Il Calderone di Severus

Severus Ikari (Aprile)

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view post Posted on 22/3/2014, 19:07
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I ♥ Severus


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CITAZIONE (Severus Ikari @ 22/3/2014, 18:51) 
Dunque, una piccola specifica: se vi state chiedendo il perché nei dialoghi tra tutte le donne, nei ricordi, non specifico mai chi è che parla, sappiate che è voluto, non specifico perché potrebbe essere chiunque di loro a dire quelle cose (salvo un rarissimo caso), perché credo che questo rappresenti meglio i pensieri comuni su Severus.
Almeno per me è così :D

Sono perfettamente d'accordo.

Edited by Ida59 - 1/12/2015, 22:12
 
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Questo è il penultimo capitolo, se oggi riesco a ricopiarlo sul pc e sistemarlo, stasera chiudo questa storia ;)


Capitolo 7



Era come se il tempo si fosse fermato, come se l’acqua del mare avesse smesso di agitarsi leggera sulla spiaggia illuminata dalla luna. Come se non ci fosse stato nient’altro in quel luogo d'incanti.
Stasja si sentiva delusa e amareggiata, voleva soltanto dimostrare a Severus che in lui c’era del buono e che poteva ancora dare molto alla vita, e soprattutto che era amato da molte persone per tutto ciò che era stato, per le sue ombre e per le sue luci.
Che non contava ciò che si era fatto, ma solamente ciò che si era veramente, come le aveva detto Ilya il giorno in cui aveva posato i suoi piedi sui freddi gradini del Tempio per la prima volta.
Loro lo amavano tutte, incondizionatamente, con i loro molteplici colori erano entrate nella sua esistenza, addirittura sconvolgendola con quei loro sentimenti così profondi che non riusciva a credere fossero veri.
Voleva soltanto dimostrargli tutto quello, e invece aveva rovinato ogni cosa e in quel frangente faceva fatica persino a guardarlo, ad ancorare il suo sguardo in quei meravigliosi occhi neri colmi di ogni cosa bella che le stavano donando.
Si era intestardita in quella sua insensata missione, e aveva ottenuto soltanto il risentimento di Severus.
Il mago guardò per un attimo il mare poco lontano, poi si voltò ad osservare quelle donne, una ad una, tinte differenti che andavano a comporre una tavolozza fatta soltanto per lui, e sorrise, sorrise abbracciandole tutte quante.
«Per favore, permettimi ancora di entrare nei tuoi pensieri e ricordi» disse a Stasja mentre tornava a curare il suo tormento con lo sguardo, con una velata carezza che la fece rabbrividire, come se a sfiorarla fossero state le sue stesse dita.
E le sorrise quando timorosa rialzò il viso per incontrare i suoi occhi.

***



La spiaggia è illuminata dai raggi del sole che con impeto scaldano ogni cosa intorno a loro, scaldano le loro pelli e quelle diverse tonalità che rilucono all’intensa luce di mezzogiorno.
Alcune le vedi sedute a parlare tra di loro, altre camminano nell’acqua fresca, incuranti dei vestiti bagnati che sfumano più ombrosamente i loro colori e si muovono leggiadri come fossero tante colorate alghe, e guardandole hai come un impulso di seguirle, di immergere i tuoi piedi nudi in quell’immenso turchese affrescato d'oro, ma sai che sei soltanto una presenza estranea in ricordi che non ti appartengono.
E ti viene voglia di chiudere gli occhi al sole e di osservare quei colori che si rincorrono, scivolano veloci e lenti, mescolandosi e sciogliendosi in ogni gradazione che conosci, e vorresti farlo, come quando eri bambino e ti perdevi per ore in quelle tinte, mentre ascoltavi il cigolio di un’altalena e un’incantevole risata di bimba, in quei barlumi che erano gli unici della tua vita.
«Soltanto un uomo meraviglioso come lui poteva compiere un’azione del genere» parla una di loro, mentre altre due azzardano una corsa, arrendendosi dopo appena pochi metri, e non puoi fare a meno di sorridere davanti a quelle immagini.
Poi, però, ti rendi conto di quale sia l’azione di cui parlano, e all’improvviso si fa tutto nero.
«Uccidere una persona amica è terribile, ti strazia l’anima.»
«E poi era anche un padre per lui.»
«L’uomo che riponeva in lui un’assoluta e incrollabile fiducia.»
Basta un attimo, un solo istante, e sei di nuovo su quella maledetta Torre, e il tuo braccio si leva verso Dumbledore, ancora e ancora, e quel verde ti acceca ogni volta, ma non ti rende cieca la vita, quella dannata vita che ti ha tolto ogni cosa bella, quell’esistenza che non meriti di vivere.
Lei merita di vivere più di chiunque altro.
Lei merita di vivere perché ha ancora tanto che può dare a questa vita.
Lei merita di vivere perché ha ancora il diritto di amare e di essere amato.
Perché ciò che ha compiuto nel passato, rimane nel passato, sono pesi che non gravano più su di lei, sono dentro di lei, ma non la costringono più a terra.
Può finalmente camminare, correre e volare!
Può farlo perché ne è degno, perché ciò che ha compiuto non cambia la bellezza di ciò che è, è stato e di quello che può essere.

