Il Calderone di Severus

Sfida n. 7 FA+FF: Severus e le Stagioni

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view post Posted on 20/3/2017, 09:02
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view post Posted on 20/3/2017, 10:23
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Titolo: Triste luogo per un ricordo felice
Autore: ellyson
Beta: Querthe
Tipologia: one shot
Rating: per tutti
Genere: Introspettivo,
Personaggi: Severus Piton, Minerva McGranitt
Pairing: Severus / Hermione
Epoca: Dopo il 7 anno. Molto, molto, molto dopo il 7 anno
Avvertimenti: AU
Riassunto:

Aveva fatto installare una panchina dello stesso marmo bianco davanti alla tomba; a volte vi aveva visto studenti seduti a fissare le parole dorate, a volte aveva incontrato Potter a piangere in silenzio, un volta vi aveva sorpreso Draco, immerso nei suoi pensieri, spesso era solo a fissare quell'accecante bianco che gli faceva male agli occhi.
Quel giorno la panchina era occupata da Minerva.


Note: scritta per la sfida delle stegioni
Note 2: Terza parte di una mini-serie che non era nata come tale, ma alla fine lo é diventata.
Da leggere dopo:
- Piton 45.0 FM
- Le curiosi comari di Hogwarts

Disclaimer: (solo per le fic di HP) I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. La trama di questa storia è invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.


