Il Calderone di Severus

Sfida FF n. 14: Sette giorni per un Sorriso

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 17/11/2013, 12:20
Avatar

Pozionista sofisticato

Group:
Administrator
Posts:
14,441

Status:


Sorridere per entrambi di Elly
Sull'onda emozionale ti scrivo poche righe per una storia che tocca il cuore e l'anima.
Emozionante e triste, per Albus e per Severus, la risposta alla domanda reiterata, una risposta che avevo formulato nella mia mente: c'è solo dolore quando il cuore si spezza e silenzio.
Bellissimo l'accenno appena sfiorato sulla sessualità di Silente, un tocco di classe per un racconto che fa pensare e ricordare che chi ama Severus, in fondo, lo sente vicino per aver provato alcune delle sue sensazioni, vissuto qualche momento in sintonia...
Bellissima storia, lirica in alcune descrizioni inserite perfettamente nel tessuto introspettivo.
Grande Elly che è pure in pari :wub:
 
Top
view post Posted on 17/11/2013, 17:18
Avatar

Pozionista abile

Group:
Moderator
Posts:
9,273

Status:


Sorridere per entrambi

Quando passo da queste parti, ahimè, ormai abbastanza raramente, e mi imbatto in questi raffinati tocchi di classe non posso fare a meno di fermarmi per lasciare un doveroso commento, anche se breve.
Il confronto Albus/Severus mi piace un sacco, sempre. Bisogna però essere brave a scrivere come lo sei tu, per renderlo così vivido ed emozionante. In questo caso è stato come vederli passeggiare e chiacchierare direttamente con i miei occhi: li hai davvero resi con un'efficacia incredibile, come se esistessero realmente. Il loro incontro fatto del semplice scambio di poche, fondamentali parole arriva dritto a colpire dentro, come la drammatica domanda che Albus lascia in sospeso e alla quale Severus da una risposta, altrettanto tragica, perchè espressa attraverso la logica del suo più recente vissuto. Commovente! Vai che sei sempre una grande, Elly! :lol
 
Top
view post Posted on 17/11/2013, 20:56
Avatar

Pozionista sofisticato

Group:
Administrator
Posts:
13,844
Location:
Dalla luna...

Status:


Grazie Chiara e Ele!
Sono felice che vi sia piaciuta.
Non é la prima volta che scrivo qualcosa con Silente, ma é la prima volta che scrivo così... e mi é sembrata come se fosse la prima volta. ^_^
 
Top
view post Posted on 20/11/2013, 11:17
Avatar

Pozionista

Group:
Severus Fan
Posts:
3,086

Status:


Autore/data: Alaide – 1 – 7 ottobre 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One-shot
Rating: per tutti
Genere: Drammatico, Introspettivo
Personaggi: Severus Piton, Personaggio originale
Pairing: peut-être Personaggio originale/Severus
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Sperava di ricevere una lettera colma del sorriso affettuoso di Judith.
Temeva di ricevere una lettera colma d’odio.
Sperava di ricevere una lettera in cui la bambina lo chiamasse padre, come nell’ultima che gli aveva inviato.
Temeva di ricevere una lettera in cui gli dicesse quanto era stata sciocca nel considerare come padre un uomo che l’aveva abbandonata.
Nota: E’ il seguito di Inquietudine
Parole: 1377

Sinfonie.
22. Sinfonia in si min. op. 2 n°6
Secondo movimento. Luce



26 aprile 2004
Cara Judith,
non so se, dopo aver letto questa mia lettera, potrai ancora perdonarmi, se vorrai ancora chiamarmi padre.
Nella tua lettera dici che il posto in cui mi trovo deve essere un luogo brutto, ma, per diverso tempo, ho creduto fosse il luogo in cui meritavo di stare ed in cui meritavo di ricevere il tuo odio ed il tuo disprezzo.

La bambina alzò per un istante gli occhi dalla lettera, per portarli su Melusine che si trovava, a poca distanza di lei, intenta a medicare il ginocchio sbucciato di un bambino che era caduto, mentre giocava in giardino. Avrebbe voluto che la donna fosse seduta accanto a lei, ma sapeva che non poteva occuparsi esclusivamente di lei e che dopo aver messo un cerotto a Elisabeth sarebbe tornata da lei.
Quando ti è stato detto che ero stato trasferito in un ospedale francese, come ti ho già scritto, ti ho mentito ed è unicamente a causa mai se anche la signorina Fairchild ti ha nascosto la verità.
In quel momento, ho erroneamente creduto di prendere la migliore decisione possibile. Mi sono autodenunciato alla polizia per l’omicidio dei tuoi genitori.

