Sfida n. 5 FA+FF : San Valentino!

Quanta dolcezza Gabry!
Kate ha già evidenziato le frasi che hanno colpito anche me, ma mi è piaciuto il clima leggero e luminoso che ho respirato durante tutta la storia.
Bellissima anche la scelta del fiordaliso che ci permette di lasciare il giglio per una nuova vita serena!

***

Misslegolas, mi ha fatto tanta tenerezza il tuo giovane Severus impacciato. Inevitabile il finale, amaro ma inevitabile.

Titolo: Peregrinazioni
Autore: Anouk
Data: febbraio 2021
Beta-reader: nessuno
Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Genere: commedia, sentimentale
Personaggi: Severus, Teddy Lupin, Victoire Weasley, altri studenti
Epoca: 2016
Avvertimenti: AU
Riassunto: Severus Snape è sopravvissuto all'attacco di Nagini. Ha ripreso ad insegnare ed è quasi San Valentino.
Passa il tempo ma lui non cambia. O forse sì?

Nota: storia scritta per la sfida di San Valentino 2021.

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I personaggi originali, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.


PEREGRINAZIONI

“Ma sei sicura?”.
“No, cioè... sì”.
“Hai cercato bene?”.
“Benissimo, ho ribaltato tutta la stanza e ho girato tutto il castello. Credo di aver frugato anche nel tuo baule... scusami”.
Victoire seduta sul pavimento del dormitorio portò le ginocchia al petto mentre la sua mente frullava impetuosa.
La sua amica, acciambellata accanto a lei ritentò:
“Non importa, poi ci guardo ancora. Non hai cambiato la divisa? Magari ti è rimasta in qualche tasca”.
“Già controllato, non c'è”.
Pausa di silenzio.
L'amica riprese senza ponderare troppo le sue parole:
“Cioè, mi stai dicendo davvero che hai lasciato una lettera d'amore per Teddy nel quaderno dei compiti che hai consegnato a Snape?”.
Gli occhi le si fecero lucidi e le guance rosse non si capiva se di rabbia o di imbarazzo, poi lasciò che lo sconforto si liberasse:
“Sììììì....” e scoppiò in lacrime.

IL GIORNO PRIMA
C'era un bel sole quella mattina, anche se l'aria era ancora decisamente fredda.
Severus stava percorrendo il portico del chiostro, l'erba virava già verso un bel verde acceso in attesa che le gemme palesassero la loro presenza sui rami degli alberi, al momento ancora spogli.
San Valentino era dietro l'angolo e lui, alquanto infastidito, malcelava il suo disappunto.
Chissà perché aveva la percezione che la gente pensasse che col tempo gli spigoli si sarebbero smussati, e magari anche lui sarebbe diventato meno ostile a quel tipo di ricorrenza romantica, ma a lui sembrava che tutto si ripetesse con nauseante metodo.
Proseguì deciso fino all'aula di Difesa Contro le Arti Oscure, cattedra che aveva ripreso dopo la terribile battaglia di Hogwarts, deciso a vivere la sua giornata normalmente.
La pigna di quaderni dei compiti era sulla sua scrivania, emise un lieve sbuffo ben sapendo che si sarebbe presto imbattuto in elaborati disastrosi.
Si sedette e prese il primo quaderno, nell'ora libera che aveva a disposizione avrebbe iniziato a correggerli. Lo aprì cercando le ultime pagine scritte e un biglietto sospettosamente roseo cadde sul tavolo: lo raccolse e con perplessità lo aprì piano, ben sapendo che se ne sarebbe pentito.
“A Teddy...”
I suoi occhi corsero veloci su quelle parole appassionate che scorse fino in fondo.
Ma perché diavolo l'aveva letto tutto?
Da ingenuamente romantiche quali erano, per lui divennero subito stucchevoli e melense e fece una smorfia di disgusto.
Riprese il quaderno cercando il nome della proprietaria e in frontespizio lesse con una bella calligrafia ricciuta “Victoire Weasley”.
Alzò gli occhi al soffitto - potrei vomitare...
E quindi Teddy è... Ted Lupin, il figlio di Remus. La nuova generazione di Malandrini, pensò.

