Il Calderone di Severus

Sfida FF n. 14: Sette giorni per un Sorriso

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view post Posted on 31/1/2013, 18:11
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CITAZIONE
Stanco

Ma quanto mi fai soffrire Ida. Occhi nocciola, sorriso stanco, di quella stanchezza che prende chi vive accanto ad un malato notte e giorno, ma sorride per lui.
Severus sa che ci può contare, ma nella sua immensa generosità vorrebbe rincuorare quel... sorriso, quella creatura che gli è vicina.
Severus è Severus, il dolore dell'anima supera sempre quello fisico per lancinante che esso sia.
Eppure... non dovrebbe essere difficile per lui, ora, sorridere; pazienza, sarà per la prossima settimana. Lasciamolo dormire all'ombra del suo sorriso protettore.

CITAZIONE
1. Lento maestoso

Un titolo che dipinge, no, risuona per tutta la storia lenta e maestosa, ovattata è l'altra parola che mi sovviene: l'atmosfera è di una quiete ovattata con un sottofondo musicale appena avvertito.
L'uomo che siede, la bimba che gioca e la madre: un quadro. Su tutto il vento e il verde di un giardino immobile e perfetto.
L'uomo sorride un' ombra di sorriso, subito spento.
Le tue storie affascinano e devono essere rilette per gustare ogni particolare.
Il rumore è solo una parentesi sussurrata che non disturba, anzi è leggero come una farfalla.
Una frase mi ha colpito profondamente perchè l'ho pensata anch'io a volte,
Gli parve per un istante che quelle persone stessero pagando il prezzo della sua sopravvivenza. Gli innocenti morivano e soffrivano ed egli..... viveva,
ho sentito la colpa di essere sana di fronte alla malattia.

CITAZIONE
L’unica parte di te

Il tuo Severus è così umano Elly, così fragile e potente, così realistico che mi pare di poterlo toccare.
Così solo.
Perchè sono sicura che è così che si sente al di là del bastardo che vuole mostrare: un uomo solo, aggrappato disperatamente ai ricordi brutti, dei nemici di un tempo, oppure ai fantasmi di un amore.
I ricordi sono le uniche cose che lo tengono vivo, e si illude che una traccia di Lily la faccia sua, lo sollevi e lo consoli, ma non è così.
Purtroppo non è così.
E' di fronte a questa realtà che l'illusione si frantuma, che il dolore dilaga e quella pallida imitazione di un sorriso affoga nel pianto.
Bella e terribile, questa storia è bella e terribile.

Edited by chiara53 - 1/2/2013, 15:41
 
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CITAZIONE (chiara53 @ 31/1/2013, 18:11) 
CITAZIONE
Stanco

Ma quanto mi fai soffrire Ida. Occhi nocciola, sorriso stanco, di quella stanchezza che prende chi vive accanto ad un malato notte e giorno, ma sorride per lui.
Severus sa che ci può contare, ma nella sua immensa generosità vorrebbe rincuorare quel... sorriso, quella creatura che gli è vicina.
Severus è Severus, il dolore dell'anima supera sempre quello fisico per lancinante che esso sia.
Eppure... non dovrebbe essere difficile per lui, ora, sorridere; pazienza, sarà per la prossima settimana. Lasciamolo dormire all'ombra del suo sorriso protettore.

Brrrr... mi hai messo i brividi: io non ero stata così esplicita, ma tu hai capito fin troppo bene...
E hai indovinato anche che la prossima settimana sarà Severus a soridere: sì, ci vuole ancora un po' di pazienza...


Edited by Ida59 - 12/7/2015, 19:40
 
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Lento maestoso di Alaide

E' incredibile come le tue descrizioni mi portino sempre, in poche parole, in un mondo lontano, as uo modo antrico e diverso dall'usuale, colmo di un fascino particolare, quasi d'altri tempi, silenzioso e melodioso al tempo stesso.
La storia è malinconicamente bella, con la vita che solo per un attimo fa capolino, nella corsa della bimba che ancora accende il rimorso nei pensieri di Severus (e tu sai quanto io adoro questo tipo di pensiei!) noncè quel sorriso di amara colpevolezza sulle sue labbra.


