Il Calderone di Severus

Sfida FF n. 14: Sette giorni per un Sorriso

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view post Posted on 18/10/2013, 12:01
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CITAZIONE (Ida59 @ 18/10/2013, 12:43) 
Qui nella sfida puoi anche inserire tutto insieme fino a quando non vai a pari col numero della settimana. Ai fini dell'indice, però, sarebbe meglio se tu non mettessi più di 2/3 storie al massimo nello stesso messaggio.
E poi comincia a prenotarti nel Gioco annuale.

OK
 
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view post Posted on 19/10/2013, 15:13
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I ♥ Severus


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16 Sinfonia: Lontananza, di Alaide

Dal 10 al 14 di ottobre: Severus è sempre più veloce a rispondere! E la bimba, che è molto sveglia, se n’è subito accorta.
Severus mi fa una gran pena… Poverino… sta cominciando a cedere… e a capire d’aver commesso una follia nel denunciarsi.
Adorabile Judith e quel suo disegno su cui cade la lacrima di Severus… quanto è amara, e al tempo stesso dolcissima e piena d’amore, quella lacrima!
Sì, finalmente Severus sembra cominciare a vedere di nuovo la realtà. E il suo dolore, così, diventa ancora più straziante!
Possibile mai che non ci sia un’altra soluzione che non sia la revisione del processo che, in modo evidente, Severus non è in grado di accettare per la sofferenza che comporterebbe per Judith?
9 gennaio 2003: il suo compleanno. Una data casuale?
Vuole diventare grande, di corsa, questa adorabile bimba, solo per poterlo rivedere! Eppure, se non ho sbagliato i conti, mancano solo tre anni alla conclusione della storia…
Grazie, o sadica fanwriter, di averci fatto sapere che Severus ora soffre meno grazie al nuovo antidolorifico.
Ed infine, evviva, ce l’ha fatta!!! Finalmente Severus riesce ad ammettere la realtà di quello che è accaduto in quell’orribile notte di agosto e riconosce che è sempre stato lui a travisarla, non Judith o Melusine.
“la sua piccola Judith”: tenerissimo!
Sì, è amara la sua consapevolezza e questa volta ha ragione: ha davvero ancora una volta sbagliato, ma voglio augurarmi che non sia un errore irrimediabile.
Poco per volta Severus si lascia andare… e dice a Judith che gli spiace non essere con lei! E per la prima volta si firma “con affetto”. E le fa gli auguri di compleanno…
Sì, ormai Severus è tornato a vivere nella realtà. Una tremenda realtà che lui stesso ha forgiato, di nuovo con una scelta sbagliata di cui sentirsi colpevole. Eppure sono sicura che qualcosa avverrà, prima della fine della storia. Perché non ne parla con Melusine?


Edited by Ida59 - 17/7/2015, 21:09
 
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17. Sinfonie: Sorrisi, di Alaide

Mi è piaciuto molto il brano con il confronto tra i due sorrisi, di Lily e di Judith. Molto bello, intenso e ben scritto, con considerazioni del tutto condivisibili.
Di nuovo Severus si trova avviluppato nel circolo vizioso pentimento-rimorso-rimpianto che conosce fin troppo bene. La differenza enorme con il passato è che adesso Severus ha ancora una speranza nel futuro che la morte di Lily, invece, aveva ucciso per sempre.
Sembra però che Severus abbia ormai capito molto bene l’errore fatto e che macerarsi un’intera vita nella colpa non serve: speriamo che non lo ripeta!
Scrive, invece di parlare. E per i lettori, come per Melusine, è un sollievo che abbia deciso di smettere di infliggersi anche quella punizione.
È bello sentirlo parlare con Melusine di nuovo a contatto con la realtà, una realtà che entrambi conoscono e sanno che prima o poi si verificherà.
Di nuovo splendida Melusine, e incredibilmente forte, davanti a suo padre. Ma anche io, come lei, ho ringraziato Severus per il suo deciso intervento… anche se pensavo al suo dolore mentre parlava…
Che bello… Severus ha fatto di nuovo una magia. Non so bene perché, ma la cosa mi fa felice.
“Non era riuscito a salvarli”. Se lo è detto, finalmente. Non li ha uccisi, solo non è riuscito a salvarli. Da brividi… da togliere il fiato questa consapevolezza che di colpo gli cade addosso, quel suo riuscire finalmente ad invocare il loro perdono. Ed il perdono gli viene dal sorriso di Melusine (donna grandiosa, oh, sì, proprio così!), che Severus vede finalmente simile a quello di Judith, che gli offre pace e speranza… e forse anche affetto?
Melusine in questa storia sceglie. Sceglie Severus sapendo di perdere la propria famiglia. Una scelta davvero molto difficile e questo la dice lunga su di lei… Perché è la scelta giusta, è vero, per quanto difficile sia. Ma mi chiedo se in fondo non ci sia anche un altro motivo. Un motivo che rende il sorriso di Melusine così simile a quello colmo d’effetto di Judith.
Un sorriso che Severus quasi vede sovrapporsi a quello della bambina.
E il titolo della storia è proprio sorrisi… e il primo era quello di Lily… Mi chiedo se sono veri indizi o se la mia fantasia vola troppo alta…


Edited by Ida59 - 17/7/2015, 21:09
 
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CITAZIONE (Ida59 @ 19/10/2013, 16:13) 
16 Sinfonia: Lontananza, di Alaide

Dal 10 al 14 di ottobre: Severus è sempre più veloce a rispondere! E la bimba, che è molto sveglia, se n’è subito accorta.

Prima o poi doveva accorgersene. Naturalmente - anche se non ho incluso la scena - Melusine trova una perfetta scusa per spiegare la risposta rapida.

CITAZIONE
Severus mi fa una gran pena… Poverino… sta cominciando a cedere… e a capire d’aver commesso una follia nel denunciarsi.
Adorabile Judith e quel suo disegno su cui cade la lacrima di Severus… quanto è amara, e al tempo stesso dolcissima e piena d’amore, quella lacrima!

Ero molto incerta su quella lacrima - l'ho tolta e rimessa non so quante volte -, ma era giusto che ci fosse.

CITAZIONE
Sì, finalmente Severus sembra cominciare a vedere di nuovo la realtà. E il suo dolore, così, diventa ancora più straziante!
Possibile mai che non ci sia un’altra soluzione che non sia la revisione del processo che, in modo evidente, Severus non è in grado di accettare per la sofferenza che comporterebbe per Judith?

Alla tua domanda non posso dare risposta, naturalmente. Altre soluzioni ci sarebbero, comunque, dipende però se sono realmente le migliori.

CITAZIONE
9 gennaio 2003: il suo compleanno. Una data casuale?

Assolutamente non casuale, per quanto Judith non sappia che quello è il giorno in cui Severus compie gli anni.

CITAZIONE
Vuole diventare grande, di corsa, questa adorabile bimba, solo per poterlo rivedere! Eppure, se non ho sbagliato i conti, mancano solo tre anni alla conclusione della storia…
Grazie, o sadica fanwriter, di averci fatto sapere che Severus ora soffre meno grazie al nuovo antidolorifico.

Mancano due anni alla fine della storia, che inizia a dicembre 1999 e finirà nel 2005 avanzato (a memoria. Non ho qua accanto la cronologia).
La sadica fanwriter ha degli sprazzi di bontà :P Dai il merito a JDF che avevo ascoltato da poco nel Tell quando ho scritto questo capitolo.