Judith lasciò cadere per terra la lettera, mentre alcune lacrime le colavano lungo le guancie. Melusine si era appena rialzata ed aveva rimandato Elisabeth a giocare con gli altri bambini. Vide la donna andare verso di lei e sedersi al suo fianco, sull’erba. Per diverso tempo non riuscì a dire nulla, né a riprendere in mano il foglio.
«Non è stato lui ad ucciderli.» mormorò, senza guardare Melusine. «Io c’ero e so che non è stato lui. Come ha fatto la polizia a credergli? Non ha senso. E perché non mi hanno chiesto niente? Io avrei detto che non è stato Severus.»
«Credo che abbia raccontato una menzogna perfettamente credibile, Judith, e che abbia detto qualcosa che non ha fatto ritenere opportuno alla polizia parlare con te.» affermò la donna, osservando la ragazzina e le lacrime che le bagnavano le guancie.
«Avrebbero dovuto però…» ribadì la bambina, riprendendo in mano la lettera.
Sono stato interrogato e processato. In questo momento, come avrai già immaginato, ti scrivo dalla mia cella, nel carcere di questa cittadina.
Un tempo ho creduto di aver compiuto la scelta migliore. Quella notte di agosto non ho potuto salvare la vita di tuoi genitori e mi sembrava di averti privato, io stesso, dei tuoi genitori. Volevo il tuo odio, Judith. Volevo che tu mi disprezzassi per quello che avevo fatto e non mi sono reso conto che, dopo diverso tempo, di averti abbandonata quando avevi bisogno di me.
So di non meritare il tuo perdono. Ti ho lasciata sola ed io stesso non riesco a perdonarmi per questo.
Con affetto,
Severus

Judith alzò lo sguardo e lo portò su Melusine. Non notò lo sguardo preoccupato della donna, la mente rivolta alle parole che Severus le aveva scritto. Non riusciva ancora a comprendere come la polizia potesse avergli creduto. Le risultava difficile capire, allo stesso tempo, come l’uomo potesse pensare di farsi arrestare perché non era riuscito a salvare la vita a mamma e papà. Doveva essere pericoloso già trovarsi in casa sua in quel momento. Forse aveva corso dei rischi per salvare lei. C’erano quei due uomini che stavano facendo del male ai suoi genitori. Avrebbero potuto vedere che c’era anche Severus e che l’aveva nascosta nell’armadio. Certo, sarebbe stato bello se l’uomo fosse riuscito a salvare anche mamma e papà, ma Judith aveva sempre saputo che doveva essere già stato difficile salvare lei.
Ma Severus alla polizia aveva detto di aver ucciso mamma e papà e la polizia gli aveva creduto.
«Non ha detto di avermi salvata, vero?» domandò alla donna.
Melusine scosse unicamente il capo, un sorriso triste sulle labbra. Non riusciva ad immaginare cosa potesse passare per la mente della ragazzina in quel momento. Forse stava tentando di accettare la verità, forse stava cercando di comprendere per quale motivo Severus si fosse accusato di un crimine che non aveva commesso.
«Però non mi ha lasciata sola. Questo non è vero. Avrebbe potuto non scrivermi, avrebbe potuto non darmi consigli. Invece mi vuole bene.» Judith si interruppe un attimo. Rilesse rapidamente le ultime frasi della lettera. Avrebbe voluto poter dire a Severus che non era affatto vero quello che credeva, ma l’uomo non era lì con lei. Eppure non era nemmeno troppo lontano da lei. «Voglio andare a trovarlo. Possiamo andarci subito, Melusine?»
«Sì, anche se non sono sicura che tu possa entrare in carcere. So che potrai rimanerne delusa.»
Judith annuì solamente. Era certa che, se avesse fatto comprendere alle guardie quanto bene volesse a Severus, l’avrebbero fatta entrare. Avrebbe detto loro che era sua figlia e allora le avrebbero fatte passare, si disse, mentre immaginava il momento in cui sarebbe entrata nella cella. Avrebbe sorriso a Severus e gli avrebbe detto che non avrebbe mai potuto odiare l’uomo che le aveva salvato la vita e che non l’aveva mai lasciata veramente sola.
Ed un sorriso colmo d’affetto per l’uomo le comparve sulle labbra.


La luce del sole penetrava lieve nella cella, illuminando malamente il tavolo. L’uomo osservò, per un istante, il raggio di luce che si posava sulla superficie malandata, sulla quale aveva posato il disegno che Judith gli aveva inviato diverso tempo prima.
Era da quando aveva spedito la lettera alla ragazzina che si ritrovava, a più riprese, ad osservare quel disegno. Vedeva il sorriso della bambina emergere da quelle figure disegnate con tanta cura. Un sorriso che forse avrebbe perso.
Sapeva che la signorina Fairchild era certa che Judith l’avrebbe perdonato.
Era consapevole della scelta che aveva fatto per evitare che la ragazzina venisse adottata, nel caso in cui l’avesse perdonato ed avesse accettato l’idea di una revisione del processo.
Sperava di ricevere una lettera colma del sorriso affettuoso di Judith.
Temeva di ricevere una lettera colma d’odio.
Sperava di ricevere una lettera in cui la bambina lo chiamasse padre, come nell’ultima che gli aveva inviato.
Temeva di ricevere una lettera in cui gli dicesse quanto era stata sciocca nel considerare come padre un uomo che l’aveva abbandonata.
Sperava di ricevere una lettera colma del sorriso di perdono della bambina.
Temeva di ricevere una lettera in cui vi fosse scritto non potrò mai perdonarti. Nessuno potrà mai farlo.
Sapeva che quell’incertezza era la giusta punizione per quello che aveva fatto, per la scelta che aveva compiuto, per il modo con cui aveva gettato al vento quella pace che aveva tanto a lungo desiderato.
Sobbalzò quasi quando udì lo sferragliare della porta. Poteva essere la risposta di Judith, si disse, ignorando il fatto che era decisamente troppo presto perché la bambina potesse avergli già risposto. Si alzò lentamente in piedi, senza quasi rendersene conto.
Non portò immediatamente gli occhi sulla porta, tenendoli ancora sul disegno. Quello era forse l’unico modo in cui avrebbe potuto vedere Judith.
Fu unicamente quando udì il suo nome che si voltò.
Forse stava delirando, forse era impazzito, si disse, quando incontrò il volto della ragazzina, quando ne vide il sorriso, un sorriso incerto, ma comunque sia colmo d’affetto.
«Severus.»
Quella era la voce di Judith.
Quello era il sorriso di Judith.
Fu soltanto quando la ragazzina gli corse incontro, percorrendo il breve spazio che li divideva, quando lo abbracciò che Severus si rese conto che quello non era un delirio, né un sogno.
Judith l’aveva perdonato.
Judith lo stava abbracciando come una figlia abbraccia un padre.
La bambina l’aveva già abbracciato nell’ospedale, ma, allora, non era riuscito a ricambiare l’abbraccio, non si era nemmeno reso conto di ricambiarne l’affetto.
Non aveva voluto vedere l’intensità del sorriso di Judith.
Aveva tentato di allontanarla da sé, autodenunciandosi.
Aveva desiderato il suo odio.
Judith lo stava abbracciando come una figlia abbraccia un padre.
Ed egli strinse a sé la bambina.
Sua figlia.
Per un breve istante le labbra di Severus si stirarono in un sorriso colmo dell’affetto che provava per Judith, per quella bambina che lo aveva perdonato, nonostante l’avesse lasciata sola.
Melusine notò il sorriso, appena accennato dell’uomo, e sperò che, fra non molto tempo, quando il processo sarebbe stato revisionato, quando Severus fosse stato scarcerato, quando sarebbero stati una famiglia, l’uomo e la bambina potessero essere per sempre padre e figlia.
 
