del giovane per quella lontananza. Condividevano lo stesso destino: entrambi l’avevano perduta per sempre.
Ma il mago non poteva abbandonarsi a inutili sentimentalismi. Scosse leggermente la testa, quasi quel gesto potesse allontanare i suoi pensieri. “Sciocco, se fosse stata una trappola, saresti già perduto!” rimuginò, irritato dinanzi all’immutabile impulsività del ragazzo. E quella constatazione, invece di far crescere il suo disappunto, lo placò. Negli anni aveva imparato a conoscerlo e Silente aveva dannatamente ragione: per quanto quell’aspetto del carattere lo rendesse insopportabilmente simile al padre, il ragazzo aveva la sensibilità della madre. Severus impallidì davanti all’evidenza di ciò che provava. Non avrebbe mai immaginato di poter nutrire affetto per qualcuno che somigliasse tanto a James Potter.
Finalmente arrivarono a destinazione. La cerva lanciò un ultimo sguardo benevolo al ragazzo e svanì, lasciandolo sgomento e spaurito nel cuore della foresta, incapace di abituarsi di nuovo alle fitte tenebre che lo circondavano. E infatti, dopo essersi voltato in ogni direzione, con la bacchetta tesa in avanti in posizione di difesa, finalmente consapevole del pericolo che stava correndo, Harry portò il braccio più in alto che poteva, comandando, con voce tremante per il freddo e lo spavento, un incantesimo Lumos.
Severus osservò ancora Harry che scrutava sbigottito il buio in direzione dell’apparizione ormai dissolta, voltandosi concitatamente in tutte le direzioni, con i sensi tesi per distinguere ogni possibile movimento, quasi si aspettasse un agguato. Poi, sembrò che qualcosa, dal fondo di una pozza d’acqua ghiacciata, avesse attirato la sua attenzione, e il mago seppe che ormai l’aveva vista.
La spada che Severus aveva nascosto in quel punto della foresta era stata trovata dalla persona a cui era destinata. Il mago ascoltò incredulo l’incantesimo d’appello che veniva comandato.
Come puoi solo sperare che sia così facile recuperarla?” pensò con stizza, ricordando tutti i colpi di fortuna che avevano avvantaggiato quell’insolente. Poi, però, intuì da un leggero movimento del capo di Harry che nemmeno lui aveva ritenuto possibile recuperarla così agevolmente. Ma fu quando vide che il ragazzo cominciava a spogliarsi e, incurante del freddo insopportabile, scompariva nell’acqua gelida, che provò un’incredibile vergogna per il suo pensiero. No, la vita non era stata facile neppure per lui, benché in molti si fossero prodigati per aiutarlo. Sottratto agli affetti più cari, cresciuto senza amore né misericordia e allontanato per anni persino dal ricordo di una madre che non aveva esitato un istante a sacrificare la sua vita perché il figlio le sopravvivesse.
Severus inspirò profondamente. Resistette all’impeto di andare ancora in soccorso del figlio di Lily e fu sollevato quando si accorse che qualcun altro era lì ad aiutarlo.
“Weasley, da dove arrivi?” si domandò, non contando su alcuna risposta. Osservò i due ragazzi sorreggersi a vicenda e scambiarsi qualche frase impacciata. Poi, inaspettatamente, fu Ron a impugnare la spada. La sollevò per colpire il medaglione che era stato appoggiato su una roccia, ma non ci riuscì subito. Per un tempo lunghissimo, dilatato dal freddo e da gesti concitati e inspiegabili agli occhi del mago, sembrò che il giovane dai capelli rossi lottasse contro una forza invisibile. Tante volte fu sul punto di sferrare il colpo fatale e tante desistette. Poi uno strano stridio irruppe nella notte silenziosa. Una breve fiammata verde si liberò dal prezioso monile e la quiete tornò. I ragazzi si abbracciarono, impacciati ma con convinzione, e si diressero verso la tenda.
Ecco a cosa serviva la spada,” pensò il mago mentre si smaterializzava per tornare al castello.

