Il Calderone di Severus

Sfida n. 7 FA+FF: Severus e le Stagioni

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view post Posted on 17/11/2017, 18:12
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view post Posted on 4/12/2017, 22:51
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Le ossa tra gli alberi e una lunga distesa di niente.
Solo il ghiaccio tra le cuciture sfilacciate dell’anima.

E una distesa di niente.

Rami d’inverno non suonano più e i pianti si dilatano tra la neve, dove lacrime danzano come fiamme di una candela sul volto ormai stanco di dolori e giorni passati e perduti.

Hai provato a scaldarti le mani?
A tenderle ad un miserabile calore?

Silenzio.

E rimani immobile al vuoto.
Al gelo sopra un pianoforte abbandonato.
Lì dove le dita non arrivano e non sanno cosa suonare, dove la pelle conosce soltanto suoni tristi di amori smarriti e mali mai ricompensati.

Hai provato a farti scaldare le mani?
A tenderle ad altre miserabili mani?

Silenzio.
 
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view post Posted on 4/12/2017, 23:05
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Che banner! E che i versi! Sembra di sentire il vuoto e il silenzio di cui parlano! Mentre il banner li illustra alla perfezione!
Molto molto suggestiva e originale la tua proposta, Ania!
:applauso: :applauso: :applauso:

Edited by chiara53 - 19/6/2018, 18:04
 
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view post Posted on 4/12/2017, 23:43
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Non so se preferisco il banner o versi, sono tutti e due incredibili.
Entrambi sono bellissimi presi singolarmente, ma assieme creano qualcosa di incredibile, freddo e doloroso come il gelo invernale, quello che secca le mani e fa screpolare la pelle.
(E se mi sto soffiando il naso non è perchè piango, no no ;( )
Riesco ad immaginare Severus che cammina in questo bosco di rami spogli come ossa e neve, solo, che prova a stringersi nel mantello, l'incertezza delle dita intirizzite sui tasti.
Del banner, la mia parte preferita è Severus accanto alla candela.
 
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view post Posted on 4/12/2017, 23:52
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I ♥ Severus


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Che dire, Ania?

Brividi intensi che nascono dal connubio tra parole e immagini. E mille significati da leggere, scoprire e inventare.
Brividi di freddo, solitudine e mancanza.

Ne hai di cose da dire... e il silenzio è durato fin troppo...

:)
 
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view post Posted on 5/12/2017, 00:03
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Ania sei sempre in grande forma! Immagini, parole, tutto concorre a creare un insieme di emozioni indescrivibili e toccanti. Bravissima :wub:
 
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view post Posted on 5/12/2017, 17:51
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Il silenzio rimbomba, urla nel gelo del cuore.
Versi ermetici e non...
Hai mai provato a farti scaldare le mani
Solo per questa unica frase che prende alla gola vale l'applauso.

CITAZIONE
... suoni tristi di amori smarriti e mali mai ricompensati

un altro lungo verso che tocca davvero il cuore.
Come si può esprimere un sentimento trasmesso dalle parole e dalle immagini?
Io non ne sono del tutto capace, posso solo dirti brava, bravissima e grazie per essere qui a regalarci pezzetti di te :wub:
 
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view post Posted on 12/12/2017, 18:39
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Grazie, ragassuole,
mi fa molto piacere che abbiate percepito così tanto immagini e parole, sentendone ogni significato ;) :wub:
 
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view post Posted on 16/12/2017, 16:57
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Giacchè sono scaramantica pubblico oggi 16 la mia storia.

Buon Inverno!

Titolo: Il primo giorno d’inverno.

Autore/data: chiara53 – dicembre 2017
Beta-reader:
Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Genere: introspettivo, drammatico.
Personaggi: Severus Piton, Albus Silente.
Pairing: nessuno
Epoca: 6° anno.
Avvertimenti: Missing Moment.
Riassunto: Devi uscire a cercare la Pyracantha stellata, devi averla a tutti i costi e va raccolta oggi…


Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.

