Il Calderone di Severus

Sfida n. 5 FA+FF : San Valentino!

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view post Posted on 7/2/2021, 13:26
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Grazie cara Nicky per avermi letto e per il tuo commento. In questa breve storia Severus l'ho immaginato solo e quindi così, con un fondo sempre un po' triste.
Naturalmente anch'io immagino per lui altre prospettive che gli possano dare un po' di serenità e amore più che meritati ❤
 
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view post Posted on 7/2/2021, 13:56
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CITAZIONE (Anouk @ 7/2/2021, 13:26) 
Grazie cara Nicky per avermi letto e per il tuo commento. In questa breve storia Severus l'ho immaginato solo e quindi così, con un fondo sempre un po' triste.
Naturalmente anch'io immagino per lui altre prospettive che gli possano dare un po' di serenità e amore più che meritati ❤

 
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view post Posted on 7/2/2021, 17:01
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Titolo: La promessa
Autore: Arwen68
Data: febbraio 2021
Beta-reader: Ele Snapey
Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Genere: introspettivo
Personaggi: Severus
Epoca: post Malandrini
Avvertimenti: nessuno
Riassunto: Severus arrivò davanti al cancello del cimitero: era chiuso, com’era naturale che fosse alle 10 della sera del 14 Febbraio…
Nota: storia scritta per la sfida di San Valentino 2021.

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I personaggi originali, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.


La neve cadeva copiosa e imbiancava il suo mantello nero. Il gelo gli sferzava le gote ma i suoi passi erano sicuri e decisi mentre si dirigeva verso il cimitero di Godric’s Hollow.
Arrivò davanti al cancello: era chiuso, com’era naturale che fosse alle 10 della sera del 14 Febbraio.
Si guardò intorno. Nessun Babbano in giro.
Pensò alle coppie di innamorati che quella notte festeggiavano il loro amore e si sentì solo: lui non aveva mai celebrato San Valentino. La giornata dedicata all’Amore era sempre stata per lui un tempo di solitudine e amarezza. E le cose erano peggiorate quando aveva perso anche l’amicizia di Lily. Vederla uscire con James era sempre un dolore ma in quella particolare data diventata più insopportabile del solito. Per questo aveva cominciato a deridere quella ricorrenza, a fingere con tutti e soprattutto con se stesso che non gli importasse niente. Non era così e la morte di lei aveva accentuato quel vuoto affettivo che si portava dentro e cambiato le carte in tavola.
Ricacciò indietro ricordi taglienti come lame, sfoderò la bacchetta e lanciò l’incantesimo: il cancello si aprì e si richiuse alle sue spalle con un sommesso cigolio.
Riprese a camminare senza incertezze tra la neve: sapeva dove dirigersi, non era la prima volta che si recava in quel luogo. Senza neanche accorgersene, immerso nei suoi pensieri, arrivò davanti a una tomba, quella tomba, la tomba di lei.
Fermo davanti alla lapide di marmo, fissava l’immagine di quella che era stata la sua unica amica e la sola donna che aveva amato. Si inginocchiò accanto alla sua foto, sfiorando con le dita tremanti quel volto mai dimenticato. Sentì un nodo alla gola, acido come il fiele.
“Darei la mia vita se servisse a farti tornare indietro!” mormorò mentre una lacrima scendeva lungo la guancia.
Estrasse nuovamente la bacchetta: una luce bianca uscì dalla punta e andò a posarsi ai piedi della lapide sotto forma di una candida rosa. La magia avrebbe consentito a quel fiore di sopravvivere al gelo della notte, così come l’amore faceva sopravvivere il ricordo di lei nella sua anima distrutta.
Non più conscio del tempo che scorreva, fu riportato alla realtà da un rumore improvviso alle sue spalle. Si trovava ancora in ginocchio tra la neve e si rese conto della vulnerabilità in cui lo poneva quella posizione. Si voltò come meglio poté tenendo la bacchetta in posizione d’attacco: ciò che vide lo colse completamente impreparato.
Davanti a lui stava una cerva con il suo piccolo. Lo fissava fiduciosa con i suoi occhi dolci, quasi umani, anzi forse più umani di tanti occhi che aveva incontrato nella sua tormentata vita. Poco distante dalla madre e dal figlio stava un maestoso cervo, scalpitante, impaziente.
L’emozione lo colse, travolgendo la sua volontà come un fiume in piena.
La cerva si avvicinò e strofinò il muso contro il viso del mago, riscaldandogli le gote gelate.
Per un lungo istante il tempo sembrò fermarsi: Severus chiuse gli occhi e assaporò intensamente quel magico momento. Quando li riaprì la cerva era scomparsa così come il suo compagno. Davanti a lui stava solo il cerbiatto con lo sguardo diffidente.
Poi la trasformazione. Davanti ai suoi occhi, il piccolo prese le sembianze di un fagottino di stracci da cui faceva capolino un visetto di bimbo addormentato; un bimbo con una strana cicatrice a forma di saetta sulla fronte.
“Proteggilo, Severus! Proteggilo!” La voce di Lily risuonò improvvisa nella sua mente, dolce come una preghiera.
“Harry è tutto ciò che resta di me. Proteggilo come se fosse tuo figlio, come se fossi suo padre. Ti prego Severus…”

