Il Calderone di Severus

L'affascinante e misterioso giardino di Severus!

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view post Posted on 20/9/2016, 15:50
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I ♥ Severus


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Eccomi, sono riuscita a leggere!

Uhm... cominciamo da:
CITAZIONE (Alaide @ 4/9/2016, 13:58) 
Prometto che non sarò troppo sadica ;)

... e io intanto vedo che il genere è "drammatico", che non è propriamente una cosa tutta rose (senza spine) e fiori!
Poi mi scappa l'occhio sul pairing: peut-être. E lì ridacchio sotto i baffi (che spero di non avere...).
Ma mi chiedo perchè, invece, non ci sono avvertimenti, quindi nessun AU che possa sottintendere un qualche pairing non funereo...

Passiamo alla storia.
CITAZIONE (Alaide @ 19/9/2016, 10:36) 
E' da molto che non scrivo di Severus e spero di non essermi arrugginita.

Ti assicuro che non c'è neppure un filo di ruggine sui tuoi polpasrelli, mentre digitano sulla tastiera.
Infatti ho riconosciuto il tuo personalissimo, conosciuto ed apprezzato tocco che riverbera nei pensieri di Severus:
CITAZIONE
Il giovane uomo aprì la porta, chiedendosi cosa avrebbe pensato Effie Le Du sapendo che la casa che doveva aver amato, considerando la cura con cui erano state arredate le stanze e i ricordi che facevano capolino attraverso le foto di una copia felice, era finita tra le mani di un assassino.
Ne sarebbe inorridita, di questo era più che certo
.

Subito dopo c'è un altro tocco personale di autocondanna del personaggio che spesso ricorre nelle tue storie quando hai la bontà di far capitare qualcosa di vagamente positivo per Severus: ;) :P :D
CITAZIONE
Era qualcosa che non meritava.

Poi si arriva alla "perdita" ed alla "colpa" e il tuo tocco diventa simile al mio, così simile che queste parole potrei benissimo averle scritte io, e probabilmente l'ho anche fatto, più volte...
CITAZIONE (Alaide @ 19/9/2016, 10:36) 
Invece aveva perso tutto.
Anche l’impossibile speranza.
E la colpa ricadeva unicamente su di lui.

Il mio commento, qui non può essere altrimenti: povero amore mio! E quanti più PAM ci sono tra i miei commenti, tanto più la storia mi è piaciuta, sia chiaro!
Un altro piccolo dettaglio e abbiamo finito di dipingere il "nostro" Severus:
CITAZIONE
Per quanto l’unico vero fine fosse cercare un improbabile perdono per le colpe che aveva commesso.

E anche qui scatta un bel PAM!

Ma la Val sans retour l'hai inventata tu o esite veramente? Sembra un bel posto...
Carino il finale della tua nota n. 3 (mi piaccione le note, aggiungono sempre qualche cosa di interessante): evidentemente l'infedeltà femminile non era neppure concepita, a quei tempi, così non c'era bisogno di punirla! :lol:

A differenza di Chiara, io non riesco minimamente ad immaginare come potrà svilupparsi la storia, quindi sono curiosa di scoprire cosa hai in mente.
 
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CITAZIONE (Ida59 @ 20/9/2016, 16:50) 
Eccomi, sono riuscita a leggere!

Uhm... cominciamo da:

... e io intanto vedo che il genere è "drammatico", che non è propriamente una cosa tutta rose (senza spine) e fiori!
Poi mi scappa l'occhio sul pairing: peut-être. E lì ridacchio sotto i baffi (che spero di non avere...).
Ma mi chiedo perchè, invece, non ci sono avvertimenti, quindi nessun AU che possa sottintendere un qualche pairing non funereo...

Arg... mi sono scordata gli avvertimenti... provvedo subito a modificare. È AU, quindi non si parla di pairing funerei.

CITAZIONE
Ti assicuro che non c'è neppure un filo di ruggine sui tuoi polpasrelli, mentre digitano sulla tastiera.
Infatti ho riconosciuto il tuo personalissimo, conosciuto ed apprezzato tocco che riverbera nei pensieri di Severus:

Sono felicissima di non essermi arrugginita!

CITAZIONE
Subito dopo c'è un altro tocco personale di autocondanna del personaggio che spesso ricorre nelle tue storie quando hai la bontà di far capitare qualcosa di vagamente positivo per Severus:

Vedrai che con il tempo... ehm, tra molti e molti capitoli, questa autocondanna diminuirà e con essa il sadismo...
CITAZIONE
Il mio commento, qui non può essere altrimenti: povero amore mio! E quanti più PAM ci sono tra i miei commenti, tanto più la storia mi è piaciuta, sia chiaro!
Un altro piccolo dettaglio e abbiamo finito di dipingere il "nostro" Severus:

Devo dire che nella citazione della storia, è citato il libretto della Turandot, dove Liù dice di perdere tutto, anche l'impossibile speranza, ma non c'è alcun legame con la storia... però suonava troppo bene per non metterlo.

CITAZIONE
Ma la Val sans retour l'hai inventata tu o esite veramente? Sembra un bel posto...
Carino il finale della tua nota n. 3 (mi piaccione le note, aggiungono sempre qualche cosa di interessante): evidentemente l'infedeltà femminile non era neppure concepita, a quei tempi, così non c'era bisogno di punirla!

