Tipologia: one-shot
Rating: per tutti
Genere: generale, introspettivo
Epoca: HP 5° anno
Personaggi: Severus Piton, Remus Lupin
Pairing: Nessuno
Avvertimenti: Nessuno
Riassunto: E' una brutta giornata per Severus che, per colmo di sventura, è costretto a recarsi a Grimmauld Place, dove alcune emozioni sopite tornano ad affacciarsi prepotenti. Per fortuna, un amico inaspettato sa come farlo stare meglio.
Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.
Nota: Questa storia è la terza della serie "Severus a Grimmauld Place", che ho deciso di scrivere dopo aver pubblicato "Qualcosa su cui riflettere", primo racconto della serie.
Primo racconto: "Qualcosa su cui riflettere":
https://severus.forumcommunity.net/?t=60365750Secondo Racconto: "Un cliente particolare":
https://severus.forumcommunity.net/?t=60402296Terzo racconto: "Sentirsi a casa":
https://severus.forumcommunity.net/?t=60415523Cioccolata calda in biblioteca
"Devi girarlo su un fianco, Lupin," disse Severus, accogliendo il lupo mannaro non appena questi entrò nel soggiorno di Grimmauld Place. Piton, seduto tranquillamente al lungo tavolo rettangolare con di fronte un grosso libro rilegato in pelle, aveva accompagnato le parole indicando il divano, su cui era steso Sirius Black, in apparenza svenuto. Lupin non capì, e si voltò a guardare Sirius e poi Severus, con aria interrogativa.
Piton parlò ancora, molto lentamente e scandendo le parole, come se invece di Lupin avesse avuto di fronte uno dei suoi studenti peggiori. "Devi.Girarlo.Su.Un.Fianco".
Lupin guardò di nuovo Severus, che sospirò. "E' ubriaco fradicio," spiegò finalmente Piton, indicando la bottiglia vuota di Whisky Incendiario appoggiata sul tavolo. "E come sono certo che sai, quando si è ubriachi è pericoloso dormire sulla schiena. Non vogliamo certo che Sirius Black, insostituibile membro dell'Ordine della Fenice, muoia soffocato nel suo stesso vomito, vero? Anche se forse sarebbe una fine adatta a lui", terminò con un sogghigno.
"Smettila. Non è divertente", sbottò Lupin, dirigendosi verso il divano.
Piton non replicò. No, non lo era. Ma quel giorno non si sentiva in vena di scherzi. Era stata una giornata lunga. Il Marchio aveva iniziato a bruciare dalla mattina, ma non si trattava di una convocazione: no, il Signore Oscuro era semplicemente di cattivo umore, e ci teneva a farlo sapere dolorosamente a tutti i suoi Mangiamorte. Poi aveva discusso con Silente e con Minerva. E infine aveva dovuto prendere la decisione di consultare la biblioteca della famiglia Black, cosa che aveva peggiorato il suo umore in maniera notevole. Era alla ricerca di informazioni che non era riuscito a trovare da nessuna parte; e onestamente dubitava di trovarle anche lì. Ma doveva fare un tentativo: la famiglia Black era antica, legata strettamente alle Arti Oscure, e magari la loro biblioteca gli avrebbe riservato qualche sorpresa. Sapeva però che avrebbe dovuto litigare con Black, per farsi dare il permesso di consultare i suoi libri. Il solo pensiero gli aveva quasi fatto venire voglia di abbandonare del tutto la sua ricerca e di affrontare le ire del Signore Oscuro per il suo fallimento. Ma ecco il primo colpo di fortuna della giornata: Black si era messo fuori gioco da solo. Quando Severus era entrato, aveva appena fatto a tempo a rivolgergli una delle sue spiritosissime battute, per poi accasciarsi sul divano, perdendo conoscenza. Per un terribile attimo, Severus aveva temuto di doverlo soccorrere, ma poi aveva visto la bottiglia vuota sul tavolo, e aveva capito che non si trattava di qualcosa di grave.
Piton venne strappato dai suoi pensieri dalla voce di Lupin. "Da quant'è che sei qui? Avresti potuto girarlo anche tu".
Severus sogghignò. "Certo, avrei potuto. Peccato che non toccherei Black neanche per picchiarlo".
