Il Calderone di Severus

Festa a sorpresa

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view post Posted on 6/1/2020, 14:36
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Il compleanno di Severus - Misslegolas

"Il suo profumo le riempì le narici. Non somigliava a niente di conosciuto. Era il frutto dei mille vapori e odori delle pozioni che Piton distillava. Insomma, era unico, proprio come lui".

Io sono un po' fissata con gli odori ma la memoria olfattiva è potente e questo passaggio mi è piaciuto tantissimo!
Così come vedere come Severus si dedichi ad ognuna delle sue ospiti.


CITAZIONE (Gabrix1967 @ 6/1/2020, 11:02) 
Un angolo tranquillo - di ellyson.
Ho amato questa storia artistica e visionaria, incastonata in un angolo del castello, che sono riuscita a vedere, nemmeno fossi accovacciata una rampa di scale più sotto.

Esatto! Sembrava di essere lì!
Bellissimo, davvero, anche la parte della necessità di estraniarsi che capisco benissimo.
 
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view post Posted on 6/1/2020, 20:10
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I ♥ Severus


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Elly - Un angolo tranquillo
Una storia tenera e molto, molto delicata, fatta di nulla e di tutto. Quasi quasi non ti riconosco più.
Però, forse è strano e mi sbaglio, ma ho colto una vena di profonda tristezza...
Tra scivolare su una buccia di banana e affogare poi nella ciotola del cane oppure essere decapitata da un quadro che cade a precipizio dal settimo piano di Hogwarts, voto per quest'ultima morte! :lol: ma solo per poterti rivedere come fantasma, che entri a cavallo con la torma di cavalieri decapitati. ;) :lol:
Ma lo sai che a guardarti nessuno potrebbe credere che hai l'ansia sociale?

Mery - storia senza titolo
Per essere tanto tempo che non scrivi e sei lontana dal forum, direi che te la sei ottimamante cavata. Bentornata anche da parte mia.
E' davvero entusiasmante scoprire che è tutto vero: guarda un po' cosa hai rischiato di perderti! ;) :D
 
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view post Posted on 6/1/2020, 21:07
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Titolo: "Festa a sorpresa… ma per chi?"
Autore/data: Gabrix1967 – 02.01.2020
Beta-reader: Lady Memory
Tipologia: one-shot
Rating:per tutti
Genere: introspettivo, sentimentale
Personaggi: Severus, personaggi della Saga H.P. e streghe del Calderone
Pairing: nessuno
Epoca: post 7° anno
Avvertimenti:AU

Nota 1: Festa a sorpresa… ma per chi? è scritta per l’iniziativa del Calderone di Severus "Festa a sorpresa"

Nota 2: Ringrazio come al solito Mariaemilia, che trova sempre tempo per me nonostante i suoi molteplici impegni quotidiani, con la speranza che trovi spazio anche per mettere a punto le sue straordinarie storie

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I personaggi originali, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.

Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.

"Festa a sorpresa… ma per chi?"



Tutti i professori sono stati d’accordo nel riconoscere che i sessant’anni di Severus dovevano essere festeggiati con un evento memorabile, così Ida ha ottenuto per tutti noi del Calderone uno speciale lasciapassare per Hogwarts. Anch’io ho raccolto l’invito letto sul Forum, dichiarandomi disponibile a prendere parte alla festa in onore del mio eroe, e ho ricevuto il mio “biglietto/Passaporta”.

“Ci risiamo!” ho pensato, considerando il tempo necessario per riprendermi da questo genere di “viaggi”. Ma non c’è altro modo, e di certo non voglio mancare.

La festa inizierà alle diciannove nella Sala Grande.
Trascorro il pomeriggio a provare abiti che immagino adatti alla situazione: lunghi, neri, scollati, paillettati. Mi arrampico sulla scala per recuperare il mio unico paio di decolleté con tacco 12 e mi azzoppo immediatamente. Poi lo vedo. È ancora coperto dalla busta di protezione; l’ho acquistato senza pensarci troppo, dopo averlo visto nella vetrina del negozio: è la versione verde menta dell’abito di Cenerentola. Ricordo che, provandolo, ho pensato immediatamente a lui: Severus. Me lo sono portato a casa senza sapere se l’avrei mai messo e guardandolo, in questi mesi, ho sognato di indossarlo per lui. Non so se apprezzerà la variante introdotta: al posto della scarpetta di cristallo, un magnifico paio di sneakers dello stesso colore dell’abito.

In ogni caso, la mia solita indecisione mi fa arrivare in ritardo di ben dodici minuti.
Piombo nella Sala Grande, atterrando malamente ma fortunatamente su un pouf.
Ottengo immediatamente l’attenzione, non desiderata, di tutti.

“È forse arrivato Severus?” domanda Lumacorno, scrutando nella mia direzione.
“Troppo colore, penso io,” bofonchia Hagrid.

Una figura agile si stacca dalle altre. La riconosco subito, benché ci sia tutta la sala di mezzo, perché indossa un magnifico abito rosso e calza delle proibitive (per me) scarpe dello stesso colore con tacco a spillo: è Ida. Mi ha vista e mi viene incontro, così come mi ha abituata da un paio d’anni a questa parte: sorriso contagioso e braccia aperte.
“Sei in ritardo,” mi sussurra nervosamente all’orecchio. “E che accidenti ti sei messa? Sembri un ghiacciolo alla menta!”
Alzo gli occhi al cielo. Il primo passo falso!

Mariaemilia sopraggiunge subito e mi prende sottobraccio.
“Cosa è successo? Come mai in ritardo? Spero non sia accaduto qualcosa di preoccupante…” mi chiede, col suo classico tono da madre.
“Non è niente,” mormoro dispiaciuta. “È che li ho provati tutti, ma nessuno mi convinceva…” aggiungo frustrata.
“Ma di cosa stai parlando?” domanda ignara.
“Il ghiacciolo alla menta!” sbotto, disperata. Lei non ha ascoltato la conversazione tra me e Ida, ma osserva di nuovo il mio abito e leggo nei suoi occhi un guizzo di comprensione. Sta sorridendo divertita quando le altre si avvicinano: sono tutte bellissime e raggianti. Chiara, che si è attardata per congedarsi dalla McGranitt, si fa spazio tra tutte e mi strizza con affetto.

Mi siete mancate,” penso, rispondendo al sorriso di Ele, in pubblico taciturna quanto me.
I professori di Hogwarts ci illustrano il programma della serata: cena buffet, balli e musica dal vivo. Osservo la McGranitt, che mi contende il primato per il verde più improbabile, mentre gongola all’idea della perfetta organizzazione dell’evento.

Con Manu ed Ele ci teniamo un po’ in disparte a ricordare scene di film del nostro attore preferito, Alan Rickman. Manu ed Ele l’hanno anche incontrato, beate loro!
“C’ero anch’io,” precisa Ida, che ha ascoltato stralci della nostra conversazione mentre era a colloquio con la Cooman, allungando il collo in ogni direzione e cercando di avvistare Severus. Hanno entrambe uno sguardo preoccupato.

