Una premessa di carattere generale: in alcuni casi le immagini appaiono tra loro slegate, pur contenendo in esse l’oggetto della sfida, ovvero il fuoco. Il proporre immagini con temi diversi tra di loro è una scelta personale, non vi era nessun obbligo nel regolamento del concorso, ma può risultare perdente.
Quando le fotografie hanno in comune, oltre al tema principale, anche un, diciamo così, tema secondario, chi le osserva è più portato a soffermarsi su di loro, e magari a rivederle per cercare qualcosa che nell’immagine appena vista si trova ma non si è notato.
Il vedere e rivedere “fissa” in qualche modo l’immagine nella memoria e la fa preferire ad altre, magari viste solo di sfuggita.
Pensate, 6 concorrenti per 3 foto ciascuno, porta ad un totale di 18 immagini. Sfido chiunque dopo una veloce visione, certamente non favorita dai meccanismi proposti dal forum in cui bisogna scorrere i singoli messaggi per visualizzare le fotografie, a ricordare esattamente quello che ha visto.
La decisione viene presa a “pelle” da una rosa di immagini che sono state definite “belle” ad una prima veloce lettura. In questo modo altre fotografie, magari ancora più belle, vengono scartate.
Il tema secondario non è relegato ai soli soggetti presenti nelle fotografie, ma può benissimo riguardare i colori, il senso generale della scena, o qualsiasi altra cosa, purché sia riconoscibile e possa unire le immagini anche solo a livello di sensazione.
Detto questo, fate come vi pare!
Passiamo alle “critiche”:
Ida59, la vincitrice con ‘scintille’, propone tre immagini legate da un colore, il rosso, appena accennato nella prima fotografia e molto più potente nelle altre due della serie.
Di scintille mi piace la pienezza della scena ed il buon equilibrio cromatico. Il mosso è funzionale all’immagine e le persone, seppur presenti, restano quasi escluse dalla scena, prepotentemente dedicata alla sola luce emanata dai fuochi,
‘Graffiti di fuoco’ necessiterebbe di una abbondante “potatura” nella parte alta, ottenendo così un’immagine rettangolare dal forte sviluppo orizzontale, peccato poi che la figura in fondo a destra sia rivolta verso l’esterno, se avesse “guardato” al centro la potenza dell’immagine ne avrebbe guadagnato.
‘I colori delle fiamme’ propone una ambientazione utilizzata anche da altri autori, ma in questo caso la realizzazione è esagerata, iper-contrastata, con colori innaturali, e oltre a tutto la candela principale, al centro della scena è leggermente ammaccata. Ha tutto per far dire bleah! ad un palato raffinato. Detto questo, rimane la mia PREFERITA tra le tre. Trovo che in questa immagine la fotografia diventi (quasi) grafica, proponendo quei temi e colori cari al movimento POP.
Questa foto può piacere o non piacere per gli stessi motivi, quindi diventare fonte di discussione e di confronto, in ogni caso non può essere definita banale.
Annrose, seconda con ‘luce’, propone tre fotografie caratterizzate da una tonalità fredda che può piacere o meno, ma che sembra essere il segno distintivo delle sue immagini.
‘Luce’, a differenza della fotografia di Ida59 passa dal tema grafico all’iper-realismo, le tre fiamme danno la netta sensazione di poterti scottare se ti avvicini troppo, lo sfondo nero le rende sospese nel vuoto, privando l’occhio di una qualsiasi possibilità di distrarsi. Corretta anche la decisione di porre l’andamento leggermente in diagonale, una scelta che apre l’immagine donandole movimento.
“Magia” ha troppi soggetti nell’immagine, questi creano “confusione” e l’occhio non sa più dove guardare, anche Il contrasto (vedi dita della mano) è troppo elevato ed anche la luminosità è eccessiva, non si vedono i dettagli della fiamma, ma solo una massa bianco/giallastra così come la finestra sullo sfondo non è nient’altro che un buco bianco.
Occorreva curare di più l’esposizione, spostarsi per migliorare l’inquadratura e fare un taglio in post produzione per eliminare gli elementi di disturbo. Si, lo so che non sempre si può fare quello che si vuole, ma se riusciamo a pensare al risultato prima di scattare, dovremmo essere in grado di ottenere con pochi interventi l’immagine che abbiamo immaginato.
‘Preghiera’ porta in sé gli stessi problemi, anche se in misura minore, di “Magia”.
Troppi soggetti, (la pia donna dietro le luci è più disturbante per l’occhio che funzionale all’immagine), l’inquadratura è leggermente storta e mancante di una piccola parte nel riquadro superiore. Non è che tutte le fotografie debbano essere dritte e perfette, ma l’imperfezione deve essere cercata, non trovata per caso, per cui ben vengano immagini storte se l’essere storte serve a “dire” qualcosa, negli altri casi occorre prestare più attenzione o, eventualmente tagliare e raddrizzare l’immagine in post-produzione.
Mi piace invece la decisione di utilizzare colori freddi e il “pallore” che traspare dall’immagine, insomma mi piace l’atmosfera che questa fotografia sa ricreare.
Ellyson, la tua fotografia ‘Corridoio rosso sangue’ ha buoni spunti ed alcune manchevolezze.