Triste luogo per un ricordo felice



La primavera era arrivata quasi senza preavviso: il giorno prima il vento era freddo e congelava la pelle, la mattina dopo l'aria era dolce, ti accarezzava con delicatezza portando con sè i profumi della natura in procinto di svegliarsi.
Severus non aveva mai amato la primavera e, nonostante tutto, le cose non erano migliorate.
Non amava il profumo dei fiori, i ragazzi scalmanati che iniziavano a togliersi strati di vestiti pesanti nel pomeriggio, il sole iniziava a diventare troppo caldo e la luce troppo presente.
Poteva anche non vivere più nei sotterranei, essere considerato un eroe anziché un assassino traditore, poteva essere amico di Potter e star per sposare la sua migliore amica, ma continuava ad amare la notte e le ombre dell'inverno.
Uscì dal grande portone di quercia e si guardò attorno: la neve era già sparita da qualche settimana, l’erba era verde e morbida, le gemme del Platano Picchiatore iniziavano a fiorire e presto quel burbero albero sarebbe stato ricoperto di delicati fiori rosati che mal si accostavano al caratteraccio della pianta.
Ma, in fin dei conti, anche Hermione si accostava male a lui: eppure si sarebbero sposati tra poche settimane.
L'idea del matrimonio lo rendeva impaziente. Non avevano mai pensato a sposarsi, non ne sentivano la necessità, ma da quando avevano fissato la data si erano resi conto che non vedevano l'ora che quel giorno arrivasse. Come se un giuramento potesse rendere ancora più reale la loro relazione.
Si scoprì ansioso di voler dichiarare il suo amore per Hermione davanti a tutti. Lui che aveva tenuto segreto il suo amore per Lily per vent'anni.
Sorrise: alla fine qualcosa era cambiato.
Si incamminò sotto quell'accecante sole che odiava, lungo un sentiero che conduceva alle rive del Lago Nero. Un percorso che aveva fatto spesso con Silente.
In quei giorni pensava molto al vecchio; più del solito.
Avrebbe voluto averlo vicino, come testimone del suo amore.
Il quadro con quelle frasi fatte non era la stessa cosa, anzi aumentava la nostalgia.
I suoi piedi conoscevano la strada a memoria, non ci fu bisogno di pensare dove andare, c'era un solo posto dove voleva essere in quel preciso momento, ora che la nostalgia era dolorosa come una pugnalata dritta al cuore.
La candida lapide brillava sotto quel sole troppo luminoso.
Severus sapeva che Hagrid la puliva tutte le settimane parlando al marmo come se Albus potesse rispondergli.
Non era strano: perfino lui parlava con Silente.
Aveva fatto installare una panchina dello stesso marmo bianco davanti alla tomba; a volte vi aveva visto studenti seduti a fissare le parole dorate, a volte aveva incontrato Potter a piangere in silenzio, un volta vi aveva sorpreso Draco, immerso nei suoi pensieri, spesso era solo a fissare quell'accecante bianco che gli faceva male agli occhi.
Quel giorno la panchina era occupata da Minerva.
Severus sentì lo stomaco pensante come se fosse di piombo. I capelli della donna erano legati nel solito chignon stretto, brillavano come fili d'argento. Le mani nodose erano posate in grembo, fissava la tomba con le labbra serrate con forza.
Si avvicinò incurante del rumore del ghiaietto sotto i suoi piedi, quando la sua ombra oscurò parte della lapide Minerva si voltò.
- Posso sedermi? Posso sempre tornare dopo.
La strega scosse il capo e si spostò quel tanto da permettergli di sedersi accanto a lei.
Il pozionista prese posto e si voltò a guardarla.
- Stai bene, Minerva? - mormorò notando il cipiglio scuro della donna – Sembri... arrabbiata.
- Sono sempre arrabbiata quando vengo qui. - confessò lei.
Il Preside osservò l'amica, poi voltò lo sguardo sulla tomba.
Bianca e brillante come la neve fresca, le parole brillavano in modo irritante, come se Albus stesse sorridendo sotto quella coperta di marmo.
- Sì. - mormorò – Posso comprenderlo.
- Non importa quanti anni siano passati. Vorrei potergli parlare un'ultima volta. Cercare di capire, sentire le sue ragioni. E poi vorrei strozzarlo con le mie mani.
Severus sorrise fissando la lapide.
- Posso comprendere anche questo. - ammise – Ma Albus avrebbe iniziato a parlare e, alla fine, le sue parole ti avrebbero convinta, anzi avresti pensato che fosse l'unica strada possibile. Era davvero bravo in questo. Se non lo fosse stato non l’avrei mai fatto.
Parlava raramente di quella notte sulla Torre o del suo giuramento.
La professoressa non parlò, si limitò a fissare la tomba con aria severa.
Restarono in silenzio qualche minuto, il sole riscaldava il parco, gli uccellini cinguettavano sugli alberi, in lontananza si sentiva Thor abbaiare a qualche animale che Hagrid teneva nel recinto sul retro della sua casa.
Era un bel pomeriggio. Albus l'avrebbe apprezzato.
Si ritrovò a ridacchiare mentre pensava a quello che gli avrebbe detto il vecchio a poche settimane dal suo matrimonio. Minerva si voltò stupita da quella reazione inappropriata per il luogo dove si trovavano.
Lui si portò una mano alle labbra, ma continuava a sorridere.
- Stavo pensando a quello che avrebbe detto sul mio matrimonio – spiegò alla strega.
Minerva sorrise, sempre con le rughe più marcate, la stanchezza dipinta sul vecchio volto.
- Ne sarebbe stato felice. – gli rispose – Nessuno più di te merita l’amore.
Severus non staccava gli occhi dalla tomba, Minerva aveva ragione: Albus gli avrebbe detto esattamente quelle parole.
- Avrebbe anche detto, - continuò Minerva voltandosi verso la lapide – che lo sapeva che non eri destinato all’ombra. Sei un uomo di luce, Severus. Molto più di quanto tu voglia credere, o ammettere. Durante il suo ultimo anno Albus era immerso completamente nei suoi piani. Raramente riuscivamo a parlare per più di dieci minuti, ma mi ha sempre detto che la guerra si vinceva con l’amore, che ogni gesto era dettato dall’amore. Quando è morto… quando…
