Il Calderone di Severus

Sfida FF n. 14: Sette giorni per un Sorriso

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view post Posted on 3/1/2014, 10:34
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n. 50

Titolo: Il profumo dei ricordi
Autore: Ellyson
Beta: Querthe
Tipologia: one shot
Rating: Per tutti
Genere: Triste, introspettivo, Malinconico,
Personaggi: Severus Piton
Pairing: Severus / Lily
Epoca: HP 7
Avvertimenti: Missing Moment
Riassunto:
Socchiudi gli occhi, aggrotti la fronte pensieroso, analizzando ogni dettaglio, ogni informazione a tua disposizione.
Poi li sgrani, conscio di quell’ovvia verità che hai davanti al naso adunco.

Sei morto.
Parole: 1.149


Il profumo dei ricordi

Apri gli occhi di scatto, la bocca aperta in un muto urlo di terrore.
Scatti a sedere.
Ti guardi attorno disorientato.
Polvere. Mobili vecchi e lerci. Ragnatele che riempiono ogni angolo.
Riconosci il posto.
E' la Stamberga Strillante.
Rivedi Nagini che scivola veloce verso di te.
Senti le zanne penetrare la tua carne, il sangue in gola, il dolore che ti annebbia la mente.
E dalla bocca ancora semiaperta esce un gemito strozzato.
Istintivamente porti una mano alla gola.
Cerchi la ferita, il sangue che pulsa, la vita che ti abbandona.
Invece le pelle è intatta. Liscia. Perfetta.
Fredda.
Ti guardi le mani. Sono sempre le stesse. Lunghe dita. Polsi sottili. Sul palmo destro c’è quella vecchia cicatrice che ti sei procurato il sesto anno di scuola mentre cercavi di tagliare un Fagiolo Sopoforoso, prima di capire che dovevi schiacciarlo con il coltello d’argento.
Anche loro sono fredde.
Ti alzi dal pavimento polveroso.
Per terra non c’è sangue. Non ci sono neppure i segni delle spire del serpente o l’impronta delle tue scarpe o di quelle di Potter e i suoi onnipresenti amici. E’ come se nessuno fosse passato in quella casa da anni.
Neppure tu.
Socchiudi gli occhi, aggrotti la fronte pensieroso, analizzando ogni dettaglio, ogni informazione a tua disposizione.
Poi li sgrani, conscio di quell’ovvia verità che hai davanti al naso adunco.
Sei morto.
Ti guardi ancora attorno. La casa è senz’altro quella dove hai tirato l’ultimo sospiro. Dove hai detto le ultime parole.
Guar…da… mi…
Dove l’hai vista l’ultima volta.
Fai una smorfia disgustato. E’ senz’altro diverso dal paradiso di cui avevi sentito parlare. Ed è decisamente differente dall’inferno in cui molti ti avrebbero volentieri visto sprofondare.
Quindi questo cos'é? Un limbo?
O forse è solo un parto della tua mente morente.
Poi lo avverti. Un profumo a te noto. Un profumo che ti porta indietro nel tempo.
Prima di Hogwarts.
Prima dell’Oscuro Signore. Del marchio che brucia – anzi forse è meglio dire bruciava - la tua pelle.
Prima del sangue che sporca le tue mani.
Prima di Silente.
Prima dell’omicidio.
Anche prima di Lily.
E’ il profumo di tua madre. Un profumo buono, di pulito. Il profumo della tua infanzia. Di quel periodo di cui ricordi poco, ma dove tuo padre era ancora papà e la pelle di tua madre era ancora rosea senza segni viola da mascherare con del pessimo trucco o con vestiti troppo larghi. Un tempo dove il sorriso e le risate riempivano la tua casa.
Un tempo troppo breve perché tu possa ricordarlo con chiarezza.
E’ un profumo che non dovrebbe esserci in quel posto. In quella casa. Tra quei mobili ricoperti di polvere.
Ti avvicini ad una delle finestre sprangate.
Vuoi vedere cosa c’è fuori, ma sei spaventato.
Cerchi di intravedere qualcosa da un piccolo spiraglio, ma non vedi nulla. Solo luce, un’accecante luce che sembra avvolgere la casa.
Torni a guardare il salotto malandato della Stamberga. Per qualche istante, sempre che il tempo scorra realmente in quel posto, pensi di restare lì, tra quelle quattro mura dismesse.
Solo con la tua solitudine.
Immerso nel profumo della tua infanzia.
Ma senti il freddo della tua pelle addosso. Vedi ancora il serpente in quella gabbia magica sopra la testa dell’Oscuro. Lo vedi strisciare verso di te. Senti ancora il sangue scivolare giù per la gola squarciata.
Scuoti il capo cacciando quell’immagine e decidi di uscire.
Se là fuori ti aspetta l’inferno lo affronterai a testa alta.
Come hai sempre affrontato tutto nella tua vita.
Per un momento osservi il punto in cui dovrebbe esserci il passaggio segreto che porta ad Hogwarts, senza stupirti di non vederlo.
Se ci fosse stato non avresti comunque preso quella strada. Ormai più nulla ti lega a Hogwarts, neppure la morte.
Scendi le scale e il freddo sembra affievolirsi, le immagini legate a quella stanza, ora, sono lontane ed indistinte. Vedi la luce filtrare dalle fessure delle assi che bloccano le finestre e il profumo cambia.
Diventa più fruttato, più intenso.
Anche questo lo consoci.
È il profumo della tua adolescenza.
Il profumo dei pomeriggi passati sotto gli alberi a ripassare. Delle serate fredde in biblioteca a fare i compiti. Dei pomeriggi spensierati a giocare con le Gobbiglie o dei fine settima a Hogsmeade.
E’ il profumo dei sorrisi nei corridoi. Dello sfiorarsi involontariamente le mani durante la lezione di pozioni.
E’ il profumo di lei.
Di Lily.
Della tua Lily. Prima che fosse di un altro.
Della Lily amica e complice. Di quell'amore segreto che per anni hai trattenuto fino a quando non si è trasformato in rimpianto e dolore.
Ti blocchi sulle scale e respiri a pieni polmoni – sempre che si possa dire che stai respirando in quel luogo – sentendo gli occhi pizzicare.
Forse questo è veramente l'inferno. Solo immerso negli profumi della tua vita, ricordandoti per l'eternità cos'hai perso per il tuo stupido, inutile, orgoglio.
Serri con forza la mascella e ti imponi di scendere gli ultimi gradini che ti separano dalla porta. E mentre scendi il profumo cambia di nuovo.
Non è fruttato e gradevole come gli altri, ma è comunque un profumo che richiama ricordi piacevoli.
E' l'odore delle pozioni, del wiskhy incendiario bevuto di notte, nell'ufficio circolare con Fanny che dormiva con la testa nascosta sotto un'ala. E' il profumo dell'unico amico che ti era rimasto e che hai ucciso. Silente aveva un odore particolare, sapeva di saggezza e vecchia pergamena, anche verso la fine aveva lo stesso profumo. Alcuni dicono che quando ci si avvicina alla morte si ha un odore più dolciastro, invece Albus aveva sempre quel profumo che associava alla saggezza e alla vecchia pergamena.
Stringi con più forza il corrimano e scendi gli ultimi gradini.
Ti avvicini alla porta, pronto a tutto. Accettando ogni condanna a te riservava per quello che hai fatto in vita.
Meriti tutto.
Il dolore. Il rimpianto. Il senso di colpa. La solitudine.
Tutto.
Afferri con decisione il pomello arrugginito della porta, non sei un vile, non scappi, non ti nascondi.
Affronti la morte. Così come hai affrontato la vita.
Con un movimento secco e veloce apri l'uscio della casa. La luce che avvolge quel posto di acceca, chiudi gli occhi e senti calore attorno a te. Forse sono le fiamme dell'inferno che ti reclamano.
Quando ti sei abituato alla luce, sembra volerci un infinito istante, apri gli occhi e, per poco, non ti cedono le gambe.
Sono tutti lì.
Tua madre.
Tuo padre.
Silente.
Tutti ti sorridono. Tutti ti guardano.
Poi un ciclone ti travolge. Un ciclone dagli occhi di smeraldo e i capelli rossi. Un ciclone che ha il dolce profumo della vita addosso.
La fissi, anche lei sorride. Lei che dovrebbe odiarti più di chiunque altro.
- Lily...
Le tue prime parole in quel posto che, ora, sai è il paradiso. Un luminoso profumato paradiso.
Fai l'unica cosa che volevi fare da anni.
La stringi e scoppi a piangere.
 
