Il Calderone di Severus

L'affascinante e misterioso giardino di Severus!

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view post Posted on 25/10/2016, 13:27
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I ♥ Severus


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Indice delle storie (per autore) che parteciopano all'iniziativa.

L'affascinante e misterioso giardino di Severus




Alaide - Hortus Conclusus
Ida59 - Orizzonti
Ida59 - Giardino segreto
Alaide - Frammenti di giardino





Edited by Ida59 - 8/11/2022, 22:03
 
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Interludio I

Mi piace il parallelo tra la perseveranza del giacinto e quella di Severus, già pronto fin dall'inizio ad affrontare l'Oscuro Signore.

Il legame stretto tra la colpa e la consapevolezza di non meritare nulla è ormai diventato un tuo segno distintivo giocato in un ossessivo ritornello per Severus. Me lo immagino fare quasi fatica a respirare, mentre si ripete queste cose, oppresso dai rimorsi e dalla mancanza di ogni speranza.

Il giardino, una piccola parentesi di apparente normalità per Severus. Invece, la donna francese (il nome è difficile e non lo ricordo) in quel giardino vede soprattutto colpa e dolore. Non mi resta altro che dire Povero Amore Mio!

Le frasi finali sono da brividi, visto che le sue previsioni sul futuro sono tragicamente corrette: anima dilaniata e impossibilità di perdono. PAM!
 
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Questa frase mi sembra piuttosto pesante:
CITAZIONE
Quando avrebbe fatto tutto il possibile affinché potesse, in qualche modo, porre riparo al più grave e totalizzante dei suoi errori.

Penso che potrebbe essere alleggerita in questo modo:
Quando avrebbe fatto tutto il possibile per porre riparo, in qualche modo, al più grave e totalizzante dei suoi errori.
 
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view post Posted on 27/10/2016, 08:07
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CITAZIONE (Ida59 @ 25/10/2016, 17:02)
Interludio I

Mi piace il parallelo tra la perseveranza del giacinto e quella di Severus, già pronto fin dall'inizio ad affrontare l'Oscuro Signore.

Felice che ti piaccia il parallelismo. Quando ho trovato questo significato per il giacinto blu (nel medioevo erano molto precisi ;) ), ho deciso subito di inserirlo nel giardino di Severus. Ho invece inventato di sana pianta il fatto che sia utile per pozioni, dato che il suo uso è applicato, da sempre, solo ai profumi.

CITAZIONE
Il legame stretto tra la colpa e la consapevolezza di non meritare nulla è ormai diventato un tuo segno distintivo giocato in un ossessivo ritornello per Severus. Me lo immagino fare quasi fatica a respirare, mentre si ripete queste cose, oppresso dai rimorsi e dalla mancanza di ogni speranza.

Mi piace l'immagine che hai proposto... chissà che non la utilizzi in un futuro capitolo oppure in una qualche altra storia.

CITAZIONE
Il giardino, una piccola parentesi di apparente normalità per Severus. Invece, la donna francese (il nome è difficile e non lo ricordo) in quel giardino vede soprattutto colpa e dolore. Non mi resta altro che dire Povero Amore Mio!

Le frasi finali sono da brividi, visto che le sue previsioni sul futuro sono tragicamente corrette: anima dilaniata e impossibilità di perdono. PAM!

Lo so, i nomi bretoni sono delle brutte bestie (sapessi il bretone :P). La visione del giardino, in un qualche modo si modificherà con il passare dei capitoli... lentamente, ovviamente, ma si modificherà.

CITAZIONE (Ida59 @ 25/10/2016, 21:02) 
Penso che potrebbe essere alleggerita in questo modo:
Quando avrebbe fatto tutto il possibile per porre riparo, in qualche modo, al più grave e totalizzante dei suoi errori.

Vado a sistemare subito. Grazie mille per l'appunto (diciamo che su questa frase ho fatto un bel casotto, dato che mi ero anche scordata un verbo).
 
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view post Posted on 22/11/2016, 18:49
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Eccomi finalmente con il secondo capitolo.
Mi scuso tantissimo per il ritardo, ma mi sono dibattuta nel dialogo tra Severus e Minerva. Premetto che la mia visione del loro rapporto è piuttosto diversa da quella usuale, come noterete nel leggere la seconda parte del capitolo.
Detto questo, spero di essere più rapida con il prossimo, che sarà sempre ambientato nel 1999.