Top
view post Posted on 20/11/2013, 18:14
Avatar

Pozionista sofisticato

Group:
Administrator
Posts:
14,441

Status:


Luce - di Leonora

Finalmente un respiro di sollievo profondo e sofferto è uscito dalle tue righe!
Ogni scena batte l'altra per emozione e commozione. Non c'è nulla di sdolcinato e zuccheroso, c'è solo l'amore incondizionato di Severus, quello di Judith e la gioia nascosta, ma scintillante, di Melusine.
La lettera di Severus è molto bella costruita, con amore da te che l'hai pensata e scritta per lui.
Sono le sue parole, quelle che teneva nascoste e strette nell'anima.
Oltre che la luce, in questo brano, c'è anche una sorta di stupendo risveglio del cuore di Severus, uscito dal lungo sonno della colpa e del rimorso, per rinascere a nuova vita.
L'ultima parte è curata fino a millimetrici particolari, è dove si apprezza il tuo amore per le scene e il teatro.
Meravigliosa e potente l'immagine dell'abbraccio e del tentativo di sorriso, impareggiabile la sensazione di liberazione da un gravoso peso che hai sottolineato con l'alternarsi martellante: Severus sperava e temeva, ho apprezzato molto il rincorrersi delle frasi formulate dalla mente di Severus che ne raccontano l'ansia e l'angoscia.
Una pagina a lungo attesa che non ha tradito nessuna delle mie aspettative.
Fino al groppo alla gola e ad una lacrima.
 
Top
view post Posted on 20/11/2013, 22:58
Avatar

Pozionista sofisticato

Group:
Administrator
Posts:
13,844
Location:
Dalla luna...

Status:


:stupore: Sono in pari anche questa settimana!

n. 46

Titolo: Solo un piccolo, innocente, semplice bacio

Autore: Ellyson
Beta: Querthe
Tipologia: One Shot
Rating: Per tutti
Genere: generale, romantico
Personaggi: Hermione Granger, Severus Piton.
Pairing: Hermione / Severus
Epoca: post guerra
Avvertimenti: AU
Riassunto:
Aveva passato del tempo con lui, anime sole in un castello affollato. Avevano parlato, lui l'aveva fatta ridere e quando l'aveva raccontato a Ginny lei si era quasi strozzata con la Burrobirra.
Se ne era innamorata.