Si svegliò. Il volto rigato dalle lacrime. Una morsa d’acciaio gli serrava la bocca dello stomaco. Ci volle qualche minuto prima che riuscisse a riprendere il controllo delle emozioni. La quiete del suo alloggio lo aiutò. Si rese conto di essersi addormentato sulla poltrona davanti al caminetto. Si era seduto lì subito dopo essere rientrato dalla visita al cimitero di Godric’s Hollow: dalla morte di Lily non aveva mai mancato di portare una rosa bianca sulla sua tomba nella notte degli innamorati.
Avvertì qualcosa tra le mani. Tra le dita stringeva una foto: un giovanissimo Severus e una giovanissima Lily lo salutavano agitando le mani e sorridevano. Alle loro spalle Hogwarts alla fine del primo anno. Quanta gioia e quanta speranza nel futuro si leggeva negli occhi dei due ragazzini… Tutto finito, distrutto, perduto! Tutto tranne lui, il bambino che era sopravvissuto.
Ripensò al sogno da cui si era appena svegliato. Da lì a breve il ragazzino sarebbe entrato a Hogwarts e Silente voleva che lui si occupasse della sua protezione. Il senso del dovere lo indirizzava a rispondere sì a quella richiesta.
Il sogno di quella notte gli aveva fatto capire che quella non solo era la cosa giusta da fare ma anche ciò che voleva: proteggere tutto ciò che rimaneva di lei. Dedicarsi a questo sarebbe stato il suo modo di continuare ad amarla.
Fissò lo sguardo sulla fiamma che ardeva nel caminetto. Faville rosse si levarono dal ceppo scoppiettante e gli ricordarono le ciocche dei capelli di lei. Si sentì improvvisamente calmo mentre mormorava la sua promessa.
“Proteggerò Harry, Lily, come se fosse mio figlio, come se fossi suo padre.
Buon San Valentino amore mio!”

Edited by Arwen68 - 7/2/2021, 21:51
 
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view post Posted on 7/2/2021, 19:02
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Oh Manu, ho il cuore a pezzi.
Mi capita spesso di sentire il desiderio di abbracciare Severus quando leggo del suo dolore e mi è successo anche leggendo questa tua intensa storia, per tutto il tempo.
Lui è così dignitoso nella sus sofferenza, quasi sacrale nella sua promessa.
Stupendo e struggente anche l'incontro con la famiglia cervi. Brava Manu, mi hai emozionata ❤
 
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view post Posted on 7/2/2021, 19:10
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=_= =_=
Sto leggendo tutte le storie...
Belle... tutte bellissime...
Ma, cacchio, Lily... ma perché mi tirate in ballo Lily.
Mi odiate, vero?
:lol:
 
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Cara Manu,
io adoro (mannaggia a me) il Severus introspettivo, pervaso di sentimenti dolorosi, tristi, dolcemente trattenuti nel suo cuore che vengono espressi dallo scorrere lieve e silenzioso delle sue calde lacrime. Ahinoi questo Severus è indissolubilmente legato a Lily (benedetta ragazza!).
Non credo sia una forma di masochismo traslato su di lui ma il desiderio (mio e forse anche vostro… tranne che di Elly ;P ), di renderlo più tenero e vulnerabile, pronto ad accogliere carezze e consolazione.
Hai creato un’atmosfera tra il fantastico ed il reale di meravigliosa intensità. Ho sentito il freddo, il calore del respiro di Severus, prima placido e trattenuto, poi più ritmato ed incalzante dopo la visione della cerva con la sua famiglia. Il ‘bacio’, la ‘carezza’ gentile dell’animale sono dolcissimi attimi che stringono il cuore. :]
 
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view post Posted on 7/2/2021, 19:41
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CITAZIONE (ellyson @ 7/2/2021, 19:10) 
=_= =_=
Sto leggendo tutte le storie...
Belle... tutte bellissime...
Ma, cacchio, Lily... ma perché mi tirate in ballo Lily.
Mi odiate, vero?
:lol:

Ti adoro <3
Hermione tutta la vita!
 
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CITAZIONE (Anouk @ 4/2/2021, 19:26) 
Titolo: Peregrinazioni

Il racconto, dal punto narrativo, è costruito davvero bene e la premessa mi è piaciuta tantissimo facendomi attendere qualcosa di spumeggiante. Quindi complimenti.
Il resto, però, mi ha delusa. Non è ciò che mi aspettavo e desideravo.
E' vero, il gesto romantico richiesto dalla sfida c'è, ma è un po' sui generis e dipinge un Severus che, a quasi vent'anni dalla sua non morte, ancora odia S. Valentino. E questo è davvero molto triste.
Storia ben scritta, è innegabile, ma non rispecchia i miei gusti di gesto romantico.
 