Come puoi credere anche solo ad una parte di quelle parole?
Come puoi credere che c’è speranza persino per te?
Per l'uomo che con le sue parole ha ucciso la sua unica stella d'amore che ha saputo guidarlo per tutta una vita fatta da nient’altro che oscurità.
Per l'uomo che con le sue mani ha gettato in un abisso profondo quel padre che non aveva mai avuto, quell'amico che conosceva ogni angolo della sua esistenza, anche il più buio e nascosto.
Per il Mangiamorte dalle dita colme di sangue innocente.
E tremi a quei ricordi che Stasja sembra cogliere uno ad uno, come se fosse lei quella all'interno della tua mente e dei tuoi pensieri, e non tu.
In fondo lo ripetono spesso che ti conoscono perfettamente e ti amano per quello, lo sai, e non dovresti più essere stupito dalla velocità con la quale sono in grado di capirti. Capirti così bene come se ti conoscessero da una vita.
Come se fossero state una presenza costante nella tua vita, compagne invisibili in ogni sentiero da te percorso.
Ed io allora?
Anche io, dunque sono destinata a non essere più nulla? A non avere più nulla?
Anche le mie mani sono sporche di sangue come le sue, eppure sono qui, tra persone che mi vogliono bene nonostante tutto, perché neppure in me c’è soltanto ombra.
Sono ancora qui.
E lei mi sorride, tutte loro mi sorridono.
Lei mi ha insegnato che non ci si deve arrendere mai, che bisogna sempre rialzarsi e combattere per se stessi e soprattutto per le persone che ci sono care.
Perché non dovrebbe più valere per se stesso?

Vorresti dirle che tu non hai persone care da proteggere, non più, le hai uccise tu stesso con parole e incantesimi.
Lei ha salvato Harry, ha salvato tutti i suoi studenti, ha salvato l’intero Mondo Magico, ha salvato persone che neppure conosceva e persone che le vogliono bene come fosse un padre, un amico, un figlio.
Ha salvato tutte noi.
Guardi dentro ad ognuna di noi, ai tormenti che ognuna di noi si porta nel petto, e provi a guardare ciò che lei ha fatto di quei tormenti.
È stato capace di dissiparli con un solo sguardo, con un solo sorriso e con la sua sola esistenza.

Vorresti scacciare dalla tua mente quelle parole, quelle verità alle quali non vuoi ancora credere.
Perché?
«Se si fosse trattato solamente di barattare una vita per un'altra, non avrebbe esitato a perdere la sua; così, invece…»
«Possiamo dire che ha praticato una sorta di eutanasia: vedere Dumbledore soffrire giorno dopo giorno senza poter fare nulla, sarebbe stato ben peggiore. Il senso di impotenza ti dilania il cuore.»
«E non dimentichiamoci che c’era in gioco anche l’anima di Draco.»
«E doveva portare avanti quella sua dannata recita per dimostrare a Voldemort di essergli fedele, e portare a compimento il suo maledetto dovere!»
«Albus non avrebbe dovuto chiedergli una cosa del genere. Un mago eccezionale come lui non avrebbe dovuto essere così stupido, presumere che l’anello contenesse una maledizione di tale portata, in fondo proteggeva un Horcrux!»
«Alla fine è successo soltanto quello che doveva succedere; quel gesto era importante, essenziale. Tutto per il Bene Superiore
Le voci di quelle donne si rincorrono una dietro l’altra, e tutte parlano di te con disarmante sincerità, e non si sono solo limitate ad aprirsi loro stesse, i loro cuori e le loro anime, ma hanno aperto la tua, di esistenza, il tuo, di cuore e la tua, di anima.
E ti senti come se quelle donne potessero reggere la tua stessa vita, come le colonne di quel tempio sul quale ancora sei seduto, e percepisci il loro calore mentre ti avvolge come una delicata stoffa dai molteplici colori che ti parla di loro e di te.
Che ti scioglie ogni paura e ogni dolore.
Può davvero essere possibile?
Puoi davvero tornare a sorridere, ad essere felice come mai sei stato in tutta la tua vita?
Ad essere amato e ad amare?
Harry ti vuole bene come un padre.
Minerva ti aspetta a braccia aperte come solo una madre può fare.
Tutti loro hanno un profondo affetto per te e attendono il mago che più di ogni altro ha sofferto, in silenzio e in solitudine.
Dovrebbe sentire come parlano di lei, di quanto dolore c’è nei loro cuori per non averla mai compresa, per non aver capito tutta la sofferenza che aveva dentro di sé.
Per non esserle rimasto vicino nei momenti in cui l’oscurità la inghiottiva sempre di più, e per non aver creduto alle parole di fiducia che Dumbledore sempre aveva per lei.
Non chiedono altro che il suo perdono.
Non chiedono altro che si perdoni lei stesso.
Tutte noi lo vogliamo, perché se non riuscirà a perdonare se stesso, non potrà mai continuare ad avanzare sulla strada dell’esistenza.
Io ci sono riuscita.
Con il loro aiuto e con il suo aiuto.