Guardo l’orologio. Sono quasi le undici, e del festeggiato nemmeno l’ombra. Anche il mio sguardo s’incupisce: “Dov’è l’ospite d’onore?” mi chiedo, cominciando a temere che abbia intuito qualcosa e che abbia deciso di sottrarsi. Mi guardo intorno perplessa, mentre i gruppetti, formatisi spontaneamente, chiacchierano amabilmente.
Avverto una strana vertigine.
Quel brusio animato, che sovrasta la musica dell’orchestra, mi fa sentire ubriaca. D’improvviso la nausea mi assale. Cosa ci faccio in mezzo a tutta questa gente vestita da grossa meringa?
La porta secondaria della Sala Grande è socchiusa. Forse posso riposare un po’ le orecchie. Se Severus sapesse quanto amo le feste, mi eleggerebbe subito sua anima gemella. Scivolo velocemente nel varco dell’uscio aperto, sprofondando improvvisamente nel buio.

I suoni della festa si attutiscono mentre gli occhi si stanno abituando alla diversa luminosità del nuovo ambiente: solo poche fiaccole alle pareti e le luci della Sala Grande che filtrano nel corridoio…
“Ma com’è possibile: Ss - Severus?” il mio è un sibilo balbettante.
Lui è seduto su una poltrona, nell’ombra. Mi guarda con un’espressione divertita.
“È per me che ti sei vestita da ghiacciolo alla menta?” chiede, osservando incuriosito il mio abito e, ancor di più, le mie scarpe.
Alzo gli occhi al cielo. “È già la terza volta, stasera!” considero, cercando di ricordarmi perché ho creduto che quello indossato potesse essere l’abito adatto alla serata.
“In effetti è per onorare i colori della tua casa,” rispondo, cercando di nascondere il mio disagio.
“Non vuoi accomodarti?” mi chiede con gentilezza.
Mi guardo intorno alla ricerca di un’altra poltrona, di una sedia, una panca, uno sgabello, ma niente. Non c’è traccia di altre sedute. Torno a rivolgergli un’occhiata interrogativa.
“Tutte uguali,” mormora, “vi nascondete dietro controfigure intraprendenti, capaci di stendermi con uno sguardo, e poi, se l’occasione si presenta davvero, non sapete neppure approfittarne!” esclama sconcertato.
Vuoi giocare?” penso, facendo appello a tutto il mio coraggio. “E sia!” esclamo allora, sorridendogli mentre mi siedo sul bracciolo della poltrona alla sua sinistra.
“Spero non ti dispiaccia,” dichiaro, e la mia voce è secca: la sfida è aperta!
Scuote la testa. “Affatto,” afferma laconico. “Come va la festa di là, vi divertite?” chiede e sembra sinceramente interessato.
“La compagnia è piacevole, la musica e il cibo ottimi,” rispondo, “Ma… manchi tu,” confesso rattristata.
“Perché organizzare una festa per qualcuno che non ama le feste?” domanda seccato, accavallando una gamba e incrociando le braccia.
“Forse per convincerlo, dimostrandogli che è possibile persino divertirsi,” rispondo, notando che si è chiuso a riccio: non bastavano i numerosi strati di abiti e le decine di bottoni?
“Infatti tu sei fuggita!” esclama sarcastico, contento di aver individuato una falla nel mio ragionamento.
“Non sono fuggita, avevo solo bisogno di riposarmi,” mi difendo.
Solleva un sopracciglio e sorride appena, nel modo che mi è tanto familiare.
“Sei ingiusto,” lo incalzo.
“E invece trovi sia giusto sottoporre una persona schiva a tanto clamore?” mi chiede. Ed è sinceramente preoccupato, direi quasi spaventato.
“Sono sicura che nessuna delle persone in Sala desidera metterti a disagio: sono qui solo per attestarti stima e simpatia,” esclamo con convinzione, provando a guardarlo negli occhi, ma nella posizione in cui sono, è davvero molto difficile. Noto con la coda dell’occhio che ha impugnato la bacchetta. Non faccio in tempo a chiedermi quali siano le sue intenzioni che mi sento precipitare verso il basso: ha trasfigurato la poltrona in divano. Ora ho anch’io un posto a sedere. Compio una piccola rotazione verso di lui e lo scruto con un misto di stupore e sospetto: “Cosa nasconde questa gentilezza?”

“Grazie,” dico, confusa dal gesto inaspettato.
“Avrei dovuto pensarci prima,” ammette assumendo un’aria divertita.
“Ma ti ho interrotta,” aggiunge, aspettandosi che prosegua il discorso troncato dall’ultima magia.
“Ti stavo solo rammentando le ragioni per le quali abbiamo affrontato un viaggio per niente confortevole e per le quali i tuoi colleghi hanno accolto con favore l’iniziativa: stima, simpatia e … e affetto.”
La mia voce si è fatta seria.
“Stima, simpatia e affetto, dici? Incredibile,” afferma ironico, spiazzandomi.
“Lo sai che è davvero faticoso parlare con te?” sbotto, esasperata. “Solo qualche minuto fa, evidentemente riferendoti ai temi delle storie che tutte noi scriviamo, hai dimostrato di conoscerne i contenuti; mi sbaglio?” domando.
“Non ti sbagli,” conferma, aspettando il seguito.
“E allora perché trovi incredibili le mie parole?” domando risentita.
“Mi ricordi il significato letterario della parola Fiction?” mi chiede a bruciapelo.
Ora so dove vuole arrivare: vuole evidenziare che è tutta una storia, una finzione!
“Severus,” mormoro, prendendogli una mano.
Mi osserva come se non avesse visto animali più bizzarri prima di questo momento e si sottrae a quel contatto.
“Scusami, non avrei dovuto,” dico, e sento che l’ansia cresce.
“È difficile, vero?” mi chiede. E la sua voce è stanca.
“Cosa?” lo interrogo, senza intuire a cosa si riferisce.
“Starmi vicino, parlare con me,” dichiara con voce piatta.
“Se ti dicessi il contrario, mentirei,” confermo. “Ma, guarda caso, io e tutte le persone che sono nell’altra sala pensiamo che ne valga la pena. Come vedi,” affermo, indicandogli la Sala gremita, “nessuno è ancora andato via: credo che tutti lì sognino di strapparti un sorriso o, almeno, vorrebbero provarci”.

Osserva la Sala Grande dal corridoio. Ellyson sta ballando sul tavolo, mentre la McGranitt la guarda indignata.
“Ora le faccio sparire i vestiti e la faccio ballare in mutande,” sibila. E io rammento lo scherzo che Elly gioca a Severus in una delle sue fanfic e non posso impedirmi di trovare divertente quella minaccia.
L’orchestra è passata a suonare un brano lento.
“Dunque, sei qui per festeggiare i miei sessant’anni, se ho ben capito?” mi chiede Severus inclinando il capo leggermente da un lato.
Annuisco meccanicamente. Non so dove voglia arrivare.
“E hai scelto proprio quest’abito per l’occasione?” dice, pizzicando delicatamente il lembo di una balza della gonna.
Sembra assorto. Socchiude leggermente gli occhi. “Non ricordo altre occasioni in cui qualcuno si sia preoccupato di rendersi piacevole per me, e oggi, invece, siete in tante,” mormora, tornando a guardare la Sala.
“Ti va di ballare?” domando, facendo appello a tutto il mio coraggio.
“Ti sembro uno che balla?” mi chiede, e i suoi occhi sono profondi e tristi.
“Non fino ad oggi,” rispondo dispiaciuta, “Ma questa potrebbe essere una buona occasione per iniziare,” aggiungo, non credendo neppure io alle mie parole.

