Il Calderone di Severus

Severus Ikari (Aprile)

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Ania DarkRed
view post Posted on 15/3/2014, 15:14 by: Ania DarkRed
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Dalle nebbie della Valacchia

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Intanto inserisco il 3° capitolo, ma prima ci tengo a dire una cosa che vale per quello che ho già inserito e quello che inserirò.

Nel descrivere alcune di voi (Cla, Ida e Monica su tutte) sono andata a quella che è la mia conoscenza (di Cla e Monica è decisamente ben maggiore) e la mia sensazione nel tratteggiarvi, quindi, se mai avessi scritto qualcosa che pensate non vi descriva bene, che vi offenda in qualche modo o che io abbia toppato sui vari aspetti, prima di tutto non è una cosa assolutamente voluta, di certo non era mia intenzione, quindi non prendetevela e anzi, ditemi cos'è che non va e io sistemo il tutto ;)



Capitolo 3



La pioggia è leggera e si insinua tra le foglie attaccate con decisione agli alberi da cui succhiano la vita, in quella foresta che ti sembra stranamente familiare, in quel sentiero dove ricordi di aver camminato spesso anche nelle notti senza luna ad illuminarti la strada che col tempo hai imparato a conoscere come fossero quei bui corridoi in cui ti perdevi nei pensieri e nei ricordi, solo nell'oscurità.
Senti un leggero fruscio e cerchi un qualcosa al di là delle gocce d'acqua, ma non sai con esattezza cosa cerchi; poi vedi dei passi, un'ombra, una veste lunga, scura, e vedi scintillare quello stesso anello mai desiderato che hai visto nelle immagini di prima, in quell'abbraccio che non avevi alcun diritto di osservare.
La giovane strega se lo sfila e lo getta lontano, oltre una piccola discesa dove una sera hai colto delle splendide rose bianche sfumate d'azzurro.
La foresta è silenziosa, la natura è quasi completamente addormentata mentre un piccolo barbagianni ti osserva da un basso ramo, senza paura, come se foste creature simili di una stessa notte.
Ti sembra di camminarle vicino, ma sai che tu non sei lì, non eri lì, non sapevi neppure di quel luogo così incantato perso tra il bosco e il mare che insieme creano mura di natura a protezione di quel candido e scintillante marmo.
Lei era lì.
Non fisicamente, ma era dentro di me, era dentro la mia anima.
Nel profondo del mio cuore.
Nel cuore di tutte noi.

Continui ad avanzare a passi lenti, schiacciando sotto i tuoi piedi alcuni rami caduti, ma tu non sei lì, e trovi assurdo che i tuoi passi producano quei rumori.
Sono i miei rumori, ma li sente come suoi, perché la sua esistenza è entrata in me, per questo motivo io sono giunta in questo posto, senza saperne nulla, come attratta da una magia che non riuscivo a spiegarmi, tantomeno a controllare.
Senti una voce, un sussurro. Un nome.
Cerchi di prestare attenzione ad ogni sfumatura e ti sembra che quella voce provenga dalla tua gola, ma le tue labbra non si muovono e ti sembra così assurdo, così diversa da quello che credi che sia.
Rialzati.
Rialzati.
Rialzati e reagisci.
Questo mi diceva la sua voce nella mia testa, ma io avevo ancora paura, e ancora ne ho su molte cose, ma quel suono continuava ed io non potevo non ascoltarlo, era come se dovessi ubbidirgli.
Era come guardare una piuma bianca che si librava davanti ai miei occhi che dovevo assolutamente afferrare e stringere al petto.

Arrivi ai piedi di una scalinata, bianchissima e luminosa anche se il sole è coperto dalle nuvole e la pioggia le scivola addosso rendendola umida, procedi come se la tenessi per mano e sali con lei ogni singolo gradino, fino a quando non ti fermi e lei con te.
Vi bloccate davanti ad un gruppo di donne che si voltano, incuriosite e guardano la giovane strega, ma non te, perché?
Tu sei lì con lei, eppure non ti vedono. Perché?
Perché lei era dentro di me, era la voce nella mia testa, la felicità nella mia anima e la forza nel mio cuore.
Era in tutte loro già da allora e ancora prima, e non avevano bisogno di voltare lo sguardo per vederla, lei è sempre dentro di loro, le accompagna costantemente nelle loro giornate e veglia in silenzio i loro sogni.
Lo faceva già allora e ancora prima di conoscerle.