Ti fermi con lei a guardare il mare calmo che le bagna i piedi, mentre il respiro della piccola corsa si è ormai del tutto regolarizzato, e vorresti tanto fare del sarcasmo sulla sua resistenza, come se fosse una vecchia amica da prendere in giro.
E ti scopri a ridere, come se fosse un’azione imprevista nata per caso, e ti scopri ad osservare in quei ricordi ognuna di quelle donne – streghe e Babbane – come se fossero tue vecchie amiche, persone che hanno sempre fatto parte della tua vita e che mai ti hanno abbandonato, neppure un minuto.
Donne che hanno atteso in silenzio il momento giusto per mostrarti che per te c’è ancora speranza, c’è ancora vita.
E amore.

Edited by Severus Ikari - 24/3/2014, 16:48
 
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EDIT: Mi sono dimenticata di dire che ieri sera, mentre ricopiavo sul pc la poesia sulla foto di Cla, mi si è accesa la lampadina poetica e, siccome non dormivo, ho scritto 4 misere poesie.
Misere perché quelle servono per arrivare a 60 punti :lol: :P

Questo è l'ultimo capitolo della mia long, è venuto un po' più lungo degli altri perché Severus voleva parlare :lol:
Spero che la storia vi sia piaciuta :D



Capitolo 8



La notte si era addentrata ancora di più nei sentieri dell’oscurità, ma la grossa luna incastonata dentro il suo manto, rendeva quella strada più luminosa, come se la mano di un pittore fosse scivolata decisa su di un quadro completamente avvolto dal nero più denso, gettato ore prima per permettergli di asciugare.
Stasja si alzò e si sgranchì un po’ le gambe ormai quasi addormentate per la posizione in cui era rimasta in quelle ultime…
Quanto doveva essere passato dal momento in cui aveva deciso di mostrare i suoi ricordi a Severus?
Tra quelle immagini era trascorsa praticamente una vita, ma nella realtà aveva perso ogni cognizione di tempo e non sapeva se fossero passati che una manciata di minuti oppure delle ore: la luna si era spostata appena e voluminosa illuminava ancora tutta la notte.
Severus la guardò per un attimo, sorridendo – e la giovane strega pensò che quello dovesse essere un buon segno –, poi si voltò verso le altre donne che curiose li osservavano entrambi: avevano capito che la giovane Stasja aveva permesso al mago di entrarle nei pensieri e che gli aveva mostrato i suoi ricordi, ma non sapevano quali immagini con esattezza gli avesse fatto vedere.
In fondo neppure la maggior parte di quelle donne conosceva molto della giovane strega.
Il loro viso era una muta domanda verso la strega che, però, rimase in silenzio e immobile, aspettando qualsiasi reazione da parte del mago.
Alla luce della luna il suo volto sembrava una maschera d'argento, così bella e impalpabile, del tutto dissimile dall’anonimo e mortale pezzo di ferro che era stato costretto a portare per anni; i suoi capelli erano ancora più neri, e si muovevano lievi, carezzati appena dalla fresca brezza che soffiava dal mare poco distante che con i suoi profumi abbracciava ogni cosa intorno a sé.
«Qui è un bel posto» asserì in un sussurro deciso, mentre guardava ogni cosa che lo circondava, quel Tempio così ordinato e pulito che emanava molteplici profumi, come molteplici erano i colori che indossavano, guardò il giardino curato da mani pazienti e gentili, quel mare poco lontano nel quale faceva lunghe passeggiate in solitudine.
Osservò quella fitta foresta che aveva protetto spesso i suoi pensieri e seduto su quei gradini, poteva vedere il piccolo lago che aveva accolto le sue lacrime e una strana dolce creatura le aveva trasformate in preziose perle che ogni volta gli donava.
«Voi siete così meravigliose e gentili con me, e spesso mi chiedo se davvero lo merito» la sua voce vibrava di assoluta sincerità mentre fissava i suoi occhi in quella miriade di tinte. «Lo so cosa pensate in merito, dai tuoi ricordi mi è molto chiaro e anche da tutte le parole che pronunciate per me» aggiunse sorridendo prima che Stasja potesse anche solo accennare ad una protesta.