Parole: 2.256

Solo un piccolo, innocente, semplice bacio

C'erano poche cose che interferivano con la concentrazione di Hermione Granger. Il suo amore per i libri e per la conoscenza non aveva limiti.
Era stata capace di concentrarsi in una tenda in mezzo ai boschi, al freddo, affamata e con la concreta possibilità di trovarsi circondata dai Mangiamorte da un momento all'alto.
Dopo la guerra era quasi impossibile distrarla dallo studio se non in casi estremi.
Aveva passato gli ultimi due anni a rimettere in sesto il Ministero, aveva aiutato a ricostruire Hogwarts ed era tornata in Australia a riprendere i suoi genitori. Aveva passato alcune settimane divisa tra la Tana e il San Mungo dove i suoi genitori erano stati sotto osservazione.
La sua vita era stata di nuovo sconvolta alla fine dell'anno scorso quando Ron e Harry avevano deciso di intraprendere la carriera di Auror senza prendere i M.A.G.O.. A seguito di quella decisione Ron l'aveva lasciata con la scusa dell'addestramento, che non voleva distrazione e che voleva uscire dall'ombra di Harry.
Non c'era poi voluto molto a capire che aveva un'altra ragazza.
Quando l'aveva scoperto e l'aveva affrontato lui aveva confermato a testa bassa, accusandola di essere troppo presa da altro per accorgersi di lui e dei suoi sentimenti. Le aveva detto che era fredda, distaccata e sempre troppo attaccata ai libri.
L'aveva paragonata ad un iceberg.
Con il cuore spezzato si era ritirata in un piccolo appartamento a Diagon Alley dove aveva vissuto quasi un anno pensando al suo futuro. E senza mai smettere di studiare.
I libri, suoi amici e confidenti, non la giudicavano, non la guardavano con astio, non le spezzavano il cuore.
Quando aveva ricevuto il gufo da Hogwarts con la possibilità di finire la scuola, l'aveva colta al volo.
Era più grande degli studenti dell'ultimo anno di almeno due anni, la divisa era un po' ridicola sul suo corpo di donna, ma la indossava con orgoglio e a testa alta.
Era sola in quell’enorme castello.
Troppo grande per gli altri studenti, in molti la collegavano alla guerra, al passato e non volevano ricordare i tempi bui. Passava dei pomeriggi con Hagrid, a volte con la professoressa McGranitt, ma era in imbarazzo a frequentare i professori al di fuori delle ore di lezione.
I libri continuavano ad essere i suoi migliori amici. La biblioteca il suo personale rifugio sicuro.
Fino al suo arrivo.
Ombra tra le ombre del castello.
Lui con la sua voce di velluto e i suoi occhi di tenebra.
Severus Piton era stato salvato da un intervento miracoloso della professoressa McGranitt che l'aveva trovato ancorato alla vita nella Stamberga.
Era stato ricoverato per mesi, senza voler vedere nessuno se non la professoressa di trasfigurazione.
Aveva rifiutato le visite sue e di Harry, aveva rimandato indietro ogni lettera che aveva provato a scrivergli fino a quando non gli aveva scritto più.
E, con tutto quello che le era successo, non ci aveva neppure più pensato fino a quando non l'aveva ritrovato a Hogwarts, al posto di Preside.
Non era cambiato dalla guerra.
Era sempre lo stesso professore di un tempo. Vestito di nero, sarcastico, pungente, velenoso come le sue pozioni. Era il solito Severus Piton.
Aveva passato del tempo con lui, anime sole in un castello affollato. Avevano parlato, lui l'aveva fatta ridere e quando l'aveva raccontato a Ginny lei si era quasi strozzata con la Burrobirra.
Se ne era innamorata.
Ed era accaduto così velocemente che se n'era resa conto quando, ormai, era troppo tardi.
E, questa volta, i suoi amati libri non potevano aiutarla.
Così quando quella mattina era entrato nell'aula di difesa aveva sentito lo stomaco aggrovigliarsi su se stesso.
- Il professor Plum ha l'influenza. - spiegò alla classe muta e spaventata dalla sua presenza – Visto che siete le uniche classi della giornata e siete dell'ultimo anno ho deciso di sostituirlo. Affronterete i M.A.G.O. tra pochi mesi e non potete concedervi il lusso di perdere delle preziose ore di lezione.
Nessuno aveva osato anche solo fiatare in classe. Hermione lo fissava dall'ultimo banco in fondo all'aula, non aveva perso la sua natura di brava studentessa, ma non alzava più la mano come un tempo, le sembrava di fare un torto ai compagni più giovani.
Lo sguardo nero del professore vagò per tutta la classe.
- Bene. Vi dividerete in coppie, voglio testare le vostre conoscenze in queste due ore. Non ci saranno voti, ma ho intenzione di parlare al professor Plum di eventuali carenze che riscontrerò. E so che ci saranno delle carenze.
La strega sorrise appena mentre, insieme ai suoi compagni, metteva a posto i libri e spostava la borsa vicino al muro.
I banchi sparirono con un semplice colpo di bacchetta del professore.
- Dividetevi in coppie!
Hermione rimase ferma mentre i suoi compagni sceglievano, escludendola come, ormai, era abituata. Si ritrovò da sola, senza compagno con cui sfidarsi.
Sentì lo sguardo di Piton addosso, si voltò verso di lui e gli fece un debole, impercettibile sorriso e alzò appena le spalle.
Severus alzò un sopracciglio.
- Mi deludete. - sentenziò camminando per l'aula sgombra – Soprattutto voi Corvonero, pensavo che tutti avreste fatto carte false per duellare con la signorina Granger che, oltre a me, ha molto da insegnarvi sulla difesa contro le arti oscure.
Tutti si voltarono a guardarla; Hermione sentì le guance andare in fiamme.
- Signorina Granger. - la chiamò il mago – Prego, al centro dell'aula.
Hermione camminò a testa alta, imbarazzata, ma decisa a dimostrarlo il meno possibile.
- Cosa devo fare, Signore?
- Duellare. - le labbra sottili del mago si incurvarono in un lieve sorriso tirato – Con me.
La strega temette di aver capito male. La sua voce era capace di confonderla, di incantarla e farle dimenticare tutto il resto.
- Mi... mi scusi... temo di non aver capito. - balbettò ormai incapace di celare il rossore sulle gote.
- Hai capito bene, Granger. - fece il mago leggermente infastidito togliendosi il mantello nero e appoggiandolo sulla cattedra – Visto che i tuoi compagni non sanno sfruttare le occasioni, tu duellerei con me.
Era inutile fare altre domande. Hermione seguì l'esempio del professore, si tolse il mantello e lo appoggiò sulla borsa per terra. Si posizionò davanti a lui.
Si sentiva a disagio con quella divisa addosso, la faceva sembrare più piccola di quello che in realtà era. Voleva farsi vedere donna, ma non c'erano molte occasioni per dimostrarglielo.
Impugnò bene la bacchetta, con la coda dell'occhio vide due compagni di Grinfondoro scambiarsi delle monete, le ricordò Fred e George durante il Torneo Tre Maghi.
Attorno a lei e Piton comparve un cerchio rosso.
- Bene Granger. - fece il mago stringendo la bacchetta – Il primo che fa uscire l'altro dal cerchio ha vinto il duello. Le regole sono semplici, nessun incantesimo per ferire e l'utilizzo solo di incantesimi non verbali.