*****



Severus rientrò, esasperato dal freddo e dalla tensione accumulati in quella missione. Si assicurò che la sua presenza nei corridoi passasse inosservata. Da qualche mese, alle ronde di Gazza si erano aggiunte quelle dei fratelli Carrow, sempre pronti a dispensare punizioni agli studenti: non era affatto dell’umore giusto per rispondere ad eventuali domande o grassi sarcasmi. Scivolò silenziosamente nell’ufficio del preside e sprofondò intirizzito nella poltrona, sperando che il suo arrivo passasse inosservato.
Con il volto nascosto tra le mani, le dita affondate tra i capelli e i gomiti appoggiati sulla scrivania, il preside odiato da tutta la scuola rimase a godere per qualche attimo del tepore che il suo respiro, chiuso nei palmi delle mani, gli diffondeva sulle guance. Si sentiva solo, stanco e sconfortato, schiacciato dal peso delle assenze che aveva accumulato negli anni, e avrebbe dato qualunque cosa perché quel piccolo sollievo venisse dal gesto affettuoso di un altro essere umano.
Fu distratto dal brusio dei quadri intorno a sé, che ormai avevano avvertito la sua presenza.
“Oh, Severus, non ti avevo sentito arrivare!” La voce di Silente lo obbligò a voltarsi.
“Solo da qualche minuto,” mormorò il mago senza aver voglia di aggiungere altro.
“Sai che aspettavo di avere notizie. L’hai consegnata?” domandò sempre più ansioso l’antico mentore, osservando il suo interlocutore con sguardo attento.
“L’ho fatto,” rispose secco Severus, con l’animo oppresso dal pensiero della prova finale che attendeva Harry. Pur comprendendo il piano di Silente e collaborando alla sua realizzazione, il giovane preside non riusciva a nascondere il proprio malessere all’idea di essere una sua pedina e che anche il ragazzo lo fosse. Quando sarebbero stati davvero liberi?
“Sembra che io non possa sapere di più, in questo momento,” concluse il vecchio con un sorriso accomodante, richiamando su di sé l’attenzione del più giovane collega.
Severus guardò il ritratto con astio. Non vedeva forse che stava crollando? Non si accorgeva delle sofferenze che gli aveva inflitto in quasi diciotto anni? Non sapeva quanto era difficile convivere per tanto tempo con il rimorso, il rimpianto e i timori per le conseguenze dell’eventuale fallimento della missione? Poi, un pensiero arrivò a placarlo.
“Forse più tardi, ora devo andare,” mormorò distratto, alzandosi di scatto per raggiungere la porta a grandi falcate.

*****



Un brusio confuso riempì l’ufficio e i quadri cominciarono a scambiarsi osservazioni indignate.
“Non dovresti permettergli di trattarti così!” protestò Armando Dippet dalla sua cornice.
“Ho fede in lui, avrà le sue buone ragioni,” lo rabbonì Silente. E subito dopo tornò ad appoggiare le mani con le dita incrociate sul petto e socchiuse gli occhi. Come rispondendo a un ordine ineludibile, anche gli altri presidi di Hogwarts tacquero e nella stanza tornò il silenzio.