- Ho capito, Minerva. - disse velocemente, il pensiero di Albus le faceva sempre scappare qualche lacrima e lui non voleva vederla piangere – Grazie.
Severus sapeva che avrebbe insegnato ancora un anno. Due se era fortunato.
Già le mancava.
- Avrebbe anche inviato un cesto pieno di dolci ad Hermione.
- Perché?
- Oh mio caro, - disse lei con un sorriso voltandosi a guardalo – perché riesce a sopportarti senza lamentarsi.
Un sopracciglio del professore si incurvò verso l'alto.
- Neppure lei é così tranquilla come tutti credete.
Nessuno sapeva degli incubi che a volte accompagnavano i sogni della sua compagnia, o le lacrime notturne per i genitori che non volevano più vederla, o il muro di silenzio dove si nascondeva quando ripensava alla guerra. Nessuno avrebbe mai saputo dei terrori notturni che avevano spaventato Weasley tanto da lasciarla, o gli incantesimi che aveva dovuto deviare di notte mentre lei lo guardava con lo sguardo appannato dal sonno credendolo un nemico. Era arrivato al punto di toglierle la bacchetta da sotto il cuscino quando si addormentava.
Erano cicatrici che comprendeva bene, si aiutavano a vicenda. Quei momenti bui, dove la pace sembrava solo un'infinita attesa di un altro Mago Oscuro, erano sempre più rari, ma c'erano.
Era inevitabile e col tempo avevano imparato a gestirli ad affrontare il dolore e la paura.
Poi facevano l'amore come per ricordarsi che dalla morte e dal dolore, nasceva la pace e la serenità.
Il pozionista fece un lieve sorriso: perfino questa discussione sarebbe piaciuta a Silente.
- Minerva, - iniziò lui stranamente nervoso, doveva parlare con lei da diversi giorni ormai, ma non aveva mai trovato il momento adatto – io avrei una richiesta. Sai che io e Hermione vogliamo celebrare il matrimonio qui, ad Hogwarts.
- Certo. - mormorò lei – Durante le vacanze pasquali. E' carino da parte vostra permettere agli studenti di assistere ad un giorno così importante. Credo che sia il primo matrimonio al castello.
- Non interrompermi, per favore. - la interruppe lui, parlare era difficile – Vorremmo mettere il gazebo in questa zona, per avere Albus vicino in un modo o nell'altro. Hermione ha chiesto a Potter e Wealsey di essere i suoi testimoni e io l'ho chiesto a Hagrid e... Weasley... George.
La strega lo fissò sbigottita, fu in istante dove il tempo parve fermasi: poi esplose.
- George Weasley? - quasi gridò – Da quando siete così grandi amici?
- Mi ha aiutato a guardare una faccenda sotto un'altra luce. - spiegò senza entrare nel dettaglio – E' piacevole parlare con lui quando non si comporta in modo completamente idiota, il che vuol dire per la maggior parte della giornata.
Non gli sembrò il caso di dirle che si incontrava regolarmente con George dal giorno del suo compleanno, ed era strano trovare in lui, un mago a cui aveva mozzato l'orecchio, un amico. O qualcosa di molto simile ad un amico.
Senza preavviso si ritrovò un dito nodoso proprio all'altezza della punta del naso.
- Severus Piton, -scandì il suo nome così lentamente che la schiena fu percorsa da brividi di terrore, si spostò appena sulla panchina come se improvvisamente fosse scomodo – dammi un solo motivo per cui non dovrei essere io la tua testimone!
- Vorrei che celebrassi tu il matrimonio. (*) - lo disse in un soffio, velocemente come togliersi un cerotto.
Vide il dito tremare appena prima di abbassarsi lentamente.
Severus si sarebbe messo a ridere di fronte a quell'improvviso mutismo. Minerva aprì la bocca per rispondere, ma non uscì alcuno suono dalle labbra.
Vide i suoi occhi diventare lucidi e trattenere le lacrime e Severus poté quasi vedere tutta la sua vita in quegli occhi sull'orlo del pianto.
Si vide piccolo studente curioso, ma schivo, rivide le persecuzioni e il sorriso di Lily. Rivide Albus e quel suo sorriso disarmante, ci vide la guerra e il dolore.
La stanza del San Mungo dove era stato ricoverato fin troppi mesi. Si rivide dietro la scrivania della presidenza, questa volta senza l'etichetta di assassino, usurpatore e traditore cucita addosso.
Vide Heriome con il suo amore, con il sorriso colmo di amore. Vide le risate, le litigate con lei e il futuro che potevano avere. Dei figli, dei nipoti e una vecchiaia felice.
Vide tutto questo negli occhi della sua vecchia insegnante di Trasfigurazione.
- Ma... ma... Hermione...
- E' d'accordo. Anzi, non vede l'ora.
E poi accadde qualcosa che non avrebbe mai raccontato a nessuno: Minerva gli volò tra le braccia. Come non ne era certo. Era certo, però, che lo abbracciò con la velocità di un battito di ciglia.
Per essere una vecchia strega stringeva veramente forte. Sentì la sua pelle rugosa, ma morbida sulla guancia, una lacrima bagnargli la pelle.
Ricambiò l'abbraccio come un figlio abbraccia la propria madre.
Aveva sbiaditi ricordi di sua madre che lo stringeva, ma era quasi certo che lo faceva nello stesso modo.
- Troppo sentimentale...- mormorò con finto sarcasmo facendola ridere.
Minerva tornò al suo posto, trovando la compostezza che la rappresentava. Si mise gli occhiali in grembo e prese un fazzoletto rosso dalla tasca della veste.
Si tamponò gli occhi lanciandogli qualche occhiata.
- Ma guarda... piango come una ragazzina.
Rimise a posto il fazzoletto e si sistemò gli occhiali.
L'orologio della torre batté quattro colpi, un istante dopo la campanella annunciò la fine delle lezioni per quella giornata.
Era ora di tornare al lavoro.
Si alzò, Minerva si voltò a guardarlo.
- Rientri con me?
- No, preferisco restare qui ancora un po'. Grazie di avermi regalato un ricordo piacevole in questo luogo.
Fece solo un lieve sorriso, si voltò e si incamminò sul sentiero di ghiaietto che, questa volta, lo portava ad Hogwarts, alla sua vita e al suo futuro.
Percorse solo qualche metro quando la voce di Minerva lo raggiunse chiara e cristallina.
- Credo ancora che la giacca con le code sia la soluzione migliore!
Il pozionista scosse il capo e allungò il passo.
Minerva poteva anche avere con sè un metro da sarta.