Note:
Questa storia è stata scritta per la Sfida n. 7: Severus e le stagioni





Il primo giorno d’inverno






Davanti alla finestra guardi la tempesta di neve infuriare.
Fin da stamattina fiocchi turbinanti imbiancano il castello, gli alberi e ogni altra cosa nel raggio della tua visuale.
Hai sperato che smettesse o che diminuisse un po’ di intensità, ma sembra che anche il cielo e la stagione ti abbiano preso di mira.
Non basta il raffreddore che ti tormenta, non basta che Albus sia allegro e felice perché il Natale è alle porte: il tempo passa troppo veloce e la sua morte è sempre più vicina.
Lo odi per la leggerezza e per la solerzia con cui la esercita, anche con te.
Odi la sua tranquilla serenità, quando pensi al compito che ti ha riservato.
Stupido vecchio, caro e stupido vecchio. E’ l’amore per lui che ti condanna.


Devi uscire a cercare la Pyracantha stellata, devi averla a tutti i costi e va raccolta oggi, nel giorno del solstizio d’inverno: ti addentrerai nella foresta, sperando di trovarla al più presto.
Ti servono le sue bacche per tentare una nuova cura per la maledizione che imperversa dentro Silente.
Ti servono e non ne hai più. Maledizione!
Nell’andito del portone ti fermi, avvolgi la sciarpa intorno al collo e ti stringi al mantello più pesante che possiedi, illudendoti che riesca a tenerti caldo o per lo meno a ripararti.

Il primo passo è il peggiore e sprofondi.
La neve è tanta e immergi gli stivali nella coltre morbida e gelata; ogni passo è una fatica, così ti aiuti con la magia e crei un sentiero che ti permetta di muoverti più velocemente.
La foresta proibita è davvero proibitiva, oggi, il vento quasi ti impedisce di vedere, ma quando sei tra gli alberi e gli arbusti, finalmente, trovi un po’ di riparo.
Ti appoggi stancamente ad un abete per difenderti dalle folate, ma sei già completamente coperto di fiocchi gelati, starnutisci e ancora e ancora.
Nemmeno le tue pozioni ti salveranno stavolta.
Senti brividi percorrerti la schiena e il fiato si fa nuvola e ti gela la gola.
Guardi intorno a te con attenzione e continui ad avanzare, tanto ormai sei completamente fradicio; tenti di asciugarti con la bacchetta lanciando un Arefacio, ma è del tutto inutile, dopo un attimo sei di nuovo una statua di gelo.
Non è un conforto nemmeno pensare ai tuoi alloggi, lo era, prima, ma ormai anche quella piccola, fragile pace si è disintegrata.
Rientrare significa rituffarti nello strazio, nell’ansia, nell’incerto futuro che odora di morte e sangue, di lacerazione e assassinio.
Significa rivedere Albus e la sua mano raggrinzita.

Questo pensiero ti ridà forza.
Non importa quanto ti ci vorrà, hai bisogno di quelle bacche, forse non serviranno, quasi certamente non ti serviranno, ma ti aiuteranno a tirare avanti. Ti concederanno ancora un filo di speranza, no, anzi, ti concederanno l’illusione di trovare una cura, un unguento: qualsiasi cosa che ti impedisca di obbedire all’ordine disgustoso con cui Silente ti ha maledetto.
Sorridendo.

Di nuovo ti fermi a contrastare le raffiche gelate.
Ti piacerebbe restare qui e farti coprire dalla neve, ti ritroverebbero a primavera, in fondo non sarebbe male morire così. Pensi, mentre un ghigno si allarga sulle tue labbra gelate - Addormentarsi e sparire. Essere finalmente libero.
Ma tu non sei tanto vigliacco o forse sei solo un idiota.
Così continui la tua faticosa ricerca, mentre lasci che l’inverno e questa nevicata facciano il loro dovere: hai sopportato ben altro e in confronto alle notti nel cerchio dei Mangiamorte, questa ti sembra una passeggiata di salute.
Mentre le folate ti investono, finalmente, dietro un cespuglio vedi le bacche arancioni che hai tanto cercato.
Ti sfili i guanti e raccogli i rami spinosi, la Pyracantha è un pianta bella e terribile, ma tu sai come fare: sei abile tu. Conosci tutto di piante malvagie e benefiche.
Hai trovato un antico libro nel Reparto Proibito e hai scoperto che le proprietà di questo arbusto saranno potenziate se cogliendolo ci si punge con le spine: la Magia Nera è sempre rafforzata dal sangue, sai bene anche questo.
Quello che vuoi tentare è un unguento fatto con le sue bacche stellate .
Sangue, sempre e comunque sangue, sulle tue mani. Ti rinfili i guanti velocemente, la punta delle dita quasi non la senti più e le piccole stille rosse sono ormai cadute dove dovevano.

