| Sempre da "Ritorno alla vita", ma ormai siamo vicini alla fine. Ma niente paura, ho ancora decine di storie da cui attingere...
Cap. 17 – Sangue, salvezza e scelte
- Stai tranquilla, Sig.na Granger, non devi avere paura di me. – sussurrò con lenta dolcezza - Io non ti farò del male, devi avere fiducia in me. – Le stava sorridendo, un dolce sorriso rassicurante, mentre i suoi occhi non lasciavano quelli della ragazza, cercando di infonderle fiducia. Riprese ad allungare nuovamente la mano, con estrema lentezza, questa volta verso il viso di Hermione, per una dolce, lenta e delicata carezza su quel suo visetto terrorizzato. Infine, con dita leggere, quasi senza sfiorare il suo corpo, le abbassò la maglietta strappata, di nuovo a coprire quei piccoli seni appena sbocciati. I suoi occhi neri brillavano intensamente nell’oscurità, mentre con lo sguardo accarezzava appena il resto del corpo nudo di Hermione. Si tolse il mantello, quindi sollevò delicatamente la ragazza fra le braccia e ve la avvolse accuratamente, coprendo le sue acerbe nudità.
* Gli occhi di Severus erano lava incandescente: nulla avrebbe più potuto impedirne la definitiva eruzione. Ora era vicinissimo a lui, la bacchetta puntata al suo cuore: - Voglio vedere il tuo sangue, il tuo purissimo sangue di mago, Lucius. – sibilò piano, con voce traboccante di disprezzo, mentre il fuoco dei suoi occhi ardeva ormai incontrollabile - Per sputarci sopra, dopo averti cancellato dal mondo! -
* Gli occhi di ghiaccio di Lucius erano fissi nel fuoco nero di quelli di Severus.
* Gli occhi di Hermione sembravano enormi nel buio della cella. Il Professore strinse forte la sua piccola mano tra le sue. Lei fece un impercettibile cenno d’assenso. Piton avvicinò lentamente la mano al ventre della ragazza e la pose infine delicatamente appena sopra al pube, mentre i suoi luminosi occhi neri, fissi in quelli dell’allieva, parevano rischiarare il buio attorno a loro. A poco a poco Hermione percepì una sensazione di calore che si faceva sempre più intensa, laddove il Professor Piton teneva lievemente appoggiata la sua mano. Le sembrava che il dolore stesse uscendo dal suo corpo, attirato da quel caldo contatto. All’improvviso si rese conto che la mano del Professore si stava gonfiando, diventava sempre più bollente e livida. Ora non sentiva più alcun dolore: lui era riuscito a convogliarlo interamente nella sua mano che ora pulsava in modo evidente. Un tremito percorse il suo giovane corpo, mentre fissava lo sguardo in quegli occhi neri che scintillavano come diamanti. Si chiese quante cose non aveva mai capito di quell’uomo incredibile, a partire dalla sua acuta e delicata sensibilità. Quell’uomo sorprendente, che aveva sempre reputato fosse un orso scorbutico, che ora invece l’avvolgeva nel rassicurante abbraccio della sua infinita e rispettosa dolcezza. Hermione sorrise infine a quell’uomo, che solo in quel nero momento di disperazione, aveva imparato a conoscere. Lui ricambiò appena il sorriso, sfiorandole ancora una guancia con una tenera carezza. Quindi le porse i jeans e l’aiutò ad infilarli. Infine le sussurrò: - Grazie al cielo con te, almeno con te, sono arrivato a tempo! – La ragazza alzò ancora lo sguardo negli occhi scintillanti di lui, mentre una lacrima cominciava a scendere lenta sulla sua guancia. Piton tese una mano verso quel suo viso di bimba spaventata e lei gli si gettò fra le braccia, singhiozzando disperatamente, mentre tutta la paura ed il dolore patiti nelle ultime ore si stemperavano in quel pianto liberatorio. Il Professore la strinse piano a sé, con dolce rispetto, carezzandole delicatamente la testa ed i capelli. Infine la staccò da sé e le asciugò piano le lacrime. Hermione lo fissò ancora una volta negli occhi: non li aveva mai visti così profondi, pieni di rassicurante dolcezza e di quella luce che sapeva rischiarare la notte del suo terrore. Ancora una volta si abbandonò al calore delle sue mani che stringevano delicatamente e rispettosamente il suo corpo, si rifugiò in quel suo abbraccio rassicurante che sapeva riportarla nel suo abituale mondo, cancellando quell’orrido interludio.
* Guardò di nuovo il viso stanco e pallido di Piton mentre una domanda si affacciava insistente nella sua mente. Una domanda che non aveva il coraggio di fare. I profondi occhi neri del Professore la stavano scrutando: brillavano di una luce intensa e lei ne era quasi come soggiogata. - Sì, anche Alhyssa - mormorò piano lui - ma non sono arrivato in tempo per lei! - Ora i suoi occhi erano colmi di dolore, e le sue labbra tremavano. Lo vide socchiudere gli occhi per un lungo istante e prorompere infine in un sofferto sospiro. Quando li riaprì, il suo sguardo era nuovamente controllato e le asciugò delicatamente le lacrime che ancora le rigavano il volto. Edited by Ida59 - 27/8/2015, 15:05
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