Ecco le traduzioni degli estratti:
Alan Rickman Interview 1992 (Toronto)
Intervistatore: Questo non è stato il caso con – come si dice il suo nome? Minghella, perché potrei fare un errore di pronuncia con quel nome, il che sarebbe un peccato.
AR: Minghella, è il suo nome.
Intervistatore: É uno scrittore fantastico. Deve essere stato molto elettrizzante vedere quel copione.
AR: Sì, lo è stato. Era un lusso su tutti i livelli, a) perché era scritto meravigliosamente, b) era davvero un… uhm ... non trovo la parola ... ma la parte era comunque interessante, si trovava in aree che forse non ho visitato troppo spesso, ma –
Intervistatore: Il fatto che interpreta un uomo morto, dice? Quello è ...
AR: Il genere di cose dolci e amorevoli e cose simili, sa non si deve necessariamente fare tanto nel film anche perché Juliet Stevenson ed io abbiamo lavorato tanto in teatro insieme ed è stato fantastico poter prendere una stretta amicizia e metterla sullo schermo, in un certo senso.
Intervistatore: Non riesco a credere che questo sarebbe stato limitato alla sola televisione.
AR: Beh, voglio dire che è uno dei punti di forza della televisione britannica, che si vede diminuire i fondi mentre noi parliamo. Ma è ancora uno dei suoi punti di forza, le aree di una rassegna chiamata screen 2, della BBC2, e settimana dopo settimana man mano che la stagione va avanti si trovano interessanti lavori realizzati da giovani registi e giovani scrittori e grandi attori. Riguardo a questo, credo che in qualche modo abbiamo sentito qualche profumo della parola “andare”. Perché so circa una settimana fa, uno scopre più tardi, ci sono state conversazioni del tipo “beh, forse dovremmo ricominciare da capo e metterlo in 35mm”. Si dà il caso, che sia stato gonfiato dai 16mm. Ma non so, credo che ne stessero parlando abbastanza presto perché c'era qualcosa che avrebbe forse avuto un pubblico più ampio.
Intervistatore: Il personaggio di Jamie in questo film - è un bravo ragazzo! E lei non hai avuto molte parti - penso sia uno dei motivi per cui ero un po’ preoccupato a parlarne con lei, perché la sua reputazione sembra essersi sviluppata secondo le linee del tipo spaventoso.
AR: Beh, solo perchè un paio di film hanno fatto un sacco di soldi; se lei mette due film che hanno fatto un sacco di soldi contro non importa quanti anni nel British theater, ottiene una cosa piuttosto sbilanciata per me. Ma è così. Ma questo è quello che succede quando due film ricevono un sacco di pubblicità.
Intervistatore: Mi pare giusto. Devo dire, però, che leggendo ritagli di interviste fatte con lei dove l'intervistatore si riferisce a lei come "appena percettibile," non mi sono trovato esattamente pieno di aspettative.
AR: Beh, non saprei. Forse il fatto d’esser sordi è un problema loro?
Intervistatore: (ride) Abbiamo una clip da “Truly, Madly, Deeply”, è d’accordo ad ascoltarla? Questa è la scena della vasca. La vuole introdurre lei? La lascio fare.
AR: Beh, fondamentalmente è la storia di Nina, il cui amante è morto due anni prima, e lei non riesce a superare la cosa e continuare la sua vita, credo. Le manca così tanto che lei non riesce a sbloccare la sua vita e lui torna indietro. Torna con un secondo fine e questa scena si svolge dopo che lei pensa che lui sia scomparso. Perche lei è l'unica persona che può vederlo o sentirlo.
Intervistatore: Devo dire, Alan, che lei sembrava davvero uno spettacolo in quella vasca da bagno con quella roba su tutto il viso.
AR: Non è un’attrice che annega nel proprio ego.
Intervistatore: No, non lo è, ed è semplicemente così brava. Ora, ha preso lezioni di violoncello?
AR: Ho seguito molte lezioni di violoncello, sì. Non riesco a immaginare perché qualcuno debba scegliere di suonare il violoncello, perché può avere un suono bellissimo, ma ti tocca anche trasportare quella dannata cosa in giro per Londra, da casa tua a quella della persona che ti dà lezioni ed è pesante e scomodo. Quindi, perché scegliere quello quando si può scegliere il flauto? Dico io.
Intervistatore: O l’ottavino? Ancora meglio! Ora, se Pablo Casals avesse visto questo film, il che è improbabile, visto che è ...
AR: Mi avrebbe visto suonare, o avrebbe pensato di vedermi suonare la musica giusta, ma Pablo Casals potrebbe essere laggiù a guardare i video con l’altra gente...
GOOD MORNING AMERICA – INTERVIEW (1991)
(June 1991)
AR: Sì ... beh è, suppongo, è un po 'come dire, "Joan Lunden, bionda”, mi capisce? É vero, ma non è l'intero quadro.
JL: Non è l'intero quadro, sì. Beh, in ogni caso, è stato il protagonista di “Truly, Madly, Deeply”, giusto? Li ho detti nell’ordine giusto?
AR: Truly, Madly, Deeply o qualsiasi avverbio tu voglia usare. Sì, è una storia d'amore, um...
JL: E lei è il protagonista romantico.
AR: Sì, ma ha un problema: è morto...
JL: Oh cavolo. Lei è il protagonista romantico ed è un fantasma. Vediamo ora un breve duetto, con una stonatura, mi hanno detto, leggermente contagiosa, ascoltiamo.
AR: OK. (Inserire clip duetto romantico stonato qui)
JL: Ok, com’è passare da questo piccolo film romantico ad una pellicola epica da 50 milioni di dollari? Passando dall’uno all’altro?
AR: Io sono la stessa persona ed ho lo stesso, um, approccio con il lavoro, sa, leggi il copione e speri di star guardando un altro attore che ti guarda di rimando e recita le battute. In uno sono stati investi molti più soldi –
JL: - già-
AR: -ma l’altro era particolarmente un piacere perché Juliet Stevenson ed io abbiamo lavorato molto insieme a teatro e quindi è stata una possibilità di lavorare insieme in un film, uh, e ci conosciamo molto bene, quindi non è possibile sfuggire...
JL: Aiuta? Ritiene sia d’aiuto il fatto di conoscersi? Non so mai se questo è un bene o...
AR: Beh, recitando in una storia d'amore, aiuta di certo, perché puoi osare, non ci sono giochetti da fare -
JL: Porta via un po' di imbarazzo-
AR: - e questa storia aveva davvero bisogno di un’interpretazione onesta, uhm, ...
JL: Quindi escono entrambi nello stesso periodo, “Truly, Madly, Deeply” e, naturalmente, questo fine settimana, “Robin Hood: Principe dei Ladri”. So che deve andare a Londra per uno spettacolo, grazie per averci dedicato il suo tempo.
AR: Il piacere è mio, grazie.