«Siete un bel gruppo, siete amiche, sorelle, quasi una famiglia.»
«Beh, le mentirei se dicessi che è sempre tutto rose e fiori» dichiarò con tutta la naturalezza di questo mondo. «Anche noi discutiamo, litighiamo e ci allontaniamo. Siamo essere umani con i nostri caratteri e le nostre debolezze, ma siamo sempre qui. Quando ne abbiamo bisogno, veniamo qui, anche solo per ritrovare un po’ di pace o per trovare il silenzioso conforto di un abbraccio amico. Questo luogo è una scatola che protegge i nostri sogni e le nostre speranze. E il nostro futuro.»
All'improvviso Severus si alzò, allontanandosi da Stasja e dal Tempio, senza dire una parola, in silenzio si addentrò nella foresta che come una carezza materna proteggeva quell'angolo d'incanto.
Stasja rimase a fissarlo, stupita, e come lei anche le altre erano rimaste ad osservare i passi nudi del mago sull'erba resa fresca dalla notte.
Passarono dei minuti, uno dietro all'altro, e Severus non era ancora tornato, era ancora chissà dove in mezzo a quell'intrico di rami, e la giovane strega iniziò a preoccuparsi, così come tutte le altre che pian piano le si avvicinarono, senza smettere di guardare il punto della foresta in cui era sparita la sagoma del mago.
Altri minuti, e altri ancora, lenti e inesorabili, finché ad un tratto, mentre Stasja continuava a camminare avanti e indietro, irritando le altre, qualcosa si mosse tra i cespugli, e un paio di occhi neri uscì dall'oscurità, rilucendo sotto i pallidi raggi della luna.
«Tutto ciò che mi hai mostrato, il motivo per cui mi hai mostrato i tuoi ricordi, è per dimostrarmi che c'è sempre un'altra possibilità, giusto?»
La strega annuì appena, incapace di levare lo sguardo dai suoi occhi che emanavano una strana luce.
«Perché se la vita ha dato un'altra possibilità a te che, come il mago che ti è davanti, eri stata inghiotta dal male, allora c'è anche per me?»
Stasja mosse di nuovo il capo per confermare le sue parole.
«Che c'è ancora spazio per me in questo mondo e che posso essere felice con persone che mi vogliono bene?»
Annuì ancora e ancora, non capendo il perché di tutte quelle domande: pensava fosse abbastanza chiaro che il motivo per cui gli aveva mostrato una parte così privata di sé, era proprio quello di dimostrargli che poteva andare avanti nella sua vita. E sorridere e amare.
«Quindi se io devo convivere con ciò che ho fatto e sono stato, per poter andare avanti nella vita, voglio che lo faccia anche tu.»
Stasja non capiva cosa volesse dirle. «Non capisco. Io convivo già con tutto il mio passato.»
«No, non è così» e levò verso il suo petto una mano stretta a pugno, e con lentezza la schiuse, dita dopo dita, e sul suo palmo un piccolo anello scintillava alla luna.
Il suo anello.
Stasja fissò sbigottita quel piccolo oggetto che aveva gettato tra le foglie della foresta, in un punto che neanche ricordava, il giorno in cui era arrivata in quel luogo sospeso nello spazio e nel tempo.
«Io... non capisco...»
«Questo è il tuo passato, ciò che sei stata. Dimostrami che è vero che si può convivere con la colpa e andare avanti lo stesso, e sorridere e amare» e glielo porse, ma Stasja rimase immobile a guardare quel frammento di un’epoca in cui nella sua vita c'erano stati soltanto dolore e malvagità.
Rimase immobile, incapace di afferrare quel piccolo oggetto.
«È un capriccio ridicolo il mio, lo so, ma dimostrami che tutto ciò che mi hai mostrato è realtà e non finzione.»
Stasja fece un passo avanti, lentamente, mentre Ki e Kendra le si avvicinarono, con la stessa lentezza, come se con quei gesti volessero dirle che la loro vicinanza era forte, ma che era comunque un momento che avrebbe dovuto affrontare da sola, soltanto la sua forza di volontà e la loro presenza lì, a pochi palmi.
«Coraggio, Stasja» le disse Ilya, un sorriso d'incoraggiamento sul suo volto. «Quell'anello non cambierà di certo ciò che sei. Sarà soltanto un semplice ornamento sulle tue dita, niente di più.»