Speditamente ripercorri la strada che di nuovo si è coperta di neve profonda; entri nel portone quasi di corsa e ti dirigi verso l’aleatorio conforto delle tue stanze.
Stanotte devi lavorare, non importa se senti salire la febbre e il raffreddore si è trasformato sicuramente in qualcosa di più grave.
Accendi il fuoco nel camino e la fiamma, ravvivata dalla magia, scalda l’ambiente.
La giacca raggiunge il mantello su una poltrona; nell’armadio trovi e indossi un maglione pesante a collo alto: un lontano Natale te lo ha regalato Molly, e tu lo hai fatto sparire, non è un capo nel tuo stile, ma stai tremando di freddo e febbre.
La lana ti scalda, ti abbraccia, è morbida. Sorbisci immediatamente la pozione che abbassa la febbre, perché la testa ti scoppia e i brividi ti fanno battere i denti.
Infine, in attesa che faccia completamente effetto, ti siedi alla scrivania e appoggi la fronte sulle braccia con il voluminoso tomo per guanciale: stai male, molto male, lo sai.
Anche respirare ti dà dolore alla gola e tossisci: maledizione, non è questo il momento di perdere tempo!
Forse dovresti andare in infermeria, ma Madama Chips ne farebbe una tragedia; d’altra parte le pozioni per queste malattie di stagione sono tutte là, gliele prepari tu e servono agli studenti, ma non ne tieni nemmeno una per te. A te non servono mai: giusto?
Ti appunti mentalmente di distillarne alcune da conservare per un caso eccezionale, come questo e ti dai dell’idiota.
Ma adesso è troppo tardi, devi augurarti che almeno si abbassi la febbre.