Capitolo II

Lavandula latifolia[1]



Foresta di Brocelandia, Val sans retour, 20 agosto 1999


Quel giorno Riwal era andato da solo nel giardino di Monsieur Piton, come amava chiamarlo tra sé. Il ragazzino trovava appassionante prendersi cura dei fiori che sorgevano dietro alla casa e quel giorno si stava occupando di alcuni cespugli di lavanda.
Aveva con sé il libro che la mamma aveva illustrato l’anno precedente.
Ricordava di averla vista, in più di un’occasione, disegnare le tavole che abbellivano il volume. Era un bel libro, rivolto essenzialmente ai Nati Babbani, lanciato da una nuova casa editrice magica. Il ragazzino credeva che fosse veramente utile.
Anche per lui, considerando che forniva molte interessanti informazioni sulle piante usate dai Maghi, che non avevano però bisogno della magia per essere coltivate.
E la lavanda era una di queste.
Riwal si chiese quante Pozioni Soporifere avesse creato Monsieur Piton utilizzando quella pianta a cui stava togliendo alcuni rametti secchi.
Margaid fissava sempre affascinata quel fiore e ne aspirava il profumo, ma quel giorno la sorella aveva deciso di non venire.
La mamma aveva detto che nel corso della giornata precedente, quando avevano raccolto alcuni frutti, che altrimenti sarebbero marciti sul loro albero, la bambina si era stancata. Inoltre Riwal sospettava che la donna volesse avere Margaid tutta per sé, per proseguire alcune lezioni che aveva incominciato quell’estato, allo scopo di mandare entrambi preparati alla scuola Babbana a cui li aveva iscritti. Il ragazzino si era chiesto, fino all'estate dell'anno scorso, per quale motivo si fosse deciso che Margaid non avrebbe dovuto frequentare la scuola Babbana, come aveva fatto lui.
E quando l'aveva compreso, avrebbe voluto non averlo fatto.
Eppure, alla fine, la vita sembrava aver ritrovato una certa calma. Tutto era cambiato, ma Riwal si diceva, alle volte, che forse era cambiato per il meglio, per quanto vi fossero momenti in cui quel che era accaduto l'estate precedente lo faceva ancora star male.
Il ragazzino scosse appena il capo, come per scacciare quei pensieri e riprese a dedicarsi alla lavanda, pensando all'ormai imminente ritorno a scuola.

Riwal doveva ammettere di invidiare la sorella, considerando che a Paimpont non c’era un collège e che lui sarebbe dovuto andare a Plélan-le-Grand.
Paimpont era un luogo affascinante, si disse Riwal, mentre sfogliava il libro, per poter studiare le proprietà di qualche altro fiore. Gli era piaciuto subito, il giorno in cui la mamma lo aveva portato, insieme alla cugina, a visitare l’antica abbaziale.
Sperava, quindi, che gli insegnanti del collège decidessero di portarli, di tanto in tanto, nella foresta che circondava il paese.
In fin dei conti quello era un luogo magico, al pari del villaggio in cui si erano trasferiti. Tutto nella foresta di Brocelandia appariva immerso nella magia.
C’era, d’altronde, chi diceva che si trovasse proprio lì la tomba di Merlino. E questo valeva sia per i Babbani, che credevano che il Mago fosse solo una leggenda, sia per i Maghi. Aveva letto, su un libro per bambini che aveva trovato a casa del nonno, quando abitava ancora a Parigi, che c’erano stati anche dei duelli magici in passato tra i sostenitori che Merlino fosse sepolto in Bretagna e quelli che dicevano che il suo corpo si trovasse invece in Inghilterra.
A Riwal non importava più di tanto chi avesse ragione.
Era la leggenda ad affascinarlo ed il modo in cui univa, in quel contesto, Maghi e Babbani.