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view post Posted on 3/1/2014, 10:50
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Fondi-calderoni

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Severus non è l'unico che è scoppiato a piangere, io pure ho gli occhi lucidi. Mi sa che dovrò iniziare a leggere le tue storie con un pacchetto di fazzoletti accanto.
Ogni capitolo è meraviglioso e toccante e il tuo Severus entra nell'animo e nel cuore, così come tu riesci a entrare nel suo animo e nel suo cuore, mettendoli a nudo in modo davvero bellissimo.

Severus affronta la morte a testa alta così come ha affrontato la vita, con coraggio e senza mai nascondersi, senza tirarsi indietro... e ancora c'è gente che lo odia perchè ha gli occhi foderati di prosciutto per via della Potter-visione... ma si può!
 
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view post Posted on 4/1/2014, 11:05
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n. 51

Titolo: L’ultimo sorriso

Autore: Ellyson
Beta: Querthe
Tipologia: One Shot
Rating: Per tutti
Genere: Malinconico, triste
Personaggi: Severus Piton, HarryPotter, Hermione Granger
Pairing: Severus / Lily
Epoca: post battaglia finale
Riassunto:
Quando qualcuno uscì dalla stanza al giovane mago sembrò passata un'eternità. Si avvicinarono tutti al medico che non aveva uno sguardo rassicurante. Orribili e macabre macchie rosse sporcavano il suo bel camice.
Il dottore li fissò uno per uno soffermandosi qualche istante in più sulla cicatrice di Potter. Poi scosse lievemente il capo.

Parole: 1.415

L’ultimo sorriso

L'infermeria di Hogwarts era rimasta integra durante lo scontro finale. I feriti più lievi venivano curati direttamente in Sala Grande mentre quelli più gravi venivano portati in infermeria dove una squadra di medimaghi, smaterializzati ai confini della scuola qualche ora dopo la fine della battaglia, stavano lavorando senza sosta.
Harry aveva passato abbastanza tempo in infermeria e pensava di conoscerla bene invece ignorava molto di quella parte del castello.
Oltre agli innumerevoli letti c'erano anche delle piccole stanze. Per lo più camere singole dove venivano ricoverati i professori colpiti dall’influenza ed in qualche modo immobilizzati a letto da un’apprensiva Madama Chips; aveva scoperto che Remus vi passava le giornate dopo la luna piena.
Il ricordo di Remus gli procurò una fitta dolorosa allo stomaco. Non avrebbe più dovuto preoccuparsi della luna piena, della pozione Antilupo, delle maldicenze sul suo conto. Non avrebbe visto suo figlio crescere, diventare un buon mago e un brav'uomo. Non avrebbe più baciato Tonks, abbracciata ed amata.
Chiuse per un attimo gli occhi e si appoggiò al muro del castello. Era esausto, aveva un disperato bisogno di dormire, di non pensare, di non vedere i morti che aveva causato quella lunga guerra, ma non era ancora arrivato il momento del riposo.
Lui, insieme a Hermione, Ron, Ginny e la professoressa McGranitt, stavano fissando una di quelle porte chiuse in attesa di notizie.
In quella piccola stanza c'era un mago che combatteva tra la vita e morte.
Un mago che aveva odiato con tutto se stesso.
Un eroe solitario che lui non aveva mai compreso.
Severus Piton non era morto in quella casa.
Era certo di averlo visto spirare, ma quando erano andati a recuperare il suo corpo si erano accorti che respirava ancora.
L'avevano portato subito in infermeria e i medimaghi si erano chiusi dietro una di quelle piccole porte dal colore spento senza dar loro nessuna notizia.
Quando qualcuno uscì dalla stanza al giovane mago sembrò passata un'eternità. Si avvicinarono tutti al medico che non aveva uno sguardo rassicurante. Orribili e macabre macchie rosse sporcavano il suo bel camice.
Il dottore li fissò uno per uno soffermandosi qualche istante in più sulla cicatrice di Potter. Poi scosse lievemente il capo.
La professoressa di trasfigurazione estrasse un fazzoletto verde dalla manica della veste e si soffiò il naso. Hermione appoggiò la testa sulla spalla di Ron mentre Ginny prese la mano del fidanzato.
- Utilizzando la stessa cura del signor Weasley, - iniziò a spiegare il madimago – abbiamo fermato l'emorragia. Abbiamo somministrato pozioni rimpolpasangue, ma il veleno del serpente è stato modificato ed è più potente. Se l'avessimo preso in tempo forse potevamo avere più tempo per studiare un antidoto, ma in questo caso siamo arrivati tardi. Sta morendo, ha la febbre molto alta, delira. Forse non sa neppure dove si trova. Il veleno è arrivato al cervello, probabilmente non ci vede più; quando gli abbiamo fatto delle domande non era lucido e rispondeva in modo incomprensibile. C'è una famiglia da avvisare? Una moglie? Una compagna?
- No, - riferì la vecchia maga con gli occhi lucidi – Albus era la sua famiglia. Ora ci siamo solo noi. Se fossimo stati la sua famiglia, - sussurrò la strega, ma sembrava che stesse parlando più a se stessa che al medico – gli avremmo dato più fiducia.
Il dottore sembrò sorpreso dalla risposta.
- E' strano. - disse – Continua a chiamare una certa Lily.
Harry sentì un macigno posarsi sul suo cuore. Chiuse gli occhi, impedendo alle lacrime di scendere.