"E ti è scappata la bacchetta magica, forse?"
Di nuovo, Severus non rispose. Rimase a osservare Lupin che si chinava su Black, mettendogli delicatamente le braccia sotto la schiena e sotto la testa, per poi girarlo sul fianco destro. Black si riscosse. Socchiuse gli occhi, cercando di mettere a fuoco Lupin. "James?" sussurrò, con voce impastata. Severus spalancò gli occhi, e Lupin trasalì.
"No, James non c'è," disse poi Remus con voce gentile, accarezzando delicatamente la testa di Black. "Mi dispiace molto. Adesso cerca di dormire. Fra qualche ora starai meglio".
Black chiuse di nuovo gli occhi, respirando profondamente, con espressione rilassata. Lupin si alzò lentamente, ed estrasse la bacchetta per fare un incantesimo che impedisse a Black di girarsi di nuovo, poi rimase a guardarlo per qualche secondo. Severus prese il libro e si alzò, stizzito. Ci mancava solo che dovesse sentirsi dispiaciuto per il suo ex nemico degli anni di scuola. Non era decisamente la sua giornata, pensò, incamminandosi verso la biblioteca.
Era abituato a tenere sotto controllo le emozioni, ma ovviamente non poteva fare a meno di provarle. E adesso, provava due emozioni che non gli facevano piacere. La prima era il dispiacere per Sirius Black: non lo avrebbe ammesso neanche sotto Cruciatus, ma per un attimo, quando Black aveva pronunciato il nome dell'amico morto come se sperasse di vederlo di fronte a sé, gli si era stretto il cuore. Black, come lui, era un uomo prigioniero di fantasmi e di sensi di colpa che non sarebbero mai svaniti, e Severus sapeva meglio di chiunque altro quanta sofferenza portassero. Ma l'altra emozione era quella che gli aveva dato più fastidio: Severus si era sentito solo. Black era una persona piena di difetti, eppure aveva molti amici e persone che gli volevano bene. Persone disposte a occuparsi di lui quando era ubriaco. Se ci fosse stato Severus su quel divano, ci sarebbe stato qualcuno disposto a girarlo su un fianco? Sì, forse: ma di certo non con l'affetto che Lupin aveva dimostrato verso il suo amico. Lui, Severus, non aveva amici: solo persone a cui faceva comodo. L'unica amica che aveva l'aveva allontanata lui stesso anni fa. Gli altri erano Mangiamorte, che non poteva onestamente definire amici, e dai quali non avrebbe voluto farsi toccare comunque. Tutto quello che aveva era un ruolo da portare avanti, di nascosto, senza potersi aspettare nessuna ricompensa, nessun rispetto e nessuna amicizia.
Cercò di concentrarsi di nuovo sul libro che stava cercando di leggere, quando Lupin entrò. Severus non disse nulla, tornando ad abbassare gli occhi sulle pagine del grosso tomo.
Lupin si sedette di fronte a lui, e Piton alzò finalmente gli occhi, come a chiedergli cosa volesse. "Posso chiederti un favore, Severus?" disse finalmente il lupo mannaro.
Severus sbuffò. Tipico. Ovviamente parlava con lui solo chi aveva bisogno di qualcosa. "Ma certo, Lupin. Sono sempre a tua disposizione," rispose. Lupin non sembrò cogliere il sarcasmo nella sua voce. "Volevo sapere... Potresti evitare di dire a Harry quello che è successo oggi? Sirius è una sorta di figura paterna per lui, e non vorrei che si preoccupasse troppo se sapesse... cosa ha fatto".
"Non ti preoccupare, Lupin. Non parlo con Potter se posso evitarlo, e non ho certo voglia di avere con lui una discussione riguardo al suo padrino".
Lupin annuì. Severus tornò a leggere, ma lui rimase a guardarsi intorno. Solo dopo qualche minuto si alzò, dicendo che andava a controllare che Black non fosse entrato in coma etilico. Severus non rispose.
Dopo qualche minuto, Severus aveva finalmente trovato un passaggio interessante: prese la bacchetta per copiare alcune frasi su un foglio di pergamena, quando Lupin entrò di nuovo in biblioteca. Aveva in mano due grosse tazze, e Severus lo guardò, incuriosito.