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view post Posted on 7/2/2021, 21:26
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I ♥ Severus


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CITAZIONE (Arwen68 @ 7/2/2021, 17:01) 
Titolo: La promessa

Storia dolcissima e, al contempo, straziante. Meravigliosa la famiglia dei cervi con James un po' scocciato.
Un gesto che diviene promessa, la consacrazione di una vita al proprio amore.
Non era il gesto romantico che desideravo per Severus a San Valentino, ma, per un Severus ancora così giovane, è una scelta appropriata e condivisibile. Anche in canone, oltretutto.
Brava, Manu, una storia davvero toccante: peccato faccia stillare lacrime invece di accendere un sorriso.


CITAZIONE (ellyson @ 7/2/2021, 19:10) 
=_= =_=
Sto leggendo tutte le storie...
Belle... tutte bellissime...
Ma, cacchio, Lily... ma perché mi tirate in ballo Lily.
Mi odiate, vero?
:lol:

Carissima Elly, l'anno prossimo, specifica meglio i paletti della sfida.
Niente Lily, niente dolore, niente di brutto.
Solo felicità per Severus.
Te ne sarò grata!
 
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view post Posted on 7/2/2021, 21:57
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Buca-calderoni

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Titolo: Rose di San Valentino
Autore: Silver doe
Data: febbraio 2021
Beta reader: Ida59. Ringrazio Ida di tutto cuore per la pazienza, i suggerimenti, le correzioni.
Tipologia: one shot
Rating: per tutti
Genere: romantico
Avvertimenti: AU
Riassunto: La sua mano fluttuò nell’aria, sicura ed elegante. Una rosa apparve tra le sue dita.
Personaggi: Severus, Lily, Sorpresa
Pairing: Severus/sorpresa
Epoca: varie epoche

Disclaimer: Disclaimer: I personaggi e i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I personaggi originali, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà e occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.

Rose di San Valentino



“Non ho ancora finito la relazione di Astronomia! E la ricerca di Storia della Magia? È per domani! Oh, Sev, mi aiuterai, vero? I professori ci stanno caricando di compiti questo trimestre!”
Lily stava chiacchierando senza tregua, ma Severus non prestava attenzione e non coglieva che brevi spezzoni di quello che stava dicendo.
Le camminava accanto, inebriato dalla sua presenza, ascoltando il cinguettio della sua voce, sfiorandole casualmente la mano di tanto in tanto, e un brivido gli percorreva la schiena a quel contatto, di cui lei, peraltro, non sembrava nemmeno accorgersi.
“Sev, mi ascolti? Il professor Lumacorno ha sempre detto che sono brava, ma adesso ho qualche difficoltà con quella pozione nuova che dobbiamo studiare, mmh, come si chiama?”
Ogni tanto si fermava e si interrompeva per guardare il ragazzo con aria interrogativa, quasi a sincerarsi che fosse ancora lì, poi senza aspettare risposta riprendeva a chiacchierare gaiamente, scuotendo i lunghi e vaporosi capelli rossi.
“Tutto ciò che desideri Lily, qualunque cosa per te”, aveva pensato Severus, guardandola con occhi adoranti.
Forse era quella la felicità.

Il Lago Nero era più cupo che mai, onde grigiastre si infrangevano sulla riva, e una leggera nebbiolina aleggiava sulle acque. Nuvoloni neri avevano cominciato ad addensarsi nel cielo, e ben presto grossi goccioloni di pioggia avevano iniziato a cadere.
Lily gli aveva afferrato la mano, “Corri, Sev, presto! Sta per diluviare!” aveva gridato, e la sua risata cristallina gli aveva riempito il cuore.
Si erano rifugiati sotto il portico, nel cortile del castello, Lily gli si era stretta addosso, sorridente e tremante di freddo, e lui l’aveva avvolta nel mantello. Quando i loro visi si erano trovati vicini, lei era diventata subito seria e lo aveva guardato con enormi occhi da cerbiatta spaurita.
Severus aveva potuto contare ogni singola pagliuzza dorata che illuminava quell’immenso mare verde.
Fragile sogno di cristallo.
Per un solo folle istante aveva creduto che… Aveva osato sperare.
Un lieve rossore aveva imporporato le sue guance da adolescente, e una rosa si era materializzata fra le sue dita.
“Per me?” aveva mormorato Lily, imbarazzata.
Severus non aveva risposto ma le aveva scostato i capelli dal viso, le dita tremanti per l’emozione a sfiorarle le guance, poi lentamente l’aveva stretta a sé e aveva respirato a fondo il profumo della sua pelle, della rosa, della terra bagnata di pioggia.
Il tempo si era fermato, il mondo intorno a loro si era dissolto e il suo cuore era esploso in mille coriandoli colorati.
Per un unico brevissimo istante erano stati solo loro due, Severus e Lily, e la vita gli era sembrata meravigliosa. Ma era stato solo un attimo e la fredda realtà aveva fatto scoppiare la bolla. Le loro labbra non erano mai arrivate neppure a sfiorarsi.
Lily si era bruscamente ritratta e aveva scostato il viso volgendolo altrove.
“No, Sev, è tardi…” aveva mormorato in fretta senza guardarlo negli occhi, ed era corsa via sotto la pioggia, attraversando il cortile per raggiungere un gruppetto di ragazze che passavano ridacchiando sotto il porticato sul lato opposto. Severus aveva sentito riecheggiare un’ultima volta la voce di Lily, tornata di nuovo allegra e cinguettante mentre chiamava le amiche e si allontanava chiacchierando con loro.
Non si era voltata indietro.
Irraggiungibile, fulgida stella di luce.
Severus l’aveva vista sparire dentro il portone e qualcosa si era spezzato dentro di lui.
Era rimasto solo in quell’angolo a lungo, grondante acqua e incurante del freddo, finché il cielo non era diventato buio, a guardare la rosa penzolare tristemente dalle sue dita, mentre sul volto lacrime bollenti si mescolavano a fredde gocce di pioggia.