La Val sans retour esiste realmente. Ci sono stata quest'estate ed è una bellissima passeggiata... la leggenda ed il nome me l'ha fatta scegliere per il luogo dove nascondere il giardino di Severus.
L'infedeltà femminile è largamente diffusa nel ciclo bretone (basta pensare a Tristano e Isotta o a Ginevra)... più che altro Morgana sembra molto femminista in questo mito!
Appena ho terminato di schedare le foto, ne allegherò una alla storia, per mostrara la valle.

CITAZIONE
A differenza di Chiara, io non riesco minimamente ad immaginare come potrà svilupparsi la storia, quindi sono curiosa di scoprire cosa hai in mente.

Il capitolo I sta riposando, in attesa di rilettura, e sono alle prese con il primo interludio.
Credo che troverai molti altri elementi delle mie storie, già dal prossimo capitolo, che è in attesa di rilettura anche perché sto litigando per il nome della protagonista femminile.
 
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view post Posted on 28/9/2016, 12:56
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Eccomi con il primo capitolo.
Come noterete c'è un forte salto temporale. All'interno della storia, sarà presente la narrazione della costruzione del giardino, in alcuni interludi, che si inframmezzeranno nella linea temporale.


Capitolo I
Ruta graveolens [1]



Londra, San Mungo, 4 aprile 1999



Tutto sembrava ovattato, quasi stesse annegando.
O fosse immerso sotto una spessa coltre di coperte e cuscini.
Da qualche parte provenivano delle voci.
Da qualche altra l’aprirsi di una porta.
Gli parve quasi che qualcuno lo stesse chiamando.
Era quello forse l’anticamera della morte? A chiamarlo era forse il suo ultime giudice?
Avrebbe dovuto avere paura.
Ma non l’aveva. Forse nessun giudice sarebbe stato più severo di quanto non fosse lui stesso.
Oppure non gli importava.
E desiderava unicamente riposare.