L'unica parte di te di Ellyson

Che dire, Elly, ancora una volta, una sola parola mi sale alle labbra.
Tremenda.
Tremendamente bella.
E tu sai che non potrei farti complimento migliore.
Ho amato il tentativo di Severus (adorabile mago) di preservare il cadavere di Malocchio, così come il richiamo a Mundungus per il disordine che Severus mai avrebbe creato!
Soprattutto, ho infinitamente apprezzato la tua fine maestria nell'inseriti come sempre in modo perfetto nelle pieghe del canone, descriveno splendidi missing moment che davvero potrebbero essere avvenuti, così densi di pertinenti richiami a tutto ciò che di quella determinata scena dei libri sappiamo. E il complimento non è affatto esagerato, credimi, perchè sei una delle fanwriter che più sanno deliziarmi sotto questo aspetto, per me molto importante, della scrittura di una fanfiction e in cui io non sono certo altrettanto brava.
Quando la storia arriva al culmine, davanti a quella lettera, è stato tremendo leggere il suo timore di sfiorarla, di poterla perdere in quel piccolo gesto... Da nodo alla gola, tutto il brano, un nodo tremendo al "dolce Liliy". Poi, quando la porta alle labbra, mi è stato difficile continuare a leggere, davanti ad una scena straziante che ho mille volte immaginato, ma solo in parte scritto.
Sì, tremendamente bella, in quel finale in crescendo di dolore (eeeh sì, elevatissimi livelli di dolorimetro!), col sorriso che gli trema sulla labbra e lentamente si trasforma in liquido dolore.
Sospiro...

(ci sono alcuni errorini: quando mi mandi la fic su MSS te li correggo e te la rimando)



Ricordate di mandare le vostre fic a MSStorie!



Edited by Ida59 - 12/7/2015, 19:40
 
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Grazie Chiara e Ida per il commento!
Dovrei ringraziarvi come si deve, ma il tempo é tiranno.
Sto cercando un sorriso felice... so che é capace di sorridere dalla gioia, ma deve ancora arrivare l'ispirazione giusta e il momento giusto.

Ho visto gli errori Ida e anche le virgole mancanti. Rimedierò quando devo inviarti la storia.
 
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view post Posted on 6/2/2013, 21:20
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Ringrazio, prima di postare il sorriso per questa settimana, tutte per i commenti (quando avrò tempo, ringrazierò come si deve). Devo anche mettermi in pari con la lettura delle altre storie, cosa che spero di fare entro la fine della settimana!
Detto questo, vi lascio alla lettura, sperando di non aver sparso qua e là dei francesismi.


Autore/data: Alaide – 23-24 gennaio 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: flash-fic
Rating: per tutti
Genere: Introspettivo
Personaggi: Severus Piton, Personaggio originale
Pairing: nessuno
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Emma si sedette adagio, stando attenta a non disturbare quel signore, che alcuni chiamavano l’inglese. Per lei era soltanto l’uomo che era comparso tre mesi prima in giardino e che da allora precedeva sempre lei e la mamma.
Nota: E' la continuazione di Lento maestoso
Parole: 515