La giovane strega sospirò a lungo, come se volesse svuotarsi di ogni peso che le era rimasto dentro, di ogni briciola di quel passavo che spesso nella notte bussava nei suoi pensieri, abbracciandola con le forti braccia degli incubi.
Facendosi coraggio, prese quell'anello dal palmo di Severus, sfiorando appena la pelle fredda del mago che la osservava con sguardo serio sul volto. Lo prese e se lo infilò, e per un attimo le parve che un grosso macigno fosse stato adagiato sulle sue spalle, e si sentì afferrare dalla terra sotto i suoi piedi nudi.
Severus l'afferrò per un braccio, sorreggendola finché non riuscì a resistere a quel peso, e le ci volle tutta la sua forza d'animo per non rovinare di nuovo a terra.
Poi, però, si voltò a guardare tutte quelle donne che erano diventate persone importanti nella sua vita, guardò l'affetto e la dolcezza nel volto di Ki e di Kendra che erano sempre lì, a pochi passi da lei, ma era come se la stessero abbracciando, sentiva tutto il calore di quella tenerezza. Guardò la determinazione nel sorriso di Ilya che sempre sapeva infonderle.
E alla fine guardò il viso sereno di Severus, i suoi occhi che come stelle l'avevano guidata passo dopo passo nell'oscurità, le sue labbra appena dischiuse in un sorriso che aveva il sapore di un antidoto per ogni veleno che ancora le scorreva tra le vene.
E le sembrò di volare.
«M’insegnerebbe a volare?» gli chiese all'improvviso, sorridendo, stupendo tutte le donne che erano lì, in piedi e sedute sui gradini, ma il più sbalordito di tutti, era proprio Severus, che non riusciva a credere a quelle parole e a quel cambiamento di umore così repentino.
Aveva ragione Kendra quando diceva che era una strega alquanto bizzarra, e per un attimo gli venne da ridere, ma cercò di trattenersi e di tornare serio, perché ciò che gli aveva chiesto era strano e avrebbe detto persino oscuro per ciò che rappresentava.
«È una pratica che fa parte del mio essere stato un Mangiamorte.»
«E allora?»
Il mago alzò un sopracciglio com’era sua consuetudine fare, non sapeva se sentirsi irritato o divertito.
«Volare è volare, semplicemente. È respirare la natura e il mondo con tutto il proprio essere, non c’è niente di malvagio e oscuro in questo.»
Severus la guardò piuttosto perplesso.
«Se io posso convivere con il mio passato, può farlo anche lei, ricorda?» e le mostrò l'anello che lui stesso aveva recuperato dalla foresta, quei dragoni che abbracciavano una spada, sulla cui elsa scintillava una goccia rossa come il sangue. «Per favore…»
«D’accordo. Prima, però, credo che dovresti imparare a correre.»
E le immagini degli ultimi ricordi che gli aveva mostrato, tornarono tra i pensieri della giovane strega che si ritrovò a mugugnare piuttosto contrariata, mettendo addirittura il broncio.
Iniziò a sentire uno strano formicolio, come se avesse il desiderio di lanciargli addirittura qualche fattura, ma poi sapeva che sarebbe dovuta scappare dall’ira di Ilya, e allora sì che le sarebbe stato utile saper correre velocemente.
«Qui, col passato nelle tasche, è iniziato il tuo futuro. Il futuro di tutte voi» parlò Severus ritrovando un’aura di compostezza necessaria per quelle parole così importanti e le osservò una ad una; la sua voce era dolce seta sulla pelle, la sua voce era una delicata piuma che ti carezzava il volto. «E qui, col passato che porto sulle dita come se fosse un pesante anello – come il tuo» le disse indicando il piccolo oggetto che aveva infilato al dito, «inizierà il mio futuro.»
Stasja a quelle parole sorrise, ma il suo cuore scoppiava di felicità, e sapeva con certezza che anche tutte le altre, in quel momento, stavano provando le stesse forti emozioni.
Severus poteva davvero rinchiudere il suo doloroso passato dietro qualche porta della sua anima e andare avanti, riprendere a camminare, a correre e a volare.
Tornare a vivere come mai aveva fatto.
Tornare a sperare in una vita colma di felicità, di affetti e di amore.
Il suo futuro poteva davvero iniziare da lì.

