Il Calderone di Severus

Sfida n. 5 FA+FF : San Valentino!

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 13/2/2021, 12:52
Avatar

Pozionista abile

Group:
Moderator
Posts:
9,273

Status:


Approfitto dell'occasione per postare la mia storia, e aggiungere un altro tassello alle avventure della famiglia Piton :*


Titolo : Cuori di carta e scones al burro d’arachidi
Autore: Ele Snapey
Data : febbraio 2021
Tipologia: One shot
Rating : per tutti
Genere : romantico
Personaggi: Severus, personaggi originali, Albus Silente
Epoca: Post 7^ anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Era giunto un altro fatidico, immancabile, insopportabile san Valentino… era quasi l’ora di pranzo e ancora non si era palesata alcuna illuminazione sul regalo da farle…

Nota: Storia scritta per la sfida san Valentino 2021

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I personaggi originali, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa





Cuori di carta e scones al burro d’arachidi




Era giunto un altro fatidico, immancabile, insopportabile san Valentino.
Il preside raccolse i documenti sparsi sulla scrivania, ormai distratto dal pensiero molesto che gli aveva attraversato a tradimento la mente, e scoccò un’occhiata alla clessidra.
Sbuffò con aria seccata e allo stesso tempo sconsolata: quasi l’ora di pranzo e ancora non si era palesata alcuna illuminazione sul regalo da farle.
Ogni anno era la stessa storia: avesse potuto cancellare quella dannata ricorrenza da tutti gli almanacchi magici e Babbani con un colpo di bacchetta magica non avrebbe esitato un solo istante.

Borbottando tra sé iniziò a riordinare velocemente: un buon avvio di ricorrenza sarebbe stato quantomeno di non arrivare in ritardo, costringendo i suoi, già radunati a tavola, ad aspettarlo.
Era una cosa che capitava quasi ogni sabato mattina, quando ne approfittava per recuperare l’arretrato settimanale, e sapeva che a sua moglie dava fastidio.
– Qualche incertezza, figliolo? – fu la domanda che giunse dal ritratto alle sue spalle mentre riponeva le pergamene nel cassetto.
– No, affatto, Albus. – rispose, sbrigativo, incantando la serratura.
– Mi è parso di sentirti rimuginare.
- Che orecchio fino, complimenti… - replicò, sardonico, interrompendosi per scoccare un’occhiata pungente al vecchio che lo stava osservando dalla cornice con le labbra increspate da un lieve sorriso indulgente. – In effetti, sì, stavo rimuginando. Stavo riflettendo sul fatto che oggi è il 14 febbraio… Mi capisci?

Si raddrizzò e puntò lo sguardo carico di aspettativa in quello un po’ perplesso del dipinto.
- Veramente, non…
- Oggi è san Valentino, Albus: è san Valentino. – sbottò in tono lugubre, incrociando le braccia al petto con una punta di teatralità.
- Ah, sì, ecco. Vero, vero. Non ci avevo proprio fatto caso, sai? Perdonami ma qui dentro ormai i giorni si susseguono tutti così uguali. – specificò il vecchio, un po’ rassegnato. - E quindi immagino che… a-ehm… il problema sia sempre il medesimo.
Si sforzò di assumere un atteggiamento partecipe ma, soprattutto, di rimanere serio.
Anni prima, da quello stesso quadro, lo aveva visto sostenere sfide sovrumane in completa solitudine e con enorme coraggio, esponendosi a rischi inimmaginabili in modo risoluto e senza arretrare di un passo.

Eppure, quando si trattava di affrontare la festa degli innamorati, si perdeva letteralmente in un bicchier d’acqua.
- Certo che il problema è sempre lo stesso. Tua nipote mi avrà già confezionato un regalo sorprendente e si aspetterà che anch’io abbia pensato a qualcosa di altrettanto esclusivo. Però io ho tabula rasa in testa e non le ho ancora preso nulla!
- Hai ancora a disposizione tutto il pomeriggio e la serata per farle una sorpresa. – osservò Albus, ragionevolmente.
- Senza la minima idea sarà difficile. Ho esaurito tutto il bagaglio di conoscenze a cui appellarmi per pensare a qualcosa di originale e allo stesso tempo di tremendamente romantico. Fiori, gioielli, capi d’abbigliamento: negli anni le ho già regalato tutto. Se ti venisse un’idea te ne sarei grato. – ammise l’altro, scoraggiato.
- E se non fosse un oggetto? – propose Albus, dopo qualche istante di riflessione.
- In che senso, non capisco…
- Voglio dire, se il regalo non fosse un articolo ma una… azione? – suggerì, con fare vagamente allusivo.
- Beh… sì, quella azione è già in programma… voglio dire… una volta che i bambini saranno a letto… - borbottò Severus, in tono evasivo e un po’ imbarazzato.
- Oh no, no, no, non intendevo dire quella… azione lì! – lo interruppe Silente, divertito.
- Mi riferivo al fatto che potresti regalarle un intero pomeriggio libero, occupandoti di casa e bambini, in modo tale da permetterle di trascorrere una piacevole pausa distensiva, fuori dalla solita routine. Quando poi stasera rientra le fai trovare già pronta una deliziosa cenetta romantica, così da evitarle di doversi mettere ai fornelli. Et voilà: ecco confezionata quella che, secondo me, potrebbe essere una bella improvvisata. – concluse beatamente.

Il giovane preside scrutò con aria torva il ritratto placidamente intento a lisciarsi la barba. L’aria torva era semplicemente dettata dalla profonda concentrazione che stava dedicando alla valutazione del suggerimento; infatti dopo qualche istante si dissolse lasciando posto a un’espressione più convinta.
– Uhm… Sì… sembra una discreta soluzione. – meditò, iniziando a misurare a passi lenti e mani dietro la schiena l’area sottostante il dipinto.

La proposta del vecchio appariva davvero fattibile: Lavinia si lamentava spesso di non avere mai un briciolo di tempo da dedicare a se stessa e alle proprie cose tra lavoro, casa e figli da dover seguire: sarebbe stata felice di avere un pomeriggio intero a disposizione. Inoltre lui avrebbe potuto continuare a occuparsi in tutta tranquillità del saggio che stava scrivendo dal proprio studio di casa, avendo a disposizione del tempo fino all’ora di cena.
- Rettifico: questa è decisamente un’ottima soluzione. Grazie, Albus! – dichiarò, rianimandosi; afferrò il mantello, gli appunti, e infilò la porta dell’ufficio quasi di corsa seguito dallo sguardo cristallino e sottile di Silente che commentò a mezza voce, ridacchiando:
- Buona fortuna, ragazzo mio… - e si accomodò sul seggio pronto a riprendere il sonnellino interrotto poco prima.

ooOOOoo



- Ne sei proprio sicuro? – Lavinia lo stava osservando con una punta di rimorso mascherata da un sorriso carico di tenerezza. - Voglio dire: sei certo di non aver nulla di importante da sbrigare oggi pomeriggio?
Era già sulla porta, pronta per uscire con le amiche e a beneficiare del suo regalo di san Valentino; ma l’idea di lasciarlo a casa ad occuparsi da solo dei bambini per tutte quelle ore continuava a farla tentennare.
– Stai tranquilla e pensa solo a svagarti. Il mio regalo consiste nel fatto che tu oggi possa goderti un pomeriggio di completo relax; perciò esci di qui e dimentica ogni dovere, io e i ragazzi ce la caveremo benissimo. – la rassicurò, posandole un bacio morbido sulle labbra.

Lei fece per andarsene ma ci ripensò e tornò a guardarlo con l’espressione titubante.
- Ricordati che devono fare la merenda…
- Ci penso io, non ti preoccupare.
– Ariana non è tanto semplice da gestire…
- Lo so, mi farò dare una mano da Sybil.
- Sybil dovrà fare i compiti…
- La seguirò io. Ma poi potrà farlo anche suo fratello, che diamine. – sbottò, in tono ragionevole.

Lavinia scosse leggermente il capo e gli rivolse uno sguardo sibillino che lo lasciò un po’ interdetto. Sembrò voler aggiungere qualcosa ma si bloccò, alzandosi sulle punte dei piedi per ricambiare il bacio.
- Grazie, amor mio, non potevi pensare a qualcosa di più tenero. – si limitò a dire, decidendo finalmente di varcare la soglia degli alloggi.
- Ci vediamo per cena, divertiti!

Quando riuscì a chiudere la porta alle spalle della moglie si diresse velocemente in camera per controllare che Ariana fosse ancora addormentata nel suo lettino per il sonnellino pomeridiano; poi deviò verso la piccola biblioteca che fungeva da studio dove lo stavano attendendo i preziosi appunti. All’idea di potersi dedicare al lavoro che lo appassionava si sentì pervadere da una sorta di piacevole formicolio sulla pelle.

Ma non riuscì nemmeno a varcare la soglia dello studio, perchè fu intercettato dalla secondogenita che gli si parò davanti con espressione furibonda.
– Papà! – nella vocina una nota quasi strozzata di disperazione, e negli occhi color dell’ebano bagliori di vendetta.
– Che c’è, Sibby? Non dovresti essere nella tua stanza a fare i compiti?
- Lo sarei se quel decerebrato di Nicholas non ascoltasse la musica a volume spropositato, impedendomi la concentrazione! – specificò, furiosa, indicando la porta chiusa della camera attigua da cui, in effetti, si sentiva arrivare una sorta di fracasso rimbombante.
- Hai provato semplicemente a chiedergli di abbassarla? – sospirò Severus.
- Certo che sì, ma al suo cervello disconnesso non arriva altro che non sia suono per decerebrati, quando ascolta gli Hobgoblin. E io non posso continuamente interrompermi per tirare pugni nel muro. – replicò, lamentosa, seguendo il padre che incedeva battagliero verso la camera del figlio.
- Sybil, evita se puoi di apostrofare tuo fratello a quel modo, lo sai che non mi piace. – la redarguì, e bussò vigorosamente al battente sopra cui era attaccato il cartello recante la scritta: “Lavori in corso – Non disturbare”.
- Nicholas, apri… - ordinò, cercando di mantenersi calmo nonostante gli sembrasse che, dall’altra parte, la musica fosse stata alzata ancora di proposito. – Nick, apri o lo farò io in un modo che non gradirai affatto. – intimò, in tono glaciale ma sostenuto, bussando ancora più energicamente.