Invece Severus si alza e mi tende la mano. La osservo incredula, prima di capire che sta davvero succedendo e di porgergli la mia.
Mi cinge la vita con il braccio sinistro. “Non mi dispiacciono i ghiaccioli alla menta,” sussurra divertito.
“Nemmeno a me i pipistrelli musoni,” replico estasiata. Severus mi guarda contrariato, ma continua a danzare.

Mi manca il terreno sotto i piedi. L’emozione è così forte che, se mi lasciasse ora, mi affloscerei come un sacco vuoto. Avrei voglia di confidarglielo. Vorrei dirgli che, da quando ho cominciato a leggere oltre i suoi atteggiamenti ostili, da quando ho visto che entrambi respingiamo gli altri per difendere noi e le persone che desidereremmo non far soffrire, ho anche cominciato ad amarlo. La musica va, e io so che devo accontentarmi della sua vicinanza, giacché il mio sentimento non può essere condiviso. Vorrei che questi attimi fossero infiniti e che la musica non si fermasse più, concedendomi di rimanergli accanto.
Ma in realtà questa emozione è giusto condividerla: perché il mio sentimento è anche quello delle altre. E perché, solo constatandolo di persona, lui potrà avere la gioia che con questa sorpresa avremmo voluto regalargli.

Facendo appello a tutta l’intraprendenza di cui dispongo, cerco un modo per distrarlo.
“Non balli male, per essere uno scorbutico mago solitario,” dichiaro all’improvviso.
Spinge il busto indietro e mi guarda.
Immagino voglia annientarmi, ma non avrò un’altra occasione: con un tallone apro la porta e con, una mezza rotazione, lo trascino nella Sala Grande.
La musica viene immediatamente coperta da un boato. Tutti accorrono verso di noi.
“Tanti auguri!” esclamano in coro. Siamo ormai circondati. Severus mi guarda, e nei suoi occhi leggo rabbia (sicuramente per la mia iniziativa, che ci ha fatto venire allo scoperto), timore e un pizzico di divertimento.
“Potrei incenerirti, se volessi!” mi dice, continuando a ballare. Ma neppure lui sembra credere alla sua minaccia.
“Potrei giocarti uno scherzo peggiore, se dovessi chiamarmi ancora ghiacciolo alla menta!” gli rispondo, e in quell’attimo percepisco che presto dovrò cederlo alle altre, che attendono impazienti di fargli gli auguri.
Il brano termina. Severus affonda nei miei occhi uno sguardo preoccupato e, sciogliendomi dal suo abbraccio, si volta per salutare le altre.

Mi allontanano da lui lasciandolo ai meritati festeggiamenti, trattenendo nel cuore la complicità che ci ha legati per un po’, il piacere di quel contatto insperato, la speranza in un prossimo incontro.

FINE

 
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view post Posted on 6/1/2020, 21:50
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I ♥ Severus


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Gabrix - Festa a sorpresa... ma per chi?
Bella e dolce, tenera e delicata, attenta e rispettosa al punto da far ballare anche il pipistrello musone con un ghiacciolo alla menta. In effetti, li vedo ben assortiti. Più volte hai saputo strapparmi un sorriso, e se lo hai fatto ballare, cosa vuoi che sia ottenere anche un sorriso?!
 
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view post Posted on 6/1/2020, 22:13
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Grazie Ida, conoscevi una parte dei dubbi che hanno accompagnato la stesura di questo racconto, l'altra parte era rappresentata dal "contatto" con Severus, e mi solleva il tuo giudizio.
Far ballare Severus è stato un onore e doloroso è stato separarmene. Ma mi sono divertita anch'io ad immaginarmi in questa complicata situazione.
 
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view post Posted on 7/1/2020, 14:08
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Brava, io non avrei mai osato chiedergli tanto! Non vorrei spoilerare ma mi fa impazzire quando dice:
"Tutte uguali, vi nascondete dietro controfigure intraprendenti, capaci di stendermi con uno sguardo, e poi, se l’occasione si presenta davvero, non sapete neppure approfittarne!”
Ce lo vedo dire una cosa del genere col suo tono sarcastico!
😊
 
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view post Posted on 7/1/2020, 16:58
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I ♥ Severus


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Che regalo mi hai portato?



Autore/data: Ida59 – 30/12/19 - 7/1/20
Beta-reader: nessuno
Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Genere: introspettivo, sentimentale, commedia
Personaggi: Severus e Ida59
Pairing: nessuno
Epoca: post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Quando il regalo non c'è e le parole s'incastrano in gola, solo l'amore può salvarti. Buon compleanno, Severus!
Note: Quarta storia della raccolta "Invito+Festa a sorpresa" scritta per le omonime iniziative del Calderone di Severus.
Parole/pagine: 3.212 parole - 19.431 battute - 8 pagine.
Gunning/Gulpease: 6 - 66
Disclaimer: I personaggi e luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I personaggi originali, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà e occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.

Questa storia appartiene alla raccolta "Invito a sorpresa con festa" con i miei capitoli delle storia a più mani Invito a sorpresa e Festa a sorpresa scritte per le omonime iniziative del Calderone di Severus. Per comprendere meglio il contesto della storia sarebbe opportuno leggere il prologo scritto da Ellyson per "Invito a sorpresa".
1 - Sotterraneo, alcuni mesi prima
2 - Sotterraneo, oltre un anno dopo
3 - In un altro sogno



Che regalo mi hai portato?