Trio in sei movimenti

2. Poco Adagio



Quel giorno il vento non spazzava la costa normanna ed il giardino pareva più silenzioso e tranquillo del solito.
Severus sedeva solo, sull’usuale panchina, in un angolo in ombra, con un libro in mano. La donna e la bambina non si vedevano da nessuna parte.
V’era qualcosa di strano nella loro assenza, per quanto l’uomo non potesse dire di provare alcun reale interesse per loro. Erano diventate, piuttosto, un momento fisso delle giornate senza pioggia, un segno che in quella casa dalle pareti candide – di un candore che non apparteneva di certo alla sua anima – viveva qualcuno.
Qualcuno che, con ogni probabilità, meritava più di lui di vivere.
Quel pensiero era ben fisso nella sua mente, mentre leggeva il libro. Era un pensiero fisso, che risuonava accanto alle parole vergate in un inglese arcaico, medievale.
Il sole di metà aprile fece capolino tra le mura del sanatorio, illuminando le pareti chiare, i fili d’erba ed i timidi fiori.
Era una visione tranquilla e silenziosa, che aveva in sé qualcosa che poteva ricordare un adagio sussurrato da un violoncello in sordina.
Dei passi timidi, lenti, ruppero il silenzio.
I passi di una bambina sola.
Severus, per l’abitudine d’alzare il capo al rumore di qualcuno che si avvicinava, notò la bambina e la sua solitudine.
V’era qualcosa di insolito in quello perché la donna non lasciava mai sola la bambina. E la bambina non si allontanava mai dalla donna.
Emma era silenziosa e si muoveva lentamente, quasi avesse paura di disturbare quella quieta silenziosa. Si avvicinò all’uomo, che aveva riportato da tempo lo sguardo sul libro.
«Monsieur, potrei sedermi qui?» domandò rapidamente la bambina, parlando un inglese zoppicante dal marcato accento francese.
Severus alzò il capo di scatto e notò che la bambina gli aveva rivolto un sorriso timido, fin troppo tranquillo per qualcuno di così giovane. Un sorriso accennato, il sorriso di chi sta crescendo troppo in fretta.
L’uomo annuì soltanto, tornando subito dopo a leggere, senza osservare nuovamente la bambina.
Emma si sedette adagio, stando attenta a non disturbare quel signore, che alcuni chiamavano l’inglese. Per lei era soltanto l’uomo che era comparso tre mesi prima in giardino e che da allora precedeva sempre lei e la mamma.
Una figura misteriosa e rassicurante, al tempo stesso, rassicurante nel suo essere lì, sempre, prima del loro arrivo.
Si voltò per un attimo verso di lui, il sorriso timido ancora sulle labbra, quasi a volerlo ringraziare per averle permesso di sedere lì.
Severus avvertì lo sguardo della bambina, ma non si voltò.
Ed Emma non si aspettò che lo facesse.
In fondo le bastava che le avesse permesso di sedersi lì, dove si sentiva più al sicuro. Emma credeva che la presenza di quell’uomo l’avrebbe fatta stare tranquilla. Nella sua mente infantile si era fatta strada l’idea che fino a quando l’uomo fosse stato in quel giardino, la mamma sarebbe rimasta con lei.
Quindi sedersi lì, mentre la mamma stava male, faceva credere alla bambina che tutto sarebbe andato bene, che anche quella crisi si sarebbe risolta.
E fu per quello che sorrise nuovamente all’uomo.
Con fiducia.
 
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Titolo: Brivido
Autore/data: Ida59 – 10 gennaio 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: flash-fic
Rating: per tutti
Genere: introspettivo
Personaggi: Severus, Personaggio originale
Pairing: non rilevante (Severus/Lily)
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Un sorriso, una carezza, un brivido. Un dolce sussurro. Un altro brivido. E’ il seguito di “Stanco”
Parole/pagine: 402/2.