Il baccano si interruppe di botto, e dopo qualche secondo la porta si dischiuse con lentezza esasperante.
- Uffa, papà… - sbuffò, imbronciato, il ragazzino apparso sulla soglia con i capelli neri scarmigliati e gli occhi azzurro cielo.
- Puoi, per cortesia, ascoltare quella robaccia indefinibile senza dover necessariamente farla sentire a tutto il castello? – lo apostrofò il padre, in tono rigoroso.
- No, papà, perché gli Hobgoblin si devono ascoltare a palla! – ribattè l’altro, con un moto di stizza. – Se lei deve studiare che vada a farlo in un altro punto della casa. – proseguì, rivolgendosi a Sybil in tono acido.
- Benissimo, se questa è la tua risposta e dal momento che non hai alcun rispetto per le regole, oggi rinuncerai alla musica degli Hod… Hog… Hob come diavolo si chiamano, e aiuterai tua sorella a terminare i compiti. – decretò il mago, senza misericordia.
- Ma…
- E senza discutere, avanti! – lo gelò con una delle sue occhiate proverbiali. Quindi decise di affondare il colpo. – Piuttosto mi stupisce il fatto che tu non ne abbia di compiti per lunedì.
- Sì, avrei Aritmanzia e Astronomia, ma poca roba… - minimizzò, facendo spallucce.
- Ottimo, allora approfitterai di questa occasione per svolgere la poca roba che ti è stata assegnata da questo istante, e senza troppe storie, così da non ridurti all’ultimo momento come fai di solito.

Attese che Nicholas si trasferisse dalla sorella, tra uno scambio di linguacce e l’altro, con il proprio materiale scolastico; quindi minacciò i due marmocchi che se li avesse sentiti ancora litigare per punizione avrebbero saltato la visita domenicale ad Hagrid e alle sue creature magiche.
Una volta che li ebbe finalmente richiusi nella camera di Sybil, pensò solo a fiondarsi nel piccolo angolo di quiete dove lo stavano attendendo i preziosi appunti.
Sprofondò nella poltrona preferita con un sospiro appagato; dalla poltrona gemella che aveva di fronte la micia nera lo osservò pigramente acciambellata con gli occhi semichiusi e gli rivolse un fiacco miao di benvenuto.
Le rimandò un sorriso soddisfatto, prese in mano la documentazione e iniziò a rileggere le ultime note che aveva aggiunto ancora da sistemare, quando…
- Papà, non riesco a interpretare i numeri delle ultime operazioni che ci ha dato la professoressa Vector. Vieni ad aiutarmi? – Nicholas si era improvvisamente materializzato all’ingresso dello studio e lo stava fissando con aria supplicante.

Il padre lo squadrò per qualche istante, indeciso se fingere di non aver afferrato o spronarlo a cercare di capire da solo le dinamiche interpretative. Ma comprese subito di non potersi esimere.
Posò i fogli degli appunti sul tavolino basso accanto alla poltrona, represse un sospiro di sconforto e si alzò.
In venti minuti lo aiutò a risolvere le operazioni di Aritmanzia, poi però fu la volta di Sybil che non riusciva a memorizzare un paio di formule chimiche e gli chiese di ripassarle assieme a lei. Quindi ancora Nicholas lo pregò di stare a sentire mentre ripeteva ad alta voce il capitolo di Astronomia che doveva portare per l’interrogazione di lunedì.
Dopo un’ora circa, in cui con il corpo si era trovato nella cameretta dei figli a fare i compiti e con la testa nello studio a redigere il saggio, riuscì a riguadagnare la agognata postazione.

Riprese in mano gli appunti, tornò a concentrarsi sul paragrafo che stava leggendo prima di essere interrotto, ma…
- Papà, presto, Ariana si è svegliata e piange! – comunicò ad alta voce Sybil dal corridoio.
Per tutti i Gargoyle! Depositò di nuovo i fogli sul tavolino con gesto nervoso e si alzò di scatto, affacciandosi alla porta dello studio.
- Non puoi andare tu, Sibby? – fece all’indirizzo della figlia che stava rientrando in camera.
- No, scusa papà, ma io devo ancora terminare di scrivere una pergamena, e poi Ari vuole la mamma. – chiarì lei, candidamente, e richiuse la porta della propria stanza tagliandolo fuori.
Severus si diresse a grandi passi verso la camera da letto da cui proveniva il pianto della terzogenita.

Quando entrò la vide in piedi, sul lettino con le sbarre, che tendeva le braccine. Il visetto congestionato su cui brillavano occhioni grigio azzurri disperati era rivolto a lui, mentre tra un singhiozzo e l’altro invocava la madre. Con tutta probabilità aveva avuto un incubo e si era svegliata bruscamente: la prese in braccio e iniziò a cullarla, accarezzandole la testolina posata sulla spalla.
- Papà, voio la mamma… dov’è la mamma? – chiese la piccola tra un singulto e l’altro.
- Mamma è uscita, Ari, ma rientra presto. Adesso sta tranquilla, ci sono qui io. – sussurrò, passeggiando su e giù per la stanza nel tentativo di calmarla. Ariana allacciò le braccine attorno al collo del padre e il pianto pian piano si placò.
- Papà mi dici una stolia? – domandò dopo qualche minuto, con il capino pieno di ricci sempre appoggiato sulla spalla.
- Sì, pozioncina, te la racconto se mi prometti che ti rimetti a fare ancora un po’ di nanna. – le posò delicatamente un bacio sulla fronte e provò a distenderla nel lettino. La bambina gli elargì un sorriso buffo, si lasciò infilare sotto le copertine ma continuò a reclamare la sua storia con vigoria.
- Va bene, Ari, ma tu dormi ancora un po’, siamo d’accordo? – la riprese dolcemente.
Prese una sedia, si posizionò accanto al lettino, scelse un libro tra quelli impilati sul comodino e iniziò a leggere le avventure di Buffy il cucciolo di Unicorno.
Dopo una ventina di minuti a Severus cominciarono a calare le palpebre; Ariana invece lo fissava con gli occhi sgranati, attentissima alle parole che uscivano dalla sua bocca.
- Dici la stolia, papà! – strillò la bambina, quando il padre si interruppe per qualche secondo colto da una botta di sonno. Infine riuscì a farla addormentare, dopo un altro quarto d’ora di lettura delle peripezie di Buffy.

Si alzò con estrema cautela, rimise a posto il libro in cima alla pila e si avviò in punta di piedi.
Uscì dalla stanza e chiuse con molta attenzione la porta dietro di sé. Fece per dirigersi verso lo studio ma si bloccò con un leggero sobbalzo: Nicholas e Sybil erano lì, a sbarrargli il percorso, e per un attimo fugace alla loro immagine si sovrappose quella delle inquietanti gemelline di quel film Babbano dell’orrore – Shining, gli sembrava di ricordare si intitolasse – che lui e Lavinia avevano visto a casa dei Weasley alcuni anni prima.
- Che c’è, adesso? – sbottò, a bassa voce. Poi puntò l’indice verso i due ragazzini, con aria inflessibile. – Se siete qui per dirmi che avete litigato ancora, considerate già da ora che le visite ad Hagrid saranno sospese da domani fino a data da destinarsi!
- Siamo qui per la merenda, papà: la mamma ce la prepara sempre a quest’ora. – replicò Sybil in tono vagamente sussiegoso e le braccia conserte. Il mago notò subito come gli assomigliasse in modo impressionante quando assumeva quel tipo di atteggiamento, e in seconda battuta si rese conto di aver totalmente dimenticato la merenda, nonostante Lavinia si fosse tanto raccomandata!
– Ssst… abbassa la voce che Ari si è appena addormentata. Giusto… andiamo in cucina. – bisbigliò, cercando con disinvoltura di recuperare l’imperdonabile disattenzione. – Che cosa… ehm… siete abituati a fare come spuntino?
- Frittelle, budino al mirtillo, scones con burro e zucchero e succo di zucca. – elencò Nick, avviandosi al frigorifero.

Severus alzò gli occhi al cielo. Non ce l’avrebbe mai fatta a preparare tutta quella roba!
- Ti aiutiamo noi, papà. – suggerì Sibby, mentre, coadiuvata dal fratello, iniziava a estrarre pentole e ingredienti dagli armadietti per poi ammucchiarli sul tavolo. - Mamma ci mette dieci minuti, di solito. Vedrai che noi tre ci mettiamo molto meno. – e iniziò a versare farina a profusione nella terrina.
- Aspettate, ragazzi, ho un’idea migliore: la ordino agli Elfi! Vedrete che in pochi minuti avremo sul tavolo una merenda sontuosa. Dirò loro di aggiungere anche tre belle tazze di cioccolata fumante.
L’uomo si avviò con piglio determinato all’interfono che metteva in comunicazione gli alloggi con le cucine di Hogwarts, ma Nicholas lo fermò.
- Oh no, papà… ci pensiamo noi, dai che ci divertiamo. – lo pregò vivacemente, reggendo le uova.
Severus ebbe ancora un attimo di esitazione, tuttavia di fronte all’espressione elettrizzata e fiduciosa dei figli cedette.