La porta dei tuoi alloggi si apre quasi senza che tu te ne accorga.
- Severus?
Sollevi il capo e lo vedi: è paludato di azzurro, il suo sguardo penetrante ti esamina, ti trapassa e contemporaneamente ti rimprovera. La tua mente lo valuta implacabile, così stanco e vecchio. Così malato. Non più il Silente rassicurante e consolatore, ma solo l’evanescente ombra di se stesso. Un fragile corpo in decomposizione, qualcosa di cui prendersi cura… con l’amore e la pena di un figlio. Hai il cuore stretto in una morsa.
- Albus, che cosa vuoi? – Esclami asciutto, ma le parole ti escono raschianti, roche.
- Dovevi proprio uscire oggi? Guardati, ragazzo, come ti sei ridotto. - Si avvicina e ti tocca la fronte con la mano buona in un gesto delicato che ti ricorda tua madre. – Hai la febbre! - Sentenzia.
- Ho già provveduto e in breve calerà, oggi è il ventuno dicembre e la pianta che mi serviva doveva essere colta proprio oggi. – Sollevi lo sguardo a trapassare quegli occhi chiari colore del cielo.
- Non vuoi arrenderti, Severus, non ti arrendi mai tu! Nemmeno all’ineluttabile! - Pronuncia con un tono che non gli è abituale, freddo, quasi tagliente.
Alzare di scatto la testa ti dà una lieve vertigine.
Senti montare la rabbia che covi dentro e lo guardi furibondo, i pugni stretti: lui che viene qui a compatirti, ma non ha alcuno scrupolo nel chiederti di ucciderlo.
Ma poi Albus sfodera il suo perenne sorriso, come niente fosse accaduto; scosta un po’ il mantello che hai gettato lì sulla poltrona e si siede.
Resta in silenzio, si liscia l’abito di quel colore assurdo e aspetta che la tempesta passi: che tu gli rivolga uno sguardo o una parola.
Nel tuo cuore c’è l’inferno: odio e amore, rimorso e pena, per tutto, per Albus e per la tua anima. Che ne sarà della tua anima, Severus ? Ma di che stai parlando? La tua anima è solo un vuoto niente… pensi
Lo accontenti, se non fai qualcosa non se ne andrà e tu hai bisogno di restare da solo, un disperato, soffocante bisogno.
- Lasciami Albus. Vattene adesso, ho da fare! – Lo sguardo è amaro, la tua voce un patetico sussurro, quando implori - Per favore…
Lasciami almeno provare, lasciami almeno un barlume di speranza, vorresti dirgli, ma abbassi lo sguardo sull’antico libro che ti ha fatto da cuscino e resti immobile.
La tensione che ti ha sostenuto fino ad ora è calata, insieme alla febbre: ti senti spossato, privo di forze, inerme, indifeso. Sei patetico, Severus. Sussurra la tua mente.
- E sia. – Ti concede il vecchio riluttante, alzandosi in piedi; poi si ferma, come soprappensiero e si avvicina alla scrivania dietro cui sei seduto; si aggiusta gli occhiali sul naso e parla:
- Quando ero ragazzo, mia madre aveva un rimedio formidabile per questi stati di malattia dovuti al freddo. Sai, Severus, Aberfort ed io ci rotolavamo nella neve fin dall’inizio dell’inverno e lei poi doveva rimediare. - lo vedi sorridere e gli occhi così chiari dietro le lenti scintillano perduti nel ricordo. - Ho pensato di portarti lo stesso rimedio. Più tardi, magari, puoi provarlo. Sappi che mia madre era una strega molto abile. - Ridacchia.
Solo adesso ti accorgi che gli è comparso un oggetto in mano, in quella buona: una tazza capiente.
L’appoggia sulla scrivania, mentre sbircia i tuoi movimenti.
Allunga la mano e ti scosta delicatamente i capelli dal volto, aggiustandoli dietro l’orecchio, poi ti accarezza la testa: anche tua madre lo faceva. Ricordi, Severus ?
Ti senti patetico e fragile e detesti sentirti così.
Mentre si volta per andare via, con un colpetto di bacchetta, riscalda il contenuto della tazza.
- E’ un rimedio fantastico, ma bisogna assumerlo molto caldo. – Aggiunge allegro.
Si allontana, la porta si apre e poi si richiude.
Sei solo.
Finalmente.
Ti alzi per cercare una pausa di conforto sulla poltrona davanti al fuoco; è in quell’istante che il profumo ti arriva dritto al cervello: profumo di casa, di dolci, d’inverno, di sogni e di infanzia.
Profumo di buono, profumo di cioccolata.
E’ un aroma intenso che ti scalda dentro e che richiama da lontano i ricordi e il passato, quando ancora la tua anima era integra e la cioccolata calda era un premio inatteso e sorseggiato di nascosto da tuo padre, insieme a tua madre.
Prendi la tazza tra le mani. È bollente e la bevanda al suo interno è densa e scura, come piace a te.
Un sorso, poi un altro, socchiudi le palpebre e il mondo riprende colore, avvicini al petto la tazza per godere del tepore che trasmette, poi abbandoni la testa comodamente sullo schienale della poltrona: le fiamme ardono vivaci, non trattieni un’ombra di sorriso, mentre bevi e guardi le scintille inseguirsi nel camino.
Forse domani andrà meglio, in fondo è questa la stagione che preferisci.
Forse domani il vento cambierà.
Forse domani ogni cosa avrà una soluzione.
Forse.
Perché, oggi, è il primo giorno d’inverno.

Edited by chiara53 - 19/12/2017, 19:05
 
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view post Posted on 16/12/2017, 18:17

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Che bella storia, Chiara!
E mi è tornato in mente che anch'io devo lavorare alla sfida!
Mi è piaciuto moltissimo il modo in cui Severus non riesce ad arrendersi alla maledizione che sa sta condannando a morte Albus, e cerca qualunque rimedio. Un po' come succede nella realtà, quando non siamo in grado di arrenderci all'evidenza. Mi è piaciuto anche Albus, rappresentato come l'Albus che mi piaceva fino al settimo libro. Che si preoccupa di Severus e cerca di aiutarlo come può. E Severus che ha bisogno di quel conforto, tanto che gli ricorda quello di sua madre.
Mi sono piaciuti anche quei piccoli particolari, come il maglione di Molly (ce la vedo a regalarne uno a Severus, magari con scritto sopra il suo nome :D) e l'importanza del sangue per l'incantesimo che deve fare. Certo che poche gocce di sangue per lui non sono nulla, ma si tratta comunque di un'altra cosa che Severus è costretto a sopportare per gli altri.
Molto carina davvero, complimenti!!
 
