Il Calderone di Severus

Severus Ikari (Aprile)

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Ania DarkRed
view post Posted on 17/3/2014, 18:58 by: Ania DarkRed
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Dalle nebbie della Valacchia

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CITAZIONE (Ida59 @ 17/3/2014, 15:06) 
Ho stampato i tuoi 4 capitoli ed anche le storie di Elly e di Cla: leggerò al più presto.

Don't worry, con calma ;)

Intanto mi porto avanti col lavoro visto che tra dolci che mi hanno distratta e alcune cose mandate e nipotina, non ho avuto modo di mettere il punto finale a questa storia.



Capitolo 5



C'è il vento forte che si abbatte sulla spiaggia e si agita furioso sibilando tra le alte colonne di marmo, mentre le ampie tende si muovono così velocemente che hai la sensazione che da un momento all’altro si possano staccare e volare lontano, magari proprio a toccare quel blu del mare diventato una scura macchia di alte onde.
Stasja se ne sta immobile ad osservare l’orizzonte battuto dalla tempesta, una spalla poggiata su una fredda colonna, mentre le altre si muovono frenetiche perse nelle loro attività.
Ti sembra ancora tutto strano, anche se ormai dovresti essere abituato a vedere quelle immagini, quella vita agitarsi furiosa come quella burrasca, in quel luogo perso al di là di un tempo e di uno spazio che chiunque farebbe fatica persino a sfiorare.
La guardi mentre se ne sta in silenzio, come se fosse mentalmente lontana da tutte loro, poi, all’improvviso, la vedi guardare un punto lontano, incastonato dentro la foresta come una gemma preziosa protetta da intricate tele, rese impenetrabili da una moltitudine di incantesimi.
Volge i suoi passi verso quel luogo dove anche tu spesso ti sei perso nei tuoi pensieri, lì, dove indisturbato lasci scorrere ogni tua sofferenza in gocce salate che vanno a contaminare la dolcezza di quello specchio d’acqua.
La segui, non potendo fare altrimenti: sei nella sua testa e puoi solo guardare ciò che lei vuole farti guardare.
Quell'angolo d'incanto è silenzioso e avvolto dall'oscurità come lo ricordi, ma fa freddo, osservi il suo corpo scosso dai brividi; quel vento ti penetra le ossa e lo senti anche tu, eppure non sei lì veramente, la tua è solo una presenza parassitaria dei suoi ricordi, della sua vita.
Insieme a lei osservi un'ombra farsi più scura della superficie del lago, un'ombra che già hai visto altre volte e che non hai mai ben compreso cosa fosse, ma sul volto della giovane Stasja vedi curiosità, e capisci che lei, invece, non ha mai scorto nulla del genere prima di allora, in nessuno dei giorni passati dal suo arrivo in quel luogo.
Ho avuto una strana sensazione in quel momento, come se in quel preciso istante io mi dovessi trovare proprio lì, sulla sponda erbosa del lago.
Quell'ombra continua a muoversi, ma rimane nascosta sotto la linea dell'acqua, è indistinta, quasi incorporea, ti sembra tutto e niente e sul volto della strega scorgi il tuo stesso interesse.
È un attimo, e qualcosa fuoriesce dall'oscuro liquido, una cascata scintillante sfumata di turchese ti sorprende e Stasja si avvicina di alcuni passi per osservare meglio quella creatura, ma in un istante torna a nascondersi nell'acqua.
«Non avere paura» le dice in un sussurro mentre il vento sembra aumentare d'intensità, ma l'ombra rimane celata. «Non voglio farti del male.»
Qui è dove vieni a piangere, lontano da loro, dove puoi lasciarti andare al dolore, ma in quelle notti non vedi nient'altro che lacrime che increspano il lago e delle ombre scivolare lente nell'acqua, non hai mai visto nessuno se non il tuo triste e pallido riflesso.
«Io sono Stasja, tu chi sei?»
All'improvviso dall'acqua esce qualcosa, qualcuno.
Una donna dai lunghi capelli turchesi, come le sfumature di quel mare sotto il sole d'estate; l'acqua le scivola addosso. No, l'acqua le sale lungo la pelle, risale il suo corpo fino a trasformarsi in una lunga veste del colore verde di un tenue mare.
«Io sono Kendra» la sua voce è dolce come l'acqua in cui vive.
«Non ti ho mai vista qui.»
«Non appaio mai, solitamente.»
«E perché hai deciso di apparire proprio a me?»
«Non lo so. Ho sentito che di te mi potevo fidare.»
Sul volto di Stasja si apre un sorriso sereno, lo puoi vedere chiaramente e lo senti persino nella realtà, sul tuo stesso corpo immobile sui gradini del Tempio. Ti sembra di scorgere le sensazioni che sta provando in quel momento e puoi affermare con assoluta certezza che il suo cuore le sta dicendo esattamente quelle parole, che può anche lei fidarsi di quella strana creatura fattasi donna.
«Come mai sei qui?» le domanda.
«Io qui ci vivo da sempre, ma non esco mai dal lago, lo faccio poche volte e soltanto da quando ho sentito uno strano richiamo, una voce bellissima, un dolore che cadeva in frammenti leggeri nell'acqua. Ed io ne ascoltavo ogni sfumatura, l'ho fatto per parecchio prima di capire che dovevo fare qualcosa per lenire quella sofferenza.»
«Era la voce del Signore del Tempio, quella che ascoltavi. Era il suo dolore. Le sue lacrime.»
Allora c'era davvero qualcosa sotto quell'acqua, non erano soltanto ombre che si muovevano in silenzio, come se non volessero disturbare la tua angoscia tramutata in sale.
«Perché non vieni con me?»
«Io... non credo che sia il caso, non...» sul suo viso c'è una timidezza che la fa di nuovo sorridere, quietamente e con calore.
«Sei tra persone di cui ti puoi fidare, te l'assicuro, ma non ti obbligo a fare ciò che non vuoi. Pensaci. Io, però, ne sarei molto felice.»
La prima volta che incontrai Kendra, ebbi la netta sensazione di conoscerla da tempo, un po' come mi è successo con Ki, provavo un affetto verso di lei già da allora, e lei per me adesso è un'amica e una sorella.
Ricordi perfettamente la tenerezza che le era nata e che aveva con quella donna, ed è la stessa che percepisci in quel frangente, sul suo viso sorridente.
Il suo richiamo è stato lei. Quella voce era la sua.
Se Kendra è qui, è grazie a lei.
Se io ho trovato una persona – delle persone – così speciale che per me è diventata importante, un punto fondamentale della mia vita, è solo grazie a lei.
Questi legami così forti che si sono creati in questo luogo magico, sono nati tutti per merito suo.
Lei è stato capace di creare amicizie, molte di noi sono davvero come sorelle.
E non ci sarebbe stato niente senza la sua vita.