Tre quarti d’ora dopo stava osservando sconsolato la cucina ridotta a un campo di battaglia: le frittelle mezze bruciate giacevano nella padella, il budino si era semi squagliato nelle coppette, mentre gli scones languivano abbandonati su un piatto, esattamente così come stavano facendo i suoi appunti sul tavolino dello studio.
- Va bene. Fate merenda, adesso… - mormorò, in tono scoraggiato, spazzolandosi dalle piccole manate bianche di farina che spiccavano sul nero della veste; partì quindi alla ricerca della bacchetta magica, che gli sembrava di aver lasciato sul comodino accanto al letto, pensando così di dare una sistemata rapida al disastro.
Ma quando entrò in camera rimase impietrito sulla porta: Ariana stava saltando sul materasso e cinguettava felice mentre per la stanza volteggiavano placidamente libri, cuscini, giocattoli… e la sua bacchetta.
Scattò verso la bambina e la prese in braccio forse un po’ troppo ruvidamente.
- Basta, Ari, lo sai che non devi fare queste cose! – la rimproverò, mentre ogni cosa precipitava bruscamente al suolo disseminandosi per la stanza e la piccola si rimetteva a piangere, disperata.
- Blutto, papà… cattivo… - singhiozzò con foga per far sentire in colpa il padre che gli aveva rovinato il gioco intanto che lui cercava di sistemare in qualche modo il disordine annaspando con la mano libera alla ricerca degli oggetti sparsi ovunque.

Raccolse infine la bacchetta e, con la figlia urlante in braccio, tornò velocemente in cucina giusto in tempo per scoprire che Nick e Sybil avevano preso a tirarsi palline di scones inseguendosi attorno al tavolo.
- Voi due! – tuonò, ottenendo di bloccarli all’istante, mentre Ariana continuava a frignare a squarciagola.
Colti in flagrante si puntarono subito gli indici contro, esclamando in simultanea:
- E’ stato lui.
- E’ stata lei.
Allora l’uomo torreggiò su di loro, fulminandoli con uno sguardo tale che non gli fu necessario aggiungere altro.
Sybil prese in consegna la sorellina senza fiatare, Nicholas a testa bassa iniziò a ripulire assieme al padre e nel silenzio profumato di frittelle e scones, spezzato solo dai capricci di Ariana, l’ambiente tornò ad avere un aspetto decoroso.
- Adesso sì che si ragiona. – decretò, guardandosi attorno, ma la piccola soddisfazione durò poco perché l’occhio gli cadde sull’orologio magico a muro che Molly e Arthur avevano regalato loro in occasione del Natale di qualche anno prima: vide la lancetta che apparteneva a Lavinia pericolosamente vicina alla scritta “casa”, che indicava come sua moglie sarebbe rientrata a breve, e lui non aveva neanche lontanamente pensato alla cenetta romantica che avrebbe voluto farle trovare già imbandita in sala da pranzo!

Non c’era altro tempo da perdere. Dopo un primo attimo di smarrimento si riscosse e raggiunse l’interfono con due falcate, mettendosi in comunicazione con le cucine: stavolta l’unica soluzione possibile era davvero di mettere all’opera gli Elfi che l’avrebbero preparata in quattro e quattr’otto.
Rimase in attesa per un bel po’ che qualcuno rispondesse; all’improvviso nella sua memoria balenò impietoso il ricordo di come lui stesso, da più di un anno ormai, avesse autorizzato agli Elfi la libera uscita dalle 16:00 in poi dei giorni festivi. In cucina non c’era più nessuno, quindi… addio sorpresa di San Valentino!
Roteò lentamente su se stesso, con le braccia abbandonate lungo i fianchi, per incontrare lo sguardo interrogativo dei bambini al quale si era aggiunto quello enigmatico della gatta.

Lo osservarono per un po’ tutti e quattro in silenzio, quasi con deferenza. Perfino Ariana, seduta sulla sua seggiolina, aveva smesso di piangere e lo guardava compunta, tutta impegnata a ciucciare dal biberon il latte con i biscotti sciolti dentro che le aveva preparato la sorella maggiore.
– Che succede, papà? – osò domandare Sybil con vocina esitante.
- Succede che avrei voluto fare una bella sorpresa alla mamma per san Valentino, stasera, facendole trovare pronta una cenetta speciale prima che rientrasse. Ma ormai non c’è più tempo per prepararla. - spiegò, con dolcezza, accennando un sorriso obliquo dal sapore rassegnato.
– Ma no, perché dici che non c’è più tempo, papà? Possiamo aiutarti noi! – esclamò Sybil, gli occhi corvini animati da una luce di caparbia determinazione.
- Sì, sì papà, dai! Ti aiutiamo noi a prepararla: come abbiamo fatto per la merenda! – intervenne Nicholas, entusiasta.
“Ecco, appunto…” pensò Severus, mentre il sopracciglio sinistro scattava in alto conferendo al volto un’espressione scettica e allo stesso tempo allarmata. La tentazione di provarci era fortissima, ma la consapevolezza che il tutto si sarebbe tradotto in un disastro, così come per la merenda, altrettanto.
- Papà! – trillò Ariana, tendendogli il biberon vuoto.
E fu allora che decise di tentare il tutto per tutto…

ooOOOoo



La sala da pranzo era immersa nella quiete e avvolta in una benefica semioscurità rischiarata dal delicato tremolio di candeline profumate al gelsomino. Nel camino acceso scoppiettavano ancora le ultime braci, mentre i bambini erano appena stati messi a letto con la prospettiva di trascorrere, il giorno dopo, una domenica intensa, piena di sorprese.

Sul tavolo ancora apparecchiato erano distribuiti rossi cuoricini di carta di diverse dimensioni che abbellivano la tovaglia; al centro, in un vaso impreziosito da un cuore scarlatto modellato con l’argilla e dipinto con le tempere, fiori di campo freschi e fragranti.
– Davvero deliziosi questi scones al burro di arachidi. – ribadì Lavinia, assaporando l’ultimo boccone.
– Del menù si è occupata Sybil. – tenne a specificare di nuovo Severus. – E ha pensato anche al dolce, come vedi. – aggiunse, con un sorriso, servendo alla moglie il budino di mirtilli di un bel rosso vivace in pendant con il resto delle decorazioni, che la secondogenita era riuscita a far rinvenire con l’aggiunta di panna montata.
– Uova strapazzate, tartine al salmone, scones al burro di arachidi. Ha veramente preparato tutto lei? – Lavinia guardò con stupore agli avanzi della cenetta appena gustata.
– Certamente. E ha trovato anche il tempo per ritagliare e colorare tutti i cuoricini che vedi sulla tovaglia. - confermò il marito, con un lampo di orgoglio. – Lo ha fatto mentre io, Nick e Ariana ci occupavamo di reperire fiori e candele profumate.
– Vi ha dato una mano lo “zio” Neville? – domandò lei, ridacchiando.
- Ovviamente: siamo scesi nelle serre, dove avremmo potuto trovare fiori freschi il 14 febbraio? – confermò lui, inarcando le sopracciglia.

Riempì quindi il calice della moglie e il proprio con la bevanda dal colore indefinito che era rimasta per tutta la durata del pasto nella caraffa di cristallo, accanto al vaso di fiori, ad aspettare di essere servita.
- Questo invece è il “cocktail dell’Amore” che ha preparato Nicholas, facendomi promettere che avremmo brindato con questa… ehm… questo intruglio al termine della cena. Non mi assumo alcuna responsabilità: se vuoi assaggiarlo lo fai a tuo rischio e pericolo.
Alzarono i calici, bevvero, si guardarono in faccia e si lasciarono scappare una piccola risata.
- In effetti è terrificante. – dichiarò Lavinia, continuando a ridere; poi mormorò, travolta da tenerezza e gratitudine: - Bravi i miei ragazzi… quanto amore c’è in tutto questo. Davvero tanto, tanto. Grazie!

Prese la mano di Severus, intrecciò le proprie dita con le sue e lo guardò con occhi traboccanti di felicità.
- Non avresti potuto farmi regalo più bello. Buon san Valentino, amor mio.
Quindi si alzò, andò a prendere il regalo accuratamente incartato che aveva nascosto in precedenza e glielo tese con un sorriso malizioso.
- Per me? – sbottò lui, fingendosi sorpreso.
- Spero ti piaccia, professore. – mormorò, osservando con un filo di batticuore le sue mani eleganti scartare meticolosamente il pacchetto rettangolare. L’espressione che si dipinse sul volto dell’uomo quando ne estrasse il contenuto fu inequivocabile e le scaldò il cuore.

Severus ammirò con aria rapita la foto racchiusa in una cornice d’argento, finemente cesellata, da cui sua moglie sorrideva dolcemente e mimava il gesto di indirizzargli un bacio prima che, a sorpresa, apparissero nell’inquadratura anche i tre figli.
I bambini tenevano in mano un foglio a quadretti su cui spiccavano parole scritte a caratteri cubitali. Lo avvicinarono fino a che non campeggiò in primo piano. C’era scritto:

Ti vogliamo tanto, tanto bene: sei il papà migliore del mondo!

Quando il foglio venne ritirato ricomparve il volto luminoso di Lavinia, che a sua volta fece apparire tra le mani una pergamena. La srotolò pian piano mentre sul volto brillavano, invitanti, uno sguardo e un sorriso radiosi. Infine la rivolse a lui perché potesse leggere il messaggio contenuto, scritto accuratamente con inchiostro verde:

Sei il mio sole, il mio cielo, la mia terra, l’acqua che mi dà vita, l’aria che respiro. Sei il mio Tutto. E tutto ciò di cui ho bisogno sei tu al mio fianco… per sempre.