Brivido



Alla fine Severus ci aveva provato.
E doveva esserci riuscito.
A sorridere.
Lei lo aveva guardato fisso, spalancando gli occhi sempre più e poi… poi la stanchezza del sorriso era svanita di colpo, sostituita da un’incredibile felicità che aveva spruzzato di oro il nocciola delle iridi e lo aveva del tutto stupito.
Perché quella radiosa felicità era la risposta al suo sorriso.
Ne era certo.
Così come era altrettanto certo di un’altra cosa che aveva notato bene; l’aveva vista tremare, forse esitare per un fugace istante: aveva cercato di controllarsi, di trattenere il gesto, ma poi la mano era sfuggita al suo controllo e le dita gli avevano sfiorato… il sorriso, piano, delicate.
Incredule.
Il tocco appena accennato sulle labbra gli aveva dato un lungo brivido, strano, sconosciuto.
Piacevole.
E poi, le iridi nocciola, sfumate d’oro, si erano riempite di lacrime.
Erano lacrime di felicità, ormai aveva imparato a riconoscerle: arrivavano ogni volta che faceva qualche progresso. Anche di questo era ormai certo.
Provare a sorridere, e riuscirci, era un progresso?
Sì, indubbiamente lo era.
No, non per la ferita, non per lo sforzo e il dolore che gli procurava fare anche il più infimo movimento con il collo.
Per il sorriso in se stesso.
Perché Severus Piton non sorrideva.
Mai.
E la giovane donna sembrava saperlo molto bene.
Era proprio questo che l’aveva resa tanto felice, ed ora la punta delle sue dita continuava a sfiorargli piano le labbra sottili ancora dischiuse nel lieve sorriso, incapaci di staccarsene, regalandogli ancora quel lungo, piacevole brivido sconosciuto.
Infine le labbra della donna si dischiusero, piano, dolcemente:
- Severus… Severus, oh Severus!
Dolce, dolce, dolcissimo il suono del suo nome nella radiosa felicità del sorriso di quelle tremanti labbra rosse!
Di nuovo quel brivido piacevole, pur se il tepore lieve della carezza era ormai svanito.
- Severus…
La donna sembrava incapace di pronunciare altro che non fosse il suo nome.
Era strano.
Strano come le lacrime che le illuminavano gli occhi e scendevano piano a rigarle le guance.
Ma non aveva alcuna importanza.
Severus voleva solo che ripetesse il suo nome, ancora: era da tempo che non lo faceva più, sempre troppo stanca, e voleva solo che ricominciasse e non smettesse più.
La fissò, una muta richiesta negli occhi neri, che lei sembrò subito cogliere:
- Severus…
Un dolce sussurro sommesso, incrinato dal pianto:
- Severus…
Il mago chiuse gli occhi.
E rabbrividì ancora.

Edited by Ida59 - 12/7/2015, 19:40
 
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Inizio a rimettermi in pari, con la lettura delle storie!

Stanco - Brivido

Ho letto le due storia, una dopo l'altra, in successione, ma andrò con ordine.
Iniziando la prima, mi sono subito trovata in un tempo sospeso - Severus, ovviamente, non sa che giorno sia, né che fase della giornata sia... Ma tu l'hai reso perfettamente evocando la luce tenue e fissa della stanza. Un tempo sospeso in cui risiede il dolore psicologico (le colpe strazianti) e fisico (la lancinante sofferenza dovuta al morso di Nagini). Un tempo sospeso in cui risiede il sorriso della donna, che è forse l'elemento che distingue tra il tempo del dolore psicologico ed il tempo del dolore fisico. La stanchezza pervade tutto il testo. Quella del sorriso stanco, ma comunque dolce e bello (fantastici i pensieri di Severus in proposito), quella terribile di Severus (non cito, perché dovrei citare tutto)... due tipi di stanchezza che si differenziano nettamente, come pensa, in definitiva, anche Severus. Ho adorato, infine, tutta la parte finale, quel voler confortare il sorriso della donna... Tentare di sorriderle. E poi la stanchezza che cade come un velo su tutto, alla luce del "tempo" del sorriso.

Sono stata felice di aver letto i due brani uno dopo l'altro, perché si concatenati con naturalezza... il sorriso di Severus affiora ed esplode la felicità della donna. Ed arriva il suo sfiorare le labbra di Severus, anzi meglio, come dici nel testo, il sorriso di Severus. Ed arrivano le lacrime di gioia. Il tutto concatenato con una logica fantastica (logica non è il termine meilleur, ma non riesco a trovarne uno che si addica maggiormente al momento). Ho decisamente aimé tutta la seconda parte della storia, il nome di Severus che viene ripetuto dalla donna, quasi come un accordo consonante, in una soave mezzavoce (un richiamo musicale dovevo farlo!) ed il brivido che ancora una volta investe Severus! Vraiment superbe!
 