Ormai è da un pezzo che lo cerco, ma è letteralmente svanito.
Ho chiesto a tutte le amiche: anche le fortunate che sono già riuscite a parlargli da sole ne hanno poi perso le tracce. Minerva e Hermione ne sanno ancora meno, nonostante tutta la loro magia.
Del resto, da uno come lui c'era da aspettarselo. Sì, assolutamente prevedibile. E comprensibile, anche, a dire il vero.
Una festa di compleanno organizzata a sua totale insaputa, proprio qui al castello, in Sala Grande, dove Minerva lo ha attirato con l'inganno.
All'inizio ha spalancato i meravigliosi occhi neri e ha lanciato uno sguardo allarmato intorno, cercando un'impossibile via di fuga. Poi ha ripreso rapido il controllo e ha abbozzato un sorriso sul volto pallido: timido e tenero al tempo stesso, a dischiudergli appena le labbra sottili, mentre un unanime e languido sospiro si levava intorno a lui.
Sembrava quasi spaventato, proprio lui che per anni ha affrontato le iridi di rubino che scrutavano nei suoi pensieri.
Spaventato dal nostro rispettoso affetto.
Be'… rispettoso perché non abbiamo altra possibilità. Affetto perché il nostro appassionato e ardente amore lo indurrebbe a fuggire a gambe levate, anzi, ci schianterebbe e via. Però, nei nostri sogni non ci sono vincoli e, non so le amiche, ma io sogno davvero alla grande!
Sta di fatto, però, che non lo trovo da nessuna parte. Chissà, magari è qui tra noi, protetto da una pozione dell'invisibilità, che se la ride. Be'… già sapere che ride sarebbe una bella soddisfazione.
Non è nel suo sotterraneo e non è sulla torre di astronomia, ma i gradini sono tutti nelle mie povere gambe, mentre il fiato l'ho perso nella notte, espulso dai battiti a suon di tamburo del mio cuore.
Non ho più l'età per queste cose.
Già, l'età.
Sessanta anni.
Io li ho compiuti nemmeno un mese fa. Lui li compie oggi.
Ma dove diavolo si è nascosto?
Stamberga Strillante?
No, di pessimo gusto, salvo abbia già scoperto che adesso scrivo di vampiri e licantropi e stia quindi meditando la giusta vendetta.
Ho percorso chilometri nei corridoi e mi fanno male i piedi. Colpa delle mie belle scarpine a punta e col tacco alto, mi canzonerebbero Chiara ed Elly in coro. Ad ogni modo, la Presidenza è sbarrata ma il gargoyle ha giurato col suo viso di pietra che lui non è lì. Nel reparto proibito della biblioteca non posso entrare, ma che mai ci farebbe lì? L'infermeria l'ho già controllata; per quanto riguarda la Guferia, non mi pare logico che se usi una cerva come Patronus poi ti accontenti di un gufo.
La Stanza delle Necessità, forse? Se fosse lì, sarebbe introvabile per tutti, salvo indovinare cosa cercasse.
Mi precipito di nuovo sulle scale. Sì, belle e scenografiche, a loro piace cambiare, lo sappiamo, ma un bell'ascensore sarebbe molto gradito dalle mie gambe, cuore e polmoni. L'ho già detto, non ho più l'età e, in compenso, dopo le feste ho anche qualche chiletto di troppo.
Settimo piano, il corridoio è quello giusto, ma ovviamente della porta neppure l'ombra.
Passo e ripasso davanti al muro immacolato. Lascerò il solco.
Pace, pace e tranquillità. Riparo e protezione. Silenzio e solitudine.
La porta si apre con un fruscio rispettoso ed entro in un tiepido nulla di penombra soffice e confortante.
Severus è seduto sul divano, un bicchiere di liquido ambrato tra le lunghe dita. Un ciocco cade nel caminetto sollevando un nugolo di scintille dalla brace; un rapido riflesso nelle iridi nere e un tenue sorriso si adagia rassegnato sulle belle labbra:
- Sapevo che alla fine qualcuno mi avrebbe trovato.
Sorrido. Dal suo tono di voce non sembrerebbe, ma credo proprio sia un bel complimento.
Mi fa cenno di sedermi accanto.
Il mio sorriso sfavilla: questo è un premio stupendo!
- Allora, tu che regalo mi hai portato in questa festa di compleanno a sorpresa? - chiede, arrendendosi all'inevitabile.
Lo guardo e sorrido. Quando sono davanti a lui, perdo momentaneamente la capacità di parlare. Pochi minuti, poi la lingua si scioglie. Fin troppo. Nel frattempo devo tenere sotto controllo i pensieri. E i desideri, soprattutto. Anche se, ormai, più figure di quante ne abbia già fatte è difficile…
Il sorriso, tra il timido e il beffardo, è sempre sulle sue labbra. Severus, a differenza mia, è molto paziente.
Ed è tremendamente affascinante.
Non pensarlo, Ida, non pensarlo!
Acc… troppo tardi: un'ombra di rossore colore le sue guance. Mi pare anche che si ritragga un poco. Sospiro e rimetto ordine nei pensieri. Tra poco comincerà il mio vergognoso balbettio. Le prime parole già gorgogliano disordinate nella gola:
- Ecco, io… be'… il regalo te l'ho portato… l'anno scorso… [1]
Mi osserva in silenzio. Farà la graduatoria della nostra imbecillità? Potrei anche vincere…
- Ricordi… il violino bianco…
Annuisce e l'ombra del sorriso torna a illuminare il pallore del viso.
Certo che ricorda, chi altro vuoi che gli abbia regalato un violino bianco? Roba da fanfiction[2]. Una bella fic, però. Mi sembra che anche Severus l'abbia apprezzata.
Arrossisco.
So di essere arrossita, ma lui finge indifferenza.
È un maestro di impassibilità. Ma dentro, dietro la maschera, c'è un cuore enorme che batte. Lo so, ne sono certa.
Resta il fatto che sono qui, alla festa a sorpresa per il suo compleanno, e non ho uno straccio di regalo.
Vorrei scomparire.
No, meglio non pensarlo, prima che lui mi accontenti.
- Io… io non ho un regalo per te.
- Lo vedo. - sussurra appena, annuendo adagio e stringendo piano quelle sue labbra tutte da… No, non pensarlo nemmeno, altrimenti Severus svanisce all'istante!
Però è curioso. Se sono qui, a mani vuote, una ragione ci sarà, giusto?
E lui attende di scoprirlo, paziente più di sempre.
- Serenità.
La mia voce esce stridula.
Sono felice ma mi viene da piangere.
Severus mi scruta, attento.
- Serenità e… amore.
Le parole escono a fatica e mi tagliano la gola.
- È quello che ti ho sempre regalato nelle mie fanfiction.
Ecco, l'ho detto. Lui le conosce e non potrei essere stata più chiara, ne sono certa.
Inclina un poco il viso.
Ma come può essere così bello? È tutta immaginazione, è l'amore nei miei occhi che lo vede tale. Ma, sarà anche così, ma non ne sono del tutto convinta.
- E del Sadi-Club, che ne dici?
- Ti prego, - lo imploro con voce rotta, - non girare il coltello nella piaga. Ne abbiamo già parlato. Io…
Sorride indulgente e mi sfiora la mano con la punta delle dita mentre annuisce.
Che brividi!
- Io… ecco, dopo la tua morte nei libri, e poi anche nel film, non sono più riuscita a scrivere nulla che ti facesse soffrire…
Mi guarda e attende. I suoi occhi brillano, cristallo nero rilucente nella penombra di scintille dorate del camino.
- Per te, solo felicità, adesso. La meriti tutta. Una tranquilla serenità, e tutto l'amore che non hai mai avuto…
La stupida lacrima scende sulla guancia destra, seguita subito da due irriverenti compagne a sinistra.
Il rito si ripete.
Avvicina la mano e la lacrima brilla sulla punta del dito.
- Perle preziose, perle d'amore.[3]
Un tocco impalpabile e una voce dolcissima. Rabbrividisco di incantata felicità.
- E che fine a fatto il tuo singolare sadismo?
Deglutisco a fatica e la poca saliva s'incastra nella gola chiusa. Mai abbassare la guardia!
- Io… ehm…
Solleva appena un sopracciglio. No, non è proprio minaccioso, però…
- Tu… tu continui a leggere ciò che scrivo?
Sorride sornione, senza nemmeno fare la fatica di annuire. Per Merlino, come può essere così bello un sogno?
- Io…
- So che sei tu. Puoi usare anche il soggetto implicito.
Il sopracciglio vibra provocatorio, mentre prosegue:
- Non è forse ciò che insegni nel tuo corso di scrittura creativa?
Non so come sia possibile, ma sa tutto della mia vita. Anzi, so come fa: è un mago. Il mago dei miei sogni. Legge nei pensieri, ma anche nel mio blog.[4]
Sono perduta.
L'ho tradito!
- …
No, non posso iniziare un'altra frase ancora con il pronome io. Devo evolvermi. E non sono neppure un Pokemon!
- Come presumo tu sappia…
Gli offro l'opportunità di interrompermi ma se ne guarda bene di levarmi le castagne dal fuoco. Mi tocca continuare:
- Quest'anno ti ho trascurato un po'…
Di nuovo solleva il sopracciglio, stira in alto l'angolo delle labbra, accennando un sorriso di finta incredulità, ma rimane ostinatamente muto.
Però non ringhia né sputa fuoco. Posso farcela.
- Ho tralasciato anche il forum per curare il mio blog.
Silenzio di tomba, solo il crepitio delle fiamme che hanno ripreso fiato nel camino e i suoi occhi neri che scintillano come non mai. Ma come si fa a ragionare in questi frangenti, sola sul divano con lui?
Un lungo, lunghissimo sospiro esce piano svuotando i miei polmoni. Ora li riempio di nuovo e…
- E pubblicizzare il tuo romanzo fantasy.[5] - m'interrompe, un tenero sberleffo su quelle labbra da… No, non pensarlo, non devo pensarlo!
- Severus?
Inclina il capo, deliziosamente, i lunghi capelli neri che gli accarezzano la spalla. Non mi lascio distrarre e continuo:
- Non hai notato alcuna strana somiglianza sull'immagine di copertina? [6]