Severus guardò a lungo la Lavinia della foto che continuava ad ammiccare dolcemente con la pergamena in mano; poi rivolse lo sguardo profondo, intenso e lucido a quella in carne ed ossa che aveva accanto e lo stava divorando con occhi pieni di emozione.

Senza proferire parola la trasse a sé e la baciò, a lungo, ardentemente, quasi disperatamente; quindi la sollevò tra le braccia e la posò con delicatezza sul soffice tappeto prezioso, steso davanti al camino, da cui proveniva ancora un gradevole tepore.
Si allungò dolcemente sopra di lei, iniziò a slacciarle piano la camicetta, sfiorandole il collo con le labbra.
Poi si interruppe, sollevandosi appena in modo da poterla guardare negli occhi.
Nelle iridi color della notte, dove brillava il riflesso delle braci accese nel camino, Lavinia vide bruciare la passione. Gli sorrise, senza staccare i propri occhi dai suoi, e lo udì sussurrare con quella voce che avrebbe fatto resuscitare un morto, oltre che farle perdere la ragione:
– Non immagini e mai potrai immaginare quanto ti amo, piccola mia… Ma di una cosa puoi stare certa, ed è che sarà per sempre…
 
Top
view post Posted on 13/2/2021, 16:40
Avatar

Buca-calderoni

Group:
Professore
Posts:
1,314
Location:
seconda stella a destra

Status:


Care ragazze,
quest'anno il mio fido gufo messaggero, in arte Gabri, mi ha avvisato come sempre della partenza della sfida di S. Valentino, aggiornandomi puntualmente come solo lei sa fare...

Che dire? Io ormai vivo in un mondo con tempi tutti suoi, e anche se vi penso sempre e avrei un'immensa voglia di scrivere, ho dovuto accantonare tanti progetti.

Poi ho saputo che stava partecipando tanta gente, addirittura persone che era tanto che non scrivevano o non si affacciavano qui - sono davvero contenta di salutare MissLegolas e Kijoka :D – e piano piano sono stata trascinata al precipizio.

Ho cominciato a leggermi le storie che avete pubblicato e mi sono ritrovata a confrontarmi con l’amarezza e la malinconia di Misslegolas e Arwen, con la singolarità di Anouk, con la dolcezza di Silver Doe, coi bagliori corruschi di Ida (quanto tempo che non leggevo un tuo originale!), con la follia amorosa di Lonely_Kate e con la specialissima vena di Ania, così particolare.

Me ne mancano ancora alcune che non ho fatto in tempo a leggere, ma che leggerò senz’altro appena possibile, così come appena possibile cercherò di lasciare un commento.

E allora, alla fine, che il precipizio sia.
Vi mando il mio pezzettino, la cui presentazione come vedrete è più lunga della storia stessa.
Buon S. Valentino a questo Forum, a tutte le persone che lo animano e lo visitano, e ovviamente al nostro Severus. <3 <3 <3


EPISTOLARIO DI S. VALENTINO

Autore: Lady Memory

Data: febbraio 2020

Previewer: Gabrix1967

Tipologia: Romantico

Rating: Per tutti

Personaggi: Severus, Hermione (chissà come mai…)

Epoca: Post HP a Hogwarts - AU

Avvertimenti: Nessuno

Riassunto: Secondo voi di cosa potrà mai parlare? Leggete, che fate prima… ;)

*******************

NOTA 1: Ringrazio vivamente Gabri, instancabile previewer ed ascoltatrice di deliri, per essere il tarlo insidioso che mi riporta costantemente alla necessità di scrivere.
È stata lei ad avvisarmi che Ellyson questa volta aveva chiesto storie di S. Valentino per occhi a cuoricini. Spero che questa storia ti dia soddisfazione, Elly. ;)

NOTA 2: Questa storia è stata ispirata da alcuni versi della mia opera preferita, il Falstaff di G. Verdi, e cioè dal piccolo duetto in cui Falstaff e Ford parlano dell’amore. Lo trovate qui sotto. Lo splendido libretto nel magico italiano di fine Ottocento è opera del grande Arrigo Boito.

Falstaff
‘L’amor, l’amor che non ci dà mai tregue
Finché la vita strugge,
È come l’ombra…“

Ford
‘che chi fugge…’

Falstaff
‘insegue…’

Ford
‘E chi l’insegue…’

Falstaff
‘fugge.’


Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.

***********

Epistolario di S. Valentino

1
Gentilissima professoressa Granger,

come certamente saprà, domani sera è prevista una cosiddetta festa di S. Valentino, da tenersi in Sala Grande, con partecipazione di studenti e purtroppo di professori.

Anche se mi sarebbe stato estremamente gradito eclissarmi per l'intera durata della suddetta festa, purtroppo non mi è concesso, in quanto il regolamento prevede che, qualora di sesso diverso, il docente di Pozioni si accompagni al docente di Studi Babbani, e quindi in questo caso a lei.

Capisco che la cosa possa turbarla e mi creda, avrei preferito declinare l'onore.
Tuttavia la vecchiard... Minerva non me lo permette.
Posso contare sulla sua presenza dopo cena?

Aspetto una gentile conferma,
Severus Snape

2
Egregio professor Snape,

sapevo che era prevista la festa ma non sapevo che il regolamento imponesse a lei e a me di partecipare congiuntamente.
La prego però di non preoccuparsi ulteriormente. Chiederò subito una dispensa alla Preside, in modo da poter partecipare col professore di Erbologia, che peraltro lei conosce benissimo, ovvero Neville Longbottom.

Un cordiale saluto
Hermione Granger


3
Gentile professoressa Granger,
forse non mi sono spiegato bene.
La festa prevede la partecipazione congiunta dei professori secondo rigidissimi schemi in auge ormai da secoli, da prima ancora che questa maledetta festa fosse inventata. Esigo quindi che questi schemi siano rispettati per il buon nome della scuola e per dare un esempio di rispettabilità e decoro ai nostri studenti.

Come già scritto, attendo sua gentile conferma,
Severus Snape

4

Professor Snape,
mi sembrava di aver capito che questo gaio raduno rappresentasse per lei solo uno scomodo inconveniente da cui poter essere liberato appena possibile.
Inoltre, mi permetta di farle notare che una festa vuol dire divertimento, e partecipare con qualcuno a cui sembra che facciano male i calli per tutta la sera non mi attira.
Ribadisco quindi che non ci sono problemi; per quanto mi riguarda, inoltrerò la mia richiesta alla Preside come già detto.

Un saluto
Hermione Granger


5
Senti, Granger,
perché devi fare sempre la difficile? Capisco che ti piaccia comandare, d’altra parte l’hai sempre fatto, ma quando si riceve una richiesta formale - come questa dannata festa esige - non si può accettare l’invito di un qualcun altro, anche perché sono certo di essere stato il primo a chiedertelo. Lo so perché Longbottom è stato occupato tutta la mattina nelle serre dietro mio incarico, perciò non può averti già scritto.

Quindi facciamola finita.
Ti passo a prendere stasera, e con ciò la questione è chiusa.
Severus

6
Adesso ascolta tu, Severus.
Ho detto Neville e Neville sarà. Piantala di mandarmi gufi dall’aria afflitta che mi stanno saccheggiando tutti i cracker al gusto pancetta che avevo messo da parte per lo spuntino.
Ciao,
Hermione


7
Insomma, Hermione! Non ti sto invitando a selezionare occhi di scarabeo cornuto (lo so che hai sempre odiato queste cose). Ti sto chiedendo per favore - e ti prego di notare che ho scritto per favore - di partecipare con me. Con chi diavolo d’altro posso andare altrimenti? Non vorrai mica che mi si appiccichi Sibilla!

Per favore ancora una volta, riflettici e fammi sapere.
Grazie
Severus
PS: non rifletterci troppo, dimmi che accetti e basta!

8
Cosa vorresti dire con questa storia? Che prendi me pur di liberarti di Sibilla???

Se questa è la tua opinione nei miei riguardi, penso proprio che puoi andare con chi ti pare, ma con me no di certo! Ho una dignità anche io, mio caro. E poi, vuoi mettere che figura farebbe Neville in giacca e cravatta? Non come un tipo che conosco, che veste solo di nero…

Lascia perdere, e cercati qualcun’altra.
Hermione, ovvero per te la professoressa Granger


9
Gentile Professoressa Granger,
D’accordo, ho dosato male le parole. D’altra parte io sono abituato con pozioni e filtri magici, non con le donne.
Posso sperare che la mia richiesta venga presa in considerazione se mi scuso?

Severus Snape
PS: Guarda che non capita tanto spesso. Prendere o lasciare.
PPS: sta cominciando a farsi tardi, vorrei sapere se devo comprare un biglietto per il Tibet o se posso rilassarmi…

10
Ti stai scusando???
Ti stai davvero scusando?
Be’, se la metti così, allora forse, può darsi, chissà, potrei ripensarci. Ma in tal caso esigo il trattamento completo. Se sei d’accordo, scrivimi che ti spiego in cosa consiste.

Hermione


11
Sapevo che questa cosa mi sarebbe costata cara! Va bene, pur di non avere Sibilla accanto, sono disposto a sentire cosa vorresti. Ma ricorda che anche la mia infinita pazienza ha un limite!

