Il Calderone di Severus

Sfida FF n. 14: Sette giorni per un Sorriso

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view post Posted on 24/10/2013, 08:30
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CITAZIONE (chiara53 @ 23/10/2013, 18:26) 

Sinfonie.
18. Sinfonia in mi minore op. 2 n°5
Secondo movimento. Dubbi


di Leonora

CITAZIONE
Un capitolo ricco come non mai, Melusine ha scelto e sei tu che l'hai fatta scegliere.
Come si può non rispettare e amare un uomo che si comporta come Severus?
L'epiteto che il padre le ha affibbiato è quanto di peggiore si possa dire ad una donna, non c'è perdono, specialmente considerando la freddezza con cui la parola è stata pronunciata.

Il padre di Melusine avrebbe anche ragione nel mettere in guardia la figlia - in fondo lui non sa nulla -, ma va troppo oltre, passa il segno ed a quel punto passa dalla parte del torto, perché come dici tu, quello che ha detto a sua figlia è quanto di peggio di possa dire ad una donna.

CITAZIONE
Ogni capitolo sono sempre più colpita dal giusto rimorso di Severus: stavolta sei stata particolarmente brava nel descrivere le motivazioni e la causa, ma soprattutto, hai fatto emergere il rimpianto per un rapporto padre - figlia che già esiste nelle cose dette e percepite.
Grande Severus, grande e dolente, immagino la sua figura non dritta e fiera, ma piegata e abbattuta. Sei tu che me lo mostri così e mi fai soffrire!

Anch'io lo immaginavo piegato e sofferente, seduto al tavolo sbeccato del carcere, in compagnia del suono dei suoi rimorsi e dei suoi pensieri. Sono felice che l'immagine sia emersa, sebbene non descritta esplicitamente.

CITAZIONE
Niente è più bello della parola papà che aleggia immaginata, desiderata e sfuggente, ma alla fine pronunciata dalla mente, dal cuore e dal sorriso di Judith e della "fata"Melusine.

La parola papà potrebbe, forse, materializzarsi, oltre che ad aleggiare grazia al sorriso di Judith ed al cuore di Melusine.
 
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CITAZIONE (Ida59 @ 23/10/2013, 19:03) 
Dubbi, di Alaide

Ooh… non avrei mai neppure osato sperare in una così chiara dichiarazione di amore da parte di Melusine, ma che quelli fossero i suoi sentimenti, sì, quello lo avevo capito pur se avevo cercato di non illudermi.

La dichiarazione d'amore da parte di Melusine stava bene in quel punto. Alla fine i sentimenti erano comunque chiari, ma mi serviva che il personaggio li affermasse.

CITAZIONE
Perfetta rappresentazione della realtà nella fiaba di Judith: ma sarà vero che sarà Melusine a riunire il padre con la figlia… cui già fa da madre?

Qui mi taccio, ovviamente.
Puoi sempre sperare che il bis di Jonas mi influenzi ;)

CITAZIONE
Per Severus nuovi rimorsi si sommano ai vecchi dando vita a nuove forme di sofferenza.
Bellissimi i pensieri di Severus sulla scelta operata da Melusine tra lui e la famiglia nonché sulle reazioni avute dalla donna quando le aveva rivelato di aver torturato e ucciso e quando il padre le ha mostrato le foto delle vittime. Reazioni da cui è evidente che si può comprendere l’amore che lei prova per Severus, ma che certo lui non può essere in grado di comprendere visto che nessuno mai lo ha amato. Eppure, stranamente, al pensiero di rivelarle tutta la verità su se stesso, Severus riesce anche a pensare che, forse, lei avrebbe ancora potuto donargli un sorriso di perdono. E questo mi fa molto pensare… che a natale possa davvero esserci un sole sfolgorante.

Il sole sfolgorante a me servirebbe piuttosto ai primi di gennaio, quando vado a Monaco a sentire La Forza del Destino cantata da Jonas. Ma vedrò se posso far qualcosa per Natale :P .
Sono felice che ti siano piaciuti i pensieri di Severus circa Melusine e la sua scelta! Quanto ai tuoi pensieri, naturlich, mi taccio.

CITAZIONE
Passando ai pensieri di Melusine sul vicolo cieco in cui Severus si è cacciato, mi sono detta che lei ancora non sa quanto Severus è cambiato. Del resto, se Judith potesse scegliere, sono sicura che non avrebbe esitazioni e sarebbe disposta a qualsiasi cosa per avere Severus di nuovo con sé.

Su Judith, hai perfettamente ragione (e qui non riesco nemmeno a dare una risposta sibillina).

CITAZIONE
Tornando a Severus: è straziante che ciò che un tempo voleva (l’odio di Judith) ora sia diventato il suo più grande timore… E alla fine salta di nuovo fuori Melusine, nei pensieri di Severus, e la sua promessa di rimanere comunque al suo fianco. Forse, pensa lui. Sicuramente, crede Melusine.
Con la bimba, Severus nella sua lettera è davvero adorabile e cerca in tutti i modi di tranquillizzarla.

Ammetto che scrivere le lettere di Severus - per quanto sia molto più complesso rispetto alla scrittura delle lettere di Judith - è una delle cose che mi piace di più di questa storia, perché permette di dire molte cose, anche con una singola parola o una data "affrettata".

CITAZIONE
Judith, con le sue lettere ed i suoi pensieri, è una cosa assolutamente meravigliosa. Sì, riesco perfino a sorridere leggendo. Sta crescendo molto velocemente, e presto sarà davvero difficile continuare a mentirle, se pur Severus è bravissimo in questo.

Tra l'altro, le menzogne di Severus le deve poi reggere Melusine, che è decisamente meno brava a mentire e che, ormai, non sa più cosa inventarsi.
D'altronde incombe il famoso evento eclatante cui ho fatto cenno in altre occasioni.
 
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view post Posted on 24/10/2013, 12:46
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CITAZIONE (Alaide @ 24/10/2013, 10:18) 
Puoi sempre sperare che il bis di Jonas mi influenzi ;)

Presumo che tu ti riferisca a Breit' über mein Haupt e a Zueignung... oppure che abbia deciso di cogliere finalmente l'accorata implorazione: "Leonora, deh, soccorrimi, pietà del mio penare."

Edited by Ida59 - 17/7/2015, 21:12
 
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CITAZIONE (Ida59 @ 24/10/2013, 13:46) 
Presumo che tu ti riferisca a Breit' über mein Haupt e a Zueignung... oppure che abbia deciso di cogliere finalmente l'accorata implorazione: "Leonora, deh, soccorrimi, pietà del mio penare."

Magari mi riferisco all'Ingemisco :P
Oppure potrei anche ascoltare l'implorazione e finire dalle parti di Breit' über mein Haupt.
Chissà :D ;)
 
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N. 42

Titolo: Tempo di ricordi
Autore/data: Ida59 – 14 settembre 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One-shot
Rating: Per tutti
Genere: introspettivo, drammatico, romantico
Personaggi: Severus, Silente (il suo ritratto), Harry, Personaggio originale
Pairing: Severus/ Personaggio originale
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: Era nervoso perché attendeva Potter. No, non Potter. Era il figlio di Lily che tra poco sarebbe entrato da quella porta. È il seguito di “Ritorno al passato”.
Parole/pagine: 1649/4