Edited by Severus Ikari - 25/3/2014, 18:20
 
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CITAZIONE (Severus Ikari @ 25/3/2014, 18:03) 
Misere perché quelle servono per arrivare a 60 punti :lol: :P

Ti prego, ti prego, aggiungine ancora una, almeno!

Devo finire di betare la storia di Cathy (è infinita, mannaggia!!!) e poi leggere le altre 3 storie dei Grifo, poi termino la tua (i primi 5 capitoli mi sono piaciuti un casino!).


Edited by Ida59 - 1/12/2015, 22:13
 
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Speriamo ti piacciano anche gli altri ^^ e comunque non preoccuparti, quando hai tempo, tranquilla ;)

Per le poesie: ma non eravamo rimasti che facevo un'altra mini-raccolta per la tua idea Serpeverde del lavorare per niente?
 
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CITAZIONE (Severus Ikari @ 26/3/2014, 15:55) 
Per le poesie: ma non eravamo rimasti che facevo un'altra mini-raccolta per la tua idea Serpeverde del lavorare per niente?

Sì, ok, va bene lavorare per nulla ;) (Serpeverdi astuti... e mi vengano dire adesso che lo facciamo solo per i punti! :lol: ), ma non troppo: basta che fai una poesia in più e superi i 60 punti, non c'è bisogno di fare addirittura una mini raccolta di poesie per sforare il punteggio!!!

Edited by Ida59 - 1/12/2015, 22:13
 
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view post Posted on 27/3/2014, 12:06
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CITAZIONE (Ida59 @ 27/3/2014, 09:57) 
Sì, ok, va bene lavorare per nulla ;) (Serpeverdi astuti... e mi vengano dire adesso che lo facciamo solo per i punti! :lol: ), ma non troppo: basta che fai una poesia in più e superi i 60 punti, non c'è bisogno di fare addirittura una mini raccolta di poesie per sforare il punteggio!!!

Va bene, ma la mia era un'idea caruccetta gif gif
Anzi, mo uso la mia idea caruccetta e la mini-raccolta la elimino e ci campo per un po' di rendita nel Tempio, tanto non l'avete letta e sarà come nuova! :lol: :lol:
Tanto sono 7 ballate medie e ne rimangono fuori solamente due dalla conta dei punti ;)
Fatte quelle, con Aprile ho chiuso, anche perché ho pure finito i punti, buaaa gif


Edited by Ida59 - 1/12/2015, 22:13
 
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view post Posted on 27/3/2014, 12:36
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Ok, non ho capito un granchè, ma ha l'aria di andare tutto bene: fai più di 60 punti ad aprile e ti rimane roba da pubblicare con comodo nel Tempio, giusto?
Ti invidio!!!
Io devo ancora arrivarci a 60 punti...


Edited by Ida59 - 1/12/2015, 22:13
 
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Allora, qualche spiegazione tecnica prima di lasciarvi alle poesie ;D
Prima di tutto, ho sbagliato a fare i conti, le poesie sono 8 e non 7, e quindi ne rimarrano fuori 3 e non 2 dal conteggio dei punti, va beh, pazienza :D
Poi, le poesie sono tutte ballate 2/300esche di ispirazione dantesca/petrarchesca, anche se, ovviamente, l'italiano è quello odierno e non il volgare (oh, poi se le volete in dialetto romano XD).
Quindi, per ballata intendo una poesia di 14 versi (endecasillabi e settenari (2)) divisi in 1 ripresa (4 versi) e una stanza composta da: prima mutazione (3 versi), seconda mutazione (3 versi) e 1 volta (4 versi).
Lo schema delle rime è il seguente:
XyYX / ABC - BAC - CdDX

Come contenuto non c'è nulla di complicato (sta a voi capirlo :P), ma insomma, per fare i conti di sillabe e pensare alle rime, due giorni mi ci sono voluti.