Severus

10
Moderiamo i toni, carissimo, altrimenti stasera avrai accanto Madama Pince.
Quello che chiedo è normale usanza in queste occasioni, e se tu non fossi così scorbutico lo sapresti da te.
Mi aspetto un cavaliere decentemente vestito (sì, questo vuol dire il cravattino) e fiori, possibilmente rose.
Non mi sembra di chiedere la luna.
Pensi di farcela?
H


11
Rose???
Hermione, siamo a febbraio! Dove diavolo le trovo le rose?
S

12
Severus, un poco di inventiva! Dove le trovano gli altri secondo te?
H
PS: io senza rose non partecipo, sappilo.


13
Accidenti e poi accidenti a questa stupida festa! Allora, ti ho mandato 7 rose rosse che ho fatto cogliere a Neville nella serra dei fiori speciali. Vanno bene? Dimmi di sì…
S
PS: se trovi del sangue sulle spine, sappi che è mio, non di Neville. Non sono bravo a preparare bouquet.

14
Sette rose? SETTE ROSE? Tutto qui quello che sai fare?
Guarda, lasciamo perdere. Se ti spicci, il rapido per Costantinopoli parte tra mezz’ora.
H


15
Merlino, voi donne siete incontentabili! Guarda se questo nuovo invio ti può piacere…
S

16
Severus! Ma… ma è bellissimo! E sono tantissime! È stupendo…. Grazie…
Hermione


17
In effetti sono 140.

18
Miste.

19
Sì, che erano miste l’avevo notato. Ma perché proprio 140?

20
Be’, 14 per la data, moltiplicato 10 per gli anni che ci conosciamo.

21
Sono senza parole… Sto davvero parlando con Severus Snape?

22
Allora posso sperare? Rispondi in fretta perché la prenotazione del viaggio scade tra 8 minuti.

23
In effetti non so. Non sono proprio convinta. Devo pensarci ancora un pochino, sicuramente più di 8 minuti.
A proposito, per favore non mandare più gufi. Stai svuotando la guferia. Si sono tutti installati qui da me.
Tra un pochino penso che organizzeranno una partita a carte….


24
Ma cos’altro vuoi, adesso?! Hai chiesto le rose, ti ho dato le rose.
Sto anche diventando strabico per allacciarmi il cravattino che mi ha gentilmente prestato Filius…


25
Non so. È tutto così inaspettato…


26
Hermione, ti prego!!! Cosa devo fare per convincerti a venire con me stasera?


27
Non sono io che posso dirtelo, Severus!


28
E allora che altro devo fare? Devo dirti che ti amo?


29
RICHIESTA URGENTE DI RICHIAMO MESSAGGIO GUFICO!


30
RICHIESTA URGENTE DI RICHIAMO MESSAGGIO GUFICO!



31
RICHIESTA URGENTE DI RICHIAMO MESSAGGIO GUFICO!

32
È la fine….

Sto partendo per Timbuctu. Ci vediamo l’anno prossimo.


**********

10 minuti dopo

Un bussare impetuoso trovò un abbacchiato professor Snape ancora in lotta con un cravattino penzolante e una valigia che si era aperta a tradimento, rovesciando tutto il suo contenuto sul pavimento. Prendendo un’espressione rassegnata, il mago aprì la porta e…

“Severus?” chiese esitante Hermione, guardando il caos che regnava sovrano in quella stanza. Poi alzò gli occhi alla figura nera e triste che torreggiava sopra di lei. “Dicevi sul serio?”

Snape prese un respiro che sembrava non dovesse finire mai.

“Ho fatto una sciocchezza,” mormorò.

“Perché non lo pensavi?” domandò subito Hemione ansiosamente.

“No,” borbottò lui, abbassando la testa. “ Perché lo pensavo.”

“Sai una cosa, Severus?” dichiarò allora Hermione. “Sei proprio sciocco!”

Irrigidendosi per la sorpresa, il mago la fissò con due occhi sconcertati.

“Perché non me l’hai scritto prima?” sorrise Hermione, buttandosi tra le sue braccia.

Severus_and_Hermione_Wallpaper

(l'immagine qui sopra, che ho avuto in testa per tutto il tempo che scrivevo, è ovviamente di Usagistu)
 
Top
view post Posted on 13/2/2021, 18:01
Avatar

Pozionista sofisticato

Group:
Administrator
Posts:
14,444

Status:


Mi sono ridotta alla fine.
Buon San Valentino, Severus!


Titolo: Yin e Yang
Autore/data: chiara53 – febbraio 2021
Beta-reader:
Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Genere: Introspettivo, romantico.
Personaggi: Personaggio originale, Severus Piton, Ninfadora Tonks.
Pairing: Severus/Tonks
Epoca: post 7° anno
Avvertimenti: AU.
Riassunto: Oggi è San Valentino.


Storia scritta per la sfida “San Valentino” del Forum “Il Calderone di Severus”



Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.


Yin e Yang




Quante volte ti sei rigirato tra le lenzuola stanotte?
Non sono nemmeno le cinque, ma il raffreddore che ti perseguita non dà tregua, adesso non riesci a respirare e devi anche starnutire.
Basta!
Ti alzi lentamente, silenziosamente e abbandoni il tepore avvolgente di Dora che non manca mai di tenerti abbracciato e intrecciarsi con te.
Cerchi di non svegliarla, ma non ce la fai più: è stata una pessima notte.
Ti avvicini alla porta del bagno e giri la maniglia senza farla cigolare, richiudi la porta alle spalle e sei finalmente solo e libero di starnutire a volontà.
Fai appena in tempo a lanciare un Muffliato, perché con il tuo notevole naso un raffreddore è davvero un problema.
Ti guardi allo specchio e allontani i capelli dal volto: sei decisamente in decadenza!
Naso arrossato, occhi che lacrimano e una faccia da cadavere, il tutto guarnito da occhiaie, senza contare il mal di testa che ti rammenta una vecchia sinusite mal curata.

Oggi è San Valentino.

Raffreddore e festa potrebbero non sembrare collegati, ma lo sono.
Le feste non fanno per te, questa poi, ma il tempo ha guarito tante ferite e le cicatrici dell’anima sono sbiadite con gli anni e con la consapevolezza di essere amato dalla tua ragazzina colorata; lei per te è e sarà sempre una bambina, anche se il calendario direbbe diversamente.
Ogni anno hai sempre rimandato gesti romantici in questa ricorrenza, quasi fosse un obbligo dimostrare amore solo ad una scadenza precisa: ami Dora ogni giorno, ogni ora e in ogni gesto. Sempre.
Lei ti ha insegnato a ridere, ad accettare i colori che ama indossare e che hanno illuminato la tua vita.
Quest’anno i gemelli hanno iniziato Hogwarts (Corvonero e Serpeverde) e siete “finalmente soli”, così hai deciso di sorprenderla e organizzare una cena romantica e magari farle un regalo: stupirla con effetti speciali che però non dovrebbero essere starnuti e tosse.
Per il regalo hai aspettato troppo e adesso devi assolutamente rimediare: trovare qualcosa di significativo, di alternativo, di personale che la renda stupefatta e felice.
Apri l’acqua bollente della vasca e decidi di assumere prima una Pozione Pepata: dovrebbe fare la differenza, almeno speri.
Fuori nevica che Merlino la manda e quasi si sta trasformando in una piccola bufera, possibile non te ne va bene una? Per una volta che vuoi mostrare il tuo inesistente lato romantico e dolce?
Forse è il tuo lato bastardo e sarcastico che si ribella alle intenzioni, vuole trattenerti dal fare qualcosa di innaturale per Severus Piton, Preside ed ex Mangiamorte, terrore degli studenti e dei giovani professori.
Mentre ti immergi nell’acqua bollente una salva di starnuti ti scuote.
Ti abbandoni al caldo abbraccio e il vento fa tremare il vetro incantato della finestra: rabbrividisci al pensiero, ma più tardi dovrai uscire sperando ti venga un’idea e sperando di sopravvivere fino a stasera.

*


Hogsmeade è tutto uno sfavillare di rose imbrillantinate e cuoricini, cioccolatini e colori sguaiati e rutilanti, il tutto immerso nel candore della neve che non smette di cadere, anche il vento fa la sua parte, ma sembra che nessuno, tranne te, ci faccia caso.
Ogni negozio espone delizie cioccolatose e anelli scintillanti, ma tu vuoi qualcosa di unico e personale per Dora, non un regalo qualsiasi, ma il regalo.
E’ un’impresa impossibile, non ce la puoi fare, ormai sta facendo buio e senti che ti sta salendo anche un filino di febbre.
Maledizione!
Quando sei sul punto di darti per vinto e stai tornando verso il castello, proprio in fondo alla strada, noti un piccolo negozio, una minuscola bottega con luci soffuse.
La vetrina è spoglia, ma per qualche oscura ragione quel posto ti attira, spingi la porta a vetri ed entri. Un campanellino avvisa della tua presenza e compare una giovane donna, ha i capelli tagliati cortissimi e un sorriso sornione dipinto sulle labbra.
- Buonasera, Preside! - esclama.
- Buonasera a lei - rispondi, - questo negozio è nuovo, mai visto qui ad Hogsmeade. – Accenni entrando.
- Ho aperto da poco. Produco da sola la merce che vendo, sono una Magonò e, come sa, non è facile per noi vivere nel mondo magico, ma io voglio provarci. – ti rivolge lo sguardo e allarga le mani fiduciosa – Che cosa desidera?
Ti guardi intorno e osservi le piccole vetrine in cui occhieggiano oggetti delicati e graziosi, alcuni di metallo, altri di legno e poi ce n’è uno che attira la tua attenzione: è un ciondolo rotondo, modellato a forma di Yin e Yang
- Le piace? - ti chiede la giovane avvicinandosi e prendendo il piccolo pendente per mostrartelo meglio – Amo molto questa forma, Professore, perché è simbolo della dualità esistente in ogni elemento di cui è composto l’Universo: due entità opposte e complementari che formano la totalità.
Un regalo ideale per il significato che assume in una festa come questa. – aggiunge brillando.
Conosci il significato di quel simbolo e il collegamento con la filosofia orientale, ma soprattutto ti accorgi, osservandolo, che una metà è nera, mentre l’altra è tempestata di piccole pietre coloratissime e luminose.
Per decenza ti soffi il naso, ormai ridotto ad un cumulo di macerie, poi alzi lo sguardo e sorridi alla ragazza dai capelli inesistenti.
- Mi piace, molto. Lei mi ha salvato stasera. Ho rimandato troppo a lungo il mio acquisto per… oggi: per fortuna il suo negozio, signorina!
- Ho aperto da due giorni – esclama - se fosse venuto prima non mi avrebbe trovata. – ride e si illumina in volto - A volte ridursi all’ultimo momento non è sempre la scelta peggiore, non crede? A proposito, io sono Elly, la Magonò Purosangue, non fa ridere, Preside?
- No, non mi fa ridere affatto, - ribatti serio, scruti la giovane donna negli occhi e vi leggi la storia di una vita complicata, di una antica malinconia, ma lei ti sorride di nuovo e il momento sbiadisce.
Devi ricordare questo negozio per altri acquisti futuri: il negozio di Elly la Magonò Purosangue, allegra e inquieta.
Per il momento hai fretta di tornare al calore delle tue stanze e sei davvero soddisfatto dell’acquisto; somiglia tanto a voi due quel monile: tu nero, oscuro e Dora colorata e luminosa, eppure entrambi parte di un unico insieme inscindibile, inseparabile.
Davvero stai scivolando nel romanticismo: non è da te, eppure il cuore è caldo e protetto.
C’è amore nell’aria.