CITAZIONE
Ed infine, evviva, ce l’ha fatta!!! Finalmente Severus riesce ad ammettere la realtà di quello che è accaduto in quell’orribile notte di agosto e riconosce che è sempre stato lui a travisarla, non Judith o Melusine.

Ho faticato e non poco a trovare il momento adatto per fargli ammettere la realtà che ha celato a se stesso per tanto tempo. In un primo momento, il crollo delle illusioni doveva avvenire ben prima, ma non funzionava (ok, adesso vado a nascondermi e lunedì vengo in Scala sotto falso nome ;) ), poi ho finalmente trovato la sinfonia giusta.

CITAZIONE
“la sua piccola Judith”: tenerissimo!
Sì, è amara la sua consapevolezza e questa volta ha ragione: ha davvero ancora una volta sbagliato, ma voglio augurarmi che non sia un errore irrimediabile.

Sulla rimediabilità o meno dell'errore taccio.

CITAZIONE
Poco per volta Severus si lascia andare… e dice a Judith che gli spiace non essere con lei! E per la prima volta si firma “con affetto”. E le fa gli auguri di compleanno…
Sì, ormai Severus è tornato a vivere nella realtà. Una tremenda realtà che lui stesso ha forgiato, di nuovo con una scelta sbagliata di cui sentirsi colpevole. Eppure sono sicura che qualcosa avverrà, prima della fine della storia. Perché non ne parla con Melusine?

Qualcosa avverrà, un fatto scatenante - e di più non dico -, e sul quale ho lasciato qualche indizio qua e là.

CITAZIONE (Ida59 @ 19/10/2013, 16:44)
17. Sinfonie: Sorrisi, di Alaide

Mi è piaciuto molto il brano con il confronto tra i due sorrisi, di Lily e di Judith. Molto bello, intenso e ben scritto, con considerazioni del tutto condivisibili.
Di nuovo Severus si trova avviluppato nel circolo vizioso pentimento-rimorso-rimpianto che conosce fin troppo bene. La differenza enorme con il passato è che adesso Severus ha ancora una speranza nel futuro che la morte di Lily, invece, aveva ucciso per sempre.

Ammetto di amare andare per contrasti (poteva essere un altro titolo per il capitolo, ma Sorrisi è maggiormente significativo... il contrasto tra il sorriso di Lily e Judith, il contrasto tra la paternità del giudice e quella di Severus).

CITAZIONE
Sembra però che Severus abbia ormai capito molto bene l’errore fatto e che macerarsi un’intera vita nella colpa non serve: speriamo che non lo ripeta!
Scrive, invece di parlare. E per i lettori, come per Melusine, è un sollievo che abbia deciso di smettere di infliggersi anche quella punizione.
È bello sentirlo parlare con Melusine di nuovo a contatto con la realtà, una realtà che entrambi conoscono e sanno che prima o poi si verificherà.

La realtà in questione si verificherà tra la fine della quinta sinfonia e l'inizio della sesta, quindi fra il quarto movimento della sinfonia iniziata con sorrisi ed il primo movimento della sesta.

CITAZIONE
Di nuovo splendida Melusine, e incredibilmente forte, davanti a suo padre. Ma anche io, come lei, ho ringraziato Severus per il suo deciso intervento… anche se pensavo al suo dolore mentre parlava…

Per una volta era necessario che parlasse ed il dolore è diminuito, soprattutto perché sta strapazzando meno il suo corpo.

CITAZIONE
Che bello… Severus ha fatto di nuovo una magia. Non so bene perché, ma la cosa mi fa felice.
“Non era riuscito a salvarli”. Se lo è detto, finalmente. Non li ha uccisi, solo non è riuscito a salvarli. Da brividi… da togliere il fiato questa consapevolezza che di colpo gli cade addosso, quel suo riuscire finalmente ad invocare il loro perdono. Ed il perdono gli viene dal sorriso di Melusine (donna grandiosa, oh, sì, proprio così!), che Severus vede finalmente simile a quello di Judith, che gli offre pace e speranza… e forse anche affetto?

Io toglierei pure quel forse.
Quel momento è stato complicato da scrivere. In un primo momento avevo pensato che il giudice desse a Melusine il verbale del processo, così lei avrebbe letto quanto Severus aveva detto ai giudici, ma era piuttosto inutile e non avveniva nella cella di Severus, ma all'orfanotrofio, quindi mancava il passaggio fondamentale legato alla presa definitiva di coscienza di Severus.
Alla fine ero piuttosto incerta della soluzione trovata, quindi sono felicissima che ti sia piaciuta!

CITAZIONE
Melusine in questa storia sceglie. Sceglie Severus sapendo di perdere la propria famiglia. Una scelta davvero molto difficile e questo la dice lunga su di lei… Perché è la scelta giusta, è vero, per quanto difficile sia.Ma mi chiedo se in fondo non ci sia anche un altro motivo. Un motivo che rende il sorriso di Melusine così simile a quello colmo d’effetto di Judith.

La scelta di Melusine è sempre stato uno dei punti fissi della storia. Ammetto anche che la figura del padre di Melusine è ispirata a quei simpatici padri che imperversano nell'opera verdiana. Quando ad altri possibili motivi, anzi all'altro motivo, ho già risposto poco sopra, forse (un peut-être ci sta sempre bene ;) )

CITAZIONE
Un sorriso che Severus quasi vede sovrapporsi a quello della bambina.
E il titolo della storia è proprio sorrisi… e il primo era quello di Lily… Mi chiedo se sono veri indizi o se la mia fantasia vola troppo alta…

Amo lasciar cadere indizi qua e là, ovviamente è tutto da vedersi se lo abbia fatto anche in questa occasione.
 
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view post Posted on 19/10/2013, 18:02
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Ritorno al passato di Ida

Dopo aver immaginato l'illuminazione della scena ed una musica in pianissimo, mi sono immersa nel racconto, ritornando ancora una volta in Sala Grande, al sorriso di Neville (che è personaggio che ho sempre amato), ai ricordi che questo sorriso porta con sé (momenti che mi sarebbe piaciuto leggere nel libro, dove sono solo sottesi), sono ricordi che portano con sé la dolorosa amarezza con cui Severus ha sorriso a Neville, portando ad altri ricordi che riportano nell'oscurità della scena attuale (ecco adesso sto parlando come una studiosa di drammaturgia... e pensando ad un'aria costruita con un intreccio di motivi già ascoltati in precedenza per rendere l'intreccio dei pensieri di Severus).
Una menzione - e non mi stancherò mai di dirlo - alla perizia con cui ogni parola viene meditata e scelta, per poter condurre il lettore, con naturalezza, da un pensiero all'altro, dal momento presente, al passato recente, al passato più lontano.
L'arrivo a Ginny avviene quindi in maniera assolutamente naturale, e con Ginny tornano i ricordi di quel terribile anno, ricordi che si fanno più cupi rispetto a quanto avvenuto qualche riga più sopra, con Neville, in uno sprofondare sempre più deciso nel passato, quel passato che fa di ognuno di noi ciò che si è, che non si può cancellare, né ignorare, ma dal quale ci si può rialzare, si può imparare.
Il sopraggiungere di Luna è stato orchestrato benissimo e devo farti un complimento veramente sentito per come sei riuscita a gestire la Corvonero (ammetto di non aver mai osato prendere in mano la ragazza, per quanto sia un bel personaggio), a farmi toccare con mano (con l'adeguata melodia) tutto ciò che di enigmatico c'è in Luna.
Ho letto con estrema attenzione e non poca trepidazione il passaggio che porta a Draco ed al suo sorriso, al suo comprendere quale tremendo sacrificio il mago avesse compiuto per proteggere l’innocenza della sua anima, dannando un poco di più la propria., un momento incredibilmente prezioso, così come preziose sono state i momenti precedenti.
Ho letto con estrema attenzione e partecipazione il corso dei pensieri di Severus, quei pensieri che portano con sé, lentamente, ma inesorabilmente, le tenebre del passato, di quel passato che si riaffaccia nella mente di Severus, portando con sé il volto delle sue vittime ed il malessere fisico. È un momento di assoluto realismo ed io ho una predilezione per l'assoluto realismo, anche quando questo vuol dire sofferenza.
L'arrivo di Elyn - la sua voce - è un ottimo colpo di teatro (io ero troppo immersa nella lettura per poter pensare ad un possibile intervento della donna). Bellissimo il modo in cui Elyn riesce a riportare Severus nel presente, un momento prezioso!
 