Tempo di ricordi



Severus era nervoso, irragionevolmente nervoso, forse nervoso quanto mai era stato.
Camminava a lunghi passi irrequieti nella grande sala circolare della presidenza, i ritratti che seguivano quasi divertiti il suo ansioso andirivieni, scambiandosi occhiate d’intesa.
- Avanti, calmati Severus! – sbottò infine Silente dalla sua cornice riccamente lavorata. – Fermati o mi farai venire il torcicollo!
Il mago gli lanciò un’occhiataccia:
- Sei un ritratto, Albus: puoi anche girare la testa di trecentosessanta gradi e non si sviterebbe! – rispose con lingua tagliente.
Silente ridacchiò nel suo ritratto:
- Non mi dirai che hai paura di lui?
Severus s’irrigidì, fermandosi proprio davanti al ritratto:
- Caso mai l’avessi dimenticato, ti ricordo che non ho mai avuto paura, neppure davanti all’Oscuro! – rispose secco, infastidito dall’insinuazione che, invece, l’aveva colpito nel profondo.
- Non dimentico, Severus, lo sai bene, - sorrise il vecchio mago, - dico solo che, forse, ti era più facile affrontare quegli occhi di rubino che frugavano nella tua mente…
Piton lo fulminò con un’altra occhiataccia, che si rivelò però del tutto inefficace perché Silente proseguì imperterrito il suo affondo:
- … piuttosto che occhi di smeraldo che raggiungono il tuo cuore!
Severus tremò impercettibilmente, quindi sospirò piano, abbassò lo sguardo e si tormentò nervoso il labbro inferiore.
Come sempre, Silente aveva ragione.
Era nervoso perché attendeva Potter.
No, non Potter. Era il figlio di Lily che tra poco sarebbe entrato da quella porta.
Il mago sospirò di nuovo, scuotendo piano la testa, rassegnato alla realtà.
No, non era più “Potter”, come sempre l’aveva nominato nei propri pensieri per cercare di odiarlo, senza mai riuscirci veramente, a discapito di ogni suo più strenuo sforzo. Ma non era neppure più il figlio di Lily. Harry si era infine guadagnato la propria individualità, il diritto ad essere chiamato con il proprio nome, anche se aveva avuto la pessima idea di andare a spifferare a tutto il mondo magico il suo doloroso segreto. Già, il ragazzo l’aveva creduto morto, ma Severus era certo che neppure nella tomba sarebbe stato contento che tutti fossero a conoscenza della “parte migliore di te” [1] come diceva sempre Albus.
Sollevò lo sguardo e con un sospiro preoccupato tornò a guardare il ritratto. L’ultima volta che aveva visto Harry, gli aveva rivelato il suo imperituro amore per la madre. Ed ora… Un sospiro lieve aleggiò ancora sulle labbra sottili, appena dischiuse. Ora era un’altra la donna che amava, la donna che regnava sul suo cuore e riempiva la sua mente. Il ragazzo come avrebbe potuto capire, e, quindi, credergli?
Silente gli sorrise dal ritratto, comprensivo, gli occhi azzurri colmi del paterno affetto che tanto gli mancava, adesso che avrebbe finalmente saputo accettare anche un suo abbraccio:
- Non temere, Severus: Minerva ed Elyn gli hanno parlato a lungo spiegandogli ogni cosa. – disse cercando di tranquillizzarlo. - Il ragazzo ha capito. Tutto.
Il mago si lasciò sfuggire un nuovo sospiro, la tensione ad incupirgli il volto rendendo più profonda la ruga alla radice del naso e intensamente neri gli occhi. Sì, Harry era davvero cresciuto nella notte della battaglia di Hogwarts, quando aveva avuto la maturità ed il supremo coraggio di scegliere di andare a morire. Proprio come lui stesso aveva scelto di morire, in silenzio, per salvare il ragazzo.
Severus raddrizzò le spalle e scrollò il capo, riprendendo di nuovo il pieno controllo di sé.
Sì, Harry aveva compreso ogni cosa, come Elyn gli aveva più volte ripetuto con insistenza, però aveva anche espresso il desiderio, pur tra mille timori, che il Professore gli parlasse di sua madre. E il mago in un istante di follia aveva acconsentito, complice l’incoraggiante sorriso di Elyn cui non sapeva negare nulla. E lei ne approfittava, eccome se ne approfittava!
Così ora lo stava aspettando in presidenza, terreno certamente più neutro del suo oscuro sotterraneo, teatro di tanti scontri fra loro, sicuramente mai dimenticati da entrambi.
Tra pochi istanti sarebbe comparso in cima alle scale mobili, Harry, il salvatore del mondo magico, il ragazzo della profezia, il ragazzo rimasto orfano per colpa sua.
Eppure, come Elyn più volte aveva insistito a ripetere, se il giovane Mangiamorte smanioso di fare carriera non avesse rivelato al suo padrone la prima parte della profezia e, al contempo, non avesse disperatamente amato Lily fino al punto d’implorare l’Oscuro Signore di salvarle la vita - dandole così modo di scegliere di morire per il figlio - la profezia non si sarebbe mai avverata e sarebbe rimasta ad impolverarsi inutilmente su qualche scaffale nell’Ufficio Misteri del Ministero della Magia. E, forse, Voldemort non sarebbe mai stato sconfitto…
Suonavano bene, nella sua mente, le parole di Elyn, ma nel profondo del suo cuore non riuscivano a togliergli il rimorso per la morte di Lily. L’oscurità della sua anima aveva gettato Lily tra le spire fatali del serpente, ma la luce d’amore del suo cuore disperato aveva salvato suo figlio. La sua scelta sbagliata e tutti i suoi errori avevano ucciso Lily, ma la forza dell’amore, il suo verso Lily e quello di una madre per il figlio, aveva salvato il mondo magico. Grazie all’insensato coraggio Grifondoro di Harry che si era sacrificato. Proprio come il suo coraggio Serpeverde. Severus, però, ancora si chiedeva se l’avesse egoisticamente fatto solo per il ragazzo - da vero Serpeverde - per dargli la possibilità di salvarsi, o se era perché sapeva - sperandolo con tutte le sue forze - che Harry sarebbe riuscito a sconfiggere Voldemort, proprio come Albus aveva pianificato. Era stata una sua egoistica scelta, quella di morire, o il compimento del suo ultimo dovere?
- Te l’ho già detto una volta, Severus!
Le parole di Silente, che gli sorrideva paterno dal ritratto, spezzarono di colpo i suoi pensieri:
- A volte credo che lo Smistamento avvenga troppo presto... [2]
Anche il mago sorrise annuendo: sì, Albus glielo aveva già detto. Ma lui era un vero Serpeverde, e aveva calcolato bene la propria morte. Il sorriso di Severus si aprì all’improvviso, malizioso e impertinente: già, l’aveva calcolata bene anche Silente, però, la propria morte, da vero Serpeverde. E prima o poi glielo avrebbe detto, per zittire quel ritratto impudente!
Un leggero tocco di avvertimento all’ingresso interruppe nuovamente i pensieri del mago mettendolo sul chi vive, quindi la porta si aprì ed il ragazzo apparve, titubante, Elyn alle sue spalle a sospingerlo gentile:
- Entra, Harry, ti assicuro che il preside non ti mangerà. – affermò sorridendo.
- E nemmeno ti schianterà, me lo ha promesso. – ridacchiò Silente dal ritratto a rincarare la dose dello scherzo.
Severus sbuffò: quei due impertinenti non si rendevano conto di quanto quel momento fosse difficile! Avevano un’intera vita davanti, questa volta, lui e Harry, non solo pochi istanti frenetici in cui tutto doveva essere rivelato per compiere un difficile dovere in cui l’essere creduto – proprio lui, l’uomo che con la maschera della menzogna aveva nascosto per tanti anni il suo vero volto! – era essenziale. Per questo non aveva avuto altra scelta che rivelargli la sua più intima e preziosa verità, la parte migliore di sé che sempre gli aveva nascosto.
Il lampo incerto di un sorriso illuminò il volto del ragazzo e gli occhi verdi di Lily per un istante ripresero vita riflettendosi nelle profonde iridi nere del mago.
I suoi occhi, quel verde infinito in cui il suo cuore di bimbo s’era perduto fin dalla prima volta che l’aveva vista. Gli occhi della bambina che l’aveva conquistato, gli occhi della ragazza che aveva amato con tutto se stesso senza mai avere il coraggio di rivelarle il suo sentimento. Gli occhi perduti della donna che aveva creduto di amare per tutta la vita, spinto da un atroce rimorso che aveva trasformato in crudele tormento il ricordo di un amore mai nato. Gli occhi di Lily, la cara amica che mai l’aveva amato.
Il mago distolse lo sguardo con un lieve sospiro e si rivolse ad Elyn, ai suoi occhi nocciola screziati d’ambra dalla luce del sole che entrava dalle ampie finestre. Gli occhi che gli avevano sorriso, che l’avevano perdonato. Che l’avevano amato pur conoscendo ogni sua più tremenda colpa.
- Vi lascio soli. – sussurrò discreta Elyn posando la mano sulla maniglia.
Severus la fissò con intensità, le labbra appena dischiuse come se volesse richiamarla, come se avesse all’improvviso cambiato idea.
- È tempo di ricordi, adesso… - sussurrò piano Elyn, sorridendo dolcemente.
Il mago rispose con amore al suo sorriso: sì, ora che la sua realtà si era trasformata in un sogno meraviglioso, ora forse poteva anche ricordare senza più soffrire.
E regalare infine quei ricordi di Lily, adesso che non aveva più bisogno di aggrapparsi a loro per sopravvivere, dobarli a chi non li aveva mai avuti, anche a causa sua.
La porta si chiuse piano alle spalle di Elyn e Severus sorrise al figlio di Lily.
Sorrise a Harry.

*


La porta si richiuse alle spalle di Harry e Severus sorrise in silenzio, commosso.
Sorrise a se stesso.
Gli occhi di Lily, nel volto aperto di Harry, gli avevano finalmente sorriso ed anche in loro, oltre a quelli di Elyn, il mago avevo visto brillare il perdono. Un sorriso diverso ed un perdono diverso…
Aveva promesso al ragazzo che gli avrebbe donato altri ricordi di Lily. Sarebbe stato ancora un po’ doloroso farlo, ma ora sapeva che Harry lo meritava.
Nonostante la grande somiglianza fisica con James, nel ragazzo viveva l’essenza di Lily, proprio come Albus aveva sempre affermato. Ma il mago non aveva mai potuto accettarlo, perché il suo tormento sarebbe stato insopportabile. Adesso, però, che c’era Elyn nella sua vita, adesso poteva accettare anche quella verità da cui era sempre rifuggito.
Così Severus sorrise incontrando il sorriso ammiccante e paterno del ritratto del vecchio preside.

[1] Parole di Silente dai ricordi di Piton: Capitolo 33 – La storia del principe, “Harry Potter e i doni della morte”.
[2] Parole di Silente dai ricordi di Piton: Capitolo 33 – La storia del principe, “Harry Potter e i doni della morte”.