Annuì solamente cercando di concentrarsi il più possibile, trovandolo difficile mentre si perdeva nei suoi occhi neri e la sua voce le accarezzava la pelle.
Il primo incantesimo che le lanciò la colse preparata, ma era solo all'inizio. Mentre mentalmente ripassava tutti gli incantesimi del suo repertorio, Piton lanciò un'altra fattura, questa volta prendendola di sorpresa. La schivò all'ultimo, spostando la testa di lato e sentendo l'incantesimo a pochi millimetri dall'orecchio.
- Pensa meno, Granger. - la corresse lui – Il duello é istintivo, sono certo che nella Foresta di Dean non sei stata lì a pensare agli incantesimi che potevano esserti utili. Hai agito e basta.
Il riferimento al passato, a quella guerra che non faceva parte della vita i quei giovani studenti, ma della loro vita la fece sorridere, non rispose e lanciò l'incantesimo intenzionata a colpirlo. Piton lo deviò facilmente, ma c'era un luccichio nei suoi occhi di ossidiana che le fece tremare le gambe.
Continuarono per una decina di minuti a ritmo incalzante, senza parlare, senza guardarsi attorno. Gli studenti del settimo anno di Grifondoro e Corvonero seguivano lo scontro con interesse e partecipazione. Hermione sentì due compagni fare il tifo per lei.
L'ultimo incantesimo che parò fu troppo forte, ruppe la sua barriera e la spinse fuori dal cerchio.
Aveva perso ma nonostante tutto stava sorridendo.
- Bene. – fece il professore facendo sparire il cerchio dal pavimento e fissando gli altri studenti – Mettetevi a qualche metro di distanza e iniziate a duellare. Non voglio feriti. Granger, tu hai già duellato, aiutami ad controllare la classe.
Aiutarlo come assistente alla lezione era bello e le permetteva di fantasticare un po’ su di lui. Passava tra i compagni e cercava di dare una mano quando vedeva qualcuno in difficoltà. Nell’aula non volava una mosca, molti erano concentrati sugli incantesimi da lanciare, alcuni borbottavano la formula cercando di non farsi scoprire.
Gli passò accanto un paio di volte, lui era concentrato sulla lezione, lei ci provava, ma anche solo sfiorarlo le faceva dimenticare tutto il resto. Quando uno studente di Corvonero rischiò di rompersi il naso con una fattura venuta male Hermione riprese coscienza di sé. Si concentrò e non guardò più Piton per tutta la lezione.
La campanella le sembrò suonare troppo presto. Tutti si affrettarono a prendere le rispettive borse per la lezione successiva. Lei aveva un'ora di buco, ci mise più tempo del necessario a prendere la borsa.
- Granger, - la chiamò Piton iniziando a far ricomparire i banchi – ho bisogno di parlarti.
Con un sorriso appoggiò la borsa sul banco che era comparso e aspettò che l'ultimo compagno uscisse dall'aula.
La porta si richiuse magicamente da sola.
Quando furono soli, Severus si appoggiò alla cattedra e incrociò le braccia al petto, il mantello era ancora abbandonato sulla scrivania, il suo era ammucchiato sulla borsa.
Si avvicinò con il cuore che batteva così forte in petto che aveva paura che le spaccasse qualche costola.
- Granger...- fece lui fissandola intensamente – sei distratta oggi.
- Mi dispiace, signore. - rispose mortificata.
Il Preside fece un mezzo sorriso ironico.
- Posso comprendere che la dichiarazione fatta questa mattina in Sala Grande di Eric O'Brian l'abbia presa di sorpresa, ma...
Hermione fece una smorfia. Quella mattina un ragazzo del sesto anno di Grifondoro aveva urlato in tutta la Sala Grande di essersi innamorato di lei facendola vergognare come mai prima d'ora.
- Eric è stato poco delicato, - rispose – ho già avuto a che fare con un ragazzo così. E credo che non vorrò ripetere l'esperienza. Non é lui che mi fa perdere la concentrazione.
Piton sorrise, questa volta un sorriso vero, autentico, probabilmente uno di quelli che riservava solo a lei.
Era stato quel sorriso a farla innamorare.
Hermione sentì che stava per esplodere dall'emozione.
Severus si staccò dalla cattedra e annullò la distanza che li separava, Hermione si ritrovò a trattenere il respiro mentre lui le accarezzava un ciocca di capelli. Il suo profumo le invase i polmoni, sentiva il calore del suo corpo, la grande mano dalle affusolate dita si spostò sulla sua guancia in fiamme.
Chiuse gli occhi per non cedere alla tentazione di fare qualcosa di estremamente stupido in un’aula vuota, con la porta chiusa, con gli studenti che passeggiavano fuori da quella stanza.
- Severus…- balbettò non riuscì a capire se il suo era solo un debole bisbiglio o un urlo.
Forse un urlo del suo cuore.
Avvertì la sua presenza a pochi millimetri dal suo volto.
- Mi piace quando sussurri il mio nome. – le alitò nell’orecchio facendola gemere debolmente.
Alla cieca afferrò la sua casacca nera. Non poté evitarlo, aveva le gambe molli e rischiava di cadere se non si aggrappava a lui.
Sentì l’altra mano aprirsi sulla sua schiena.
Erano abbracciati. In un’aula vuota. Dopo una lezione. Con la porta chiusa e il mondo esterno che andava avanti ignorandoli.
- Severus… - balbettò – abbiamo… deciso di… attendere Giugno… dopo gli es…
Le labbra sottili del mago si posarono sulla sua guancia e la frase le morì in gola. Strinse di più la sua giacca nera e serrò ancora di più gli occhi, se li avesse aperti si sarebbe persa nel suo sguardo, nella sua anima, nella sua ombra.
Si sarebbe persa in lui.
- Non ti bacio da Capodanno…- sussurrò Severus, Hermione avvertì la sua bocca vicina, troppo vicina – sono passati quasi quattro mesi. Ho bisogno delle tue labbra. Ora. Subito. O non arriverò mai a Giugno.
La strega sorrise nell’udire l’urgenza di baciarla in quel preciso momento.
Aprì gli occhi immergendosi nel mare in tempesta dei suoi. Nei suoi occhi di tenebra brillava la fiamma della passione sopita e del desiderio di avere anche solo un pezzetto di lei per poter mantenere quella promessa che si erano scambiati quella notte di Capodanno.
- E’ solo un bacio…- continuò il mago baciandole ancora una volta la guancia – un piccolo…- e le sue labbra si avvicinarono ancora un poco alla sua bocca – innocente…- e questa volta fu l’angolo delle labbra ad essere baciate – semplice bacio.
Hermione sapeva bene che i baci di Severus non erano piccoli, innocenti, semplici baci. Sapevano di perdizione, lussuria e proibito.
Hermione sorrise, poteva sentire il calore delle labbra di Severus sulle sue eppure non si stavano ancora baciando.
Lui la stava provocando, voleva che fosse lei ad annullare quella misera distanza.
Era il suo personale angelo tentatore.
- E' pericoloso, professore. - mormorò ad un soffio da quelle labbra sottili.
- Non ti preoccupare. Metterò una buona parola per te al Preside.
Era un gioco di seduzione che Hermione voleva perdere, era passato così tanto da quel loro primo ed unico bacio che voleva assaporare ancora le sue labbra.
Annullò la distanza e si perse in lui, con lui.