***



Foresta di Brocelandia, Val sans retour, 4 aprile 1999



Erano anni che Aelwenn Quéméner non tornava nella Foresta di Brocelandia. Osservandola, mentre seguiva la strada che collegava le varie case del piccolo villaggio, le sembrava che non fosse cambiato nulla.
Eppure tutto era mutato.
O ad essere cambiata era unicamente lei.
Si rendeva conto, soltanto in quel momento, dopo anni, di quanto le fosse mancato quel luogo, che un tempo tanto aveva amato.
Ricordava perfettamente come si fosse divertita ad esplorarlo, insieme agli altri bambini, quand’era piccola.
Forse era per quello che aveva deciso di tornare nella casa dei suoi genitori. Desiderava che Riwal e Margaid potessero provare quelle stesse sensazioni.
Era sempre stata legata alla valle e, in quei momenti, si chiedeva come avesse potuto scordarsene.
Forse era semplicemente stata troppo presa dalla vita successiva alla nascita di Riwal prima e di Margaid poi. Eppure i suoi genitori avevano più volte accennato alla casa, rimasta vuota dopo la morte di zio Yannick.
Ricordò con un sorriso il primo anno di scuola magica.
Quando era andata a Beauxbatons, aveva atteso con gioia il momento in cui sarebbe ritornata a casa. Le era mancata la nonna che era solita raccontarle storie e leggende in bretone ed aveva temuto, per qualche strano motivo, di dimenticare la lingua dei suoi avi, stando lontana da loro.
Quando i suoi genitori si erano trasferiti a Parigi, all’inizio delle vacanze estive, dopo il suo primo anno di scuola, a causa del lavoro di suo padre, aveva sentito con forza nostalgia del luogo dove aveva sempre saputo di poter tornare. Le visite alla nonna, prima, e a zio Yannick, poi, non avevano mai potuto sostituire la sensazione di trovarsi a casa, che aveva provato durante la sua infanzia.
Poi si era sposata con Baptiste.
E le visite a zio Yannick si erano diradate.
E da quando il vecchio parente era morto, cinque anni prima, non vi aveva più fatto ritorno.
Forse era destino che le cose andassero in quel modo e che, alla fine, dovesse tornarvi quando tutto era precipitato in maniera brusca e inaspettata.
«Di chi è quella casa isolata?» domandò Riwal, indicando una dimora di pietra, isolata, poco discosta dalla strada principale.
«È la casa dei Le Du.»
Sapeva che era scorretto chiamarla in quel modo, ma in paese nessuno aveva mai pensato di riferirsi a quell’edificio come alla casa dello straniero.
Ricordava che se n’era discusso all’epoca, quando era giunta voce che Effie aveva un lontano cugino in Inghilterra e, alla fine, si era deciso di continuare a chiamare la dimora casa dei Le Du. Il ragionamento era stato semplice: il nuovo arrivato si sarebbe sentito il benvenuto in quel modo.
A dire il vero Aelwenn non sapeva come fossero finite le cose. Si era trasferita a Parigi il giorno prima dell’arrivo dell’uomo e non l’aveva visto che qualche volta di sfuggita, durante le visite alla nonna e allo zio.
«Sembra abbandonata.» commentò eccitata Margaid.
«Ed in effetti lo è, al momento.» intervenne una voce femminile alle loro spalle. «Sei la nipote di Yannick, giusto?»
Aelwenn annuì, sorridendo.
Non era la prima volta che si sentiva rivolgere quella domanda e non sarebbe nemmeno stata l’ultima. E la donna che le stava di fronte era una delle più care amiche di zio Yannick. La vecchia Gaëlle aveva sempre avuto un ottimo consiglio per lei, le volte in cui l’aveva vista.
«Siamo tutti in pensiero per lui. È quasi un anno che è in coma in quell’ospedale inglese.» le spiegò la donna, incamminandosi al suo fianco. «Sono certa che, se venisse qui, si rimetterebbe in un tempo ben minore. Ma forse non ti ricordi di lui. Avevi poco meno di dodici anni, quando sei andata a Parigi e poi sei venuta sempre più di rado. Magari non l’hai nemmeno mai visto, considerando che veniva in paese solo lo stretto necessario. Se solo avessi saputo cosa stava passando, avrei insistito maggiormente quella volta che l’ho invitato a bere una tazza di sidro. Sono certa che avrai letto di lui sui giornali. Si è fatto un gran parlare del coinvolgimento di Monsieur Piton nella guerra inglese.»
«Ma non abita in Inghilterra, Madame?» domandò Riwal, che aveva trascorso molto tempo a leggere Le Monde de la Magie, dopo quei fatti a cui non voleva pensare realmente. Gli era sembrato di certo preferibile saperne di più sulla guerra al di là della Manica, piuttosto che riflettere sulle ragioni di quanto era accaduto. «Sul giornale c’era scritto che la sua casa era stata distrutta, poco dopo la Battaglia di Hogwarts e l’ho trovato tremendo, considerando che è un eroe, quindi avrebbero dovuto custodirla con cura. Invece non hanno fatto nulla, nonostante Monsieur Piton non potesse fare nulla per proteggere le sue cose.»
«Credo che in Inghilterra non sappiano di questa casa.» commentò Gaëlle, mentre si fermava davanti all’uscio. «Nessuno è mai venuto a trovarlo da quando l’abbiamo visto arrivare per la prima volta. E sono certa che a Nolwenn non sarebbe sfuggita una cosa del genere.»
Aelwenn non commentò la notizia, ma notò una certa eccitazione nei ragazzi. Sapeva che Riwal aveva nutrito un forte interesse nel resoconto del dopo-guerra inglese ed era perfettamente cosciente del motivo. Era anche consapevole del fatto che il bambino – per quanto fosse certa che lui avrebbe odiato sentirsi chiamare così, considerando i suoi undici anni – si era interessato particolarmente alle vicende di Severus Piton. Ed anche Margaid aveva condiviso il medesimo interesse. Quanto a lei, era stata troppo impegnata a rimettere in sesto la sua vita per poter dedicare troppo tempo alla lettura dei giornali.
«Stiamo facendo del nostro meglio per tenere in ordine la casa.» continuò la donna più anziana. «Siamo tutti certi che tornerà e crediamo sia più che giusto che trovi ad attenderlo un luogo accogliente. Quello che ci preoccupa di più, al momento, è il giardino. Purtroppo Gwenole si è trasferito sulla costa, per poter portare avanti degli studi di Erbologia. Nolwenn sostiene che suo figlio è un genio nel campo.»
«Sono certa che lo sia. Era qualche anno avanti a me a scuola e tutti sapevano che aveva una dote per quella materia.» commentò Aelwenn, lanciando un’occhiata ai figli che stavano osservando la casa. «Se volete, Madame, posso dare una mano in giardino.»
Gaëlle le offrì uno dei suoi sorrisi materni, che dispensava a tutti i ragazzi del villaggio. Aelwenn non sapeva nemmeno perché avesse fatto quell’offerta. Forse si trattava unicamente del poter riprendere a fare qualcosa che aveva sempre amato e che avrebbe voluto rifinire, una volta terminata la scuola. Ma si era innamorata di Baptiste e la gravidanza, quando aveva da poco compiuto vent'anni, l’aveva portata verso altri interessi ed al suo attuale lavoro.