Nota finale.
Se qualcuno si attendeva la descrizione dell’incontro con Harry e, non avendola trovata, è rimasto deluso, mi dispiace molto, ma non è cosa che si può raccontare in una breve one-shot. Ci vogliono molte, davvero molte più pagine per trattare bene un tema così complesso come l’incontro tra Severus e Harry. Come consolazione vi posso offrire di leggere “Le stesse lacrime”, storia di tre capitoli in cui descrivo il loro incontro, ovviamente dopo che Severus non è morto.

Edited by Ida59 - 17/7/2015, 21:12
 
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Continuo con i miei commenti alle storie di Ida.

#31 – Dimissioni

Oh, ecco, è ora che esca da quell’ospedale :D

CITAZIONE
[…]come diavolo aveva fatto Elyn, così bella e solare, ad innamorarsi di un uomo dal passato tanto tenebroso e ambiguo?

Ma che vuole questo?! <_<
Si facesse gli affaracci suoi, se non ha battuto chiodo fino a quando non c’era Severus, adesso che c’è, che pretende? Due sberle? :truce:

CITAZIONE
A quanto pareva, solo per il mago le dimissioni erano state una sorpresa, attentamente architettata alle sue spalle da Elyn che era svanita in un sorriso per andare a prendere la sua valigia, già pronta.

Adorabile, adorabile donna :D

CITAZIONE
Gli abiti erano ancora gli stessi del passato, ma com’era cambiato il mago che li indossava!

Questa seconda parte mi è particolarmente piaciuta perché ricca di un’introspezione che hai saputo far nascere da un abito, il solito, sempre stesso vestito indossato da Severus, lo guardi ed è sempre lui, il suo passato, il suo futuro, i suoi dolori e i suoi sorrisi, il tutto giocato splendidamente in ciò che era e in ciò che non sarà, e in ciò che invece adesso è.
Un vestito è hai tirato fuori tutto Severus, i ricordi amari del suo passato, la sofferenza provata nelle sue due case che nonostante tutto gli appartengono e fanno parte di lui, amate e odiate, fardelli pesanti che gli renderanno il cammino difficile per ritornare in quell’unico posto dove, veramente, poteva sempre sentirsi a casa.
In questo cammino, però, c’è lei, meravigliosa Elyn, e per lei sorride, per lei fa i conti col suo essere uguale ma diverso, con il suo riflesso allo specchio che sorride, sorride per sé, per Elyn, per la felicità e per l’amore.
Guarda il suo sorriso e vede la nuova vita che lo attende, magnifica e allegra vita.


#32 – La casa sulla scogliera

CITAZIONE
[…] ma lui ancora doveva scoprire chi realmente fosse la donna […]

Oooh, ecco, fino ad ora, presa dalla lettura, mi sono lasciata trasportare (da Severus, lo ammetto XD) dalla storia, ma fin dall’inizio avevo queste domande ben in mente, domande, dubbi, curiosità, chiamiamole come ci pare, ma il succo è: ma Elyn, a parte Guaritrice del San Mungo, chi è? :o:
Cioè, per dire, chi cacchio è… :woot:
Oh, la domanda è alquanto lecita XD
Va beh, prima della fine ce lo dirai, magari lo hai già fatto e io non lo so, quindi sto muta e mi appropinquo al capitolo successivo :ph34r:

Aspè… ma manca il resto! Se no che c’entrava la casa sulla scogliera? :woot:
Questa seconda parte è veramente una meraviglia, mi piacciono moltissimo le descrizioni, quella del mare, della scogliera, della casa, ma più di tutti quella di Severus e del suo interagire con la natura intorno, veramente straordinario, ed è tutto un lungo, bellissimo sospiro di sollievo, riesci proprio a dare un senso di pace perché finalmente è sereno, felice, e col sorriso sulle labbra, e il sorriso della sua Elyn.
Figurarsi tutto è stato a dir poco magnifico, e immaginarsi Severus come tu lo hai descritto, beh… *-* fantastico!
Bellissimo, poi a me le case sulle scogliere fanno impazzire e ho un meraviglioso ricordo di una in particolare e di un momento fantastico di qualcosa che ho vissuto, anche per questo è stato bellissimo leggere questo brano.


#33 – Notte d'amore

Mi è piaciuta molto la delicatezza di questa notte d’amore, i pensieri di Severus di un passato senza alcun affetto che emergono in questa notte d’amore e di passione, emergono prepotenti, ma non disturbano, anzi, mostrano con maggiore chiarezza tutta la sincerità e la profondità di quei sentimenti che animano e vivono in Severus e Elyn.
E Severus finalmente vive, rinasce ad una vita che può essere infine chiamata tale, rinasce a quell’amore che non ha mai provato, un amore finalmente completo, non solo di corpo, ma di spirito, mente e cuore, ed è ciò che di più bello si possa leggere, e non è solo Severus a sorridere, o Elyn, ma anche io ho sorriso, dall’inizio alla fine, perché è ciò che finalmente merita.
Bellissimo! ^_^


#34 – Risveglio

Il risveglio nell’amore, nella normalità, nel sogno diventato reale, un qualcosa che Severus non ha mai provato prima e questo lo disorienta, spaventa quasi, ma come potrebbe essere altrimenti quando ti ritrovi a vivere e provare sentimenti di cui non conoscevi neppure l’esistenza, che non pretendevi di accostare minimamente a te e che non credevi di meritare. E invece sono lì, palpabili e reali, veri, delicati e potenti, hanno il sapore di Elyn, il suo profumo, il suo tocco, le carezze sul suo corpo nudo, tutto dipinto lì, in pensieri, nello sfiorarsi, e nel sorriso, meraviglioso e luminoso sorriso che ti apre al mondo, alla vita, alla realtà, non più qualcosa di sognato, agognato e respinto nella parte più nascosta del cuore.
È un risveglio a tutto, ed è un risveglio finalmente alla vita. E non c’è nulla di più meraviglioso che svegliarsi stretti tra le braccia della persona che si ama, e per Severus voglio tanti, lunghi, inestimabili ed eterni risvegli come questo.
Meraviglioso.


#35 – Tra passato e futuro

Leggendo questa storia l’impressione che ho avuto, è stata quella di osservare dei quadri, meravigliosi quadri posti in una galleria d’arte illuminata quanto basta per mettere in risalto i soggetti ritratti e nient’altro che quelli, appesi e da guardare uno dopo l’altro per ore per assaporarne ogni minuscolo dettaglio, ogni effetto che provocano osservandoli.
E Severus? No, Severus non c’è in quei quadri, Severus è dentro di te che li scruti a fondo, è dentro il tuo cuore e la tua mente e senti ogni suo singolo pensiero, felice, sereno, e doloroso quando il quadro si tinge di passato, quando i colori si addensano in colpe e rimorsi e quando tutto si fa nero a ricoprire ogni cosa, a mostrargli che quella felicità per lui non esiste, che ciò che era sempre sarà.
E la natura si fa impietosa, come impietosi sono i quadri che delinei parola dopo parola, crudeli, a ricordargli ogni cosa, come un monito di ciò che non dovrà mai dimenticare, ma Severus non lo farà, come potrà mai dimenticarsi di tutto quel che era e di tutto quel che ha fatto, no, non è da un uomo come lui.
La natura, però, trova di nuovo il suo equilibro, e in questo modo lo infonde nel mago, e non diviene un altro quadro di ricordo, ma diviene una rappresentazione di vita, di felicità, di amore, di sorriso. Di futuro.
Un futuro dove il sole squarcia le nubi che lo hanno per troppo tempo avvolto, un futuro dipinto sul suo volto e sul viso di Elyn.
Questo brano l’ho semplicemente adorato, dall’inizio alla fine, le sensazioni che hai saputo donare non solo attraverso i pensieri di Severus, ma anche attraverso il mutare della natura, sono state magnifiche, da rivivere e riassaporare.


Sto quasi pareggiando XD
 
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CITAZIONE (Alaide @ 24/10/2013, 14:11) 
CITAZIONE (Ida59 @ 24/10/2013, 13:46) 
Presumo che tu ti riferisca a Breit' über mein Haupt e a Zueignung... oppure che abbia deciso di cogliere finalmente l'accorata implorazione: "Leonora, deh, soccorrimi, pietà del mio penare."

Oppure potrei anche ascoltare l'implorazione e finire dalle parti di Breit' über mein Haupt.