FINE

(*) Mi immagino il matrimonio di Severus ed Hermione in maniera civile, un po’ come quelli americani. Siccome non ci vedo Minerva che fa il corso on line per diventare “cerimoniere per un giorno” credo che al matrimonio sarà presente anche un funzionario del Ministero, per autenticare il tutto.
Ai fini di trama è irrilevante, ma ci tenevo a precisare.


Edited by Ida59 - 27/10/2017, 22:29
 
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Solo tu riesci a farmi piangere e ridere nello stesso tempo...
Sì, solo tu Elly ci riesci.
La trilogia deve essere completata dal giorno del matrimonio, spero, ma è comunque un gioiello perfetto già così.
Grazie di esserci! :wub: :wub:
 
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CITAZIONE (chiara53 @ 20/3/2017, 12:35) 
Solo tu riesci a farmi piangere e ridere nello stesso tempo...
Sì, solo tu Elly ci riesci.
La trilogia deve essere completata dal giorno del matrimonio, spero, ma è comunque un gioiello perfetto già così.
Grazie di esserci! :wub: :wub:

:wub: :wub: :wub: :wub: :wub:
Ma io non voglio far piangere nessuno...
 
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Un gioiello, Elly, un vero gioiello che racchiude ogni emozione, ogni sentimento, ogni particolare di una lunga storia fatta di sofferenze ma anche di gioie, un gioiello in cui brillano vita e amore, dove l'incontro casuale e il confronto tra due personaggi tanto straordinari su una panchina di marmo diventano altrettanto straordinari, e commuovono, strappando al contempo anche il sorriso. Il tutto illuminato dalla luce incantevole del sole primaverile. Ed è così che anch'io, con la fantasia, sono lì seduta accanto a loro a godere del calore di quel bellissimo sole e della loro meravigliosa compagnia. Che scorcio stupendo, Elly, sei sempre bravissima! :wub:


E io, intanto, vado con il mio bannerino primaverile...



primavera1

 
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view post Posted on 20/3/2017, 19:22
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I ♥ Severus


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Bel banner ottimista, Ele, approvo... anche se lui mi guarda male!!!