- Il mio mantello è più lungo, e anche i capelli. Inoltre non porto quel tipo di stivali morbidi. - risponde compito. - Per il resto è identico a me. Fa' i miei complimenti alla "testolina matta" che ha la mania di conversare con me. Ellyson, giusto?
Arrossisco io per lei.
- Prima di diventare un romanzo fantasy era una fanfiction.
- Una buona fiction diventa un buon romanzo. Te la sei cavata bene. - asserisce deciso. - Non male l'idea di Septilya con il suo serpente alato: hai davvero modificato il meno possibile.
- Eri tu l'eroe, non potevo snaturarti! - esclamo, i sensi di colpa che si accavallano e mi perseguitano rimbombanti.
- Per questo nella tua raccolta di racconti [7] mi hai trasformato in vampiro?
Colpita e affondata. Severus conosce tutto ciò che ho scritto quest'anno, anche se non l'ho ancora pubblicato. Legge nella mia mente e anche nel mio pc. Un mago tecnologico.
- A parte la natura da vampiro, ti assomigliano come gocce d'acqua. E non tutti sono tali, ci sono anche altri tipi di… immortalità!
- Un lungo mantello nero drappeggiato con signorile eleganza sulle spalle; la redingote nera con un'interminabile fila di piccoli bottoni allacciati fin quasi alla gola e una sciarpa, sempre nera, a stringere severa il collo, lasciando trasparire appena il bordo della candida camicia. Poi il pallore intenso del volto serio e triste, contornato da lunghi capelli corvini; le labbra sottili serrate in un’espressione di dolore e gli occhi…
Kay rimase senza fiato, il cuore che le batteva in gola: gli occhi erano neri, ardenti, e nel loro profondo bruciava lo straziante tormento dell’amore perduto.
[8]
Ascolto Severus, la voce roca e profonda, traboccante di sentimento e mi perdo nel mio romantico sogno. Il nome del personaggio è diverso, ma è lui, indubitabilmente e sempre lui. Il mio Severus.
- Sì, in effetti, è come guardarmi allo specchio. - ammette, un lieve imbarazzo a colorargli le gote.
Lo rimiro senza parlare, le lacrime agli occhi: il mio amore per lui traspare in ogni sillaba che scrivo, anche se i miei personaggi ora hanno un nome diverso, che di solito inizia con S. Sono affezionata alle tradizioni.
- Lo vide all'improvviso, quasi si fosse materializzato in quell'istante: una slanciata figura nera si stagliava in cima alle scale, dietro la balaustra, immobile. La scrutava e lei si sentiva irresistibilmente attratta da una forza sconosciuta. Come un automa mosse alcuni passi, adagio, verso la scalinata, lo sguardo puntato sul padrone del castello. Poi si fermò, il respiro ansante e il cuore che batteva forte. - recita Severus osservandomi. - Il lungo mantello accarezzava gli scalini mentre l'uomo scendeva con incedere maestoso, il capo ritto e gli occhi neri fissi su di lei. Lo osservò con meravigliato stupore. Un nobile signore d'altri tempi. Il volto serio, dalla pelle d'un pallore spettrale, incorniciato da lunghi capelli corvini trattenuti in un codino e gli occhi erano neri cristalli luminosi che rilucevano di tenebre e abissi impenetrabili. [9]
Pendo dalle sue belle labbra e mi sciolgo nei suoi occhi profondi, mentre i sogni si sovrappongono e si congiungono nel mio amore per Severus. Ma, nonostante tutto, continuo a sentirmi…
- Perché ti senti in colpa nei miei confronti, allora? - mi folgora a bruciapelo.
Accidenti, nemmeno il tempo di pensarlo e già lo ha percepito. Devo districare pensieri, sensazioni ed emozioni nella mia mente per spiegare cosa provo, cosa mi spinge a scrivere. Ma è difficile, così sopraffatta dalle emozioni! Ci provo, cercando di eliminare gli infantili balbettii.
- Come ti ho già detto, non riesco più a farti soffrire nelle mie storie, così su di te scrivo solo brevi racconti, piccoli spaccati di vita quotidiana e di felicità. Ti ho regalato un futuro di sorrisi arrivando fino ai tuoi nipoti [10], una compagna perfetta [11] e perfino una numerosa famiglia. [12]
Lo guardo di sottecchi, ma non mi sembra del tutto convinto, eppure Temperance è fatta su misura per lui. Oppure ho esagerato un po' attribuendogli cinque figli?
- Però, ecco…
Maledetti puntini di sospensione, i miei allievi del corso di scrittura creativa mi sgriderebbero! Cerco di riassumere il giusto contegno; in fin dei conti anche Severus è un insegnante e può capire queste cose:
- Non si possono scrivere storie vere se si descrive una semplice scena, un momento di serenità fine a se stesso. Dal punto di vista narrativo, affinché una storia funzioni devono esserci rotture della situazione di equilibrio, anche violente; devono esserci conflitti potenti, sofferenza e lotte feroci per raggiungere gli obiettivi che permettano ai personaggi di evolversi nel corso della trama e di cambiare fino a raggiungere una nuova situazione di equilibrio.
Mi osserva con i luminosi occhi neri e le labbra serrate strette, fin troppo serio nel pallore del viso, bello come solo un sogno può esserlo. Mi sciolgo scorgendo il mio riflesso nelle sue iridi: sono così piccola e insignificante rispetto a lui!
- Invece per te, Severus, non voglio più sofferenza… - la voce si incrina, ma imperterrita continuo, la lama che taglia la gola. - Tu non hai bisogno di alcuna evoluzione: hai ormai raggiunto l'eccelsa perfezione del personaggio.
La mia voce si spegne nel suo aperto sorriso, l'ego dell'uomo gratificato dalle mie parole. Ma è la pura verità: come si può scrivere di un personaggio che è già perfetto e di cui non si vuole cambiare nulla, se non regalargli serenità e amore?
- Quindi…
Sarà anche compiaciuto, ma vuole andare fino in fondo e capire bene tutto. Sì, è proprio da Severus.
- Quindi, poiché la mia singolare forma di sadismo permane, se non posso più farti soffrire ed evolvere devo per forza prendermela con qualcun altro.
- E qui entrano in campo quei poveri vampiri. - annuisce trattenendo una risatina, gli occhi che brillano divertiti.
Sembra che la stia prendendo bene. Incrocio le dita e continuo:
- Tra l'altro, essendo immortali, posso farli soffrire per l'eternità.
Ora ridacchia apertamente:
- Vedo che col trascorrere degli anni la tua vena di sadismo si è perfino affinata. Una fortuna, per me, che tu ora te la prenda con loro!
Le parole irrompono e mi si affollano sulle labbra:
- Tu e loro nella mia testa vi confondete e vi sovrapponete.
Mi auguro che possa comprendere, altrimenti penserà che sia irrimediabilmente pazza.
- Da un lato siete la stessa persona, quando è lo spirito d'amore che spinge le mie parole, e quindi la tua natura tragico-romantica si trasfonde nel vampiro, spesso emergendo anche nella somiglianza fisica: occhi e capelli neri, labbra sottili, pallore del viso…
Non devo guardarlo, non devo guardarlo… altrimenti perdo il filo del discorso.
- Mentre quando affondi la lama del sadismo, riesci a convincerti che il vampiro sia altro da me e ti senti quindi libera di farlo soffrire in modo orribile.
Lo guardo sbalordita, gli occhi spalancati: un mago geniale! Ora che ha individuato lo schizofrenico sdoppiamento di personalità, perfino nei miei personaggi, chiama Madama Chips e mi fa ricoverare al San Mungo.
- Sì, un ottimo transfert psicologico. Può funzionare.
Sta affermando che non sono matta? Che c'è un senso in quello che penso e scrivo? In effetti, annuisce e sembra convinto.
Severus vive nei miei personaggi originali, siano vampiri o altro, e lui lo ha capito. Non è geloso. Sa che il mio amore per lui è imperituro.
Sempre.
Una semplice parola che vale più d'ogni formula magica.
- Quindi, per me solo serenità e amore, adesso?
Annuisco, il nodo alla gola che ha ormai reciso le corde vocali.
- E il tuo sadismo è riservato solo a loro? Posso stare tranquillo, finalmente?
Ride, Severus. Ride sereno. Ride nel giorno del suo sessantesimo compleanno.
In fin dei conti, non me la sono poi cavata così male!
A parte il fatto che ancora non gli ho fatto auguri di buon compleanno.
All'improvviso la penombra si dissolve e la luce dorata delle scintille del camino inonda l'aria. Severus si alza, adagia il mantello sul divano e si esibisce in un perfetto inchino porgendomi la mano:
- Posso avere l'onore di ballare con te?
Non chiedo nulla, non esterno stupore: le eroine delle mie storie lo hanno più volte fatto e lui le ha sempre tacitate. Decido di godermi il momento.
Le note si diffondono nell'aria e la voce sprofonda in gola. La ripesco a fatica mentre, stupidamente goffa, mi alzo dal divano quasi incespicando sui miei piedi e, no, non è da me, scherzerebbe Elly se mi vedesse:
- Un valzer?[13]
Chissà, forse gli piace ballare e nelle mie storie ho azzeccato anche questo. Oppure ritenendomi pazza pensa sia meglio assecondare ogni mio recondito desiderio. E ballare un valzer con Severus viene subito dopo a… no, non pensarlo, non pensarlo che lui vede tutto!
Severus sorride condiscendente, avvolge la mia mano nella sua e mi posa l'altra sulla schiena, stringendomi appena a sé.
Un sogno, un sogno meraviglioso tra le braccia di un mago da sogno.
Chiudo gli occhi e mi lascio guidare sulle note di Freut euche des Lebens. [14]