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Titolo: L’uomo di Silente
Autore: Ellyson
Beta: Querthe
Tipologia: One shot
Rating: Per tutti
Genere: nessuno in particolare
Personaggi: Severus Piton, Albus Silente
Pairing: nessuno
Epoca: 6 libro
Riassunto:
La mia mano non tremerà. La mia voce non vacillerà. La mia anima non si spezzerà. Sarò un perfetto assassino.
Parole: 1.158

L’uomo di Silente

Silente sedeva alla scrivania, alle sue spalle quel grigio pomeriggio stava lentamente lasciando il posto ad una sera scura, con nuvole cariche di fredda pioggia che avrebbe iniziato a sciogliere la neve scesa durante le vacanze di Natale.
I Presidi suoi predecessori dormivano come sempre nelle rispettive cornici. Anche lui, presto, avrebbe avuto un posto su quella parete, una sua copia che sonnecchiava nella cornice dorata. A quel pensiero non riusciva a reprimere una lieve fitta di malinconia.
Gli sarebbe mancata la sua cara Hogwarts.
Un leggero bussare alla porta lo riportò alla realtà, alle sue carte mischiate apparentemente a casaccio sulla scrivania, alle lezioni con Harry, a Draco e alle sue occhiaie sempre più profonde e alle occhiaie di Severus che, molto probabilmente, aveva notato solo lui.
- Avanti.
Come richiamato da un incantesimo appellante Severus entrò nell’ufficio. Aveva il volto tirato e pallido, sembrava dimagrito in sole poche settimane. Non aveva un bell’aspetto. Si sentiva tremendamente in colpa per l’enorme peso che gli lasciava sulle spalle, ma era l’unico di cui poteva fidarsi.
L’unico a cui avrebbe lasciato la scuola senza preoccupazioni, sapendo che sarebbe stata al sicuro.
L’unico a cui avrebbe affidato non solo la sua vita, ma anche la sua morte.
- Hai una pessima cera, Severus. – disse usando il solito tono paterno che, sapeva, lo avrebbe infastidito – Non dormi bene la notte? - sorvolò sull’occhiata sarcastica che il mago gli lanciò come risposta, arricciò le labbra in un sorriso e fece sparire i fogli sulla scrivania con un veloce colpo di bacchetta.
- Sono informazioni riservate solo al Prescelto? – sibilò irritato l’altro appoggiando un calice sul ripiano ormai sgombro – Altre informazioni che è meglio che io non conosca, perché troppo vicino all’Oscuro?
- Vuoi tornare sull’argomento, Severus? – gli rispose prendendo il calice, mentre il pozionista si affiancava e prendeva delicatamente la mano annerita. La lunga barba gli coprì la smorfia di dolore. – Ahi. Il dolore è aumentato in questi giorni.
- Devo rinforzare gli incantesimi. – disse il professore chinandosi osservando meglio le dita – Bevi il tonico. Ho modificato la preparazione originale, questo è più forte.
Il tonico era vischioso e ancora fumante nel calice. Lo bevve senza fare domande, in un unico sorso, era amaro e lasciava un pessimo sapore in bocca.
- Non mi hai detto com’è stata l’ultima festa di Horace. – gli chiese dopo aver fatto sparire il bicchiere.
- Un’inutile perdita di tempo. Come tutte le sue feste ridicole. E ti ho riferito tutto quello che è successo con Draco. – rispose Piton puntando la punta della bacchetta sulla mano – Ora stai fermo.
La lenta litania riempì il silenzio dello studio. Dalla punta della bacchetta si levò un lieve fumo azzurrognolo che avvolse la sua mano mentre il dolore che provava in quei giorni si attenuò senza però sparire del tutto. Fanny li guardava con interesse appollaiata sul trespolo d’oro.
- E’ il massimo che posso fare. – a Silente non sfuggì il tono di rammarico nella voce di Piton, una velata scusa alla sua incapacità di dargli il sollievo che meritava.
Gli sorrise comprensivo e sollevò la mano ferita - Va molto meglio, grazie. – disse muovendo piano le dita annerite – E comunque presto o tardi non mi farà più male.