Se posso scegliere... ;)

Edited by Ida59 - 17/7/2015, 21:13
 
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Tempo di ricordi di Ida

Il capitolo che ho appena letto mi ha restituito un Severus "umano" e umanamente ansioso nell'attesa dell'incontro con Potter. Lo amo moltissimo quando incappa in questa normalità che resta pur sempre eccezionale, perchè viene da Severus stesso, da un uomo che ne ha subite, sopportate e viste di tutti i colori, ma che resta pur sempre un uomo con le sue cadute e le sue incertezze.
Ho apprezzato la precisazione che hai fatto riguardo al modo in cui Severus pensa al ragazzo: Potter ormai è posto in disuso. Quello era il nome che doveva ricordare a Severus di chi Harry fosse il figlio, quel nome gli è servito per sopravvivere alla costante presenza degli occhi di Lily, occhi che lo scrutavano ogni giorno. Quindi il cognome odiato viene spazzato via, così come per Harry, al contrario, s'instaurerà l'abitudine di chiamare Severus, Professore, un titolo che mai aveva usato negli anni con naturalezza.
Albus ed Elyn sono raccontati in modo eccellente, i loro sorrisi le loro battute che parlano solo dell'amore per Severus sempre e comunque. I sorrisi più belli in questo brano sono due: il primo rivolto ad Harry e il secondo per se stesso.
Qualcosa mi si scioglie dentro leggendo quattro semplici parole: Sorrise a se stesso.
Un sorriso atteso per anni, decadi addirittura, non per perdonarsi, ma per giustificare dentro sè ogni cosa e capirsi e per far pace con il suo cuore.
L'incontro tra i due posso immaginarlo, ma mi sarebbe piaciuto leggerlo, non credo sia come quello del racconto che hai citato, pur bellissimo: "Le stesse lacrime", penso che la presenza di Elyn nel cuore e nella mente di Severus cambi qualcosa nel suo modo di porsi verso Harry e raccontargli della madre.
So per certo che prima o poi ci regalerai questo dialogo difficile e bellissimo.
 
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Tempo di ricordi di Ida

Il capitolo che ho appena letto mi ha restituito un Severus "umano" e umanamente ansioso nell'attesa dell'incontro con Potter. Lo amo moltissimo quando incappa in questa normalità che resta pur sempre eccezionale, perchè viene da Severus stesso, da un uomo che ne ha subite, sopportate e viste di tutti i colori, ma che resta pur sempre un uomo con le sue cadute e le sue incertezze.

Il bello di Severus è proprio la sua profonda umanità, insieme a tutti i suoi errori; credo che sia proprio per questo che tutte quanto lo amiamo: per il suo essere un eroe tragicamente imperfetto.
CITAZIONE
Ho apprezzato la precisazione che hai fatto riguardo al modo in cui Severus pensa al ragazzo: Potter ormai è posto in disuso. Quello era il nome che doveva ricordare a Severus di chi Harry fosse il figlio, quel nome gli è servito per sopravvivere alla costante presenza degli occhi di Lily, occhi che lo scrutavano ogni giorno.

Sì, esatto. Non è più il figlio del rivale. Ma non è più nemmeno il figlio della donna che tanto a lungo ha disperatamente amato. Finalmente è Harry, solo Harry.
CITAZIONE
Quindi il cognome odiato viene spazzato via, così come per Harry, al contrario, s'instaurerà l'abitudine di chiamare Severus, Professore, un titolo che mai aveva usato negli anni con naturalezza.

Già, Severus doveva morire per lui, in silenzio come sempre ha vissuto, per ottenere il rispetto che meritava…
CITAZIONE
Albus ed Elyn sono raccontati in modo eccellente, i loro sorrisi le loro battute che parlano solo dell'amore per Severus sempre e comunque. I sorrisi più belli in questo brano sono due: il primo rivolto ad Harry e il secondo per se stesso.
Qualcosa mi si scioglie dentro leggendo quattro semplici parole: Sorrise a se stesso.
Un sorriso atteso per anni, decadi addirittura, non per perdonarsi, ma per giustificare dentro sè ogni cosa e capirsi e per far pace con il suo cuore.

Sì, sono i sorrisi più belli, il secondo, soprattutto, sono pienamente d’accordo con te. No, hai ragione, non è un sorriso di perdono, bensì il sorriso di un uomo che ha fatto finalmente pace con se stesso e con il suo passato. Un uomo che è di nuovo fiero di se stesso.
CITAZIONE
L'incontro tra i due posso immaginarlo, ma mi sarebbe piaciuto leggerlo, non credo sia come quello del racconto che hai citato, pur bellissimo: "Le stesse lacrime", penso che la presenza di Elyn nel cuore e nella mente di Severus cambi qualcosa nel suo modo di porsi verso Harry e raccontargli della madre.
So per certo che prima o poi ci regalerai questo dialogo difficile e bellissimo.

Sì, sicuramente questo incontro sarebbe completamente diverso da quello che avviene nella fic citata, ma sarebbe troppo lungo e complesso per inserirlo in questa raccolta dei Sorrisi.
Ma, chissà, in futuro, mai dire mai…


Edited by Ida59 - 17/7/2015, 21:13
 
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Tempo di ricordi di Ida

L'incipit di questo brano porta - con una prosa come sempre accuramente ricercata ed al contempo naturale - il lettore ad immergersi nell'umanità di Severus. Bellissimo - e scenicamente perfettamente realizzabile - il modo in cui si muova nervoso (e nel contesto azzeccatissime le parole di Albus).
E subito dopo, il lettore non può che trovare preziose ed intense le parole che portano Severus alla consapevolezza che Harry è diventato soltanto Harry. Poche parole, ma scritte in maniera così "giusta" (quanto è difficile recensire qualcosa di bello e trovare le parole adatte. A volte è più facile scrivere una stroncatura) da entrare immediatamente nella mente e nel cuore di chi legge.
Umanissimo Severus, nelle righe appena successive, quando teme che Harry non possa comprendere e accettare il fatto che ora Severus ami Elyn. E bellissimo il sorriso comprensivo e gli occhi affettuosamente paterni di Silente, poco prima delle sue parole.
Interessantissima tutta la parte che segue. Le riflessioni di Severus, soprattutto quelle circa le sue motivazioni - così reali e vere - circa il suo sacrificio (stavo per scrivere sacrifizio in puro stile librettistico), quel dubbio che rende Severus ancora una volta umanissimo, ma è proprio nella sua umanità che risulta essere un personaggio così interessante.
Mi è piaciuto il modo in cui interviene Silente e la breve parte che precede l'ingresso di Harry.
Perfetto - sembrava di vedere la scena. I movimenti dei personaggi (un regista non avrebbe alcuna difficoltà a mettere in scena questo momento), il gioco degli sguardi, il sorriso incerto di Harry ed il sorriso finale di Severus, una descrizione che lascia presagire il momento non narrato e, forse, il non narrare, l'aver creato un duetto con il solo tempo d'attacco ed una cabaletta monca (nel senso che è unicamente la parte di Severus), rende ancora più prezioso il brano, lasciando immaginare al lettore la melodia (ok, forse questo solo a me) che può aver creato il cantabile e il tempo di mezzo (quello dove Severus promette ad Harry di donargli altri ricordi di Lily, forse), oppure ancora meglio un duetto con un doppio cantabile e il tempo di mezzo, sussurrati in pianissimo, fuori scena, forse, ma il cui risultato - la parte di cabaletta di Severus - dice moltissimo di quello che è stato detto.
Complimenti!!
 
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view post Posted on 26/10/2013, 16:30
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CITAZIONE (Alaide @ 26/10/2013, 15:29) 
Tempo di ricordi di Ida

L'incipit di questo brano porta - con una prosa come sempre accuramente ricercata ed al contempo naturale - il lettore ad immergersi nell'umanità di Severus. Bellissimo - e scenicamente perfettamente realizzabile - il modo in cui si muova nervoso (e nel contesto azzeccatissime le parole di Albus).

Sì, davvero una bella scena d’apertura, con Severus che gira nervosamente in tondo e i ritratti che ridacchiano, finchè Albus non riesce più a star zitto! E lì vai di duetto! ;)

CITAZIONE
E subito dopo, il lettore non può che trovare preziose ed intense le parole che portano Severus alla consapevolezza che Harry è diventato soltanto Harry. Poche parole, ma scritte in maniera così "giusta" (quanto è difficile recensire qualcosa di bello e trovare le parole adatte. A volte è più facile scrivere una stroncatura) da entrare immediatamente nella mente e nel cuore di chi legge.

Grazie per l’aggettivo “giuste” che, sì, direi che rende bene l’idea…

CITAZIONE
Umanissimo Severus, nelle righe appena successive, quando teme che Harry non possa comprendere e accettare il fatto che ora Severus ami Elyn. E bellissimo il sorriso comprensivo e gli occhi affettuosamente paterni di Silente, poco prima delle sue parole.

Bè, mi sembrava giusto che Severus fosse molto preoccupato di quel fatto, visto che tutta la sua “vita” precedente era stata incentrata su Lily, mentre ora, invece, tutto è cambiato in pochi mesi.

CITAZIONE
Interessantissima tutta la parte che segue. Le riflessioni di Severus, soprattutto quelle circa le sue motivazioni - così reali e vere - circa il suo sacrificio (stavo per scrivere sacrifizio in puro stile librettistico), quel dubbio che rende Severus ancora una volta umanissimo, ma è proprio nella sua umanità che risulta essere un personaggio così interessante.

Grazie, spero che il testo sia risultato davvero chiaro, perché ho avuto molte difficoltà nello spiegare le motivazioni di Severus sul suo gesto supremo (hihihih…. Sacrifizio!!!) e i suoi stessi dubbi su quelle due motivazioni che, in effetti, esistono entrambe e lui stesso non sa quale prevalga sull’altra.