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view post Posted on 19/10/2013, 19:56
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I ♥ Severus


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Può darsi che io non stia seguendo l'ordine cronologico delle tue storie, Elly, perchè tutto il pacchetto di fogli mi è caduto, però le sto commentando (anche se tu non lo fai): una parte l'ho fatto qualche pagina fa (non so se l'hai visto) e ora ne commenterò altre, cominciando da questa che mi è particolarmente piaciuta.


Rialzarsi, di Ellyson

Una lunga, bella storia che mi è piaciuta.
Lei non va alle riunioni, e lui la cerca… E qui già sorrrido. Quando poi diventa premuroso e si mette anche a cucinare… adorabilissimo! E perfetto il messaggio sulla pergamena, assolutamente da lui!
Così come è meravigliosamente da Severus il messaggio sul cartello nel negozio.
E mi è piaciuta Hermione che nota particolari del suo abito…che non aveva mai notato prima!
E lui, continua a preoccuparsi per lei…
E poi rimane muto, le labbra così strette quasi da sparire nel pallore del suo volto…
Però, poi, quando le apre, quelle labbra… aaaaaah!
Davvero dolce quel bozzolo color pesca che li accoglie, e teneri gli occhi dell’amore che vedono Severus bello anche avvolto dalle coperte color pesca!
Bellissimi i suoi occhi neri, da te descritti come se vi fosse “un’ombra che copriva la scintilla della vita”.
“È stata semplicemente Lily”. Davvero, questa frase, e la composta rassegnazione di Severus sono davvero da incorniciare. Così come la sua tenerissima ammissione, che quella ferita ha sanguinato per oltre vent’anni… fino all’offerta di quel caffè ad una giovane e triste strega. Dolce, delicato, perfino romantico… Sì, dolcissimamente romantico quel loro abbraccio finale, così totalizzante!
Hihihi… anche io ho un pigiama (rosso ovviamente) con le pecore… anzi, mi sa che è un lupo travestito da pecora!

Bella storia, mi è piaciuta in tutto, nella sua trama veloce ed allo stesso tempo lenta in quanto focalizzata sui particolari giusti, tutti ben trattati e in modo completo.
Non concordo quindi con chi ha detto che lo svolgimento è troppo veloce, perché la storia è giustamente costruita e calibrata per essere esattamente quello che è.
E ancora non concordo neppure sulla ripetitività della trama: a me non ricorda affatto “Ricominciare da capo”. Io l’ho trovata del tutto diversa nello spirito dei due personaggi ed anche nello svolgimento della trama.
E in fondo (che si scrive staccato) devo anche farti i complimenti (premuroso, dolce e tenerissimo Severus!): tu hai scritto moltissime storie con gli stessi personaggi, ma devo darti atto che, nonostante la maggiore difficoltà dato da questo vincolo obbligato di ripetitività, sei sempre stata capace di essere originale, anche se non proprio tutte le tue storie mi sono piaciute (una in particolare… chissà, forse perché proprio su quella riponevo una grande attesa…).


Edited by Ida59 - 17/7/2015, 21:09
 
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kijoka
view post Posted on 19/10/2013, 21:55




Nr.41

Autore/data: Kijoka – 19 ottobre 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One Shot
Rating: per tutti
Genere: introspettivo
Personaggi: Severus Piton - Personaggio originale
Pairing: nessuno
Epoca: Post HP7
Avvertimenti: AU
Riassunto: La verità non può aspettare.
Parole/pagine: 1890/4.



Risveglio

Riemergo lentamente dal sonno profondo.
Mi sento appena stordito e devo avere un attimo di pazienza con me stesso per capire dove mi trovo.
Tengo gli occhi chiusi per crogiolarmi, ancora qualche momento, in questo istante unico.
Il silenzio è quasi totale, interrotto solo dallo stormire di fronde lontane, attutito dal suono di una lieve brezza.
Un altro tenue rumore attira la mia attenzione: un respiro.
Delicato, lieve, a tratti interrotto, quasi trattenuto.
Solo in questo momento comincio a percepire lo spazio e il mio corpo, senza muovere le palpebre.
La quiete è così perfetta che utilizzare un senso così diretto come la vista mi sembra un sacrilegio.
La mia mano è stretta da un'altra con tocco sicuro e fermo.
L'olfatto percepisce l'aroma conosciuto e senza logica alcuna, senza alcun controllo, d'improvviso mi sento al sicuro.
La curiosità solletica la mia volontà: lentamente socchiudo le palpebre.
La luce arancio dell'alba carezza il profilo del viso, mentre si volta verso la finestra.
E' bella, come la ricordavo, come l'ho vista l'ultima volta.
Non mi guarda e io mi azzardo ad aprire un pò di più gli occhi.
La curiosità mi divora, in fondo non so neanche chi sia...
Il profilo, regolare e delicato, sembra assorbire la luce proveniente dall'esterno, da dove il sole sta sorgendo.
Questo viso io l'ho già incontrato, forse ci siamo visti, ma dove, quando?
Poi l'attimo sospeso si spezza: torna a rivolgersi verso di me.
Quegli occhi!
Sorridenti, dolcissimi. Blu scurissimo, screziato da un turchese brillante. L'insieme richiama alla mia mente l'oceano tropicale: caldo, calmo e carezzevole. Occhi colmi di promesse e di un sentimento così potente da renderli splendenti.
Mi perdo in essi osservando, dentro quelle pupille piene di luminosa fiducia, me stesso.
Posso leggere nelle limpide profondità, che si offrono al mio esame senza barriera alcuna, anche se non è questo ciò che desidero.
Ora voglio solo abbandonarmi a questa incredibile sensazione di pace che solo questo speciale sguardo è capace di farmi nascere dentro.
Niente è più importante, nulla può obbligarmi a interrompere questo contatto che sta passando tra di noi come una folgore che porta vita invece di incenerire.
Eppure sento di seguire la sua volontà immergendomi nei suoi pensieri. Questo mi riesce naturale, quasi quanto lo è stato aprire gli occhi.
Rivedo me stesso anche mi osservo attraverso altri occhi, altri intenti, nuove sensazioni, che mi attraversano il cuore e la mente quasi fossero i miei.
E mi immergo in immagini di un'esistenza che non mi appartiene, narrata da una voce che conosco, ma che non mi è famigliare.
Il passato diventa presente e i segreti si svelano.
Un fortuito incontro di pupille.
Un estremo contatto di anime.
Non potevi saperlo: io stessa lo controllavo a malapena!
Quella magia che mi permetteva di essere così minuziosa ed accurata, mi donava un'altra strana possibilità: leggere i cuori.
Una capacità che ho dovuto imparare a gestire, con difficoltà.
Solo uno sguardo è passato tra noi. Un contatto che sono sicura tu hai dimenticato.
Non certo io che, in questo modo ho perso la ragione ed il cuore.
Con quell'etereo contatto io avevo intuito ciò che eri veramente, sapevo di non sbagliare.
Avevo un bisogno così forte di provare che il mio pensiero su Severus Piton era esatto, che sono stata, e sono, disposta a perdere me stessa.
Non importava che nessuno mi credesse, non importava che tu ti fossi immediatamente dimenticato di me.
Non importava nemmeno se tutto ciò che mi era all'improvviso nato nel cuore, ogni sentimento che provavo, sarebbe restato solo mio. Alla fine del percorso l'unica cosa che per me era degna di essere valutata era che tu fossi vivo.Tutto quello che ero riuscita a fare permetteva che tu ti riprendessi ogni giorno di più e io ero felice come mai nella mia vita prima.
Non ho mai capito esattamente che posto potessi avere nell'esistenza del nostro mondo.
Tu mi hai dato questa risposta: salvarti.
A questo dovevo servire, e a questo sono servita.
Adesso potrei anche andarmene.