Ti scosti appena da lei e rimani ad osservare quelle donne così diverse e così simili che adesso conosci, ma una strana incertezza ti assale e sai che non è la tua, ma è lei a provarla nel guardare quelle persone così distanti dal suo mondo.
Qualcosa, però, mi diceva che avevamo delle ragioni in comune, vissuti ed esperienze differenti, ma c'era qualcosa che ci legava nonostante non ci conoscessimo neppure, e non avevo bisogno di spiegare il perché mi trovassi lì, loro avevano già capito.
Una donna si stacca dalle altre, ha dei lunghi capelli castani, raccolti dietro la nuca con una splendida spilla di corallo, e un abito rosso che colora di porpora il marmo sotto i suoi piedi nudi, e si avvicina a Stasja, la giovane strega che ti sta mostrando quelle immagini.
«Ciao, io sono Ilya, benvenuta nel Tempio» e una ad una le presenta le altre, con un sorriso sulle labbra che sembra rassicurarla.
Una di loro ha uno sguardo più timido, sta indietro, come se volesse rimanere in disparte ed osservare in silenzio qualcosa che non le appartiene e che le sembra irreale, come se far parte di tutto quello non fosse per lei.
Percepisci l'affetto sincero di Stasja per quella donna e non riesci a non sorridere al pensiero che quei sentimenti così profondi, possono davvero essere nati grazie a te.
Ha creato molte cose belle.
Molti legami, affetti e amicizie sono nati e sono cresciuti grazie a lei, grazie al racconto della sua vita e grazie alla sua vita stessa.
Ognuna di noi ha visto il bello dentro di lei e l'ha fatto suo, legandolo a sé, e legandosi le une con le altre.

Inizi a crederci?
Cerchi di allontanare i dubbi che ti assalgono e torni ad osservare, spettatore non pagante di un qualcosa che ti sembra una magia inspiegabile, difficile da cogliere.
La magia è la sua, quella che lei ha creato con le sue stesse mani che non sono soltanto sofferenze e colpe come lei crede. C'è molto altro in loro, c'è molto altro in lei, e le basta solamente sconfiggere quell'assurda cecità che la affligge.
Le tue mani che non sono soltanto macchiate di sangue e di dolori, ma hanno felicità tra le dita, ed è un profumo che riesci ad assaporare ogni volta che si prende cura di esse in carezze che leniscono ogni tua sofferenza.
E lo inspiri quando ti sorridono senza chiederti null'altro in cambio che il tuo, di sorriso e la tua serenità.
La osservi mentre fissa i suoi occhi alle sue mani che come le tue nascondono orrori e lamenti, la vedi mentre a fatica riesce ad alzare lo sguardo verso quelle donne che le parlano, anche se le risulta difficile ascoltare le loro parole, poi Ilya le sfiora una spalla in un gesto quasi materno, cercando di rassicurarla.
«Qui conta soltanto ciò che sei veramente, non conta ciò che hai fatto. Il Signore del Tempio ci insegna proprio questo.»
È uno dei tanti inconsapevoli insegnamenti che ha dato ad ognuna di noi.
Solo che lei ancora non ci crede ed è per questo che le mostro tutto questo.
Magari riesce ad aprire finalmente gli occhi.

E senti di nuovo il suo sorriso scaldarti il volto, il loro sorriso scaldarti la nuca, le spalle, fin nel profondo del cuore, e ne senti tutto il calore pervaderti l'anima stessa.
«Coraggio, entra. Tutto ciò che ti chiediamo, è l'amore e il rispetto per lui» e ti indica come se tu stessi lì, col tuo corpo, eppure non ci sei, te l'ha appena detto Stasja.
“Era in tutte loro già da allora e ancora prima, e non avevano bisogno di voltare lo sguardo per vederla, lei è sempre dentro di loro” ti ha detto la giovane strega, e tutte loro non volgono il loro viso verso di te, ma hai la sensazione che si osservino l'anima, si guardino dentro, come se tu davvero stessi dentro ognuna di loro.
E qualcosa comincia ad agitarsi dentro di te.
«Non mi mancano nessuno dei due, sono qui proprio per lui, se sono così lontana dal mio nulla, è perché una strana magia mi ha attirato proprio in questo luogo senza saperne alcunché» e le loro labbra si piegano, una ad una le donano il loro sorriso e il loro calore e la accolgono tra di loro come se fosse una persona conosciuta da sempre e non un'estranea che si era persa per caso nella foresta.
Non esiste il caso.
Se sono qui, è perché lei mi ha spinto a reagire, mi ha spinto qui, dove ho trovato altre persone che come me avevano bisogno di una mano che le aiutasse ad alzarsi da terra, di qualcosa che le facesse sognare.
E lei è stato quella mano che ha aiutato ognuna di noi a volgere di nuovo il viso al cielo, a quelle stelle che ogni notte proteggevano e osservavano le sofferenze che ognuna di noi si porta dentro.
Se siamo qui, è perché abbiamo bisogno di lei e lei ha bisogno di noi, del nostro perdono, dei nostri occhi per riuscire a scorgere tutto ciò che di bello c'è in lei e che noi vediamo come fossero farfalle che volano davanti al nostro volto.

«Ki ti mostrerà il Tempio» le parla Ilya e vedi Stasja sorridere a quella donna che lentamente avanza tra le altre, timida e quasi timorosa, e senti in lei un senso di familiarità, senti in lei una sensazione di conoscenza, come se la conoscesse da sempre e non da appena pochi minuti. «Poi potrai andare un po' a riposare e domani parleremo con maggiore tranquillità di quello che sarà il tuo compito qui», aggiunge la strega dal lungo abito rosso che tinge le gocce di pioggia che adagio cadono su quel luogo immerso nell'incanto.
Immerso in lei.
Insieme a lei – con lei – seguite Ki, passi verdi che si perdono nell'ombra.
 
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