So di avere una storia in sospeso (da anni) in questa discussione, ma dovrei rivederla tutta, anche perché ho drammaticamente perso gli appunti con tutto lo sviluppo della trama, di cui non ricordo più nulla.
Però, l'idea di un giardino curato da Severus continua ad affascinarmi e, prendendo spunto dall'epilogo di
Winterreise, il giardino di Severus è diventato quello della casa di Villandry.
Titolo: Frammenti di giardino
Autore: Alaide - novembre 2022 -
Bera-reader: /
Tipologia: Long-fiction
Rating: Per tutti
Genere: Introspettivo
Personaggi: Severus Piton, personaggio originale
Pairing: Severus/Personaggio originale
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto:
Mentre ricambiava l’abbraccio di Rebecca, portò lo sguardo sulla vecchia quercia che si trovava di fronte a lui e si ricordò di come fosse proprio intorno a quell’albero che avevano iniziato a lavorare al giardino che li circondava rigoglioso.Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì, prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. La trama di questa storia é invece di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.
Note:
1. Non si tratta di una vera e propria storia a capitoli, ma di una serie di momenti che accompagnano la crescita del giardino e che potrebbero anche non apparire in ordine cronologico (metterò comunque un'indicazione cronologica ad ogni capitolo).
2. Il titolo dei capitoli richiama al significato medievale del fiore o pianta protagonista del capitolo.
3. La storia è un seguito di
Winterreise.
Indice:
Prologo (qui sotto)
Lealtà e costanzaPurezzaBuone azioniGiardino dei sempliciEmpatiaIo amoSperanzaNobiltà d'animoDolcezzaInnocenza e contentezzaEpilogo
Prologo
Villandry, 20 giugno 2016
Rebecca Ainsworth stava osservando con attenzione alcuni dei fiori che papà aveva piantato nel loro giardino. Quand’era stata piccola, nei primi anni successivi al loro arrivo a Villandry, aveva creduto che li avesse scelti perché stavano bene vicini, poi, il nonno aveva guardato quell’angolo di giardino con uno strano sorriso sulle labbra, senza però fare nessun commento.
Era stata la mamma di Renaud a darle la chiave per comprendere che papà aveva pensato a zia Ygraine quando aveva piantato la serenella. La donna, che lavorava per il castello di Villandry e si occupava, in particolar modo, dei suoi giardini, le aveva detto, una volta che era stata loro ospite, che il loro sembrava quasi un libro, tanto erano accurati i significati di ogni fiore.
Rebecca aveva undici anni, allora, e aveva chiesto maggiori spiegazioni a Françoise, che le aveva regalato un volume sull’argomento.
Era stato così che aveva scoperto che la serenella rappresentava la purezza e sapeva che papà riteneva che mamma avesse un animo puro. Ed era stato così che aveva potuto, negli anni successivi, comprendere quali fossero i significati di tutti gli altri fiori.
Alcuni erano stati piantati per lei o per i suoi fratelli.
Altri erano state una sorta di risposta di mamma.
O almeno così credeva.
Di certo, la quercia, il ciliegio e il pero erano già presenti nel giardino, quando si erano trasferiti, ma era certa che avessero assunto un significato che i precedenti proprietari non potevano nemmeno immaginare.
«Rebecca» la ragazza si voltò e sorrise a papà, che l’aveva appena raggiunta in giardino. Era certa che sarebbe tornato più tardi da Tours, dove si era recato per derimere una questione al centro studi, presso il quale ricopriva, da qualche mese, uno dei ruoli più importanti. «Cosa ti affascina della nostra serenella?»
«Sto cercando di capire quali fiori mettere tra i capelli il giorno del mio matrimonio.»
Severus osservò il volto sorridente di Rebecca, che si sarebbe sposata a fine luglio con il figlio dei vicini di casa. Renaud aveva impiegato alcune settimane, sul finire dell’anno precedente, per afferrare pienamente l’idea di aver vissuto accanto a dei maghi per tutti quegli anni. Il ragazzo aveva passato molti pomeriggi a parlare con Ygraine forse per capire come un Babbano potesse rapportarsi con il Mondo Magico.