Se qualcosa non è chiaro, chiedete pure :D ;)

Queste sono le poesie (la disposizione segue il momento in cui sono state scritte):



Ballata per una Vestale

I



Passi muti in una buia foresta
immersa nell’incanto
dove il mare era un dolce manto
e una donna camminava mesta.

Sulle dita colava invisibile
del sangue bruciante come fuoco
nel cuore solitario di un amore
ch’è lontano, vissuto troppo poco,
ma sorge un sole al male insensibile
celato in un oscuro bagliore.
Negl’occhi dove dimora il candore
e il forte coraggio
d’una vita abbracciata da maggio
che in un battito ora si desta.

II



Cadevano le lacrime una ad una
nell’acqua immobile
di un dolore ormai incolmabile
abbracciato ai riflessi della luna.

Un’ombra scivolava lenta nel lago
tra il pianto sciolto nella trasparenza
più limpida e immortale conforto
di una fine scritta come sentenza
sputata dalle fiamme di un drago
e dal sangue di chi ha avuto torto.
E sofferenza di chi non è morto
nel buio d’una stanza,
diviene perla nera di speranza
tra le mani emerse dalla laguna.

III



Profumi tra le dita si sciolgono
e sapori negl’occhi
si dissipano in delicati tocchi
dove fiori su fiori s’avvolgono.

Passi tra i colori d’un giardino
s’odono mentre il solitario silenzio
è lontano dal luogo dell’incanto
dove soffia l’acanto del corinzio
e il tratto lieve dei teli di lino,
scrigni ch’abbracciano l’uomo affranto.
E il sorriso curava il pianto
tra le erbe al vento
e mani, passo dopo passo, lento
in calici ch’amore accolgono.

IV



Tra le mani ondeggia una stoffa nera
profumata di sole
sulla pelle che al ricordo si duole
delle lacrime nascoste alla sera.

Vessillo d’amore stretto al petto
di chi al di là del mondo ode la pace
e il calore di un soffio fresco
che ravviva la solitaria brace
dove la donna dal verde affetto
terge il custode d’uno oscuro affresco.
E il cielo azzurro, grido fiabesco
dei sogni antichi
dal sapore dei più dolci fichi
posati ai lati di una fruttiera.

V



Pietre di una musica lontana
dove suona un’arpa
leggera come il velo d’una sciarpa
che vola tra la magia più arcana.

Cristalli si muovono tra le dita
colme di antichi incanti, respiri
di natura che scorre come fiumi
tra canti di colorati deliri
dove sassi si tingono di vita
tra le fiamme flebili come lumi.
E l’amore s’alza in eterni fumi,
in capelli al vento,
scrigni di futuro alleviamento
d’un solitario cor d’acqua piovana.

VI



Sale il fuoco tra le alte nuvole
che coprono il cielo
come un denso e variopinto telo
che alle dita è nebbia fuggevole.

Gli occhi si alzano verso le stelle,
luci che abbracciano l’oscurità
scesa sui molteplici colori,
tavolozza di affettuosità
per l’uomo dalla pallida pelle,
maestro nell’ascoltare odori.
Guarda il nero manto d’acri liquori
privi d’ogni inganno
cercando passi e mani che verranno
come varie e leggere gocciole.

VII



Fogli bianchi si librano leggeri
tra le abili mani
che in silenzio erigono domani
dove ascoltare cristalli neri.

Tra i colori il tempo è agitazione,
goccia a goccia nel sale che discioglie
tinte che strisciano dai pennelli
ornando in veli colonne spoglie
del luogo dove amore si compone
in quadri eterni come granelli.
E vola alto uno stormo d’uccelli
sul tempio di ghiaccio
profumo d’arancio che si fa abbraccio
sui sogni delle donne nati ieri.

VIII



Risuonano i passi nella stanza
tra le ombre di sangue
dove nella miseria un uomo langue
e il pianto risuona in una danza.

A sé lo trasse fino all’orizzonte
dove i sogni son protetti dal mare
e dalla foresta d’argento tinta
di fronde che si perdono a ballare
mentre l’acqua immobile della fonte
riflette il suo volto, perla mai estinta.
Sentiero di passione avvinta
dal fosco d’un vulcano
ardente nella coppa tra la mano
che solitaria scuce ogni distanza.