Buon compleanno, Severus. Buon compleanno, Ida. Tanti auguri per i vostri fantastici sessanta anni!




[1] Vedi le presedenti fic della serie: Sotterraneo, oltre un anno dopo e In un altro sogno.
[2] Nella mia long-fic Trasparenza e purezza del Cristallo, la protagonista Crystal regala a Severus un violino bianco.
[3] Parole di Severus pronunciate nella precedente fic In un altro sogno.
[4] Blog Il segreto di Ida .
[5] Dentro l'anima.
[6] La copertina di "Dentro l'anima" è stata elaborata graficamente da Ellyson.
[7] Rosso in piccoli morsi.
[8] Brano tratto da Cornice rossa , romanzo in corso di scrittura.
[9] Brano tratto dal racconto "Biancospino", ancora inedito.
[10] Vedi la raccolta Sorrisi.
[11] Vedi la raccolta Temperance.
[12] Vedi la raccolta Una famiglia per Severus.
[13] Nota importante: mai guardare il concerto di Capodanno mentre si scrive di Severus, se si è sensibili alle emozioni della musica e si ama ballare, perché poi vengono fuori queste cose qui. Imploro venia e perdono, prima di tutto con Severus, ma glielo confesso al prossimo incontro!
[14] Godetevi la vita - op. 340, è un valzer di Johann Strauss figlio.
 
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Ida59 - Che regalo mi hai portato?
Il "nostro eroe" è piuttosto comprensivo ... :lol:
Alla fine ha capito (ma sicuramente lo sapeva anche prima delle spiegazioni) che la tua "assenza" è stata in realtà una prosecuzione di attenzioni e vicinanza in "luoghi diversi", che in realtà non si sono mai completamente sostituiti al "luogo del cuore" per elezione: il forum.
Così come i protagonisti delle tue storie, pur mutando nomi e contesti, hanno mantenuto la stessa Anima: la sua.
Ho apprezzato molto il clima di reciproca rispettosa confidenza, che pervade il vostro dialogo, così tipica nei rapporti di lunga durata che si trasformano e crescono con chi li alimenta. Ma mi ha colpito moltissimo anche la dolcezza, che trapela dalle tue parole, e che trova potenza espressiva nella ricerca (coronata dal successo) dello scomparso Severus. Intuire le necessità è tipico di chi ama e tu Severus l'hai sempre amato profondamente. :wub:
Menzione speciale per i tuoi sguardi (che mi sono immaginata :lol: ) e per il tuo controllo.
Complimenti davvero. :wub: :wub: :wub:

Edited by Gabrix1967 - 8/1/2020, 10:39
 
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Autore/data: chiara53
Beta-reader: nessuno
Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Genere: introspettivo, sentimentale
Personaggi: Severus, Chiara e…
Pairing: nessuno
Epoca: post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Questa volta niente imprevisti, niente incontri inattesi: questa volta partiamo tutte e che la festa cominci!