****

Lo ricordava bene, quel San Valentino di tanti anni prima.
Nel sotterraneo gelido e solitario il camino era sempre spento, e lui sedeva davanti a una pila di antichi libri aperti sullo scrittoio e a un fascio di pergamene da correggere, in mano la penna intinta nell’inchiostro rosso, maledicendo gli strafalcioni di allievi assai poco studiosi.
Aveva interrotto il lavoro e le lunghe dita sottili avevano esitato prima di girare la chiave nella serratura dell’ultimo e più nascosto cassetto dello scrittoio, quello che non apriva mai.
Sospirò e posò lo sguardo sul contenuto.
Era una rosa, ormai avvizzita, ingiallita e priva di vita.
L’aveva conservata.
Chiuse gli occhi un istante prima di toccarla con le mani, quelle stesse mani macchiate di sangue, del sangue di Lily. Avvolse le dita attorno allo stelo e avvicinò la rosa al viso, illudendosi di poterne respirare ancora il profumo.
Ma tutto era svanito, sogni, speranze, illusioni. E la sua innocenza ormai perduta. Com’era stato sciocco e ingenuo, allora.
Un sorriso amaro increspò il volto tormentato, inciso da troppi anni di dolore.
Rivide il dolce mare verde di quegli occhi che ora non splendevano più.
Quella luce era spenta, lui l’aveva spenta, lui aveva ucciso il suo sorriso. Il corpo di Lily, che quel giorno lontano aveva sentito tremante stringersi al proprio, ora giaceva sotto la terra fredda e nera di un cimitero in un villaggio di campagna.
E adesso, ogni giorno, un altro paio di occhi dello stesso amatissimo verde lo guardavano con disgusto e odio, e ogni volta un pugnale gli si piantava nel cuore.
Odio in cambio di amore, ma era giusto così.
Chinò la testa, schiacciato dal peso insopportabile del rimorso. La colpa era sua, soltanto sua.
Lentamente, come in uno stanco rituale, iniziò a slacciarsi i bottoni della manica, mise a nudo il braccio sinistro e rimase per lunghi istanti a fissare il marchio che gli sfigurava la pelle e l’anima.
Ci sono macchie che non possono essere lavate e colpe troppo gravi per essere perdonate, colpe per le quali non avrebbe pagato mai abbastanza.
Ci sono uomini che non meritano una seconda possibilità.
Mangiamorte, traditore, assassino.
Quelle parole rimbombarono con violenza nella mente e la testa parve scoppiargli.

Continuò a fissarsi il braccio finché non riuscì più a sopportarne la vista, poi dovette arrendersi al dolore, si coprì il volto con le mani e si lasciò andare contro lo schienale della poltrona, cercando un conforto che lui stesso non voleva darsi.
Da molto tempo i suoi occhi non erano più capaci di piangere.

Da alcuni minuti, il marchio sul braccio aveva preso a bruciare sempre più forte, segno che il Signore Oscuro stava chiamando. L’avrebbe affrontato con coraggio e determinazione, sapeva qual era il suo dovere e l’avrebbe compiuto come sempre, fino in fondo.
Il suo dolore era del tutto irrilevante e non serviva a nessuno. La sua stessa vita non gli apparteneva più.
Sospirò, si alzò, diede un ultimo sguardo alla rosa secca posata sullo scrittoio. Si passò una mano tra i capelli senza guardarsi allo specchio e si strinse nel mantello.
Uscì e a passi veloci percorse i corridoi, passando accanto a ragazzine che bisbigliavano emozionate stringendo tra le mani pacchettini rossi e bigliettini a forma di cuore, a studenti con le divise tirate a lucido che si affrettavano a raggiungere le loro dolci metà. Scorse da lontano una coppietta che amoreggiava in un angolino nascosto, ma fece finta di non vederli.
Si fermò davanti al portone della Sala Grande già piena del vociare allegro ed eccitato che preludeva alla cena e indugiò per un attimo a osservarne l’interno. L’addobbo per San Valentino era grandioso, come sempre nelle occasioni speciali: una pioggia di petali di rosa e coriandoli rossi si riversava sugli ospiti, decine di candele, rosse per l’occasione, fluttuavano nell’aria e una squadra di dispettosi e paffuti putti alati e bendati si dilettava a scoccare insidiose frecce su chiunque capitasse a tiro.
Tutto sommato, a Severus non dispiaceva avere una scusa per non prendere parte all’allegria dei festeggiamenti, anche se la riunione dei Mangiamorte non era certo una prospettiva piacevole.
Si voltò e tirò dritto scendendo i gradini di pietra e uscendo dal grande portone di quercia.