Una storia molto intensa e commovente, quella di Elly. Capisco benissimo, e condivido, Chiara che parla di ridere e piangere allo stesso momento, perchè è proprio questo che accade in questa storie dolcissima e molto delicata. Una storia che ti prende fino in fondo e ti fa vibrare dentro. Davvero molto bella.
 
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view post Posted on 20/3/2017, 21:19
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I ♥ Severus


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Elenco della prosa/poesia pervenuta per la primavera 2017.



Ellyson: Triste luogo per un ricordo felice (one shot)




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Edited by Ida59 - 2/7/2017, 17:36
 
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Recensione a Triste luogo per un ricordo felice di Ellyson


Premetto che tutte e tre i racconti di questa trilogia avrebbero meritato una recensione degna, ma dei tre questo è forse il più perfetto esempio di come sei arrivata a saper scrivere: lo fai commovendo, avvincendo e divertendo il lettore.

Leggendo questa storia ho provato la sensazione strana di ascoltare una sinfonia, con un inizio arioso, armonioso e leggero. Poi la musica segue un’evoluzione drammatica per sciogliersi in melodiosa e carezzevole armonia.

Ormai Severus non ha più segreti per te, Elly, lo racconti - o ti fai raccontare da lui? - i suoi pensieri più intimi, la parte più segreta della sua anima.
Sai cesellare i movimenti, il tono della voce e i gesti, fino ai più impercettibili: ed io lo vedo Severus, come in un film, anzi, come se fosse vivo e vero e con lui il mondo che lo circonda, così ben descritto con poche, ma sapienti pennellate, un Severus non privo della tua ironia e con un pizzico di quel sottile cinismo che ti accomuna a lui.

In questo particolare racconto il dialogo si svolge con Minerva, la tua Minerva, rigidamente tenera e dolcemente ruvida. Uso degli ossimori per descriverla, perché è così che la sento, è così che mi appare attraverso le tue parole ed anche attraverso quelle che le fai pronunciare.

Ad un certo punto la presenza di Silente tra i due personaggi si è fatta veramente palpabile per il lettore: tu hai voluto che fosse così.
Tu hai voluto – come lo vuole Severus – che lui fosse lì e così anche Albus, con i suoi pregi e i suoi difetti, era presente, seduto accanto ai protagonisti e se la rideva delle loro parole: a volte assentiva, a volte scrollava il capo in segno di dissenso. Silenziosa e ponderosa presenza che si è insinuata, modificandola, nella vita di Severus e di Minerva e non solo.
Non è un ricordo quello che emerge dal dialogo tra i due, ma ciò che di Silente faceva: è una persona in carne ed ossa, la sua essenza vitale, la sua identità, la sua anima e la sua prevedibilità per chi lo rimpiange e lo ama.

Tra Minerva e Severus non potevi non far comparire Hermione, la tua Hermione. Quella che ho imparato a conoscere e comprendere nelle tue storie, perché è così che avrebbe dovuto essere e diventare, da grande.
A volte ho la sensazione che l’immedesimazione di te con il personaggio ti sia diventato talmente naturale che nemmeno ti accorgi di quanto profondi e articolati e realistici siano i sentimenti e le pene che le attribuisci, che le fai provare.

Oh, lui che protegge se stesso e lei, da se stessa: impareggiabile!
Non è un gioco di parole, ma ciò che emerge dal brano qui di seguito; è solo Severus che può comprendere fino in fondo quanto dolore e paura portino con sé le notti e i sogni: la difende, la comprende e la ama anche per questi momenti di oscurità.
CITAZIONE
gli incantesimi che aveva dovuto deviare di notte mentre lei lo guardava con lo sguardo appannato dal sonno credendolo un nemico. Era arrivato al punto di toglierle la bacchetta da sotto il cuscino quando si addormentava.
Erano cicatrici che comprendeva bene, si aiutavano a vicenda. Quei momenti bui, dove la pace sembrava solo un'infinita attesa di un altro Mago Oscuro, erano sempre più rari, ma c'erano
.

La conclusione stupenda - secondo me – merita qualche commento a parte.
La delicatezza e la profondità con cui hai saputo descrivere il rapporto tra Minerva e Severus non riguarda questo specifico momento, di cui non vorrei ulteriormente spoilerare, ma riguarda tutta la loro vita.
Un mondo di emozioni trattenute e nascoste trascorre tra due personaggi granitici, nella loro rigida facciata, che esplode come un fuoco d’artificio, come una fiamma.
Il tutto è veramente tanto realisticamente tratteggiato da travolgere il lettore (io) in un’ altalena di suggestioni che vanno dalle lacrime, al sorriso, all’aperta risata.

Sei stata brava Elly, tanto brava. Lo sei in ogni tua storia e i personaggi che gestisci sono veri e sinceri come lo sei tu, un po’ scontrosi a volte, facili all’ira, con la parolaccia sulla punta della lingua, ma veri e non si può non amarli e non amarti.
 
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view post Posted on 15/5/2017, 15:52
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4stagioni_zps6p5dxct7

Una nuova sfida ricomincia: quella dell' Estate!

La scadenza é: 19 giugno alle ore 21.00
e dovete creare un'immagine, una storia, una poesia, haiku o tanka che colleghino Severus alla stagione oggetto della sfida.


L’importante è che in tutte le opere, siano fanart, elaborazioni grafiche, prosa o poesia, emerga il nostro amore per Severus, l'affascinante cavaliere nero che ci ispira.