***


Foresta di Brocelandia, Val sans retour, 10 giugno 1999



«Che fiore è, mamma?» domandò Margaid, indicando degli arbusti dai piccoli fiori gialli.
«Ruta.» rispose la donna, avvicinandosi alla figlia, insieme a Riwal, con cui aveva tolto le erbacce intorno a della belladonna, in un’altra zona di quella parte del giardino.
La prima volta che l’aveva visto, era rimasta stupita da quanto assomigliasse ad un giardino medievale. Poi aveva osservato con attenzione le piante di due, delle quattro sezioni in cui era suddiviso, e non era le sembrato così casuale. Entrambe erano dei giardini dei semplici, colmi di piante medicinali o con proprietà utili per svariate pozioni. Anche le altre due parti del giardino le erano parse basate sul modo in cui si strutturavano i giardini nel medioevo: una più utilitaria era seminata con ortaggi e piante di uso domestico, l’altra appariva concepita per il piacere dei sensi, per quanto le piante presenti le sembrassero alquanto particolari per una tale scelta.
«È bella.» commentò Margaid, osservando con attenzione i piccoli fiori gialli, su cui si era posata un’ape.
Quel luogo le piaceva, si disse la bambina, mentre si alzava in piedi, imitando la mamma e il fratello. Era un luogo decisamente pacifico, ricolmo di bellissimi fiori e di piante che la mamma aveva detto essere utili per diversi scopi.
Quando fossero tornati a casa, avrebbe preso il libro che la mamma aveva illustrato, con disegni di piante e fiori presenti sia nel mondo Babbano che in quello magico, per capire a cosa potesse servire la ruta.
In quel momento le dispiaceva unicamente doversene andare. V’erano momenti in cui si chiedeva cosa sarebbe accaduto quando Monsieur Piton sarebbe tornato a casa, ma Riwal le aveva detto di aver letto che nell’ospedale magico inglese stavano pensando a trasferirlo da qualche altra parte, perché credevano che non vi fossero più speranze.
Margaid era certa che i giornali stessero raccontando una bugia.
O almeno lo sperava.
Da quel che le aveva detto Riwal, con quel suo fare da grande che alle volte la faceva arrabbiare – in fin dei conti aveva unicamente quattro anni in meno di lui –, Severus Piton si meritava di tornare nel suo giardino a vedere i suoi fuori e a poterli curare. La bambina era certa che gli avrebbe fatto bene, come lo stava facendo alla mamma che sembrava sorridere molto più di frequente da quando avevano lasciato Parigi per la Bretagna.
«E può essere molto utile, se utilizzata nella giusta maniera.» le spiegò Aelwenn. «Oppure può diventare un potente veleno. Però rimane un bel fiore.»
La donna non disse nulla circa il suo significato.
V’era stato un tempo in cui si era interessata al linguaggio nascosto nei fiori, ma gli anni erano trascorsi e soltanto alcuni di questi le erano rimasti impressi. La ruta era simbolo di rimpianto e ricordava che si era chiesta, durante il seminario di studi dove aveva conosciuto Baptiste, se quel significato fosse dovuto alla natura velenosa della pianta. Non era specificato di che rimpianto si trattasse, ma le era parso che potesse essere il rimpianto per la vita che si era tolta con il veleno.
Aelwenn scacciò rapidamente quel pensiero dalla mente, mentre osservava Margaid che lavorava con cura intorno agli arbusti, liberandoli dalle erbacce che si erano sviluppate durante i mesi di abbandono. Da quel poco che aveva letto sui giornali e dalle molte parole che le aveva rivolto Riwal circa la guerra in Inghilterra, sperava che il proprietario della casa non fosse a conoscenza del significato della ruta.
Eppure pareva esserci un che di ripetitivo se si osservava il significato dei fiori – almeno quelli che ricordava –, perché tutti parevano parlare di sentimenti dolorosi. Lanciò uno sguardo alla sezione di giardino che si trovava alla sua sinistra, appena oltre il vialetto che le separava.
Era quella che, in una costruzione medievale, avrebbe dovuto essere rivolta al piacere dei sensi, ma quello che vi lesse fu essenzialmente senso di colpa e pena.

***



Inghilterra, un ospedale Babbano, 19 luglio 1999



Da qualche parte si sentivano delle voci. Non riusciva a comprendere da dove provenissero.
Semplicemente esistevano.
Una di queste, una voce femminile, diceva di tanto in tanto il suo nome.
Ed un’altra voce, maschile, rispondeva.
Non riusciva a distinguere molte altre parole, ma gli sembrava che il tono della donna fosse particolarmente irritato. Anche il suo interlocutore pareva non essere affatto contento, dato che continuava a ripete la parola ingiustizia.
Improvvisamente gli parve di udire l’aprirsi di una porta, accompagnata da una voce sussurrata.
Poi le due voci tornarono a parlare tra di loro.
Soltanto in quel momento riconobbe una di loro, anche se per qualche istante la sua presenza lo disorientò.
Non riuscì a capire se fu l’aver compreso che quella donne fosse Minerva, a renderlo improvvisamente cosciente della realtà.
Ma tutto iniziò a sembrargli più chiaro e tangibile, decisamente meno soffocato e lontano delle altre volte in cui aveva avvertito delle voci, come in lontananza.
Sentì il letto su cui era coricato.
E sentì il dolore nel punto in cui Nagini lo aveva morso.
E comprese di essere ancora vivo.
Forse fu quell’improvvisa consapevolezza a farlo agire.
Oppure voleva unicamente essere certo che quella non fosse una qualche tortura, giunta come giusta punizione delle sue azioni.
Forse non importava, si disse, mentre apriva lentamente gli occhi.



[1] Si tratta del nome scientifico della ruta comune

Edited by Alaide - 8/2/2018, 14:15
 
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CITAZIONE (Alaide @ 20/9/2016, 19:11) 
Arg... mi sono scordata gli avvertimenti... provvedo subito a modificare. È AU, quindi non si parla di pairing funerei.

Ooooh... ma che bellissima notizia! :) :) :)

 
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Hortus Conclusus - Prologo, Syringa vulgaris e Capitolo I, Ruta graveolens



Il breve prologo mi ha subito fatto interessare e incuriosire per questo racconto che, infatti, mi ha conquistato immediatamente.

La Bretagna, terra di coste, solitudine e paesini smarriti e stupendi è un luogo quanto mai adatto a Severus e io la amo tantissimo fin da quando la vidi anni fa.
La descrizione che fai della casa è perfetta; inserita tra case sparse, senza un centro ben strutturato, ma calda e accogliente.
Lì c’è il posto appropriato per il giardino di Severus.

Mi è piaciuta molto la sequenza temporale che hai usato e anche la storia nella storia di una giovane donna e dei suoi figli che credo abbia un seguito...