D'improvviso torno a sentirmi solo e stringo più forte la mano che ancora accoglie la mia.
Il sole è quasi nato ormai e la soave luce crescente dell'alba ammanta ogni cosa.
Sul volto, inondato dai riflessi rosati, sorge un armonioso sorriso che mi allarga il cuore.
La tua mano ricambia la stretta.
Ora è la tua voce, lenta e sommessa, che rompe il silenzio senza turbarlo.
- Stai meglio. Presto, molto presto potrai tornare ad ammirare lo spettacolo della natura che si svolge ogni giorno fuori da quella finestra! Quanto vorrei farti capire come ho atteso questo momento!
La voce scende di un tono e mi entra nel cuore:
- Dormivi, ma non riuscivo a stare lontana da te. Tornavo qui e rimanevo a vegliarti, osservando il tuo viso. Adoravo passare il tempo così, perché sapevo che era un privilegio che mi sarebbe stato presto precluso.
L'altra mano lambisce dolcemente la guancia:
- La tua pelle chiara è tornata ad assumere una sfumatura più sana, in questi ultimi giorni, e tu sei fuori pericolo. Ne sono così felice... - Ora le dita scendono piano, verso lo scollo del pigiama scuro, sfiorando la leggera medicazione. - La cicatrice si sta rimarginando velocemente.
Di nuovo provo sentimenti non miei, una contentezza così totale e senza filtri che quasi sembra mi stia scoppiando il petto.
Poi la sua voce è di nuovo nella mia testa.
Il Guaritore mi ha raccontato che, grazie all'incidente occorso anni fa al Signor Weasley, con il tuo aiuto è riuscito a sintetizzare una pozione speciale ben più potente contro il veleno dell'enorme serpente.
Questo è ciò che ti ha salvato la vita.
Non so se saprò mai la verità, ma amo pensare che tu l'abbia assunta prima di arrivare al cospetto di Lord Voldemort, forse perché sapevi che prima o poi avresti dovuto aver a che fare con il serpente, oppure per salvare la vita a qualcun altro, come tua abitudine, senza pensare che quella vita poteva essere la tua.
Nessuno riesce a crederci, ma il mio unico intervento è stato quello di utilizzare un incantesimo descritto nei libri che giacevano nel magazzino.
I libri che tu stesso avevi ordinato, forse in vista di ciò che sarebbe successo.
Quella formula arcana mi ha aiutato ad arginare la perdita di sangue.
L'ho fatto con attenzione e perizia, per tutto il tempo necessario, finché non ci hanno trovati.
Sono rimasta accanto a te, mormorando una nenia ipnotica, che bloccava l'emorragia e lentamente ricomponendo la terribile ferita, tenendone a contatto i lembi strappati del morso.

La voce tace.
La pelle si è riempita di brividi, ma non è il freddo.
Mi hai salvato la vita.
Tu, sei stata tu che hai saputo strapparmi alla morte. Hai forse sentito la mia tardiva volontà di vivere?
Il sorriso non si spegne, mentre i tuoi occhi affondano sempre nei miei, portandomi a sentire, a condividere quella tensione che evidentemente scorre in te.
Stringi ancora la mia mano e riprendi a parlare, quasi cercando di non disturbare il sole che protende i suoi raggi fino ai tuoi lunghi capelli scuri che come preziosa seta nera risplendono, carezzandoti le spalle.
- Il piano voleva che fossi la retrovia. Dovevo semplicemente aiutare i guaritori e salvare quante più vite potevo. Avevo esercitato il mio potere solo su esseri viventi meno impegnativi che l'uomo e avevo paura. Ma Aberforth credeva in me ed era sicuro che non rischiassi più di combinare guai più gravi.
Un sospiro interrompe il racconto. Sembra tu stia decidendo se dire qualcosa o meno. Poi torni a parlare nascondendo un piccolo sorriso impacciato:
- Il suo vero pensiero era che se ero riuscita a salvare una capra, forse sarei riuscita a medicare una ferita!
T’interrompi di nuovo, guardando più a fondo in me. Sento che sei preoccupata per quel che stai per dirmi. Non riesco a parlare, ma forse posso trasmettere a te ciò che provo, come tu fai con me.
Mi concentro e infondo in me sicurezza e curiosità.
Ti blocchi, stupita, ma lasci i tuoi occhi legati ai miei.
Hai capito.
La narrazione riprende, mentre all'esterno i rumori dell'alba vengono sostituiti da quelli del mattino.
- La Stamberga era stata silenziosa per così tanto tempo che tutto quel movimento attorno ad essa mi aveva messo in allarme. Passi e voci troppo umane per essere imputabili a fantasmi! Mi fermai all'esterno sul retro e poi, non appena il grosso del vocio si attutì e con estrema circospezione, salii le scale scricchiolanti. Pochi attimi dopo ero bloccata dietro la parete della stanza e avevo sentito i ragazzi parlare tra loro e udii anche la tua voce profonda, spezzata da un suono che sembrava un rantolo. Non ho afferrato le parole, ma il cuore aveva preso a battermi all'impazzata.
Abbassi gli occhi per un istante e poi riprendi:
- Allora ho capito che ti stavo perdendo! - La voce è concitata e il sentimento che riesci a profondere in me è totale. - La disperazione spesso fa trovare soluzioni inaspettate. Attesi che i ragazzi uscissero, strisciando via attraverso uno stretto passaggio, ed entrai nella stanza. Giacevi riverso a terra, gli occhi spalancati e fissi. Avevo tardato troppo e ti avevo perso! La disperazione mi assalì, con un morso gelido.
Di nuovo t’interrompi, sembra per riprendere fiato, forse solo per trovare le parole giuste.
Te ne sono grato.
So cosa stai provando e ho paura di ascoltare la descrizione della mia morte.
Deglutisci piano e, carezzandomi la mano, riprendi a parlare:
- Ricordo il cuore in gola e la tensione che mi faceva tremare le mani. Non so come riuscii a farti ingoiare la pozione Rimpolpasangue che mi avevano consegnato tra le scorte per il soccorso, non so davvero in che modo ho potuto farlo, non lo ricordo nemmeno, ma poco dopo il tuo viso riprese appena un po'di colore. Gli occhi spalancati si richiusero e io cominciai a mormorare l'incantesimo. Non pensavo di salvarti. Era solo una reazione al panico che si era impadronito di me: semplicemente dovevo fare qualcosa. E l'incantesimo che aveva salvato un animale ha salvato anche te. Non riuscirò mai a spiegare come un insieme di parole lette in un libro e applicate alle ferite di una capra mi fecero pensare di riuscire a salvarti. Sapevo già tutto a memoria, quelle parole si erano scritte nella mia mente quasi come un marchio a fuoco. Senza smettere di cantilenare, cercai di rialzarti un poco, facendoti appoggiare la testa sulle mie gambe. Non smisi mai, fino a che non ci trovarono.
Sento la calma scendere dentro di te, appena la tua voce si spegne.
La parte del racconto che più temevi è terminata.
Ti alzi e ti allontani. Sembra che spezzare il contatto fisico inibisca questo scambio di sentimenti, ma forse è solo la tua volontà ad accedere e spegnere questo collegamento.
Non condividere più con te ciò che stai provando mi fa sentire profondamente solo, quasi abbandonato.
E' possibile assuefarsi ad una tale sensazione in così poco tempo?
Forse sono solo io, che non ho mai condiviso con nessuno alcun aspetto della mia vita a sentirmi più povero senza questa possibilità...
Sei tornata vicino alla finestra e lo sguardo blu si perde ora tra le verdi colline che da qui riesco solo ad intuire.
Non ho modo di comunicartelo, ma, ti prego, torna da me!