***


Inghilterra, un ospedale Babbano, 20 agosto 1999


L’uomo non sapeva chi avesse avuto l’idea di mettere un mazzo di fiori nella sua stanza di ospedale.
Dormiva quando era accaduto e al suo risveglio si era trovato davanti quell’accozzaglia di colori e profumi. Chiunque fosse stato voleva esprimere un ringraziamento mal riposto. Così come mal riposto era il senso di colpa che pareva improvvisamente animare tutti.
Potter si era messo in testa di fargli visita a giorni alterni per poi blaterare di sciocchezze, ringraziamenti e scuse.
Non aveva bisogno di quell’improvvisa dimostrazione di rimorso, si disse Severus.
Né della falsa pietà che, quei pochi che sapevano della sua degenza in quell’ospedale Babbano, volevano dimostrargli.
Severus trattenne a stento un sospiro, quando sentì aprirsi la porta.
Se non aveva fatto male i suoi conti, quello era il turno di Minerva.
E l’uomo sapeva che quella sarebbe stata una conversazione tutt’altro che facile.
Mentre la donna si sedeva, Severus pensò che sarebbe stato più logico se avesse continuato a fissarlo con diffidenza, come pareva fare la lavanda presente nel vaso di fiori recisi [2].
«Mi ha detto il medico che domani ti dimettono», esordì Minerva, cercando di leggere l’espressione sul volto di Severus. «Considerando che non hai dove andare, sarei più che felice di darti ospitalità.»
«Su questo ti sbagli.»
Sul volto di Minerva era apparsa un’espressione perplessa. D’altronde nessuno sapeva della casa in Bretagna e nessuno l’avrebbe mai saputo.
In quel momento, Severus anelava unicamente alla solitudine. Non aveva alcun desiderio di trascorrere del tempo con la donna o con chiunque altro avesse voluto dimostrare un improvviso, e quanto mai inutile, rimorso nei suoi confronti.
Non aveva mai biasimato Minerva per averlo creduto un traditore. Era necessario che così fosse. D’altro canto, non aveva con nessuno dei suoi colleghi un rapporto di reale amicizia. Esisteva un qual certo rispetto con alcuni di loro e poteva ammettere che questo sentimento fosse al suo massimo grado quando pensava a Minerva.
Ma non v’era mai stato nulla di più e nulla di meno.
Rispettava ancora la strega che gli sedeva accanto ed era, forse, per questo che non voleva che provasse rimorso nei suoi confronti.
Qualsiasi cosa pensasse Minerva – e anche Potter a quel che pareva –, egli rimaneva il peggiore degli assassini.
«Eppure la tua abitazione è andata distrutta», obiettò la donna con forza. «Si è trattato di un gesto quanto mai orrendo, considerando soprattutto da che parte proveniva.»
Severus aveva sentito più volte quelle parole. Eppure non riusciva a condividerle.
Pochi giorni dopo il suo risveglio, gli era stato detto che la casa a Spinner’s End era stata distrutta da alcuni maghi che non avevano creduto all’innocenza stabilita al processo a cui non aveva potuto partecipare perché in coma.
Era un gesto che poteva indignare Minerva, ma non indignava di certo lui. Anzi forse meritava che quella gente avesse creduto di lasciarlo senza casa.
E francamente della distruzione di Spinner’s End non glie era importato nulla.
Non aveva mai amato quella casa, né i ricordi che portava con sé. E forse la sua distruzione conteneva qualcosa di simbolico, per quanto non volesse pensarvi realmente.
Una minima parte di lui, quella che ancora sperava in una possibilità di perdono, riteneva che quello fosse il simbolo della possibilità di una nuova vita.
Per quanto ne dubitasse con tutto sé stesso.
«Forse non sai tutto di me, come credi», affermò, quando il silenzio si era fatto troppo lungo e pesante. «Ho un luogo dove andare. E questo ti deve bastare.»
In quel momento, mentre la lavanda recisa spargeva il suo profumo penetrante, Severus si rese conto di quanto desiderasse raggiungere la casa in Bretagna.