Ma in effetti Ted non si era mai fatto notare per esuberanza o mancanza di disciplina, per quanto ne sapeva era un ragazzo tranquillo e disgustosamente solare.
E lei? Una mezza Weasley, pensò ostentando tra sé qualcosa che voleva sembrare disprezzo.
Aveva dedicato fin troppo tempo a quella storia sdolcinata e senza alcun ripensamento gettò la lettera nel cestino dei rifiuti sotto la scrivania e riprese a correggere i compiti.

***

Victoire camminava col capo chino verso l'aula di Difesa Contro le Arto Oscure, la sua amica era silenziosamente al suo fianco scrutandola con comprensione. Presto avrebbe saputo se effettivamente le cose erano andate come sospettava.
Temeva Snape, le metteva soggezione, anzi di più, la inibiva.
Non che avesse mai avuto problemi con lui ad essere sincera, lo trovava solo eccessivamente serio e decisamente esigente, ma non le uscivano dalla testa le parole di zio George e tutti i terribili aneddoti che le aveva raccontato, metà dei quali dovevano essere inventati, ma che su di lei avevano sortito l'effetto desiderato.
Mamma e papà avevano minimizzato sgridandolo di non spaventarla, ma ormai lei si era fatta quell'idea e così per tutta la notte aveva sognato che a metà lezione Snape avrebbe declamato la sua lettera davanti a tutti umiliandola, per poi rifare la stessa cosa con la classe di Teddy... e aveva visto chiaramente Teddy ridere sprezzante dei suoi sentimenti!
Alla vigilia di San Valentino si sentiva a pezzi.
Varcò la soglia della classe, il professore era già al suo posto, tutto iniziò come sempre.

PEREGRINAZIONE
L'elfo entrò nell'aula vuota spingendo il grosso carrello delle pulizie, lo superò e si guardò attorno borbottando. Schioccò le dita e tutte le cartacce a terra si sollevarono a mezz'aria per dirigersi diligentemente nel sacco della spazzatura. Lo stesso fece il cestino sotto la scrivania che si capovolse svuotandosi e tornò al suo posto. Peccato che la polvere aveva solleticato il naso dell'elfo che starnutì proprio mentre le cartacce scivolavano nel sacco sul carrello e la suddetta lettera scappò fuori infilandosi sotto la porta.
Passava un topino dispettoso che fu attratto dal cartoncino stuzzicante e lo addentò trascinandolo fuori dal corridoio verso la sua tana. Ma era troppo grande per passare nel buco e si dovette accontentare di rosicchiarlo un po' per poi abbandonarlo lì.
E il gufo ligio che di recapitare posta era abituato, vide da lontano l'inequivocabile forma di una missiva e la prese tra le zampe spiccando il volo.
Ma non vi era destinatario all'esterno e il poveretto girò per parecchio attorno al castello fino a notte fonda. E solo quando fu stanco tornò in prossimità del chiostro dove l'aveva trovata e la lasciò mestamente sul muretto.
Non proprio sveglio questo gufo.
Una folata di vento la fece finire a terra e per poco Snape non scivolò quando, col buio della notte, ci mise un piede sopra.
“Ma che diavolo...”.

MA IERI...
Un gruppo di studenti passò di corsa spintonandosi maldestramente, un po' scherzando, un po' per dispetto. Snape fu attratto dal vociare scomposto che proveniva dal corridoio e uscendo dall'aula per controllare fece appena in tempo a scorgere due ragazzi correre dietro l'angolo svanendo veloci.
Volse lo sguardo dall'altro lato del corridoio e vide un ragazzetto magro intento a raccogliere dei fogli di pergamena sparpagliati a terra.
Non gli ci volle molto per riconoscerlo, la camicia disordinatamente fuori dai pantaloni, i capelli tendenti al blu che riprendevano lentamente una tinta castana, e lo sguardo circospetto nei suoi occhi quando si accorse di essere osservato: Teddy Lupin.
Ed ecco comparire lei, Victoire, che sempre in compagnia della sua amica avanzava sconsolata. Teddy ebbe un fremito quando i loro occhi si incontrarono, e si affrettò a raccattare malamente le sue scartoffie, si alzò, la salutò appena e prese il lato opposto del corridoio, il tutto sotto lo sguardo vigile di Severus a cui non sfuggì il vivido rossore sulle guance del ragazzo.
Avrebbe potuto polverizzarlo con una parola, sgridarlo per averlo disturbato, punirlo per la confusione che aveva fatto, mortificarlo davanti alla ragazza, ma la sua mente, correndo più veloce dei suoi stessi pensieri, gli suggerì un'altra narrazione.