Edited by Ida59 - 17/7/2015, 21:09
 
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CITAZIONE (Ida59 @ 19/10/2013, 20:56) 
Può darsi che io non stia seguendo l'ordine cronologico delle tue storie, Elly, perchè tutto il pacchetto di fogli mi è caduto, però le sto commentando (anche se tu non lo fai): una parte l'ho fatto qualche pagina fa (non so se l'hai visto) e ora ne commenterò altre, cominciando da questa che mi è particolarmente piaciuta.

Ho visto i commenti, Ida e ti ringrazio.
So che sono indietro con i commenti e le risposte ai commenti, ma, al momento, do priorità ai sorrisi e alla long.
Sto leggendo, non tutto perché mi manca proprio il tempo materiale! (il lavoro non mi sta aiutanto proprio per niente e ci si mette pure la salute in questi giorni)
Sono indietro con le storie di Leonora e Monica (mi dispiace tanto tanto :cry: )
Riesco a leggere e commentare quando le storie non sono proprio legate tra di loro così non faccio pasticci con la trama.

Tutta sta manfrina, che non vuole essere una scusa ma sono una spiegazione della mia situazione attuale, é per dire che sto recuperando un po' di terreno (almeno scrivo dai... ;) ) e che spero di recuperare tutto il prima possibile.

Ora mi leggo il commento. ;)
 
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view post Posted on 20/10/2013, 13:19
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CITAZIONE (Alaide @ 19/10/2013, 19:02) 
Ritorno al passato di Ida

Dopo aver immaginato l'illuminazione della scena ed una musica in pianissimo, mi sono immersa nel racconto, ritornando ancora una volta in Sala Grande, al sorriso di Neville (che è personaggio che ho sempre amato), ai ricordi che questo sorriso porta con sé (momenti che mi sarebbe piaciuto leggere nel libro, dove sono solo sottesi), sono ricordi che portano con sé la dolorosa amarezza con cui Severus ha sorriso a Neville, portando ad altri ricordi che riportano nell'oscurità della scena attuale (ecco adesso sto parlando come una studiosa di drammaturgia... e pensando ad un'aria costruita con un intreccio di motivi già ascoltati in precedenza per rendere l'intreccio dei pensieri di Severus).

Già, sarebbe piaciuto a tutti noi leggere qualcosa di più di Severus in quel tremendo anno, ma la Rowling è stata davvero tirchia, così possiamo solo immaginare da come sappiamo che si sono svolti i fatti e conoscendo la reale essenza di Severus. Sì, la musica in pianissimo è perfetta per l’inizio di questa scena in cui la luce c’è, però è lontana, quasi irraggiungibile, perché tra Severus e la luce c’è il gorgo del passato che, inesorabile, lo attrae a sé.
L’intreccio di motivi già ascoltati per rendere i pensieri di Severus è un’idea davvero bella.
Posso lanciare un’idea suggerimento? E se tu aprissi una discussione in cui “musichi” fiction a tua scelta, che ti ispirano particolarmente? Sarebbe davvero bellissimo! E un’esperienza unica per le fortunate autrici! ;)
CITAZIONE
Una menzione - e non mi stancherò mai di dirlo - alla perizia con cui ogni parola viene meditata e scelta, per poter condurre il lettore, con naturalezza, da un pensiero all'altro, dal momento presente, al passato recente, al passato più lontano.

Grazie. Soprattutto e sempre per la conferma d’essere riuscita a far sembrare naturale il passaggio dai pensieri su un personaggio all’altro che, invece, è ovviamente costruito a tavolino con faticosa attenzione.
CITAZIONE
L'arrivo a Ginny avviene quindi in maniera assolutamente naturale, e con Ginny tornano i ricordi di quel terribile anno, ricordi che si fanno più cupi rispetto a quanto avvenuto qualche riga più sopra, con Neville, in uno sprofondare sempre più deciso nel passato, quel passato che fa di ognuno di noi ciò che si è, che non si può cancellare, né ignorare, ma dal quale ci si può rialzare, si può imparare.

L’atmosfera con Ginny ti sembra più cupa di quella con Neville? Strano. Per me è l’opposto.
CITAZIONE
Il sopraggiungere di Luna è stato orchestrato benissimo e devo farti un complimento veramente sentito per come sei riuscita a gestire la Corvonero (ammetto di non aver mai osato prendere in mano la ragazza, per quanto sia un bel personaggio), a farmi toccare con mano (con l'adeguata melodia) tutto ciò che di enigmatico c'è in Luna.

Luna è un personaggio difficilissimo da gestire insieme a Severus, però mi piace moltissimo, così ogni tanto ci provo. Sono felice se ti è piaciuto il pezzo, dove il suo essere enigmatico è ciò che credo colpisca a fondo anche Severus che non riesce proprio a incasellarla.
Se trepidazione significa anche coinvolgimento, sono contentissima. Il rapporto di Severus è così particolare che, come ho già detto, ho riservato loro una intera storia.
CITAZIONE
Ho letto con estrema attenzione e partecipazione il corso dei pensieri di Severus, quei pensieri che portano con sé, lentamente, ma inesorabilmente, le tenebre del passato, di quel passato che si riaffaccia nella mente di Severus, portando con sé il volto delle sue vittime ed il malessere fisico. È un momento di assoluto realismo ed io ho una predilezione per l'assoluto realismo, anche quando questo vuol dire sofferenza.

Attenzione e partecipazione: sì, questo dovrebbe proprio essere coinvolgimento! :)
Sì, amo anche io i momenti di realismo, infatti cerco sempre di immedesimarmi a fondo nei miei personaggi, per provare le loro emozioni e razioni fisiche, per poi cercare di renderle ai meglio ai lettori. In questo caso ho proprio visto Severus quasi rannicchiarsi su se stesso, oppresso da quel passato che ancora lo schiaccia col rimorso della colpa.
CITAZIONE
L'arrivo di Elyn - la sua voce - è un ottimo colpo di teatro (io ero troppo immersa nella lettura per poter pensare ad un possibile intervento della donna). Bellissimo il modo in cui Elyn riesce a riportare Severus nel presente, un momento prezioso!

