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CITAZIONE (Ida59 @ 6/11/2023, 09:15) La stamberga strillante
Estratto dal 7° libro
Cap. 32, secondo brano
Poi udì delle voci dalla stanza che era proprio davanti a loro, appena soffocate perché lo sbocco del tunnel era stato bloccato da quella che sembrava una vecchia cassa. Trattenendo il respiro, Harry si avvicinò all'apertura e spiò dal piccolo spazio rimasto tra la cassa e la parete. La stanza era poco illuminata, ma vide Nagini muoversi come una biscia sott'acqua, al sicuro nella sua luminosa bolla incantata, sospesa a mezz'aria. Vide il bordo di un tavolo e una mano bianca dalle lunghe dita che giocherellava con una bacchetta. Poi Piton parlò e il cuore di Harry mancò un colpo: era a pochi centimetri da lui. «... mio Signore, la resistenza sta crollando...» «... e il tuo aiuto non serve» ribatté Voldemort con la sua voce nitida e acuta. «Per quanto tu sia un abile mago, Piton, non credo che tu possa fare molta differenza, ormai. Ci siamo quasi... quasi». «Lasciatemi cercare il ragazzo. Consentitemi di portarvi Potter. So che posso trovarlo, mio Signore. Vi prego». Piton passò davanti alla fessura e Harry si ritrasse, lo sguardo fisso su Nagini, chiedendosi se esisteva un incantesimo in grado di penetrare la protezione che la circondava, ma non gli venne in mente nulla. Bastava fallire una volta e l'avrebbero scoperto... Voldemort si alzò. Harry lo vide bene, gli occhi rossi, il volto piatto da serpente, il pallore che riluceva appena nella semioscurità. «Ho un problema, Severus» mormorò Voldemort. «Mio Signore?» Voldemort alzò la Bacchetta di Sambuco, reggendola con delicatezza e precisione, come la bacchetta di un direttore d'orchestra. «Perché con me non funziona, Severus?» Nel silenzio, a Harry parve di sentire il serpente sibilare: o era il sospiro di Voldemort che indugiava nell'aria? «Mio... mio Signore» rispose Piton, senza espressione. «Non capisco. Voi... voi avete compiuto magie straordinarie con quella bacchetta». «No» obiettò Voldemort. «Ho compiuto le mie magie consuete. Io sono straordinario, ma questa bacchetta... no. Non ha mostrato le meraviglie che prometteva. Non avverto alcuna differenza tra questa bacchetta e quella che mi procurai da Olivander tanti anni fa». Il tono di Voldemort era meditabondo, tranquillo, ma la cicatrice di Harry cominciò a pulsare: il dolore gli attraversò la fronte e sentì quel senso controllato di furia crescere dentro Voldemort. «Nessuna differenza» ribadì Voldemort. Piton non parlò. Harry non lo vedeva in volto: si chiese se percepisse il pericolo, se stesse cercando le parole giuste per rassicurare il suo padrone.
Che momento... che turbinio di pensieri ed emozioni in Severus.
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