L’atmosfera è calma, quasi rarefatta se si escludono le riflessioni e gli intimi pensieri dei personaggi.
Il tuo è un Severus sofferente fin dalla prima riga ed io riesco ad immaginarlo facilmente attraverso la tua descrizione fisica, ma soprattutto psicologica.
E’ un giovane uomo stanco, provato che vuole soltanto avere – questo è il caso – un luogo soltanto suo, dove vivere pochi momenti di pace a contatto delle piante e del silenzio.
Non conosco la struttura del giardino medievale, ma il giardino dei semplici mi è parso perfetto per Severus, non avrei potuto immaginare che mancasse quell’angolo in un giardino creato da lui.
Utilità e bellezza, simbologie ed eventi lontani nello spazio che mi hanno incuriosito per le implicazioni future.

Non è un caso che la voce del risveglio sia quella di Minerva.
Molto, molto bello: una lettura piacevole e coinvolgente.
Aspetto il seguito, ovvio. :wub: :wub:

Edited by chiara53 - 30/9/2016, 08:42
 
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CITAZIONE (chiara53 @ 28/9/2016, 17:26) 
Il breve prologo mi ha subito fatto interessare e incuriosire per questo racconto che, infatti, mi ha conquistato immediatamente.

La Bretagna, terra di coste, solitudine e paesini smarriti e stupendi è un luogo quanto mai adatto a Severus e io la amo tantissimo fin da quando la vidi anni fa.
La descrizione che fai della casa è perfetta; inserita tra case sparse, senza un centro ben strutturato, ma calda e accogliente.
Lì c’è il posto appropriato per il giardino di Severus.

Sono felice che tu abbia trovato l'ambiente perfetto per il giardino di Severus. D'altronde la Bretagna ha anche tutto un apparato di miti e leggende che, secondo me, ben si addice al mondo magico di cui Severus fa parte.

CITAZIONE
Mi è piaciuta molto la sequenza temporale che hai usato e anche la storia nella storia di una giovane donna e dei suoi figli che credo ha un seguito...

Ha naturalmente un seguito... anche se noto di essere riuscita a ingannarti su un punto (quale sia non te lo dico, ovviamente, ma verrà fuori nel secondo o terzo capitolo). D'altronde dovresti anche chiederti che fine abbia fatto il marito della suddetta giovane donna.

CITAZIONE
L’atmosfera è calma, quasi rarefatta se si escludono le riflessioni e gli intimi pensieri dei personaggi.
Il tuo è un Severus sofferente fin dalla prima riga ed io riesco ad immaginarlo facilmente attraverso la tua descrizione fisica, ma soprattutto psicologica.
E’ un giovane uomo stanco, provato che vuole soltanto avere – questo è il caso – un luogo soltanto suo, dove vivere pochi momenti di pace a contatto delle piante e del silenzio.

Felicissima che l'atmosfera ti sia piaciuta, così come tutta l'impostazione del prologo e la presentazione di Severus.

CITAZIONE
Non conosco la struttura del giardino medievale, ma il giardino dei semplici mi è parso perfetto per Severus, non avrei potuto immaginare che mancasse quell’angolo in un giardino creato da lui.
Utilità e bellezza, simbologie ed eventi lontani nello spazio che mi hanno incuriosito per le implicazioni future.

Il giardino medievale è un giardino "logico", che unisce utilità e bellezza. Si tratta essenzialmente di un giardino di forma all'incirca rettangolare, chiuso da mura - pensa al chiostro di un convento oppure ad una corte interna di un castello o di una casa di città - diviso in aiuole quadrate o rettangolari, ognuna dedicata ad uno scopo. Ci sarà quindi il giardino dei semplici, l'orto, la parte di giardino dedicata al piacere dei sensi, il cosidetto giardino utilitario (dove ci sono i fiori che servono per le tinture o per la creazione di saponi). Sul fondo di solito è presente un frutteto.
Per costruire il giardino di Severus (a cui ho aggiunto i due roseti ai lati, unicamente per renderlo chiuso) mi sono basata su alcuni studi universitari circa la struttura del giardino medievale. E poi l'ho disegnato. Appena riesco a metterlo più ordinatamente su carta, presenterò la pianta del giardino nella discussione apposita.

CITAZIONE
Non è un caso che la voce del risveglio sia quella di Minerva.
Molto, molto bello: una lettura piacevole e coinvolgente.
Aspetto il seguito, ovvio.

Felice che tu stia trovando la lettura piacevole!
Quanto al seguito, torneremo al 1982... dove Severus sta "costruendo" la prima sezione del suo giardino (e qui sarò molto vaga. Sono una pessima giardiniera)
 
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view post Posted on 29/9/2016, 11:07
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CITAZIONE
Ha naturalmente un seguito... anche se noto di essere riuscita a ingannarti su un punto (quale sia non te lo dico, ovviamente, ma verrà fuori nel secondo o terzo capitolo). D'altronde dovresti anche chiederti che fine abbia fatto il marito della suddetta giovane donna.

Me lo sono chiesto eccome questa frase mi ha confuso... :wub: :D
V’era stato un tempo in cui si era interessata al linguaggio nascosto nei fiori, ma gli anni erano trascorsi e soltanto alcuni di questi le erano rimasti impressi. La ruta era simbolo di rimpianto e ricordava che si era chiesta, durante il seminario di studi dove aveva conosciuto Baptiste, se quel significato fosse dovuto alla natura velenosa della pianta. Non era specificato di che rimpianto si trattasse, ma le era parso che potesse essere il rimpianto per la vita che si era tolta con il veleno.
 