Edited by Ele Snapey - 1/7/2017, 23:37
 
Top
view post Posted on 21/11/2013, 08:19
Avatar

Pozionista sofisticato

Group:
Administrator
Posts:
14,441

Status:


Solo un piccolo, innocente, semplice bacio di Elly

Quando arrivo alla fine di questi tuoi racconti mi accorgo di sorridere e di sentire il cuore più leggero.
E' così naturale la scena interpretata, così vera la sensazione di alienità dagli altri studenti. L'escusione di Hermione determinata dall'età è acuita dalla maturità acquisita negli ultimi anni e per gli eventi che l'hanno coinvolta.
Non è tanto l'abbandono da parte di Ron, ma è la consapevolezza delle esperienze passate che la accomunano agli insegnanti e a Severus, che di emarginazione se ne intende.
Lui è splendido come sempre, oscuro e perfetto in ogni movimento( ah! quel mantello appoggiato sulla cattedra...).
Ogni parola, sguardo e pensiero corrono veloci verso l'epilogo tenero, passionale e Ellyco...
Bella, l'ho letta ieri sera e mi ha accompagnato sotto le coperte un sorriso sulle labbra e il sapore di un bacio.
 
Top
view post Posted on 21/11/2013, 09:28
Avatar

Pozionista sofisticato

Group:
Administrator
Posts:
13,844
Location:
Dalla luna...

Status:


CITAZIONE (chiara53 @ 21/11/2013, 08:19) 
Solo un piccolo, innocente, semplice bacio di Elly

Quando arrivo alla fine di questi tuoi racconti mi accorgo di sorridere e di sentire il cuore più leggero.
E' così naturale la scena interpretata, così vera la sensazione di alienità dagli altri studenti. L'escusione di Hermione determinata dall'età è acuita dalla maturità acquisita negli ultimi anni e per gli eventi che l'hanno coinvolta.
Non è tanto l'abbandono da parte di Ron, ma è la consapevolezza delle esperienze passate che la accomunano agli insegnanti e a Severus, che di emarginazione se ne intende.
Lui è splendido come sempre, oscuro e perfetto in ogni movimento( ah! quel mantello appoggiato sulla cattedra...).
Ogni parola, sguardo e pensiero corrono veloci verso l'epilogo tenero, passionale e Ellyco...
Bella, l'ho letta ieri sera e mi ha accompagnato sotto le coperte un sorriso sulle labbra e il sapore di un bacio.

Grazie Chiara.
Leggere questo tuo commento oggi é un bene, visto al giornatina di cacca già alle 8:00 della mattina. :angry: :angry: :angry:
Ellyco? :blink:

Edited by ellyson - 21/11/2013, 09:50
 
Top
view post Posted on 21/11/2013, 11:34
Avatar

Pozionista sofisticato

Group:
Administrator
Posts:
14,441

Status:


Ho coniato un neologismo, non hai capito? finale Ellyco :lol: :lol: :lol:
 
Top
view post Posted on 21/11/2013, 11:47
Avatar

Pozionista sofisticato

Group:
Administrator
Posts:
13,844
Location:
Dalla luna...