Felicissima di averti sorpresa trovandoti così immersa nella lettura da non riuscire a ragionare e prevedere gli avvenimenti: è un bellissimo complimento!


Edited by Ida59 - 17/7/2015, 21:10
 
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CITAZIONE (kijoka @ 19/10/2013, 22:55) 
Risveglio

Finalmente! Non vedo l'ora!

Edited by Ida59 - 17/7/2015, 21:10
 
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Scusa, Elly, ho spostato qui il commento a Rialzarsi (e la tua risposta) che avevo per sbaglio messo nella discussione dei sorrisi annuali invece che qui nella sfida settimanale.


Expecto Patronum, di Ellyson

Brevissima e dal finale in crescendo, molto intenso, che mi ha coinvolto e commosso.
Un finale giustamente doloroso. Non poteva essere diverso. Nonostante il sorriso, nato senza nemmeno che Severus lo sapesse mentre si abbandona al suo ricordo felice, che non può far altro che svanire dalle sue labbra quando la mente capisce a cosa il suo cuore è condannato.
Per sempre.



I colori dell’autunno, di Ellyson

Bella l’attesa crescente per l’avvenimento che deve accadere. E bello l’arrivo di “lei, con i colori dell’autunno nello sguardo. Lei che porta pace, serenità, calma”, proprio ciò di cui ha bisogno lui, sopra ogni altra cosa.
Davvero bella la frase che hai messo nel riassunto, ma altrettanto bella che la segue subito dopo, sull’inverno, che va poi in crescendo con i colori dell’autunno. E così si torna a “lei”.
Davvero bellissimo il brano in cui il suo nome gli suona nelle orecchie, ma lui lo ignora deliberatamente, del tutto perso nei suoi occhi a pensare solo a lei. Sì, delicato e intensamente romantico.
Stupendo, davvero sublime quel “Potrebbe, ma non lo fa”. Ricorda il passato di un altro tremendo giuramento ma, al tempo stesso, lo supera, così come la promessa d’uccidere di allora diventa promessa d’amare di adesso. Sì, proprio un accostamento azzeccato in cui, finalmente, il richiamo al passato diventa costruzione del futuro.
“Chi?”. Strepitoso e fantastico davvero quel suo innocente cadere dal pero, la domanda di chi dal sogno più intenso torna alla realtà.
E che dire dell’ultima frase, poi, che è proprio il tripudio del futuro?

Ooh… bè, alla fine che dire se non che sono commossa? Sì, per questa dolcissima e romantica storia, proprio come piace a me, ma anche con tutti gli ingredienti giusti (intensa spruzzata di dolore e ricordi del suo passato), necessari per farmela apprezzare non solo con il cuore ma anche con la mente.
Come vedi, anche tu sai essere romanticissima, senza per questo cariarti i denti! ;)


Edited by Ida59 - 17/7/2015, 21:11
 
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Risveglio, di Kijoka

Ecco, sì, finalmente il titolo che volevo io!
Stupendo che Severus si senta al sicuro solo sentendo il profumo di lei! Ed è bellissimo che la trovi bella, come la ricordava, In tal modo, lei è già qualcosa di conosciuto, eppure ancora tutta da scoprire!
Il sole sorge: sì, perfetto, perché questa è proprio l’alba della nuova vita di Severus che si specchia negli stupendi, dolci e sorridenti occhi di lei (uffa, quando rivelerai il suo nome? Non mi va di chiamarla per cognome!)
Folgore che porta la vita invece di incenerire, ecco la sensazione bellissima che Severus prova guardandola negli occhi.
E poi quell’idea stupenda del contatto tra loro: in questo modo anche Severus può conoscerla davvero e il loro rapporto cominciare sulla migliori basi.
“Il passato diventa presente e i segreti si svelano.” Una frase dal fascino profondo!
E cominciamo a scoprire i segreti della Signorina Vance: sa leggere i cuori, il più oli importante, forse, ma anche quello che avevo più o meno compreso. E quell'unica volta che ha incrociato il suo sguardo, ha compreso tutto.
Donna meravigliosa! E con un compito davvero bellissimo. No, non puoi andartene, lui non lo vuole e il tuo compito non è solo salvarlo: c'è molto altro che devi fare per lui!
Ah quella stretta di mano contraccambiata... E quella meravigliosa magia, ancora non spiegata, che permette che sentimenti ed emozioni da lei passino a lui...
Ma guarda un po': ha aiutato a salvare se stesso. Quale delle due ipotesi? La mente sceglie la prima, il cuore la seconda: chi ha indovinato?
Ooh... terribile e bellissimo il modo in cui l'ha salvato, con le sue mani... È la sua magia!
Bella, romantica, direi, la descrizione di lei che parla "cercando di non disturbare il sole" e dei suoi capelli neri.
Lui è lui, è Severus, quindi riesce subito a capire come interagire con lei grazie alla magia che trasferisce emozioni e stati d'animo. Mago adorabile. E magia assolutamente meravigliosa! Sono davvero curiosa di scoprire se il contatto fisico è necessario o meno per il suo funzionamento.
Pur sapendo che tutto si è concluso bene, il racconto è ugualmente colmo della tensione di quel momento terribile.
No, non lasciarlo solo: ha bisogno di te! Torna da lui: ha bisogno di te, ma non ha mezzi per fartelo capire. Dolce, tenero, bellissimo il suo ultimo pensiero, ma anche straziante!


Edited by Ida59 - 17/7/2015, 21:11
 
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Autore/data: Alaide – 23 - 27 agosto 2013
Beta-reader: nessuno
Tipologia: One-shot
Rating: per tutti
Genere: Drammatico, Introspettivo
Personaggi: Severus Piton, Personaggio originale
Pairing: nessuno
Epoca: Post 7° anno
Avvertimenti: AU
Riassunto: V’era la speranza che Judith nutriva con tutta se stessa di poterlo un giorno rivedere e stare sempre con lui.
Era la speranza nascosta nel sorriso della bambina.
Una speranza che sarebbe stata delusa.
Unicamente a causa sua e della sua cecità.
Nota: La storia è il continuo di Sorrisi.
Parole: 1905