Severus fece una smorfia e si voltò dirigendosi alla porta.
- Ho delle cose da sistemare. – disse sbrigativo - Buonanotte, Silente.
- Perché non mi hai detto del Voto Infrangibile?
Severus si bloccò davanti alla porta, la mano a mezz’aria a pochi centimetri dalla maniglia.
Silente lo vide voltarsi piano, aveva lo sguardo corrucciato. Sorrise ancora e lo osservò al di sopra delle lenti degli occhiali.
- Potter…- sibilò l’altro senza celare il fastidio – ha sentito la discussione con Draco nascosto da quel suo mantello. E’ così, Albus?
- Sì, ha ascoltato la tua discussione con il giovane Malfoy. – confermò il Preside.
- Ed è venuto qui a dirti tutto! Scommetto che avrà detto che non c’è da fidarsi di me! Che sto complottando qualcosa con lui!
- Non sono state le sue parole, ma sono certo che avrà pensato a qualcosa del genere. – rispose senza smettere di sorridere – Ma non hai risposto alla mia domanda, Severus.
- Non era importante. – rispose l’altro sbrigativo – Il Voto è stato sigillato quando ti avevo già promesso…- le parole gli morirono in gola. Fece un gesto con la mano come se volesse cacciare via un insetto – Non era importante. – ripeté.
- Tutto è importante, Severus. Ora c’è in gioco anche la tua vita.
- La mia vita è sempre stata in gioco, Albus. E, comunque, non conta nulla rispetto alla tua. Nessuno piangerà davanti alla mia tomba.
- Io piangerei davanti alla tua tomba.
Si scambiarono una lunga occhiata. Fanny ruppe il silenzio con lieve lamento.
- Perché non mi hai parlato del Voto Infrangibile? – chiese nuovamente il vecchio mago.
- Cosa importa? Il risultato è sempre lo stesso!
- Tu non puoi morire. – disse risoluto il Preside, il sorriso era sparito dietro la barba argentata.
- Invece tu si? – ribatté Severus lottando contro se stesso, contro l’impulso di urlare fino a perdere la voce - Lasci tutto sulle spalle di un ragazzino solo che non è capace di difendersi?
- Harry non è solo.
- E’ vero tutto il mondo magico si schiererà con Potter, con te e l’Ordine. Mentre io… - fece di nuovo quel gesto con la mano, non erano insetti fastidiosi quelli che scacciava Severus, ma pensieri fastidiosi – La mia vita non è importante come la tua, Albus. Io posso morire anche adesso… tu hai bisogno di più tempo.
Silente sgranò gli occhi e si alzò dalla sedia.
- Stai ancora cercando una soluzione, Severus? E’ per questo che passi tutto il tuo scarso tempo libero nella Sezione Proibita della biblioteca? Non c’è soluzione al mio problema, anche tu lo sai. E’ uno spreco di energie.
Severus lo fissò negl’occhi, il suo sguardo mandava scintille.
- E’ il mio tempo, Silente. – gli rispose risoluto – So bene qual è il mio compito e lo porterò a termine, ma questo non mi vieta di cercare un’altra via. Non preoccupati. La mia mano non tremerà. La mia voce non vacillerà. La mia anima non si spezzerà. Sarò un perfetto assassino. Puoi fidarti di me.
- Lo so, Severus. Te l’ho già detto: sono molto fortunato ad avere te.
Piton lo fissò ancora qualche istante poi si voltò verso la porta.
- Buonanotte, Preside.
Senza aspettare una risposta uscì dall’ufficio chiudendosi la porta alle spalle.
Silente si risedette sulla poltrona e incrociò le dita in grembo.
- Credo che il Ministro si sia sbagliato, Silente. – disse Phineas Nigellus dal suo ritratto, come al solito aveva solo finto di dormire ascoltando l’intera conversazione.
- A che proposito, Phineas?
- Potter non è l’unico ad essere “l’uomo di Silente sempre e comunque.” - Silente sorrise continuando a fissare la porta, alcune lacrime brillarono dietro gli occhiali – Sarà un bravo Preside.
- Lo so, Phineas. Lo so.
 