Status:


CITAZIONE (chiara53 @ 21/11/2013, 11:34) 
Ho coniato un neologismo, non hai capito? finale Ellyco :lol: :lol: :lol:

AAAAAHHHH. No, non avevo capito. -_-
Ma non sei tu.
Sono io che sono in piedi dalle 5:00. :wacko:
Quindi le cose mi vanno ripetute più e più volte affinché i miei neuroni le capiscano.
 
Top
view post Posted on 21/11/2013, 17:50
Avatar

I ♥ Severus


Potion Master

Group:
Administrator
Posts:
55,397
Location:
Da un dolce sogno d'amore!

Status:


N. 46

Titolo: Neve a Hogwarts
Autore/data: Ida59 – 28 settembre 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One-shot
Rating: Per tutti
Genere: introspettivo, drammatico, romantico
Personaggi: Severus
Pairing: Severus/ Personaggio originale
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: La neve ricopre la scuola con un immacolato manto sottile: riluce al sole, come fatata polvere d’un arcano incanto che può rendere l’innocenza a chi l’ha da troppo tempo perduta. È il seguito di “La Foresta Proibita”.
Parole/pagine: 732/2



Neve a Hogwarts



La prima neve era arrivata a Hogwarts con largo anticipo sull’inverno meteorologico: dalle creste delle montagne che circondavano il castello, era scesa sempre più in basso, giorno dopo giorno, prima cingendo d’intorno la scuola e poi ricoprendola con un immacolato manto sottile che riluceva al sole freddo del meriggio, come la fatata polvere d’un arcano incanto che può rendere l’innocenza a chi l’ha da troppo tempo perduta.
Dalla finestra grande della presidenza, Severus fissava il parco innevato, ombra nera che si specchiava in quel luminoso candore, senza ancora riuscire a convincersi del tutto che apparteneva anche a lui, come ad ogni altro occupante del castello.
Corse più avanti con lo sguardo, verso il lago le cui acque cristalline erano ancora del tutto libere dalla morsa del ghiaccio che tra qualche settimana le avrebbe invece strette nel suo gelido abbraccio permettendo ai ragazzi scivolate mozzafiato in alcuni punti della superficie.
Là, perduta in mezzo alla neve, quasi invisibile, bianca nel bianco, c’era la tomba di Albus. Da quando era tornato al castello, su espressa insistenza di Minerva, come preside finalmente da tutti accettato e ben accolto, ogni alba vi si era recato in doloroso pellegrinaggio, cercando di cancellare l'orribile ricordo dell’anno precedente, quando la tomba aveva potuto vederla solo da lontano, da quella stessa finestra, ma accuratamente nascosto dietro i pesanti tendaggi. Trattenendo cocenti lacrime che non poteva permettersi di piangere.
Ricordava le lunghe ore prima dell’alba, risvegliato dai suoi incubi nel cuore della notte, trascorse immobile dietro il vetro freddo, a guardare l'ultimo rifugio terreno di Albus, desiderando solo di inginocchiarsi ai piedi di quel marmo e carezzare la pietra gelida in un composto abbraccio che non era mai riuscito a dare al vecchio quando era ancora vivo.
Sì, era vero, in presidenza poteva parlare in ogni momento con il ritratto magico che Albus aveva a lungo e minuziosamente istruito, ma era solo un misero simulacro della sua reale essenza; ai piedi della sua tomba, invece, tutto sarebbe stato diverso: solo inginocchiato davanti a quel marmo bianco avrebbe potuto piangere fino in fondo il dolore per il suo unico amico, per l’uomo che avrebbe voluto chiamare padre.
Un lieve sospiro uscì dalle labbra sottili del mago: ora avrebbe saputo farlo, ora avrebbe ricambiato con tutto se stesso l’abbraccio affettuoso che Albus ogni tanto accennava, ogni volta facendolo irrigidire e ritrarre.
Deglutì con rassegnazione l’amarezza delle cose perdute: era troppo tardi…
Quante cose erano cambiate in quegli ultimi mesi, quante cose che mai aveva fatto prima aveva ora imparato a fare in quella sua nuova vita!
Come sorridere.
Sorrise piano al suo riflesso sul vetro, la neve che sfavillava bianca sullo sfondo: erano state proprio le lacrime di Fanny che gli avevano regalato quella nuova, meravigliosa esistenza, che Elyn aveva poi riempito di immensa felicità dopo avergli insegnato a sorridere.
Severus socchiuse appena gli occhi, il sorriso che si faceva più dolce sulle labbra sottili: come gli mancava la sua donna, la donna che era riuscita ad entrare nel suo cuore e che l’aveva amato per ogni sua colpa! E che ogni colpa aveva perdonato, con infinito amore, dopo averla conosciuta fino in fondo nei suoi ricordi quando si era affacciata nell’abisso della sua anima: lei Guaritrice del San Mungo e lui in fin di vita per il morso di Nagini, gli occhi neri spalancati in un delirio che sembrava fatale ma contro il quale Elyn aveva ostinatamente combattuto, all’inizio da sola, contro la stessa volontà del mago che desiderava solo l’oblio della morte, perduto nel sogno impossibile di occhi verdi che non l’avevano mai amato.
Elyn gli aveva sorriso, l’aveva amato e perdonato, restituendogli l’innocenza di una redenzione conquistata con infinita sofferenza.
Severus sfiorò il vetro freddo con le dita, sospirando: l’innocenza…
Uccidere per amore.
Erano parole di Elyn:i le aveva pronunciate con intensità e Severus rivedeva il sorriso triste della maga che nei suoi ricordi ora si sovrapponeva perfettamente a quello di Albus sulla torre di Astronomia.
Era là, la sua innocenza, in mezzo al niveo candore della neve, nell’abbraccio di un vecchio che gli era stato padre e maestro, cui non aveva mai confessato il suo affetto.
Ma alla prossima alba, al successivo pellegrinaggio alla Tomba Bianca, l’avrebbe fatto: l’avrebbe abbracciato, attraverso il gelo della neve sul marmo, e glielo avrebbe detto.
Con le lacrime agli occhi e il sorriso sulle labbra.
Ed il calore d’un affetto sincero nel cuore.