Una storia fatta di comprensione, di aiuto, di qualcosa che non fosse derisione, umiliazione, solitudine. Qualcosa che non fosse la sua storia.
Se solo ci fosse stato uno sguardo complice nella sua gioventù, una parola di conforto, un po' di incoraggiamento...
E come in un attimo si sentì l'artefice di un esito diverso, magari anche Teddy, che era cresciuto senza i genitori, si sentiva così, solo, diverso, sfortunato, oppure sbagliato rispetto agli altri ragazzi che ostentavano esuberanza e allegria.
Serrò le labbra e ritornò dentro, oggi non lo avrebbe ripreso.

EPILOGO
“Che io sia dannato” si ripeteva Snape mentre, col cartoncino tra le mani, camminava deciso verso il dormitorio dei Tassorosso.
Un semplice incantesimo fece sgusciare velocemente il cartoncino attraverso l'ingresso per depositarsi tra i libri del ragazzo che, ignaro, dormiva sotto le coperte.
“Che un Demone mi prenda se rifaccio una cosa del genere”.
Ma il suo cuore era più leggero, anche se lui spingeva in fondo quella sensazione con una punta di imbarazzo.

***

La tazza di caffè fumante era piacevolmente calda tra le mani, l'amaro sulla lingua era rassicurante.
Snape la posò e distrattamente alzò lo sguardo. I due giovani stavano varcando il portone della Sala Grande per la colazione, era il giorno di San Valentino, si tenevano per mano non senza un certo imbarazzo.
Si sedettero scambiandosi qualche timida cortesia, una ciambella, lo zucchero, vuoi un biscotto?
Lei era raggiante, i suoi occhi luminosi non smettevano di cercare quelli di lui che sorridente tentava di tenere a bada il blu dei suoi capelli che ostinatamente si accendeva allegramente.

Anche i suoi occhi erano raggianti, e il suo sorriso dolcissimo, chissà, forse avrebbe dovuto osare allora, chissà, forse le cose sarebbero andate diversamente...

L'amaro del caffè era rassicurante, si alzò col suo solito piglio deciso, aveva molte cose da fare eppure il suo cuore era un poco più leggero.

Edited by Anouk - 7/2/2021, 18:56

Ragazze, sono commossa! Stavo per rinunciare perché non riuscivo a dargli forma, non ero convinta...

Mi fa piacere che sia risultato godevole e dolce, io amo vedere Severus addolcito ma non sdolcinato e non ho trovato facile questa cosa del gesto romantico!

Grazie davvero Manu Gabry e Kate per il tempo che mi avete dedicato e per le belle parole che mi avete riservato, sono contenta di aver insistito, che sollievo! ❤❤❤

Accidenti, mi hai lasciata anche tu senza parole... grazie Barbara ❤

Severus è ancora solo in questo universo parallelo, ma mi piace pensare che in fondo abbia trovato un suo equilibrio.

(Poi possiamo sempre fare che alla sera, quando ritorna nel suo alloggio, c'è il suo nuovo amore ad attenderlo, che sia Anouk, Hermione, Arya, Crystal o la donna che a ciascuna di noi piace immaginare avere il privilegio, ma questa è un'altra storia...)

Bella storia, Anouk! Molto tenera e Barbara l'ha commentata in modo impeccabile. C'è tenerezza e tristezza.

Il tuo Severus, Anouk, resta fedele a se stesso e incompreso. E forse sarebbe andata proprio così.

Io sono la prima che ama immaginare la romanticizzazione del personaggio, perché proietto il fascino che ha lui su tutte noi per un solo personaggio femminile o più, come nella mia long fic. Perché vedo in lui un ragazzo che da sempre ama circondarsi di figure femminili forti, prima sua madre poi Lily. Ma sappiamo tutte che lui perde la speranza in se stesso e nel mondo che lo circonda. Facendosi travolgere dal destino e affrontando i sensi di colpa con l'espiazione e il lutto. Quindi solo una donna che lo ama molto più di quanto lui faccia con se stesso può trovarlo. Difficile se non impossibile.

Però credo che se la JKR avesse deciso di salvare Severus dalla morte, beh forse il Severus di un sequel 'canon' sarebbe molto più vicino al tuo. Più leggero e con meno pesi sulle spalle del Severus "spia" dell'Ordine e dei Mangiamorte.