Ho spulciato un po' la mia ff "Amando il vento" visto che Ida dice di averci trovato perecchi riferimenti agli occhi di Severus.
Io ho trovato questi, non so se sono quelli di cui parlava Ida.
AMANDO IL VENTO
Cap. 6: Servo fedele... Un lampo infuocato attraversò lo sguardo di Severus, le sue iridi nere saettarono in quelle azzurre dell’altro, con tutto il loro carico di rabbia, rimorso e disgusto...
Cap. 7: Fiore mortale ... Gli occhi scuri della strega si immersero nelle iridi di Severus, sempre più fredde, sempre più buie. Il fuoco, quella fiamma che vi aveva visto solo due settimane prima, si stava lentamente spegnendo...
... Fece per allontanarsi, ma si accorse di non voler distogliere lo sguardo da lei, sarebbe rimasto a guardarla per giorni, dolce balsamo per i suoi occhi feriti da tanto orrore...
... Le iridi ardenti posate su corpo di lei, ne percorsero ogni centimetro, seguendo le volute della stoffa del suo abito bianco, insinuandosi fra le sue pieghe, fin dove si facevano più fitte, sognando di introdursi con dolcezza fin nella sua intimità dove solo l’ombra poteva accedere…
Cap. 9: Il volto dell’inferno... Si chinò su di lei, il viso era irrigidito in una smorfia di disgusto, ma i suoi occhi non poterono fare a meno di infiammarsi incrociando quelli di lei: l’amava e non glielo aveva mai detto...
Cap. 12: Baciato dal vento... Provò a regolare il respiro, senza distogliere lo sguardo dalla sua Iris: era bellissima immersa in quella luce. Una fiamma che ardeva solo per lui, specchiandosi nei suoi limpidi occhi neri e riscaldando il suo cuore...
Cap. 14: Per la sua anima ... "Faccio quello che avrei dovuto fare un anno fa: cancello questo maledetto Marchio.”
Si portò la mano alla cintura afferrando un elegante pugnale dalla lama finemente decorata. Gli occhi sembravano bruciare delle stesse fiamme dell’inferno...
Cap. 15: Albus Silente ... Appena la porta si richiuse alle spalle di Silente, gli occhi di Severus corsero ad immergersi nelle iridi scure della sua Iris.
Avrebbe voluto imprimersi nella memoria ogni più piccolo particolare di quel viso; tremò al pensiero di poter perdere anche quel ricordo se l'avessero condannato al bacio...
... Silente, aveva intuito i suoi pensieri, si avvicinò poggiandogli una mano sulla spalla.
Normalmente Piton si sarebbe sottratto a quel gesto d’affetto non richiesto, eppure non si mosse. Il mago più anziano si rese conto che stava tremando, le sue dita ossute strinsero con maggior vigore e il giovane mago chiuse gli occhi, come un bambino che cerca di superare la paura del buio ricreando le tenebre nella sua mente per esorcizzarle.
Aveva deciso, sì, avrebbe accettato la proposta di Silente, sapeva che, una volta fuori, sarebbe stato solo, anzi, molto peggio, sarebbe stato in compagnia della propria coscienza, una compagna scomoda per chi come lui sarebbe stato costretto a fare cose terribili.
Per quanto tempo sarebbe riuscito a metterla a tacere? La sottile barriera delle palpebre lo aveva sempre protetto da se stesso, quando cercava di resistere all’amore, ma lo avrebbero protetto anche dall’orrore?
Strinse con forza gli occhi, fin quasi a farsi male, era quello che lo attendeva, una volta tornato da Voldemort, solo le tenebre, per chissà quanto tempo ancora.
Non il buio rassicurante creato dallo schermo di quelle sottili membrane, l'ultimo rifugio, un luogo in cui avrebbe nascosto l'ultimo brandello della sua anima, ma la vera oscurità: quella del male. Quella che avrebbe cercato di inghiottire quell’anima, il giorno in cui Voldemort gli avrebbe chiesto di uccidere di nuovo.
Quel giorno avrebbe chiuso gli occhi, come stava facendo ora, non avrebbe guardato il sangue macchiare le sue mani e non avrebbe guardato le lacrime della propria coscienza, avrebbe immaginato di essere a Hogwarts, la mano di Silente sulla spalla e Iris al suo fianco.
Solo così poteva farcela, doveva farcela per Iris, solo per lei.
Avrebbe tenuto gli occhi chiusi, ma non avrebbe visto solo il buio. Avrebbe visto quel filo sottile, avrebbe visto l'amore di lei e la fiducia dell'anziano mago.
A quel filo si sarebbe aggrappato, ogni volta che si fosse sentito perso, amore e fiducia l’avrebbero protetto.
Aprì lentamente gli occhi, le iridi nerissime scintillarono incrociando lo sguardo paterno del vecchio di fronte a lui, il Preside annuì, sembrava aver già letto nella sua mente, quella parola che, solo un istante dopo, sentì scivolare come un soffiò fuori dalle sue labbra.
“Accetto!”...
Cap. 18: L’ultima notte... Lacrime silenziose cominciarono a scivolare sul viso pallido e segnato dagli anni e dal dolore, ma i suoi occhi profondi e ancora nerissimi brillavano di una strana luce, una luce che non li illuminava ormai da troppo tempo, come se si fossero svegliati da un lungo sonno, come se vedessero per la prima volta...