Ho letto i brani tratti dalle vostre ff con molto piacere, che belli ragazze!!!
Parlare degli occhi di Severus è in effetti una goduria forse ancora maggiore rispetto a quella di parlare dei suoi bottoncini.
Gli occhi di Severus naturalmente sono qualcosa di specialissimo e ho trovato anch'io alcuni brani dalle mie ff in cui li ho citati, poi magari ne cercherò altri. Intanto eccoli!
Da "Il Sorriso di Emily":[...]Andò alla porta titubante e la aprì appena, senza togliere la catenella, creandosi lo spazio sufficiente per sbirciare sul pianerottolo, da dietro gli occhialini rotondi. Strizzò leggermente gli occhi: da un po’ di tempo anche la vista aveva iniziato pian pianino a calare e avrebbe dovuto decidersi a cambiare occhiali, ma distinse bene la persona che le stava di fronte, visibile dallo spiraglio.
Fissò sbalordita per un istante l’uomo alto, imponente, paludato nel lungo mantello nero, il volto pallido e immobile incorniciato dai capelli corvini e gli occhi neri come la notte.
Riconobbe immediatamente quell’espressione ancora crucciata e lievemente malinconica, che non era mai passata
- Professoressa... professoressa Goodluck - mormorò l’uomo con voce lenta e profonda
- Severus... - balbettò frastornata Emily, togliendo la catenella per spalancare la porta
- Tu... tu... ma... ma quanto tempo è passato...- farfugliò sempre più incredula, osservandolo attentamente. Del ragazzetto allampanato e goffo di tanti anni prima, erano rimasti solo gli occhi, mobili e intelligenti, dentro cui però non leggeva più lo smarrimento di un animaletto preso in trappola, ma qualcosa di più profondo ed inquietante.
- Severus, non è possibile... vieni dentro, ti prego e scusami, ma la sorpresa è stata così forte... - continuò facendosi da parte per permettergli di entrare e intanto se lo rimirava stupita, pensando a come si fosse fatto alto e forte, a come la sua figura ora incutesse rispetto, quasi soggezione e a come fosse diventato perfino bello ed elegante rispetto a un tempo[...]
Da "L'Ultima Casa di Spinner End's":[...]Molly si precipitò ad aprire. La si sentì pronunciare un’esclamazione di benvenuto e poco dopo tornò in soggiorno, seguita da un uomo alto, completamente vestito di nero, così come neri erano i capelli a mezza lunghezza e gli occhi freddi e indagatori. Sul volto, pallido e impassibile, era dipinta un’aria quasi seccata. Con un gesto veloce ed elegante si sbarazzò del mantello e prese posto vicino a Minerva McGranitt.
- Scusate il ritardo - disse l’uomo con voce profonda, nelle cui corde a Prudence parve di cogliere perfino una nota sarcastica. Sulla riunione sembrò essere calato un velo di gelo.
Prudence, al contrario, sentì all’improvviso il proprio cuore saltare in gola quando gli occhi dell’uomo, sorprendentemente cupi e profondi, si fissarono per un lungo attimo nei suoi, frugandovi dentro a domandarle chi diavolo fosse[...]
[...]Prudence era in silenzio dietro di lui e non staccava gli occhi dall’ampia schiena, senza osare interrompere il filo del ragionamento che stava seguendo.
Severus si raddrizzò improvvisamente e si voltò a fissarla. Negli occhi neri che pungevano come spilli e che la guardarono senza vederla per un lungo istante, vide il colore della frustrazione.
Prudence avrebbe voluto afferrargli le mani, per spronarlo a continuare a cercare ma rimase ferma dov’era trattenendo il respiro[...]
[...] I suoi occhi la fissarono neri e profondi come la notte e per un attimo a Prudence parve di essere alla presenza di un buco nero in procinto di inghiottirla inesorabilmente, poi ebbe la netta sensazione che lui sapesse esattamente quello che lei provava nei suoi confronti.
Dopo quell’attimo si riprese: Severus era sempre lì davanti a lei, imperscrutabile, controllato, misterioso ma attento ad ogni sua mossa. Forse erano questi i motivi per cui lei si sentiva così affascinata ogni volta che era in sua presenza e la sua razionalità vacillava pericolosamente, impedendole di gestire le emozioni[...]
Da "Mercoledì 31 Ottobre, ore 22,45..."[...]Piton sedeva compostamente con entrambe le mani appoggiate davanti a sé sul tavolo e la stava osservando in attesa che lei prendesse parola, con il volto immobile incorniciato dai lunghi capelli corvini, la bocca sottile leggermente socchiusa e gli occhi neri, fondi e fermi come le acque di un lago di notte, divisi in mezzo dall’immancabile ruga verticale che gli conferiva quell’ aria eternamente arcigna e severa[...]
[...]Lavinia riuscì a girarsi appena, semi paralizzata dall’orrore: da quanto era lì, Severus, nascosto nella stramaledetta penombra che gravitava in fondo alla classe, senza che lei se ne accorgesse? Lo guardò, pensando velocemente a qualcosa di plausibile da dire in quel momento, ma nella testa non volle saperne di formarsi alcun pensiero coerente, davanti alla figura impettita che le si ergeva davanti come una terribile apparizione paludata di nero, da cui trapelava distintamente una sorta di furore contenuto. Glielo leggeva perfettamente in faccia, attraverso il ghigno dipinto sulle labbra e lo scintillio inquietante degli occhi[...]