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view post Posted on 29/9/2016, 16:43
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Capitolo 1

Cominciamo subito con un bel "Povero amore mio"!!! Me lo hai lasciato oltre un anno in coma!!! Periodo di tempo in cui, ovviamente, conoscendoti, avrà avuto tutto il tempo per soffrire e auto-tormentarsi per le sue colpe: infatti non serve affatto il "forse" sull'ipotesi che non ci sia giudice più severo di lui!
Riposo, oblio... quanto ne avrebbe bisogno... povero amore mio... :lovelove:

Un'ottima presentazione del personaggio femminile e delle sue passate vicende: mi è simpatica e lo sono anche i due figli.
Così come mi sono simpatici e mi piacciono questi maghi francesi (i due bimbi, poi sono davvero deliziosi e dolcissimi) così attenti alle vicende di Piton e così ben disposti verso di lui al punto di prendersi cura della sua casa e del suo giardino; un gesto davvero molto bello, del tutto inaspettato, delicato e rispettoso, che mi ha commosso provocando anche un piccolo e persistente nodo alla gola.
La tua mano in questa storia è attenta e delicata, tratteggia e dipinge con attenzione tutti i particolari: mi piace!

L'interpretazione del significato della ruta è assolutamente perfetto per Severus, bravissima; ed è vana la speranza di Aelwenn che Severus non ne conosca il significato! Tutto il suo giardino parla di lui, è stato fatto nel tempo a misura delle sue colpe, dei suoi rimorsi, dei suoi rimpianti e del suo dolore. Povero amore mio... :lovelove:

E di nuovo povero amore mio nel finale, dove non aggiungo altro, perchè già ci hai pensato tu: dolore, tortura, punizione...

Bello il tutto, mi è piaciuto!

Mi puoi dare qualche spiegazione in più sul "giardino medievale"? Grazie.
 
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view post Posted on 29/9/2016, 16:57
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Uhm... per come è costruita questa iniziativa, direi che è meglio inserire qui direttamente i commenti, con botta e risposta, che hanno più senso qui che non nella discussione autore-recensioni, visto che queste storie non verranno poi spostate, neppure dopo la loro eventuale pubblicazione su MSS.
Meglio spostare qui i messaggi messi di là. Scusate se lo dico con ritardo.

EDIT - messaggi spostati.


CITAZIONE (chiara53 @ 29/9/2016, 12:07) 
CITAZIONE
Ha naturalmente un seguito... anche se noto di essere riuscita a ingannarti su un punto (quale sia non te lo dico, ovviamente, ma verrà fuori nel secondo o terzo capitolo). D'altronde dovresti anche chiederti che fine abbia fatto il marito della suddetta giovane donna.

Me lo sono chiesto eccome questa frase mi ha confuso... :wub: :D
V’era stato un tempo in cui si era interessata al linguaggio nascosto nei fiori, ma gli anni erano trascorsi e soltanto alcuni di questi le erano rimasti impressi. La ruta era simbolo di rimpianto e ricordava che si era chiesta, durante il seminario di studi dove aveva conosciuto Baptiste, se quel significato fosse dovuto alla natura velenosa della pianta. Non era specificato di che rimpianto si trattasse, ma le era parso che potesse essere il rimpianto per la vita che si era tolta con il veleno.

Uhm... la mia interpretazione di quella frase è diversa e si riferisce, secondo me, alle vite tolte da Severus.
Il marito... non hai scritto che ha avuto un incidente? Credo che sia morto a seguito di quello.
 
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CITAZIONE (Ida59 @ 29/9/2016, 17:43)
Cominciamo subito con un bel "Povero amore mio"!!! Me lo hai lasciato oltre un anno in coma!!! Periodo di tempo in cui, ovviamente, conoscendoti, avrà avuto tutto il tempo per soffrire e auto-tormentarsi per le sue colpe: infatti non serve affatto il "forse" sull'ipotesi che non ci sia giudice più severo di lui!
Riposo, oblio... quanto ne avrebbe bisogno... povero amore mio...

Subito era un coma molto più lungo, poi ho deciso di abbreviare i tempi (in fondo avevo promesso di non essere troppo sadica... so che al momento non si nota... però, fidati). Sul coma - considerando le mie inesistenti conoscenze mediche - sono stata volutamente vaga, ma, in effetti, essendo la mente di Severus vigile, le cose sono andate come dici tu.

CITAZIONE
Un'ottima presentazione del personaggio femminile e delle sue passate vicende: mi è simpatica e lo sono anche i due figli.
Così come mi sono simpatici e mi piacciono questi maghi francesi (i due bimbi, poi sono davvero deliziosi e dolcissimi) così attenti alle vicende di Piton e così ben disposti verso di lui al punto di prendersi cura della sua casa e del suo giardino; un gesto davvero molto bello, del tutto inaspettato, delicato e rispettoso, che mi ha commosso provocando anche un piccolo e persistente nodo alla gola.
La tua mano in questa storia è attenta e delicata, tratteggia e dipinge con attenzione tutti i particolari: mi piace!