* * * *


Il suo corpo e la sua mente andavano a fuoco.
Vedeva solo nebbia attorno a lui, spessa nebbia che gli impediva di vedere distintamente oggetti e persone.
Ma, in fondo, non era importante.
Vedeva solo i suoi occhi verdi, che come fari di speranza lo chiamavano, invocando il suo nome.
E lui la chiamava. Voleva averla vicino in quella nebbia che lo spaventava, mentre sentiva il fuoco consumarlo da dentro.
Voleva la sua migliore amica, la donna che amava.
Voleva Lily.
Sentì un delicato tocco sulla mano e una macchia rossa comparve nella nebbia illuminata dagli occhi verdi nella sua mente.
Severus...
Un sussurro appena udibile, un lieve mormorio tra le fiamme che lambivano il suo corpo.
Severus...
Avvertì più chiaramente il tocco sulla sua mano e un profumo fruttato che gli sembrò di riconoscere.
- Lily... - non seppe mai se il nome l'avesse sussurrato, urlato o solo pensato
Sono qui.
Ancora quella dolce voce che lo chiamava. Ancora quel tocco, ora più deciso, sulla mano.
Ora sono qui.
- Lily... Lily...
Va tutto bene.
Era come cercarla in una nebbia infuocata. Sapeva di avere gli occhi aperti eppure non vedeva nulla, non scorgeva il suo sguardo di smeraldo, il suo dolce volto, solo quell’indistinta macchia rossa.
Era spaventato come un bambino perso nel bosco di notte.
- Non... non ti vedo...
Sentì qualcuno alzargli la mano e qualcosa di morbido e caldo sotto le lunghe dita.
Pelle.
Calda, morbida, profumata pelle femminile.
Mi senti?
- Sì.
Allora non c'é bisogno di vedermi.
- Non... non è possibile...
Tutto è possibile. Noi siamo maghi.
Avrebbe sorriso se ne fosse stato ancora in grado. Era una frase che la sua piccola Lily, così affamata di notizie sul mondo magico, gli diceva spesso.
Andrà tutto bene, Severus.
Chiuse gli occhi, incapace di vedere ancora quell’orribile nebbia che gli portava via il volto di Lily, perso nel fuoco del suo corpo e della sua mente. Non sapendo se quello che sentiva, se quello che provava fosse vero o irreale. E se anche fosse stato solo un sogno, l'ultimo sogno di un morente, andava bene lo stesso. Perché non c'era modo migliore di morire se non con lei vicino.
Con uno sforzo immane ordinò alla sua mano di accarezzarle la guancia. Così soffice e delicata. Umida di lacrime.
- Perché piangi?
E'... così... ingiusto...
Singhiozzava la sua Lily immaginaria che gli stava stringendo la mano. Singhiozzava sul suo corpo morente.
- Non voglio che tu pianga per me. Non... lo... merito...
No, non è vero. Tu... sei un eroe...
- No. Sono solo... un... uomo innamorato.
Era così difficile parlare, ma per lei avrebbe fatto qualunque cosa.
Aveva fatto qualunque cosa per lei, solo e soltanto per lei.
La sentì strofinare la guancia sul palmo della sua mano, avvertì le lacrime bagnargli il polso. In confronto al fuoco che stava bruciando il suo corpo, quelle calde lacrime salate erano come acqua fresca.
Severus…
- Perdonami... – sussurrò quella parola che per anni aveva singhiozzato solo nella sua stanza o in ginocchio sulla terra umida di un cimitero – Lily… perdonami…
Basta Severus. Basta non devo perdonarti.
- Ma tu sei… morta… a causa…
Non è vero.
- Ti prego… Lily… ho bisogno del tuo perdono… ti prego.
Non rispose il suo sogno che sembrava così reale, restò in silenzio lasciandolo solo con quel fuoco che lo stava consumando.
Severus pensò di impazzire, avrebbe voluto urlare, piangere, disperarsi. Ma era così stanco.
Così maledettamente stanco.
- Lily… chiamami ancora una volta Sev.
Poi la sentì vicino. Sentì il suo profumo. Il suo calore. I capelli solleticargli il volto e un dolce bacio sulle labbra.
Un bacio dolce come lei e salto come le sue lacrime.
Ti perdono Sev.
Severus questa volta sorrise veramente. Sorrise mentre la sentiva vicino, mentre sentiva quel macigno che per anni aveva schiacciato il suo cuore e la sua anima sgretolarsi sotto quelle dolci parole che aveva sempre desiderato sentire.
- Grazie. – sussurrò nella piccola stanza, mentre tutto attorno a lui bruciava e si perdeva in quella nebbia – Grazie.
Poi non si mosse più.

* * * *


La strega scoppiò a piangere china sul materasso.
Gli stringeva ancora la mano, quella calda mano che poco fa le stava accarezzando il viso pensando che fosse un’altra.
Sentì un delicato tocco sulla guancia e sollevò il volto rigato dalle lacrime trovandosi davanti la professoressa McGranitt con lo sguardo velato.
- Il tuo è stato un gesto molto dolce, Hermione. – sussurrò la strega accarezzandole i capelli che aveva tinto di rosso con un incantesimo. Sapeva che non poteva vederla, ma se solo riusciva a scorgere la sua ombra voleva che il sogno che gli aveva donato fosse il più reale possibile – Non ho mai visto Severus felice come in questo momento.
La giovane donna sollevò lo sguardo sul corpo del professore.
Severus Piton giaceva immobile sul letto. Aveva gli occhi chiusi, l’espressione pacifica e un tenero sorriso felice che gli increspava le labbra sottili.
 
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view post Posted on 4/1/2014, 15:14
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Commentare le ultime storie è una gioia e un piccolo dolore, quando finiscono le cose belle c’è sempre un po’ di malinconia.

Le rughe del sorriso di Ida

Dopo un lungo cammino accidentato Severus è finalmente padre e marito. Ha una famiglia, è amato e il suo lavoro lo soddisfa e riempie la sua vita.
Ho amato la tenerezza con cui Ida gli ha regalato momenti di riflessione e silenzio prima che i tre – tre! – figli si sveglino, anche i Piton si riproducono mica male!
Elyn è nell’aria con il suo profumo, nei pensieri e nel cuore con il suo sorriso dolce e bello, è la donna che Severus merita. Sembra di veder scorrere in un “avanti veloce” la vita che verrà: sarà una vita “normale”, la vita di un uomo nuovo, che non dimentica, ma ha capito che tutto si può superare se ami e sei amato.
La forza di Severus sta in questo, ora.
Delizioso l’accenno alle giovani maghe innamorate dell’eroe, sembra quasi di vederlo imbarazzato e indifferente, sicuramente pronto a rispolverare il suo atteggiamento austero e distaccato, lui fedelissimo e, forse, divertito dentro di sé per la gelosia ingiustificata di Elyn.
La seconda parte va ben oltre, è dolcissimo lo sguardo preoccupato indirizzato ai due giovani Grifondoro – povero Severus, deve sempre proteggere qualche scapestrato – E’ la verde vecchiaia di un grande uomo, dietro al quale c’è sempre una grande donna: Elyn che lo accarezza anche senza toccarlo.
Ah che meraviglia quei capelli intessuti d’argento, e le rughe di un’altra vita che si mescolano con quelle nuove,
CITAZIONE
Le rughe dovrebbero semplicemente indicare il posto dove erano i sorrisi


E sì ci sono anche quelle, ed io dedico ad Ida- che lo ha scritto - quell’ultimo, splendido, unico sorriso: Il sorriso di Severus.
Grazie :wub:

**************




L’ultimo sorriso di Elly

Questo, davvero sarebbe potuto essere l’ultimo dei 52 sorrisi, il più triste, il più sereno, quello pacificato, ma eterno che vive, purtroppo, privo del proprietario.
C’è tutta te in questo brano, il dolore, la rabbia, la pena, la dolcezza, l’amore materno e Hermione.
Sì, c’è anche Lily.
C’è lei, sembra centrale, ma non lo è affatto, è la presenza della persona a cui Severus ha voluto bene, chi ha amato, inutilmente. E’ colei alla quale ha sacrificato tutto se stesso, ma per cosa?
Per ottenere un perdono impossibile che tu hai reso possibile, giocandolo sulle ali oscure di un moribondo confuso dalla febbre: la vera pietas in senso latino è la tua e quella di Hermione.
Tua, perché hai immaginato una morte senza morte; Hermione, perché ha confuso se stessa – con l’aiuto di Minerva – per soccorrere chi patisce e quel qualcuno è l’eroe con tante macchie, ma senza alcuna paura: Severus.
Un brano che resterà nella mia memoria se mai dovessi lontanamente immaginare la morte di Severus.
Non da solo, non immemore e incapace di esprimere tutto di sé, fino all’ultimo supremo istante, così come l’ha immaginato la sua matrigna, ma nel calore e tra l’affetto di tutti quelli che l’hanno amato, a modo loro sbagliando e cercando di perdonarsi. Ma sempre e comunque accanto a lui.
CITAZIONE
Albus era la sua famiglia. Ora ci siamo solo noi. Se fossimo stati la sua famiglia, - sussurrò la strega, ma sembrava che stesse parlando più a se stessa che al medico – gli avremmo dato più fiducia.

La pace infinita che gli hai dato mi ha fatto veramente piangere, sono ancora toccata nel profondo.
Grazie anche a te, perfetta compagna di una coppia che riproponi anche quando è impossibile.
Brava. :wub:
 
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kijoka
view post Posted on 4/1/2014, 17:37




Nr 52

​Autore/data: Kijoka – ​30 ​novembre 2013 ​
Beta-reader: nessuno
Tipologia: ​One shot ​
Rating: per tutti
Genere: ​romantico​
Personaggi: ​Severus Piton - Personaggio originale
Pairing: Severus Piton - Personaggio originale
Epoca: P​ost HP7
Avvertimenti: AU
Riassunto: ​Ritorno a casa.​
Parole/pagine: ​1.155​/​2​.


Giornata gloriosa

Il sole splendeva.
L’astro diurno campeggiava luminoso e alto nella meravigliosa volta azzurro chiaro, dove nemmeno una piccola nuvola aveva il coraggio di mostrarsi.
L'estate rigogliosa avrebbe già dovuto sfumare nel colorato autunno, ma per quel giorno ogni creatura cantava ancora la lode alla bella stagione.
Un vento dolcissimo carezzava la pelle portando con sé i profumi del bosco, solleticando le narici con gli effluvi dei fiori di cui i prati erano ancora coperti.
L'acqua sciabordava dolcemente lungo le rive, riflettendo la luce radiosa che illuminava il paesaggio.
Stretti sentieri attorno a grigi dirupi portavano l’occhio dello spettatore alle piccole onde appena increspate. Le siepi incolte, insinuate tra alberi alti e verdissimi, sembravano mettere in rilievo la miriade varietà di verde con cui il panorama sembrava dipinto.
Le foglie delle rigogliose fronde sembravano essere ancora nel loro più pieno turgore
​ ​e il verde brillante sembrava ravvivare l'azzurro rende ​ndo il cielo ancora più limpido.
Severus svoltò il sentiero e si girò, tendendo una mano.
Alle sue spalle Joy faticava a tenere il passo, ma non una sola sillaba di lamento usciva dalla sua bocca.
Camminava spedita con il viso atteggiato in un’espressione di profonda attenzione.
Il sentiero si era fatto sempre più stretto e scosceso: non avrebbe voluto per niente al mondo inciampare! Per la verità temeva lo strapiombo che, appena poco più in là, si affacciava sulle placide acque scure.
Allungò la mano, sulla quale brillava di luce argentea la fede nuziale, e prese quella tesa del mago.
- Non manca molto. Ce la fai?
- Sì, ma sembra tu stia correndo... - Lo rimproverò con dolcezza ed un pizzico di ironia nella voce.
Severus le sorrise, sfoggiando uno dei suoi nuovi sorrisi sereni e appagati. La maga restò per un attimo senza fiato.
Poi l'aiutò ad arrampicarsi sull'ultimo dislivello che li separava.
- Non doveva essere una tranquilla passeggiata, come mi hai detto? Mi sembra che tu mi stia portando verso un’alta vetta e per giunta di corsa!
La voce di Joy era un po'ansimante per la fatica.
Il mago rise appena, con un suono sommesso.
Sapeva quanto Joy si fosse fidata di lui seguendolo in quella strana scampagnata. Oltre a ciò la maga odiava le altezze. L’ultima parte del sentiero, che avevano appena percorso, era particolarmente scoscesa e piena di strapiombi, cosa che sapeva avrebbe messo a dura prova la sua apprensione. Era infatti assolutamente consapevole del fatto che l'affanno che le sentiva nella voce non era dovuto alla fatica fisica.
- Ora chiudi gli occhi e prometto che la prossima svolta sarà l'ultima...
La maga lo fissò per qualche momento. Puntò lo sguardo poi sul resto del sentiero che spariva dietro un grosso masso scuro di scabra pietra grigia:
- Mmm, posso essere sicura che ci sia davvero qualcosa, dopo quel masso grigio?
- Sì, assolutamente sì. E il tratto di strada peggiore è dietro di noi. - Le carezzò piano una guancia, morbida e appena ambrata. Abbassò la voce in un caldo sussurro - Avanti, fammi contento!
Joy sorrise dolcemente e abbassò le palpebre, dopo un'ultima occhiata al sentiero, rassicurata dalla visione che il viottolo si era fatto ampio e pianeggiante nel tratto davanti a loro.
Una mano di Severus le prese l'avambraccio, mentre l'altra le si poggiò bassa sulla schiena, con un tocco così sensuale che brevi fremiti le percorsero il corpo.
Lo seguì con serenità, tenendo gli occhi chiusi, in attesa della sorpresa di cui le aveva parlato per un'intera settimana.
Joy ricordava quei momenti con tenera commozione: Severus era tornato un ragazzo. Era stato tutto preso dai preparativi per quella giornata, tenendo segreti e lavorando a sua insaputa per rendere speciale quel giorno.
Severus era stato dimesso e nelle ultime settimane avevano vissuto nella casa di Joy. La piccola dimora bastava appena per una persona. Dividerla in due era stata sicuramente un’esperienza particolare, ma estremamente romantica!
Però, alla fine, il giorno tanto atteso era arrivato.
Ora erano lì, alla fine di quell'angusto percorso che li avrebbe portati a...
- Fermati qui.
La voce profonda e carezzevole la riscosse dai pensieri. Il tono l'aveva un poco agitata, ma sapeva che si trattava solo dell’attesa di svelare questa sorpresa.
Severus l'abbracciò stretta e le fece poggiare la testa sul suo petto. La sua voce le arrivava ancora più vibrante, poteva sentirla riverberarsi direttamente dentro il cuore.
- Ti amo, Joy.
​ ​- Ci fu un breve attimo di pausa nella quale la maga sentì il cuore di Severus battere forte. - Per ciò che sento e che mi hai insegnato a provare dovevo trovare una sistemazione per noi.
Le braccia di Severus la strinsero un po' di più e anche il mago chiuse gli occhi, assaporando il fresco profumo di lei che si combinava con quello dolce dei fiori:
- Sono un uomo dalle strane abitudini. E' difficile per me abbandonare il passato. Eppure sono sicuro che tu sola sarai capace di farmi vivere una nuova vita, senza obbligarmi a rinnegare ciò che sono stato. E' questo che mi ha convinto e mi ha fatto decidere.
Le posò le labbra sulla fronte
​ e Joy sentì il caldo respiro sfiorarle la fronte.
- Anche nelle stanze più remote tu saprai portare aria nuova. Con te saprò costruire nuovi e più preziosi ricordi. Tutto ciò che è antico è pronto per essere riscritto...
Con dolcezza la staccò da sé e la fece girare su se stessa. Le fece poi poggiare la schiena al suo petto, tornando a stringerla.
La voce profonda mormorò appena:
- Apri gli occhi, ora...
Joy obbedì e guardò.
Ciò che vide fu un sogno.
Il castello sembrava una visione di fiaba illuminato dalla luce intensa, sembrava così massiccio e possente!
La sensazione fu che nulla avrebbe mai potuto nemmeno scalfire le massicce mura e le sottili torri che si slanciavano verso l’azzurro del cielo e il blu del lago.
Le acque immote ne riflettevano l’elegante immagine, ricreandone un gemello effimero ma altrettanto affascinante.
Joy rimase ammaliata da ciò che vedeva.
Riuscì solo a sorridere e a sussurrare:
- ​Oh, Severus… Questo è Hogwarts, vero?
Il mago la strinse a sé:
- ​Sì, amore mio! Qui ho trascorso momenti speciali e periodi difficili della mia vita. Eppure proprio qui voglio vivere con te, da oggi fino a quando vorremo. Questo è davvero l'unico luogo che posso considerare casa...
Joy alzò il viso e guardò il volto del mago, che sembrava non riuscire a staccare gli occhi dal panorama di fronte a loro.
Nello sguardo scuro lesse solo la luce dorata della speranza e il luccichio dell’orgoglio.
Il dolore e il rimorso erano lontani, le domande e le incertezze non esistevano più, gli indugi erano stati soppiantati da nuove certezze.
Aveva scelto e Joy non poteva sbagliarsi: Severus era felice.
Il cuore le si riempì di gioia e non riuscì a fare altro che riprendere a sorridere con dolcezza, mentre si stringeva all’uomo che amava e che avrebbe seguito fino alla fine del mondo.