Sinfonie.
18. Sinfonia in mi minore op. 2 n°5
Secondo movimento. Dubbi



Melusine sedeva allo scrittoio della sua stanza nell’orfanotrofio, quello stesso scrittoio dove smistava le lettere e dove distruggeva le buste, con il timbro del carcere.
In quel momento non aveva però alcuna lettera davanti.
Era notte inoltrata e la giovane donna non riusciva a dormire.
Aveva ricevuto, quella sera, poco dopo essere rientrata dal carcere, una telefonata da parte di sua madre che la pregava di tornare sulle sue decisioni e la invitava a non recarsi più a rendere visita a Severus.
Immaginava perfettamente che il padre fosse rincasato, appena uscito dalla cella, e avesse parlato con la moglie. La sorprendeva che a telefonarle non fosse stata la sorella, la quale avrebbe visto nel suo comportamento un ostacolo alla carriera di giudice.
Melusine sapeva di aver perso la sua famiglia, che l’orfanotrofio sarebbe stato la sua unica casa.
In quel momento, nel cuore della notte, quel pensiero la sovrastava come un macigno che fosse sul punto di crollare rovinosamente al suolo.
Aveva scelto Severus e non si pentiva affatto della scelta.
Avrebbe unicamente voluto che la sua famiglia si fidasse di lei, che suo padre non le desse della sgualdrina. Comprendeva le ragioni che potevano spingere il genitore a tentare di farla desistere. Egli non conosceva la verità, non sapeva ciò che sapeva lei. Ma, forse, anche se avesse potuto dire come stavano le cose, nulla sarebbe cambiato. Forse la sua famiglia non vi avrebbe creduto, oppure l’avrebbe giudicata una sciocca.
Le avrebbe detto che nessuno si sarebbe mai autodenunciato per un crimine che non aveva commesso. Forse le avrebbe dato nuovamente della sgualdrina.
V’era stato un tempo in cui aveva avuto un bel rapporto con suo padre. Era stato lui a consigliarle di fare il conservatorio, per quanto avesse sognato di vederla seguire le sue tracce e diventare a sua volta giudice, come già aveva deciso di fare la sorella. Poi quel rapporto si era spezzato, quando lei aveva scelto l’orfanotrofio.
Ed in quel momento, tutto era precipitato.
Aveva persona la sua famiglia per sempre.
E per quanto doloroso fosse quel pensiero, nonostante le lacrime che le rigavano il volto, sapeva di aver compiuto la scelta giusta.
L’unica scelta possibile.
Tra le lacrime spuntò un lieve sorriso, simile a quello che aveva rivolto a Severus, quel giorno, nella sua cella, un sorriso in cui pareva risiedere la fermezza della sua decisione, un sorriso che, per quanto Melusine non se ne rendesse conto, era rivolto all’uomo.
Non avrebbe mai potuto voltare le spalle a Severus, all’uomo che rispettava, che amava.


Le ultime parole del racconto di Judith vorticavano davanti agli occhi di Severus.
Era notte fonda ed aveva trascorso il tempo, dopo cena, a leggere la fiaba della bambina, quella fiaba che aveva celato agli occhi del giudice Fairchild, così come aveva fatto in modo che non vedesse quanto aveva scritto in risposta alla signorina Fairchild.
In quel momento, le parole del racconto di Judith parlavano del sorriso di una figlia, del sorriso della speranza.
Il sorriso della bambina.
All’interno della fiaba, compariva anche la signorina Fairchild, sotto forma di fata – il che era piuttosto interessante, considerando l’esistenza della leggenda della Fata Melusine – che aiutava l’eroe e sua figlia.
Era una storia semplice.
La storia di un uomo e di sua figlia, di come l’uomo avesse salvato la vita della bambina, della loro vita, dopo quell’evento, fino a quando una maledizione li costringeva a stare lontani, fino a che non riuscivano, grazie all’aiuto della fata, a riunirsi e a vivere insieme per sempre.
Era la storia di quanto era accaduto quella notte di agosto e di quello che egli aveva fatto in modo accadesse, quando aveva scelto di autodenunciarsi.
V’era la speranza che Judith nutriva con tutta se stessa di poterlo un giorno rivedere e stare sempre con lui.
Era la speranza nascosta nel sorriso della bambina.
Una speranza che sarebbe stata delusa.
Unicamente a causa sua e della sua cecità.
Aveva scacciato Judith, il suo sorriso colmo della pace che avrebbe potuto finalmente assaporare, colmo dell’affetto di una figlia.
Aveva distrutto la famiglia della signorina Fairchild.
Aveva influito su troppe vite, prendendo quella decisione, che, all’epoca, gli sembrava l’unica possibile.
Quel pomeriggio, la signorina Fairchild aveva perso la sua famiglia, aveva scelto lui, una scelta che non avrebbe dovuto compiere, se egli non si fosse autodenunciato.
La giovane non si sarebbe mai ritrovata in quella situazione, non avrebbe mai udito le parole del padre che l’aveva trattata con durezza, giungendo ad insultarla.
Sapeva di aver tentato più volte di scacciare Melusine, scontrandosi con la fiducia che la giovane gli dimostrava, nonostante ciò che le aveva fatto comprendere di sé.
Le aveva detto che aveva torturato e lei gli aveva detto che vedeva il suo pentimento.
Le aveva detto che aveva ucciso innumerevoli volte e lei gli aveva promesso di non voltargli le spalle.
Le erano state mostrate le foto dei genitori di Judith e lei gli aveva offerto, in un sorriso, il perdono.
Ed aveva scelto lui.
Forse avrebbe dovuto dirle ciò che aveva realmente fatto della sua vita. Avrebbe dovuto dirle del Mondo Magico, del Marchio Nero, di Lily, delle sue vittime e dell’uccisione di Silente, del suo anno come Preside di Hogwarts.
Forse, in quel modo, l’avrebbe allontanata da sé e sarebbe tornata dalla sua famiglia, com’era giusto che fosse, perché non valeva la pena che la signorina Fairchild scegliesse lui.
Forse avrebbe rivisto lo stesso sorriso di poche ore prima, quel sorriso che prometteva perdono.


Lione, 1 luglio 2003
Cara Judith,
ho letto la tua storia.
È una storia interessante e spero che la tua maestra sia abbastanza intelligente da riconoscerlo.
Con affetto,
Severus
«Ha letto la fiaba e gli è piaciuta.» disse la bambina con un sorriso felice sulle labbra. «Sei proprio sicura, Melusine, che quest’estate non potrò andare in Francia? Ho dieci anni ormai, quindi sono grande.»
«Il direttore dell’orfanotrofio non lo permetterà. E sai che nell’ospedale dove si trova Severus non ti faranno entrare perché non sei maggiorenne.» rispose Melusine, sperando che Judith non ponesse altre domande, domande a cui non avrebbe saputo trovare una risposta.
Sorrise mestamente, quando le diede per un attimo le spalle.
Severus le aveva detto di avvertirlo quando le sue risposte non sarebbero più state sufficienti e sperava che quel momento non giungesse mai.
Sapeva che Judith non avrebbe mai odiato Severus, ma era certa che non sarebbe riuscita ad andarlo a visitare perché il direttore del carcere non avrebbe dato il permesso, quando avesse saputo il cognome della bambina.
O forse, più semplicemente, l’avrebbe fermata perché era una minorenne.
Era una situazione difficile, da cui esisteva un’unica via d’uscita, ma era certa che Severus non l’avrebbe mai presa in considerazione.
Sarebbe stato necessario rivedere il processo, dire la verità. A quel punto, l’uomo sarebbe stato scagionato e scarcerato.
Ma Severus aveva scelto il carcere perché si sentiva responsabile della morte dei genitori di Judith e Melusine dubitava comunque che l’uomo avrebbe accettato di sottoporre la bambina ad un interrogatorio.