Le regole per le FanArt

- Dimensione: 700x500 pixel (larghezza x altezza);
- Ricordate di "firmare" i vostri lavori;
- Per i lavori fatti a mano i moderatori penseranno a sistemare le dimensioni, ove necessario;
- L'immagine deve rappresentare al meglio il tema indicato per la sfida.
- E' espressamente richiesto il rispetto del punto 4 del regolamento Fanart del Forum a pena dell'applicazione del succesivo punto 9:
4. In merito all’elaborazione di immagini, vi ricordiamo che se utilizzate una o più immagini, o parti di immagini riconoscibili appartenenti ad altri autori, a seconda delle regole vigenti sul sito da cui le avete prelevate dovete chiedere all’autore l’autorizzazione preventiva all’uso oppure riconoscergli i dovuti diritti di paternità.
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[...]
9. In caso di accertata violazione dei punti 3 e 4 del presente regolamento, cioè se qualcuno rivendicherà con successo la paternità dell'opera o di parte di essa, l'Amministrazione del Forum si farà parte diligente per rimuovere l'immagine che risulti aver violato il diritto d'autore e si riserva di prendere provvedimenti, anche di esclusione dal forum, contro l’utente responsabile della violazione.


Le regole per i componimenti scritti

- Il tema del componimento deve essere quello indicato per la sfida.
- Sono accettati componimenti in prosa e poesia (compresi haiku e tanka) senza vincoli di un minimo o massimo di parole/versi.
- Sono accettati tutti i generi e rating, nonchè l'utilizzo di qualsiasi personaggio (anche originale) ma Severus dovrà essere il protagonista della storia.
- Possono essere direttamente inseriti in questa discussione nel rispetto del Regolamento Componimenti scritti del Forum .
- Qualora il rating fosse VM, la storia va inserita in questa sezione e qui va inserito solo il link.
- In caso di violazione del regolamento sopra citato il componimento verrà cancellato senza alcun preavviso all'autore.
- Se vi siete ispirate ad uno dei banner riportatene l'immagine insieme alle vostre parole.


Le creazioni artistiche che perverranno entro la scadenza indicata saranno inserite nel Cavillo e vi resteranno esposti per alcuni giorni. Nella Gallery del Cavillo sarà altresì inserito l'elenco delle creazioni letterarie con link al messaggio.

Buon lavoro! :lovelove:



Edited by chiara53 - 19/6/2018, 17:56
 
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view post Posted on 17/5/2017, 09:40
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Titolo: Il passato deve restare nel passato
Autore: ellyson
Beta: Querthe
Tipologia: one shot
Rating: per tutti
Genere: Introspettivo, romantico
Personaggi: Severus Piton, Hermione Granger, Harry Potter
Pairing: Severus / Hermione
Epoca: Dopo il 7 anno.
Avvertimenti: AU
Riassunto:
Da “Le curiose comari di Hogwarts”
- Andiamo Severus. - fece Minerva – Sono stata io a farti capire i tuoi sentimenti per Hermione!

E cominciò tutto così.

Nota: Volendo inerirla nell'ultima mini serie composta da: Piton 45.0 FM; Le curiosi comari di Hogwarts e Triste luogo per un ricordo felice, questa potrebbe essere vista come un prequel di tutto. E' possibile leggerla prima di tutte le tre storie elencate o alla fine. O solo questa e lasciar perdere il resto.
A voi la scelta.

Disclaimer: (solo per le fic di HP) I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. La trama di questa storia è invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa



Il passato deve restare nel passato



Le urla ancora echeggiavano nel suo ufficio.
Erano passate settimane eppure a lui sembravano solo pochi minuti.
Il mago sedeva alla sua scrivania sgombra, questa volta, da carte amministrative e quotidiani che potevano distrarlo da quello che lei gli aveva detto. Anzi urlato in faccia, con le lacrime che le rigavano le guance senza vergognarsi di mostrarsi debole, indifesa e gelosa.
Con un sospiro si passò una mano sul volto e osservò la sedia dietro la scrivania dove qualche settimana prima si era seduta, rigida e furiosa mentre torturava il polsino di una camicetta babbana. Abiti che indossava sempre prima di lasciare Hogwarts per le vacanze estive.
La scuola era silenziosa ormai da giorni, gli studenti erano tornati a casa e i professori stavano lasciando il castello uno dopo l’altro.
Gli unici che lasciavano la scuola solo per un breve periodo erano lui, Pomona e Minerva.
Pomona doveva badare alle serre. Minerva usava la scusa dell’età e lui passava sempre meno tempo nella sua casa a Spinner’s End.
La stava lentamente abbandonando, ormai la considerava solo un monumento allo squallore del suo passato.
L’uomo spostò lo sguardo sulla busta che aveva preparato la sera prima.
Alla fine Minerva gli aveva fatto capire che era ora di lasciarla andare, di andare avanti e vivere come meritava.
Gli aveva aperto gli occhi; eppure chiudere quella busta era stata una delle cose più difficili che avesse mai fatto.
E la sua lista era molto, molto lunga.
Ma Minerva sapeva tutto, vedeva molto più di quello che lui riusciva a capire, anche di se stesso; soprattutto di se stesso.
Il mago prese in mano la busta e la rigirò tra le mani; Hermione l’aveva trovata per caso, sfogliando un vecchio libro.
Non aveva creduto alla sue parole, al fatto che non sfogliava quel libro – lo stesso dove aveva riposto quella parte della sua vita - da molto tempo.
Non aveva creduto a quella storia. Come avrebbe potuto?
Alla fine tra le urla, gli insulti e le lacrime aveva sbattuto il suo passato sulla scrivania dicendogli che non avrebbe lottato contro i suoi fantasmi se lui non era al suo fianco.
Non le aveva risposto. Anzi le aveva detto che era solo una ragazzina. Che lei non capiva. Che non avrebbe mai capito.
Gli aveva urlato che era solo uno stronzo bastardo che aveva giocato con il suo cuore e il suo corpo, poi se n’era andata sbattendo la porta.
Una pugnalata dritta al cuore.
Era partita quello stesso giorno e lui non l’aveva fermata.
Dopo settimane di mal umore Minerva l'aveva sgridato come se fosse un bambino. Con estenuante insistenza si era fatta spiegare la situazione e poi gli aveva detto che era lui il ragazzino e che avrebbe dovuto seguire il suo cuore, invece di rincorrere il ricordo sbiadito di quello che non era più. Anzi di quello che non era mai stato.
Aveva chiesto aiuto anche a Silente, ma lui si era limitato a sospirare e mormorare una sola frase:
- Il passato deve restare nel passato.
Da quel momento non aveva più parlato, aveva fatto finta di dormire oppure spariva oltre la cornice per giorni lasciandolo solo con i suoi pensieri e quel passato ancora sulla scrivania che lo fissava.
L'orologio sul camino spento batté otto colpi riportandolo alla realtà.
Il mago picchiettò la busta sulla scrivania con delicatezza, poi la fece sparire in una tasca interna del mantello.
Doveva andare, aveva un appuntamento.