Edited by Ida59 - 17/7/2015, 21:23
 
Web  Top
view post Posted on 21/11/2013, 18:26
Avatar

Pozionista sofisticato

Group:
Administrator
Posts:
14,441

Status:


Neve a Hogwarts di Ida

Amo la neve mi mette allegria, è una gioia per gli occhi, per Severus la neve è fonte di riflessione e di serena accettazione della vita che finalmente ha scelto di vivere.
La tomba bianca nel bianco è la protagonista.
Non c'è rabbia nè dolore nel ricordare Albus, c'è il disvelamento di un cuore finalmente libero di mostrare di quanto amore è capace.
Severus e la neve sono complementari: nero e bianco, e tanto, tanto grigio, sul limite dell'orizzonte delle memorie, nel cuore e nella speranza di un futuro inatteso.
Non manca la malinconia di cose perdute per sempre, riposta nel non essere stato capace di esprimere in tempo quanto affetto Severus ha provato per Albus, padre e maestro, ma anche amico e confidente. L'unico.
L'abbraccio alla tomba, Ida, ce lo lascia immaginare ed è giusto così: troppo dolce e intimo il sorriso che aleggerà sulle labbra di Severus per la gioia del vecchio mago perduto.
 
Top
view post Posted on 21/11/2013, 18:34
Avatar

I ♥ Severus


Potion Master

Group:
Administrator
Posts:
55,397
Location:
Da un dolce sogno d'amore!

Status:


Waaao! Sei incredibile, Chiara: hai già letto e commentato! :wub:

Edited by Ida59 - 17/7/2015, 21:23
 
Web  Top
view post Posted on 21/11/2013, 19:02
Avatar

Pozionista sofisticato

Group:
Administrator
Posts:
14,441

Status:


Troppo bello quello che leggo per lasciarlo raffreddare :D :wub: :wub:
 
Top
view post Posted on 22/11/2013, 19:29
Avatar

I ♥ Severus


Potion Master

Group:
Administrator
Posts:
55,397
Location:
Da un dolce sogno d'amore!

Status:


Riprendo a rispondere ai commenti più recenti, dopo l'ultima interruzione causa salute in dissesto e casini vari.

CITAZIONE (chiara53 @ 3/11/2013, 19:14) 
I sotterranei di Hogwarts di Ida

CITAZIONE
Il mantello nero e ondeggiante è molto presente e fa da filo conduttore in questo brano: è descritto all’inizio del racconto, poi di nuovo, e alla fine, in cui viene appoggiato sulla poltrona morbido e scuro.
Il mantello è Severus e, in questo percorso di passaggio verso i sotterranei, lo accompagna come un buon amico di vecchia data.

Ma che bella questa cosa del mantello quale filo conduttore della storia! Io, a dire il vero non lo avevo neppure pensato ma, effettivamente, rileggendo la storia la tua interpretazione ci sta tutta.
CITAZIONE
Tutto è diverso, tutto è cambiato, a partire dalla ovvia parola d’ordine che non poteva prescindere da colei che lo ha riportato alla vita e, soprattutto, convinto a viverla, finalmente, nella luce meritata e splendente.

Bè, era ovvia come parola d’ordine, però anche imperdibile!
CITAZIONE
Ida, non può far a meno di ricordarci e ricordargli cosa hanno significato per Severus i sotterranei; la porta con le borchie e il simbolo della sua casa è lì, davanti ai nostri occhi, ma tutto è cambiato anche qui, mai più nel buio, mai più nell’oscurità dice il nostro dolce e coraggioso mago e noi con lui: vogliamo vederlo donare ad Elyn la sua arte preziosa distillata insieme con l’amore che può finalmente vivere.

Sì, è vero, tutto è cambiato e volevo che i lettori lo percepissero in modo chiaro e vedo che, almeno con te, ci sono riuscita. Naturalmente, per rimarcare il cambiamento dovevo tornare al cuore del passato, all’oscurità tenebrosa e fredda del suo sotterraneo, per potere rendere l’effetto di contrasto del calore e della luce che l’amore di Elyn ha portato ora nel suo cuore e nella sua vita.
CITAZIONE
Non vedo l’ora di leggere il prossimo capitolo: oli profumati e profumi d’amore, spero.

Hihihi… come corri! E poi, questa non può essere una storia vietata e ho già fatto i salti mortali una volta per descrivere una scena d’amore senza andare nel VM…


Edited by Ida59 - 17/7/2015, 21:24
 
Web  Top
852 replies since 9/1/2013, 00:09   15299 views
  Share