Note: "Invito+Festa a sorpresa" scritta per le omonime iniziative del Calderone di Severus.
Parole/pagine: 1.378 parole - 3

Disclaimer: I personaggi e luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I personaggi originali, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece di mia proprietà e occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.




In ritardo





Questa volta niente imprevisti, niente incontri inattesi: questa volta partiamo tutte e che la festa cominci!

Da mesi ci stavamo organizzando con posta da e per Minerva (senza gufi è un vero strazio), il compleanno del Professore (60 anni ben portati!) era di quelli troppo importanti, eravamo tutte in fibrillazione, ma io fino all’ultimo non sono stata sicura di poter partecipare.
Nella vita Babbana i guai e i problemi non mancano mai: problemi di salute di madre e marito, difficoltà e impicci che vanno e vengono come meteore e in tutto questo ci sono io, con le mie ansie, le mie paure e la mia insicurezza cronica.
Non è stato un bel periodo. Anzi, un lungo periodo durante il quale la mia anima, il mio cuore e i miei sogni ne hanno risentito. Se non sogno, non spero e non sorrido, vuol dire che c’è qualcosa di molto sbagliato in me: mi sento vuota, sola, malinconica e non mi voglio bene.
Ero scoraggiata e arrabbiata: contro il mondo, la vita e contro di me che non so liberarmi dai sensi di colpa che vivono costantemente al mio fianco.
Ho chiuso gli occhi e ho detto basta.
E’ stato nel momento in cui ho guardato per l’ennesima volta il banner che ha fatto Elly per questo evento; è un’immagine spiritosa e colorata e mi sono detta: no, non posso rinunciare anche a questo.
Devo andare.
Devo farmi forza.
Devo lasciare dietro le spalle tutti i problemi che mi soffocano.
Ma, soprattutto devo, anzi, voglio festeggiare il compleanno di Severus!
Tra una cosa e l’altra, però, sono arrivata quasi al punto di essere in ritardo e di non sapere cosa regalargli.
L’anno scorso avevo le idee chiare e invece quest’anno né tempo di pensare, né tanto meno di scegliere: la sorte, però, è stata benevola e proprio quando credevo di arrivare senza niente per lui ho trovato qualcosa di appropriato, o almeno credo... spero…

L’ultimo giorno, quando ho gettato tutti i dubbi al vento, ho afferrato la passaporta (Minerva ce ne ha fornito una a testa) e, anche se in ritardo, sono arrivata ad Hogwarts.

Quest’anno il castello era più bello e suggestivo del solito o forse sono io che mi sono sentita libera e finalmente affrancata da ogni peso che mi gravava le spalle.
Nevicava e tutto il prato davanti alle grandi porte era un’unica, soffice nuvola bianca: ero stupefatta e mi sono fermata un momento a guardare, ad assaporare la mia emancipazione dal mondo che mi soffoca e mi svuota.

La Sala Grande mi ha sopraffatto.
Le altre, che mi hanno vista arrivare trafelata e sudata (come al solito) mi hanno stretto in un abbraccio, subito, d’impeto, perché quelle sono amiche, amiche sincere che conoscono i miei difetti, ma non mi abbandonano mai: nemmeno se sono in ritardo alla festa di Severus ad Hogwarts, nemmeno se ho le crisi di panico e se fumo, purchè sia all’aperto, ma anche no.
Insomma ho riso e pianto stretta nell’affetto di persone speciali, poi… accanto a loro è apparsa una figura alta e imponente che ha aperto le sue braccia e incredibilmente mi ha accolto come una vecchia conoscenza.
Mi sono sentita al sicuro, accettata, calda dentro.

Severus mi sorrideva.

Io invece come al solito mi sono commossa e la stretta amichevole è diventata motivo di lacrime e ho singhiozzato sulla sua spalla.
Stavolta però avevo il fazzoletto…
E’ stato allora che gentilmente mi ha allontanato e mi ha detto, guardandomi con aria tra il serio e il faceto:
- Ah, non è da te: sei in ritardo!
- Davvero, Severus - ho risposto tirando su col naso - mi dispiace. Sono riuscita a venire però. Sono qui per te, per farti gli auguri, per vederti di persona ancora una volta, nonostante tutto.
- Lo so - mi ha risposto con un velo di tristezza – lo so… leggo nella tua mente e nei tuoi occhi la fatica di vivere.
Ma era la sua festa e allora gli ho sorriso e cercato di essere allegra per lui, per farlo felice; intanto lo guardavo fisso come se fosse un regalo prezioso fatto da lui a me e non il contrario.
- L’importante è che tu sia qui – ha soggiunto – per me è importante.
- Anche per me - ho ribattuto – non sai quanto!
E’ stato bello capire che lui sa cosa penso, cosa provo.
Lui legge in me.
Lui è nella mia anima.
Lui, compagno invisibile e amico.
Sempre

E no, a quel punto non potevo rimettermi a piangere come una fontana!
Così ho soffocato l’emozione e mi sono tolta d’impaccio da me stessa con una battuta.
- Severus, è strano però, hai preso bene questa festa, anche se non te l’aspettavi: sorridi, chiacchieri e accogli le tue Babbane appiccicose...
Mi ha guardato sornione e mi ha sussurrato:
- Sapevo che sarebbe successo, Minerva, e gli altri hanno avuto la stessa delicatezza di un Troll nell’organizzarla. Silenzi improvvisi ogni volta che li trovavo a parlare in gruppo, posta che andava e veniva e alla fine ci si è messa anche Sibilla: ha profetizzato che presto avrei avuto una sorpresa.
Ha sollevato lo sguardo al cielo.
- Veramente non avresti mai capito – ho pronunciato tra le risate – uno come te che ha fatto la spia per quasi venti anni, non poteva davvero aspettarselo.
- Comunque li ho lasciati fare, mi sono divertito a vederli nascondere e nascondersi. – ha concluso sogghignando.