*****



Severus marciava nella neve candida con incedere impetuoso, lanciando, a intervalli regolari, incantesimi per cancellare le tracce del suo passaggio. Il mantello disegnava alle sue spalle ampie volute, gonfio di aria gelida.
I giorni che si erano susseguiti dalla morte di Silente erano stati estenuanti. Imposto da Voldemort, e per questo inviso agli altri insegnanti e agli studenti, il mago non aveva altra alternativa che perseguire, con cieca determinazione il completamento della sua missione. E questo compito ormai l’aveva privato di ogni conforto, persino quello che si procurava ritornando, appena possibile, nel suo luogo segreto.
Si smaterializzò appena giunto all’ingresso della Foresta Proibita, dietro la capanna di Hagrid, e qualche istante dopo si ritrovò in una porzione esterna del bosco, lontana dal castello e dalle dimore abituali delle creature che la abitavano, a ridosso di un profondo dirupo.
Il cielo aveva cominciato a schiarirsi e un vento freddissimo aveva cominciato a soffiare con impeto.
Finite Incantatem!” esclamò Severus, dopo aver guardato attentamente in ogni direzione, e una struttura trasparente con la cupola pentagonale si rivelò ai suoi occhi.
Da quando era ritornato a Hogwarts come insegnante, il giovane mago aveva cercato un luogo per custodire i pochi oggetti cui era legato e l’aveva individuato in quel posto remoto, dove neppure gli abitanti più strani della foresta proibita si spingevano. Aveva quindi creato quella struttura trasparente e l’aveva protetta per anni con incantesimi potenti, per poterla celare a chiunque. Nemmeno Silente ne aveva mai sospettato l’esistenza e Severus vi si rifugiava appena possibile.
Erano però trascorsi quasi sei mesi dall’ultima volta che ci era stato. I suoi compiti lo avevano assorbito completamente e non aveva avuto tempo di cercare conforto per se stesso. Il mago pronunciò la parola d’ordine e oltrepassò la soglia con un misto di inquietudine e frenesia. A prima vista, ogni cosa sembrava essere al suo posto. Il baule che aveva custodito il suo corredo scolastico, ora pieno di libri e dei rari ricordi dell’infanzia, era aperto ai piedi della vecchia poltrona che era stata di sua madre.
Ad un tratto, quasi avvertisse la presenza di una forza negativa, Severus si voltò di scatto verso il lato del burrone e sul suo volto si dipinse un’espressione di sgomento. I suoi magnifici gigli bianchi erano ormai morenti. Corse nella direzione delle fioriere: gli alti steli erano spezzati e i petali candidi erano macchiati dal polline rossastro caduto dagli stami, che disegnava nel biancore latteo chiazze simili a ferite sanguinolente. Raccolse uno dei fiori, ormai sciupato, per osservarlo più da vicino e ne fu turbato. Ancora un presagio di morte.
Al cospetto della rovina che aveva raggiunto il suo tempio dei ricordi, nonostante tutti gli incantesimi di protezione, Severus ebbe la sensazione che la magia per lui fosse sempre stata fonte di sciagura. La magia, infatti, gli aveva distrutto la famiglia, i sogni e l’intera vita, separandolo anche dalla sua migliore amica. Gli sembrò che per tutta la vita avesse inseguito ciò che continuava a danneggiarlo. Davanti a quella rivelazione, la rabbia s’impossessò del suo cuore e un demone spaventoso gli invase il petto. Tutto era stato inutile. La perseveranza negli studi aveva solo consentito a un’invincibile forza distruttiva di crescere in lui.
Il mago sollevò gli occhi al cielo, ormai arrossato dai primi bagliori del sole, e fu sopraffatto dall’incanto dello sfavillio della luce sulla neve ghiacciata, che faceva risplendere i rami. Quell’armonia innaturale, colorata di riflessi ramati, lo atterrì. Il rosso era sempre stato la sua dannazione. Rosso era il colore dei capelli della ragazza che aveva amato e perduto. Rosso era uno dei colori della Casa che accoglieva tutti i suoi più acerrimi nemici dal tempo della scuola. Sempre rosso era il colore del sangue del quale si erano macchiate le sue mani. L’alba che spingeva indietro il buio della notte, dipingendo il mondo con il colore di ogni suo rimorso e di ogni suo rancore, sembrava desiderosa di ricacciarlo nelle tenebre nelle quali era sempre vissuto.