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view post Posted on 16/12/2017, 18:44
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CITAZIONE (Starliam @ 16/12/2017, 18:17) 
Che bella storia, Chiara!
E mi è tornato in mente che anch'io devo lavorare alla sfida!
Mi è piaciuto moltissimo il modo in cui Severus non riesce ad arrendersi alla maledizione che sa sta condannando a morte Albus, e cerca qualunque rimedio. Un po' come succede nella realtà, quando non siamo in grado di arrenderci all'evidenza. Mi è piaciuto anche Albus, rappresentato come l'Albus che mi piaceva fino al settimo libro. Che si preoccupa di Severus e cerca di aiutarlo come può. E Severus che ha bisogno di quel conforto, tanto che gli ricorda quello di sua madre.
Mi sono piaciuti anche quei piccoli particolari, come il maglione di Molly (ce la vedo a regalarne uno a Severus, magari con scritto sopra il suo nome :D) e l'importanza del sangue per l'incantesimo che deve fare. Certo che poche gocce di sangue per lui non sono nulla, ma si tratta comunque di un'altra cosa che Severus è costretto a sopportare per gli altri.
Molto carina davvero, complimenti!!

Grazie, Stella.
Albus l'ho visto così perchè è malato e fragile e, forse, anche perchè si sente intimamente in colpa: sa di aver chiesto a Severus l'impossibile.
Quanto alla pianta con le spine l'idea è venuta mescolando le immagini del film in cui Silente usa il suo sangue per aprire la porta della caverna dove si trova l'Horcrux e la storia che stai leggendo di Ida... ma forse non ci sei ancora arrivata e non voglio spoilerarti. ;)
Il maglione di Molly è tutto nero :lol: perchè Molly conosce bene Severus...
 
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view post Posted on 16/12/2017, 18:54

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Okay, adesso mi è venuta l'idea per una storia in cui Molly regala un maglione a Severus :D
 
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view post Posted on 16/12/2017, 18:56
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Bella storia, breve ma intensa. E molto triste. Rimane solo un "forse" a sostenere l'illusione di un domani che, in effetti, sappiamo che è senza speranza. Ed è proprio questa consapevolezza del lettore che rende ancora più triste questo piccolo missing moment.
Apprezzata, come sempre, la piccola scintillina da Sadi-Club, con la richiesta dell'obolo di sangue, che ovviamente mi ha strappato, insieme ad altre frasi, un bel PAM. ;) :P




CITAZIONE (Starliam @ 16/12/2017, 18:54) 
Okay, adesso mi è venuta l'idea per una storia in cui Molly regala un maglione a Severus :D

E brava Stella!!!
 
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CITAZIONE (Ida59 @ 16/12/2017, 18:56) 
Bella storia, breve ma intensa. E molto triste. Rimane solo un "forse" a sostenere l'illusione di un domani che, in effetti, sappiamo che è senza speranza. Ed è proprio questa consapevolezza del lettore che rende ancora più triste questo piccolo missing moment.
Apprezzata, come sempre, la piccola scintillina da Sadi-Club, con la richiesta dell'obolo di sangue, che ovviamente mi ha strappato, insieme ad altre frasi, un bel PAM. ;) :P




CITAZIONE (Starliam @ 16/12/2017, 18:54) 
Okay, adesso mi è venuta l'idea per una storia in cui Molly regala un maglione a Severus :D

E brava Stella!!!

Grazie, Ida.
Qualche tuo PAM è già molto per me. Effettivamente è una storia triste, ma avevo voglia di scriverla e mi girava nella testa quell'odore delizioso. Almeno quello, Povero Amore Nostro :lovelove:


Bene, Stella! Restiamo in attesa. :wub:

Edited by Ida59 - 13/5/2018, 20:30
 
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view post Posted on 17/12/2017, 01:55

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Titolo: Pozione invernale
Autore: Stella
Tipologia: One Shot
Rating: Per tutti
Genere: Generale
Personaggi: Harry Potter, Severus Piton.
Pairing: Nessuno
Epoca: Post 7 anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: L'inverno è arrivato, e Severus mantiene la promessa: lui e Harry lavorano insieme alla creazione della nuova pozione. Ma manca un ingrediente fondamentale.
Nota: consiglio di leggere prima "Pozione autunnale", in quanto alcuni elementi non vengono spiegati in questa nuova storia.