"Cioccolata calda!" annunciò il lupo mannaro, in tono allegro. Si avvicinò al tavolo, appoggiando le due tazze, una davanti alla sedia vuota e una davanti al professore di Pozioni, che allontanò istintivamente il grosso libro, per fare spazio. Prima che potesse dire qualunque cosa, Lupin parlò di nuovo. "La cioccolata aiuta molto l'umore. E' la mia bevanda preferita, per questo motivo. Ho pensato che ti avrebbe fatto piacere berne un po' con me".
Severus non rispose subito, ma il suo stomaco sì. L'odore della cioccolata gli aveva fatto tornare in mente il fatto che non aveva ancora mangiato nulla dalla mattina, e questo bastò a far borbottare la sua pancia. Lupin sorrise, e agitò la bacchetta in aria: immediatamente, un grande piatto di biscotti arrivò volando dalla cucina. "Sono certo che potrai fare una breve pausa," disse ancora Lupin, prendendo un biscotto con le gocce di cioccolato. "Su cosa stai lavorando?"
Non c'era motivo di tenere il segreto, pensò Severus. Ne avrebbe dovuto parlare comunque alla prossima riunione dell'Ordine. "Il Signore Oscuro mi ha chiesto di lavorare su una nuova pozione. Dovrebbe trattarsi di una sorta di Veritaserum più potente, che dovrebbe essere realizzato con il sangue della vittima e che dovrebbe unire anche alcune caratteristiche della Maledizione Imperio. Ovviamente sto cercando di realizzarla in modo che non sia... molto efficace".
"Ma lui non se la prenderà con te, se la pozione non lo soddisferà?"
Severus alzò le spalle. "Ci sono abituato. Il mio problema principale adesso è che non trovo niente a riguardo. Secondo il Signore Oscuro, ne ha trovato traccia molti anni fa in alcuni libri. Secondo me si tratta di una fantasia di Codaliscia o di uno degli altri imbecilli. Ma di certo non posso dirlo al Signore Oscuro".
"No, certo che no".
Severus prese un biscotto ripieno di crema al limone. Era buonissimo; così come la cioccolata, fondente e densa come piaceva a lui. Rimase in silenzio, assaporando la bevanda calda, finché Remus parlò di nuovo. "Se ti posso aiutare... non so molto di queste cose, ma se mi dici cosa devo fare, ci provo volentieri". Aveva parlato con voce calda come la cioccolata, e sembrava sincero.
"Beh... se hai accesso a qualche biblioteca o libreria che abbia anche volumi sulle Arti Oscure, puoi aiutarmi nella ricerca".
"Sì... ho qualche idea, in effetti".
"Benissimo, ti scrivo le cose che devi cercare. Se le trovi, portami il passaggio esatto del libro, copialo su una pergamena. Se potessi portarmi il libro sarebbe meglio, ma capisco che spesso non sia possibile".
"Non c'è problema, vedrò cosa posso fare. Anzi, darò le istruzioni anche a Sirius. Lui può cercare qui. Così si sentirà utile".
Severus annuì. In questo modo avrebbe potuto concentrarsi a cercare da altre parti, sempre che Black fosse in grado di consultare la sua stessa biblioteca. Ma valeva la pena fare un tentativo, il tempo stava per scadere.
"Il Signore Oscuro la vorrebbe per la fine del mese," spiegò Severus a Lupin.
Il lupo mannaro finì la sua cioccolata, con aria assorta. "Bene, non c'è molto tempo. Mi metto subito in contatto con alcune persone," disse poi, alzandosi. "Vieni con me?"
Severus lo guardò, leggermente sorpreso. "E Black?" chiese.
"Oh, Sirius starà bene. Non è la prima volta", rispose Remus, prendendo le tazze ormai vuote e il piatto con i pochi biscotti rimasti. Severus si alzò e lo seguì: Remus lasciò le tazze vuote in cucina, poi prese una coperta e la mise addosso a Sirius, che stava russando sul divano. Poi prese il mantello nero di Piton e glielo lanciò, prendendo il suo al tempo stesso. "Andiamo, ti faccio conoscere qualche persona. Potrebbero esserti conoscenze utili anche in futuro".
Ancora sorpreso, Severus lo seguì fuori dalla porta.