CITAZIONE
Mi è piaciuto il modo in cui interviene Silente e la breve parte che precede l'ingresso di Harry.
Perfetto - sembrava di vedere la scena. I movimenti dei personaggi (un regista non avrebbe alcuna difficoltà a mettere in scena questo momento), il gioco degli sguardi, il sorriso incerto di Harry ed il sorriso finale di Severus, una descrizione che lascia presagire il momento non narrato e, forse, il non narrare, l'aver creato un duetto con il solo tempo d'attacco ed una cabaletta monca (nel senso che è unicamente la parte di Severus), rende ancora più prezioso il brano, lasciando immaginare al lettore la melodia (ok, forse questo solo a me) che può aver creato il cantabile e il tempo di mezzo (quello dove Severus promette ad Harry di donargli altri ricordi di Lily, forse), oppure ancora meglio un duetto con un doppio cantabile e il tempo di mezzo, sussurrati in pianissimo, fuori scena, forse, ma il cui risultato - la parte di cabaletta di Severus - dice moltissimo di quello che è stato detto.
Complimenti!!

Grazie per i complimenti scenici/registici (???) e operistici! Come detto nella nota finale, nell’impossibilità di descrivere in poche parole il loro incontro, ho optato per lasciare al lettore la libertà di immaginarlo, ovviamente guidato dal contenuto delle righe conclusive della storia, nelle quali preciso in modo esplicito che Seevrsu ha effettivamente promesso a Harry di dargli altri ricordi di Lily, quindi togli pure il tuo forse, che il dialogo tra loro te lo sei immaginato bene.
Grazie mille per i complimenti!


Edited by Ida59 - 17/7/2015, 21:13
 
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CITAZIONE (Ida59 @ 26/10/2013, 17:30) 
Grazie per i complimenti scenici/registici (???) e operistici! Come detto nella nota finale, nell’impossibilità di descrivere in poche parole il loro incontro, ho optato per lasciare al lettore la libertà di immaginarlo, ovviamente guidato dal contenuto delle righe conclusive della storia, nelle quali preciso in modo esplicito che Seevrsu ha effettivamente promesso a Harry di dargli altri ricordi di Lily, quindi togli pure il tuo forse, che il dialogo tra loro te lo sei immaginato bene.

Il forse era inerente unicamente all'inserire quel pezzo nel tempo di mezzo o nel secondo cantabile (ok, sono un caso disperato :P)
 
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view post Posted on 26/10/2013, 16:55
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Ops, scusa, sono io che non avevo capito, allora! :D

Edited by Ida59 - 17/7/2015, 21:14
 
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view post Posted on 28/10/2013, 12:31
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Ecco qui la mia raccolta.
Sono 16 sorrisi/capitolo e vi avviso subito che il sorriso felice c'é alla fine.
Si ricollega al sorriso "Porcospino" anche se l'epilogo vero e proprio si svolge dopo quel sorriso.
Fate attenzione alle date indicate nel testo, più avanti faccio salti temporali di svariati anni, passato e futuro si intrecciano tra di loro.
E' stata una faticata, lo ammetto percgé la trama é più complessa di quello di sembra, spero che vi piaccia! Io lo rendo felice Severus, ma in un modo tutto mio! :D :D

Visto che sono tanti, ho deciso che vado a blocchi di 2 per post. EDIT: mi sta unendo i post. <_<. Ora mi fermo a 4. Quando vedo che qualcun altro ha postato, ne metto altri 4.




n. 26

Titolo raccolta: Eligis tuum iter (scegli ciò che desideri)
Titolo di questo sorriso: Limbo di cartone

Autore: Ellyson
Beta: Querthe
Tipologia: one shot
Rating: Per tutti
Genere: Triste, introspettivo, Malinconico,
Personaggi: Hermione Granger, Severus Piton
Pairing generale della raccolta: Severus / Hermione, accenno a Severus / Lily
Pairing di questo sorriso: nessuno
Epoca: post battaglia finale
Avvertimenti: AU
Riassunto:
L'incantesimo aveva funzionato.
Ora era in quel limbo e doveva solo dargli una possibilità.
Parole: 1.013

Limbo di cartone

Maggio 1998
Luogo sconosciuto




La collina era silenziosa, deserta, quasi spettrale.
La strega si guardava attorno stupita, curiosa e spaventata allo stesso tempo.
Conosceva quel posto, l'aveva visto nel pensatoio appartenuto a Silente solo qualche minuto prima. O forse erano passate ore, era difficile scandire il tempo in quel luogo lontano dalla vita, ma anche dalla morte.
Fece qualche passo sulla strana erba verde priva di ogni profumo, non era morbida e fresca come si poteva immaginare. Sembrava dura, come se quel posto fosse stato disegnato; un bel disegno, ma irreale.
Il sole stava tramontando, avvolgendo tutto con la sua luce arancione; una luce spenta, fredda nonostante il colore, quasi malinconica. Le ricordò le foto ingiallite della sua bisnonna.
Non era esattamente questo quello che si era immaginata.
Non c'erano luci calde accecanti. Niente coro angelico. Niente volti sorridenti.
Non era esattamente l'inferno, ma neppure il paradiso.
La donna percorse il piccolo viale di terra battuta che conduceva al parco giochi nascosto dietro gli alberi dalle statiche chiome di un verde spento. Si bloccò a metà strada vedendo una figura vestita di nero seduta su una delle piccole altalene.
Le si mozzò il respiro in gola.
Era lui.
L'aveva trovato.
Camminò più veloce, raggiungendolo in pochi passi.
Il mago che era andata a cercare, in quel limbo tra il paradiso e l'inferno, sedeva con lo sguardo basso, i lunghi capelli neri a coprirgli il volto come una maschera.
Deglutì rumorosamente, non sapendo bene cosa aspettarsi o cosa dirgli.
- Professore... - lo chiamò timidamente facendo un passo avanti.
Nessuna risposta dall’uomo, neppure un cenno. Era come se non l’avesse né vista né sentita.
- Professore... - alzò la voce e fece un ulteriore passo – professore, mi sente?
L'altro rimase fermo nella sua posizione, dava l'impressione di essere una bambola di pezza abbandonata su quell'altalena da qualche incauta bambina.
- Professor Piton... - la strega strinse i pugni, non si sarebbe arresa così facilmente, era arrivata fin lì, doveva tentare per tutto il tempo che le restava in quel mondo tra i mondi, deglutì di nuovo – Severus...
Al suono del suo nome il mago alzò la testa di scatto.
La strega aprì la bocca per dire qualcosa, ma di fronte a quello sguardo speranzoso rimase senza parole.
- Lily...
Le si strinse il cuore nel sentire quell'unico nome sibilato con passione e disperazione.
Aspettava la madre di Harry.
Era logico in fin dei conti.
- No... professore non sono Lily. Mi dispiace.
E c’era vero dispiacere in quelle parole, avrebbe voluto essere lei. Dargli quella gioia, perché lui lo meritava. Aveva attraversato l’inferno per lei. Ed ora era lì. Disperato su quell’altalena, in un mondo immobile tra la vita e la morte. In un mondo finto avvolto da una tenue, fredda luce.
Solo. Come sempre.
Per tutto questo tempo, Severus?
Sempre.

Le parole di Silente avevano preso tutto un altro senso.
Il mago la fissò intensamente, ma sembrò non riconoscerla.
- No, non sei Lily. - era come un pensiero detto ad alta voce, si mise le mani tra i capelli e chinò il capo tristemente – Non verrà... ha scelto... di nuovo... e io che la sto aspettando da così tanto...
La strega avrebbe voluto piangere, sentiva la disperazione nella sua voce, aveva visto la delusione spegnere la fiamma della speranza nei suoi occhi neri, sentiva il suo dolore. Più era forte, più il mondo attorno a loro sembrava morire e spegnersi.
La donna sentì l'erba sotto i piedi sgretolarsi come se fosse di cenere.
- … così tanto... - singhiozzò Piton sull'altalena scuotendo il capo.
La fioca luce fredda del finto sole sembrò diventare ancora più informe.
- Professor Piton, la prego, deve ascoltarmi.
Il mago sollevò di nuovo la testa, lo sguardo velato dalla disperazione della consapevolezza di essere abbandonato nella morte, come nella vita.
- Professore?
- Lei é il Preside di Hogwarts. Se lo ricorda?
- Io... - si afferrò di nuovo la testa con le mani come se avesse una forte emicrania, ma non era certa che in quel luogo si potesse provare dolore. Non fisico almeno.
- Sa chi sono io? - insistette cercando di attirare la sua completa attenzione.
Il mago sollevò lo sguardo incrociando quello della strega.
- No. - disse con un soffio.
- Mi chiamo Hermione, Signore. – rispose portandosi una mano sul cuore - Hermione Granger.
Severus sembrò valutare le parole.
- Hermione... Granger... - ripeté lentamente.
Continuò a fissarla mentre lei si avvicinava fino a quando non gli fu davanti; le sottili labbra del mago continuavano a sillabare il suo nome, come se cercasse di afferrare un ricordo lontano.
Si chinò leggermente.
- Se preferisce insopportabile SoTutto, Signore.
Il mago sgranò gli occhi.
Hermione sorrise vedendo la scintilla della consapevolezza illuminare i suoi occhi di ossidiana.
Per un secondo pensò che erano belli. Che non erano per nulla simili a quelli che ricordava.
- Granger! – gridò, scattando in piedi e costringendola a fare un passo indietro. L'altalena dondolò alle sue spalle. Si guardò attorno disorientato. Lo vide passarsi una mano sulla gola e poi la guardò di nuovo – Sono morto.
Non era una domanda, ma un semplice dato di fatto.
Hermione fu stupita dal tono di voce del mago, non c’era stupore, non c’era disperazione, ma solo la triste consapevolezza della realtà.
Era morto.
- Sì - confermò – lei è morto.
Severus Piton sollevò un sopracciglio fine, aveva la stessa espressione anche in classe quando le risposte degli studenti non erano complete o approfondite nel modo giusto. O nel modo che lui riteneva giusto.
- Io no. - continuò lei sostenendo il suo sguardo.
Fu solo allora che l’attenzione del mago fu totalmente su di lei.
Hermione, per la prima volta da quando aveva messo in pratica il suo folle piano, arrossì. Mai nessuno l’aveva guardata con così tanta intensità.
- Che cosa hai fatto, Hermione?
Anche il suo nome, detto con quella voce, lo trovò bello. Lei che aveva sempre trovato il suo nome troppo complicato.
La strega sorrise di nuovo e si avvicinò a lui.
- Sono qui per darle una scelta.









n. 27

Titolo raccolta: Eligis tuum iter (scegli ciò che desideri)
Titolo di questo sorriso: Che cos'hai fatto, Hermione?