​ FINE



Edited by Ida59 - 18/7/2015, 16:46
 
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view post Posted on 4/1/2014, 21:45
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I ♥ Severus


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CITAZIONE (chiara53 @ 4/1/2014, 15:14) 
Le rughe del sorriso
Dopo un lungo cammino accidentato Severus è finalmente padre e marito. Ha una famiglia, è amato e il suo lavoro lo soddisfa e riempie la sua vita.

Bè, direi che se lo ampiamente meritato, no?
CITAZIONE
Ho amato la tenerezza con cui Ida gli ha regalato momenti di riflessione e silenzio prima che i tre – tre! – figli si sveglino, anche i Piton si riproducono mica male!

Ooh… sì, almeno tre, per ora!!!
CITAZIONE
Elyn è nell’aria con il suo profumo, nei pensieri e nel cuore con il suo sorriso dolce e bello, è la donna che Severus merita. Sembra di veder scorrere in un “avanti veloce” la vita che verrà: sarà una vita “normale”, la vita di un uomo nuovo, che non dimentica, ma ha capito che tutto si può superare se ami e sei amato.
La forza di Severus sta in questo, ora.

Sì, una vita normale, quella che non ha mai avuto. Nulla di eccezionale, solo una vita insieme alle persone che ama e che lo amano.
CITAZIONE
Delizioso l’accenno alle giovani maghe innamorate dell’eroe, sembra quasi di vederlo imbarazzato e indifferente, sicuramente pronto a rispolverare il suo atteggiamento austero e distaccato, lui fedelissimo e, forse, divertito dentro di sé per la gelosia ingiustificata di Elyn.

No, no, vuoi mettere? Lui è solo tremendamente imbarazzato, con quelle che magari cercano anche di mettergli le mani addosso… o di farsi mettere le mani addosso! E, sì, sicuramente con quelle avrà assunto un cipiglissimo rigidissimo e distaccatissimo, il meglio dei tempi andati!!!
CITAZIONE
La seconda parte va ben oltre, è dolcissimo lo sguardo preoccupato indirizzato ai due giovani Grifondoro – povero Severus, deve sempre proteggere qualche scapestrato – E’ la verde vecchiaia di un grande uomo, dietro al quale c’è sempre una grande donna: Elyn che lo accarezza anche senza toccarlo.

Hihihi… raccolgo l’implicito complimento e ringrazio! ;-)
CITAZIONE
Ah che meraviglia quei capelli intessuti d’argento, e le rughe di un’altra vita che si mescolano con quelle nuove,
CITAZIONE
Le rughe dovrebbero semplicemente indicare il posto dove erano i sorrisi

E sì ci sono anche quelle, ed io dedico ad Ida- che lo ha scritto - quell’ultimo, splendido, unico sorriso: Il sorriso di Severus.
Grazie

Grazie a te, Chiara, per avermi seguito sempre con tanta attenzione e puntualità nei tuoi commenti! Eì stato un piacere scrivere per una lettrice come te!


Edited by Ida59 - 18/7/2015, 16:46
 
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view post Posted on 4/1/2014, 22:51
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Come ho già detto, resta un po' di malinconia quando si chiude l'ultima pagina di un libro che si è tanto amato leggere.
Sono certa che ce ne saranno altri, così mi consolo. :lovelove:

Edited by Ida59 - 18/7/2015, 16:47
 
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view post Posted on 5/1/2014, 14:05
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CITAZIONE (chiara53 @ 4/1/2014, 15:14) 
L’ultimo sorriso di Elly

Questo, davvero sarebbe potuto essere l’ultimo dei 52 sorrisi, il più triste, il più sereno, quello pacificato, ma eterno che vive, purtroppo, privo del proprietario.
C’è tutta te in questo brano, il dolore, la rabbia, la pena, la dolcezza, l’amore materno e Hermione.
Sì, c’è anche Lily.
C’è lei, sembra centrale, ma non lo è affatto, è la presenza della persona a cui Severus ha voluto bene, chi ha amato, inutilmente. E’ colei alla quale ha sacrificato tutto se stesso, ma per cosa?
Per ottenere un perdono impossibile che tu hai reso possibile, giocandolo sulle ali oscure di un moribondo confuso dalla febbre: la vera pietas in senso latino è la tua e quella di Hermione.
Tua, perché hai immaginato una morte senza morte; Hermione, perché ha confuso se stessa – con l’aiuto di Minerva – per soccorrere chi patisce e quel qualcuno è l’eroe con tante macchie, ma senza alcuna paura: Severus.
Un brano che resterà nella mia memoria se mai dovessi lontanamente immaginare la morte di Severus.
Non da solo, non immemore e incapace di esprimere tutto di sé, fino all’ultimo supremo istante, così come l’ha immaginato la sua matrigna, ma nel calore e tra l’affetto di tutti quelli che l’hanno amato, a modo loro sbagliando e cercando di perdonarsi. Ma sempre e comunque accanto a lui.
CITAZIONE
Albus era la sua famiglia. Ora ci siamo solo noi. Se fossimo stati la sua famiglia, - sussurrò la strega, ma sembrava che stesse parlando più a se stessa che al medico – gli avremmo dato più fiducia.