I bretoni sono persone molto accoglienti. D'altronde loro non hanno alcun pregiudizio nei confronti di Severus e quello che sanno di lui, l'hanno letto sui giornali (i quotidiani francesi, o perlmeno Le Monde, a cui sono abbonata, sono generalmente piuttosto "secchi" nel dare le notizie, senza troppo fronzoli). Per loro si trattava unicamente del parente schivo e solitario di Effie Le Du.
Quanto ad Aelwenn sono felice che ti piaccia e che ti piacciano Riwal e Margaid (ho fatto una fatica atroce a trovare tutti nomi bretoni). C'è un piccolo particolare nascosto circa Aelwenn ed i bambini, che verrà svelato comunque nei prossimi capitoli.

CITAZIONE
L'interpretazione del significato della ruta è assolutamente perfetto per Severus, bravissima; ed è vana la speranza di Aelwenn che Severus non ne conosca il significato! Tutto il suo giardino parla di lui, è stato fatto nel tempo a misura delle sue colpe, dei suoi rimorsi, dei suoi rimpianti e del suo dolore. Povero amore mio...

Il giardino ha tutti - o quasi (ci sono anche fiori dal significato positivo, perché sono ottimi ingredienti per pozioni, quindi non potevo escluderli) - fiori con significati legati ai rimorsi e al dolore di Severus (mi sono fatta una bellissima tabella con tutti i fiori ed i loro significati... scrivendo nei NO accanto a quelli che indicavano "Felicità" o "Amore ricambiato").

CITAZIONE
E di nuovo povero amore mio nel finale, dove non aggiungo altro, perchè già ci hai pensato tu: dolore, tortura, punizione...

Bello il tutto, mi è piaciuto!

Felicissima che ti sia piaciuto tutto!!!
CITAZIONE
Mi puoi dare qualche spiegazione in più sul "giardino medievale"? Grazie.

Il giardino medievale è un giardino discreto e nascosto, ben diverso dal giardino barocco o anche da quello rinascimentale.
Si tratta di uno spazio chiuso all'interno di mura - il chiostro di un convento, la corte di un castello - in cui si mischiano utilità e bellezza.
Sono, da quel che si deduce dai documenti che hanno dato luogo a delle belle ricostruzioni in alcuni castelli francesi, di uno spazio diviso in quadrati (il numero può essere vario, nel caso del giardino di Severus sono quattro), con al centro, alle volte, un pozzo od un piccolo bacino d'acqua. Non è quindi un giardino colmo d'acqua, come il giardino islamico (presenza dell'acqua spiegabile dal fatto che nasce in luoghi aridi) o come sarà il giardino barocco (pensa a Versailles e alle due fontane).
Si tratta di un luogo che nasce con scopi precisi, per coltivare piante utili per la creazione di medicinali o di tinture o di saponi. Queste piante hanno anche bellissimi fiori, quindi si ha una perfetta unione tra utilità e bellezza. Da quello che si apprende dai documenti, è sempre presente il giardino dei semplici, costituito da piante officinali, ovvero da tutte quelle piante che hanno usi medici. La ruta era una di queste: è un veleno se usata in eccesso, ma anche un medicinale qualora ne si ricavi un unguento (o almeno questo è quello che ho trovato), così come era presente l'assenzio o la lavanda (tra l'altro citata sul lexicon come ingrediente per pozioni). Oltre al giardino dei semplici, era di solito presente un orto e un frutteto (questo generalmente sul fondo del giardino e se c'era abbastanza spazio). Era presente uno spazio utilitario per piante utili per ricavare i colori e quindi le tinture o prodotti di bellezza o saponi per lavarsi (spesso l'acqua presente negli acquamanili, con cui ci si lavava le mani prima di mangiare e durante il pasto - non esisteva la forchetta, quindi si usavano le mani - erano profumate con fiori presi dai giardini). Infine v'era uno spazio dedicato unicamente alla bellezza (i francesi lo chiamano d'agrément) che faceva riferimento, alle volte, ai cinque sensi, altre alla Madonna.
Dal giardino medievale deriva il primo giardino rinascimentale che però si amplia e perde progressivamente lo scopo "utile" per diventare sempre più un luogo di delizia e bellezza, da cui deriva il giardino barocco.
Per Severus, un giardino discreto e rinchiuso all'interno di mura (nel mio caso nascosto alla vista dal frutteto e dal roseto) mi è parso l'ideale.
Spero di essere stata chiara.
Appena avrò sistemato tutto, proporrò la piante del giardino, senza però svelare i fiori che vi sono all'interno (devo unicamente ridisegnarla, perché io ho lo schema dei fiori e questi non voglio svelarli prima del tempo).


CITAZIONE (Ida59 @ 29/9/2016, 17:57) 
Uhm... la mia interpretazione di quella frase è diversa e si riferisce, secondo me, alle vite tolte da Severus.
Il marito... non hai scritto che ha avuto un incidente? Credo che sia morto a seguito di quello.

Sì, quella frase va interpretata in questo modo.
Quanto al marito, dato che ho cambiato un particolare quando il capitolo era già stato scritto (anzi le cose ad essere state modificate sono due e le svelerò al momento opportuno), non ricordavo più dell'accenneto all'incidente... sulla cui natura ed esito non dico però nulla.
 
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view post Posted on 19/10/2016, 07:18
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Eccomi con il primo interludio. So che è piuttosto breve, ma mi serviva per mostrare la creazione della prima sessione del giardino.
Spero vi possa piacere.