Autore: Ellyson
Beta: Querthe
Tipologia: one shot
Rating: Per tutti
Genere: Triste, introspettivo, Malinconico,
Personaggi: Hermione Granger, Severus Piton, Minerva McGranitt
Pairing generale della raccolta: Severus / Hermione, accenno a Severus / Lily
Pairing di questo sorriso: nessuno
Epoca: post battaglia finale
Avvertimenti: AU
Riassunto:
L'aria attorno a loro vibrava di magia oscura. Uno spettatore esterno avrebbe potuto scambiare quella scena per una donna che piange sul corpo senza vita del proprio uomo.
Parole: 1.444

Che cosa hai fatto, Hermione?

Maggio 1998
Hogwarts, Sala Grande



Minerva McGranitt era esausta.
Mentre aiutava Poppy a medicare i feriti e impartiva ordini a Gazza oltre che ad ogni mago non troppo ferito in grado di dare un mano, avrebbe voluto mettersi in un angolo e piangere per chi non ce l'aveva fatta, ma prima aveva molte cose da sistemare.
Prima il dovere e poi... poi tutto il resto. In quel momento piangere per la morte di amici e conoscenti era un lusso che non poteva permettersi.
Fece apparire delle bende che avvolsero il braccio di uno studente dell'ultimo anno di Tassorosso. Senza dire una parola si avvicinò al ferito successivo, mentre si chinava per vedere meglio la ferita notò, con la coda dell'occhio, un movimento strano all'entrata della Sala Grande. Ancora con i nervi a fior di pelle scattò dritta in piedi con la bacchetta pronta in mano.
Sgranò gli occhi quando vide Hermione entrare, il volto e i vestiti erano sporchi di sangue. E quello che sembrava fluttuare davanti a lei era il corpo di Piton.
Corse verso la strega sollevando la gonna strappata della veste.
- Hermione! - la chiamò quando la vide così pallida.
Quando il corpo di Severus fu posato con delicatezza a terra, la giovane strega cadde in ginocchio a terra, la bacchetta le scivolò di mano.
- Io... io... sto... bene... - sussurrò lei accasciandosi – sono... solo... molto... stanca... Occupatevi del professor Piton...
- Cara, Severus è morto. - le disse la strega mettendole una mano sulla forte e trovandola stranamente ghiacciata – Hermione tu stai male.
- No... - rantolò l'altra – lui... vivo... io...
Hermione svenne tra le braccia della donna.
Minerva si voltò verso colui che fino a qualche ora prima aveva creduto il più viscido dei traditori e un gemito sorpreso le sfuggì dalle labbra sottili.
Severus Piton stava respirando.
Debolmente, ma stava veramente respirando.
E si rese conto che, nonostante il sangue che lo sporcava, che sporcava entrambi, non aveva ferite evidenti sul suo corpo, eppure era certa che Potter le avesse detto che era stato azzannato da Nagini sul collo.
Sentì alle sue spalle Harry e Ron gridare il nome dell'amica. La vecchia strega osservò ancora la giovane e poi il mago che tutti credevano morto.
- Che cosa hai fatto, Hermione?

* * * *


Maggio 1998
Stamberga Strillante
qualche ora prima



Nella Stamberga la puzza di sangue era quasi nauseante.
La strega entrò ansimando, sporca di terriccio. Aveva il volto graffiato dalle radici del Platano Picchiatore che scendevano dal cubicolo che portava alla vecchia casa, i pantaloni erano stracciati all'altezza delle ginocchia e aveva un livido sulla guancia sinistra dove un Mangiamorte l'aveva colpita con un pugno dopo che lei l'aveva disarmato.
Aveva corso per tutto il parco, inciampando nei resti delle statue distrutte dei Troll, scivolando sul terreno umido con il cuore che batteva all'impazzata nel petto.
Non stava ragionando lucidamente.
Quando era entrata nella Sala Grande, dopo aver visto i ricordi di Piton, l'unica cosa che era riuscita a pensare era che quella guerra aveva portato via troppe vite senza motivo. Che tutta quella morte non aveva senso e che non si poteva evitare.
Qualcosa si era rotto quando aveva formulato quell’ultimo pensiero.
Qualcosa lei poteva fare.
Nella sua borsetta aveva i libri oscuri appartenuti a Silente; nessuno oltre a lei li aveva letti. Non c'era solo il modo per creare gli Horcrux, c'era la magia più oscura che avvese mai voluto consocere. C'erano formule e incantesimi che avrebbero fatto orrore a Lord Voldemort in persona. Li aveva letti per essere preparata, si ripeteva ogni volta che apriva quei libri di nascosto nella tenda mentre Harry e Ron dormivano o mentre faceva il turno di guardia, ma in realtà li leggeva perché voleva conoscerli. Non per usarli, ma perché la sua sete di conoscenza non aveva limiti.
Perché voleva sapere cos'era in grado di fare la magia.
Cose orribili c'erano scritte tra quelle pagine, ma più leggeva più voleva sapere, conoscere.
E mentre fissava i volti dei morti che quella guerra aveva preteso, mentre nelle sue orecchie echeggiava il pianto disperato di Molly, la sua mente continuava a ripeterle che lei qualcosa poteva fare. Non per tutti, ovviamente. Non per chi era stato ucciso con una maledizione, ma per qualcunosì.
Senza più esitare, sapendo che aveva poco, pochissimo tempo per agire, era corsa fuori dal castello, ignorata da tutti, perfino dal suo neo fidanzato che piangeva sul corpo ancora caldo del fratello.
Era corsa per il parco, inciampando, scivolando e imprecando contro ogni ostacolo. Aveva strisciato lungo il tunnel che portava alla Stamberga, graffiandosi il volto, sporcandosi e facendosi male alle ginocchia, ma non importava. Non importava se poteva salvare almeno una vita.
Era entrata nella vecchia stanza colma di polvere e aveva fatto una smorfia disgustata per l'odore metallico del sangue.
Fece qualche passo e se lo trovò davanti, così come lo avevano lasciato. Steso sul pavimento, con gli occhi fissi sul soffitto tappezzato di ragnatele. La pelle sembrava grigia, se si escludevano le macchie scarlatte di sangue sul corpo e sul pavimento, gli occhi freddi e inespressivi.
Cercò di non guardare i due buchi neri sul collo che la fissavano come occhi maligni. Si inginocchiò sul corpo del mago e allungò una mano tremante posandogliela sulla guancia, sporcandosi con il sangue di lui.
Tirò un sospiro di sollievo al contatto con la sua pelle.
Era ancora tiepido.
Forse non era così in ritardo come credeva.
Velocemente aprì la borsetta ed estrasse un grosso libro dalla copertina di pelle nera. Non c'erano titoli, né simboli incisi sopra. Aveva lasciato dei segnalibri alle pagine che poteva trovare interessanti e quell'incantesimo era l'unico che si era ripromessa di usare solo in caso di estrema necessità.
Era difficile, pericoloso e contro natura.
L'aveva letto molte volte e, durante il lungo viaggio, aveva tradotto ogni runa presente nel testo ricavando una traduzione il più accurata possibile. E, per tutto il tempo, si era sempre ripromessa che l'avrebbe usato solo in caso di estrema necessità.
Beh questo era un caso di estrema necessità.
Aprì il tomo alla pagina esatta e la lesse velocemente a mente cercando di pronunciare ogni runa il più correttamente possibile.
Quando si sentì sicura lanciò un'ultima occhiata al mago disteso a terra.
Sospirò e iniziò a recitare la formula con calma, dandole il giusto ritmo e intonazione.
Arrivata la giusto punto prese l'athame dalla lama d'argento e si tagliò con decisione il palmo della mano. Fece una lieve smorfia quando la lama le tagliò la carne, ma la sua voce non tremò né perse intensità. Avvicinò il palmo sanguinante sulle labbra secche e pallide del mago e lasciò che il suo sangue gli bagnasse le labbra, scendendo nella bocca e scivolando nella gola squarciata.
Poi prese una mano del mago e ne taglio il palmo, unendo la sua ferita sanguinante a quella dell'altro.
Aumentò il volume della voce, chiudendo gli occhi, sentendo il fluido magico uscire da lei ed entrare nel rigido corpo che aveva davanti.
Sentì improvvisamente una mano invisibile trascinarla vero il corpo dell'uomo, mentre le pareti che li circondavano svanivano. Continuò imperterrita, sentendo le forze venirle meno, sentendosi sempre più debole, mentre un gelo innaturale la colpiva, congelandole il corpo. La voce si abbassava di tono, il ritmo diventava sempre più lento.
La terza volta che ricominciò ad evocare la formula la strega si accasciò sul corpo, sopraffatta dalla forza di quella mano che la spingeva verso Piton; ormai vedeva appena i muri della Stamberga. Si ritrovò a piangere mentre un filo di voce le usciva dalle labbra e la nausea saliva rischiando di farle rimettere quel poco che aveva mangiato alla Testa di Porco.
Quando finì nuovamente la formula, svenne sul mago inerme, sempre stringendogli la mano, con le lacrime che le bagnavano il volto e il sangue di lui che la sporcava.
L'aria attorno a loro vibrava di magia oscura. Uno spettatore esterno avrebbe potuto scambiare quella scena per una donna che piange sul corpo senza vita del proprio uomo.
La strega aprì gli occhi di scatto respirando affannosamente come se avesse corso o avesse trattenuto il respiro per parecchi minuti.
Si sentiva completamente prosciugata di ogni forza e un freddo innaturale che le faceva battere i denti.
Le lacrime ritornarono copiose a bagnarle il volto.
Non aveva funzionato.
Il corpo del mago era ancora disteso a terra, rigido, immobile, grigio.
- Voleva proprio morire, vero? - mormorò con un filo di voce continuando a versare silenziose lacrime, incapace di fermarsi.
Improvvisamente avvertì un rantolo e il petto del mago sotto di lei si sollevò in un debole respiro.
La strega sorrise e chiuse gli occhi sfinita.