E ti mostra una ad una le immagini di quella creatura diventata donna per te, quella donna che raccoglie le tue lacrime come fossero preziosi doni da custodire, le immagini di quell'affetto nato per caso in un luogo creato solo e soltanto per te.
Sei davvero tu l'inconsapevole artefice di tutto quello?
Non riesci ancora a crederci, vero?
Non riesci ancora a credere che dalla tua vita è nato qualcosa di buono, che sei capace anche di irradiare molteplici luci?
In un attimo cambia tutto, è come un quadro che si discioglie e poi si ricompone diverso da prima, e la vedi piangere in un angolo buio della foresta mentre Kendra le stringe le spalle e ti sembra che quel dolore abbracci anche te, e vorresti darle conforto, ma sei solo un intruso in un ricordo e non puoi fare nient'altro che guardare.
Kendra la stringe di più a sé, le sorride e le parla di te, della tua esistenza.
È come se prendesse a modello la tua vita per infondere coraggio a quella giovane strega, ma è una cosa che non riesci a credere, come puoi essere un esempio da seguire, proprio tu che hai fatto così tanto male? Che hai ucciso così tante persone.
«Lui non si è arreso, si è rialzato e ha combattuto. E puoi farlo anche tu» le parla dolcemente, abbracciandola con forza. «Sii forte come lo è stato lui e non lasciarti abbattere dalle difficoltà.»
«A volte vorrei semplicemente chiudere gli occhi e non riaprirli più. Vivere a metà, non è vivere.»
Ancora quel desiderio oscuro di lasciarsi andare, no, non puoi crederci e vorresti urlare di smetterla perché non c'è buio che valga quell'infausta fantasia.
«No!» le urla Kendra, e quel grido per un attimo si fa anche il tuo. «Smettila! Lui sì è ucciso? Ha scelto la strada più semplice e bieca? Se dici di amarlo così tanto, non puoi non farti abbracciare da ciò che lui è stato, dalla sua forza d'animo!»
Stasja continua a piangere forte, i suoi singhiozzi si fanno canto stonato nella notte, poi, però, ha come un brivido, e pian piano la sua angoscia si quieta e le lacrime scompaiono lentamente.
Quando tutto si faceva buio, lei è stata la mia unica luce.
Lei e le persone che grazie alla sua esistenza sono entrate nella mia vita.
Quando la paura prendeva il sopravvento, mi bastava pensare al suo coraggio e alle sue battaglie che giorno dopo giorno portava avanti, incurante di tutto, della solitudine, dell'odio che le si riversava addosso come fitta pioggia. Mi bastava pensare ad esse per ritrovare la forza.
Chiudevo e chiudo gli occhi e il suo viso mi appare nitido, come se l'avessi davanti.
Tutti i suoi gesti e i suoi pensieri si fanno trasparente vetro davanti al mio sguardo, e sono per me una stella polare da seguire quando il mio cammino si smarrisce, quando mi perdo in mezzo ad una tempesta con la mia piccola barca, rischiando di essere inghiottita dalle alte onde.

Puoi davvero essere una guida per le loro vite? Un’ancora alla quale aggrapparsi per poter tornare in superficie e respirare di nuovo quell'aria pulita che ognuna di loro merita?
Anche lei merita di respirare finalmente dell'aria limpida.
E senti di nuovo il suo sorriso scaldarti la pelle come un alto e luminoso sole, il loro sorriso che si fa terso soffio intorno a te, lasciandoti respirare come mai hai respirato nella tua vita.
Lei è la luce nelle nostre vite.
Come puoi tu, uomo d'ombra, esser chiarore per queste donne così diverse e così simili?
Sospiri, ancora incredulo, e non puoi far altro che lasciarti ancora trasportare da quelle immagini, dalle loro vite e dalla serenità che le abbraccia ogni volta che i loro pensieri volano verso di te.

Edited by Ida59 - 1/12/2015, 22:10
 
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