«Sai che puoi prendere qualsiasi fiore tu voglia.»
«Lo so, papà, ma… la serenella è un fiore di mamma… e anche molti altri.»
Il volto di Rebecca si era fatto indeciso al pari delle sue parole, mentre indicava i vari fiori che si trovavano intorno e accanto alla serenella.
«Non dovresti preoccuparti di questo. Sono certo che Ygraine non avrà nulla da ridire se vorrai intrecciare ai tuoi capelli delle campanule e dei fiordalisi.»
«So anche questo, papà», affermò la giovane con espressione quasi nostalgica. «Forse sono così insicura perché mi sembra di abbandonare il nostro giardino.»
«Rebecca…»
«So che vivrò a Chinon che è vicinissimo, ancor più per me che posso Materializzarmi qui quando voglio, ma… mi prenderai per una sciocca, ma mi sento felice e allo stesso tempo terrorizzata. Amo Renaud e desidero sposarlo, però… tu e mamma fate sembrare tutto facile. Ricordo ancora quando siamo arrivati qui e tutto è stato così naturale e semplice.»
«Credi veramente, Rebecca, che non provassi alcun timore quando ci siamo trasferiti qui?»
Non aveva mai parlato con la figlia delle paure che l’avevano assalito durante i primi mesi in cui aveva vissuto in Francia, ma riteneva che quello fosse il momento giusto per farlo. Era fin troppo cosciente che la giovane lo idealizzava, per quanto ci fosse ben poco da idealizzare. Non provava più i morsi della colpa come quando aveva incontrato Ygraine e Rebecca, ma era cosciente del male che aveva fatto in passato e di quanto gli fosse costato tentare di porvi rimedio.
E, se era giunto a quella consapevolezza, se era riuscito a perdonarsi, lo doveva unicamente alla moglie, alla giovane strega con cui stava parlando e ai figli che si trovavano a Hogwarts.
«Eppure, non sembrava che tu avessi paura, papà», mormorò la ragazza. «So che, in passato, hai dovuto nascondere tanto, ma… a me apparivi unicamente sereno.»
«Quando siamo venuti a vivere a Villandry mi sono ritrovato, Rebecca, a temere la felicità che avevo iniziato a provare», spiegò Severus. Forse avrebbe potuto tacere, ma, come aveva fatto altre volte, decise di essere sincero con la giovane strega che, tanti anni prima, gli aveva chiesto un fazzoletto alla Tate Britain. «Conosci il mio passato e sai che, quando ho incontrato te e Ygraine, ero un uomo diverso da quello che sono diventato adesso. Ero certo che mi fosse preclusa qualsiasi forma di felicità, che le colpe che aveva commesso fossero troppo grandi per meritare anche la ben che minima gioia. Quando siamo arrivati in Francia, mentre le settimane si succedevano, ho iniziato a temere quella felicità che credevo perduta e che tu e Ygraine mi stavate donando.»
Rebecca sapeva di non essersi accorta di nulla, allora, presa com’era a adattarsi a quella nuova vita. Era stata unicamente felice di poter vivere accanto all’uomo che aveva iniziato da tempo a considerare come un padre. Tutto le era sembrato così semplice e naturale, quasi che la loro fosse sempre stata una famiglia.
Non aveva nemmeno idea di cosa dire, ma, forse, le parole non sarebbero servite, si disse, mentre abbracciava Severus.
«Ti voglio bene, papà», mormorò.
Intorno a loro il giardino era colmo di fiori, ognuno accudito con cura e piantato in un determinato momento della loro vita e Severus era certo che la figlia avrebbe dato vita ad un nuovo giardino nella casa di Chinon dove sarebbe andata a vivere con Renaud che avrebbe insegnato inglese nel liceo locale.
Mentre ricambiava l’abbraccio di Rebecca, portò lo sguardo sulla vecchia quercia che si trovava di fronte a lui e si ricordò di come fosse proprio intorno a quell’albero che avevano iniziato a lavorare al giardino che li circondava rigoglioso.
Edited by Alaide - 28/11/2023, 10:48
