Il Calderone di Severus

Severus Ikari (Aprile)

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Ania DarkRed
view post Posted on 17/3/2014, 15:02 by: Ania DarkRed
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Capitolo 4



L'acqua si muove piano sulla spiaggia carezzando il bagnasciuga, mentre alcuni gabbiani volano sul mare illuminato dai forti e luminosi raggi del sole che scaldano tutta la natura che circonda quel luogo e ognuna di quelle donne perse nel suo calore, in quella sensazione di tepore che gli scalda la pelle, e poi ancora più in profondità, fino a bruciare le loro stesse anime.
È un fuoco che non fa male, però, è la percezione del loro buio che pian piano si dissipa.
Se ne stanno lì, sedute, sdraiate, in piedi, tranquille a conversare, di cosa non riesci a determinarlo, ma diversi brividi ti percorrono la schiena.
Hai una sensazione diversa in quel frangente, guardando con gli occhi di Stasja ti sembra di essere davvero non solo in lei, ma anche in ogni loro sguardo o battito di palpebra, è una sensazione strana che non riesci a spiegarti, sai solo che nei loro pensieri c'è sempre il tuo viso e le tue iridi così oscure che non temono, ma amano senza alcuna esitazione.
Non dovrebbe più essere stupito di suscitare tali emozioni in ognuna di noi.
Le ho già detto che fa ormai parte di noi, di tutte noi. Delle nostre vite.

E ancora quel suo sorriso che ti dona in silenzio, quei loro sorrisi che ti sembrano così preziosi, seppure ancora non ritieni di meritare tali affetti o gesti.
Vorrei urlarle di smetterla di pensare di non essere degno più a nulla, e lo farei se poi non dovessi sentirmi la sgridata di Ilya, quindi faccia come se lo avessi urlato nella sua mente, d'accordo?
Ti viene quasi da ridere e lo faresti se solo non rischieresti di perdere ogni contatto con ciò che ti sta mostrando, e allora sorridi, cercando di far forza sulle tue labbra per mantenerle serrate, e senti la stretta delle dita sulla tua mano farsi più forte.
Continui ad osservare mentre avanzi insieme a lei in un angolo lontano della spiaggia, una piccola parte in disparte dove l'hai vista spesso perdersi nei suoi pensieri che adesso conosci un po' di più.
E si ferma di nuovo lì e lentamente si siede a terra, a guardare il mare in silenzio e nella solitudine di cui ogni tanto ama circondarsi, ormai lo hai imparato.
Ti ricordi quando anche tu ti chiudevi nel buio dei Sotterranei, lì dove il camino rimaneva costantemente spento perché ciò che meritavi era nient'altro che gelo, nient'altro che quel freddo che aveva abbracciato il tuo cuore rendendolo un inutile pezzo di ghiaccio.
Oppure quando ti rintanavi come un ragno impaurito in quella casa che hai amato e odiato, dove le urla e le lacrime erano i colori che ne dipingevano le pareti, e tu non facevi altro che portare il tuo dolore tra quelle mura, il peso del tuo vero essere che rovinava a terra insieme a quei cristalli salati che osservavi a lungo, finché l'aria non se li portava via.
Ad un tratto si volta e vedi una donna avvicinarsi alla giovane strega, sai chi è, ormai la conosci perfettamente, conosci il suo viso, il suo timido sorriso e la dolcezza con la quale si prende cura di te, di quel semplice pezzo di stoffa che ti stringe la gola nascondendo quella ferita che ti sussurra che ciò che stai guardando è reale, così come quel luogo e ciò che stai vivendo lì, con loro.
Sai che lei è una semplice Babbana, e ancora non riesci a credere che lei possa conoscerti e amarti in quel modo, comprenderti e perdonarti per ogni azione infame che hai compiuto e per ogni scelta sbagliata.
«Ciao» le dice, un sussurro timido appena accennato mentre si siede vicino a lei a guardare il mare, a sentire quel caldo che tanto le piace e la fa sentire bene. «Come ti trovi qui?»
«Bene. Siete tutte molto gentili e disponibili con me» la vedi sorridere, di nuovo, come non ha mai fatto nelle prime immagini che ti ha mostrato.
«Trovi difficile portare a termine i tuoi compiti?»
«No, affatto, Ilya mi ha insegnato molte cose. E poi ho riscoperto l'amore per molte cose che avevo perso.»
«E quali sarebbero, se posso saperlo? Se sconfino troppo nel tuo privato, dimmelo senza problemi, d'accordo?»
«No, tranquilla, è tutto a posto» e le sorride, nuovamente, con calore, con quel viso che tra quella natura e quelle persone iniziava a tingersi di serenità. «Ho ritrovato la gioia di scrivere e disegnare, passioni che avevo sotterrato per anni a scapito di altre azioni... molto meno nobili.»
È anche grazie a lei se ho ritrovato queste mie passioni.
È grazie a lei se molte di noi hanno scoperto di averle delle passioni e dei sogni.

