Il Calderone di Severus

Interviste varie, (link, trascrizioni e traduzioni in italiano)

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frc_coazze
view post Posted on 6/12/2012, 22:06 by: frc_coazze




Altra traduzione ^_^ .
Questo articolo parla poco di Amleto, ma è comunque un bell'articolo su Alan.

(qui l'originale in inglese)

THEATRE / The Prince of Darkness:


Un attore perfidamente bravo, Alan Rickman, ha fatto di ruoli da cattivo, da un dissoluto aristocratico francese ad un terrorista tedesco, una virtù. Ora, dacchè si appresta ad interpretare Amleto, vedremo se, come gli altri grandi danesi, quel che ha dentro va oltre la mostra.



Allison Pearson
Sunday, 30 August 1992


“Cominceremo con un paio di termini latini...” É il 1985 e, in 'Les Liasons Dangerues’, il Visconte di Valmont sta dando ad una ragazza adolescente un’educazione classica nel sesso. É una spietata seduzione resa chiara dall’estrema educazione dell’espressione. Tutti nel pubblico stanno guardando Valmont, non possono farne a meno: è cattivo, quest’uomo, ma è inquietantemente interessante. Si aggira sul palco come un grosso gatto che gode nel suo proprio corpo. La bella, languida voce coccola le sue parole in una impressione di tenerezza che passa prima di lasciarle andare con un morente declino. Sorride alla ragazza, ma solo con la bocca: gli occhi sono morti. É così che si mostra la malvagità: un luogo al di là della morale dove il corpo e le sue voglie fanno gli straordinari. Il cuore è arrugginito fino a diventare polvere, corroso da ironia e disgusto.

É stata una della grandi performance degli ultimi dieci anni. Lindsay Duncan, che interpretava la marchesa, partner sibarita del visconte, ricorda l'effetto che lui aveva: “Un sacco di persone hanno lasciato il teatro con la voglia di fare sesso, e la maggior parte di loro voleva farlo con Alan Rickman.”

Sette anni più tardi Rickman si appresta a interpretare Amleto. Sembra aver percorso una lunga strada: Hollywood lo adora (tre dei suoi film sono stati tra i primi dieci dello scorso anno – ‘Robin Hood’, ‘Close My Eyes’ e ‘Truly Madly Deeply’) e persone che sono a conoscenza di queste cose lo chiamano il più importante attore della sua generazione, ma l'impronta della malvagità ce l’ha ancora addosso come un malocchio. Si scatena contro di essa al punto di inserirla in un elenco di domande vietate: c'è molto di più in lui, è un attore, può impersonare chiunque. Ma ancora gli chiedono di interpretare lo stesso ruolo, più e più volte: la gelida lucertola, il tizio con il grande cappotto e le sfumature nere che potrebbe soffiare via il mondo senza batter ciglio.

Un talent scout di Hollywood ha notato Rickman interpretare Valmont a Broadway, e lui è stato ingaggiato per impersonare Hans Gruber, il leader terrorista di ‘Die Hard’. Il film è stato un mezzo per Bruce Willis, ma è stata una partenza per Rickman. Il suo ingresso, come quello di un duca shakespeariano, è pregno di importanza. Allarme intrinseco! Un gruppo di uomini armati fluisce verso la telecamera, improvvisamente si dividono, ed eccolo lì - il lungo cappotto grigio, le mani in tasca, tongue-in-chic (storpiatura di tongue-in-cheek, ndt). Si rivolge agli ostaggi gli ostaggi con un filofax aperto per poi chiuderlo successivamente come una Bibbia, soddisfatto del suo satanico sermone. Mentre Willis, nei panni del detective McClane, si arrampicava giù dall’albero dell’ascensore in canottiera sudata, Rickman meticolosamente uccideva gli ostaggi: "Non sei altro che un comune ladro," gli grida contro Bonnie Bedelia. E lui si muove svelto verso di lei come il Riccardo III di Antony Sher, scoprendo i denti: "Io sono un ladro fuori dal comune, signora McClane." É la prima crepa nel ghiaccio: se avete intenzione di essere cattivi, potreste anche essere i migliori.

Un cattivo tira l’altro. L'anno scorso Rickman è stato lo Sceriffo di Nottingham per lo sdolcinato e “verde foresta” eroe di Kevin Costner in ‘Robin Hood: principe dei ladri’. Il sottotitolo avrebbe potuto essere scritto per Rickman, che ha rubato il film a Costner trasformando lo Sceriffo in un aggraziato psicopatico, l’abbaiante progenie di Frank Zappa e un Dobermann Pinscher. La commedia è venuto dal modo di Rickman di mettere un contenuto Python contro contro uno stile di tono elevato. Il Los Angeles Daily News ha detto che ha salvato il film improvvisando attraverso una sceneggiatura scricchiolante con politica correttezza: “Sospendete gli avanzi per i lebbrosi, niente più decapitazioni misericordiose... e annullate il Natale!” C’erano armi note dell’armeria di Rickman e alcune nuove frecce al suo arco: il modo in cui gli occhi verdi incappucciati si socchiudono nei momenti di tedio selvaggio, l'irritazione sibilante: “Non ora” dice raspante a qualcuno mentre cerca di penetrare una riluttante Lady Marion. “Ho cercato di renderlo divertente e da manicomio” ha detto' Rickman in seguito. Ha certamente causato confusione morale nelle anteprime, dove il pubblico lo ha acclamato. Costner non ne fu era molto compiaciuto e tagliò delle scene di Rickman, presumibilmente registrando altri diciassette close-up di se stesso. Inutilmente. Il meglio era privo di ogni convinzione ed il peggio era pieno di intensità appassionata. Costner ha dato tutto quello che aveva, lasciandoti senza aspettative: Rickman, che tiene sempre qualcosa da parte, ci aveva lasciati appesi ad ogni ringhio.