Confrigo!” urlò Severus al culmine della disperazione, puntando la bacchetta contro la fioriera. Si udì uno schianto di vetri e le schegge volarono via nel burrone, scomparendo alla sua vista. Una violenta corrente di aria gelida s’insinuò nell’insolito santuario, travolgendo ogni cosa con la sua forza distruttiva. I vecchi libri si aprirono e le pagine cominciarono a strapparsi e a vorticare nell’aria.
Alla vista di quello scempio, Severus sentì che tutto ormai era perduto. Sempre e solo lui era stato il responsabile di ogni sua rovina. Il suo animo insorse e la rabbia lo travolse. Puntò ancora la bacchetta contro i pochi oggetti rimasti, distruggendoli insieme a ciò che era rimasto del suo tempio.
Una pioggia di cristallo cadde al suolo, investendolo. Ancora incredulo per ciò che si era compiuto, il mago non pensò a proteggersi. Le schegge lo colpirono. Il sangue colò, colorando di rosso il manto di candida neve che ricopriva il terreno.
Con i capelli e il mantello agitati dalla collera del vento gelido, Severus osservò le chiazze di sangue con distacco. Ancora un presagio di morte, l’ennesimo in quella notte infausta.
I libri e gli oggetti che un tempo gli erano stati cari affondavano nella neve insieme ai pezzi della dimora che aveva custodito gelosamente il segreto della loro esistenza. Il mago s’inginocchiò. Ormai la furia distruttiva era svanita. Rimaneva in lui solo un profondo senso di oppressione che gli accorciava il respiro. Affondò le mani nel morbido manto gelido e le tirò fuori colme di neve; in quella immerse il volto, riempiendosene la bocca. Non temeva più il freddo e, anzi, il vento che soffiava incessantemente, bruciandogli la pelle, sembrava essere l’unico elemento capace di ricordargli che era ancora vivo. Raccogliendo le sue ultime forze, si rimise in piedi. Con pochi incantesimi fece sparire le tracce della sua presenza. Ora ogni cosa era tornata al suo posto. Aver cancellato ogni oggetto che ricordava il suo passaggio terreno fece sentire Severus ancora più solo e più vuoto di quanto si fosse sentito sino a quel momento.
Ma proprio quando gli sembrò che ormai non gli fosse rimasto altro di caro da perdere, il mago vacillò sotto il peso di un dubbio angoscioso. Alle piante, orfane delle sue attenzioni, non era stata sufficiente la magia per rimanere in vita. Qualunque cosa fosse collegata a Lily non poteva sopravvivere senza amore e senza cure. Se ciò era vero, adesso che egli stesso aveva distrutto ogni ricordo del suo passato, perché il Patronus che evocava la donna che aveva immensamente amato avrebbe dovuto restargli ancora accanto?
Atterrito da quelle considerazioni, Severus fece roteare la sua bacchetta.
Expecto Patronum!” esclamò con voce rotta dal timore. E senza indugio, la luce argentea si ricompose in forma di cerva e gli si accostò.
“Allora sei ancora qui… pensavo di averti perduta per sempre,” mormorò commosso, allungando la mano verso il dorso diafano, quasi avesse potuto toccarlo.
L’animale sembrò rivolgergli uno sguardo dolce e riconoscente, poi strofinò il muso contro la sua mano e lì rimase qualche istante prima di sparire.
Severus socchiuse gli occhi per trattenere più a lungo l’emozione di quell’incontro. Poi, inspirò profondamente. Qualunque cosa fosse accaduta, sapeva di doverla affrontare. Per questo sarebbe dovuto rimanere lucido e concentrato, sino alla fine.
La luce del mattino annunciò il nuovo giorno. Una nuova prova lo attendeva ma, ora ne era certo, non l’avrebbe affrontata da solo.