*



Le alte porte di noce si aprono al tuo arrivo: riconoscono la tua presenza.
Dora è in piedi dietro di loro, le mani sui fianchi, adirata e preoccupata.
Le sorridi con distacco mentre lei ti redarguisce.
- Andiamo a casa, - esclama - come ti viene in mente di uscire con questo tempo!
- Avevo bisogno di un ingrediente dallo speziale, mi serve anche per combattere questo maledetto raffreddore - aggiungi e starnutisci a cascata.
La segui verso i vostri appartamenti e osservi come i suoi jeans facciano risaltare le forme: deliziose, davvero deliziose.
Quando spalanca la porta si ferma e stupisce: sul tavolo basso due bicchieri e una bottiglia di vino rosso già aperto, come hai richiesto agli Elfi stamattina, candele profumate accese sul camino.
- Sei impazzito? – esclama voltandosi verso di te – Oh, Severus, che ti succede, stai male?
I capelli diventano di una tenue tonalità azzurra mentre ti aiuta a togliere il mantello.
Ti tocca la fronte.
- Hai la febbre! - Afferma e socchiude gli occhi – solo la febbre poteva convincerti a festeggiare San Valentino. – sghignazza.
Ti siedi e deglutisci in fretta uno dei tuoi rimedi, nessuno potrà rovinare questa serata, tanto meno una stupida infreddatura.
- Ho deciso di festeggiare quando ancora non ce l’avevo - sussurri accennando un sorriso storto, mentre ti siedi sulla poltrona davanti al fuoco.
Questa donna gloriosa è tua e di nessun altro, avvolgi le tue braccia alla vita e la fai sedere sulle ginocchia: gli sguardi si incontrano ed è allora che le mostri la piccola scatola che contiene il ciondolo.
Stupita la apre e solleva tra due dita il monile.
- Un regalo, vecchio pipistrello? - Grida felice - un regalo per San Valentino? Ma cosa vuoi far succedere? Farai ghiacciare l’Inferno! - Poi ti bacia come se non ci fosse un domani, ti bacia e tu cominci a non respirare, la allontani e sorridi colpevole, il tuo povero naso ha le sue esigenze.
Lei, invece ride di gusto, scuote i riccioli colorati di mille tinte: un arcobaleno di gioia.
Guarda il pendente poi ti fissa
- Siamo noi due – afferma – è il nostro amore e tutto in un piccolo gingillo.
Un reciproco abbraccio vi unisce e vorresti non finisse mai, stretti insieme per sempre: buio e luce, tenebra e splendore, per sempre.



Ringrazio Elly per questa immagine che rappresenta l'essenza di questa coppia

Snapoks



Edited by chiara53 - 23/2/2021, 19:03
 
Top
Xe83
view post Posted on 13/2/2021, 18:08




Titolo: La vasca
Autore: Xe83
Data: febbraio 2021
Beta-reader: Anouk, Arwen68
Tipologia: one shot
Raiting: per tutti
Genere: onirico, romantico
Personaggi: Severus Snape, Lily Evans
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: "Siamo fatti anche noi della materia di cui sono fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo d’un sogno è racchiusa la nostra breve vita".
(William Shakespeare)
Nota: storia scritta per la sfida di San Valentino 2021.


Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I personaggi originali, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.


***
La vasca

Fissò la pergamena che stava minuziosamente compilando, guardò fuori dalla finestra, il sole tramontava rendendo il cielo rosa intenso. Era ancora pomeriggio, ma presto le tenebre avrebbero invaso il mondo, occultando tutto sotto un rigido silenzio. Accese il lume da scrittoio e orientò il fascio di luce. Diede un'occhiata fugace al calendario e osservò il numero cerchiato in rosso sulla carta spessa e lucida: 14 febbraio. Respirò profondamente, abbassò gli occhiali sulla punta del naso, sentì un leggero brivido di freddo. Indugiò soltanto qualche secondo poi posò la penna sul tavolo di legno, spense il lume, si alzò con estrema lentezza e uscì dalla stanza.

Si avvicinò alla vasca in acciaio smaltato, stile vittoriano dall'elegante linea retrò: era la sua, lo accoglieva ogni sera e aveva imparato ad amarla. Con un tocco deciso aprì la manopola del getto caldo, lo miscelò con quello freddo, trovando il perfetto punto di equilibrio, quello che era solito ricercare con i delicati ingredienti di una pozione.

Mentre l'acqua scorreva, il Professore allentava con pazienza gli infiniti bottoni della nera veste. Rimanendo a torso nudo piegava e deponeva con cura gli abiti, mentre un basso e tardivo raggio filtrava dalla finestra, illuminando la diafana pelle solcata da tracce di antiche ferite. Provò la temperatura immergendo con circospezione la punta del piede nella vasca per poi scivolare dentro.
Appoggiò la testa al bordo, distese le lunghe gambe, chiuse gli occhi mentre il liquido caldo gli lambiva e solleticava il petto.
Trattenne per qualche secondo il respiro, poi si lasciò accarezzare dal calore e dal vapore sprigionato. Intanto il rubinetto perdeva, a cadenza regolare, grosse gocce che si susseguivano molto lentamente ma senza sosta, in un infinito gioco di flebili risonanze.

Severus, coccolato dal caldo abbraccio del dell’acqua, si addormentò con il capo reclinato sulla spalla, come un ciclamino afflosciato sullo stelo. Si risvegliò dopo alcuni minuti con la sensazione di essersi assentato per parecchio tempo: il mescolatore non perdeva più, il cielo si era fatto nero come la pece e l'attenzione del mago fu subito rapita da alcune bolle che volteggiavano sulla superficie della vasca. Un fenomeno anomalo e curioso poiché ricordava bene di non aver inserito alcun tipo di sostanza capace di generarle. Eppure, quelle che parevano piccole sfere di sapone di diverse dimensioni danzavano a filo d'acqua, mosse come sulle note di una armoniosa melodia. Stupore e un lieve senso di stordimento si impadronirono del suo cuore. I delicati e perfetti globi iridescenti di tanto in tanto si sollevavano dalla superficie per librarsi in aria intrecciandosi flemmaticamente, sospinti da un ipotetico refolo d'aria.

Con il trascorrere dei secondi il bizzarro fenomeno aumentava di intensità: non poteva più essere ignorato, nemmeno ricondotto in modo troppo superficiale ad un insolito scherzo della mente o degli occhi, pareva assolutamente reale e inarrestabile. Le bolle e il flusso d’acqua erano così intensi da poter immaginare un motore sul fondo della vasca. Il liquido mosso non risultava trasparente, ma cambiava colore, assumendo stupefacenti gradazioni cobalto.
Il mago non scorgeva più nemmeno il riflesso delle proprie gambe immerse, ora impietrite, immobili, come il resto del corpo, ostaggi di un turbinio di sfere sempre più grandi e resistenti. Gli occhi spalancati e le pupille dilatate rivelavano una lieve apprensione che si tramutò in chiara meraviglia quando a filo d'acqua apparvero ricci ramati seguiti da candide spalle dalle aggraziate movenze. Di fronte all'uomo prendeva forma un corpo di donna via via sempre più definito e circondato da un misterioso alone luminoso.

Il cuore del Professore si arrestò per un attimo e poi riprese a battere velocemente, come se il petto non riuscisse più a contenerlo. Sentì un rivolo di sudore scorrere dalle tempie, un sussulto improvviso risuonare in gola e le mani di lei scivolare sulla pelle bagnata, come una dolce, calda e inaspettata carezza.
I lunghi capelli dai luminosi riflessi rivelarono due brillanti occhi smeraldo e un morbido sorriso inalterato dal tempo.
Il profumo di quella pelle gli inebriava ancora l'anima: era incantato, come la prima volta, quando anni addietro l'aveva sfiorata con l'ardire impacciato della sua giovane età.
Lei sapeva ancora condurlo in quell'universo dello spirito in cui il tempo si arresta e il desiderio si erge parallelo alla ragione, e lui, agitato da un lieve fremito, si lasciava trasportare cercando di assaporare ogni attimo ricevuto in dono.