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.


"Non capisco perché non possiamo provare a usare acqua fredda".
Severus strinse gli occhi, sospirando per l'ennesima volta. Aveva già spiegato a Potter mille volte (forse anche di più) per quale motivo non potevano usare l'acqua fredda.
"Potter, te l'ho già detto. Non stiamo facendo i biscotti. Gli ingredienti devono essere esatti".
"Beh, veramente anche per i biscotti gli ingredienti devono essere esatti. Mia zia si lamentava sempre di aver messo troppo di questo o poco di quello".
Severus osservò Potter, che mescolava con apatia la mistura nel calderone. Gli aveva proposto di lavorare insieme a quella pozione invernale dopo che il ragazzo aveva partecipato alla sua lezione speciale, creando quella autunnale. Per qualche motivo, aveva sperato che collaborare alla creazione di una nuova pozione contribuisse a far nascere in Potter un interesse verso la materia. Invece il ragazzo sembrava proprio negato. Ma era interessato, e questo era un inizio.
Forse anche il fatto di non trovarsi nella classica Aula di Pozioni di Hogwarts aveva influito. L'ex professore non sentiva il bisogno di trattarlo in maniera particolarmente severa, tranne in momenti come quello. Comunque, Severus sospirò e rispose di nuovo. "Allora vedi che mi dai ragione? Ogni ingrediente ha una sua particolarità, non può essere sostituito a piacimento. In particolare con le pozioni magiche. La neve non ha le stesse proprietà dall'acqua fredda, anche se da un punto di vista chimico sono quasi la stessa cosa".
Per quella pozione avevano bisogno di neve. Eppure, nonostante fosse ormai inverno inoltrato, non aveva ancora nevicato, e sembrava che non lo avrebbe fatto a breve. Niente neve a Londra, niente in Scozia e niente in Irlanda. La neve doveva essere fresca, e farsela spedire con un incantesimo conservante ne avrebbe alterato le proprietà magiche. E quindi, non riuscivano a progredire con la pozione invernale. Ci stavano lavorando da settimane, e Severus non aveva voglia di dover interrompere i suoi tentativi sul più bello. Il Ministero finanziava le sue ricerche, in modo che creasse e migliorasse nuove pozioni che potevano essere usate dagli Auror: in questo caso, si trattava di una pozione che poteva essere presa in modo da riscaldarsi velocemente, utile soprattutto per le spedizioni in luoghi freddi.
"Niente, sembra che gli Auror dovranno fare a meno di questa pozione, per quest'anno," concluse Severus. "Useranno le pozioni esistenti, anche se non sono sicuramente efficaci come avrebbe potuto esserlo questa".
Potter sembrava deluso. "Professore... lo so che non sarà la stessa cosa. Ma in fondo si tratta di una pozione nuova, e non sappiamo esattamente quale sarà il risultato. Perché non proviamo con l'acqua fredda? Magari non funzionerà, ma sarà comunque un tentativo che potrebbe servirci".
Severus sospirò di nuovo, osservando il ragazzo. "Va bene, Potter. Proviamo con l'acqua fredda".
Harry sorrise, lasciando il calderone e avviandosi verso il lavandino in un angolo. "Deve essere simile alla neve, quindi freddissima," lo avvertì Severus.
"Non c'è problema. Al massimo può gelarla lei con uno dei suoi sguardi," replicò Harry.
Severus spalancò gli occhi. "Stavi cercando di scherzare con me, Potter?"
Il ragazzo arrossì, riempiendo un secchio con l'acqua. "Sì".
Severus scosse leggermente la testa, ma non poté trattenere un piccolo sorriso.