* * * *


31 Luglio.
Una data che per lui non era nulla di particolare fino agli undici anni.
Ricordava ancora i compleanni festeggiati in solitaria in quello stanzino nel sottoscala, con i ragni come invitati e una torta fatta di polvere.
La canzoncina canticchiata a labbra strette per non far infuriare gli zii.
La solitudine e la malinconia di quegli anni non lo abbandonava mai; ricordava tutto: perfino ogni regalo che Dudley aveva ricevuto.
Ora le cose erano diverse.
Non era più solo.
Non viveva più in uno sgabuzzino e la sua festa era sempre chiassosa e fin troppo calorica.
Perfino Dudley riusciva a inviargli un regalo, uno vero, pensato apposta per lui.
Incredibile.
Eppure ogni anno, il giorno preciso del suo compleanno, si ritagliava almeno un'ora la mattina per ripensare agli anni prima di Hogwarts, al sottoscala, alle pulizie e agli abiti lisi di suo cugino.
Ripensava alla guerra, alle battaglie e alle persone che si erano sacrificare per lui perdendo tutto.
Godric's Hollow era deserta quella calda mattina. Le persone dormivano ancora, era presto e il caldo torrido, insolito per l'Inghilterra, li rendeva pigri e stanchi fin dalle prime luci dell'alba.
Harry non se ne dispiacque, amava quel villaggio che aveva riscoperto dopo la guerra, il paese dove i suoi genitori erano stati felici per qualche tempo, dove l'avevano amato e coccolato anche se lui non lo ricordava.
Gli piaceva passeggiare immaginando Lily e James camminare su quelle stesse strade, spingendo un passeggino e sorridendo innamorati.
Percorreva il sentiero che portava alla sua casa e la osservava da dietro il cancello sempre ricco di scritte e fiori incantati. Osservava i muri e le finestre immaginando una vita dietro quel velo di morte e polvere.
Ma da quell'anno non l'avrebbe fatto più. Era stata una decisione difficile, ma aveva deciso di abbattere la casa. Non sapeva cosa ne avrebbe fatto del terreno, ma non voleva più vedere la sua vecchia casa, che in fin dei conti non aveva mai sentito veramente come sua, cadere a pezzi.
Era stata una decisione che aveva scosso il mondo magico e che aveva portato non poche discussioni al Ministero, minando così anche la sua popolarità.
Cosa che lo rendeva solo immensamente felice.
Da quando quelle vecchie mura erano state abbattute si era sentito più leggero, quasi sollevato, come se anche lo spirito dei suoi genitori fosse libero.
Trovava la cosa stupida, ma non sapeva spiegarsi in altro modo.
Harry sorrise alla statua comparsa magicamente al centro della piazza; i suoi genitori guardavano il villaggio con in braccio un bambino dove non riconosceva se stesso. Si avviò poi al piccolo cimitero accanto alla chiesa.
Ci andava spesso, ma mai quanto avrebbe voluto.
Il giorno del suo compleanno era, però, un appuntamento fisso che non saltava mai.
Quando le campane della chiesa annunciarono le nove della mattina si rese conto che era in mostruoso ritardo rispetto alla sua tabella di marcia: aveva indugiato troppo a fissare le stradine del villaggio.
Aprì il basso cancello del cimitero senza sorprendersi di trovare qualcuno davanti alla tomba di sua madre.
Non era difficile scoprire che la mattina del suo compleanno si recava alla tomba dei suoi genitori, e poi quello era un appuntamento fisso che aveva col suo passato, non solo con Lily e James Potter.
Il mago che lo aspettava fissava la tomba di Lily con le braccia incrociate al petto e l'espressione severa sul volto spigoloso. Alla fine Harry si era arreso a pensare che quella fosse la sua unica espressione per tutto.
Hermione asseriva il contrario, ma, secondo Ginny, Hermione vedeva un lato di quel mago che nessuno di loro avrebbe voluto neppure immaginare.
Ci aveva messo settimane a capirne il motivo.
- Sei in ritardo, Potter. - disse il mago senza voltarsi nella sua direzione, ma non c'era bisogno di voltarsi e vederlo, erano i soli in quel cimitero, lo erano sempre stati.
Aprì la bocca cercando una scusa plausibile, ma poi si ricordò che non era più un suo studente e che non doveva scusarsi per non aver fatto i compiti.
- E' vero. - ammise solamente avvicinandosi, le loro due ombre si fusero sulla tomba di sua madre - Mi dispiace, non mi ero reso conto dell'ora.
Il mago accanto a lui non disse lui, si limitava a fissare il nome di Lily sulla lapide grigia.
Harry aveva fatto lucidare le lapidi, erano le uniche che sembrassero regolarmente visitate in quello sperduto cimitero.
Dopo un intenso minuto di silenzio il mago vestito di nero si voltò a guardarlo, ormai il suo sguardo non lo metteva più a disagio né lo faceva arrabbiare.
Provava affetto per quell'uomo.
Non lo avrebbe ammesso neppure sotto cruciatus.
- Sei invecchiato. - gli disse il mago senza la solita ironia o il sottile sarcasmo.
Era solo un'ovvia constatazione.
- Sì beh...- mormorò lui – non tutti possono dimostrare sempre gli stessi anni come lei. Lo sa che la chiamano vampiro?
- Sono stato chiamato in molti modi. - rispose lui con una impercettibile alzata di spalle – Credo che, a questo punto, gli auguri siano doverosi, Potter.
- Grazie.
Restarono ancora qualche minuto in silenzio a fissare le tombe. Aveva immaginato spesso cosa avessero detto i suoi genitori di quella strana amicizia, senza mai trovare una risposta.
Forse sua madre ne sarebbe stata felice, forse suo padre gli avrebbe detto di stare attento a Mocciosus. Gli faceva ancora male pensare a suo padre in quel mondo, ma aveva smesso di difenderlo in ogni occasione.
Suo padre era quello che era, forse invecchiando sarebbe migliorato.
Non l'avrebbe mai saputo.
- Come da tradizione. - gli disse, nella sua voce c'era una traccia di sorriso – La invito alla mia festa di compleanno alla Tana. Ginny e Molly stanno già cucinando, Ron e Hermione stanno addobbando il giardino. Sarà rumorosa, colorata ed estremamente calorica.
Si aspettava una reazione dopo aver nominato la sua migliore amica, ma ne restò deluso.
Non si scompose. Non mostrò il minimo interesse. Non mosse neppure quel suo solito sopracciglio.
Rimase fermo a fissare la tomba di sua madre.
Forse Ginny si sbagliava, non succedeva mai, ma poteva sempre esserci una prima volta.
- Come da tradizione, non verrò.
L'appuntamento di ogni anno, appuntamento non programmato ed iniziato per caso, stava per finire Harry lo sapeva.
Sarebbe rimasto lì ancora un po', avrebbe parlato con i suoi genitori seduto sul terreno asciutto.
Si sarebbe alzato solo quando non sentiva più le gambe.
Prima di andarsene il mago si voltò nella sua direzione, dando le spalle alla tomba di Lily Potter. Lo vide sfilare una busta da una tasca e porgergliela.
Harry corrugò la fronte.
- Cos'è?
- Il passato, Potter. - rispose lui mentre la prendeva – Il passato. - ripeté con un filo di voce incamminandosi verso il cancello, senza dare la solita ultima occhiata alla lapide.
Harry aprì la busta, sfilò il suo contenuto e sgranò gli occhi verdi. Si voltò in cerca del mago, ma Severus Piton era già sparito.
Tornò alla Tana confuso da quell'incontro.
Entrò nella cucina dove già si sentivano ottimi profumi e i mestoli si muovevano da soli nelle pentole.
Ginny stava incantando un coltello in modo che tagliasse in automatico le cipolle mentre Hermione stava lucidando una serie di posate.
La sua amica era strana da qualche tempo.
Non era la stessa che aveva passato con loro la Pasqua, era malinconica e facilmente irritabile ed ora sapeva che la disastrosa situazione con i genitori non c'entrava.
Ginny si accorse della sua espressione e lasciò perdere il coltello, la lama finì di tagliare la cipolla poi restò ferma sul tagliere.
- Harry...- lo chiamò allarmata, sapeva perfettamente cosa succedeva la mattina del suo compleanno, dove andava e chi incontrava nel cimitero davanti alla tomba di sua madre – che succede?
- Piton. - rispose lui sedendosi sulla sedia – E' stato... strano.
Hermione sbuffò senza alzare lo sguardo da una forchetta.
- E dove sarebbe la novità? - borbottò irritata – Il Conte Dracula é sempre strano.
Ginny scosse il capo e lasciò perdere, conosceva bene entrambe ed Harry si rese conto che Hermione borbottava frasi acide verso Piton da quando era arrivata alla Tana.
- Mi ha dato questa. - spiegò mostrando la busta – Mi ha detto che è il passato.
- Cos’è? – gli domandò sua moglie.
Il giovane mago sfilò con cautela il contenuto della busta.
- La foto di mia madre. – mormorò – E la seconda pagina di quella lettera.
Negli anni Harry aveva ricevuto molte foto dei genitori, aveva imparato a conoscere i loro volti, alcune espressioni impresse sulla carta.
Quella fotografia sapeva chi l’aveva, sapeva il perché l’aveva lui e non l’aveva mai chiesta indietro. In qualche modo sentiva che quell’unica fotografia di Lily e il suo affetto segnato sulla carta andavano a colui che non si perdonava per la sua morte.
Non ci aveva mai più pensato dopo la guerra.
Fino a quel giorno.
Harry fissò il volto sorridente di sua madre che salutava dalla fotografia, la accarezzò con due dita, in qualche modo sentì che una parte della sua vita si era chiusa in quel modo, con la restituzione di quella fotografia strappata.
- Ti ha detto che è il passato?
Il giovane sollevò lo sguardo incontrando quello di Hermione. L’amica aveva abbandonato il suo lavoro, le mani le tremavano, gli occhi erano lucidi.
- Sono state le sue esatte parole.
La strega scattò in piedi.
- Devo andare.
La sentirono correre fuori nel giardino, Ron la chiamò senza ottenere risposta.
Il suono della smaterializzazione arrivò da lontano.
Ginny ridacchiò e posò un delicato bacio tra i capelli ribelli del marito.
- Ti conviene continuare il lavoro di Hermione, non credo tornerà tanto presto.
Harry scosse il capo e afferrò una posata.