In ‘Bob Roberts’, satira fulminante di Tim Robbins su un'elezione americana, qui rilasciato l'11 settembre, Rickman è Lukas Hart III, squalo della campagna elettorale che fissa in modo malevolo il mondo attraverso un paio di occhiali scuri. Rickman gli dona una minacciosità che nasce dal far nulla, da una vigilanza patologica. Howard Davies, che ha diretto ‘Liaisons’, dice: “Alan ha un’immobilità fantastica, si ferma e in quel momento di contemplazione può trasmettere l’esistenza di un numero infinito di opzioni. Questo è il senso del pericolo.”

Rickman è nato a Acton, ovest di Londra, nel 1947, secondo di quattro figli da genitori irlandesi-gallesi. Suo padre, pittore e decoratore, morì di cancro quando Alan aveva otto anni, lasciando “un devastante senso di dolore” e ben pochi soldi. Rickman dice di essere nato come attivista portante del partito laburista. Non furono atteggiamenti radicali che lo condussero ad apparire nelle trasmissioni del partito alla vigilia delle elezioni politiche. Rima Horton, sua compagna da vent’anni e docente d’economia, era la candidato laburista a Chelsea. Quando parla ora della sua redditività, di quanto sia stato pagato per ‘Die Hard’, si alzerà a metà di una frase e affermerà quanto strambo sia parlare di tali somme quando si pensa alle persone disoccupate con dei bambini. E può ancora fare di Thatcher una parola di quattro lettere.

All'età di 11 anni, Rickman vinse una borsa di studio alla Latimer Upper School, in seguito continuò gli studi di graphic design al Chelsea College. Mise in piedi una società di design con alcuni amici e molto della Letraset a Soho, ma la sua testa non era lì. Nel 1973, a 26 anni, cercò di entrare al Rada. L'audizione, che comprendeva il primo cattivo di Rickman - Riccardo III – gli valse una borsa di studio. Dopo arrivarono una grande sfacchinata in ruoli di repertorio e alcune belle performance al Bush and Hampstead in opere di Dusty Hughes e Snoo Wilson. Un Natale interpretò uno scoiattolo in una pantomima. Si potrebbe sospettare che quella non fu il suo momento migliore.

Nel 1979, Rickman attraversò un periodo infelice con la RSC e se ne andò dicendo che voleva “imparare a parlare con altri attori sul palco, invece che abbaiarvi contro”. Nel 1981, è stato Trigorin nel ‘Gabbiano’ del Royal Court. Christopher Hampton, autore di ‘Liaisons Dangereuses’, ricorda: “Quando è entrato in scena ho pensato che fosse troppo giovane, ma era molto convincente come scrittore. C'era nella performance il dolore di chi aveva perso la speranza di essere grande e aveva accettato il secondo posto.”

Anche Jonathan Powell, ora titolare della BBC1, era lì e ingaggiò Rickman nelle sue ‘Barchester Chronicles’. Un recensore ha osservato che in una compagnia impressionante (Donald Pleasence, Nigel Hawthorne, Geraldine McEwan), la migliore performance era stata data da “uno sconosciuto - Alan Rickman”. Rickman non era nato per interpretare Obadiah Slope, quella specie di silthy tove (silthy e tove, parole inventate da Lewis Carrol: silthy, unione di lithe (agile) e slimy (viscido); tove - creatura fantastica, incrocio fra un tasso e un cavatappi) di un chierico di Trollope, ma lo è diventato attraverso un’ispirata inventiva fisica. Con la redingote nera e il cappello sembrava un scarafaggio capovolto, le mani strette davanti a sé in un atteggiamento di inflessibile pietà. Sarebbe impossibile leggere il libro adesso e non vedere Rickman: quella stretta, strana camminata che sembra andare di traverso, il labbro superiore che si arriccia svelando i denti in un qualcosa a metà tra un ringhio ed un sorriso, il divino compiacimento. E la voce, lamentosa come violoncello dell’Amministratore, che si gonfia d’indignazione o scivola in umile ipocrisia: “Questo è di certo il mio punto di vista, vescovo, per quanto possa valere...” David Giles, il regista, dice che Slope era la parte più difficile “perché andava molto vicino alla caricatura. Alan gli ha dato una sensualità serpentesca che lo ha reso reale.” Giles aveva già notato la qualità avrebbe reso Rickman l'attore più convincente sullo schermo britannico dopo James Mason: “La vitalità interiore era così feroce, era davvero spaventoso.”