****

Ormai era notte fonda, il castello era silenzioso e immerso nel buio.
Severus era provato e le membra gli dolevano, ma ormai era avvezzo a sopportare quel genere di dolore, e non era certo quello che faceva più male.
I suoi passi risuonavano lenti sui lastroni di pietra grigia, su cui giacevano abbandonati incarti vuoti di cioccolatini, coriandoli rossi e petali di fiori appassiti, tristi resti della festa degli innamorati di poche ore prima. Ah già, San Valentino.
Si sforzò di non pensare, rabbrividendo si strinse ancora di più nel mantello, quasi a cercarne l’abbraccio, e, seppure leggermente malfermo sulle gambe, accelerò il passo; appoggiandosi al muro scese i gradini del sotterraneo.
Era stanco, e aveva bisogno di distendersi sul letto, anche se sapeva che nemmeno il sonno gli avrebbe concesso qualche ora di pace.
Posò la mano sulla maniglia, e il freddo contatto con il metallo sembrò arrivare a gelargli il cuore.

Ma quando aprì la porta della stanza, accadde qualcosa di straordinario e totalmente imprevisto.
Non era più freddo e buio. Dopo alcuni istanti in cui i suoi occhi si adattarono alla luce improvvisa: si accorse che non c’era nulla di ciò che aveva lasciato dietro quella porta soltanto poche ore prima.
Riconobbe il soggiorno di Spinner’s End, la grande libreria, la poltrona lisa, ma c’era qualcosa di anomalo.
Un grande divano sconosciuto, il fuoco stranamente acceso e scoppiettante nel caminetto, tanto per cominciare. E poi, la stanza era ordinata e luminosa, con tendine colorate alle finestre, pareti tinteggiate di fresco: qualcuno aveva apparecchiato con cura una romantica tavola per due, con tanto di candela rossa accesa al centro.
Il tepore di una casa.
Severus era rimasto sulla soglia, paralizzato dallo stupore.
Poi, da quella stessa porta, qualcuno entrò nella stanza, passando attraverso il suo corpo, inconsistente come un fantasma.
Era un uomo… in cui riconobbe sé stesso. Era un altro Severus, un po’ invecchiato, con alcuni fili grigi tra i capelli, qualche ruga in più all’angolo degli occhi e una strana, lunga e vistosa cicatrice sul collo.
Il suo volto era segnato e tuttavia illuminato da un sorriso, un vero sorriso; la sua mano fluttuò nell’aria, sicura ed elegante, e una rosa apparve tra le dita.
Una rosa rossa, fresca e incredibilmente splendente.

“Severus! Sei in ritardo. Buon San Valentino, amore!” esclamò una voce proveniente dall’altra stanza.
In un istante una piccola, evanescente figura femminile, dal volto indistinto, uscì dalla cucina correndogli incontro, accolse tra le mani la rosa che le stava offrendo, gli gettò le braccia al collo e affondò il viso nel suo petto.
L’uomo la baciò appassionatamente e la tenne stretta a sé con immensa tenerezza, a lungo, i profondi occhi neri scintillanti di gioia.
Severus, esterrefatto, era rimasto immobile sulla porta a osservare la scena: nel preciso momento in cui la coppia si abbracciò, sentì, senza ombra alcuna di dubbio, i soffici capelli castani della donna solleticargli gentilmente il naso, e ne assaporò il profumo sconosciuto.
Un profumo fresco di fiori, di rugiada.
Di felicità.


****

Un battito di ciglia e la visione sparì.
Era di nuovo nella sua stanza, a Hogwarts: il camino spento, la vecchia poltrona consunta, i libri sullo scrittoio, le sue poche cose. Buia e fredda come poche ore prima.
Allucinazioni? Forse le incursioni del Signore Oscuro avevano cominciato a far vacillare sua mente? Decisamente no, pensò con orgoglio, non poteva essere, era troppo sicuro di sé, sapeva di essere più forte di lui e di resistergli, come aveva fatto quella sera e come sempre avrebbe fatto.
E la visione? Che assurdità, pensò con rabbia, lui non si era mai concesso simili sciocche, insensate fantasie.
Lui non aveva sogni, non doveva averne.
E no, non era stata una debolezza della sua mente, ma forse un incantesimo, un maleficio oscuro.
Ma adesso non aveva voglia di indagare e si lasciò cadere sulla poltrona davanti allo scrittoio, coprendosi il viso con le mani.
Era stanco, stanco di soffrire.
Poi accadde qualcosa. Ora la stanza non era più completamente buia.
Tra le dita intravide qualcosa brillare nell’oscurità, un bagliore soprannaturale, prima appena accennato, poi sempre più vivido.
Sullo scrittoio era rimasta, là dove l’aveva lasciata poche ore prima, accanto ai vecchi libri e al mucchio di pergamene degli studenti vergate di rosso, la rosa rinsecchita e morta che tanti anni prima Lily aveva rifiutato.
Ma accanto ad essa, ora ce n’era un’altra, che brillava e scintillava di luce argentea, fino a illuminare l’intera stanza.
Una rosa rossa, fresca e incredibilmente splendente.