Era certo che là avrebbe trovato la solitudine che cercava. Gli abitanti del villaggio della Val sans retour avevano sempre rispettato la sua volontà di vivere con sé stesso e con i suoi fantasmi.
E sperava che non fosse cambiato nulla.
Quando era arrivato, erano stati fin troppo accoglienti con lui. Eppure avevano anche compreso che non era il tipo d’uomo a cui piace far visita ai vicini per poter parlare del più e del meno davanti ad una scodella di sidro.
Era qualcosa che non meritava.
Così come non aveva mai meritato i saluti gentili degli abitanti del posto, che lo apostrofavano con un Demat deoc’h, aotrou Piton [3], un segno, gli aveva detto un giorno l’uomo che vendeva ingredienti per pozioni in una piccola bottega sul limitare meridionale del villaggio, della sua appartenenza alla comunità.
«Si tratta forse di un dono da parte di Albus?» domandò la donna, osservando con attenzione Severus.
Non si sarebbe mai aspettata quella risposta. Aveva immaginato che sarebbe stato difficile convincere l’uomo ad accettare la sua ospitalità, di dover lottare per la sua causa, ma non di aver già perso in partenza.
«Perché mai avrebbe dovuto lasciarmi una casa, Minerva?» chiese con secchezza l’uomo.
«Ti stimava profondamente e, con ogni probabilità, teneva...»
«La tua ingenuità da Grifondoro non mi stupisce, per quanto pensassi che avresti dovuto intuire che tutti noi non eravamo che delle pedine nelle sue mani.»
Un tempo, forse, l’avrebbe pensata come Minerva, ma, dopo che Silente gli aveva chiesto di ucciderlo, dopo che si era dimostrato sordo alle sue proteste e disinteressato allo stato della sua anima già macchiata da fin troppi errori fatali, aveva compreso che quella era la realtà delle cose.
V’era stato un tempo in cui aveva creduto di aver trovato nel Preside un padre.
Ma si era ingannato.
D’altronde chi mai avrebbe voluto avere un figlio del genere?
«D’altro canto, credo che ti basti sapere che ho un luogo dove andare e che ho già provveduto al viaggio.»
Minerva trattenne a stento le parole che avrebbe voluto dire. Forse avrebbe dovuto usare più tatto, ma non credeva che Severus avrebbe apprezzato.
O forse, semplicemente, non lo conosceva veramente.
Un tempo aveva creduto che tra loro potesse giungere a nascere un’amicizia, fondata sul rispetto reciproco.
Ma lei aveva distrutto tutto, non comprendendo la verità.
Potevano dirle che era così che dovevano andare le cose, che era necessario che lei non capisse. Eppure avrebbe dovuto se non comprendere, almeno nutrire qualche dubbio.
«Spero che un giorno, quando avrai perdonato la mia mancanza di giudizio, mi manderai una lettera per dirmi che, ovunque tu sia, tutto sta andando nel migliore dei modi.» Decise infine di dire, mentre si alzava in piedi ed usciva dalla stanza.
Severus rimase ad osservare per qualche istante la porta chiusa.
Forse quel giorno di cui parlava Minerva – per quanto fosse perfettamente cosciente che non v’era nulla da perdonare, cosa che aveva ripetuto, nelle settimane precedenti più e più volte alla strega – sarebbe giunto.
Non poteva saperlo.
In quel momento desiderava unicamente trovarsi in quello che per anni era stato un rifugio, un luogo in cui essere sé stesso, lontano da occhi indiscreti.
Un luogo in cui non era Severus Piton, odiato professore di Pozioni.
Un luogo in cui non era Severus Piton, Mangiamorte prima e spia di Silente dopo.
Un luogo in cui era un uomo come tutti gli altri.
Per quanto soltanto lui sapesse che era ben differente dagli innocenti ed accoglienti abitanti della Val sans retour.
Sperava in cuor suo che, anche dopo la fine della guerra, le cose continuassero a restare in quel modo.
Allora, forse, dopo aver lasciato trascorrere il tempo necessario, avrebbe scritto a Minerva e l’avrebbe fatta entrare in quel luogo segreto.
E quello sarebbe stato un segno che dal rispetto che aveva nutrito per la collega poteva nascere qualcosa di simile ad un’amicizia.