Interludio I

Hyacintus orientalis[1]



Foresta di Brocelandia, Val sans retour, 24 agosto 1982



Aveva trascorso tutta l’estate in Bretagna, contrariamente a quanto aveva creduto.
Era strano il modo in cui aveva iniziato ad apprezzare la casa ed il giardino, al quale aveva dedicato lunghe e faticose ore.
Ed era ben lungi dall’aver finito.
Aveva deciso di dividere lo spiazzo in quattro quadrati, a cui assegnare una funzione ben precisa. Ricordava di aver letto che era così che venivano organizzati i giardini durante il Medioevo, sia nei monasteri che nelle abitazioni private.
Era un modo ordinato di organizzare le proprie piante, basato su un buon miscuglio di utilità e bellezza.
In fin dei conti un gran numero delle piante utilizzate negli intrugli degli speziali e dei frati dell’epoca producevano splendidi fiori.
E molte di queste piante erano alla base di diverse pozioni, si disse, mentre posizionava con delicatezza un bulbo, per poi ricoprirlo di terra.
Non sapeva per quale motivo, ma aveva preferito lavorare, usando la magia il meno possibile.
Forse era perché aveva scelto soltanto piante non magiche, considerando che quelle magiche avevano bisogno di habitat ben più particolari che un giardino in Bretagna.
Oppure era perché il lavoro fisico gli permetteva di concentrare la sua attenzione su qualcosa che non fosse il senso di colpa che lo accompagnava sempre.
Era certo che, se avesse usato la magia, sarebbe riuscito a finire tutto prima di dover tornare in Inghilterra.
Eppure provava una qual certa soddisfazione nel notare di aver completato il primo quadrato, che si trovava vicino al frutteto, sulla sinistra.
Aveva scelto con cura ogni gambo di menta, ogni cespuglio di lavanda ed ogni persicaria.
Ed in quel momento stava aggiungendo i bulbi di giacinto blu che sarebbe fiorito la prossima primavera.
Era una pianta che amava celarsi, fino a quando non scopriva la propria bellezza.
Era decisamente diversa da lui, che forse non era degno di possedere tanta bellezza.
Anch’egli aveva un’anima celata, ma quell’anima era sporca e malata.
Il fiore del giacinto era splendido.
Era un fiore perseverante[2], che ogni anno scompariva per poi rifare la sua comparsa in primavera.
Forse era quella l’unica cosa che avevano in comune, o che egli sperava di avere in comune con quel fiore.
Sarebbe stato colmo della stessa perseveranza quando sarebbe giunto il momento.
Quando il Signore Oscuro sarebbe tornato.
Quando avrebbe fatto tutto il possibile per poter, in qualche modo, porre riparo al più grave e totalizzante dei suoi errori.
Ma nulla lo avrebbe mai fatto diventare innocente come quel fiore, né come le margherite che parevano occhieggiarlo oltre la menta.
La sua anima era irrimediabilmente macchiata.
E non meritava la bellezza di quel giardino.
Per un breve istante ebbe la tentazione di distruggere tutto il duro lavoro di quell’estate.
Ma qualcosa lo bloccò.
Forse era unicamente perché, in quel giardino, poteva, seppure brevemente, immergersi in qualcosa che aveva una strana parvenza di normalità.
Era normale che un pozionista curasse personalmente le sue piante.
Era normale che il proprietario della casa dei Le Du – come aveva scoperto la chiamavano gli abitanti del piccolo villaggio – si prendesse cura del terreno dietro di questa.
E per qualche breve istante poteva assaporare l’inebriante profumo della normalità, per poi rendersi immediatamente conto di aver distrutto con le sue stesse mani ogni possibilità di avere una vita che non fosse proiettata verso un futuro terribile.
Non si faceva illusioni.
Sapeva che avrebbe dovuto commettere atti tremendi, quando sarebbe stato nuovamente al cospetto dell’Oscuro Signore.
Ed era consapevole che non sarebbe importato lo scopo.
La sua anima ne sarebbe uscita dilaniata.
E la sua mente sarebbe stata preda dell’illusione di un perdono che non sarebbe mai arrivato.


[1]Si tratta del nome scientifico del giacinto.
[2]Sto giocando con il significato medievale del giacinto blu: la perseveranza


Edited by Alaide - 27/10/2016, 09:08
 
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view post Posted on 19/10/2016, 10:40
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Quando avrebbe fatto tutto il possibile affinché potesse, in qualche modo, .....al più grave e totalizzante dei suoi errori.

Mi è piaciuto molto l'interludio e ne parlerò più diffusamente, intanto ti segnalo una frase in cui manca qualcosa forse porre riparo?
 
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view post Posted on 20/10/2016, 06:59
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CITAZIONE (chiara53 @ 19/10/2016, 11:40) 
Mi è piaciuto molto l'interludio e ne parlerò più diffusamente, intanto ti segnalo una frase in cui manca qualcosa forse porre riparo?

Grazie Chiara! Vado a correggere tutto! Ecco cosa succede a scrivere tra un capitolo e l'altro di Geopolitica del XVI secolo :P
 
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view post Posted on 20/10/2016, 23:51
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Edited by Ida59 - 23/2/2018, 12:38
 
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view post Posted on 21/10/2016, 21:37
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Edited by Ida59 - 2/7/2017, 16:25
 
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