Severus, incredulo, allungò una mano e la prese fra le dita.
Non era una visione, era una rosa vera e reale, più dell’altra, e viva.
La avvicinò al viso, chiuse gli occhi e ne respirò a fondo il profumo.
Un profumo fresco di fiori, di rugiada.
Di speranza.


Sentì qualcosa sciogliersi dentro di lui, e allora capì.
Il messaggio che aveva ricevuto quella sera era chiaro e inequivocabile, reale quanto la rosa che stringeva tra le dita.
Anche se in quel momento non era pronto e non riusciva a capacitarsene, sarebbe venuto il giorno in cui… avrebbe avuto una seconda possibilità.
E ci sarebbe stato qualcuno nella sua vita, una donna che lui stesso avrebbe scelto, a regalargli ciò che credeva di aver perduto per sempre.
Il suo cuore sorrise e un’unica, preziosa, dolcissima lacrima scese lentamente e gli accarezzò il viso.
 
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view post Posted on 7/2/2021, 22:16
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CITAZIONE (silver doe @ 7/2/2021, 21:57) 
Titolo: Rose di San Valentino
Autore: Silver doe

Una storia sbilanciata ancora sul passato, con la sua tristezza, solitudine e sofferenza.
Ma la magia rivela il futuro, basta crederci. Non è molto, ma può bastare, soprattutto se è Severus a crederci! <3
 
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view post Posted on 7/2/2021, 22:27
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Eccomi qui, finalmente, dopo aver betato ben tre storie della sfida (una ancora non è stata pubblicata).

Ho ripescato la mia Temperance, personaggio cui sono molto affezionata e che mi ha seguito nelle sfide di Halloween.


Luce e tenebra




Titolo: Luce e tenebra
Autore/data: Ida59 – 6/7 febbraio 2021
Beta-reader: nessuno
Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Genere: introspettivo, drammatico, romantico.
Personaggi: Severus, Silente, Minerva, Temperance.
Pairing: Severus/Personaggio originale
Epoca: post 7° anno (14/2/2004)
Avvertimenti: AU
Riassunto: La notte di S. Valentino si avvicina. La festa in Sala Grande, oppure…
Parole/battute/pagine: 932 - 5.643 - 3
Gunning/Gulpease: 5 - 72 (86,7% parole comuni)
Nota 1: Storia scritta per la sfida “San Valentino - Un gesto romantico” del Forum “Il Calderone di Severus”.
Nota 2: Si tratta della terza storia della breve raccolta "Temperance". Ovviamente sta in piedi anche da sola, ma se avete letto le due precedenti rende meglio.
1 - Invito per Halloween
2 - Temperance
3 - Luce e tenebra
4 - Sorpresa di Halloween
Disclaimer: Personaggi e luoghi della storia non appartengono a me bensì a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. Il personaggio originale, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà e occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.