----
[1] Nome scientifico della lavanda.
[2] La diffidenza è il significato della lavanda nel Medioevo
[3] La traduzione del saluto bretone è: Buongiorno a voi, signor Piton.

Edited by Alaide - 8/2/2018, 14:17
 
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Capitolo II

Lavandula latifolia[1]




La storia che stai scrivendo è ricca di fascino e atmosfere sospese.
Mi è piaciuta da subito, come ti dissi a suo tempo nel primo commento.

I personaggi che hai inserito sono in fieri, Riwal e Margaid e la loro madre, custode di un dolore, quasi un trascurato languore che la rende dolcemente evanescente.
Il giardino è al centro del racconto ed anche i fiori che hai disseminato persino raccolti in un mazzo nel vaso, in ospedale.

La visione e le considerazioni che hai espresso non sono affatto lontane dal mio modo di giudicare Silente: il grande vecchio manovratore. Anche il rapporto con Minerva è molto realistico, senza escludere nulla, non eccede in affetto e amicizia da parte di Severus e ci può stare.

Il tuo Severus è impossibile non riconoscerlo: pervaso di amarezza, strappato alla morte quasi contro la sua volontà e, soprattutto, il peggior nemico di se stesso: non merita né perdono, né comprensione e ne è razionalmente e profondamente convinto.
Ma la casa in Bretagna, la pace che spera di trovarvi e il silenzio, quelli traspaiono da ogni parola scritta, da ogni introspezione. Aleggia un’atmosfera decadente e silenziosa intorno a Severus ancora costretto in ospedale; lui anela al silenzio, alla riflessione, in fuga dal mondo che conosce fin troppo bene e che troppo bene Lo conosce.

Bello, Leonora, il tuo stile perfetto e scorrevole è un marchio inconfondibile: spero che tu continui presto e che non trascuri questo bel racconto a cui mi sono sinceramente affezionata.
Brava davvero!
 
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view post Posted on 3/12/2016, 19:57
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Perdonami, Leonora: sono molto curiosa di leggere il tuo capitolo... ma non so proprio dove trovare il tempo...
 
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CITAZIONE (Ida59 @ 3/12/2016, 19:57) 
Perdonami, Leonora: sono molto curiosa di leggere il tuo capitolo... ma non so proprio dove trovare il tempo...

Ne t'inquiètes pas. Capisco perfettamente. Spero che le cose possano migliorare quanto prima e per quanto sappia di non essere la più empatica delle persone, ti assicuro che ti sono vicina.
 
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view post Posted on 4/12/2016, 00:25
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Grazie, ne ho proprio bisogno. :)
 
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CITAZIONE (chiara53 @ 2/12/2016, 17:32) 
La storia che stai scrivendo è ricca di fascino e atmosfere sospese.
Mi è piaciuta da subito, come ti dissi a suo tempo nel primo commento.

E spero continuerà a piacerti fino alla fine!

CITAZIONE
I personaggi che hai inserito sono in fieri, Riwal e Margaid e la loro madre, custode di un dolore, quasi un trascurato languore che la rende dolcemente evanescente.
Il giardino è al centro del racconto ed anche i fiori che hai disseminato persino raccolti in un mazzo nel vaso, in ospedale.

Riwal è nipote di Aelwenn, mentre Margaid è la figlia della donna. Di certo Aelwenn è custode di un dolore, ma non è detto che riguardi lei personalmente... ed ho già detto troppo!
Il giardino mi sta dando qualche grattacapo con il capitolo seguente. Ho due fiori in ballottaggio per il titolo.

CITAZIONE
La visione e le considerazioni che hai espresso non sono affatto lontane dal mio modo di giudicare Silente: il grande vecchio manovratore. Anche il rapporto con Minerva è molto realistico, senza escludere nulla, non eccede in affetto e amicizia da parte di Severus e ci può stare.

Felice che tu abbia trovato realistico il rapporto con Minerva. Ammetto che ho riscritto la scena due volte, perché in un primo momento l'avevo ambientato in un altro luogo, ma non si addiceva alle parole messe in bocca ai due personaggi.

CITAZIONE
Il tuo Severus è impossibile non riconoscerlo: pervaso di amarezza, strappato alla morte quasi contro la sua volontà e, soprattutto, il peggior nemico di se stesso: non merita né perdono, né comprensione e ne è razionalmente e profondamente convinto.
Ma la casa in Bretagna, la pace che spera di trovarvi e il silenzio, quelli traspaiono da ogni parola scritta, da ogni introspezione. Aleggia un’atmosfera decadente e silenziosa intorno a Severus ancora costretto in ospedale; lui anela al silenzio, alla riflessione, in fuga dal mondo che conosce fin troppo bene e che troppo bene Lo conosce.

Felice che Severus, con i suoi pensieri e la sua volontà di solitudine - e pace - ti piaccia. E nel prossimo capitolo arriverà in Bretagna, nella casa e nel suo giardino.

CITAZIONE
Bello, Leonora, il tuo stile perfetto e scorrevole è un marchio inconfondibile: spero che tu continui presto e che non trascuri questo bel racconto a cui mi sono sinceramente affezionata.
Brava davvero!

Non temere, Chiara, non trascurerò questo racconto, che è tutto ben chiaro nella mia mente. Devo solo, tra un re merovingio e l'altro (sono passata a studiare medievale), trovare il momento giusto per mettere nero su bianco tutto quello che è già perfettamente formato a livello ideale.
 