10 novembre 2003
Caro Severus,
oggi è arrivato un nuovo bambino all’orfanotrofio. Era molto tempo che non accadeva e speravo che non accadesse più. Beth ha la sua stesse età ed ho notato che, alle volte, riescono a giocare insieme, per quanto lui sia sempre molto triste, com’è giusto che sia.
Alle volte mi dico che sarebbe bello, se anche gli altri bambini potessero avere qualcuno come te.
Anche se sei lontano so che posso sempre scriverti, so che mi darai dei buoni consigli, so che mi vuoi bene.
Però sono così preoccupata per te.
In classe c’è una bambina di nome Mary che, quest’anno, è mia compagna di banco (la maestra ha voluto mescolarci, quindi Brian non è di fianco a me) e forse stiamo diventando amiche. Anche a Brian sta simpatica.
Qualche giorno fa sono stata invitata, insieme a Brian, a casa sua. La mamma di Mary fa il medico. È una donna molto gentile, come la mamma di Brian e come Melusine. Le ho chiesto se è normale che tu stia in quell’ospedale a Lione da così tanto tempo e lei mi ha detto che deve essere qualcosa di molto complicato quello che hai alle corde vocali.
Non ha detto altro, ma adesso ho paura che le cure non riescano a guarirti. Però stai migliorando, vero? Prima o poi uscirai da quell’ospedale?
Ti voglio tanto bene,
Judith
Le menzogne che erano state raccontate alla bambina, sarebbero presto cadute. Severus sapeva che era inevitabile. Judith avrebbe potuto chiedere alla mamma della sua nuova amica se era vero che esistevano ospedali dove fossero proibite le visite dei minorenni e la donna le avrebbe detto la verità, considerando che non aveva alcuna ragione per mentirle.
La bambina si sarebbe sentita tradita e lo avrebbe odiato.
Avrebbe dovuto però spiegarle che era stato lui a costringere la signorina Fairchild a mentirle. Era necessario che Judith avesse qualcuno di cui si potesse fidare, qualcuno con cui confidarsi, se le sue paure fossero diventate realtà.
Temeva che il sorriso di Judith potesse spegnersi, che le sue lettere non lasciassero più emergere quel sorriso affettuoso, quel sorriso colmo di pace e di speranza.
Il sorriso della bambina che considerava come una figlia.
Il sorriso della bambina che si preoccupava così tanto per lui.
Judith aveva capito che c’era qualcosa di insolito nella menzogna che aveva costruito, che non era nella norma un ricovero così lungo e, quando aveva trovato qualcuno di esperto che potesse rincuorarla, aveva iniziato a porre delle domande.
La rete di menzogne sarebbe caduta e Judith avrebbe saputo la verità.
Avrebbe saputo che egli l’aveva abbandonata, che aveva scelto di autodenunciarsi perché la sua mente era annebbiata dal peso delle sue innumerevoli colpe, che lo sovrastavano e lo schiacciavano anche in quel momento, e dal desiderio di pagare per questo, di punirsi.
Ed in quel momento la sua fiducia, quella fiducia che riluceva nelle sue lettere, nel suo sorriso, si sarebbe infranta.
Severus avrebbe voluto sperare che la signorina Fairchild avesse ragione. Gli aveva detto, in più di un’occasione, che Judith non l’avrebbe mai odiato, ma non riusciva a impedirsi di temere che invece questo accadesse.
Ed allora avrebbe perso Judith ed il suo sorriso.
Forse la signorina Fairchild avrebbe continuato a fargli visita, come aveva promesso, e gli avrebbe parlato di Judith, ma questo non avrebbe cambiato la verità.


16 novembre 2003
Cara Judith,
ho avuto un incidente, che mi ha lasciato in condizioni piuttosto complicate, proprio come dice la mamma della tua amica.
Non devi però preoccuparti, però. Le cure stanno facendo il loro corso, con lentezza, è vero, ma il medico che mi ha in cura dice che il mio è un caso raro, forse unico.
Per questo motivo è da tanto tempo che mi trovo a Lione, ma non corro alcun pericolo, se è questo che temi.
Con affetto,
Severus
Judith sorrise sollevata, quando lesse la lettera.
Avrebbe voluto che il medico di Lione trovasse una cura velocemente, ma l’importante era che non vi fosse nulla di pericoloso nelle condizioni di Severus.
Desiderava, però, vederlo.
Poterlo chiamare padre. V’era stata una volta in cui aveva pensato di iniziare la lettera, scrivendo, al posto di Severus, papà, ma aveva pensato che forse era meglio prima chiedere a Severus se poteva farlo.
Voleva essere accanto all’uomo e poter vivere con lui.
Per sempre.
E sorridergli come stava facendo in quel momento, così Severus avrebbe saputo quanto gli voleva bene, quanto lo amasse.
 
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view post Posted on 23/10/2013, 17:26
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Sinfonie.
18. Sinfonia in mi minore op. 2 n°5
Secondo movimento. Dubbi


di Leonora

Un capitolo ricco come non mai, Melusine ha scelto e sei tu che l'hai fatta scegliere.
Come si può non rispettare e amare un uomo che si comporta come Severus?
L'epiteto che il padre le ha affibbiato è quanto di peggiore si possa dire ad una donna, non c'è perdono, specialmente considerando la freddezza con cui la parola è stata pronunciata.
Ogni capitolo sono sempre più colpita dal giusto rimorso di Severus: stavolta sei stata particolarmente brava nel descrivere le motivazioni e la causa, ma soprattutto, hai fatto emergere il rimpianto per un rapporto padre - figlia che già esiste nelle cose dette e percepite.
Grande Severus, grande e dolente, immagino la sua figura non dritta e fiera, ma piegata e abbattuta. Sei tu che me lo mostri così e mi fai soffrire!
Niente è più bello della parola papà che aleggia immaginata, desiderata e sfuggente, ma alla fine pronunciata dalla mente, dal cuore e dal sorriso di Judith e della "fata"Melusine.
 
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view post Posted on 23/10/2013, 18:03
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Dubbi, di Alaide

Ooh… non avrei mai neppure osato sperare in una così chiara dichiarazione di amore da parte di Melusine, ma che quelli fossero i suoi sentimenti, sì, quello lo avevo capito pur se avevo cercato di non illudermi.
Perfetta rappresentazione della realtà nella fiaba di Judith: ma sarà vero che sarà Melusine a riunire il padre con la figlia… cui già fa da madre?
Per Severus nuovi rimorsi si sommano ai vecchi dando vita a nuove forme di sofferenza.
Bellissimi i pensieri di Severus sulla scelta operata da Melusine tra lui e la famiglia nonché sulle reazioni avute dalla donna quando le aveva rivelato di aver torturato e ucciso e quando il padre le ha mostrato le foto delle vittime. Reazioni da cui è evidente che si può comprendere l’amore che lei prova per Severus, ma che certo lui non può essere in grado di comprendere visto che nessuno mai lo ha amato. Eppure, stranamente, al pensiero di rivelarle tutta la verità su se stesso, Severus riesce anche a pensare che, forse, lei avrebbe ancora potuto donargli un sorriso di perdono. E questo mi fa molto pensare… che a natale possa davvero esserci un sole sfolgorante.
Passando ai pensieri di Melusine sul vicolo cieco in cui Severus si è cacciato, mi sono detta che lei ancora non sa quanto Severus è cambiato. Del resto, se Judith potesse scegliere, sono sicura che non avrebbe esitazioni e sarebbe disposta a qualsiasi cosa per avere Severus di nuovo con sé.
Tornando a Severus: è straziante che ciò che un tempo voleva (l’odio di Judith) ora sia diventato il suo più grande timore… E alla fine salta di nuovo fuori Melusine, nei pensieri di Severus, e la sua promessa di rimanere comunque al suo fianco. Forse, pensa lui. Sicuramente, crede Melusine.
Con la bimba, Severus nella sua lettera è davvero adorabile e cerca in tutti i modi di tranquillizzarla.
Judith, con le sue lettere ed i suoi pensieri, è una cosa assolutamente meravigliosa. Sì, riesco perfino a sorridere leggendo. Sta crescendo molto velocemente, e presto sarà davvero difficile continuare a mentirle, se pur Severus è bravissimo in questo.


Edited by Ida59 - 17/7/2015, 21:12
 
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