Luce e tenebra




- Quando pensi di deciderti, Severus?
Il giovane preside ignora la domanda del ritratto, ormai più volte reiterata in quell'interminabile giornata. Ma la mano corre, senza il suo permesso, ad accarezzare la piccola scatola nella tasca della redingote.
Sa che è lì.
Emana un calore speciale.
- Il tempo scorre veloce e la festa di stasera si avvicina. Non vorrai restare senza dama, vero?
Severus sospira. Non è quello il suo timore.
Per altro, non ha alcuna intenzione di restare avviluppato tra cupidi impazziti che lanciano frecce a tradimento e montagne di cuoricini esplosi da ogni angolo.
No, quella festa non è mai stata per lui.
Sospira di nuovo.
Ricordi lontani, appannati, di un dolore mai dimenticato.
Deglutisce a fatica il passato e fissa il luminoso presente.
Un bussare leggero.
- Vieni pure, Minerva.
La strega entra, sorridente ma preoccupata.
- Va tutto bene, ragazzo caro?
La gentilezza materna è discretamente celata nelle dolci rughe del suo volto, nel timore trattenuto della voce.
La vede scambiare uno sguardo con il ritratto alle sue spalle, e negli occhi intensamente verdi l'incertezza cresce. Ma rimane in un riservato silenzio, quello che Albus nemmeno conosce.
Un lieve cenno silenzioso del capo: Severus annuisce cercando di tranquillizzarla.
- È tutto il giorno che sei chiuso qui dentro.
Già.
Difficile uscire e affrontare la generale felicità.
Anche se, questa volta, anche lui dovrebbe esserne preda.
Eppure, ancora, il suo cuore non si fida. La disillusione di una vita lo attanaglia: troppo abituato al dolore e al rifiuto per sperare nella felicità del futuro.
Un altro sospiro, lunghissimo, alla ricerca del coraggio. Quello che mai era mancato alla spia di Silente, all'ex-Mangiamorte che offriva la sua mente all'esecrato padrone, negandogli ogni verità.
Abbandonarsi all'amore, credere nell'essere amato e sognare il futuro è molto più difficile dell'esercizio della pericolosa arte dell'Occlumanzia.
- Adesso arrivo, Minerva. Finisco questo e scendo subito in Sala Grande.
Severus mente, sicuro di non correre alcun rischio, questa volta.
La strega gli sorride materna:
- Ti aspettiamo tutti per cominciare la festa.
Il mago annuisce, oppresso da una responsabilità che ancora non sa come affrontare.
Avrà bisogno di ogni aiuto possibile.
Ma sa anche che quell'aiuto non tarderà ad arrivare.
Di nuovo la mano carezza la scatolina nella tasca.
Brucia.
Brucia d'amore.
Minerva esce lanciandogli un ultimo sguardo incerto: non è riuscito a convincerla del tutto. Lo aspetterà alla tavola degli insegnanti, il cuore in gola e lo sguardo fisso al portone.
Silente torna all'attacco con decisione:
- Avanti, esci da qui e fa quello che devi!
Severus sorride e si rilassa facendo un profondo respiro.
Albus non ha idea di cosa stia per accadere. Per una volta almeno, nella vita, saprà stupirlo.
Si concede il lusso di girarsi e osservare il quadro alle sue spalle.
Come sospettava, ci sono due Silente nell'elaborata cornice.
Anche il mago che vive nel ritratto in infermeria lo scruta, avido di morbosa curiosità.
Le labbra del giovane preside si arcuano in un sorriso vittorioso.
Tende le orecchie, in trepida sospensione.
Ecco il consueto bussare. Quello che ogni sera attende col batticuore, il corpo indisciplinato già in rovente subbuglio.
Severus lascia uscire d'un sol colpo il respiro, il cuore che balza in petto e gli ruba il fiato, come a ogni agognato incontro.
- Vieni! - sussurra appena, il desiderio che già lo vince.
Temperance entra.
Bellissima, il luminoso sorriso sulle piccole labbra. Labbra che sono solo sue, terra di conquista dei suoi baci appassionati. Le labbra della sua donna.
Avanza piano, offrendosi alla sua vista, corpo bramato da un mago che ha scoperto quanto sia bello essere un uomo. Solo un uomo. Un uomo immensamente amato.
Avanza in silenzio e poi si frema. Muta. In attesa. Bionda regina di voluttà.
Severus si perde nei suoi occhi blu, ammutolisce nella brama del suo corpo, si scioglie nel profumo di dolce intimità.
Temperance inclina il capo, interrogativa, la coppia dei Silente in spasmodica apprensione alle spalle del preside.
- Non scendi in Sala Grande? - chiede, un'innocente curiosità nella voce.
Ogni fibra del corpo di Severus vibra, entra in una risonanza fatta solo di voluttà.
Il mago sorride e chiede, la voce persa nella vastità del labirinto del desiderio:
- Davvero vuoi perdere il tuo tempo in una festa insulsa? Per l'intera notte?
Risatine alle sue spalle. I due Silente di tela sono molto invidiosi. Sono vecchi, ma non hanno dimenticato.
Temperance rende omaggio al suo nome e un lieve rossore le imporpora le gote. Ancora un passo, due, ed è davanti al mago che la squadra con occhi di fuoco.
Un attimo d'immobilità congela il tempo della passione.
Severus infila la mano in tasca e avvolge lo scrigno che contiene il futuro.
Brucia.
Brucia d'amore.
Per un fugace istante gli manca il fiato e la paura lo attanaglia.
Lo sguardo di Temperance è più difficile da affrontare di quello di Voldemort. Il passato è stato vinto, ma il futuro è ancora da costruire.
Il ritratto alle sue spalle è muto, ma Severus sente il magico incoraggiamento del suo mentore che, alfine, ha compreso.
Con esasperante lentezza, lottando contro il passato e il dolore, il mago estrae dalla tasca la piccola scatola verde dai decori argentati.
Il viso di Temperance si allarga in un sorriso traboccate di felicità, mentre la Sala Grande trascolora e svanisce.
Uno scatto leggero. Il coperchio si apre.
Una veretta di luminosi brillanti intrecciata a una di sfavillante ossidiana.
Luce e tenebra.
Temperance e Severus.
Ed ecco infine la domanda, la voce sicura e ferma, colma di amore:
- Vuoi essere la mia luce, Temperance? Per sempre?