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view post Posted on 20/1/2017, 17:41
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CITAZIONE (Alaide @ 22/11/2016, 18:49) 

Capitolo II
Lavandula latifolia[1]


Chiedo perdono, venia e remissione dei miei... ritardi.
Già ero in ritardio con la lettura... non parliamo poi del commento. Ma, finalmente, eccomi qui.

Dici della tua inusuale visione del rapporto Minerva/Severus... ma anche con il rapporto Severus/Silente ci sei andata pesante assai! Ma è sempre interessante leggere visioni diverse dalla propria. Mettono in moto il cervello e accrescono/completano la propria.

Ma sai che ero convinta che i due bambini fossero fratello e sorella? Invece sono cuginetti... A questo punto, forse mi è sfuggito qualcosa.
Hihihi... Potter che gli fa visita in ospedale dopo il morso di Nagini è davvero un "must"! :D
Che di Spinner's End non gliene sia mai fregato nulla... ok, condivido in pieno. Credo che Severus, in fin dei conti, odiasse qul luogo...
Però non sono sicura di aver capito bene: Severus ritiene che la distruzione di Spinner's End comporti la possibilità di una nuova vita, lontana e oltre il suo passato?
Quando parli del suo rapporto con Silente, davvero terribile che Severus pensi che nessuno avrebbe voluto aver un figlio come se stesso! :cry:
Passiamo al rapporto Severus/Minerva.
Sì, probabilmnete questa Minerva conosce poco Severus e ha capito ancora meno chi lui sia davvero. Del resto, non credo proprio che sia solo colpa sua se tra i due non è mai nato un rapporto di amicizia. Questo Severus, per come è "pensato" dall'autrice, non avrebbe mai accettato quell'amicizia, ritenendo di non meritarla.
Questo non significa, naturalmente, che io non credo che una donna intelligente come Minerva non avrebbe dovuto farsi venire qualhe dubbio sull'assassionio di Silente. Ma credo che lei sia stata troppo sopraffatta dal dolore per poter ragionare. Almeno all'inizio. E poi, forse, la recita di Severus è stata così perfetta da riuscire ad alimentare l'odio nato con l'assassinio, impedendo ogni successivo ragionamento.
Ad ogni modo, questa Minerva, conscia delle sue mancanze ed impossibilitata ad ottenere il perdono per un errore sicuramente scusabile, almeno in buona parte, mi fa molta pena.
Severus, del resto, oggettivamente sa che ha ben poco da perdonare... ma questo ovviamente non può essere di consolazione per la povera Minerva... Per altro, una vaga aria diì speranza aleggia anche intorno a Severus, per cui, incrocio le dita. Chissà mai che quella lettera possa essere un giorno spedita, magari dalla Francia...
Comprendo bene la speranza di Severus di trovare un luogo dove essere un uomo come tutti glialtri, ma credo che anche in quel remoto angolo della Francia lecose non stiano più come erano un tempo... e ilsuo giardino ne ha beneficiato!
Il finale del capitolo, con quella inaspettata apertura alla speranza che si sostanzia nel bellissimo pensiero di Severus circa la possibilità futura di mettere al corrente Minerva del suo "luogo segreto", mi ha sorpreso e mi è paiciuto molto. Ovviamente, non faccio alcuna fatica ad ammettere che mi piacerebbe molto, nel finale della storia, vedere evolvere il rispetto di Severus verso Minerva in amicizia! :)
 
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view post Posted on 20/1/2017, 23:27
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CITAZIONE (Ida59 @ 20/1/2017, 17:41) 
Chiedo perdono, venia e remissione dei miei... ritardi.
Già ero in ritardio con la lettura... non parliamo poi del commento. Ma, finalmente, eccomi qui.

Nessun problema!

CITAZIONE
Dici della tua inusuale visione del rapporto Minerva/Severus... ma anche con il rapporto Severus/Silente ci sei andata pesante assai! Ma è sempre interessante leggere visioni diverse dalla propria. Mettono in moto il cervello e accrescono/completano la propria.

Amando lo spettacolo dal vivo, somo incappata spesso in visioni diverse, se non opposte alla mia... e alle volte mi somo innamorata della visione altra.
Come dici tu, è sempre interessante leggere/vedere visioni diverse.

CITAZIONE
Ma sai che ero convinta che i due bambini fossero fratello e sorella? Invece sono cuginetti... A questo punto, forse mi è sfuggito qualcosa.