La pace infinita che gli hai dato mi ha fatto veramente piangere, sono ancora toccata nel profondo.
Grazie anche a te, perfetta compagna di una coppia che riproponi anche quando è impossibile.
Brava. :wub:

E' vero poteva essere l'ultimo, ma vorrei chiudere questo lungo anno di sorrisi (tristi e non) con un sorriso felice, uno di quelli che lui merita. Un sorriso d'amore. :wub:
Grazie per il commento Chiara, le tue parole sono bellissime e mi emozionano sempre.
E' bello vedere che quello che scrivo suscita così forti emozioni, é sempre un vero piacere e mi fa sentire utile in un modo che, forse, solo io riesco a capire.
Questo brano é stato difficile scriverlo.
Io non voglio che Severus muoia, é un condizione che non accetto nonstante il canon e tutto il resto. Io non voglio che muoia, punto.
Voglio che viva. Voglio che sia amato, che sia felice e che il ricordo di Lily finisca nella pattumiera. Umido possibilmente. :shifty:
E scrivere questi pezzi per me é sempre una forzatura perché sento un dolore che non voglio sentire, perché sono costretta rivivere un momento che, per me, non deve esistere.
 
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view post Posted on 5/1/2014, 14:27
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CITAZIONE (chiara53 @ 31/12/2013, 12:52) 
Tre è un numero perfettodi Elly

Non ti ho dimenticata Elly, è solo che le tue storie sono arrivate tutte insieme, come una valanga e mi hanno spiazzato.
Sono molto, molto belle, non solo ben scritte, ma costruite in modo perfetto.
Ogni storia merita un commento che non sono riuscita a fare in contemporanea, sto cercando di recuperare, ma per fortuna dalla 26 alla 41 sono un'unico racconto lungo e ci sto lavorando.
La coppia Severus - Hermione, da molti è malvista, a me è sempre sembrata perfetta. Dove mai avrebbero potuto baciarsi, qual è il posto in cui portarla? il posto che Hermione preferisce e Severus con lei? Ma in biblioteca.
Tutto è perfettamente giustificato, ho notato in quanti modi puoi salvare Severus... Sarà difficile trovarne ancora un altro, quello che usi in questa storia è senza dubbio il più adatto a lui e a lei...
Capisco perchè avresti voluto chiudere con questo capitolo, tre è davvero il numero perfetto - anche se uno andrà a Grifondoro :D
Le tue storie mi prendono moltissimo e mi trasportano lì, con loro due, non sono in grado di resistere e mi emoziono, li rendi così veri e tangibili che sono scappata a gambe levate alla fine, per non disturbare un amore così perfetto.
Grazie. :wub:

Il loro é un amore perfetto! Altro che sospiri rivolti ad un fantasma morto e seplto che ha preferito un'altra strada.
Loro sono così simili ma anche così diversi che non possono non fare i fuochi d'artificio quando sono insieme.
E la biblioteca é il loro posto, solo loro. Forse Madame Prince conosce quegli scaffali meglio di loro!!
I modi di salvare Severus stanno finendo... ormai mi manca lo zombie XD.
Naaaa qualcosa trovo sempre... :P
Grazie anche di questo commento bellissimo Chiara. Ormai non so più come ringraziarti. :D
 
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view post Posted on 5/1/2014, 15:25
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CITAZIONE
Grazie anche di questo commento bellissimo Chiara. Ormai non so più come ringraziarti. :D

Scrivendo, continuando ad emozionarmi e ad emozionarci tutte.
Un abbraccio forte.
Anche il tuo splendido libro sta per arrivare all'ultima pagina, ma ne verranno altri :wub:
 
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view post Posted on 5/1/2014, 16:03
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Giornata gloriosa di Monica

La parte iniziale è veramente bella, come tutte le decine che hai saputo scrivere, la natura emerge e si fa presenza viva.
Le foglie, l’estate che sta scivolando verso l’autunno ( la stagione che preferisco), il ruscello sono lì e puoi vederli, ascoltare il cinguettio degli uccelli e il fruscio dell’acqua.
Ho visto anche Joy ansimare e l’ansia gioiosa di Severus che conduce la donna che ama non solo verso la splendida vista che si aprirà davanti a loro di lì a poco, ma anche verso il domani.
Le parole d’amore corrispondono a gesti affettuosi e Severus dice una frase bellissima
CITAZIONE
Sono un uomo dalle strane abitudini. E' difficile per me abbandonare il passato. Eppure sono sicuro che tu sola sarai capace di farmi vivere una nuova vita, senza obbligarmi a rinnegare ciò che sono stato. E' questo che mi ha convinto e mi ha fatto decidere.

Joy permette a Severus di essere se stesso senza limitazioni e rimorsi. Lui sa che lei sarà pronta a comprenderlo sempre e comunque. E’ più di un semplice “ti amo” è aprire tutto di sé all’altro con infinita fiducia.
Poi, ecco il castello che Severus guarda con orgoglio: la sua casa, l’unico luogo al mondo che egli possa chiamare così.
Che dire, una chiusa strepitosa, un sogno di storia e la storia di un sogno.
Anche questo libro si chiude, l’ultima pagina è stata letta e la commozione arriva a stringere la gola.

Complimenti, Monica e grazie.
 
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kijoka
view post Posted on 5/1/2014, 17:07




Purtroppo sì, anche questa sfida è terminata.
Inserita anche l'ultima parte di quella che per me sarà un'unica storia, ora è veramente finito tutto.
E' stato bello condividere quest'anno con lettori attenti come te, Chiara.
Grazie per avermi regalato i tuoi commenti, sempre pieni di tanto sentimento condiviso. Grazie per aver trovato sempre il tempo di leggermi, nonostante gli impegni che noi tutti abbiamo.
Ora si ricomincia, con una nuova, non meno impegnativa e non meno intrigante avventura!
Grazie ancora!

Edited by Ida59 - 18/7/2015, 16:47
 
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view post Posted on 5/1/2014, 17:40
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I lettori seguono lo scrittore quando la storia è bella e ben scritta.
Grazie a te Monica. :wub:
 
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view post Posted on 8/1/2014, 11:10
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Il fatto di finire io questo lungo, lunghissimo anno di sorrisi mi mette un po' in soggezzione.
Sono sempre molto critica su ciò che scrivo per questo voglio avvisarvi che il sorriso che sto per postare é diverso da tutti i suoi 51 fratellini. ;)
E' qualcosa di nuovo anche me...

