Il Calderone di Severus

Severus Ikari (Aprile)

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Ania DarkRed
view post Posted on 22/3/2014, 18:51 by: Ania DarkRed
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Dalle nebbie della Valacchia

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Dunque, una piccola specifica: se vi state chiedendo il perché nei dialoghi tra tutte le donne, nei ricordi, non specifico mai chi è che parla, sappiate che è voluto, non specifico perché potrebbe essere chiunque di loro a dire quelle cose (salvo un rarissimo caso), perché credo che questo rappresenti meglio i pensieri comuni su Severus.
Almeno per me è così :D



Capitolo 6



Il fuoco è ancora acceso quella sera e il sole è ormai quasi del tutto scomparso dietro all'orizzonte, tuffandosi come ogni giorno in quel mare incontaminato, meravigliosamente sfumato di blu e oro, mentre gli ultimi tratti di rosso vanno sbiadendo.
C'è un buon profumo nell'aria, lo senti persino tu che sei soltanto un osservatore estraneo e distante.
Quella sera tu non c'eri, forse eri tornato al di là delle acque per guardare con i tuoi occhi ciò che ne era stato del mondo che avevi abbandonato e in cui facevi così tanta fatica a ritornare.
Sono tutte sedute intorno a quelle fiamme che le illuminano e le riscaldano, facendo brillare gli innumerevoli colori che compongono le loro vesti, una grande tavolozza di sorrisi e voci serene che si levano verso quelle stelle coperte da alcune nuvole.
«Lo so, ma pensate a quella che deve essere stata la sua infanzia, il suo vissuto. Quando sei solo e in cerca soltanto di un po' d'affetto o anche solo di un abbraccio, è facile cadere nell'oscurità. È facile aggrapparsi a quell'unica ancora di salvezza che la vita ti aveva messo davanti» parla una di loro, poco lontana da Stasja che ti sta mostrando quelle immagini.
Anche io lo so bene cosa significa.
In casa mia non c'erano urla o lacrime, c'erano la falsità e l'odio. C'erano persone disposte a sacrificare qualsiasi cosa pur di ottenere ciò che volevano.
C'erano persone che volevano vederti come loro volevano che fossi, e non c'era modo di uscire dai binari che loro stessi ti avevano costruito, e poco importava se tu eri una persona diversa che voleva una vita diversa.
Non c'erano scelte.
Se, però, ne realizzavi una discorde, allora ti cucivano sul petto la parola “delusione” – e spesso “morte” – e tu non potevi far altro che portartela dietro giorno dopo giorno.

«Io, però, non credo che entrare nei Mangiamorte fosse stata la sua unica alternativa» un'altra voce.
«E cosa gli rimaneva? Aveva perso tutto, era solo ed escluso, e la sua unica opportunità di rivalsa era rappresentata da quel lato della barricata. Non si è perso d'animo, non si è arreso ai suoi patimenti, ma si è rialzato e ha cercato di sistemare la sua vita, in un modo giusto o sbagliato che fosse, questo possiamo soltanto dirlo adesso che conosciamo la sua storia» ancora un'altra donna a parlare, e a lei fanno seguito molte altre, solisti di un unico grande coro che sta cantando quella che è stata la tua vita.
«Ci vuole molto coraggio a compiere certe scelte, e ancora di più ce ne vuole nel tornare sui propri passi e cercare di rimediare ai propri errori. Vivere nel rimorso è tremendo, è avere una spada costantemente conficcata nel petto, e se non sei una persona forte e coraggiosa, non resisti per più di qualche ora.»
«Lui è stato l'uomo più coraggioso! Lo ha detto persino Harry e di certo ancora starà continuando ad urlarlo a tutti quanti» si sentono delle risate, allegre e spensierate al ricordo di un giovane Potter che corre per tutto il Mondo Magico a gridare tutto quello che hai fatto per lui e per tutti loro.
Senti un po' d’irritazione crescerti dentro, vero?
È un bravo ragazzo, non deve biasimarlo, ne ha passate tante e lei è stato come un padre silenzioso per lui, quindi è normale che adesso la voglia difendere a tutti i costi.
Per vivere la sua vita c'è voluto davvero tutto il coraggio di questo mondo.
Lei è stato formidabile!

Vorresti dirle che tu sei stato solamente un mostro, ma probabilmente lo sa già, conosce ogni cosa di te che non devi dirle nient'altro; non devi spiegarle che tu hai ucciso, e che la tua anima è ridotta a brandelli per tutto il male che hai fatto, perché lo sa, anche se lei e tutte le altre si ostinano a vederti come un uomo buono.
Certe macchie non si è in grado di cancellarle, si può cercare di espiare ciò che si è fatto.
E lei ha espiato più di quello che era necessario, ha pagato un prezzo che chiunque potrebbe definire decisamente troppo alto.
Deve smetterla di distruggersi in questo modo e deve iniziare a capire che c'è tanto che può ancora fare, tante cose che merita.
Deve aprire gli occhi e vedere tutto quello che di bello ha creato con il suo solo esistere.
Si guardi intorno, guardi tutte noi, senta ogni sentimento ed emozione che abbiamo dentro, e capirà quanto lei è importante per noi, quanto vale e quanto la amiamo.