Edited by Gabrix1967 - 21/12/2020, 12:24
 
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view post Posted on 19/12/2020, 14:45
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I ♥ Severus


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CITAZIONE (Anouk @ 18/12/2020, 09:38) 
Ida - Neve d'inverno

Il flashback del giorno di Natale del giovane Severus nel mio immaginario era diventato parte della sua storia, perché è descritto con tale naturalezza da essere reale, e di questo ti ringrazio perché seppure momentaneo e incompleto, posso vedere dei ricordi lieti nella sua memoria, qualcosina almeno.

Questo è davvero bellissimo: sapere che qualcosa che ho inventato e scritto io ti sembri far parte davvero della storia di Severus è una soddisfazione immensa. Grazie!

CITAZIONE
Ci sono delle espressioni che mi sono piaciute particolarmente, che fanno sentire la presenza e il sentire di Severus:
CITAZIONE (Ida59 @ 21/4/2017, 13:30) 
così abbassava gli occhi quando la incrociava nel corridoio, affinché la strega non potesse scorgere la sofferenza dietro le crepe della maschera di gelida indifferenza

Il suo nascondersi a Minerva ostentando sicurezza e padronanza, in antitesi con la lacerazione del suo cuore è palpabile in questa tua frase;

Adoro Minerva e ho tremendamente sofferto con Severus in quel settimo anno maledetto, in cui lei non ha compreso nulla. In tante storie le ho fatto chiedere perdono a Severus sopravvissuto e ho in mente una lunga storia ambientata nel 7° anni con loro due come protagonisti. Mi manca solo il tempo di scriverla…

CITAZIONE
CITAZIONE (Ida59 @ 21/4/2017, 13:30) 
La mano di Silente si poggiò leggera sulla sua spalla mentre il sereno sorriso azzurro incrociava il nero tormento che bruciava senza pietà nei suoi occhi.

Questo semplice ma forte gesto di Silente, che ritorna anche nei ricordi di Severus, gli manca quando Albus non c'è più.
Il contatto fisico, anche se un semplice "sfiorare della spalla" è potente perché mette in comunicazione due persone in maniera inequivocabile. Spesso viene evitato perché mette a disagio. Mi piace questo porre l'attenzione su come lui rifuggisse qualsiasi gesto d'affetto per poi sentirne la mancanza, molto umano, molto vero.

Già, quanto gli manca quel gesto d'affetto, sempre rifiutato perché non riteneva di meritarlo. Ma ora, ora che non lo può più avere, quanto avrebbe voluto avere l'ardire di accettarlo! Quanto lo riscalderebbe, ora, il ricordo della sua mano sulla spalla…

CITAZIONE
e poi quel semplice:
CITAZIONE (Ida59 @ 21/4/2017, 13:30) 
- So quanto ti costa, ragazzo mio…

Silente mi fa arrabbiare, ma di certo la sapeva lunga.

Silente è stato un grande stronzo con Severus, ma anche con Harry ci è andato pesante assai assai…

CITAZIONE
Bellissimo qiuesto tuo racconto, Ida. Fa male vedere la sua sofferenza ma l'hai descritta in maniera sfaccettata ed estesa. Davvero brava.

Grazie per i complimenti. Come sai, fanno un immenso piacere!
 
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view post Posted on 19/12/2020, 15:01
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CITAZIONE (Xe83 @ 19/12/2020, 09:24) 
Titolo: Fucking Mug
Autore: Xe83

Cara Xe, hai descritto in modo preciso e crudo uno dei terribili episodi della giovinezza di Severus, purtroppo non l’unico, come sappiamo. Momenti come questo feriscono profondamente e segnano il cuore e la mente, e Severus è già provato, già stanco di soffrire, come con tanta delicatezza lasci intuire da questo passaggio:
CITAZIONE
Evitò di guardarsi allo specchio, conosceva fin troppo bene il proprio viso e non ne aveva voglia di incrociare ancora lo sguardo.

E forse, quel che ferisce di più non è la crudeltà delle percosse, ma quella delle parole, che affondano come una lama nel cuore:
CITAZIONE
“La tua amica non verrà a consolarti, si è già dimenticata di te. Ha di meglio da fare, leccati da solo le ferite”

Ciò che non riuscirò mai a capire è come si possa fare tanto male a un altro essere umano. Perché, mi chiedo? Come si può sopportare di vedere qualcuno soffrire ed esserne la causa, diretta e consapevole? Va al di là della mia comprensione e mi riempie di rabbia e di angoscia.

Mi ha colpito una cosa dei pensieri di Severus, la precisa percezione di dettagli apparentemente senza importanza: la condensa sui vetri, l’acqua calda tra le mani, il bordo del lavabo, e più di tutti, le piastrelle del pavimento, percepite con tanti particolari proprio in un momento così drammatico. Sembra assurdo, ma è successo anche a me: se ripenso ai momenti più brutti della mia vita (ma anche ai più belli) i ricordi prendono la forma di vividissime immagini di qualcosa di insignificante. Non potrò dimenticare quel corridoio buio, quella fila di sedie blu, quelle persiane verdi, quel vaso di gerani rossi. Strana la mente umana.