Sussultò appena quando percepì con stupore la lieve pressione delle rosee labbra schiudersi sulle proprie. Prese coraggio, quello che non aveva mai trovato: le sfiorò la bocca con la punta della lingua, senza fretta, seguendone la linea, soffermandosi sui bordi, lasciando che i loro respiri si intrecciassero.
Le offrì un tocco delicato, tiepido e umido.
Le dedicò il bacio che potesse racchiudere tutto ciò che non aveva mai rivelato, che esprimesse parole non ancora pronunciate, ma solo percepite e custodite in silenzio, nel battito accelerato del cuore.

Guardò gli occhi della donna con infinita dolcezza, lasciando le proprie iridi sprofondare con estrema grazia in quelle verdi dell'amata. Poi, socchiudendo appena le palpebre, avvicinò le dita ad una bolla che volteggiava leggiadra, la toccò ed essa acquisì le sembianze di una timida e luminosa farfalla dalle ali variopinte. Il mago la colse con gentilezza e la depose tra i soffici capelli rossi.

Fu così che in un tardo pomeriggio di S. Valentino, mentre la notte aveva pazientemente acceso le stelle in cielo, un soffio di magia aveva toccato l'anima di un uomo per tanto tempo trascurata e condannata a languire nella più nera disperazione. Ma il Professore di tutto questo non ne aveva coscienza o forse aveva avvertito solo un'eco lontana, eccessivamente distante per divenire pensiero, troppo paradossale per mutarsi in ricordo.

Se un ipotetico spettatore avesse osservato la scena, avrebbe potuto vedere soltanto un uomo di mezza età mollemente addormentato in una vasca, con il capo reclinato di lato, le braccia penzoloni sul bordo e un impercettibile sorriso sulle labbra. Ma il mondo reale e quello onirico a volte hanno confini stretti come le fughe delle piastrelle, labili come la mente di un folle, quasi intercambiabili come i destini di due anime unite per l'eternità. Lungo questi fini tracciati qualche volta avviene un evento inatteso, una sorpresa o un miracolo: cuori separati, senza nemmeno prenderne coscienza, si avvicinano, si toccano e si uniscono. Sì, inspiegabilmente si ricongiungono e possono condividere, per il breve tempo di una carezza o di un bacio, attimi fugaci, maestosi come il volo di un gabbiano, intensi come un autentico gesto d'amore.
 
Top
view post Posted on 13/2/2021, 19:20
Avatar

I ♥ Severus


Potion Master

Group:
Administrator
Posts:
55,406
Location:
Da un dolce sogno d'amore!

Status:


Storie pervenute

Misslegolas - Sapore di cannella (racconto)
Gabrix1967 - Non stancarti di aspettarmi (racconto)
Anouk - Peregrinazioni (racconto)
Arwen68 - La promessa (racconto)
Silver doe - Rose di San Valentino (racconto)
Ida59 - Luce e tenebra (racconto)
Lonely Kate - Odi et Amo - Follie d’amore (racconto)
Ania_DarkRed - I know how I feel when I’m around you (poesia+racconto)
Monica - L'ultimo San Valentino (racconto)
Ellyson - Aishiteru (racconto)
Ele Snapey - Cuori di carta e scones al burro d’arachidi (racconto)
Lady Memory - Epistolario di San Valentino(racconto)
chiara53 - Yin e Yang(racconto)
Xe83 - La vasca(racconto)






snapelove21jpgbannersanvalentino2021san_valentino_2021[/gallery]
 
Web  Top
view post Posted on 13/2/2021, 19:34
Avatar

Pozionista abile

Group:
Moderator
Posts:
7,519

Status:


Ania_DarkRed - I know how I feel when I’m around you
Ho letto la tua storia, Ania. Sai che la slash non è il mio genere e che trovo difficile vedere un possibile paring Severus /Harry. Detto questo non posso però non ammirare la tua scrittura così incisiva e poetica.
Hai creato una storia piena di pathos in cui l'amore è tormento e rinuncia.
Ho trovato originale e toccante il dono che Severus offre a Harry. E ho sofferto per Ginny, anche lei vittima, come Harry e Severus, di questo amore mai concretizzatosi.
Sai descrivere benissimo i patimenti dell'animo umano.
Belli anche i versi che accompagnano il tuo racconto.
 
Top
view post Posted on 13/2/2021, 19:50
Avatar

Pozionista

Group:
Severus Fan
Posts:
3,033
Location:
Dalla terra dove s'intrecciano misteri, magie e leggende.

Status:


CITAZIONE
Titolo: La vasca
Autore: Xe83

Sì, l’ho immaginato quel momento privato, Xenia, l’ho visto con gli occhi della mente e mi sono smaterializzata (invisibile), li.
Il vapore caldo che riempie l’aria nella stanza da bagno, i vetri che diventano opachi, barriera dal freddo esterno, le umide goccioline sulla pelle pallida del Professore che, lentamente, si tinge di rosa per il contatto con l’acqua molto calda, il ritmato gocciolare dell’acqua del rubinetto ormai chiuso.
No, non è voyeurismo il mio, è desidero di assaporare il momento di pace distensiva che regala un bagno caldo, ed io l’ho provato grazie alle tue parole.

CITAZIONE
Lei sapeva ancora condurlo in quell'universo dello spirito in cui il tempo si arresta e il desiderio si erge parallelo alla ragione, e lui, agitato da un lieve fremito, si lasciava trasportare cercando di assaporare ogni attimo ricevuto in dono

CITAZIONE
Ma il mondo reale e quello onirico a volte hanno confini stretti come le fughe delle piastrelle, labili come la mente di un folle, quasi intercambiabili come i destini di due anime unite per l'eternità.

Questi due passi sono meravigliosi, descrivi il miracolo dell’amore, l’unica emozione in grado di farti volare verso dimensioni reali od oniriche, appunto, dai confini labili, spesso indistinti. Sono dolcissime e pregne di tenerezza le parole che hai usato per descrivere il sogno, il desiderio profondamente nascosto ma sempre presente nel cuore di Severus, anche dopo tanti anni. Ce lo riporti indietro dal suo romantico sogno ormai ‘adulto’, vivo, ma solo?
Spero che ci sia qualcuno nella sua vita da sopravvissuto, in pace con se stesso, che stia appena fuori dalla porta pronta con un ampio telo da bagno per asciugarlo ed avvolgerlo in un abbraccio.

<3 <3
 
Top
view post Posted on 13/2/2021, 20:29
Avatar

Pozionista

Group:
Severus Fan
Posts:
3,033
Location:
Dalla terra dove s'intrecciano misteri, magie e leggende.

Status:


CITAZIONE
Titolo: Yin e Yang
Autore/data: chiara53

Il calore lenisce e cura tutti i malanni, dal raffreddore al freddo dell’anima che brama l’amore.
Dora, in tal senso, è uno sfavillio di colori e calore e quanto di più ideale e necessario per avvolgere, scaldare e alleviare le noie di un raffreddore, od il carattere insofferente del Professore.

CITAZIONE
.. è simbolo della dualità esistente in ogni elemento di cui è composto l’Universo: due entità opposte e complementari che formano la totalità.

Ogni coppia è sempre più fortunata e duratura se si fonda sulla comprensione, sulla compartecipazione di intenti, del vissuto di ciascuna delle parti, tale da rendere l’unione un complementare incontro di elementi affini e non, che si fondono a formare la perfezione.
Che straordinaria intuizione il simbolo dello Yin e Yang per identificare il legame del nero Severus con chiunque si armonizzi, non con le sue vesti, ma con la sua anima che è un tripudio di colori.

CITAZIONE
Pozione Pepata

Chiara ma lo sai che il mio bagnoschiuma preferito è di un verde intenso e tra gli ingredienti principali ha il pepe nero? È ricco di una fragranza prorompente e speziata che a Severus piacerebbe sicuramente! Se vuoi te lo procuro così potrai regalarlo al Potions Master per il suo prossimo compleanno :P
<3
 
Top
Xe83
view post Posted on 14/2/2021, 14:23




CITAZIONE (silver doe @ 7/2/2021, 21:57) 
Titolo: Rose di San Valentino

Cara Barbara, il tuo racconto è molto dolce, illumina alcuni momenti della vita di Severus attraverso un gioco di piani temporali che si incastrano alla perfezione.
Questo passaggio mi ha emozionato in particolare.
"Era rimasto solo in quell’angolo a lungo, grondante acqua e incurante del freddo, finché il cielo non era diventato buio, a guardare la rosa penzolare tristemente dalle sue dita, mentre sul volto lacrime bollenti si mescolavano a fredde gocce di pioggia" .

Qui vi è la dimensione dell'attesa. Io amo questa dimensione, perché fa percepire il senso e il peso (inteso come pressione sull'anima) dell'esistenza.
Può essere un'attesa lieta o meno, possono essere attimi che creano disagio, sconforto, ansia, ma è pur sempre una condizione che permette di rallentare il flusso dei pensieri ed aumentare quello della percezione.

Severus è tenerissimo mentre attende un tempo che non arriverà mai, circondato dalle tenebre che lo avvolgono, gli invadono il cuore e gli fanno provare una triste e sconfortante solitudine.
Mi piace il contrasto tra le fredde gocce di pioggia e le lacrime bollenti.

Nel tuo racconto la rosa funge da filo conduttore, l'oggetto che diviene espressione del desiderio e che trasporta Severus attraverso lo scorrere del tempo. Una rosa sempre presente: petali antichi che ricordano il passato e petali nuovi che aprono al futuro, per ritornare ad un tempo presente carico di dolci aspettative.