Poi sembra come passare del tempo, hai la sensazione di quei vecchi film western guardati da tuo padre quando eri piccolo, che andavano avanti a scatti per la pessima ricezione che c’era in casa vostra.
E immagini quello che ti sta mostrando mentre avanza e si blocca, per poi riprendere nello stesso luogo in un’ora differente.
E il momento è cambiato, ma loro sono ancora lì, intorno a quel fuoco che a turno ravvivano, a parlare, parlare di te e della tua vita.
«E Lily?»
Senti un fremito attraversarti tutto il corpo, lo percepisci mentre con velocità s’insinua tra la pelle fino ad arrivarti sul cuore, lì, dove al suono di quel nome, diventa una scheggia acuminata che ti fa male e ti fa sanguinare quel pezzo di carne che ti batte nel petto.
«Lily era comunque destinata a morire, lui ha annunciato soltanto quello che ormai era inevitabile.»
Quel frammento continua ad insinuarsi dentro il tuo cuore e riesci ad ascoltare il rapido fluire del sangue che sgorga da quella ferita che neppure lo scorrere del tempo è riuscito a rimarginare.
«Malgrado ciò, ha cercato con tutte le forze di attribuirsi una colpa che non aveva. Voldemort l'ha uccisa, non lui.»
«No, infatti!»
«E ha passato tutta una vita a cercare di espiare quella morte, anzi, ha smesso di vivere per lei.»
«Lei lo ha abbandonato, non ci si allontana da un amico soltanto per una parola sbagliata detta in un momento di rabbia. Quel gruppo di ragazzini idioti lo ha tormentato per anni!»
«Questo non è amore!»
«Lei era la sua unica luce nella sua vita buia, sarebbe stato così facile tramutare un semplice affetto per amore, per un sentimento così forte di cui abbiamo bisogno che ci si attacchi addosso, al quale aggrapparci con tutto il nostro essere. Era solo questo, era fumo negli occhi.»
Adesso senti montare dentro di te la rabbia, e non sai come, ma Stasja riesce a percepirla, senti il suo corpo tremare appena, forse ha paura di te, del mostro che in realtà sei.
E non puoi di certo biasimarla per questo.
Non si arrabbi con noi, non è difficile pensare che il suo non era propriamente amore, ma più che altro lei era confuso dal fatto che Lily fosse sua amica e l'unica cosa bella della sua vita.
Sarebbe stato facile per chiunque confondere tali sentimenti.
E ormai è arrivata l'ora che lei apra gli occhi su questo.


***



«Voi non avete il diritto di parlare così! Voi non sapete niente!» urlò improvvisamente spezzando di nuovo quel contatto, quella ridicola intrusione che non avrebbe più voluto in alcun modo continuare.
«Mi dispiace, non avevo il diritto di dirle queste cose. Mi scusi» gli disse in un sussurro addolorato mentre si alzava dai gradini per allontanarsi da lui.
Ilya guardò la giovane strega con sguardo grave, non amava che si mancasse di rispetto a Severus per un motivo o per l'altro, poco importava, lo esigeva sempre, anche con durezza se fosse stato necessario.
Non capiva, però, il perché il mago avesse gridato in quel modo, non era da Stasja comportarsi in quella maniera e perdere ogni riguardo nei suoi confronti, e fu solo quando vide l'angoscia negli occhi della giovane, che capì.
E sorrise con tenerezza.
«Il tuo grande amore, allora? Anche lui è scomparso dalla tua vita e non ti ha mai più cercata. Il tuo amore era reale quanto il mio!»
La giovane strega si fermò e si voltò lentamente per fissare i suoi occhi marrone in quelli neri del mago, come una montagna che veniva inghiottita dal buio.
«Io l'ho vissuto sulla mia pelle, quell'amore. Mi ha davvero consumato la carne e l'anima. Lei l'ha soltanto sognato» e tornò sui suoi passi per scostarsi da lui, dal mago che immobile la osservava, mentre le altre erano rimaste ammutolite e stupite di fronte a quelle parole e a quel dolore che era nato sul volto di quella donna avvolta da una stoffa di sangue; quella sofferenza che anche lui aveva percepito.
Doveva costarle davvero molto aprirsi in quel modo con lui.
Alcune erano meno meravigliate di altre, perché sapevano con esattezza ciò che nascondevano quelle parole, ed entrambe le donne si staccarono dalle altre per andare dalla giovane Stasja, ma fu un attimo, Severus bloccò la strega in un sussurro e anche loro arrestarono il loro incedere.
«Mi dispiace» le disse. «Per favore, torna a mostrarmi ciò che hai dipinto per me. Ciò che avete dipinto per me.»
Stasja si mosse appena.
«Io la capisco, davvero. So cosa significa avere una persona costantemente nei pensieri e nel cuore, chiudere gli occhi a tutto il resto. Spesso mi trovo a pensare che per ognuno di noi esista un solo e unico grande amore, ed io la mia occasione speciale l'ho già avuta e non credo di averne altre, semplicemente ho perso la mia possibilità.1 Quindi la capisco meglio di chiunque altro.»
Severus non le rispose, rimase immobile ad osservarla mentre le dita si avvicinavano lievi al suo braccio, poi, però, vide di nuovo la sua angoscia negli occhi e non ebbe neppure il coraggio di sfiorarla, di darle un conforto che non sarebbe stato capace di concedere a nessuno.
«Spero vorrà perdonare la mia insolenza, non avevo nessun diritto di parlarle così,» furono le uniche parole che riuscì a pronunciare la giovane strega prima di sedersi nuovamente sui gradini del Tempio.


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1 - Qui riprendo un discorso fatto in una storia originale (mia ovvio XD), che non dovete di certo leggere, l'ho solo specificato per correttezza di spiegazione.
 
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