Sul tavolo i resti della grande torta e i regali ormai scartati sapevano davvero di ritardo, ma vabbè, pazienza.
Ho preso il mio poco coraggio e gli ho tirato la manica per avere la sua completa attenzione: io con il mio pacchettino incartato di rosso con fiocco dorato.
Di rosso? Fiocco d’oro?
Oddio, non ci avevo pensato.
La commessa aveva ancora le carte avanzate di Natale: niente verde e argento, ma vabbè pazienza (e due).
Il Professore si è voltato e io ho indicato il regalo che avevo tra le mani.
- E’ per te. E’ un augurio… - ho esalato.
Si è avvicinato con passo elegante, facendo oscillare il mantello e ha scartato con delicatezza la scatola.
Io ero in ansia, di più, ero nel panico.
- E’ un cuore fragile, di porcellana bianca, Severus, ma la scritta in oro è il vero regalo. Spero che ti piaccia, forse non è adatto, altrimenti puoi…
Ha sollevato un dito e mi ha fatto cenno di tacere.
- Chiara, mi sembri la Granger. – ha affermato con leggerezza.
Ha letto la frase e ha sollevato lo sguardo per incontrare il mio.
- Una frase bella e molto vera: un invito che vale anche per te, non credi? – ha sussurrato.
Amare se stessi è l’inizio di una storia d’amore lunga tutta la vita (Oscar Wilde)
Ho annuito davvero felice, perché ha apprezzato, perché ha capito, perché tengo al suo affetto e perché ero lì: non mi sono sentita diversa o goffa in quel posto magico, accanto a lui e vicino alle persone a cui voglio bene.
E’ stato allora che…
Severus è venuto vicino, più vicino e mi ha sfiorato con un bacio delicato sulla fronte.
Ho chiuso gli occhi e in quel preciso momento perfetto ho deciso che per me era ora di ricominciare a sognare.
Grazie e auguri, Severus…
 
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CITAZIONE (Gabrix1967 @ 8/1/2020, 09:43) 
Ida59 - Che regalo mi hai portato?
Il "nostro eroe" è piuttosto comprensivo ... :lol:
Alla fine ha capito (ma sicuramente lo sapeva anche prima delle spiegazioni) che la tua "assenza" è stata in realtà una prosecuzione di attenzioni e vicinanza in "luoghi diversi", che in realtà non si sono mai completamente sostituiti al "luogo del cuore" per elezione: il forum.
Così come i protagonisti delle tue storie, pur mutando nomi e contesti, hanno mantenuto la stessa Anima: la sua.
Ho apprezzato molto il clima di reciproca rispettosa confidenza, che pervade il vostro dialogo, così tipica nei rapporti di lunga durata che si trasformano e crescono con chi li alimenta. Ma mi ha colpito moltissimo anche la dolcezza, che trapela dalle tue parole, e che trova potenza espressiva nella ricerca (coronata dal successo) dello scomparso Severus. Intuire le necessità è tipico di chi ama e tu Severus l'hai sempre amato profondamente. :wub:
Menzione speciale per i tuoi sguardi (che mi sono immaginata :lol: ) e per il tuo controllo.
Complimenti davvero. :wub: :wub: :wub:

Grazieeee!
Quindi anche tu hai perdonato la mia assenza e la mancanza di nuove fiction?
Prometto che appena possibile (a concorsi letterari chiusi) inserirò i racconti sui vampiri, salvo che nel frattempo qualche editore voglia pubblicare la raccolta. ;)
 
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Chiara - In ritardo

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Lui legge in me.
Lui è nella mia anima.
Lui, compagno invisibile e amico.
Sempre

Che dire Chiara se non che anche in ritardo l'importante è che tu ci sia? Sempre!
Perché è bello leggerti.
Perché sei un pezzo di questo forum che ho imparato ad amare.
Perché sei brava e mi piace ciò che dici e come lo dici.
Perché sì! :wub:
Perché quella bella frase che hai citato è il giusto punto di partenza per tutti.
Complimenti per questo brano delicato, intenso e carico di emozioni.
 
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view post Posted on 8/1/2020, 12:26
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CITAZIONE (Ida59 @ 8/1/2020, 12:12) 
Quindi anche tu hai perdonato la mia assenza e la mancanza di nuove fiction?
Prometto che appena possibile (a concorsi letterari chiusi) inserirò i racconti sui vampiri, salvo che nel frattempo qualche editore voglia pubblicare la raccolta. ;) [/color]

... non so, devo pensarci ... Scherzo!!! :lol: Ovvio che sì, se ci è riuscito Severus, posso farlo anch'io!!!
E poi questo mi dà tempo per recuperare l'arretrato infinito: più leggo, più scopro che mi mancano tasselli.
Aspetto con impazienza i racconti sui vampiri. ^_^
 
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view post Posted on 8/1/2020, 14:58
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CITAZIONE (chiara53 @ 8/1/2020, 11:24) 
Non è stato un bel periodo. Anzi, un lungo periodo durante il quale la mia anima, il mio cuore e i miei sogni ne hanno risentito. Se non sogno, non spero e non sorrido, vuol dire che c’è qualcosa di molto sbagliato in me: mi sento vuota, sola, malinconica e non mi voglio bene.
Ero scoraggiata e arrabbiata: contro il mondo, la vita e contro di me che non so liberarmi dai sensi di colpa che vivono costantemente al mio fianco.

:wub: :wub: :wub:
CITAZIONE
Ho chiuso gli occhi e ho detto basta.
E’ stato nel momento in cui ho guardato per l’ennesima volta il banner che ha fatto Elly per questo evento; è un’immagine spiritosa e colorata e mi sono detta: no, non posso rinunciare anche a questo.
Devo andare.
Devo farmi forza.
Devo lasciare dietro le spalle tutti i problemi che mi soffocano.
Ma, soprattutto devo, anzi, voglio festeggiare il compleanno di Severus!

:wub: :lovelove: :Streghetta:
E applausi anche al banner di Elly!
:applauso:
CITAZIONE
ero stupefatta e mi sono fermata un momento a guardare, ad assaporare la mia emancipazione dal mondo che mi soffoca e mi svuota.

:wub: :wub: :wub:
CITAZIONE
Le altre, che mi hanno vista arrivare trafelata e sudata (come al solito) mi hanno stretto in un abbraccio, subito, d’impeto, perché quelle sono amiche, amiche sincere che conoscono i miei difetti, ma non mi abbandonano mai: nemmeno se sono in ritardo alla festa di Severus ad Hogwarts, nemmeno se ho le crisi di panico e se fumo, purchè sia all’aperto, ma anche no.

:lol: ;) :) :wub:
CITAZIONE
Stavolta però avevo il fazzoletto…

:lol: :lol: :lol:
CITAZIONE
- Lo so - mi ha risposto con un velo di tristezza – lo so… leggo nella tua mente e nei tuoi occhi la fatica di vivere.

:wub: :wub: :wub:
CITAZIONE
ma vabbè pazienza (e due).

:lol: :lol: :lol:
CITAZIONE
Amare se stessi è l’inizio di una storia d’amore lunga tutta la vita

Indipendentemente dall'autore, fallo, Chiara, insieme a Severus, ovvio! :wub:
CITAZIONE
Ho chiuso gli occhi e in quel preciso momento perfetto ho deciso che per me era ora di ricominciare a sognare.

:lovelove: :lovelove: :lovelove:

Una storia bellissima, sentita e coinvolgente!
:wub: :wub: :wub: :lovelove: :Streghetta:
 
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