E che dire dell’illustrazione di Anouk? Splendida come sempre, ma diversa dagli altri disegni di Anouk, indefiniti e malinconici. Questa invece trasuda crudeltà e dolore con un’intensità incredibile. La scelta del colore, della tecnica e del tratto rendono l’immagine terribilmente drammatica. Diversa ma sempre Anouk.

Un abbraccio a tutte e due
❤️❤️❤️
 
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view post Posted on 19/12/2020, 18:33
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CITAZIONE (Xe83 @ 18/12/2020, 21:23) 
Cara Ele, ti diverti a pasticciare ed escono capolavori come questo stupendo banner! 🤩 È bellissimo e sublime: spettacolare, Ele, complimenti! ❤️

Grazie, meriti un abbraccio, Xe :] E adesso, mia cara, mi metto a leggere la tua storia *_*
 
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view post Posted on 19/12/2020, 19:39
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Fucking Mug - Xe83

Terribile, Xe: terribile e dolorosa...
Si legge in un respiro, quel respiro che trattieni per tutta la durata dell'azione di quei dannati Malandrini la cui insopportabile, becera crudeltà è resa in modo magistrale, senza alcun bisogno di ricorrere a descrizioni particolareggiate.

Hai saputo trasformare un attimo di tranquilla normalità in un episodio di violenza inaccettabile in un soffio, con un abile tocco di bacchetta magica, servendoti della straordinaria capacità di rendere superbamente con le parole quanto sta accadendo. Come ad esempio il fatto che ogni particolare insignificante risalti agli occhi quando stai vivendo un momento di profonda sofferenza.

Dico solo che avrei voluto essere nascosta dietro l'angolo, armata a mia volta di bacchetta, per poter intervenire contro quei bastardelli decerebrati come un'erinni, con tutta la furia che mi era montata dentro durante la lettura.

Ti confesso che ho anche sperato che qualcuno giungesse in tempo, al posto mio, per poterli cogliere nell'atto di bullismo in corso, e far passare loro quell'orribile quarto d'ora su cui ho fantasticato a lungo.
Ma, ancora una volta come succede spesso, l'unica conseguenza è stata quella di avere una vittima senza che il colpevole paghi per le conseguenze del suo gesto.
Perchè la vita non è giusta, e tu in questo episodio eccezionalmente significativo, l'hai rimarcato in modo perfetto!

Cara, Xe, in questo crudo spaccato hai riassunto in modo eccelso la tragedia racchiusa nella vita di Severus e lo hai fatto, come di consueto, con assoluta bravura!
E bravissima anche Anouk, che lo ha saputo illustrare in maniera strepitosa, chiudendo in bellezza questo ennesimo pezzo pregiato della tua splendida produzione. <3
 
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view post Posted on 20/12/2020, 08:23
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Xe83 - Fucking Mug

Quando ho letto la prima volta questo pezzo mi ha bucato l'anima, ed è come se vedendo tanta crudeltà gratuita avessi legittimato tutte le scelte sbagliate di Severus.

So che ciascuno è responsabile dei propri errori, almeno in gran parte, ma questo pezzo fa capire l'entità del dolore provato da Severus, e dell'ingiustizia subita, quella che alla lunga indurisce il cuore.

Poi ho pensato che è come un film di Tarantino, dove ti trovi a fare il tifo per la vendetta, la godi appieno passando sopra al fatto che eticamente non è giusta (almeno nella mia educazione).

Ma invece non succede niente, Severus rimane lì a terra malconcio e nessuno viene in suo soccorso.

Ecco, questo mi ruggiva dentro con dolore, per questo ho sentito il bisogno di buttarlo su carta, perché faceva male.

Hai scritto un pezzo incredibilmente reale e forte cara Xenia, ora desidero solo che la tua abile penna confezioni qualcosa di dolce per lui 💚

Ringrazio di cuore anche per i complimenti al disegno, sì, è un altro stile, quello più istintivo che raramente condivido, ma Severus è potente.

Adesso vado a leggere il pezzo di Gabry!
 
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view post Posted on 20/12/2020, 17:21
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Anche se il freddo inverno è arrivato, l'amore ci riscalderà e avremo per tetto un cielo di stelle.




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