 
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view post Posted on 7/2/2021, 22:42
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CITAZIONE (Anouk @ 7/2/2021, 19:02)
Oh Manu, ho il cuore a pezzi.
Mi capita spesso di sentire il desiderio di abbracciare Severus quando leggo del suo dolore e mi è successo anche leggendo questa tua intensa storia, per tutto il tempo.
Lui è così dignitoso nella sus sofferenza, quasi sacrale nella sua promessa.
Stupendo e struggente anche l'incontro con la famiglia cervi. Brava Manu, mi hai emozionata ❤

Cara Anouk, grazie per aver letto il mio breve racconto. Mi fa piacere essere riuscita a farti emozionare.
Hai detto bene parlando di sacralità riguardo alla sua promessa: l'ho proprio sentita come la consacrazione di un'anima ad un amore infelice. <3

CITAZIONE (ellyson @ 7/2/2021, 19:10)
=_= =_=
Sto leggendo tutte le storie...
Belle... tutte bellissime...
Ma, cacchio, Lily... ma perché mi tirate in ballo Lily.
Mi odiate, vero?
:lol:

Elly, che dire? All'ispirazione non si comanda! :lol:
Lucrezia e nella mia testa che scalpita e aspetta il suo turno per tentare di salvare il Potions Master dalla sua solitudine. Maybe one day...

CITAZIONE (Lonely_Kate @ 7/2/2021, 19:29)
Cara Manu,
io adoro (mannaggia a me) il Severus introspettivo, pervaso di sentimenti dolorosi, tristi, dolcemente trattenuti nel suo cuore che vengono espressi dallo scorrere lieve e silenzioso delle sue calde lacrime. Ahinoi questo Severus è indissolubilmente legato a Lily (benedetta ragazza!).
Non credo sia una forma di masochismo traslato su di lui ma il desiderio (mio e forse anche vostro… tranne che di Elly ;P ), di renderlo più tenero e vulnerabile, pronto ad accogliere carezze e consolazione.
Hai creato un’atmosfera tra il fantastico ed il reale di meravigliosa intensità. Ho sentito il freddo, il calore del respiro di Severus, prima placido e trattenuto, poi più ritmato ed incalzante dopo la visione della cerva con la sua famiglia. Il ‘bacio’, la ‘carezza’ gentile dell’animale sono dolcissimi attimi che stringono il cuore. :]

Cara Kate, grazie anche a te per avermi letto. Anch'io amo il Severus introspettivo e tormentato. E sì, non è per masochismo :lol: ma proprio perché in questo modo lo vedo tenero e vulnerabile. <3


CITAZIONE (Ida59 @ 7/2/2021, 21:26)
CITAZIONE (Arwen68 @ 7/2/2021, 17:01) 
Titolo: La promessa

Storia dolcissima e, al contempo, straziante. Meravigliosa la famiglia dei cervi con James un po' scocciato.
Un gesto che diviene promessa, la consacrazione di una vita al proprio amore.
Non era il gesto romantico che desideravo per Severus a San Valentino, ma, per un Severus ancora così giovane, è una scelta appropriata e condivisibile. Anche in canone, oltretutto.
Brava, Manu, una storia davvero toccante: peccato faccia stillare lacrime invece di accendere un sorriso.

Grazie Ida! Grazie per aver trovato il tempo di leggere il racconto e di lasciare un commento. Mi ha fatto enormemente piacere.
Mi dispiace per le lacrime :lol: : ero partita pensando di scrivere una storia con happy end ma poi l'ispirazione drammatica mi ha travolta. :D <3
 
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view post Posted on 7/2/2021, 22:57
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Barbara, il tuo racconto scivola leggero come i fluttuanti petali di una rosa sfogliati uno ad uno nei vari momenti della storia. È molto dolce questo richiamo al bellissimo fiore ed a quello che rappresenta; il colore rosso della passione, la morbidezza dei petali come il desiderio di sfiorare o, finalmente, toccare con amore un essere umano, il profumo intenso ed insieme delicato ad evocare ricordi ma anche sognare speranze future. Il tutto pervaso da giochi di luce, dal buio profondo del dolore e della solitudine al chiarore ed alla luminosità sfolgorante della vita, della felicità, dell’avvenire. <3
 
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view post Posted on 7/2/2021, 23:17
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Ida Luce e tenebra
Ammiccante e romantica la tua ff, Ida!
Mi è piaciuto Severus che finalmente sceglie la felicità e compie il gesto romantico per eccellenza! <3 Hai guidato il lettore per mano, facendolo partecipe delle sensazioni di Severus, dei suoi dubbi e del suo amore.
Impossibile non parteggiare per la tua Temperance, così bella e dolce.
Simpatico il Silente impiccione, che si intromette nella vita di Severus ora non più per farne il suo agente fidato ma per tentare di aiutarlo a raggiungere la felicità.
Splendida Minerva, materna ed empatica: la vedo anch'io così in un AU dove Severus è riuscito a sopravvivere e sta cercando di ricominciare.
Hai scritto una storia veramente godibile e romantica!

Edited by Arwen68 - 8/2/2021, 07:21
 
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