E' stato un anno faticoso. E, per quanto mi riguarda, sono stati tanti tipi di sorrisi, tristi, amari, sarcastici, sorrisi forzati e dolorosi, ma ho anch'io reglato qualche sorriso felice e pieno d'amore a Severus.
La priossima idea simile che ti viene in mente, Ida, ti mado a quel paese! :P

Chiudo con una fine che può essere un nuovo inizio.

n. 52

Titolo: Casa

Autore: Ellyson
Beta: Querthe
Tipologia: One shot
Rating: Per tutti
Genere: Introspettivo
Personaggi: Severus Piton, Lastand
Pairing: accenno a Severus / Lily
Epoca: post 7 libro
Avvertimenti: AU
Riassunto:
Lui non voleva essere compreso. Voleva solo esser lasciato in pace.
Incapace di accettare quella vita era caduto in quella che anche il più inetto degli psicologi babbani avrebbe definito
depressione.
Parole: 2.197

Casa

La vita, a volte, prende una piega inaspettata.
Soprattutto la sua di vita.
Una vita vissuta sempre nella menzogna per salvare gli altri. Una vita passata sul sottile confine tra la vita e la morte. Spia e doppiogiochista. Odiato da tutti. Compatito fin da troppi.
Severus Piton aveva capito che la sua vita era esilarante - mettendoci tutto il suo cinismo - quando si era svegliato al San Mungo dopo il morso di Nagini che, a differenza di quanto si era aspettato, non l’aveva portato al riposo eterno.
E le cose erano peggiorate dopo la sua guarigione.
Dal giorno in cui era uscito dall'ospedale non c’era stato un attimo di pace.
Assillato dai giornalisti avvoltoi della Gazzetta del Profeta, circondato da gente fin troppo servizievole, elogiato da persone ipocrite che, fino a qualche mese prima, l’avrebbero gettato dalla Torre di Astronomia. Gente sorridente che lo vedeva come l’eroe incompreso della guerra.
Lui non voleva essere compreso. Voleva solo esser lasciato in pace.
Incapace di accettare quella vita era caduto in quella che anche il più inetto degli psicologi babbani avrebbe definito depressione.
Si era trasferito in un cottage nel Galles. Isolato dal mondo sia magico che babbano, aveva passato lunghe giornate in silenzio e solitudine. Cercando solo la compagnia dei libri e del calderone. Accettando solo le rare visite di Minerva.
Viveva le sue giornate nella calma e nella routine, si recava al paese più vicino solo una volta a settimana per rifornire la dispensa. Aveva trasformato la cantina in un piccolo laboratorio dove distillava pozioni per una selezionata cerchia di clienti che gli chiedeva dei rimedi tramite gufo. Il giardino sul retro era destinato alla coltivazioni delle piante per le pozioni, mentre quello accanto al basso muricciolo che delineava la sua proprietà era destinato a qualche ortaggio.
Era una vita semplice, pacifica, così diversa da quella che aveva avuto fino a qualche tempo prima.
La sera, comunque, gli incubi tornavano a tormentarlo.
I suoi occhi verdi lo guardavano con astio e fastidio. La vedeva in quella casa, a terra in mezzo ai detriti e giocattoli rotti, con lo sguardo vacuo fisso al soffitto squarciato.
Sentiva le risate di scherno della sua adolescenza e la solitudine schiacciarlo come un macigno.
Dormiva poco la notte e quelle poche ore che riusciva a concedersi erano un’agonia per lo spirito.
Ma era questa la vita che si era scelto. E, tutto sommato, iniziava ad abituarsi a quella nuova esistenza, nonostante gli incubi a cui era, ormai, avvezzo da tempo.
La sua routine cambiò di nuovo un pomeriggio autunnale quando una leggera pioggerella l’aveva colto di sorpresa sulla strada del ritorno dal paese vicino. Era una di quelle pioggerelle sottili, ma così fitte da entrare nelle ossa. Nonostante quel fastidio non aveva smesso di camminare, gli piaceva il paesaggio che lo circondava e non sarebbe stata la pioggia a rovinare quel momento di quiete.
Già stava pregustando il tepore del fuoco sotto il calderone e il vapore di qualche complicata pozione quando, vicino alla soglia di casa, aveva intravisto una grossa sagoma nera.
Sempre con i nervi all’erta e pronto a qualsiasi evenienza aveva estratto la bacchetta e si era disilluso per sorprendere il malvivente.
Quasi nessuno conosceva l’esatta ubicazione della sua casa.
Si avvicinò furtivo, facendo meno rumore possibile. Si bloccò quando mise a fuoco l'intruso.
Era un grande cane nero. Evidentemente aveva cercato riparo dalla pioggia. Quando sciolse l'incantesimo, l'animale sollevò solo il muso e non fece altro.
Restarono fermi ad osservarsi per alcuni minuti, sotto la pioggia, infreddoliti.
Decise di avvicinarsi al cane quando vide del sangue raggrumato sporcargli il corto pelo nero come la notte.
L'animale emise un lamento quando si avvicinò.
- Non voglio farti del male. - aveva sibilato cercando di tranquillizzarlo – Sei ferito. Voglio solo vedere se posso curarti.
Il cane sembrò capire perché non si mosse mentre allungava una mano per vedere meglio le sue condizioni.
Era palesemente un incrocio di varie razze.
Probabilmente un cane utilizzato per le lotte illegali tra cani, aveva evidenti segni di maltrattamento. Severus gli accarezzò il muso.
- Sei nato e cresciuto per combattere. - gli disse – Proprio come me.
L'animale sollevò il muso e solo allora il mago notò una ferita al collo dell'animale. Era il morso di un altro cane.
Era possibile che i padroni l'avessero abbandonato dopo una sconfitta credendolo inutile.
Il mago avvertì, per qualche secondo, prudere le sue cicatrici sul collo.
- Devo curati quelle ferite. - gli disse con dolcezza – Credo che tu sia troppo pesante da portare in braccio e non so quante forze tu abbia per camminare fino al camino. Non devi aver paura, non voglio farti del male.
Non devi aver paura, non voglio farti del male.
Quando era un giovane Mangiamorte pentito, aveva detto quella stessa frase ad una ragazza nata babbana. I suoi compagni l'avevano catturata in un bosco dove aveva tentato di nascondersi, le loro intenzioni erano state chiare fin da subito. Era disgustato da loro e da se stesso.
Era entrato nella piccola cella per portarle qualcosa da magiare.
La giovane strega era in un angolo, piangeva in silenzio senza staccargli gli occhi di dosso, evidentemente terrorizzata.
Le aveva portato il pasto anche il giorno dopo. Non piangeva più, sembrava più calma e determinata.
Gli aveva chiesto di ucciderla prima che i suoi compagni mettessero in atto i loro scopi.
Il giorno dopo le aveva portato ancora una volta il pasto.
Era morta quella stessa notte nel sonno. L'aveva trovata lui e, prima di chiamare gli altri, aveva fatto sparire la fiala di veleno che le aveva passato il giorno prima.
Non poteva fare altro per lei se non evitarle inutili violenze e una morte dolorosa.
Scacciò quel pensiero e prese la bacchetta. Sollevò il cane con un incantesimo e lo portò in casa. L'animale non mosse neppure un muscolo, aveva solo sollevato il muso, più incuriosito che spaventato.
Curargli le ferite era stato abbastanza facile.
Aveva dei graffi su tutto il corpo, una costola incrinata e la ferita al collo.
- Non sono un medimago né un veterinario. - mormorò quando, con un unguento che aveva in dispensa, gli cicatrizzava le ferite – In alcuni punti ti resterà la cicatrice, specialmente sul collo. - si perse un attimo nel suo calmo sguardo nero e, con un dito, spostò il colletto della candida camicia mostrandogli le tonde cicatrici che spiccavano sulla pelle – Ma, come vedi, si può vivere ugualmente.
Curate le ferite andò si concesse una lunga doccia calda. Mentre di dirigeva alla cucina lanciò uno sguardo al camino, il cane era ancora sdraiato davanti alla fiamme. L'unico segno di vita era la coda che si muoveva pigra.
Si preparò la cena e diede all'animale gli avanzi di un arrosto che aveva cucinato qualche giorno prima.
Il cane sembrò gradire la sua cucina, mangiò tutto con voracità, poi si addormentò davanti al camino.
Severus si mise a leggere sulla poltrona, ogni tanto lo fissava indeciso cosa fare, come comportarsi con lui.
Quello che gli avevano fatto era mostruoso, l'avevano usato per poi gettarlo via come un fazzoletto usato.
Un po' come lui.
Chiuse il libro quando si rese conto che era inutile continuare a leggere quando la sua attenzione era rivolta altrove.
Si alzò dalla poltrona, si accucciò davanti al cane pesantemente addormentato, gli accarezzò la testa poi andò a dormire.
C’erano volute due settimane prima che il cane riuscisse a muoversi per tutta casa senza stancarsi troppo. Passava quasi tutta la giornata davanti al camino acceso dormendo; a volte restava fermo ad osservare il fuoco come se stesse elaborando profondi pensieri.
Severus si rendeva conto dell'assurdità dei suoi ragionamenti, ma quella povera bestia era decisamente più intelligente di quanto avesse mai immaginato.
Un pomeriggio assolato, con una temperatura ancora gradevole, aveva aperto la porta di casa e l'aveva guardato.
- Ora sei guarito completamente. Se vuoi puoi andare. – gli aveva detto serio – Non ti costringerò a sopportare la mia silenziosa compagnia.
In risposta il cane si era accucciato vicino alla sua poltrona e l’aveva fissato con i vispi occhi neri, così simili ai suoi.
- Bene. - aveva detto lui chiudendo la porta – A questo punto ritengo necessario che tu abbia un nome. - si sedette sulla poltrona e gli diede una carezza dietro le orecchie – Non sono esperto di nomi di cane. L'unico cane che conoscevo era chiamato da tutti Felpato ma io lo chiamavo Idiota. E tu mi sembri decisamente più intelligente di Sirius.
Il cane lo fissava attento, aveva appoggiato il muso alla sua gamba.
- Siamo due combattenti in fin dei conti e nessuno dei due ha mai mollato, anche quando la morte sembrava la via più semplice. - un'altra grattatina dietro le orecchie e la coda frustò l'aria soddisfatta – Direi che Lastand è un nome che ti si addice.
Il cane abbaiò per la prima volta da quando era in quella casa.
Era iniziata così quella strana convivenza fatta di sguardi silenziosi e lunghe passeggiate.
Il mago di rese conto con il passare dei giorni che Lastand era un cane che amava molto la solitudine. Specialmente la notte.
- Puoi uscire senza graffiarmi la porta. - gli aveva detto una mattina quando, al suo risveglio, aveva trovato quasi metà porta graffiata.
Lastand l'aveva guardato come se fosse impazzito. Riservandogli la più sprezzante occhiata del suo repertorio gli aveva fatto notare come il suo piede potesse attraversare la porta senza aprirla.
- L'ho incantata in modo che possa usarla solo tu e io ovviamente, ma non intendo accucciarmi a terra per entrare in casa.
Il cane aveva annusato la porta e poi aveva provato ad appoggiarci il muso. Aveva passato tutta la giornata ad entrare e uscire di casa.
Una delle visite di Minerva coincise con il primo anniversario di quella inusuale convivenza. Ormai cane e padrone avevano trovato il loro giusto equilibrio.
Severus apprezzava la sua compagnia, era discreto, ma attento, quando avvertiva che i suoi incubi erano più presenti voleva giocare per distrarlo.
Quando era arrabbiato restava davanti al camino e non lo disturbava per evitare di infastidirlo.
Pure lui aveva il suo carattere scorbutico, a volte spariva per giorni per poi tornare sporco di fango, affamato, a volte anche ferito.
La strega lanciò all’animale uno sguardo storto.
- Da quando hai un cane? – gli domandò.
- Da un anno, si chiama Lastand.
- Lastand?
- Sì, come avrei dovuto chiamarlo? Albus?
La donna scosse il capo e si sedette sul divano, Severus prese posto sulla poltrona e Lastand, come di consueto, appoggiò il muso sulla sua gamba.
- E’ un cane intelligente. – disse accarezzandogli un punto preciso dietro l’orecchio destro – Un paio di settimane fa è venuto qui Potter. – un sorriso ironico si formò sulle sue labbra - Ha tentato di morderlo. Tu sai come mi ha trovato Potter, Minerva?
- E’ un Auror ora. – spiegò come se fosse una spiegazione plausibile.
- E sai cosa voleva da me l’Auror Potter?
- Probabilmente voleva darti questo. – risposte agitando la bacchetta e facendo apparire un rotolo di pergamena chiuso da un nastro giallo – L’invito al suo matrimonio.
- Mi chiedo cosa può avergli fatto credere che avrei accettato quell’invito. – mormorò alzandosi dalla poltrona e dirigendosi in cucina a preparare del the.
Lastand seguì Severus con lo sguardo poi si accucciò davanti al fuoco scoppiettante.
Minerva sospirò e lo seguì nella piccola cucina, Severus era restio a parlare del mondo da cui era scappato. Era restio a parlare di tutto a dire il vero.
- Severus, - lo chiamò entrando nella stanza – la mia visita ha un secondo fine a dire il vero. Non sono il messaggero di Potter.
- Perdonami se non sono sorpreso, Minerva. – rispose lui dandole le spalle mentre preparava il the – So quello che vuoi.
- Sono vecchia.
- Anche Albus lo era.
- Non ho la tempra di Albus.
La teiera fu sul fuoco e il mago si voltò.
- No.
- E lasci Hogwarts in mano a qualche burocrate mandato dal Ministero?
- Dalle poche notizie che mi sono arrivate so che Kingsley è un ottimo Ministro.
- Hogwarts non è stata la sua casa. Ma per noi è diverso.
- Hogwarts non è più la mia casa, Minerva. Non lo è più da qualche tempo ormai.
La vecchia strega si avvicinò a Severus e gli mise una mano sulla spalla.
- Hogwarts sarà sempre la nostra casa, Severus. E tu lo sai anche meglio di me.