n. 28

Titolo raccolta: Eligis tuum iter (scegli ciò che desideri)
Titolo di questo sorriso: Il primo risveglio

Autore: Ellyson
Beta: Querthe
Tipologia: one shot
Rating: Per tutti
Genere: Triste, introspettivo, Malinconico,
Personaggi: Hermione Granger, Severus Piton, Minerva McGranitt
Pairing generale della raccolta: Severus / Hermione, accenno a Severus / Lily
poca: post battaglia finale
Avvertimenti: AU
Riassunto:
Minerva fece un lieve sorriso e osservò il volto dell'uomo come se si aspettasse una risposta acida da un momento all'altro.
Si alzò e lisciò la gonna della veste.

Parole: 1.426

Il primo risveglio

Giugno 1998
Londra, San Mungo


Quando aprì gli occhi le ci volle qualche minuto prima di capire dove si trovasse.
Decisamente non era l'infermeria di Hogwarts, attorno a lei regnava il silenzio più assoluto e l'odore che avvertiva era quello delle pozioni medicamentose e del disinfettante.
Poi capì: San Mungo.
Una fitta alla testa la costrinse a chiudere gli occhi. Non sapeva da quanto fosse in quella stanza, l'ultima cosa che ricordava nitidamente era il primo respiro di Piton sotto di lei e la fatica per sollevarsi dal quel pavimento sporco, raccogliere le ultime forze e sollevare il Preside con la magia.
Non ricordava il tragitto tra la Stamberga e il castello, aveva camminato per inerzia, ripetendosi che mancava poco, che poi qualcun altro si sarebbe preso cura di lui e di lei.
Sapeva che era entrata ad Hogwarts e che non aveva trovato nessuno fino alla Sala Grande. Ricordava la McGranitt, ma non quello che si erano dette.
Poi più nulla.
Aprì di nuovo gli occhi cercando di resistere al mal di testa e provò a muovere il corpo. Un gemito di dolore uscì dalle sue labbra quando provò a sollevare un braccio. Non c’era muscolo che non le facesse male o bruciasse. Si sentiva come se fosse stata pestata dal Platano Picchiatore per giorni interi.
L’incantesimo doveva averle tolto molta più energia di quanto avesse immaginato.
Cercò di parlare, di emettere un suono abbastanza forte in modo da farsi sentire, ma la stanza iniziò a girare vorticosamente e perse di nuovo i sensi.

* * * *


Giugno 1998
Londra, San Mungo
qualche giorno dopo



Quando aprì nuovamente gli occhi la luce attorno a lei era cambiata. Se erano passate ore oppure giorni non avrebbe saputo dirlo. Il mal di testa era più sopportabile e anche il dolore ai muscoli.
Forse aveva dormito per giorni.
Cercò di mettersi a sedere ma riuscì solamente ad alzarsi appena per poi sprofondare nel cuscino con un gemito frustrato.
Un urlo la fece sussultare dolorosamente.
- Si é svegliata! Si é svegliata!
Hermione sentì che la voce si stava allontanando, quando aveva alzato la testa aveva intravisto la cornice di un quadro sulla parete opposta al letto. Probabilmente il personaggio del dipinto era corso a chiamare qualcuno.
Non si stupì quando, pochi minuti dopo, un medimago entrò di corsa, seguito dalla professoressa McGranitt trafelata.
- Hermione! - fece la strega prendendole una mano – Come ti senti?
- Non lo so. - ammise la giovane strega continuando a fissare il soffitto – Da quanto sono qui?
Vide la donna lanciare un'occhiata al medimago che annuì impercettibilmente.
- Tre settimane. - rispose la professoressa.
Aveva dormito per parecchi giorni.
Restarono in silenzio per tutto il tempo in cui il medimago la visitò, Hermione notò subito che non la fissava negl'occhi.
- Lo sa! Sa cos'ho fatto per portare indietro l'anima di Piton. - pensò – In quanti hanno capito cos'ho fatto in quella casa? Ron e Harry cosa penseranno?
Il medimago le fece bere una pozione ricostituente dal gradevole sapore di menta piperita e le disse di riposare il più possibile.
Quando l’uomo uscì, la professoressa l'aiutò a sedersi sul letto, aggiustandole i cuscini dietro la schiena. La McGranitt si sedette su una sedia accanto al letto e tirò un sospiro di sollievo.
- Non sapevamo se ti saresti svegliata. Sei quasi morta.
Annuì solamente, sapeva che avrebbe dovuto spiegare a tutti quello che aveva fatto il perché del suo gesto, anche se non sapeva spiegarlo neppure a se stessa.
Minerva estrasse la bacchetta e fece apparire il tomo dalla copertina nera sul letto.
- L'ho trovato nella Stamberga. - spiegò la donna con calma – Non é stata una scelta saggia lasciarlo là.
- Non stavo ragionando lucidamente. - spiegò lei – Probabilmente deliravo.
Restarono in silenzio alcuni minuti. Hermione accarezzava distrattamente la copertina rigida del libro.
Per un attimo le venne in mente un altro sguardo nero. Brillante, intenso e pieno di vita.
Sorrise dolcemente, senza nemmeno rendersene conto.
Aveva mille domande che le bruciavano dentro, ma non sapeva da che parte iniziare.
- Per tutto il mondo magico, - disse la strega cogliendo al volo i suoi pensieri – Severus Piton è stato salvato da Fanny. – Hermione sollevò di scatto la testa ignorando il capogiro improvviso e fissando la vecchia strega – Tuttavia, - la professoressa fece un altro sospiro - ho dovuto spiegare cos’hai fatto al medimago che ti ha in cura, al signor Potter e alla famiglia Weasley.
Hermione abbassò il capo e annuì.
- Devo chiederti come hai avuto quel libro, Hermione.
Lentamente, lottando contro la stanchezza e il mal di testa, raccontò le ore dopo il funerale di Silente, il suo tentativo di appellare qualche libro che parlasse degli Horcrux e la sua sorpresa di vederli entrare dalla finestra come se nulla fosse. Le raccontò le notti passate a leggerli di nascosto, il suo orrore per gli incantesimi più raccapriccianti che avesse mai letto in vita sua e la fissazione per quella particolare formula.
- A quanto pare Albus voleva che li tenessi tu. - le disse quando ebbe finito – Forse credeva che fossero più al sicuro con te. O che avresti scoraggiato chiunque a provarli.
- Ero pronta a fare lo stesso con Harry se ce ne fosse stato bisogno. - disse risoluta continuando a fissare il libro ed ad accarezzare distrattamente la copertina rigida.
La professoressa restò in silenzio osservandola attentamente.
- E' inutile che ti dica che quello che hai fatto è stato...
- Stupido. - finì l'altra chiudendo gli occhi – Pericoloso, impulsivo e contro natura.
Sentì la mano fresca della donna sulla sua. Non aprì gli occhi per paura di vedere uno sguardo di rimprovero.
- Stavo per dire coraggioso.
Hermione aprì gli occhi di scatto incontrando il sorriso gentile di Minerva. Due grosse lacrime le solcarono le guance pallide.
- Devi riposare. - disse dolcemente la donna aiutandola a sdraiarsi di nuovo – Per oggi basta così.
La giovane donna fece un tirato sorriso abbandonando la testa pesante sul cuscino candido.
- Professoressa, - la chiamò sulla soglia – lui...
- Non si è ancora svegliato. - spiegò l'altra – Fisicamente è vivo, l'incantesimo ha cicatrizzato anche le ferite sul collo. Ma non sappiamo quando si sveglierà. Se si sveglierà.
Prima di chiudere la porta Hermione notò uno stanco sorriso sul volto della donna.