A parte la sfocatura evidente in primo piano (lo stoppino della candela) e la palese sovraesposizione di alcune aree (parti troppo bianche, prive di dettagli, forse migliorabili togliendo un poco di luminosità e recuperando un pochino, ma proprio pochino, di contrasto), è la parte superiore dell’immagine a non convincere.
Provate ad immaginarla tagliata in orizzontale appena sopra la fiamma della seconda candela in alto, non ne guadagnerebbe in pulizia con un fotogramma ben riempito dalle “perline” rosse poste sul vassoio e senza la parte “vuota” in alto?
‘Quattro luci’ ha il pregio di essere ben strutturata.
In questo caso occorrerebbe tagliare un pochino l’immagine a destra per centrare meglio i soggetti, senza parti inutili.
In questo modo l’occhio di chi guarda è obbligato a focalizzarsi sui quattro bicchieri e sui loro evocativi colori. La scelta di utilizzare un solo punto luce ha come effetto di enfatizzare i due bicchieri centrali lasciando gli altri due leggermente in ombra sui bordi esterni; è una scelta, e come tale soggetta ai gusti dell’artista per cui insindacabile!
‘Alone in the darkness’, tutta la fotografia è contenuta nel titolo, ed il titolo riassume perfettamente la fotografia, cosa volere di più?
Dal punto di vista tecnico i neri mancano di profondità e i bianchi sono fin troppo aggressivi, potresti provare ad aprire le ombre, aumentare i neri e ridurre le luci, operazioni fattibili con quasi tutti i programmi di post produzione disponibili, primo tra tutti Gimp (cito questo perché è gratuito, ma basta qualcosa di molto meno potente).
Arwen68, la tua prima fotografia, ‘Luce e calore’ è talmente “sbagliata” da essere bella.
Tra le tre inviate è sicuramente quella che preferisco. I colori sono falsissimi e la fiamma più che vederla la si immagina; le foglie verdazzurre sono mitiche e l’inquadratura centrale è perfetta per questa fotografia.
Non so se è quello che volevi ottenere, ma (per me) ha funzionato.
Di ‘Illuminando il cammino’ e ‘Festeggiando’ non posso parlare altrettanto bene.
In tutti e due i casi i difetti (colori falsi, bruciature delle alte luci ecc.) restano difetti.
Forse se tu avessi inserito delle figure umane nelle tue immagini, non dico figure intere, bastava qualcosa che desse l’impressione della figura immaginata, ad esempio un’ombra nella prima e un tratto di velo nuziale nella seconda) le fotografie ne avrebbero guadagnato in narrazione diventando così testimoni dell’attimo da te vissuto e non semplici immagini. Continua ad esercitarti e a guardare le fotografie proposte da altri, magari qualche grande nome (Adams, Erwitt ecc... o cercando sui siti delle grandi agenzie tipo Magnum o di riviste come il National Geographic; in rete ne trovi tantissime), ne trarrai sicuramente più di uno spunto.
Starliam. Il primo impatto con le tue fotografie è stato straniante; le prime due “Fuoco e tradizione” e “Fuoco azzurro” le ho trovate leggermente inquietanti (perché le trovo inquietanti? E che ne so, la mia è solo un’impressione), i toni freddi, la semplicità esasperata delle situazioni (un forno acceso, un fornello da cucina) hanno, verso di me un fascino simile a quello dei film horror, è tutto talmente normale che
non può essere così normale. Mentre la terza, “Riscaldati dal calore di una Benson and Hedges“, sembra fatta da una persona diversa, più tranquilla e rilassata, come se le prime due rappresentassero la settimana lavorativa e l’ultima il week end.
Tecnicamente c’è poco da dire. Correggerei “fuoco e tradizione” tagliando la parte sotto fino a quasi la bocca del forno, le altre due possono essere lasciate così come sono. Solo una curiosità: la tua “modella” non fuma? Perché se la sigaretta fosse stata fotografata mentre si accendeva, con la brace ben in vista, l’immagine ne avrebbe guadagnato, così come l’hai eseguita è un po' troppo statica.
Perry, “Riflessi” è carina, i… riflessi della fiamma nella campana di vetro rendono l’immagine eterea, romantica misteriosa quasi come se quelli che vediamo non siano dei riflessi, ma dei piccoli fantasmi di fiamme passate.
L’immagine proposta guadagnerebbe qualcosa aumentando in modo molto leggero il contrasto e togliendo luminosità, specie nella parte bassa.
“Fantasmi” deve il nome alla figura che si intravede a destra? Se è così andrebbe evidenziata; se invece il soggetto sono le due lampade, beh allora andavano valorizzate riprendendole più da vicino. Insomma, il soggetto di questa fotografia non è chiaro, e quindi la stessa diventa di difficile lettura.
“Passato” presenta gli stessi problemi di “Fantasmi”, non riesco a comprendere quale sia il soggetto. Se è la lampada, beh, allora è troppo luminosa, andava ripresa in modo da evidenziarne le caratteristiche e magari ponendola meglio nella scena, se invece il soggetto è l’insieme lampada/tavolo/scacchiera, allora bisognava spostare l’inquadratura in modo da esaltarne i particolari, magari ponendo la lampada dietro agli scacchi e riprendendo il tutto frontalmente, non dall’alto.
Sia ben chiaro, i miei sono consigli sotto forma di critica, per me vale sempre la regola che se piace a voi allora è tutto ok, ma poi non lamentatevi se nessuno vi fa i complimenti per le vostre fotografie.
Reoplano