Un paio di ore dopo, la pozione era pronta. Il risultato era quello che Severus si aspettava, ma che lasciò deluso Harry: era assolutamente inutile. La pozione aveva un bel colore azzurro ghiaccio e anche un buon sapore, ma non aveva nessuna delle particolarità che stavano cercando di ottenere. Anzi, non aveva proprio nessuna particolarità.
"Forse puoi brevettarla e venderla come bevanda, Potter", commentò Severus con un sogghigno.
Harry però sembrava deluso, e continuava a rimescolare l'inutile mistura. Severus sospirò, per quella che era probabilmente la centesima volta in poche ore. "Ascoltami. E' normale avere dei risultati non soddisfacenti quando si creano nuove pozioni. Hai visto i miei appunti, hai visto quante volte, per ogni pozione, devo cambiare ingredienti e fare aggiustamenti. Abbiamo iniziato a fare le prime prove in autunno, è normale che tu sia deluso per l'insuccesso. Ma è anche vero che ti devi abituare: per riuscire nella creazione di una pozione di successo, a volte servono mesi e un sacco di tentativi andati a vuoto".
Harry lo guardò e annuì. "Mi è piaciuto lavorare con lei, oggi", disse, continuando a mescolare il contenuto.
Severus non rispose subito. "Non c'è bisogno che continui a mescolare quella roba", disse, dopo qualche secondo. "A meno che tu non voglia davvero brevettarla come bevanda, tanto vale buttarla".
Harry lasciò andare il mestolo nel calderone, e si avvicinò a Severus. "Professore... cosa fa per Natale?"
Severus aggrottò le sopracciglia. "Natale? Niente. Starò a casa a fare ricerca, come al solito".
Harry annuì. "Le andrebbe di... venire con me dagli Weasley? Ci sarà anche Hermione, Shaklebolt, e Teddy Lupin... lei ancora non l'ha conosciuto".
Severus sembrò sorpreso. "Non credo che agli Weasley farebbe piacere che mi presentassi al loro pranzo di Natale senza invito", rispose.
"Non è vero. Gliel'ho già chiesto. Molly è stata molto contenta, e ha detto che così quest'anno potrà darle il suo maglione a mano, invece di spedirglielo".
Severus alzò gli occhi al cielo. Il ragazzo stava sorridendo, compiaciuto di averlo messo, in apparenza, con le spalle al muro.
"Ho l'armadio pieno di maglioni di Molly," disse ancora Severus. "Non me li metto mai". Molly gli aveva mandato un maglione anche quando era Preside di Hogwarts, e tutti pensavano che avesse ucciso Silente su ordine di Voldemort. Senza dubbio lo aveva fatto solo perché sua figlia era a scuola e temeva ritorsioni: infatti lo stile del maglione era molto diverso, e più impreciso, degli altri. Le aveva comunque mandato un biglietto di ringraziamento, al quale lei non aveva risposto.
"Allora potrebbe mettersene uno quando verrà al pranzo di Natale," continuò il ragazzo. "Molly ne sarebbe molto felice. In più... si tratta del primo Natale senza Fred, e ho l'impressione che vogliano avere molti ospiti, per... sentirsi meno soli".
Severus chiuse gli occhi, riaprendoli quasi immediatamente. Il ragazzo non lo avrebbe lasciato in pace fino a obbligarlo ad accettare per disperazione. Lo stava guardando speranzoso, e non voleva deluderlo, anche se non capiva davvero per quale motivo Harry Potter volesse passare del tempo con lui a Natale. Forse gli faceva pena. Doveva ammettere però, che da una parte sarebbe stato un cambiamento positivo passare il Natale in compagnia. Era anche curioso di conoscere il figlio di Lupin. Era ancora molto piccolo, e se non avesse accettato l'invito di Potter forse non ci sarebbero state molte altre occasioni di vederlo.
"Va bene, Potter. Ci penserò".
Harry sorrise. Poi si voltò verso l'alta finestra e spalancò gli occhi per la sorpresa. "Professore, guardi! Nevica!"
Anche Severus accennò un sorriso. In barba a tutte le previsioni del tempo, grandi fiocchi di neve scendevano copiosi, promettendo una nevicata abbondante. "Possiamo ricominciare a lavorare alla pozione già adesso," disse ancora Harry.
Severus scosse la testa. "E' tardi. La neve ci sarà anche domani. Vai a casa, e torna qui domattina alle 9".
"Va bene, signore. Intanto avvertirò Molly che verrà anche lei".
Senza lasciare a Severus il tempo di rispondere, Harry uscì in fretta. L'ex professore rimase a guardare dalla finestra. Che giocattoli potevano piacere, al figlio di un lupo mannaro?

Edited by Starliam - 17/12/2017, 18:07
 
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