* * * *



Ormai le sue giornate le passava tra la scuola e il San Mungo.
Passava la mattina tra le carte burocratiche del ministero e la ricostruzione del maniero. Il pomeriggio era divisa tra la stanza di Hermione e quella di Severus.
Nelle settimane precedenti nessuno dei due aveva dato segno di voleri svegliare.
Almeno Hermione aveva aperto gli occhi, era un passo avanti.
Minerva entrò nella camera in penombra di Piton. Severus non si era mosso, era sdraiato nel letto, coperto dal lenzuolo. La sua carnagione aveva assunto un colorito più acceso da quando era stato ricoverato, ma non c'erano stati altri miglioramenti.
Si avvicinò al letto e, come faceva ogni volta, lanciò una rapida occhiata al petto dell'uomo che si alzava con un ritmo lento e regolare. Come se si aspettasse di non vederlo muoversi da un momento all'altro.
Quando aveva trovato quel libro nella Stamberga era rimasta allibita, si era infuriata per la stoltezza della Granger, un incantesimo oscuro potente e pericoloso, probabilmente sconosciuto. I primi giorni l'aveva rimproverata mentre lei era incosciente. Aveva gridato nella speranza di svegliarla a suon di urla.
Aveva pianto. Per lei e per Severus.
Si sedette sulla sedia accanto al letto, come aveva fatto nella stanza di Hermione.
- Hermione si è svegliata, Severus. - gli disse poggiando una mano sul letto, avrebbe voluto prendergli una mano, ma non lo fece – E' debole, ma sta bene. - sospirò di fronte all'immobilità del mago – Potter mi ha chiesto ancora se può venirti a trovare. Visto che sei incosciente credo che gli darò il permesso, sia mai che ti ci voglia la voce di Harry per farti svegliare. Posso anche accettare che tu tolga punti a Grinfondoro.
Minerva fece un lieve sorriso e osservò il volto dell'uomo come se si aspettasse una risposta acida da un momento all'altro.
Si alzò e lisciò la gonna della veste.
- Devi perdonare la mia breve visita di oggi, ma devo informare molte persone sul risveglio di Hermione. - prima di chiudersi la porta alle spalle la strega si voltò ancora verso il mago e gli fece un sorriso, si era ripromessa che Severus non l’avrebbe mai più vista arrabbiata con lui – Ci vediamo domani.










n. 29

Titolo raccolta: Eligis tuum iter (scegli ciò che desideri)
Titolo di questo sorriso: Promesse

Autore: Ellyson
Beta: Querthe
Tipologia: one shot
Rating: Per tutti
Genere: Triste, introspettivo, Malinconico
Personaggi: Hermione Granger, Harry Potter
Pairing generale della raccolta: Severus / Hermione, accenno a Severus / Lily
poca: post battaglia finale
Avvertimenti: AU
Riassunto:
Si sentì improvvisamente di troppo, avrebbe voluto distogliere lo sguardo per non invadere quello che sembrava il loro spazio privato, ma non riusciva a distogliere gli occhi.
La vide sollevarsi e fissarlo in volto come se anche lui potesse vederla.
Si domandò, per l'ennesima volta, cosa fosse successo in quella casa.

Parole: 864

Promesse

Fine Giugno 1998
Londra, San Mungo



Erano passate due settimane dal suo risveglio e, finalmente, l'odioso medimago che l'aveva in cura, e che ancora non osava guadarla dritto negli occhi, le aveva dato il permesso di uscire dalla stanza e camminare un po'. Era solo da qualche giorno che riusciva a fare due passi da sola senza crollare a terra esausta, il suo corpo risentiva ancora degli effetti dell'incantesimo oscuro.
Nella sua stanza si alternavano la professoressa McGranitt, Harry e a turno un membro della famiglia Wealsey.
Raramente era sola per un lungo periodo e la cosa le andava più che bene. Restare sola voleva dire pensare a quello che aveva fatto.
Quella mattina toccava ad Harry.
Quando era entrato nella camera l'aveva aggiornata come sempre su quello che succedeva nel mondo fuori da quelle mura; a volte chiedeva il suo consiglio su cose più o meno importanti, ma spesso facezie. Le portava sempre un mazzo di fiori freschi, anche se la camera ne era ormai invasa.
Quella mattina era lei che doveva chiedergli un favore e sapeva che Harry era l'unico che l'avrebbe aiutata senza fare domande. O, comunque, senza fargliene troppe.
Reggendosi a lui percorse la breve distanza che separava la sua stanza a quella di Piton.
Entrò con un groppo alla gola, sentendo le lacrime pizzicarle gli occhi e un pesante macigno sul petto.
Staccandosi dall'amico fece pochi, incerti passi fino al letto. Si sedette sulla sedia accanto al mago e chiuse gli occhi, riprendendo le forze.
In quelle due settimane si era ricordata tutto quello che era successo in quel limbo dov'era precipitata quando aveva pronunciato l'incantesimo. I ricordi la colpivano ad ondate più o meno forti. A volte erano solo sensazioni, altre volte erano solo lievi sguardi o fugaci sorrisi che la facevano arrossire, altre ancora erano veri e propri dialoghi. Alla fine era riuscita a ricordare ogni parola, ogni sensazione, ogni immagine di quel luogo che si distruggeva mano a mano che la disperazione del mago aumentava.
E poi arrivava l'odio. L'odio per quell'orrida donna che l'aveva lasciato solo in vita e anche nella morte.
Non ne aveva parlato con nessuno, era una questione tra lei e Piton.
Quando le facevano domande, spesso cercando di coglierla impreparata e lanciandogliele a bruciapelo, diceva che il suo ultimo ricordo lucido era lei che iniziava a recitare la formula in quella casa.
Poi solo una serie di immagini senza senso e frasi dette solo a metà.
- Puoi prestarmi la tua bacchetta, Harry? - domandò con un di filo di voce.
- Il medimago ti proibisce ancora di fare magie? - fece l'altro passandogliela.
- Dice che potrebbe stancarmi troppo. - spiegò la strega con una smorfia – Ma credo che il suo più grande timore sia che possa andare in giro per l'ospedale a lanciare incantesimi oscuri come petardi babbani a Capodanno.
Sentì Harry ridacchiare alle sue spalle, prese la bacchetta e la fissò per qualche istante. Erano settimane che non stringeva una bacchetta magica, quella che aveva usato in battaglia le era stata tolta, era ancora quella di Ballatrix e non se ne dispiacque poi molto. La mano tremò appena quando fece apparire un vaso di vetro e un mazzo di fiori.
- Ci vuole un po' di colore in questa stanza.
- E' probabile che lui lo consideri uno spreco di spazio.
Sorrise e, con un altro colpo di bacchetta, tirò le tende della finestra lasciando che entrasse la luce del sole.
- L'oscurità l'ha avvolta abbastanza, professor Piton. - disse – E' ora di rinascere nella luce.
Si alzò a fatica dalla poltrona, Harry le offrì la mano, ma lei la rifiutò; voleva farsi vedere forte.
Gli mise una mano sulla guancia e si chinò sul suo volto. Alle sue spalle Harry pensò che stesse per baciarlo, invece lei si avvicinò al suo orecchio e gli sussurrò qualcosa.
Si sentì improvvisamente di troppo, avrebbe voluto distogliere lo sguardo per non invadere quello che sembrava il loro spazio privato, ma non riusciva a distogliere gli occhi.
La vide sollevarsi e fissarlo in volto come se anche lui potesse vederla.
Si domandò, per l'ennesima volta, cosa fosse successo in quella casa.
Hermione sorrise al volto immobile del professore, gli sistemò con dolcezza una ciocca ci capelli, poi allungò una mano nella direzione dell'amico per farsi aiutare.
Ritornati in camera l'aiutò a sdraiarsi, effettivamente quei pochi passi e quelle due semplici magie l'avevano stancata, ma lei non voleva farlo vedere.
Invidiava il suo coraggio e la sua forza. Lui aveva sconfitto Lord Vodemort, ma era stata fortuna, la maggior parte delle volte non sapeva cosa fare, come muoversi. Aveva solo seguito il suo intuito.
Hermione invece...
La vide chiudere gli occhi stremata, aveva anche iniziato a tremare per il freddo nonostante fosse piena estate.
- Posso farti una domanda, Hermione? - le chiese mentre la copriva con una coperta pesante.
Lei annuì affossando la testa nel cuscino.
- Cos'hai detto prima a Piton?
- Gli ho detto che mantengo sempre le mie promesse. - biascicò lei, poi sollevò gli angoli della bocca in un sorriso divertito – E che come Bello addormentato non convince nessuno. - finì prima di addormentarsi di colpo.
 
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view post Posted on 28/10/2013, 16:31
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Elly, non so dove siano i sorrisi, ma la storia è bellissima.
Sono entrata all'inferno per te, Severus.
Senza paura. Senza ripensamenti.
Ti ho trovato e mi sono innamorata di te.

Ancora, ti prego, qualche altro capitolo :wub: :woot: :woot:
 
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