Avrei dovuto intervistare Alan Rickman, ma lui ha annullato l’incontro, dicendo che non sentiva di avere qualcosa da dire. É stato un peccato, ma non una sorpresa. Di tutti gli attori è quello che più disprezza le ciance delle interviste. Ma ha molto da dire sul suo lavoro quando ne vale la pena. Howard Davies ha detto una volta su una rivista che gli attori hanno bisogno di trovare un tratto da poter amare in un personaggio. “Alan mi ha telefonato furioso. Comincia ad esplorare la patologia del personaggio. Li apre e cerca ciò che li rende deboli o cattivi o violenti.” Hampton ricorda che Rickman aveva “opinioni molto decise su come interpretare Valmont che fortunatamente si sono rivelate estremamente sensibili.” Molti dei contributi che ha dato erano dettagli fisici. “Ha insistito per avere la redingote irrealisticamente lunga e poter portare la barba, perché quella era l’immagine di Valmont che aveva.” Qualcosa che Rickman ha inventato durante le prove è entrato a far parte della rappresentazione. “Prima della scena dello stupro, si passa la mano lungo tutta la lunghezza del corpo della ragazza a circa sei centimetri di distanza da lei - era un’idea semplice che univa minaccia e sensualità. Ma aveva un tocco da intenditore.”

Un problematico erotismo ancora distingue Rickman. Stephen Poliakoff, che ha scritto per lui la parte del marito tradito in ‘Close My Eyes’, dice: "Unico tra gli attori inglesi, possiede una combinazione di grande sex appeal e pericolo". Geraldine McEwan, in procinto di interpretare Gertrude nell’Amleto di Rickman, dice: "Non ha a che fare con quella terribile parola, piacere. É una qualità ipnotica; una raffinata, sottile intelligenza in totale concentrazione.” Ha ragione sull’ipnotica, ma c'è c’è anche una terribile quantità di piacere. la RSC ancora risponde a chiamate di "donne deboli di carattere" che vogliono conoscere Rickman.

Quindi, cosa lo aspetta ancora? Molto dipende unicamente dai suoi scrupoli: sarebbe ricco se non rifiutasse costantemente i film spazzatura con “messaggi sbagliati”. Dopo aver letto ‘White Nights’, ha citato Dorothy Parker: “Questo non è una sceneggiatura da buttar via con leggerezza. Dovrebbe essere scagliata via con grande forza.” I suoi punti di forza sono evidenti; se c'è un punto interrogativo è sulle sue scelte. L'unica persona che avrebbe detto una parola contro di lui si chiedeva se fosse o no un attore pigro, se poteva liberarsi di quel losco, buffo personaggio, e se ci fosse qualcosa sotto. Hampton offre una risposta. Ricorda un provino che Rickman fece per il Nostromo propostogli da David Linch, interpretando l’amletico ruolo di un intellettuale che non riesce più ad affrontare l'azione e si uccide. “Avevano fatto tutti i provini e Lean ha detto: ‘Il tuo amico, è l’unico buono. Ha una presenza straordinaria.'” Storie simili suggeriscono che l'unica limitazione che Rickman deve affrontare si trova nella fantasia dei casting directors.

“Nessun attore vivente è più dotato di lui per Amleto. Su di lui siede la giusta tristezza, ed anche il giusto malumore; il suo passo è un agguato su sabbie mobili e può congelare una parola con un’ironia allo stesso tempo dolente e mortale”. Così parlava Kenneth Tynan di Paul Scofield nel 1955, ma lo stesso senso di attesa circonda Rickman nel 1992. Non c'erano soldi per la pubblicità, ma il 90 per cento dei posti sono stati venduti. Il regista georgiano Robert Sturua ha un bel cast - McEwan, Michael Byrne, David Burke - ma non c'è dubbio su chi tutti vogliano vedere. Le qualità che hanno fatto di Rickman il più sublime, sorridente cattivo sono, curiosamente, adatte anche per l’eroe lacerato. Lo puoi immaginare guardandolo guardare Gertrude che osserva gli attori. La minaccia di qualcosa in procinto di andare decisamente fuori controllo. E, negli anni a venire, forse Macbeth, Jago certamente, se riesce a digerire un altro cattivo.

Che tipo di Amleto sarà Rickman, non possiamo dirlo. Qualunque cosa faccia, non sarà un Amleto comune. Sarà un Amleto fuori dal comune, signora McClane.


Anteprima di ‘Amleto’ al Riverside (081-748 3354) dal 9 settembre. Apertura dal 15 settembre al 10 ottobre, poi tour a Bradford, Nottingham, Barrow in Furness. 'Bob Roberts' verrà presentato a Londra l'11 settembre e farà il suo debutto a livello nazionale il 9 ottobre.

Edited by Ida59 - 9/12/2012, 12:05
 
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