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Hihihi... bellissima, Leonora, i tuoi commenti inframmezzati da parole francesi!

Edited by Ida59 - 12/7/2015, 19:41
 
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Non riesco a fare i commenti uno per uno perché non ho tempo, ma ho letto tutti i vostri sorrisi. Ma quanto siete brave?
Sono tutte belle, bellissime che ti riempiono il cuore e ti fanno sorridere. Sorrisi triste, felici, amari, di tutti i generi.
Ripeto: ma quanto siete brave?
 
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view post Posted on 7/2/2013, 11:38
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CITAZIONE (ellyson @ 7/2/2013, 11:09) 
Ripeto: ma quanto siete brave?

Quasi quanto te? ;)

Edited by Ida59 - 12/7/2015, 19:41
 
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CITAZIONE (Ida59 @ 7/2/2013, 11:38) 
Quasi quanto te?

Naaaaa.... ti ringrazio, ma io sono solo una povera pazza. :P
 
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CITAZIONE (ellyson @ 7/2/2013, 11:57) 
CITAZIONE (Ida59 @ 7/2/2013, 11:38) 
Quasi quanto te?

Naaaaa.... ti ringrazio, ma io sono solo una povera pazza. :P

Una pazza che scrive bene assai... sarà quella la tua pazzia... ;) :)

Edited by Ida59 - 12/7/2015, 19:41
 
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CITAZIONE (Ida59 @ 7/2/2013, 12:43) 
Una pazza che scrive bene assai... sarà quella la tua pazzia... ;) :)

Mmmmh può essere. :huh:
Basta adesso, tolgo l'attenzione dalle storie. ^_^
 
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view post Posted on 7/2/2013, 13:40
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CITAZIONE (Alaide @ 6/2/2013, 22:31) 
Stanco

Ho letto le due storia, una dopo l'altra, in successione, ma andrò con ordine.
Iniziando la prima, mi sono subito trovata in un tempo sospeso - Severus, ovviamente, non sa che giorno sia, né che fase della giornata sia... Ma tu l'hai reso perfettamente evocando la luce tenue e fissa della stanza. Un tempo sospeso in cui risiede il dolore psicologico (le colpe strazianti) e fisico (la lancinante sofferenza dovuta al morso di Nagini). Un tempo sospeso in cui risiede il sorriso della donna, che è forse l'elemento che distingue tra il tempo del dolore psicologico ed il tempo del dolore fisico. La stanchezza pervade tutto il testo. Quella del sorriso stanco, ma comunque dolce e bello (fantastici i pensieri di Severus in proposito), quella terribile di Severus (non cito, perché dovrei citare tutto)... due tipi di stanchezza che si differenziano nettamente, come pensa, in definitiva, anche Severus. Ho adorato, infine, tutta la parte finale, quel voler confortare il sorriso della donna... Tentare di sorriderle. E poi la stanchezza che cade come un velo su tutto, alla luce del "tempo" del sorriso.

Sì, è vero, volevo proprio dare la senzazione di "sospeso", di un qualcosa di cui Severus non ha una chiara coscienza, che emerge tra il sonno e la veglia e i due tipi di "dolore" che, come tu hai ben detto, accomunano ma, anche , distinguono i due momenti temporali; sono felice se ci sono riuscita.
Sì, il sorriso della donna è la linea di demarcazione tra i due momenti, ciò che dà a Severus la percezione della realtà. ma non sarà sempre così...

CITAZIONE (Alaide @ 6/2/2013, 22:31) 
Stanco
Sono stata felice di aver letto i due brani uno dopo l'altro, perché si concatenati con naturalezza... il sorriso di Severus affiora ed esplode la felicità della donna. Ed arriva il suo sfiorare le labbra di Severus, anzi meglio, come dici nel testo, il sorriso di Severus. Ed arrivano le lacrime di gioia. Il tutto concatenato con una logica fantastica (logica non è il termine meilleur, ma non riesco a trovarne uno che si addica maggiormente al momento). Ho decisamente aimé tutta la seconda parte della storia, il nome di Severus che viene ripetuto dalla donna, quasi come un accordo consonante, in una soave mezzavoce (un richiamo musicale dovevo farlo!) ed il brivido che ancora una volta investe Severus! Vraiment superbe!

Felice che tu abbia trovato un riferimento musicale nella storia: ciò mi assicura che ti è piaciuta!


Edited by Ida59 - 12/7/2015, 19:42
 
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