* * * *


La sua stanza era lugubre.
Si chiese perché non se ne fosse accorto prima, ma forse lo aveva sempre saputo e la cosa non gli era mai interessata.
Anzi era un muto avvertimento per chiunque volesse andare nei suoi alloggi.
Severus era in piedi in quello che era il piccolo salottino che divideva la camera da letto dal resto della stanza.
Improvvisamente gli mancava l’aria.
Decise in pochi istanti che il resto delle settimane che gli restavano prima del rientro degli studenti lo avrebbe passato cercando un alloggio migliore.
C’erano delle camere libere al quinto piano; il fatto che fosse lo stesso piano di Hermione era irrilevante.
Quell’ombra che aveva sempre cercato per proteggersi gli sembrò improvvisamente opprimente.
Uscì dalla stanza alla ricerca del sole e del caldo di quell’estate.
Si sentì come se fosse rinato non una seconda volta, ma una terza.
Ora capiva.
Sapeva cosa doveva fare: riconquistare Hermione.
Non sapeva bene come, il corteggiamento non era mai stata la sua priorità - e quando ci aveva provato era stato un completo disastro – ma avrebbe iniziato in qualche modo.
Salì la breve scala che divideva i sotterranei dal resto della scuola nello stesso momento in cui lei entrava dal portone principale.
Il tempo parve fermarsi in quel breve attimo.
Hermione ansimava, i capelli erano arruffati, indossava una vecchia salopette di jeans e una camicetta bianca, abiti che non avrebbe mai indossato ad Hogwarts neppure in piena estate.
Lui la fissò ricordando vagamente che Potter gli aveva detto che lei era alla Tana a preparare la festa.
Al cimitero si era solo concentrato su quello che voleva fare e sul dirle addio per sempre.
- Hai restituito la fotografia ad Harry.
- Il passato deve restare nel passato. – le disse con un sussurro ripensando alle parole di Albus.
La strega sorrise e gli corse incontro, un piccolo tratto che parve lungo chilometri.
E mentre lui l'abbracciava e raggiungeva con avidità la sua bocca si rese conto che il passato non l’avrebbe più intralciato.
Mentre l'incastro delle loro bocche, lingue e anime combaciavano alla perfezione tutto parve avere un senso.
Si sperarono a malincuore, cercandosi con gli occhi.
Le prese le mani e vi posò un delicato bacio.
- Non so cosa ci sia nel futuro, Hermione. - le disse – Ma so cosa c'é nel presente. Ci sei tu. Ci siano noi.
Hermione sorrise e ricambiò la stretta delle sue mani.
- Viviamo nel presente, Severus. Non mi serve altro.

FINE

 
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view post Posted on 17/5/2017, 15:48
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Il tuo stile inconfondibile, le tue pause, i dialoghi impagabili mi hanno avvinta, conquistata e fatta emozionare e sorridere.
La storia per l'estate è veramente un bel regalo a noi tutti.
Ormai vedo i tuoi personaggi muoversi e parlare e sono così deliziosamente tuoi e nostri che non si può che stupire e amarli per l'umana normalità che sai infondere in loro, insieme a gesti e pensieri condivisibili: sai cogliere i momenti topici e renderli esattamente come il lettore avido di emozioni desidera.
E' geniale e spumeggiante la trama, persino Harry mi è diventato caro e Lily tollerabile perchè il passato è passato .
Buona estate Elly, resta come sei, così, amabilmente imperfetta. :wub:
 
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view post Posted on 17/5/2017, 17:17
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Waaaoooo! Già fatto? :lol:
 
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view post Posted on 17/5/2017, 17:44
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CITAZIONE (Ida59 @ 17/5/2017, 18:17) 
Waaaoooo! Già fatto? :lol:

È pronta da almeno 2 mesi.
 
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view post Posted on 17/5/2017, 19:44
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:lol: :lol: :lol:
 
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view post Posted on 26/5/2017, 16:28
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Una storia che inizia in sordina, quasi difficile da seguire e comprendere bene cosa è successo; ma poi arriva un Harrty semplicemente stupendo, che mi è piaciuto davvero tantissimo (forse perfino più di Piton, ed è veramente tutto dire!) e mi ha letteralmnete conquistata.
Infine un finale strepitoso, in crescendo ed esplosivo, con quel cambio di "piano", veramente "estivo"!!!

Nota beta: si sperarono a malincuore - si sEPArarono...
 
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