* * * *


Percorse la strada che separava Hogsmeade da Hogwarts con Lastand accanto che trotterellava allegro, ogni tanto voltando il muso e osservando l’ambiente che lo circondava attirato da un uccellino o da un mago che camminava nella direzione opposta.
Arrivato in cima alla collina si fermò ad osservare il castello in lontananza.
Lo trovava bellissimo anche dopo quasi quattro anni dalla sua partenza verso il Galles.
Era immutato nel tempo, maestoso ed imponente che spiccava all’orizzonte. Baciato dai raggi di sole che lo facevano brillare come un castello delle favole.
Minerva aveva ragione.
Sorrise mentre una mano si posava sulla nuca del cane accarezzandolo dietro l’orecchio destro.
- Siamo a casa Lastand.
Lastand abbaiò e iniziò a correre verso il castello.
 
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view post Posted on 8/1/2014, 13:32
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I ♥ Severus


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Sono davvero orgogliosa del grande sforzo fatto da tutte le quattro sfidanti che per ben 52 settimane sono sempre riuscite a dedicare a Severus un sorriso, chi più triste e doloroso e chi più felice e innamorato, ma, in ogni caso, un sorriso donato con tutto il cuore.

Chiedo alle quattro sfidanti, nel limite del possibile, di lasciare qui due parole per Severus, per celebrare la riuscita di questo nostro grande sforzo.

Non oggi, però, bensì domani, come nuovo augurio per il suo compleanno.



Edited by Ida59 - 18/7/2015, 16:48
 
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