C'è un indizio "matematico" nel primo capitolo. Molto nascosto... diciamo che lo scopo era far credere che fossero fratelli. Ovviamente c'è un motivo alla mia reticenza iniziale.

CITAZIONE
Hihihi... Potter che gli fa visita in ospedale dopo il morso di Nagini è davvero un "must"! :D

:D

CITAZIONE
Che di Spinner's End non gliene sia mai fregato nulla... ok, condivido in pieno. Credo che Severus, in fin dei conti, odiasse qul luogo...
Però non sono sicura di aver capito bene: Severus ritiene che la distruzione di Spinner's End comporti la possibilità di una nuova vita, lontana e oltre il suo passato?

La parte più ottimista di lui - che al momento è piccolissima - lo pensa.
CITAZIONE
Quando parli del suo rapporto con Silente, davvero terribile che Severus pensi che nessuno avrebbe voluto aver un figlio come se stesso!

Non è stato facile da scrivere quel passaggio, ma era inevitabile (dal mio sadico punto di vista).
CITAZIONE
Passiamo al rapporto Severus/Minerva.
Sì, probabilmnete questa Minerva conosce poco Severus e ha capito ancora meno chi lui sia davvero. Del resto, non credo proprio che sia solo colpa sua se tra i due non è mai nato un rapporto di amicizia. Questo Severus, per come è "pensato" dall'autrice, non avrebbe mai accettato quell'amicizia, ritenendo di non meritarla.
Questo non significa, naturalmente, che io non credo che una donna intelligente come Minerva non avrebbe dovuto farsi venire qualhe dubbio sull'assassionio di Silente. Ma credo che lei sia stata troppo sopraffatta dal dolore per poter ragionare. Almeno all'inizio. E poi, forse, la recita di Severus è stata così perfetta da riuscire ad alimentare l'odio nato con l'assassinio, impedendo ogni successivo ragionamento.

Su Minerva ed il suo non dubitare sono d'accordo con te.
Ed hai perfettamente ragione. "Questo" Severus non avrebbe mai accettato l'amicizia.
CITAZIONE
Ad ogni modo, questa Minerva, conscia delle sue mancanze ed impossibilitata ad ottenere il perdono per un errore sicuramente scusabile, almeno in buona parte, mi fa molta pena.
Severus, del resto, oggettivamente sa che ha ben poco da perdonare... ma questo ovviamente non può essere di consolazione per la povera Minerva... Per altro, una vaga aria diì speranza aleggia anche intorno a Severus, per cui, incrocio le dita. Chissà mai che quella lettera possa essere un giorno spedita, magari dalla Francia...

Tu incrocia le dita... in fondo ho promesso di essere meno sadica... ovviamente se la lettera farà capolino nella storia non te lo posso dire. Molto dipende anche dai fiori ;).
CITAZIONE
Comprendo bene la speranza di Severus di trovare un luogo dove essere un uomo come tutti glialtri, ma credo che anche in quel remoto angolo della Francia lecose non stiano più come erano un tempo... e ilsuo giardino ne ha beneficiato!

Il prossimo capitolo, che sto scrivendo (mi sono dovuta interrompere per mettere a punto la storia per la Sfida Amore e Morte) mostra il ritorno "a casa" di Severus. E lì si vedrà come reagirà il villaggio al suo ritorno.
CITAZIONE
Il finale del capitolo, con quella inaspettata apertura alla speranza che si sostanzia nel bellissimo pensiero di Severus circa la possibilità futura di mettere al corrente Minerva del suo "luogo segreto", mi ha sorpreso e mi è paiciuto molto. Ovviamente, non faccio alcuna fatica ad ammettere che mi piacerebbe molto, nel finale della storia, vedere evolvere il rispetto di Severus verso Minerva in amicizia! :)

Sono felice che il finale - su cui sono stata molto incerta - ti sia piaciuto! Quanto al tuo desiderio, chissà... ;)
 
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view post Posted on 6/3/2017, 21:45
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Qui attendiamo nuovi fiori e piante... e dolore per Severus! ;) :lovelove:

Intanto io ho due storie da scrivere e nessun tempo per farlo... :(
 
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Mi sono incartata a metà del capitolo, ma forse sto vedendo la fine... o meglio l'inizio, dato che mi manca la prima metà del capitolo in questione.
 
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view post Posted on 7/3/2017, 12:41
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