Cara Barbara, il tuo racconto mi è piaciuto tanto: è un storia molto dolce e hai disegnato un Severus "in movimento", che forse si stupisce di cambiare, di trovarsi "diverso" in futuro, ma non lo rifiuta, non si rifiuta, perché capisce che il futuro può essere foriero di una felicità non ancora conosciuta. 🌹
 
Top
view post Posted on 14/2/2021, 17:04
Avatar

Buca-calderoni

Group:
Member
Posts:
848

Status:


CITAZIONE (Xe83 @ 14/2/2021, 14:23) 
CITAZIONE (silver doe @ 7/2/2021, 21:57) 
Titolo: Rose di San Valentino

Cara Xe, ti ringrazio per il tuo commento alla mia storia, è per me una grande soddisfazione.
Sono felice che tu abbia apprezzato il passaggio citato, in effetti nella prima parte del racconto ho cercato di inserire tanti dettagli e sensazioni per descrivere la magia e l’ingenuita’ di un amore adolescenziale e l’amarezza della conseguente delusione.
E sono felice anche che tu abbia apprezzato i diversi piani temporali della storia, collegati da un unico filo conduttore. Proprio questa è stata l’idea base, l’ispirazione da cui è partita la storia. Grazie di cuore per il tuo commento! ❤️
 
Top
view post Posted on 14/2/2021, 17:15
Avatar

Buca-calderoni

Group:
Member
Posts:
848

Status:


CITAZIONE (Ele Snapey @ 13/2/2021, 12:52) 
Titolo : Cuori di carta e scones al burro d’arachidi
Autore: Ele Snapey

Un Severus che ha trovato la serenità di una famiglia felice, ma che rimane fedele a se stesso, un po’ orso, poco incline alle smancerie del San Valentino e in difficoltà quando deve manifestare i sentimenti.
Mi ha fatto sorridere il dialogo con Albus, che, sornione, questa volta lo guida con paterna saggezza nella difficile scelta del regalo per la consorte.
Ma tutta la parte di Severus alle prese con casa e figli è semplicemente geniale ed esilarante, delizioso spaccato di vita quotidiana.
Credo che tutte noi, mogli e madri di famiglia, ci siamo ritrovate nella stessa situazione, quando abbiamo lasciato i nostri mariti/compagni palesemente in difficoltà alle prese con incombenze solitamente di competenza femminile.
Pensa cosa mi hai ricordato: una volta, avevo lasciato nostra figlia piccolissima con mio marito. Lui per cena le preparò la pappa con la normale pastina all’uovo, invece della minestrina Plasmon per neonati, con conseguente telefonata al pediatra da parte di due genitori fin troppo ansiosi. Io e mio marito ancora ricordiamo l’episodio con una risata!

CITAZIONE (Xe83 @ 13/2/2021, 18:08) 
Titolo: La vasca

Xenia, ci accompagni con delicatezza nel ricordo dolce amato di un amore perduto.
Molto suggestiva la preparazione, la descrizione di ogni più piccolo dettaglio del bagno, possiamo assistere alla scena e coglierne tutte le sensazioni, vedere la preziosa, elegante vasca smaltata, sentire il tepore dell’acqua, il gocciolare dal rubinetto e il profumo della pozione, assistere al sensuale allentarsi degli amati bottoncini.
E poi la malinconia del sogno, che si interseca con la realtà, fino a diventarne indistinguibile, il desiderio di amare e di essere riamato, il rimpianto per quello che avrebbe potuto essere ma non è stato, che culmina in questo meraviglioso passaggio

Poi, socchiudendo appena le palpebre, avvicinò le dita ad una bolla che volteggiava leggiadra, la toccò ed essa acquisì le sembianze di una timida e luminosa farfalla dalle ali variopinte. Il mago la colse con gentilezza e la depose tra i soffici capelli rossi.

❤️

Ps. Mi dispiace di non essere ancora riuscita a leggere e a commentare tutte le storie, sono davvero tante! Cercherò di farlo al più presto
 
Top
view post Posted on 14/2/2021, 18:14
Avatar

Pozionista abile

Group:
Moderator
Posts:
7,519

Status:


Vedo tante altre belle storie da leggere! Sono terribilmente indietro ma spero di riuscire a leggerle e a commentarle tutte a breve.
 
Top
view post Posted on 14/2/2021, 18:40
Avatar

Pozionista abile

Group:
Moderator
Posts:
7,519

Status:


CITAZIONE (Xe83 @ 12/2/2021, 11:02) 
CITAZIONE (Arwen68 @ 7/2/2021, 17:01) 
Titolo: La promessa

Cara Manu, il tuo racconto è scritto molto bene, è ben costruito e leggendolo ho provato forti emozioni. È dolce e straziante al contempo: senti il freddo umido della sera invernale tra le gelide tombe, percepisci il calore sprigionato dall'incontro con la famiglia dei cervi.

Il cimitero di Godric's Hollow è il luogo in cui più di ogni altro Severus riesce, anche involontariamente, anche inconsciamente a fare un'analisi della propria vita, a fare i conti con il passato, a guardarsi dentro al cuore e a vedere tutto con schiettezza. Questo luogo è un topos, dell'anima, uno specchio che riflette con spietata asciuttezza una realtà per lui difficile da accettare, ma permette anche al Professore di riflettere in modo sincero su si sé, sulla propria vita e sul proprio futuro.
Dal mio punto di vista è significativo che lui abbia avuto la visione in questo luogo di muto dolore, capace di creare una tensione emotiva molto forte.
La visione per Snape è una vera e propria luce nelle tenebre, mostra a lui la strada da seguire, l'obiettivo più grande della sua vita, quello che in un certo senso sentiva crescere dentro di sé, ma che forse non trovava il modo di renderlo leggibile alla ragione.
Funge in un certo senso anche da sogno premonitore È formato da una serie di immagini molto dolci, di una tenerezza silenziosa, eterea, ma al contempo chiara e quasi perentoria.

Il tuo, cara Manu, è un racconto che parla e che trasuda amore. Non declinato secondo le categorie dello sdolcinato e dello stucchevole, ma è un sentimento che sgorga dall'anima e parla al cuore. È un amore che acquista numerose sfumature: diviene ricordo, tenerezza, sa farsi protezione e promessa. Un sentimento che guarda al passato e che prevede il futuro, esprimendosi anche in divenire.
La dolcezza è uno dei fili che accompagna tutto il racconto. Al cimitero vi è una docezza più silenziosa, amara, nostalgica "si inginocchiò accanto alla sua foto, sfiorando con le dita tremanti quel volto mai dimenticato".
Durante l'incontro con i cervi vi è una dolcezza più tenera, che si specchia negli occhi dei fedeli animali, che si esprime nel gesto della cerva. Nella parte finale del racconto vi è spazio per una dolcezza che aleggia nell'aria, nel raccoglimento del'alloggio di Severus, riscaldato dal camino acceso. Essa trova espressione in particolare nella foto dei due amici al tempo della scuola ad Hogwarts, mentre salutano ed immaginano che la felicità di quell'istante possa durare in eterno.

Cara Manu, il tuo racconto è davvero molto suggestivo ed emozionante, si passa da sogno e realtà come in un flusso di coscienza. Ho avuto la fortuna e il piacere di rileggerlo più volte provando sempre intense emozioni, nonostante sapessi la trama.

Mi piace tantissimo il tuo stile di scrittura, e lo sai, perché sa essere ricco di immagini, sa soffermarsi sui particolari rimanendo sempre fluido, mai pesante, mai eccessivo. ❤️

Cara Xe, che bellissimo commento che mi hai scritto! E sono molto contenta che la storia ti sia piaciuta, trovandola suggestiva ed emozionante. L'hai letta con grande sensibilità e questo per me vale molto.
Grazie per il tempo che mi hai dedicato. <3
 
Top
view post Posted on 14/2/2021, 18:45
Avatar

Pozionista abile

Group:
Moderator
Posts:
7,519

Status:


CITAZIONE
Manu, Ele, avete creato dei banner belli, romantici ed eleganti.
Complimenti

Grazie, Gabri, per aver apprezzato il banner. <3
 
Top
view post Posted on 15/2/2021, 09:31
Avatar

GabrixSnape

Group:
Moderator
Posts:
3,200

Status:


- Cuori di carta e scones al burro d’arachidi di Ele Snapey -

Cara Ele, ho apprezzato moltissimo il tuo racconto.
E' estremamente pacificante trovarsi proiettati nella dimensione di dolce normalità in cui sei mirabilmente arrivata a calare Severus.

E ciò che colpisce maggiormente è il fatto che tu riesca a far convivere la natura del nostro adorato Potion Master, riservata e poco propensa alle smancerie, con quella dolcezza che, nota a quanti lo amano, lui ha sempre occultato agli occhi del mondo.
La magia è presto fatta, perché nel tuo racconto si assiste a scene di vita quotidiana nelle quali ritrosie e amabilità sono così ben combinate da rivelarci finalmente un uomo appagato, circondato dall'amore che auspicavamo per lui.

Sublime il confronto con Silente e gustose le scene di vita familiare, in cui assistiamo sempre allo sconvolgimento del piano iniziale, con prepotente affermazione delle esigenze dei più piccoli. Non sai quanto abbia simpatizzato con il povero Severus, che ogni volta s'illude di aver messo a posto tutto e di potersi finalmente dedicare al suo progetto.

Amo le riflessioni conclusive, lo sguardo affettuoso sul progetto di vita che ha generato il caos, tanto distante da quelle che sembrano essere le aspirazioni di Severus, ma sorprendentemente così appagante. Quasi a dimostrare che in una vita votata alla negazione delle emozioni e alla disciplina della mente, il buono arriva invece quando si crede di non aver più il controllo degli eventi: miracolo dell'amore!

La tua scrittura è lieve, precisa ed efficace, ma questo te l'ho già detto e lo confermo.
Complimenti <3
 
Top
778 replies since 14/1/2009, 14:36   13215 views
  Share