Poi all'improvviso cambia di nuovo tutto, eppure ti sembra la stessa scena, ma questa volta è notte, un piccolo tratto di luna scintilla appena nel cielo, mentre le due donne sono ancora lì, a ridere e scherzare come se si conoscessero da una vita, eppure non devono essere passati che pochi giorni da quella prima immagine.
E le senti parlare di loro, delle loro vite, e ti senti un patetico impiccione che non fa altro che spiare persone che non conosce, e in quell'attimo ritorni a tanti anni prima, a quando eri poco più di un bambino e ti nascondevi dietro una siepe per osservare due donne, due sorelle che parlavano tranquillamente incuranti del pallido e sporco Severus che era lì solo per lei.
Torni a guardare Stasja e Ki, e la loro serenità ti contagia rendendoti un po' più quieto anche quando i pensieri tornano a lei, e non puoi far a meno di domandarti se tu e Lily avreste mai avuto quella serenità nel parlare e stare insieme come due amici – se non ti fossi innamorato di lei –, la serenità che vedi sul volto di tutte loro ogni volta che stanno insieme anche solo in silenzio.
Lo so a cosa sta pensando.
So che pensa a cosa sarebbe successo se foste rimasti amici, legati per sempre come quando eravate bambini e lei le spiegava tutto il bello della magia.

Hai un fremito e il tuo corpo si muove appena, ma lei lo percepisce, sente quel breve turbamento perché le sue dita ti stringono ancora la mano.
Non ho bisogno di leggerle dentro, conosco la sua storia e so ciò che prova, e immagino perfettamente quali emozioni le suscitino tali “rappresentazioni”, vale lo stesso per me, per tutti, quando osservo certe cose.
Lily, però, ha chiuso un pesante portone davanti ai tuoi occhi, cancellandoti per sempre dalla sua vita.
Su certi aspetti mi sono comportata anche in modo peggiore della sua Lily che tanto ho biasimato.
Ti muovi appena, come se volessi chiederle spiegazioni per quelle parole, anche se sai che non dovresti spingerti così in là: se avesse voluto mostrartele, lo avrebbe di sicuro fatto.
E allora ti senti uno stupido, ma lei ti sorride di nuovo e ti mostra ogni cosa, ogni singolo frammento, e per un istante ti sembra di vedere di nuovo Lily davanti ai tuoi occhi sparire dietro ad un ritratto.
Sono cose che capitano.
Ancora quella serenità a riempirle il cuore.
Se si vuole, si può sempre tornare sui propri passi, no? Io l'ho fatto.
Lei l'ha fatto più di chiunque altro.


***



«Perché mi stai mostrando queste cose?» le chiese all'improvviso il mago, interrompendo il contatto con i ricordi e le immagini che Stasja le stava mostrando con tanta semplicità e leggerezza, come se anche lui fosse stato un vecchio amico che non si vede da tempo con il quale chiacchierare di ciò che si è fatto negli anni.
“Lei è sempre dentro di loro, le accompagna costantemente nelle loro giornate e veglia in silenzio i loro sogni”, gli aveva detto mentre disegnava nella sua stessa mente le immagini della sua vita.
«Perché ha bisogno di capire che c'è una seconda occasione per tutti, e che lei è una persona buona che ha fatto tante cose buone per molte persone. Che ha il diritto al perdono e che deve perdonarsi lei stesso. E che può davvero essere felice e amato. E amare, se lo vuole. Perché lei merita tutto quello che di bello c'è in questo nostro mondo.»
Severus sospirò appena e per un attimo si perse a guardare di nuovo la natura intorno a sé, quella che ormai aveva imparato a conoscere palmo dopo palmo, a respirarne e distinguerne ogni inebriante profumo.
Scosse la testa e guardò quelle donne, streghe e Babbane, che parlavano in totale armonia e allegria, le osservò mentre le mani, come stanche, caddero sul candido marmo rinfrescato dalla notte.
I loro colori scintillavano sotto i bagliori argentei della luna che alta e imponente illuminava il morbido prato sul quale amava camminare a pieni nudi, e quella spiaggia che accoglieva cristalli dalle innumerevoli tinte e che aveva accolto persino i suoi cristalli salati nelle notti in cui da solo si ritrovava a percorrere quei luoghi, assaporandoli con la sua stessa pelle.
Il mago si alzò dalla scalinata, di scatto, come se lo sconforto per quelle parole lo avesse afferrato per un braccio e strattonato con violenza.
Non poteva credere a quelle parole, non voleva credere che per un uomo come lui ci fosse del bello ad aspettarlo, i mostri e i malvagi non avevano alcun diritto ad una seconda possibilità.
Lui doveva essere solamente un corpo inerme su un polveroso pavimento.
«La prego.»
Inspirò a fondo, riempiendosi i polmoni di tutta l'aria pura che c'era in quel luogo, e tornò a guardarla, a sedersi di fronte a lei e a guardare i suoi ricordi e i suoi pensieri.
 
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