Edited by Severus Ikari - 31/3/2014, 17:30
 
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Poi, le poesie sono tutte ballate 2/300esche di ispirazione dantesca/petrarchesca, anche se, ovviamente, l'italiano è quello odierno e non il volgare (oh, poi se le volete in dialetto romano XD).
Quindi, per ballata intendo una poesia di 14 versi (endecasillabi e settenari (2)) divisi in 1 ripresa (4 versi) e una stanza composta da: prima mutazione (3 versi), seconda mutazione (3 versi) e 1 volta (4 versi).
Lo schema delle rime è il seguente:
XyYX / ABC - BAC - CDdX

Nient'altro???
Capirò solo quando leggerò, forse, ma ad ogni modo già ti ammiro...


Edited by Ida59 - 1/12/2015, 22:14
 
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CITAZIONE (Ida59 @ 29/3/2014, 23:25) 
Nient'altro???
Capirò solo quando leggerò, forse, ma aq ogni modo già ti ammiro...

:lol: No, direi che è tutto :P

Ho solo sbagliato a scrivere lo schema delle rime, quello esatto è:
XyYX / ABC - BAC - CdDX
(sembra uguale, ma non lo è, perchè le lettere minuscole indicano i settenari, e io avevo invertito il secondo settenario con un endecasillabo.)
Comunque è più facile a farsi che a dirsi, quando leggerai capirai meglio ;D

Ma su, quale ammirazione, guarda che è facile, e poi hai sfornato teglie su teglie di haiku e tanka, quindi queste cose non dovrebbero essere affatto difficili :D ;)


Edited by Ida59 - 1/12/2015, 22:14
 
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view post Posted on 31/3/2014, 12:07
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A dire il vero, giocare con poche sillabe alla fine è più facile.

Spiegami una cosa: si possono mettere insieme settenari e endecasillabi?
Mi spieghi la particolarità delle ballate 2/300esche di ispirazione dantesca/petrarchesca, per favore?

Aaaah... se per caso tu non sapessi cosa fare nella tua vita notturna ;) , ricorda che sul forum c'è sempre un'aula di poesia...


Edited by Ida59 - 1/12/2015, 22:15
 
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view post Posted on 31/3/2014, 13:47
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Più o meno è la stessa cosa, basta entrare nell'ottica delle sillabe e del loro numero che alla fine hanno una loro fissa musicalità che può facilitare le cose.

In poesia puoi fare quello che vuoi, fondamentalmente, ma se scrivi le tipologie di poesie (ballate, sonetti, canzoni, madrigali, ecc) devi seguire i loro canoni (numero sillabe, stanza, versi, rime, ecc) e ce ne sono che contemplano il mischiare varie cose, anche il numero di sillabe.

Non c'è una particolarità precisa, cambiano soltanto le rime.
Le ballate possono essere varie e variegate, ci sono diverse classificazioni in base al numero di stanza, ai ritornelli, ai versi, alle sillabe e alle rime, è un discorso lungo che, se ti interessa, appena ho un attimo, ti spiegherò con completezza, volentieri.

Beh, ogni tanto nella mia vita notturna faccio anche altro :lol:, ma, tempo permettendo, vedrò cosa posso fare ;)
 
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view post Posted on 31/3/2014, 14:44
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CITAZIONE (Severus Ikari @ 31/3/2014, 14:47) 
In poesia puoi fare quello che vuoi, fondamentalmente, ma se scrivi le tipologie di poesie (ballate, sonetti, canzoni, madrigali, ecc) devi seguire i loro canoni (numero sillabe, stanza, versi, rime, ecc) e ce ne sono che contemplano il mischiare varie cose, anche il numero di sillabe.

Non c'è una particolarità precisa, cambiano soltanto le rime.
Le ballate possono essere varie e variegate, ci sono diverse classificazioni in base al numero di stanza, ai ritornelli, ai versi, alle sillabe e alle rime, è un discorso lungo che, se ti interessa, appena ho un attimo, ti spiegherò con completezza, volentieri.

Beh, ogni tanto nella mia vita notturna faccio anche altro :lol:, ma, tempo permettendo, vedrò cosa posso fare ;)

Bene, quando la tua vita notturna te ne darà l'occasione, invece di spegarlo a me potresti aprire una nuova discussione nell'aula di Poesia e spiegare a tutti quanti. Io sono particolarmente curiosa dis coprire cosa sono le "stanze".

Edited by Ida59 - 1/12/2015, 22:15
 
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